di Marco Brando –
Ecco la cronistoria di una scorribanda – mia e della mia compagna Sara – tra New England (Nord Est degli Stati Uniti, http://it.wikipedia.org/wiki/Nuova_Inghilterra), Ontario e Québec (Est del Canada), lungo oltre 3000 km, percorsi in auto (http://g.co/maps/mz76h). Proposta così come l’ho raccontata, giorno per giorno, su Facebook, nell’agosto del 2011.
Sono solo piccoli flash di poche righe, impressioni, atmosfere; ma forse possono offrire utili sensazioni e qualche dritta.
Per informazioni più dettagliate sul viaggio, conviene seguire le guide che preferite. Io ho trovato utili: 1) la Dumont “Boston e New England”, ed. 2010. 2) la Lonely Planet “Boston. Incontri”, ed. 2010. 3) la Guide du Routard “États-Unis, côte Est” 2010-2011. 4) la Guide du Routard “Québec et Provinces maritimes” 2011-2012 (le Routard sono entrambe nell’edizione francese). 5) la Eyewitness Travel “Top 10 Toronto” in inglese.
In estrema sintesi
Io e Sara siamo partiti il 6 agosto 2011 da Milano, via Dublino, con un volo della compagnia irlandese Aer Lingus per Boston; e da qui siamo ripartiti il 27 agosto con un volo analogo. I biglietti sono stati acquistati online sul sito http://www.aerlingus.com/ all’inizio di marzo 2011: costo 1393 euro in due a/r. Aer Lingus si è rivelata la compagnia aerea più economica, per il mese di agosto (ma non solo), e comoda: partenza da Linate, lungo una rotta veloce e favorevole verso Boston con rapido controllo da parte della dogana Usa direttamente nello scalo irlandese: cosicché una volta negli States non è stata necessaria nessuna ulteriore formalità (ovviamente bisogna ottenere in anticipo online l’Electronic System for Travel Authorization – ESTA per gli Usa, https://www.usembassy.gov/). In altre stagioni o mesi meno… “turistici” si può risparmiare il 30-40%.
Abbiamo soggiornato a Boston, Herkimer (tappa intermedia), Niagara Falls, Toronto, Montréal, Tadoussac, Québec Ville, varie località del Maine (Bar Harbor, Bothbay Harbor, Portland). Tutti gli hotel e i b&b sono stati acquistati online: tramite http://it.hotels.com/ gli hotel, direttamente sui loro siti i b&b (con l’aiuto dei giudizi degli utenti letti su Hotels.com e TripAdvisor). I costi di hotel, b&b e ristoranti (tra tre e quattro stelle gli hotel; prezzo medio i ristoranti) sono stati inferiori a quelli equivalenti di centri analoghi italiani, grazie anche al cambio favorevole (il dollaro canadese è un po’ costoso di quello americano).
L’automobile l’abbiamo prenotata in marzo (da Boston a Boston) tramite un broker inglese (il sito in italiano è http://www.enoleggioauto.it/) che utilizzo spesso: soprattutto provvedendo con molto anticipo sulla partenza, consente forti risparmi. Ho speso 578 euro per 19 giorni, tutto compreso, copertura assicurativa totale e chilometraggio illimitato, con la possibilità di attraversare il confine tra Usa e Canada. Ovviamente durante i primi tre giorni di soggiorno a Boston non avevamo l’auto perché in città non serve.
Consiglio tutti gli hotel e i b&b in cui siamo stati (ma segno con l’asterisco quelli preferiti): *Charlesmark Hotel (Boston), Bellinger Rose Bed & Breakfast (Herkimer), Inn By The Falls (Niagara Falls, lato canadese), *Banting House Inn (Toronto), Le Nouvel Hotel (Montréal), *Auberge la Sainte Paix (Tadoussac), B&B Aux Trois Balcons (Québec Ville), Primrose Inn (Bar Harbor), *Bayberry House (Boothbay Harbor), Wild Iris Inn (Portland).
