di Gabriele –
Pronti per la tanto desiderata vacanza. Alle h.12:40, abbiamo il primo volo che ci porterà a Madrid da lì poi la connessione per Miami e per finire, da Miami alle h. 00:30 l’ultimo volo per San Josè. Siamo a dir poco tutti e tre entusiasti e non vediamo l’ora di essere a destino anche perchè il viaggio è veramente lungo non che stressante. Atterriamo all’aeroporto di San Josè alle h. 01:00 ora locale ( 8 ore di fuso orario rispetto all’ Italia) veniamo subito assaliti dai vari taxisti che lottano tra di loro per accaparrarsi il cliente ma a priori ci serve trovare un Hotel. Hotel Charly’s Place 15$ a cranio con colazione inclusa, questa sarà la nostra provvisoria dimora, un Hotel ad Alajuela pescato dal mazzo di volantini posti in un Info corner all’uscita dell’aeroprto.
Si tratta il prezzo per 2 $ con un taxista illegale (Miguel) che con la moglie in auto ci accompagnano in Hotel.
Il tempo di posare i bagagli e crolliamo stanchi e provati dal viaggio, tanto stanchi che il Franceskolo inizia a russare a modi mitragliatrice e non fa riposare la Simo e il Gabry.
24/08/2003
Ci svegliamo alle h.07:30 e facciamo colazione con latte, caffè, ananas, anguria, pane tostato e marmellata.
Conosciamo Charly, il propietario, che per 100$ + pranzo a scrocco si offre da guida per un tour delle varie attrazioni del posto, ci porterà a visitare il vulcano Poas, le cascate,il parco Paz, Los Trapiches, la cascata Los Chorros ed infine la Fiesta Del Maiz a La Garita,
Il prezzo non è dei più convenienti ma accettiamo comunque e ci prepariamo per la partenza.
Charly non è male come personaggio, sarà perché incasserà 100$ ma si rivela una persona simpatica e disponibile.
Come prima tappa ci dirigiamo al Vulcano Poaz, oggi 24 Agosto è la festa dei parchi nazionali e quindi l’entrata è gratutita..mica male no?? Risparmiamo 18$!.
La prima cosa che ci colpisce appena scesi dall’auto, sono delle piante con delle foglie gigantesche,sono spaventose quasi giurassiche.
Arriviamo al cratere del Vulcano, lo spettaccolo è meraviglioso, il cratere è completamente coperto dall’acqua, che per via del troppo zolfo assume una colorazione verde smeraldo lucido con riflessi multicolori, non possiamo fare a meno di scattare delle foto e riprendere lo spettaccolo con la videocamera. Ci dirigiamo poi verso la Laguna Botos a poche centinaia di metri dal Vulcano, un grande lago forse formatasi in un vecchio cratere, al ritorno, lungo il sentiero,abbiamo un’incontro con una specie di scoiattolo che salta da un ramo all’altro per poi svincolare a tutta velocità in mezzo alla giungla.
Andiamo alla Paz, il parco con cascata ( non Nazionale) quindi a pagamento (18$ a testa) e la decisione è quella di non entrare ma di proseguire il tour.
Charly ci porta a Los Trapiches 5$. Los Trapiches è un posto dove un tempo si lavorava la canna da zucchero, vi è un grosso mulino con un macchinario che risale al 1.800 ma ancora funzionante, infatti ci fanno provare delle prelibatezze strane collose, una sorta di liquerizia ricavata dalla canna da zucchero.
Dopo circa un’oretta andiamo al parco Los Chorros, anche questo è un parco privato ma per lo meno costa solo 3$. Ci incamminiamo in un sentiero che sbuca in una cascata altissima, per raggiungerla attraversiamo un ponte di legno dondolante e più ci avviciniamo più ci si accorge con quale potenza l’acqua viene sprigionata, l’energia dell’acqua crea una corrente d’aria spaventosa.Il cielo è grigio e sentiamo qualche goccia d’acqua cadere, dopo neanche un minuto il diluvio.
Torniamo di corsa alla base dove ci aspetta Charly e con lui andiamo alla Fiesta del Maiz!, il momento tanto aspettato da Charly, infatti, secondo noi non vedeva l’ora di andarci e riempirsi la buriggia, anche perché sapeva a priori, che la cena l’avrebbe scoccata a noi.
La festa è movimentata c’è musica tipica Costaricense dal vivo, odore di fritto, famigliole riunite e tante tante cose buone da mangiare.
Mangiamo cibi a base di mais, patate, carne di maiale, palma, platano e banano fritto, il tutto accompagnato da una bella bottiglia di birra locale ? L’IMPERIAL?.
Charly recupera tutti gli avanzi e per portarli a casa alla figliastra ( la tettona bombardona).
La giornata è stata molto gradevole, divertente e piena di sorprese, ma adesso siamo stanchi e andiamo a riposarci, domattina si parte per raggiungere il Tortuguero.
25/08/2003
Ore 03:50 am, tutti svegli!, il fuso orario ci ha ciulati! tra poco più di due ore si parte, prenderemo un taxi che ci porterà a Cariari, da lì in autobus andremo alla Geest dove ci imbarcheremo per il Tortuguero.
Per raggiungere Cariari, ci siamo affidati ad un taxista (50$), un amico di Charly, una persona molto simpatica e gentile (un amante dei cani).
Percorrendo la strada da Alajuela a Cariari atraversiamo il parco Braulio Carrillo, il panorama è a dir poco spettacolare, una giungla fitta di vegetazione, animali e cascate.
Mancano solo pochi Km a Cariari quando all’improvviso un cagnolino ci attraversa la strada e Loius ( il taxista)?FFLOOFFFF?.lo investe e lo schiaccia come una zanzara, rimaniamo scioccati dalle grida del cane, mentre Louis ripete di continuo: No es muerto!, no es muerto! El perros sta bibiendo!)?cazzate il cane è morto,dal tronde Louis non ha potuto evitarlo.
Arriviamo a Cariari e il Franceskolo va in banca per cambiare 100$ in Colones e li ci resta quasi un’ora e ciresta volentieri per l’aria condizionata a meno 20, poi si va tutti e tre a fare un giro per la città in attesa dell’autobus che ci portera alla Geest.
Dopo due ore di strada completamente sterrata e polverosa percorsa sull’ autobus, anzi un ferro vecchio, giungiamo alle lance e percorriamo il Rio Suerte per altre due ore.
Qui la flora e la fauna la fanno da padrone, scimmie, aironi, iguane, mangrovie e liane è uno spettacolo davvero notevole ?giungla pura!?
Arrivati al Tortuguero, come prima cosa, prenotiamo i biglietti per la visita nottrna delle tartarughe che faremo verso le ore 20:00, dopo di chè conosciamo Morena una ragazza Italiana che da 7 anni vive qui, Morena è propietaria di di camere e cabinas (un’angolo di paradiso) tra il fiume Suerte e l’oceano.
Passeremo 2 giorni in una delle cabinas di Morena, il posto è fantastico! Sono casette di legno tutte colorate, la nostra ha due camere ed un bagno con l’acqua calda, all’esterno c’è un giardino con due amache per potersi rilassare, e qui, il rilassarsi è dettato dall’istinto.
Ore 20:00, siamo tutti pronti per andare a vedere le mitiche tartarughe, passa a prenderci la guida e iniziamo la camminata nella spiaggia. Insieme a noi ci sono 3 ragazze Israeliane, 3 ragazzi del posto e poi c’è lei, LA VENERE NERA. Sandra una ragazza con un fisico mozza fiato la cuale ha strappato il cuore del nosttro Gabry facendolo diventare un PACIOCCONE.
All’andata, di tartarughe nemmeno l’ombra, tanto che ci demoralizza un bel po e poi siamo stanchi di camminare, lavati di sudore, abbiamo le scarpe piene di sabbia e con la Simo e il Gabri quasi sull’orlo di una crisi di pianto se non riescono ad avvistare almeno una delle tartarughe di questo posto.
