di Jael –
Quando la Raf parlò del Mozambico, mio marito Andrea rientrati a casa da soli mi disse: io in Mozambico non ci andrò mai. E invece ora che siamo rientrati, parliamo già di tornarci, un giorno La mia amica Daniela ha tenuto il diario di tutta la vacanza e lo pubblicherà, il mio vuole essere solo una condivisione di emozioni, e visto che sul Mozambico ci sono pochi racconti e informazioni un aiuto per chi volesse recarsi in questo paese meraviglioso. Siamo stati 10 giorni in Sudafrica (paese meraviglioso, anche questo una vera scoperta, ma è un altro capitolo.) Il passaggio da una frontiera all’altra è drastico. Pochi chilometri e sei in un altro mondo. Ci siamo fermati un giorno a Maputo, per renderci conto di come era la situazione e prendere informazioni sui nostri futuri spostamenti. A Maputo non abbiamo visto di particolarmente interessante, ma siamo stati in compagnia di persone veramente speciali.
Ho visto i bambini giocare in strada a dama, con le pedine che erano tappi di bottiglie.Coca Cola contro Fanta.
Il viaggio per Tofo è stato ‘istruttivo’: abbiamo viaggiato con ‘Oliveiras’, 9 ore di strade sterrate.ogni volta che ci fermavamo facevamo spesa dal finestrino: banane, pane, arachidi Per me abituata a entrare nei supermercati e scegliere tra 1000 prodotti questo modo di fare spesa era strano ma altrettanto affascinante (tanto più che non amo i grossi centri commerciali). Siamo arrivati a Inambane verso le 4.30 del pomeriggio e siamo stati assaliti da bambini che volevano accompagnarci o consigliarci dove andare a dormire (naturalmente tutto ciò dietro compenso) ma per fortuna grazie alle nostre conoscenze di Maputo, avevamo un aggancio anche qui. Dopo poco più di un’ora eravamo a Tofo nel nostro appartamento, spartano ma con tutto il necessario e soprattutto cosa importante per noi che eravamo in 6 acqua calda a volontà. Non so bene che sistema fosse, non c’era il boiler ma un sistema che permetteva di avere sempre l’acqua calda. Tofo mi rimarrà per sempre nel cuore, penso che sia uno dei posti più belli che abbia mai visto, non solo per il posto in sé, ma anche per la gente, per la tranquillità e la pace che si respira.. Abbiamo riposato e fatto delle bellissime immersioni, il mare è così ricco di cose da vedere. Io ero alle mie prime immersioni, cercavamo un diving affidabile e l’abbiamo trovato proprio a due passi dall’appartamento. Sono stati tutti fantastici, un team affiatato con ragazzi simpaticissimi. La Raf che ha fatto tante immersioni mi ha detto che mi capiteranno poche immersioni come quelle che abbiamo fatto a Tofo. Abbiamo visto lo squalo balena, fortissima emozione.ma questo si vede anche solo facendo snorkeling In immersione invece abbiamo visto le mante, la zona è famosa proprio per questo, c’è un punto che è una sorta di lavaggio delle mante, ci si ferma e si possono ammirare le mante che passano e si fanno lavare dai vari pesciolini. Ma è tutto lo scenario che è fantastico, si è circondati da una miriade di pesci coloratissimi e di dimensioni veramente fuori dal comune.
A Tofo c’è un mercatino con l’artigianato locale che non ho trovato in nessun’altro posto, cose belle, prezzi da contrattare, ma soprattutto la certezza che vengono prodotti li. Non ve lo perdete, non abbiamo più trovato le cose che c’erano li e ci siamo pentiti di non aver comprato li, con il pensiero che avremmo trovato dell’altro. Scontato dire che abbiamo mangiato solo pesce, infatti anche se avevamo il ristorante del Lodge Casa Barry a due passi, abbiamo spesso mangiato in casa. Diego il nostro capo chef, comprava il pesce dai pescatori che arrivavano carichi a tutte le ore, organizzava il menù e tutti insieme si preparava da mangiare. Una sera abbiamo comprato gli spaghetti e gli abbiamo conditi con uno spettacolare sugo ai gamberi… peccato per gli spaghetti… (pensavo fosse sufficiente saperli cucinare) erano colla.