Per informazioni potete scrivermi:
marco.brando(chiocciola)gmail.com
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Il diario di viaggio su Facebook
MILANO, 2 GIORNI PRIMA – Previgilia della partenza per il viaggio in Usa e Canada (via Boston) attraverso Massachussets, New York, Ontario, Québec, Maine e New Hampshire, con auto a noleggio. E comincia la paranoia da codici della strada, severissimi: inizio a “sognare” trucidi sceriffi statunitensi con occhiali da sole, pancia e mascella alla John Wayne. I poliziotti canadesi invece me li aspetto, d’istinto, più bonaccioni… Vedremo.
04 agosto
MILANO, 1 GIORNO PRIMA -Tra poco più di 12 ore sarò in volo per Boston. Ed è iniziato il circo delle mie simpatiche paranoiette. Tipo: il passaporto l’ho preso? (circa un controllo ogni 20 minuti); ma non è che l’aereo è partito oggi e io ero convinto fosse domani? (controllo del biglietto elettronico ogni 75 minuti); ma il mio passaporto sarà buono anche se non è quello nuovissimo? (controllo sul sito del consolato Usa ogni 4 ore). Gasp… mi sa che non dormirò… per varie ragioni…
05 agosto
MILANO-BOSTON, – Appena seduto sul volo Linate – Dublino. Da lì per Boston . Le hostess irlandesi sembrano appena giunte da una festa campestre ma sono simpatiche e abbastanza sobrie 🙂 Vado!
06 agosto
BOSTON, – Ecco Boston! Volo ottimo malgrado qualche contrattempo. Qui sono quasi le 18. La città ha l’aria molto elegante e trendy. Al primo impatto direi che i bostoniani se la tirano… Sembrano milanesi 🙂 Beh… fame, tanta fame! A dopo. Buona notte Italia
06 agosto
BOSTON – Risveglio a Boston sotto una pioggia sottile. Prima colazione sobria perché è un hotel boutique per americani salutisti. Però non ho saputo resistere a una specie di sfilatino marrone, rivelatosi un muffin al cioccolato geneticamente modificato. Per fortuna c’erano anche mele e banane. Comunque a 15 ore dall’arrivo comincio a temere la prova bilancia prevista alla fine del viaggio . Urge self control 🙂
07 agosto
BOSTON – Oggi pioggia fitta per quasi tutto il giorno. Ma a due giovani bostoniani su tre sembra non importare una cippa e vagano fradici, come se niente fosse. La pioggia un po’ più tosta ci ha bloccati per quasi due ore al Caffè Paradiso, nel quartiere italiano: siamo stati soccorsi da un panino con mozzarella e prosciutto e un bicchiere di Cabernet californiano. In giro, italo-americani festosi: per Santa Agrippina da Mineo (Catania)
08 agosto
BOSTON – Sole & pioggerellina. E viceversa. Oggi pranzo al Quincy Market, nel centro di Boston. Un tripudio di cibo ipercalorico proveniente da tutti gli angoli del globo. Il sospetto è questo: l’Urss deve aver deciso 50 anni fa di fiaccare gli statunitensi subdolamente, introducendo negli Usa il cibo più ingrassante dell’universo. A giudicare dalla voracità e dalle panze, la strategia non ha funzionato… Anzi!
08 agosto
BOSTON – Dove scovare una città in cui c’è un sindaco musulmano, bianco e gay? Ma a Cambridge, oltre il fiume che la divide da Boston. Qui ci sono il Mit e Harvard, tra i primi atenei al mondo. In precedenza il sindaco era una donna nera e lesbica. Risultato: la città è definita la “Repubblica popolare di Cambridge”. Miracolo? Macché. E’ l’America, bellezza …
09 agosto
STOCKBRIDGE – Oggi siamo passati da Stockbridge e abbiamo pranzato proprio nel ristorante del film e della canzone “Alice’s Restaurant” (http://youtu.be/JmyXTOHC3w8) 🙂 Per non parlare del fatto che, in questa bella cittadina tra i boschi del Massachussets, ha dipinto i suoi quadri il pittore Norman Rockwell (http://www.nrm.org/ ), che qui ha un suo mega-museo; e del fatto che qui un tempo comandavano i Mohicani (c’è un mini-museo anche per loro).