Dopo una pausa di circa 15 minuti, il Franceskolo, decide di mettersi in concentrazione e meditazione e sprigionare quell’energia Sanfranceskana che solo lui può emanare, cosi chè le tartarughe incantate dalla forza di questi poteri, possano venire allo scoperto.
E come per incanto, tornando indietro, ne abbiamo potute vedere ben quattro!! (Fantastico!!).
Abbiamo la volontà e l’umore giusto per svegliarci alle 5:30am per fare in canoa il parco del Tortuguero.
26/08/2003
Al porticciolo conosciamo Henry la nostra guida. Purtroppo il tempo non e’ dei migliori. Piove un bel po’ ma non saranno 2752000 gocce di pioggia a fermarci. Armati di videocamera, binocolo, macchina fotografica e mantelli per la pioggia, iniziamo la nostra passeggiata in canoa. Il primo animale che riusciamo ad avvistare e’ il bradipo e grazie ad Henry, la nostra guida, molto attento e vigile, abbiamo visto una miriade di uccelli, scimmie, e caimani.
Troppo bello, difficile da descrivere l’emozione. E’ un posto fantastico, un paradiso per gli animali, un posto che noi europei conosciamo solo grazie alla televisione. Dopo quasi un’ora e mezza di canoa, giungiamo ad un punto dove Henry attracca e ci accompagna a piedi in piena giungla.
Li’ vediamo serpenti velenosi, rane minuscole colorate, scimmie e ragni (bellissimo). Ci siamo infangati molto per la pioggia caduta durante la notte ma non sono stati 12650 chili di palta a fermarci.
Henry, la nostra guida e’ stato bravissimo, abbiamo lasciato a lui una piccola mancia e gli abbiamo promesso che gli avremmo spedito un binocolo come quello del Franceskolo.
Col biglietto della gita in canoa abbiamo potuto visitare il parco del tortuguero a piedi. Un bel percorso che da’ la possibilita’ di vedere scimmie e uscire in spiaggia.
Nel pomeriggio il gabry decide a sorpresa di fare la scalata del ?cerro?, una collina alta 119 metri che si trova a circa 6 km a nord dal villaggio.
Ci andiamo assieme ad altri 2 ragazzi (uno di Berna e l’altro delle Canarie). Ci addentriamo a saliamo senza guida il sentiro nella jungla fino al punto + alto dove ci aspetta il panorama della foresta, dei canali e del mare.
Al ritorno il franceskolo vede un bellissimo nido di colibri’ con un piccolo dentro..lo dice al gabry..fantastico!
27/08/2003
Ore 7:00am partenza dal tortuguero direzione Arenal. Paghiamo 10 dollari per la barca ed impieghiamo 2 ore di viaggio x arrivare a La Geest. Alle 9:30 prendiamo l’autobus per Cariari. Durante il viaggio in bus mangiamo un frutto a forma di riccio offerto da un ragazzo israeliano.
Da Cariari prendiamo poi il bus per Guapiles e da li’ abbiamo aspettato la coincidenza per
Puerto Viejo de Sarapiqui. Arriviamo ma non facciamo in tempo a prendere la giusta coincidenza per San Carlos e cosi’ patteggiamo 6 dollari a testa x un taxi.
Durante il tragitto in taxi ci sentiamo la telecronaca in diretta di una partita di calcio e rimaniamo sorpresi dal modo in cui viane fatta la telecronaca.. peliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiigro..
Alle 16:45 prendiamo l’autobus per la fortuna e il gabry ha la fortuna di conoscere una ragazza molto carina e lei ha la sfortuna di conoscere lui.
Arrivati alla forutna cerchiamo un taxi che porti all’albergo scelto dal franceskolo e mentre si kazziava il gabry x non aver colto l’attimo con la ragazza conosciuta in autobus si fermano 2 ragazze x offrirci alloggio in una loro cabinas. Accettiamo di andare e vedere l’alloggio (cabinas hidalgo). Arrivati alle cabinas, una delle 2 ragazze ci dice che purtroppo queste sono tutte complete e in alternativa ci offre di dormire in una sorta di appartamento. Dall’esterno non riusciamo a vederlo x l’assenza di luce ma quando la ragazza accende la luce un mega sorpresone ci lascia allibiti ed increduli: l’appartamentoe’ privo di porte, finestre ed arredamento!.. ?qui va bene?? dice convinta la ragazza. Siamo esplosi a ridere in faccia alla tipa e siamo andati fuori dalle balle.
Prendiamo un taxi che ci porta all’albergo ecoturismo (bellissime cabinas in mezzo al verde con la colazione inclusa nel prezzo). Giusto il tempo di posare i bagagli e ci facciamo portare dal tassista al tabacon. Premessa: il vulcano arenal, appena giunti ala fortuna, non si riusciva a vedere x le troppe nuvole quindi abbiamo pensato di avere viaggiato inutilmente ma quando il franceskolo va in meditazione sanfranceskana non ce ne e’ x nessuno. Quando saliamo sul taxi il cielo e’ stellato, limpido ed il vulcano lo si vede molto bene.. tanto bene che nel tragitto x arrivare al tabacon il tassista si e’ fermato + volte a farci ammirrare le erruzioni.
Uno spettacolo senza pari, spruzzi di lava che fiondavano a valle rotolando ed espandendosi rendendo lo spettacolo ancor + strabiliante. Nessuno di noi 3, credo, aveva mai visto un vulcano eruttare se non in televisione.
Abbiamo scattato diverse foto ma non siamo sicuri se queste verranno dato che era molto buio e con le macchine fotografiche e la videocamera si faceva fatica ad inquadrare gli spruzzi di lava.
Arrivati al Tabacon il gabry e la simo fanno il bagno nelle terme e i franceskolo, non volendo entrare (20$ a cranio) aspetta fuori e si gusta le spettacolari eruzioni dell’arenal.
Dopo circa un’ora e mezza si ritorna alla Fortuna e ci si ferma x una cena volante da luigi’s. Terminata la cena torniamo in albergo e decidiamo x il giorno dopo.
28/08/2003
Ore 7:00 tutti svegli. Facciamo colazione e il tipo dell’albergo ci accompagna al parco delle farfalle e all’acquario dei paca (gratuiti x chi alloggia). Dopo circa un’ora, ci dirigiamo alla cascata che dista 1,5Km dall’albergo; una bella camminata piuttosto impegnativa.
La cascata e’ davvero bella.. 25-30 metri d’altezza e centinaia di metri cubi d’acqua che cadono formando una corrente d’aria non indifferente.
Il gabry decide di fare il bagno e quando si butta non riesce a tenere la bocca chiusa dal freddo, quindi svuota la laguna con una bevuta spaventosa.
Ore 11:30 prendiamo un taxi che ci porta a San ramones x 30 dollari. Da li’ prendiamo un autobus e giungiamo a Puntarenas (che brutto posto!). Ci tocca aspettare un’ora prima di prendere l’autobus che ci portera’ a Manuel Antonio, e quindi decidiamo di fare uno spuntino in un bar. Il cibo fa veramente caccare e la gente di Puntarenas e’ squallida come la citta’. Alle 16:30 arriva l’autobus e con mucho quidado x i bagagli andiamo a manuel antonio. Che viaggo!.. 4 ore di strada.. un supplizio. Arriviamo a Quepos e prendiamo un taxi x avvicinarci il + possibile all’entrata del parco e ci si accorge che Manuel Antonio e’ un posto molto turistico. Vi sono alberghi e locali notturni (2 di questi sono un aeroplano tipo cargo ed un vagone treno).
Alloggio all’hotel Manuel Antonio ad un passo dall’entrata del parco. Posiamo i bagagli ed andiamo a cena in un locale molto carino tutto in legno e bambu’. Veniamo serviti da un camerere di colore simpaticissimo e a fine cena la simo e il gabry fanno una litigatina che si sistema comunque quasi subito.
