di Marco Marmotti –
Prima di ogni altra cosa, mi sembra giusto mettervi al corrente del fatto che in Austria la benzina costa meno che in Italia e l’autostrada non si paga. Si acquista infatti (prima di varcare il confine) un contrassegno da 8 euro che dura 10 giorni. Comunque non illudetevi troppo, benzina e pedaggi sono (forse) le uniche due cose che costano poco da queste parti. Sulle autostrade inoltre ci sono dei radar che ti lampeggiamo se stai superando il limite di velocità. Comunque gli austriaci non mi pare abbiano una particolare predilezione a rispettarli.
Una volta arrivati a Vienna l’austerità’ asburgica, proprio come ci si immagina prima di partire, è ovunque: ogni angolo ha qualche palazzo o monumento significativo. Qui è la storia a farla da padrone. Vienna peraltro è il trionfo del barocco, seppur un barocco assai più sobrio e meno ridondante di quello italiano. Ma in questo viaggio si tralascerà volutamente la Vienna imperiale, il barocco, il gotico e gli edifici pieni zeppi di statue.
In questo viaggio ci si addentrerà piuttosto nella Vienna dell’architettura contemporanea, nella Vienna delle torri trasparenti e dei nuovi grattacieli “sghembi” che sorgono accanto ai più famosi pezzi dello Jugendstil e ai quartieri barocchi.
In albergo subito una simpatica particolarità:gli austriaci non usano lenzuola! Chi trova molto inutile rifare il letto alla mattina, si troverà decisamente bene: al posto del lenzuolo usano una specie di piumone, che appena svegli si risistema in dieci secondi.
Da queste parti inoltre il wc non ha il buco in centro, ma spostato in avanti: resta un mistero il vantaggio di questa particolarità.
Per iniziare a visitare la città conviene parcheggiare la propria automobilina in qualche strada periferica e secondaria. Attenzione a guardare prima bene i cartelli sui marciapiedi perché ovunque impera il divieto di sosta.
La rete dei trasporti è capillare, metro, tram, bus, tutti frequentissimi (e ben tenuti) permettono di raggiungere anche le località periferiche in pochi minuti. la metropolitana poi è efficientissima, passa ogni 3 minuti e copre tutta Vienna. Peraltro a decine di metri sotto terra funzionano pure i cellulari.
La fermata Stephansplatz indica l’omonima piazza, sede del duomo in stile gotico con un tetto di piastrelle smaltate multicolori. Attorno circolano parecchie carrozze guidate da cocchieri vestiti da Mozart, sulle quali fanno il giro della città turisti giapponesi convinti che Vienna sia ancora rimasta ai tempi della monarchia absurgica. Se non si celebra messa, potrete visitare la chiesa liberamente. Si può anche salire sul campanile o visitare i sotterranei, pagando uno degli innumerevoli biglietti che da ora in poi saranno l’incubo dei vostri portafogli.
Partendo da Stephansplatz, nell’isola pedonale cuore pulsante della città, si può subito gettare lo sguardo sul palazzo di Hans Hollein, della fine degli anni Ottanta, con le pareti di vetro in cui si specchia il campanile mosaicato della cattedrale.
L’architettura viennese del periodo a cavallo tra diciannovesimo e ventesimo secolo si studia in tutti i libri di storia e non sarò certo io a raccontarvela. Vi basti sapere che in un clima di fervida creatività Otto Wagner costruì la Postsparkasse, la chiesa Steinhof, dallo stile rivoluzionario, e le stazioni della Wiener Stadtbahn, mentre Joseph Maria Olbrich, suo allievo, creò l’edificio della Secessione di Vienna dall’imponente cupola dorata. Gli architetti della Secessione, allievi e continuatori di Wagner, si spingeranno fino alla realizzazione di architetture funzionali che influenzarono certamente la nascita del Movimento Moderno.
Insomma una cosa è chiara: non si può dire di essere stati a Vienna se non si ha visitato perlomeno la Cassa di Risparmio di Otto Wagner!
Fu anche il periodo in cui Adolf Loos provocò accese discussioni con la sua casa sulla Michaeler Platz, un edificio disadorno dirimpetto alla Hofburg. Adolf Loos per chi non lo conoscesse è quello che aborriva ogni sorta di decorazioni e nel suo scritto “Ornamento e delitto” affermava che “gli individui tatuati che non sono in prigione sono delinquenti latenti o aristocratici degenerati”… se solo sapesse come stanno ora le cose …
Il Ring è un viale lungo sei chilometri che circonda il centro storico della città. Realizzato nel tardo Ottocento, sulla demolizione delle mura medievali, è un perfetto esempio della smania di autocelebrazione degli Asburgo.