10 agosto
HERKIMER – Ecco Herkimer, paesino tipico dell’America profonda e a metá degli 800 km tra Boston e Niagara Falls. Lungo l’autostrada la nostra auto era l’unica che rispettava i limiti di velocità. Quasi quasi ci sorpassavano anche a piedi. Se becco quelli che mi hanno terrorizzato con la storia dei poliziotti kattivi! Ps: il b&b di Herkimer è così americanamente kitch che fa commuovere … 🙂
10 agosto
NIAGARA FALLS – Ecco Niagara Falls, lato canadese. Il lato Usa è tristanzuolo, questo pare Gardaland con due enormi cascate in mezzo, come se noi avessimo costruito Disneyland al centro delle Dolomiti con l’aggiunta di qualche grattacielo (non per abusivismo, che siamo bravi, ma per scelta). Le cascate comunque sono mitiche 🙂
11 agosto
TORONTO – Primo giorno a Toronto, caotica e colorata megalopoli multietnica canadese. Il b&b Banting House è gestito da una coppia gay ed è nel quartiere gay: gentilezza ed educazione, in una casetta di legno a due piani old style ma di super buon gusto. Ps: a Toronto ci sono 600mila italiani. In compenso il taxista era somalo, parlava un po’ di italiano e non trovava un indirizzo perché era senza navigatore gps. Abbiamo navigato con il mio, che avevo per caso nella zaino. W la tecnologia on the road !
12 agosto
TORONTO – Leggo sul Corriere canadese, destinato agli italo-canadesi, che i pendolari saranno totalmente rimborsati se il loro treno subirà un ritardo superiore ai 15 minuti, esclusi i casi provocati da emergenze, cataclismi e indagini di polizia. In Italia il premio consiste nel restare entro i 15 minuti di ritardo. Ps: chi sputa contro i conducenti dei bus si becca 2000 dollari di multa o 6 mesi di carcere (dopo aver chiesto un’informazione a un conducente, ho capito perché qualcuno li becca a sputazzi)
12 agosto
MONTREAL – Si supera un cartello e sembra di rientrare in Europa. Ecco il Québec, provincia francofona del Canada. Ci tengono: nella parte inglese le scritte in giro sono bilingui, qui no. I soliti “francesi”…. Montréal pare una città d’Oltralpe, se non fosse per la propensione molto americana al gigantismo. Questo è il periodo delle “Célébrations de la fierté” (l’orgoglio) da parte della grande comunità gay: ovviamente anche loro la celebrano in francese. Niente pride… 🙂
14 agosto
MONTREAL – La Palma d’oro a Montreal, in Canada, l’ha vinta un tipo che suona la chitarra lungo il marciapiede di rue Sainte-Catherine, chiedendo qualche spicciolo. L’onorificenza gliel’ho attribuita non tanto per le doti di musicista quanto per quelle di umorista: davanti a lui un cartello dichiara “Troppo brutto per prostituirmi”, in inglese e in francese. Penso che riprodurrò il cartello, collocandolo davanti alla mia scrivania in redazione. Un alibi serve sempre …
15 agosto
TADOUSSAC – Tadoussac, paesino colorato nel fiordo canadese del Saguenay, quasi alla fine del fiume San Lorenzo: lungo 1600 km si trasforma in estuario e, infine, in golfo, tanto da assumere – qui – le sembianze di un mare interno. Ci hanno garantito che in estate è popolato di balene di tutte le dimensioni, presumibilmente stipendiate dalla Pro Loco. Domani escursione di 3 ore su un gommone Zodiac, per scovarle. Se non le vedremo sarà ovviamente colpa di Pisapia (notissimo in tutto il Quebec 😉
16 agosto
TADOUSSAC – A Tadoussac il tempo cambia ogni 12 minuti: sole, acquazzone, nebbia, pioggerellina, sole, ecc ecc. La pioggia però ci ha risparmiati durante le 3 ore di caccia fotografica alle balene. Il problema è beccarle in mezzo alla nebbia: la Pro Loco dovrebbe dotarle di luci di posizione. Comunque sono tante, belle e di tutte le taglie (con contorno di foche): vengono in gita qui ogni estate per vedere frotte di umani infreddoliti inspiegabilmente fermi in mezzo al mare…
16 agosto
QUEBEC – I canadesi quebechesi sono tipo i francesi ma se la tirano assai meno… e, soprattutto, non si sentono francesi, anche se parlano francese e non amano la lingua inglese. Chiaro? Sarà che dal 1764 non sono più legati alla Francia, che li cedette agli inglesi… Insomma si sentono del Québec. La prova del 9? La maggior parte delle auto è di marca giapponese ma non si vede una marca francese. In compenso è di moda la Fiat Cinquecento.