29/08/2003
Alle 7:15 ci si sveglia x la gita al parco che inizia con la traversata di un fiumiciattolo che sfocia in mare, fiumiciattolo che secondo noi e’ lo scarico della latrina di manuel antonio. Paghiamo 7$ a testa e ci addentriamo nei diversi sentieri vedendo iguane giganti, scimmiette alte come un fiasco di vino e paguri. Arriviamo al sentiero mirador dove abbiamo la veduta dell’oceano dall’alto. Il secondo sentiero che decidiamo di fare e’ quello della cataratta dove prima i giungervi riusciamo a vedere 3 bradipi uno dei quali e’ tonfato giu’ da un albero di circa 30 metri e sicuramente si e’ rotto le ossa!
Stiamo quasi x imboccare il sentiero quando all’improvviso un piccolo cerbiatto spunta fuori dal nulla e che ci crediate o no, ci ha seguito, anzi, ci ha guidato come un cagnolino fino alla cascata.
La simo ha fatto un paio di foto con il nostro amico bambi.
Al ritorno abbiamo fatto il bagno nell’oceano e il gabry e il franceskolo con tutti i vestiti perche’ non avevano il costume.
Andiamo all’internet point e a mangiare un panino prima di tornare all’albergo a rilassarci un po’.
Il gabry si e’ docciato e domani si partira’ presto.. dobbiamo raggiungere il corcovado.
30/08/2003
Sveglia alle 3:30.. dobbiamo prendere l’autobus a Quespos che ci portera’ a Dominical. Alle 4:00 arriva il taxi e alle 4:30 si parte.. Il taxi ci costera’ ben 3500 colones!! Alle 5 arriva il bus e dopo circa 2 ore ci troviamo a Dominical. Dobbiamo attendere 3 ore x la coincidenza con Palmas Norte quindi appriffitiamo per fare colazione al San Clemente. Una buona colazione a base di frutta, pancake, frullati e caffe’ con latte. Che bastonata quasi 20$!
Ore 10:30, finalmente arriva l’autobus che ci portera’ a Palmas Norte. 1,5 ore ed incrociamo l’autobus a Cortes, scendi da un bus e zompa sull’altro. Ci tocca un viaggio molto stressante per le strade poco agibili tanto che l’autobus ad un certo punto deve guadare un fiume!
Arriviamo a Palmas Norte e si decide di proseguire x Sierpe in taxi x 13$.
Nel tragitto il tassista dice di conoscere un posto dove poter alloggiare a Baia Drake e tira fuori un volantino che pubblicizza un alloggio di nome Pirate Cove.
Non siamo molto convinti, quindi il Gabry prende la guida EDT e legge riguardo quest’ alloggio (piccole scatolette di legno senza elettricità e acqua calda).
Ci fermiamo a poche centinaia di mt. dall’imbarcadero. Il tassista si mette a parlare con un tizio (Jose’) che si rivela poi uno dei propietari del Pirate cove e per lo + italiano. Ok ci cinvince ed accettiamo di andarci x dare un’occhiata, quindi non ci resta che attendere la barca.
La barca dovra’ attraversare il fiume Sierpe ed uscire dalla foce x poi proseguire nell’oceano aperto x qualche miglio.
Tutti in barca! Si parte..
Una barca non tanto grande ma con sotto un motore da 140 cavalli. Sfrecciamo nel fiume come saette (divertente!).. dopo 15 minuti di viaggio il barcaiolo si dirige verso un canale piuttosto stretto, arginato di mangrovie.. sicuramente una via alternativa x farci ammirare quel canaletto suggestivo.. e mentre a motore quasi spento procediamo tutti si commentava, si scattava foto, e si riprendeva con la videocamera. Qualcosa non stava andando x il verso giusto.. troviamo un tronco che sembra un bambu’ ad ostacolare quei 4-5 metri di canale. Il barcaiolo spegne il motore e ci passa sopra con lo scafo ma non fa in tempo a sollevare il motore che prende un bel colpo. Ok tronco superato accendiamo il motore e ripartiamo.. o perlo meno l’intenzione e’ questa.. macche’.. il motore non ne vuol sapere di ripartire e, dopo diversi tentativi, si sdrammatizza prendendo sul ridere la cosa. Il franceskolo dice al barcaiolo ?e’ la batteria?.. ?no no.. no es la bateria..? risponde e prende un remo e si butta a poppa x riportarci nel sierpe dove forse avremmo trovato aiuto.
Il mozzo a prua x tenere diritta la barca.. il barcaiolo a poppa che rema come uno dei fratelli abbagnale, il franceskolo che si aggrappa alle mangrovie x ruzzare e il gabry che riprende l’evento.
Franceskolo: ?preparatevi a passare una notte da paura?.. gabry: ?siamo fortunati.. non piove?.. simo: ?ma non abbiamo un motore di riserva??..
Si dicono queste cagate mentre il barcaiolo ha una radio trasmittente.. peccato pero’ che li’ non prende..non c’e’ segnale. Insieme a noi c’e’ anche un ragazzo e una ragazza, forse svizzeri. Bene.. buttiamo l’ancora e attendiamo risvolti. Il barcaioo prova e riprova invano con la radio ?aguila aguila quiero un puente quiero un puente?..dopo circa un’ora riesce a mettersi in contatto con qualcuno e chiede aiuto. Arriva una barca che si ferma.. ci sono su 2 tizi.. uno di questi zompa sulla nostra dopo aver legato le 2 barche vicine.. prova ad accendere il motore e dice al barcaiolo ?e’ la batteria?.. cambiamo la batteria..anzi facciamo uno scambio con la loro.. e via.. si riparte..che fortuna! Tutti contenti salutiamo i 2 angeli custodi e ci dirigiamo a chiodo verso l’oceano..un po’ troppo a chiodo.. come superiamo la foce iniziamo un saliscendi sulle onde a mo’ di mare forza 9..si ride dallo spavento e dal divertimento che tradotto in parole povere ?se qualcuno e’ debole di intestino qui c’e’ da cagarsi addosso?..ci manca solo un naufragio in mare e finiamo nel guinness dei primati..
Accompagnamo la ragazza svizzera in una caletta e poi accompagnamo il ragazzo e per ultimi tocca a noi. I 2 svizzeri pagano 20$ ciascuno.. a noi invece il barcaiolo non chiede 1/2 centesimo.. arriviamo alla spiaggia.. scendiamo dalla barca e li’ c’e’ Susan, una ragazza svizzera che ci attende. E’ la socia di Jose’, la propietaria del Pirate Cove.
Susan e’ molto simpatica, gentile e disponibile.. riusciamo a staccare una cabinas x 30$ a testa con colazione e cena inclusi.
Il posto e’ fantastico, bellissimo. Una piccola baia con un fiume che sfocia. Fiume a quanto pieno di coccodrilli e le cabinas sono fantastiche.. comunicano tra di loro con una sorta di ponticelli in legno sospesi da terra tipo palafitte e tutto il complesso e’ immerso nella giungla.
Abbiamo un terrazzo che da’ sul fiume.. ci sono 2 amache e la vista e’ interrotta da piante ed alberi tropicali che puoi toccare con mano. Facciamo una piccola pulizia di insetti che vagano in cabinas.. anche se siamo convinti che domani ne troveremo degli altri.
Alle 18:30 andiamo a cena..con Susan ed altri 2 ragazzi italiani molto simpatici.. si parla di viaggi, avventure, sensazioni ed esperienze.. discorsi piacevoli che riempiono la serata di buon umore e pare serenita’.
31/08/2003
Ore 5:40 ci svegliamo dopo una nottata a suon di cicale e onde che s’infrangono..questo perche’ al posto dei serramenti ci sono delle zanzariere, l’acqua c’e’ ma non e’ calda e per la luce abbiamo delle candele.. troviamo la cosa molto divertente.. questo posto ci piace un bel po’..facciamo colazione con orio ed ilaria, li salutiamo e alle 7:15 prendiamo la barca che ci portera’ a recuperare la nostra guida (pedro). Mentre navighiamo in direzione parco del corcovado, all’orizzonte s’intravede l’arcobaleno e piu’ ci si avvicina + questo s’ingrandesce regalandoci una vista meravigliosa data la nuvolosita’ ed il riflesso del poco sole che riflette in acqua.