Eravamo partiti da Maputo con l’intenzione di arrivare fino a Vilanculos porta d’accesso per l’arcipelago di Bazaruto, ma arrivati a Tofo la tentazione di restare lì per me è stata tanta. I tempi di percorrenza sono lunghi, pochi kilometri sulla carta, ma non si deve mai domandare: “quanti kilometri da qui a la?” meglio chiedere: “quanto tempo da qui a la?”. Forse se non fosse stato per andrea, io sarei rimasta a Tofo, anche se il suo ragionamento non faceva una piega: “ormai siamo arrivati fin qua.” e così è stato. Siamo andati a Inambane, da li abbiamo preso una “barca” (non so come descriverla, barca è una parola grossa, non so quanti eravamo la sopra, per fortuna il tratto è breve) e siamo andati a Machiche. Qua abbiamo fatto uno sbaglio, dovevamo prendere l’autobus di Oliveiras che ci avrebbe portato fino a Vilanculos, ma siamo stati assaliti dagli autisti di chapas (il chapas è un pulmino che porterebbe al massimo 12/15 persone ma che in realtà ne carica almeno 25 e in caso di necessità anche di più), ci hanno convinti che il viaggio sarebbe stato più veloce, abbiamo guardato il pulmino sembrava messo bene e abbiamo contrattato il prezzo, saliamo e aspettiamo. Quando partiamo? Lo chiediamo diverse volte, ma la risposta è sempre molto vaga, (io avevo immaginato cosa sarebbe successo, anche se speravo di sbagliarmi) quando hanno caricato 25 persone compresi i bagagli, sacchi e galline (vive!!!) partiamo! Saranno 5 ore di viaggio che metteranno alla prova il mio spirito di adattamento, io e andrea abbiamo fatto l’errore di sederci nell’ultima fila, quindi non c’è modo di muoversi o di scendere anche solo qualche secondo tra una fermata e l’altra per sgranchirci un po’.
La cosa più bella di questo viaggio sono i nostri compagni di viaggio, uomini donne e bambini con un sorriso e una dignità che non smetterò mai di invidiare. Avevo seduta accanto a me una giovane mamma con i suoi due bimbi. Una non aveva neanche un anno, è stata in braccio della mamma a ‘tettare’ dormire e giocare con i legacci del mio zaino. Inutile dire che era stupenda, il fratellino avrà avuto 4 o 5 anni, un ometto… era seduto nella fila davanti alla nostra sulle gambe di altri viaggiatori. Ogni tanto la mamma gli passava delle arachidi o qualcosa da bere. La cosa che mi ha più sconvolta è stato che non hanno mai pianto perché i bambini mozambicani non piangono? Mi sono data una risposta, non so se è per quello che penso io, ma alla fine rimane che sono bambini speciali..
L’arrivo a Vilanculos non è stato il massimo..venivamo da Tofo il mio paradiso.. Vilanculos non so come definirlo: un paese? Una cittadina? Le strade non ci sono, le case sono costruite sulla sabbia.abbiamo faticato un po’ ma grazie a Diego e Andrea alla fine abbiamo trovato una sistemazione da Josef e Tina.
Josef è un ceco sposato a una portoghese, lui collabora con la comunità europea per non so quali progetti. Il loro B&B è molto carino, ed è sulla spiaggia.. La sera siamo usciti per cercare qualcosa da mangiare per un po’ ho pensato che non avremmo cenato..non c’era neanche l’ombra di un ristorante, buio, silenzio, guardie e un cielo spettacolare. Alla fine è proprio una guardia che ci indirizza alla strada principale, ancora buio e silenzio… no ecco c’è un bar, va bene almeno beviamo una birra e invece ci preparano pesce alla griglia e patate arrosto, è tutto buonissimo e con il bere spendiamo 4.50 euro a testa!!!!!!
Vilanculos non ha una gran spiaggia, chi si ferma qui è solo perché non può permettersi di pernottare su una delle isole dell’arcipelago. Però da qui si possono fare delle belle gite, così andiamo a fare il giro in down per scoprire le isole.. Il nostro down, è una barca ( anche qui non so se è il termine giusto..quando incontriamo mare agitato e il ‘capo’ continua a buttar fuori acqua dalla barca, dani commenta che se ci succede qualcosa, è solo per colpa del fatto che non abbiamo controllato prima di ‘comprare’ il pacchetto gita, e che quindi siamo tutti dei pazzi irresponsabili.noi la prendiamo in giro, ma non vedo l’ora di toccare terra) molto spartana, del resto sono tutte uguali, non c’è molta scelta.. Il mare ha dei colori fantastici, azzurro, verde, smeraldo, blu scuro, siamo contenti di essere venuti fin qua, siamo in una angolo di paradiso e ci siamo fortunati per questo.