18 agosto
QUEBEC – Riflessioni profonde durante il viaggio in Canada – Ma perche` nel 1957 a Sanremo si fissarono con la canzone “Casetta in Canadà” ? …. Mistero
18 agosto
QUEBEC – La bella Québec, antica (per i canoni nordamericani) capitale del Québec, sembra finta tanto è placida. Un’amica italiana residente qui racconta che la polizia, per riempire le giornate, s’inventa casi criminali: multa il pedone che attraversa una strada di traverso o che passeggia in stato di sospetta, anche se paciosa, ubriachezza (150 dollari); e suona il campanello di casa se sente voci di liti in famiglia. Pare che gli agenti propongano ai cittadini tornei di “guardie e ladri”. Invano… 😉
19 agosto
QUEBEC – Ultima serata a Québec, con un’aria stranamente tiepida. La città ci ha regalato un’esibizione (gratuita) del Cirque du Soleil, nato in Québec nel 1984. Uno splendido spettacolo ambientato in un’arena ricavata sotto… una serie di cavalcavia dell’autostrada. Proprio come in Italia: però da noi là sotto si esibiscono lavatrici arrugginite, rottami d’auto e poveri cristi accampati tra la spazzatura. Ognuno ha quel che si merita…
20 agosto
DA QUEBEC AL MAINE – Dal Québec al Maine, fino al mare di Bar Harbor: una specie di Ischia in versione Usa. Dal confine canadese 300 km di foreste. In mezzo, rari paesini fatti di vecchie casette prefabbricate in legno, dai nomi altisonanti tipo Athens o Moscow (questa però avrebbe depresso persino Breznev). Poi uno capisce perché Stephen King, che vive in zona, ha ambientato qui i suoi romanzi. Comunque uno zombie mi ha dato precise indicazioni per raggiungere Ischia Harbor: aragoste a gogò.
21 agosto
BAR HARBOR – Bar Harbor è un villaggio di legno nell’Acadia National Park, lungo la costa: è considerato uno dei luoghi più belli del New England. Turisti a vagonate, negozi di souvenir, foreste, banchi di nebbia che coprono le piccole isole come veli e poi si volatilizzano, raggi di sole, laghetti, onde marine e basse maree. Ma a ben pensarci capisco perché gli americani restano a bocca aperta quando vedono, ad esempio, le Cinque Terre… (nota campanilista ma ci vuole)
21 agosto
DA BAR HARBOR A BOOTHBAY HARBOR – Bar Harbor (Maine) ha delegato il saluto a 4 procioni (madre e figli) in fila indiana. Poi 100 km fino ad un sobrio paese di pescatori, contadini e cavatori di granito: Stonington su Deer Isle, dove una mega-aragosta costa quanto un hot dog. Dopo altri 130 km, la trendy Boothbay Harbor. Ci ha conquistati, saturi di sapori burrosi, un buon ristorante italiano: tra l’altro pasta alla barese (al dente) e Salice salentino di Paolo Leo da San Donaci (Br). Sarà roba da nostalgici. Ma ci stava…
23 agosto
BOOTHBAY HARBOR – Oggi 200 km nei dintorni di Boothbay Harbor, nel Maine, tra Popham Beach e il faro di Pemaquid Point. Poi virata nell’entroterra ed ecco la Fiera di Union (Union Fair): cavalli, vacche, pecore, galline … vecchie giostre… cibo straunto e strafritto… il concorso di Miss Blueberry … e facce dell’America profonda e contadina. In un bar ho letto un avviso: nelle zone non turistiche il “vaffanculo” non è un’offesa come a New York ma un normale intercalare… Sembra la Val Brembana 😉
24 agosto
CAMDEN – Oggi “solo” 150 km: da Boothbay Harbor a Camden, la cosiddetta Portofino del Maine, tornando per Rockport. E digiuno. Penitenza? Macché… diciamo che la cucina Usa dopo un po’ trasforma chiunque in un muffin che trasuda burro. Ci siamo rifocillati, esplorando un supermercato, con sedicente baghette poi riempita con sedicente “salame Genova” autoctono. Il tutto innaffiato col Chianti Ruffino acquistato 5 giorni fa al duty free shop canadese, prima del confine. Ora trasudo Chianti.