Arriviamo dopo circa 30 minuti all’entrata del parco. Li’ c’e’ anche la stazione dei ranger.. il posto e’ carino.. c’e’ un’area dove ci si rilassa e si pranza e li’ infatti lasciamo il nostro frigo da campeggio contenente il pranzo che divoreremo dopo l’escursione.
Il nostro scopo oggie’ quello di farci una camminata e riuscire ad avvistare tucano e pappagalli. Il tempo non promette bene.. piove a catinelle ma noi siamo attrezzati di kappaway che si riveleranno comunque inutili x la troppa acqua.. sembra di essere nel cast del film forrest gump quando si trova in vietnam nella jungla e gli arriva acqua da tutti i cantoni.
Un’esperienza questa comunque unica.. x tutti noi e’ bellissimo anche con la pioggia anzi di +..dopo circa un’ora e mezza di cammino al franceskolo succede qualcosa di veramente interessante: in fila indiana con pedro che tiene testa il franceskolo e’ secondo.. ad un certo punto si trova faccia a faccia con un serpentello di circa 40 cm a pochi cm dal suo piede sinistro.. questo bisciotto si alza un po’ incazzato e il franceskolo riesce lesto a fare un salto indietro e dire ?serpente!?.. pedro va verso di lui e riesce a vedere con che tipo di lombrico il franceskolo ha avuto l’incontro e si rivela uno dei serpenti + velenosi che ci sono in costa rica (terziopelo).. ?Bienvenido al mundo? dice pedro al franceskolo il quale pensa ?’sti cazzi!.. avresti dovuto vederlo tu per primo che sei la guida.. e per lo + in prima fila..?va be’.. in caso l’avesse morso avrebbe avuto comunque 4 ore di tempo.. anzi.. di vita.. x fare qualcosa.
Proseguendo nel nostro cammino riusciamo a vedere un’infinita’ di scimmie tra cui quella bianca e non appena smette di povere (dopo circa 2 ore) incontriamo lui.. il tucano!..
Non si sta + nella pelle.. e’ un uccello bellissimmo alto circa 40cm.. nero lucido con un becco enorme giallo limone.
Torniamo al centro dei ranger.. sono le 11:30e ci aspettano all’entrata 3 animaletti buffi (i pizote).
Approffittiamo x mangiare qualcosa e poi proseguire la nostra escursione alla ricerca del pappagallo.. dopo 40 minuti di pausa ripartiamo. Questa volta costeggiamo la spiaggia..la vista e’ a dir poco meravigliosa.. a destra la jungla rigogliosa e a sinistra il rumore della risacca delle onde.
Eccoli la’.. 2 pappagalli ara macao dai colori sgarcianti come una cartolina guatamalteca. Sono bellissimi e tutti li si fotografa e li si guarda col binocolo. Che fortuna! Decidiamo con pedro di andare alla cascata.. mentre da un albero all’altro una famiglia di scimmie si lancia.. sono buffe e allo stesso tempo agili e maliziose.. si puntano con le zampe.. prendono le misure e poi via.. un bel volo.. sono 7 o 8 ci fermiamo e le guardiamo tutte divertiti.. specialmente l’ultima.. la mamma con il piccolo aggrappato alla schiena..
un’altra bella camminata con fiumi da guadare a piedi e rocce sulle quali camminare in equilibrio..
Arrivati alla cascata simona e il gabry fanno il bagno facendosi un bell’idromassaggio e il franceskolo li aspetta fuori facendosi una sigaretta e fotografando gli altri in acqua.
Tornando al centro dei ranger la fortuna e’ dalla nostra parte! Coccodrillo di circa 1 metro e 60 che si crogiola al sole.. meglio di cosi’ non poteva andare.. tornati alla base ci siamo sbaffati il resto del pranzo, ci siamo rilassati ed alle 15:30 siamo saliti in barca x tornare alle cabinas.. al ritorno in mare abbiamo quasi visto delle balene.. almeno il franceskolo dice di averle viste.. ma secondo pedro sono 2 barche al largo.. il gabry ci e’ rimasto un po’ male anche perche’ ci tiene molto e vorrebbe tanto vederne una..
Torniamo al pirate cove, ceniamo e decidiamo l’escursione di domani.. proviamo con le balene e i delfini e confermiamo a susan il ritorno in aereo cosicche’ puo’ prenotarci il posto..
Ce ne stiamo un’oretta sulle amache e poi tutti a nanna..
01/09/2003
Alle 7:00 ci svegliamo.. oggi e’ una giornata di mare.. facciamo colazione e alle 8:00 partiamo con la barca.. la nostra guida oggi e’ Melvin.. ci portera’ ad avvistare balene e delfini se avremo la fortuna..ma come potremo non averne?.. dopo circa un’ora in mare il franceskolo vede.. in prossimita’ dell’isla del cano.. uno spruzzo partire a pelo d’acqua che sfionda in cielo.. ?eccola e’ lei!?.. la balena risale a galla con il corpo per poi riaffondare mostrando la maestosa ed imponente pinna.
Non facciamo in tempo ad estrarre macchine fotografiche e telecamera che la grande signora scompare definitivamente..attendiamo circa 10 minuti con la speranza di rivederla riaffiorare ma purtroppo nulla.. non siamo riusciti a catturare nemmeno un’immagine e questo ci demoralizza un po’.. sara’ comunque un momento che ci rimarra’ dentro per sempre.. un’emozione tutta nostra..
Decidiamo, dopo circa un’ora, di cambiare rotta.. si va alla spiaggia di San Josesito x fare il pranzo e, mentre si naviga, il franceskolo avvista dei delfini bellissimi.. a differenza di quelli del mediterraneo sono scuri.. molto scuri.. ma non meno belli..
Sembra quasi vadano a rilento x farsi ammirare.. sono circa 4-5 e riusciamo a non perderli di vista x circa 20 minuti.. qui possiamo scattare le foto e riprenderli.. la soddisfazione e’ notevole..
Arriviamo alla spiaggia e il Franceskolo e il Gabry fanno un bagno prima di pranzo.Il Gabry ha un incontro ravvicinato del 3° tipo con un’essere marino non sconosciuto ( LO SCOGLIO), ci picchia contro di brutto, lascia 7/8 chili di pellaccia a questo scoglione e ne viene fuori con le mani grattuggiate come un pezzo di grana padano.
Pranziamo tutti assieme dopo di che ci si rilassa un pochino prima di ripartire.
Saliamo in barca e ci dirigiamo verso la Isla Di Cano per ritentare la fortuna, ma di balene nemmeno l’ombra.
Decidiamo di fare un bagno in pieno oceano, quindi fermiamo la barca e ci tuffiamo in queste acque a dir poco inquietanti.
Il Gabry, anche in acqua avrebbe l’opportunità di far fuori la Simo con un grosso babmbù galleggiante ma decide poi di risparmiarla.
Torniamo al Pirat Cove e ci accorgiamo che qualcosa è cambiato, sono circa la due del pomeriggio e la marea si è ritirata liberando così una cinquantina di metri di spiaggia e allungando la foce del fiume accanto al Pirat Cove.
Andiamo in cabinas e il Franceskolo nota che in balcone c’è uno strano insetto; grosso, marrone, peloso e brutto, un ragno dall’aspetto poco rassicurante, quindi chiama il Gabry e la Simo e si fa un summit per decidere il da farsi.
Lo schiacciamo!.. no anzi lo catturiamo e lo liberiamo!? ni anzi gli tiriamo una scarpa!!..niente di tutto questo. Il gabry decide di chiamare aiuto e va alla reception a spiegare che c’è un ragno grosso come un cane nel nostro balcone.Fa ritorno con un ragazzo e una ragazza; quest’ultima attirata dalla curiosità.
Il ragazzo ha una scopa, l’appoggia al ragno, questo ci si aggrappa sopra e viene liberato nelle piante senza spargimento di sangue.