Il primo vero consiglio che posso darvi per capire questa città è quello di perdervi senza meta. Vienna, tutto sommato, è una città da camminarci, senza bisogno di itinerari particolari. Se invece cercate subito qualcosa di inconsueto, potrete visitare la Hundertwasser haus, una bizzarra architettura di Friedensreich Hundertwasser con alberi che spuntano dalle finestre, erba che cresce dai tetti e turisti che schiamazzano sotto le finestre tutto il giorno: non è sicuramente un bel posto per mettere su casa! E’ comunque piena zeppa di citazioni, da Gaudì all’art déco, con tocchi di colori forti.
I famosi gasometri si trovano invece nella zona periferica, a sud est. Sono costruzioni cilindriche in mattoni rossi, trasformate in un centro commerciale. L’ambizioso progetto è di quattro architetti tra i quali Jean Nouvel che, maestro nell’uso di vetri e acciaio, ha creato le leggerissime e aeree strutture di collegamento tra un edificio all’altro.
Di notevole impatto visivo è anche la sede della Bank Austria Halle che crea un suggestivo contrasto cromatico e formale.
Il quartiere UNO-City, anch’esso facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, è tutto un susseguirsi di grattacieli, simile ad una metropoli americana. (foto4)
Pensatela come volete ma la Ruota per me rimane il vero simbolo di Vienna. Che vi mettiate alla sua ricerca sulle tracce del “Terzo uomo“ o che vogliate semplicemente godervi la vista sulla città, una cosa è certa: solo dopo aver fatto un giro in una delle 15 cabine in stile nostalgico, potrete dire a parenti e amici di essere stati veramente a Vienna!
Del resto, si trovava proprio su quella stessa ruota lo scrittore americano di romanzi pulp Holly Martins, alias Joseph Cotten, quando in una scena del film il terzo uomo incontra finalmente il suo vecchio compagno di scuola Harry Lime, alias Orson Welles. La scena cruciale sulla grande ruota panoramica è una delle sequenze più famose della storia del cinema.
Informazioni sparse:
Il costo della vita in Austria è relativamente alto. È più basso della Svizzera e dei paesi del nord ma più alto della Spagna e dell’Italia.
L’opuscolo gratuito e ben fatto dal titolo “L’Architettura – dallo stile Liberty ad oggi“ è disponibile presso WienTourismus e può anche essere scaricato al sito www.wien.info. Mi pare la prima cosa da procurarsi!
I giornali da queste parti sono appesi a dei pali, chiunque può prenderli, e sopra c’è un raccoglitore di monetine. A quanto pare il mondo editoriale SI FIDA dei suoi lettori… o comunque in generale vige il principio della “buona fede”.
I cassonetti non esistono! Si trovavo ovunque cestini piccoli per le piccole cose, ma tutto il resto? Evidentemente ogni condominio ha un luogo apposito.
Quel bel Danubio Blu non pare poi così tanto blu.
Gli austriaci parlano un inglese che persino io capivo, il che vuol dire che gli austriaci non parlano bene l’inglese.
In questa città la bicicletta è sacra e i ciclisti sono molto rispettati. Scoprire Vienna dal sellino potrebbe rivelarsi un’esperienza emozionante e vi aiuterà sicuramente a farvi un’idea dell’ottimo esempio di gestione del territorio urbano fornitoci dagli austriaci. Tutto è previsto per le bici, così come da noi tutto è progettato a misura di automobile.
L’Austria è uno dei pochi posti al mondo dove il caffè sembra proprio caffé. E’ noto che fuori all’Italia generalmente il caffé è quella cosa scura che più ce n’è meglio è (come l’amico di Dario Baldambembo). Detto questo, tra il Melange (Caffè nero leggermente allungato, con latte caldo e schiuma di latte) e il Cappuccino, se riuscite a trovare una differenza siete bravi.
La cucina viennese non è poi tanto dissimile da quella triestina… lo spezzatino di manzo con abbondante aggiunta di patate in tecia e la porzina con capuzi si trovano anche qui
Il piatto tipico di Vienna peraltro l’avrete già mangiato decine di volte nella vostra vita senza bisogno di recarvi in Austria: è la cotoletta alla milanese! La loro Schnitzel è grande come una pizza, esce dal piatto, ma è anche sottile come un foglio.
In turkenstrasse 3, nella mensa dell’Istituto afroasiatico si può mangiare un pasto completo, in un ambiente piacevole, per la modica cifra di € 5,00.
Il mercato di Vienna, il Naschmarkt, sarà anche pieno zeppo di turisti ma è una delle cose più autentiche della città: da portarsi assolutamente a casa, ovviamente, la statuina kitsch in porcellana di Mozart.
Vienna è la città degli abusi edilizi elevati all’ennesima potenza, si sopraeleva praticamente ovunque: i condoni edilizi di Berlusconi in confronto sono bazzecole.
Il Viaggio Fai da Te – Hotel consigliati in Austria |