25 agosto
LUNGO LA STRADA NEL MAINE – I turisti Usa hanno risolto il dubbio che ho sempre avuto sull’alternativa tra camper e roulotte, il primo più pratico da manovrare, la seconda più comoda perché si stacca l’auto e si va in giro. Nel Maine circolano camper lunghi come un tir con un fuoristrada attaccato dietro… In compenso un litro di benzina costa meno di 80 centesimi di euro.
25 agosto
PORTLAND – Da Boothbay a un’isoletta, Bailey Island, dove il ristorante Cook’s Lobster House propina overdose di aragoste. Poi tappa a Portland, cittadina radical-chic di 60mila abitanti, che la definiscono, a causa delle aragoste e di altre sostanze stupefacenti, la “San Francisco della costa est”. Dopo si risvegliano con una forte emicrania, ma in effetti la città è caruccia. Domani addio al Maine. Si partirà per Boston.
26 agosto
PORTLAND – La tipa che gestisce il b&b di Portland, Diane, esordisce, appena capisce che siamo italiani: “Sono stufa di vivere qui. Farò un corso di italiano e aprirò un b&b in Italia”. Dove? “In Abruzzo”. Ma lei è già stata in Italia? “No”. E perché in Abruzzo? “Ne ho sentito parlare”. Sa, lì ci sono stati un po’ di problemi. Un forte terremoto… “Really???? (davvero?, ndr)”. C’è stato anche Obama… “Ah, ecco perché ne ho sentito parlare”. Comunque le abbiamo consigliato pure la Puglia…
26 agosto
PORTLAND-BOSTON – Via da Portland verso Boston. E sosta a Portosmouth, simpatica cittadina del New Hampshire, dove la fame è stata placata da un’ottima pizza ai funghi preparata in un bel forno a legna. Però – siccome il locale è “organic”, ecologico e promette solo prodotti biologici indigeni – la chiamano “flatbread” (pane piatto). Dato che è buona, li perdono. Ma “The Flatbread Company” resta una pizzeria, sotto mentite spoglie. Quasi quasi d’ora in poi, per ritorsione, chiamerò il loro hot dog “cane caldo”…
26 agosto
BOSTON – Cronache dal pre-uragano (era in arrivo Irene, ndr) a poche ore dalla partenza –> Qui a Boston è tutto tranquillo, la gente vaga serena. Hanno solo anticipato a stasera la partita di baseball dei Red Sox, perché Irene farà capolino da queste parti domani pomeriggio. Il nostro volo per Linate – con Aer Lingus via Dublino – non ha subito né’ cancellazioni né ritardi: partenza alle 18,20. E se continuate a gufare, vi querelo! 🙂 Ps: comunque sono in grado di sedare Irene, con le donne agitate ci so fare
27 agosto
BOSTON – In virtù d’altrui femminea premura, check-in bostoniano superato con successo: 5 ore prima del volo… Irene l’ho incrociata mentre tentava senza successo di compilare la carta di sbarco…
27 agosto
MILANO – Di nuovo a casa. Rintronato dal cambi di fuso. Milano è fresca e piena di sole, si vedono le Alpi. Come dice un mio amico, il bello dei viaggi sta anche nel fatto che alla fine si torna
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