Il ragazzo ci spiega poi che in Costa Rica ragni e scorpioni non sono pericolosi ma possono creare problemi se chi viene morso è allergico al loro veleno.
Andiamo al villaggio di Baia Drake per fare giusto una passeggiata; 3 case di legno, 4 con la scuola,5 con la chiesa.. un posto molto tranquillo.
Torniamo alle 5 del pomeriggio attendendo le 6 per cenare. Stasera ci sono delle new entry; 2 ragazzi Cileni (Pilar e Jorge) molto molto simpatici, sono qui in Costa Rica per lavoro, loro girano video subacquei per poi rivenderli ai documentaristi, ..bella cosa no??.
Terminata la cena e dopo aver socializzato un po, ci insegnano dei giochi di carte divertentissimi. Passiamo qualche ora a ridere e scherzare, ci scambiamo le mail, gli indirizzi dei siti e ci diamo la buona notte. Domattina faremo colazione con loro e poi noi ci toccherà partire alla volta di Monte Zuma.Alle 8:30 am ci sarà il taxi e alle 9:30 am prenderemo l’aereo.
Abbiamo passato qui al Corcovado 3 giorni meravigliosi sicuramente indimenticabili, rimarrà l’amarezza di lasciare un posto a dir poco fantastico con delle persone altrettanto carine, resterà la gioia di ripartire alla scoperta di un altro angolo di questo piccolo grande paese.
02/09/2003
Oggi ci sarà poco da raccontare, la giornata si prospetta veramente dura, saranno ore e ore di viaggio a riempire questa nostra giornata.
Ci svegliamo alle 6:30 am, il Gabry è già in bagno, sta facendo la doccia e il Franceskolo con attacchi tellurici all’intestino e qualche problema alla vescica tenta invano di alleviare gli stimoli, fortunatamente per lui, il Gabry esce presto dal bagno e lascia il posto.
Alle 7:30 am facciamo colazione, paghiamo il conto (una vera mazzata) ma ne è valsa la pena e ci mettiamo rilassati ad attendere il taxi che ci porterà in aeroporto civile di Baia Drake.
Abbiamo l’aereo alle 09:20 am, ma fino alle 9:15 il tassista non si fa vedere e quando questi arriva abbiamo i minuti contati, il tempo di salutare Susan e via!!! La strada dal Pirate Cove all’aeroporto è un cinema come del resto lo sono la maggior parte delle strade qui in Costa Rica.
Arriviamo al pelo c’è già l’aereo pronto con il motore acceso, manchiamo solo noi. L’aereo è un Piper della Natur Air, 85$ a cranio.
Baia Drake / San Josè un po caro., ma se pensiamo che in 40 minuti ci si arriva e risparmiando 8/9 ore, be allora, sono 85$ spesi bene e poi la decisione dell’aereo è stata presa perché oggi si vuole raggiungere Monte Zuma, quindi fare meno strada possibile nel minor tempo possibile.
Arriviamo a San Josè dopo un volo abbastanza tranquillo se non per qualche turbolenza un po bruttina.Sono circa le 10:30 am, prendiamo un autobus che ci porta in città, poi da lì un taxi ci porterà al capolinea degli autobus dove prenderemo direzione Puntarenas.
Abbiamo gli spiccioli contati, arriviamo a Puntarenas verso le 17:00 pm e lì ci imbarchiamo per raggiungere Pquera. Un ora circa su di una barca che aveva tutta l’aria di essere un peschereccio puzzolente.Nel viaggio rusciamo anche a vedere una balena ma è molto distante.Arriviati a Paquera, troviamo una banca; non abbiamo più un centesimo, preleviamo il danaro e trattiamo con un taxista per farci portare a Monte Zuma (9000 colones).
Posto molto turistico, troviamo alloggio all’ hotel Aurora (40$), un posto non molto bello infatti, domani, cambieremo.Non bello perché un po scomodo e i gestori sono molto antipatici.
Andiamo a cena alla pizzeria Pizza@net, prendiamo 3 pizze ma ne arrivano solo 2 (hanno finito le pizze!!), roba da non crederci.
A fine cena torniamo in Hotel.
Al Franceskolo e al Gabry; Monte Zuma fa cagare.
03/09/2003
Ci svegliamo come ogni mattina abbastanza presto e decidiamo con priorità di cambiare alloggio, L’hotel Aurora fa veramente cagare.Premessa: ?noi non siamo schizzinosi su queste cose, anzi tutt’altro, ma il posto fa schifo, è sporco e 40$ ci sembrano e4ccessivi!?.
Troviamo alloggio al Mango’s, la stanza è passabile e spendiamo 30$ ci sono anche delle cabinas molto belle ma troppo care, qui a Monte Zuma tutto è caro!, è fatto proprio per spennare il turista.
Sistemati i bagagli, andiamo a fare colazione in un baretto sulla spiaggia e approfittiamo per portare in lavanderia un po di panni sporchi: 2000 Colones per 4kg di biancheria.
Mentre aspettiamo l’autobus che ci porterà a Cabo Blanco, uno scoiattolo ci regala un piccolo show di salti e arrampicate. Riusciamo anche a vedere un uccello molto carino: La Gazza Dal Ciuffo Golabianca.
Alle 10:00am arriviamo alla riserva naturale di Cabo Blanco.Il parco di Cabo Blanco, in tutta sincerità non ci garba molto, forse perché dopo l’esperienza mitica del Tortuguero e del Corcovado, questo di Cabo Blanco passa senza dubbi in secondo piano.Una cosa carina, comunque, riusciamo a vederla, una famigliola di cerbiatti a pochi metri da noi ci scruta, mentre noi affascinati scrutiamo loro, non si lasciano avvicinare sono troppo diffidenti e il minimo rumore da noi emesso li fa allontanare.
Torniamo all fermata del bus per prendere quello che passa alle 13:00, e facciamo conoscenza con una ragazza Neozelandese.
Dimentichiamo una curiosita: ?l’autobus che fa la spola da Monte Zuma a Cabo Blanco è un ferro vecchio arruginito, marcio e con tutti i sedili sfondati?. 400 colones per percorrere 9 km.
Arriviamo in paese e decidiamo di andare alla cascata, 30 minuti di percorso circa, c’è da camminare su delle rocce molto scivolose, infatti il Franceskolo e la Simo rischiano più volte di finire in acqua e spaccarsi le ossa a differenza del Gabry, che con le sue mega scarpe da seikking e non da trekking, non ha di questi problemi ed è sempre in pole position.
La cascata è molto bella, cade in una piccola laguna dove ci si può tuffare e nuotare e noi non ci pensiamo su due volte.L’acqua è piacevole e passiamo qua circa un’oretta.
Prendiamo la decisione di non dividerci domani, ma di proseguire il nostro viaggio ancora uniti alla volta di Monte Verde.
In teoria il Franceskolo e la Simo dovevano andare alla spiaggia di Samara ed il Gabry da solo a Monte Verde per poi ripartire Sabato per San Josè la dove avrebbe preso l’aereo per l’Italia.La Simo e il Franceskolo decidono quindi di non andare alla spiaggia di Samara e di proseguire con il loro adorato Pacioccone Hamudi, che sicuramente ha preso la notizia del cambio di programma molto molto bene.
Il Franceskolo e la Simo, dato che si fermeranno 4 giorni più del Gabry, faranno qualche giorno di mare verso la costa Caraibica, Porto Limon, Puerto Viejo,.?giù di la insomma.
Al ritorno andiamo al bar degli artisti ( che non èp quello di Busto Arsizio) ma un locale veramente originale a pochi metri dal mare, i propietari sono Italiani di Roma.
Facciamo un giro in paese e acquistiamo qualche ferma libro e cagate del genere da portare in Italia, ci compriamo anche 3 ciondoli a forma di sole con una pietruzza incastonata all’interno, una cosina carina per 1900 colones.
Torniamo in Albergo, doccia pennica e poi si va a cena. Per la prima volta dopo 10 giorni che siamo in Costa Rica, assaggiamo il Casado (Piatto Tipico), lo prendiamo col pesce è non è niente male, un bel piatto di fagioli, riso, insalata, banana fritta, formaggio e pesce, il tutto accompagnato da una bella Imperial.
