di Giovanni Camici –
Questa regione un tempo faceva parte di antichi stati persiani, tra cui la Battriana, Corasmia e Sogdiana. Sotto la dinastia Kusana, si diffuse il buddismo, e attraverso una diramazione della via della seta iniziarono i commerci con il resto del mondo, favorendo lo sviluppo e ricchezza della proprie città. Con il declino della dinastia Kusana, il territorio tornò sotto la dinastia persiana dei Sasaniti. Nel VI sec arrivano i turchi kok, dalle steppe del nord, mentre nel VIII, gli arabi introdussero la religione mussulmana.Dopo di essi ritornano i persiani Samanidi intorno al X sec, facendo si che Bukhara diventi una città nevralgica nella regione, un centro intellettuale
In seguito un emiro di Bukhara cercò di far rivere la città, ma il massimo di vitalità lo raggiunse con l’ arrivo dei russi, che la collegarono su strada ferrata al resto dell’ impero, e proclamata capitale della ex Repubblica Socialista Sovietica fino a che non fu sposata a Taskent. Da non dimenticare di visitare la citta natale di Tamerlano Shakhrisabz, con i suoi monumenti, attraverso le colline dello Zerravshan, diventata strada nevralgica, durante l’ invasione sovietica dell’ Afghanistan, da qui passavano truppe e rifornimenti militari.
Un altro
Degno di importanza anche i dintorni di Bukhara, dal Palazzo dell’ emiro, al mausoleo sufi di Bakhautdin Naqshband al complesso Chor-Bakr, un insieme di necropoli, una moschea del venerdi, tombe, ed un edificio per ritiri mistici. Continuando il percorso attraverso il deserto di Kyzylkum, spostandoci verso nord ovest si giunge a Urghench capitale del provincia di Khorezm, e poi la magnifica Khiva racchiusa nel suo centro storico rimasta ancora integra all’ interno delle mura. Una città museo, piena di vicoli, madrase, moschee e palazzi.
Nel 1740 Khiva e tutta la regione passa alla Persia, anche se in seguito il suo ruolo commerciale diminuì, restò sempre un prosperoso mercato di schiavi. Dopo alcune spedizioni, e la liberazione di schiavi russi, una ulteriore spedizione contro il Khanato di Khiva la fà capitolare senza grosse reazione da parte del Khan, solo con poche battaglie, fu proclamata la Repubblica Popolare di Corasmia, diventando poi in seguito una Repubblica Socialista Sovietica. Da qui si continua ancora verso nord e ci troviamo a Moynaq, nel Karakalpakstan, dove ad attenderci all’ entrata della città un cartello con disegnato un pesce e un peschereccio monumentale su di in piedistallo starebbero ad indicare una città portuale, ma invece dell’ acqua, a parte un rivolo, si vede soltanto un paesaggio desolato, sabbioso, salato e la flotta peschereccia insabbiata, che un tempo era il lago d’ Aral. Questa città fiorente mercato del pesce con annessa industria per la produzione, dagli anni sessanta ad oggi ha perduto 2/3 delle sue acque, a causa del piano quinquennale dell unione sovietica a dare spazio alle coltivazioni di cotone, e quindi cambiando il corso del fiume Amu Darya. Per trovare le acque bisogna inoltrarsi per 40 km, questo disastro ecologico ha fatto della zona la regione piu povera dell’Uzbekistan, da dove chi può fugge, evitando anche i cambiamenti climatici con estati torride , inverni rigidi e tempeste di sabbia.
Rientrando nella
Con la visita del palazzo del Khan di Kokand, termino questo breve racconto sulla magica Via della seta, dove tra notizie, informazioni del luogo, monumenti arechitettonici, e un pizzico di fantasia, spero di aver fatto rivivere questa aerea durante il suo massimo splendore.
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