Ci fermiamo a Magaruque, qui conosciamo dei bambini..facciamo foto, passeggiamo… poi andiamo a Banguerra. Qui il nostro cuoco ci preparerà un pranzetto da leccarsi i baffi, i ragazzi faranno anorkeling, io voglio solo riposare e così mi godo il panorama e il caldo… Fare immersioni qua non sarà semplice. Ci sono solo due diving, uno è pieno imballato all’altro hanno un gommone e l’ossigeno a bordo, ok ci fidiamo. Sarà una bella giornata e faremo due splendide immersioni (soprattutto la prima nella quale nuotiamo insieme a due tartarughe) ma il diving non è quello di Tofo per quanto riguarda la simpatia. Tra un immersione e l’altra ci fermiamo a Bazaruto, altro paradiso, io mi riposo e prendo il sole insieme a dani gli altri fanno la scalata delle dune, dall’alto dicono si goda di una panorama spettacolare. Anche qui ci dilettiamo a cucinare infatti abbiamo una bella cucina e sala da pranzo, giriamo i mercati, dove acquistiamo frutta e verdura, per il pesce ci penserà sempre Diego.
Purtroppo dobbiamo pensare al rientro il volo da Johannesburg ci aspetta! Per tornare a Maputo ci vorranno 13 ore di autobus, la partenza dovrebbe essere alla 4.30 del mattino (‘dovrebbe’ perché di solito si parte almeno un ora dopo quella prevista) infatti partiremo alle 5.30. Questa volta ci facciamo furbi e viaggiamo con Oliveiras, mentre aspettiamo dei ragazzi ci propongono il loro autobus dicono che parte prima e arriva prima non ci fidiamo e facciamo bene, lo sorpassiamo durante il tragitto ed è stracarico. Noi invece viaggiamo discretamente, ci impossessiamo delle ultime file e riusciamo anche a dormire. Da Maputo dopo una notte di riposo partiremo per Nelspruit, qui abbiamo prenotato una macchina a noleggio, facciamo ancora qualche giro in direzione Johannesburg. A noi il Mozambico è piaciuto moltissimo. Lo consiglio a chi è disposto ad adattarsi e ha voglia di conoscere l’Africa vera, non quella dei Lodge lussuosi, ma quella della gente comune che vive con una grande dignità e arte di arrangiarsi. La natura è ancora veramente incontaminata, e i ritmi sono sicuramente più umani dei nostri.
Una nota sulla malaria: prima di partire ne avevamo discusso parecchio, avevamo cercato informazioni e chiesto consiglio. Solo andrea ha deciso di fare la profilassi con il Lariam, noi altri ci siamo affidati alla sola prevenzione comportamentale. Litri di Autan, zampironi e macchinino con piastrine sempre acceso. Pensavo che il problema non fosse tanto sentito e invece mi sbagliavo. Il rischio malaria c’è, certo sulla costa dicono che è inferiore ma noi abbiamo conosciuto tante persone che vivono li che l’hanno presa (anche una volta all’anno). Loro non se ne fanno un grosso problema, ne parlano come della nostra influenza. La prendi e la curi.. Le zanzare le abbiamo viste e ci hanno anche punto, ma speriamo di non essere stati punti proprio dalla zanzare ‘malarica’, siamo rientrati da una settimana e nessuno di noi ha sintomi… Questa è stata veramente una vacanza fantastica, per me che ero già malata di mal d’africa (l’avevo contratta due anni fa in Kenia), è stato intenso, mi sento arricchita non solo di cose viste ma di sensazioni, emozioni e propositi.
Per chi avesse bisogno di qualsiasi informazione sia sul Mozambico ma anche sul Sudafrica sono a vostra disposizione, magari vi posso dare una mano, oppure solo scambiare due parole su questo meraviglioso continente. Mi potete contattare all’indirizzo mail: jaelandrea@tiscali.it
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