Torniamo in albergo, la nostra giornata anche oggi è terminata, domattina partiremo, lascieremo, secondo noi, il posto meno interessante battuto dai nostri culi qui in Costa Rica.
04/09/2003
Alle 07:00am non siamo ancora usciti dalla camera, e al Franceskolo gli girano le balle per la fame e sa che alle 08:00am il bus sarà li pronto per partire, non si fa in tempo a ordinare il desajuno, che l’autobus arriva, quindi si paga e non si mangia una sega.
Troviamo Susan, la ragazza Neozelandese, è diretta a San Josè, la sua vacanza termina oggi, quindi dovrà tornare a casa.
Da Monte Zuma a Paquera, da Paquera a Puntarenas viaggerà con noi.Susan ha l’aria di essere una tipa tosta ed è anche molto simpatica.
Alle 10:30 am, arriviamo a Paquera e prendiamo il Ferry che ci porterà a Puntarenas, quel posto brutto e squallido che per ironia della sorte abbiamo già visto 3 volte da quando siamo in Costa Rica.
Il viaggio in ferry è piacevole e veloce, questa volta abbiamo scelto di prendere il ferry che trasporta anche auto e camion, più silenzioso e veloce della bagnarola presa all’andata.
Il Gabry in viaggio è stato traumatizzato da una brutta ( purtroppo per lui) notizia riguardo i Samuray.
Parlando con Susan della Cina e del Giappone, è venuto a sapere che i Samuray non esistono più, lui povero, era ancora convinto che li si poteva trovare in giro con il kimono, la spada e gli zoccoli di legno a infradito.Povero pacioccone Hamudi, quando il Franceskolo ha detto chiaramente che i tartaruga ninja sono ormai storia, nel volto del Gabry è calato un velo di tristezza e delusione, ( è rimasto letteralmente sconvolto), è stato come dire ad un bambino di 5 anni che Babbo Natale non esiste.
Il Gabry e il Franceskolo, tra le tante cose che avranno da fare una volta in Italia, dovranno costruire una chitarra elettrica amplificata da portare in giro senza ampli e corrente;( ne hanno vista una sul ferry).Figata la chitarrina!!.
Arriviamo a Puntarenas, alle 12:00 si va ancora in banca, per prendere altri quattrini, la Simo e il Franceskolo non hanno più soldi.
Ci informiamo sull’orario dell’autobus che ci porterà a Sant’Elena ma ci accorgiamo che le persone non hanno le idee ben chiare riguardo l’orario. C’è chi dice che l’autobus passerà alle 14:15, e chi invece alle 13:15, ci confermano poi che oggi l’autobus passerà alle 14:00, quindi ne approfittiamo per andare a sederci nella sala d’attesa del capolinea.
Alle 13:00 un signore anziano che vende strani drink colorati, viene a cercarci dicendo noi che il bus per Sant’Elena è fermo alla parada.
Il vecchiettino è stato molto gentile ad avvisrci, se non fosse stato per lui avremmo sicuramente preso quello delle 14:00.
Dopo 3 ore di viaggio arriviamo ad un capolinea e lì dobbiamo cambiare autobus. La strada che porta a Sant’Elena è terribile ma arrivati in paese abbiamo subito un’ottima impressione; paesino tranquillo, carino, freddo..molto freddo e con la nebbia!.
Troviamo alloggio quasi subito, un ragazzo, ci mostra un volantino dell’albergo e noi accettiamo di andare a vedere la camera.Confermiamo la camera, il posto è pulitissimo con un bagno grande e profumato.Prenotiamo anche il Canopy e la passeggiata sui ponti che faremo domattina.
Facciamo un giro di perlustrazione paese, qualche tienda, qualche acquisto e poi via in un bar per una cioccolata calda.
Baretto molto bello e originale, l’arredamento ha come tema le farfalle?.curioso ma anche caro, decidiamo di tornare anche per la cena in quel bel bar o barbello.
Alle 19:48 andiamo a cena, prendiamo tutti e tre un pesce ( la Corvina) con tre bicchieri di vino, un dolce e un caffè, il conto è un po salato ma non ci importa, l’importante è aver mangiato bene.
Torniamo in camera e ci prepariamo per domani ( avventura nella foresta!!), alle 08:00 am passerà a prenderci un autobus che ci porterà al Canopy Tour! Che figata!!! A domani!.
05/09/2003
Ore 06:30 am, drin drin, il telefono del Franceskolo suona la sveglia, la Simo e il Franceskolo vanno a fare colazione mentre il Gabry non ne vuol sapere di svegliarsi e sta ancora un pochino sotto le coperte.
Alle 08:00 il pulmino è puntuale, arriviamo alla base e veniamo inbracati come degli scalatori con in più un’elmetto da minatore, abbiamo tutti una bella armatura.
Ci spiegano ( le guide) come funziona il canopy, come bisogna comportarsi quando si è aggrappati ad un cavo d’acciaio ad un’altezza di 200 mt e alla velocità della luce.
Tutto è abbastanza chiaro, c’è un po di tensione per i primi 2/3 lanci , ma dopo un po iniziamo ad essere più maliziosi e non ci ferma più nessuno!.
E’ stato indubbiamente entusiasmante, in piena foresta si sfreccia tra vallate e alberi, la velocità, l’altezza, l’adrenalina a 1000 è una figata!!!.
Ad un certo punto giungiamo d’avanti ad un albero altissimo dove vi è legato un cavo e veniamo lanciati a modi Tarzan in una vallata?..è divertentissimo!.
Terminiamo in canopy, e visitiamo il giardino dei colibrì, questi uccelletti dal becco lungo e dai colori accesi come ologrammi, una cosa molto carina che ci da la possibilità di scattare qualche foto a distanza ravvicinata a questi minuscoli e simpatici volatili.
Ci facciamo dare la mappa del percorso dei ponti, un percorso di un ora e mezza, dove vi sono questi ponti dondolanti sospesi da cavi ad un’altezza impressionante; il più alto misura 170 mt.
Carina la cosa, ma cme il canopy, che è stato comunque divertente, troviamo che sono un po troppo costruite a misura di turista.
Alle 13:00, torniamo in hotel, ed il Gabry decide di andare al parco di Monte Verde a farsi una bella camminata, mentre la Simo e il Franceskolo si riposano qualche ora in camera.
Al ritorno, il Gabry racconta di un bellissimo parco con altrettanti bellissimi sentieri ma un po troppo inquietanti.
Ci teniamo a precisare che la giungla da queste parti ha la particolarità di essere quasi sempre avvolta dalla nebbia, quindi si ha l’impressione di trovarsi nelle scene di un film d’orrore.
Ci racconta il Gabry, di aver visto diversi animali, tra cui un serpente molto grande, nero e raro da avvistare, così gli ha detto il Guardiaparco.
Da come dice, ha avuto un po di paura, anzi un po tanta, tanto che ha aspettato diversi minuti prima di riprendere il cammino dopo il passaggio di questa serpe.
Fortunatamente è riuscito a filmarlo; grande Gabry!! Dopo aver fatto il Canopy e i ponti si è sparato ( da solo) 4 chilometri di sentiero al parco di Monte verde.
Andiamo tutti e tre a farci un caffè, dopo di che torniamo in camera e tiriamo l’ora di cena.
Dimentichiamo un particolare: Nel viaggio da Monte Zuma a Monte Verde, qualcuno ha rubato al Gabry il rasoio elettrico da barba.
Andiamo a cena in un ristorantino tranquillo, dopo un paio d’ore torniamo in camera a fare nanna.
06/09/2003
Oggi è una giornata piuttosto fredda, tira molto vento e l’aria è resa particolare anche dal fatto che oggi il Gabry ci abbandonerà.Sono le 06:30 am. Saliamo sul bus che ci porterà a San Josè e dopo circa 3 ore di viaggio, ci arriviamo, l’autobus effettua la fermata all’aeroporto internazionale ad Alajuela e così il Gabry ci lascia.Un saluto un po particolare, un po frettoloso, un abbraccio un bacio e le nostre strade si dividono.
Al Franceskolo e alla Simo dispiace molto lasciare il loro amico, amico di questa fantastica vacanza, che più di una vacanza è stata una vera e propria avventura.
Ciao carissimo Gabry, fai buon viaggio e tante, tante grazie per la tua compania, ci rivedremo in Italia tra poco più di 5 giorni, ci racconteremo e ricorderemo questi bellissimi momenti passati insieme qui in Costa Rica.
Alle 11:30 am arriviamo alla stazione dei bus, li prendiamo un taxi che ci porta alla stazione Caribe dove mangiamo qualcosa e tiriamo le 13:30 per dirigerci poi a Cahuita.
Ore 17:30 siamo a cahuita, il posto, come primo impatto, al Franceskolo fa un po cagare ma probabilmente essendoci buio pesto non ci si rende bene conto di com’è il paesello.
Ci dirigiamo verso le cabinas Jenny, ma dall’esterno non ci garba per niente quindi cerchiamo un altro alloggio.
Incontriamo un ragazzino ( Jorge) 23 anni che ci consiglia non che ci accompagna presso altre cabinas.
Dopo un po che si parla con Jorge, ci rendiamo conto che ha il cervello completamente bruciato dalla droga ( forse Ganja), ci racconta di essere gia padre di un bimbo di 5 anni e tante tante altre cose mentre sorseggia una lattina di birra che ha estratto dalla tasca dei suoi blu jeans.
Ci porta da ( Las Brisas Del Mar) sono cabinas citate anche sulla Lonley planet, ma da noi scartate in un primo tempo perché leggiamo che non c’è l’acqua calda.
Non è così, il propietario, un simpatico vecchino di colore e dall’aria vissuta, ci mostra la camera e ci fa vedere che l’acqua calda c’è, quindi accettiamo l’alloggio per 20$ a notte.
Stanchi e provati dal viaggio, ci sdraiamo per poi riprenderci il giorno dopo alle 08:00am.
07/09/2003
Cahuita è un bel paesino, qui si respira aria di Caraibi!, la gente, i colori, i rasta, i poster di Bob Marley e la musica reg, danno proprio l’impressione di essere in Giamaica.
Andiamo a fare colazione in un barettino, siamo i primi due clienti, e veniamo serviti dopo un’ora.
Andiamo la parco, è un posto quasi simiile al parco di Manuel Antonio; sentiero con varie uscite nelle spiaggie, solo che qui l’impressione è più positiva e dopo un paio d’ore in spiaggia con vari bagni e tuffi, decidiamo di spararci il sentiero fino alla punta, cioè fino alla barriera corallina.
Riusciamo a vedere, come mai ci è capitato fino ad ora, le scimmie e il bradipo ad una distanza molto ravvicinata.Al bradipo riusciamo a scattare due foto, purtroppo le ultime due dopo di che rimaniamo senza rullini e non abbiamo la possibilità di fotografare una famigliola di Cebo Cappuccino a meno di due metri da noi, che sfiga!! ma soprattutto che pirloni noi a non aver comperato un rullino prima di entrare al parco.
Arriviamo alla spiaggia dove c’è la barriera corallina ed è uno spettacolo; la spiaggia è completamente coperta da coralli?spettacolare!, prima di giungervi, abbiamo visto, strada facendo, dei veri e propri angoli di paradiso; piccole calette con palme di cocco che sfiorano l’acqua resa uno specchio dalla sabbia bianchissima ( una cosa fantastica!).
Alle 14:30 circa, decidiamo di tornare indietro e andiamo a farci un panino in un baretto molto originale, tutto in legno e pieno di colori con i poster di Bob Marley sulle pareti, come quasi tutti i locali qui, sfoggiano onorati.
Ci riposiamo un’oretta dopo di che usciamo a cena, andiamo in cerca della pizzeria ? Il Cactus? e mentre camminiamo con il buio pesto, ci capita una cosa che ha dell’incredibile; un bradipo nel ciglio della strada! Proprio così, un bradipo che attraversa la strada, è una cosa sorprendente, uno degli animali che tanto abbiamo desiderato vedere da vicino, è praticamente a pochi passi anzi centimetri da noi!
La simo, che si è accorta lei di cosa stava per accadere, non sta più nella pelle tanto che lo vorrebbe toccare con mano, si muove lentamente con le zampe anteriori impacciate dalle lunghe unghiee e tiene il sedere sollevato dalle zampe posteriori, è fantastico, e noi come dei furboni, non abbiamo dietro la macchina fotografica.
Un vero peccato, potevamo catturare un’immagine da fare invidia al National Geographic.
Pensiamo subito alla reazione del Gabry se fosse stato li con noi in quell’istante.
Oggi ne abbiamo conbinate abbastanza, per la seconda volta e per colpa nostra, non abbiamo potuto fotografare quelle che potevano essere le immagini di animali più belle rubate alla Costa Rica.
Andiamo a cena in un locale che non è il Cactus perché chiuso, e lì conosciamo Pino, un ragazzo Italiano, un tipo sgamato in quanto ci accorgiamo subito che la sa lunga.
Ci fa intendere, facendo domande strane, che ha la Ganja, ma gli facciamo subito capire che non siamo interessati.Stiamo comunque un bel po a parlare con lui, tutto sommato è simpatico e la pizza del suo locale non è male.
Torniamo in camera, sono le 10:00pm, domani si va Playa Negra e poi in quel di Puerto Viejo.
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08/09/2003
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Alle 07:00am, siamo svegli ci prepariamo e ci incamminiamo verso Playa negra.Facciamo colazione in un baretto dove c’è un simpatico vecchino di colore e tutto muscoli che lucida il pavimento in legno servendosi di una metà di noce di cocco.
Se lo lustra tutto a mano, che forza! Avrà forse una settantina d’anni e un fisico da fare invidia ad un trentenne.
Playa Negra non è niente di speciale, anzi sarà che non è stagione, ma troviamo il posto molto sporco e poco curato.
Verso le 09:00 am. Scappiamo di corsa in camera, dobbiamo prendere l’autobus delle 09:30, che va Puerto Viejo o meglio vorremmo prendere quell’autobus.Purtroppo abbiamo un volantino con gli orari dei bus che non è per niente attendibile, quindi ci tocca aspettare le 11:00.
Arriva un bus gremito di gente, il Franceskolo ha lo zaino in spalla che pesa 30 kg e non riesce neanche a muovere un ciglio dalla bolgia che c’è li dentro.
Un viaggio massacrante, come sardine pressati e con un caldo bestiale.
Ma come già sapete, il Franceskolo, va in meditazione e concentrazione Sanfranceskana, dopo 15 minuti, l’autobus si ferma, stop, rotto, non va più.
Tutti giù in strada a poco più di 5km da Puerto Viejo.
Nella sfiga si legge una certa felicità nel volto del Franceskolo, altri due minuti in quel maledetto autobus, e il Franceskolo avrebbe avuto una crisi esistenziale che poteva provocare testate sui denti a chi gli stava vicino.
Avrebbe sicuramente ribaltato l’autobus, e forse, anzi senza forse, è stata una fortuna che il motore di quel ferro vecchio si sia rotto.
Alle 12:00am. Arriva un bus, e noi zompiamo su di questo, il resto del viaggio non è un granchè, ma per lo meno troviamo quasi subito 2 sedili liberi.
Arriviamo a Puerto Viejo, lo stile è quello di Cahuita ma qui c’è molto più movimento, non è male e ci diamo da fare per cercare un’alloggio.
?Cabinas Guaranà? questo è il posto dove decidiamo di stare, i propietari sono Italiani di Catania e le cabinas sono molto carine, ben curate con i muri color pastello, si riconosce il tocco Italiano 25$ a notte.
In camera, ci infiliamo i costumi e andiamo in una Tienda appena fuori dal Guaranà.E’ il negozietto di un’artista Francese ? Lulù Berlù? , ci sono delle cose bellissime;sedie ricavate da tronchi d’albero e lavorate con ceramica, specchi decorati con sabbia e conchiglie e lampade costruite con noci di cocco, corda e semi di frutti essiccati, una vera manna per gli occhi della Simo, ma anche una vera manna per i nostri portafogli.
All’interno ci lavora una ragazza Italiana di Milano, ci racconta di essere qui in Costa Rica da 5 anni e da 3 lavora con l’artista Francese, la quale quest’ultima le ha insegnato a fare dei lavori e quindi da la possibilità alla ragazza di esporre e vendere le sue opere.
Il sogno di questa ragazza ( che non conosciamo il nome) è quello di aprire una tienda verso Monte Zuma e vendere i soi bellissimi lavori.Secondo noi se ci riuscisse farebbe sicuramente un bel business perché fa delle cose veramente spaziali!.
Ci consiglia una spiaggia dove andare senza fare troppa strada.Il posto è un po strano in quanto ci sono un sacco di scogli bassi con delle pozze profonde con il fondo sabbioso dove ci si può tuffare dentro.
Dopo circa un’ora cambiamo spiaggia, la troppa vegetazione qui impedisce al sole che tramonta, di baciare il corpicino della Simo la quale decide di andare in cerca di un’altra spiaggia.
Detto e fatto, ci spostiamo verso il centro del paese, e li, una spiagetta con due barettini vicino fa al caso nostro.
Dopo neanche 30 minuti, dei tipi gentilmente, ci chiedono di spostarci per far si che questi possano giocare a pallone, noi ci spostiamo una trentina di metri più a est e ci godiamo questa partita di pallone, fisici bestiali, ma a calcio sono delle chiaviche; siamo più bravi noi Italiani.
Andiamo in camera per una doccia e la Simo dice di avere mal di panza, quindi si sta qui in relax e si attende la voce del padrone ( Simo) che proponga qualcosa non appena il mal di panza le sarà passato.
Niente da fare, stasera si dormirà, sono appena le 19:00 e l’unica cosa da fare è tirare domattina.
09/09/2003
Dopo ben 14 ore di dormita, ci svegliamo con il rumore della pioggia che cade sulle grosse foglie delle palme; che sarà una giornata di pioggia di quelle da sfiga megagalattica??
La Simo è già demoralizzata e il Franceskolo logicamente in concentrazione e meditazione Sanfranceskana per due validi motivi; il primo, quello più importante, far si che smetta di piovere cosi che la Simo riducesse al minimo l’insofferenza, e il secondo far uscire il sole.
Oplà, dopo circa 30 minuti il sole, bello, caldo e splendente.
Andiamo a far colazione al Panpay, un panificio gestito da Spagnoli, ci spariamo 2 croassant con capuccino e mentre siamo seduti a sorseggiare il capuccino, ci becchiamo un’arresto in diretta; un balordo ammanettato e portato in cella.
Andiamo in centro e noleggiamo 2 biciclette 1500 colones cad, per poi dirigerci a Punta Uva a 6 chilometri di distanza.
La strada che collega Puerto Viejo a Punta Uva e prosegue poi per Manzanillo, è una strada non molto largae ricca di vegetazione in entrambi i lati, se si è fortunati si ha la possibilità di vedere animali, in caso contrario è comunque piacevole percorrerla e specialmente in bicicletta.
La spiaggia di Punta Uva è carina, un golfo con l’acqua verde smeraldo e la sabbia bianca e fine.
Ci stiamo tutta la mattina, uno spuntino veloce e poi si decide, o meglio la Simo decide di andare alla spiaggia di Manzanillo ( 5 km in più da fare pedalando).
Manzanillo, al Franceskolo fa un po cagare, infatti con la Simo bozzano.
Rimaniamo a Manzanillo 7 minuti e mezzo e poi retrofront!.
Ci fermiamo a Punta Uva in un’altra spiaggia, e li, mentre la Simo prende il sole, il Franceskolo cerca di aprire un cocco con l’aiuto del suo mega macete( un coltellino svizzero lungo 2 centimetri).
Dopo quasi un’ora di coltellate, incazzature e qualche porco, ecco qui il cocco bello e pronto da mangiare.
Alle 16:00 circa, prendiamo le biciclette e torniamo a Puerto Viejo, ci fermiamo una mezzoretta in una spiaggia ad ammirare dei surfisti che cavalcano le onde.
A puerto Viejo facciamo un tour dei negozi di souvenir per poi andare in cabinas a rinfrescarci, forse stasera si esce si va in paese in mezzo al Pueblo.
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10/09/2003
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Ci svegliamo di buon ora, e con il cielo un po’ nuvolo si va a far colazione da Tamara.
La Simo non è molto in forma, dice di aver avuto mal di panza tutta la notte, così prende solo un the caldo, a differenza del Franceskolo che si spara un piatto d’anans con pancake, succo d’arancia e caffè.
Dopo aver fatto colazione, si va a fare un secondo tour dei negozi per gli ultimi acquisti.
Oggi le biciciclette non le noleggiamo, staremo nella spiaggia del Pueblo, tanto il tempo non promette bene.
La spiaggia del Pueblo è la spiaggia con i due baretti quella dove il giorno prima ci hanno fatto spostare per gicare a calcio.
La spiaggia in se non e male, l’unica cosa di negativo, è che li l’acqua è bassissima e poi vi è un piccolo fiume che sfocia, che ha l’aria di essere la latrina del Pueblo.
Stiamo a cuocere al sole fino alle 16:00 dopo di chè decidiamo di fare un terzo round per negozi e bancarelle.
Torniamo nella Tienda di fronte al Guaranà dove ci lavora la ragazza di Milano e questa volta ci dice anche come si chiama ( Michela).
Michela è proprio una ragazza dolce e simpatica, si sta volentieri a socializzare con lei, ci racconta degli usi e di che pasta è fatta la gente di Puerto Viejo e non solo, ci parla anche dei nostri connazionali trasferiti qui e le varie storie che si fanno.
Stiamo con Michela parecchio tempo, parlare con lei è piacevole, avvertiamo, come se lei, avesse quasi voglia di sfogarsi con degli amici, anche se ci conosciamo solo da qualche ora sentiamo questa sensazione.
Acquistiamo un po di presenti da portare in Italia, ci scambiamo le mail e la salutiamo con un grande in bocca al lupo e un’arrivederci alla prossima.
Andiamo a cena al Cafè Viejo, un locale gestito anche questo da Italiani, infatti il tocco culinario di classe, si nota alla prima forchettata.
A fine cena si va in camera, e si prepara le valige, domani si parte, purtroppo le tanto desiderate vacanze sono terminate.. eh..si.. si torna a casa, si torna al lavoro, si rincontrano gli amici di sempre e si fa fronte ad un lungo inverno.
Le vacanze non dovrebbero mai terminare, specialmente quando si capita in posti meravigliosi come il Costa Rica, posti capaci di arricchire una persona fino a farla pensare e riflettere su quanto di meraviglioso ci circonda.., e fortunati noi, che abbiamo potuto scoprire anche questo pezzettino di mondo.
E.. già..proprio cosi’ ora torniamo a casa.., forse torniamo a casa gli sfigati di sempre, torniamo a casa come falchetti pronti ad entrare nelle fabbriche e negli uffici a lavorare duro fino all’arrivo del prossimo viaggio, ma una cosa è certa, si torna a casa più ricchi, più ricchi di un’esperienza che in molti forse ci invidieranno, un’esperienza che nessuno ci potrà rubare perché la porteremo con noi per tutta la vita! ( PURA VIDA!)
Dedicato alla Simo e al Gabry
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Buongiorno,
innanzitutto descrizioni precise e molto realistiche (sembra di vivere l'avventura al vostro fianco).
Volevo sapere, se possibile, a che agenzia locale vi siete appoggiati per le escursioni visto che tra poco dovrò fare anche io con la mia ragazza un viaggio in Costa Rica.
Grazie mille,
Davide.