di Ivana e Gabriella –
Scegliere Firenze come meta per la nostra mini vacanza si è rivelata un’ottima pensata.
Partenza Venerdì 25 Febbraio da Genova: Firenze, aspettaci!
Da un mese avevamo questo week-end in cantiere e da un mese ci documentavamo in internet per capire come muoverci. La soluzione migliore pareva il treno. e allora treno sia!
Partiamo con l’ic delle 13, cambio a Pisa e regionale fino a Firenze Santa Maria Novella, dove arriviamo alle 18 circa.
Breve capatina al bb “Locanda di Firenze” (avevamo prenotato al telefono, concordando una camera per due notti senza colazione per un totale di euro 110).
Carino il bb, al 3° piano di una palazzina in centro.
Molliamo le valigie in camera e via.. alla scoperta di Firenze.
La giornata è bella, ma freddina.
La prima impressione per entrambe? La sensazione di essere “bombardate” da tanta bellezza! E’ un susseguirsi di meraviglie per gli occhi, non hai il tempo di assimilarne e gustarne una che già se ne para davanti un’altra.
Quindi, ottima impressione fin dai primissimi minuti.
Incontriamo il Duomo, la chiesa di Orsanmichele, Palazzo Vecchio, la Galleria degli uffizi.. tutto ciò che visiteremo l’indomani.
Giriamo a destra e arriviamo a Ponte Vecchio: notevole la vista dell’Arno di notte.
Sono passate le 19 e la nostra voglia di cucina toscana non tarda a farsi sentire. Da internet avevamo preso nota di alcune trattorie, le più rinomate. La prima della lista è “Mario”, ma scopriamo che e’ aperta solo a mezzogiorno. Abbiamo il nome di un’altra trattoria, ma quando chiediamo al gestore di una bancarella (ribattezzato da Gabry “bell’uomo”) come raggiungere la trattoria, ci apostrofa con un’eloquente “ma lasciate perdere”!
E ci indica una trattoria oltre il ponte dove dice si mangi bene a prezzo ragionevole. Il locale si chiama “La casalinga” ed è in Via Michelozzi. Ci arriviamo e ci piace da subito: l’atmosfera è familiare ed il servizio veloce. Ordiniamo dei crostini tipici toscani e poi la mitica fiorentina con patate arrosto: una delizia per il palato!
Ora capiamo perché è tanto famosa.. Acqua, vino, dolce e caffè e spendiamo euro 34 a testa. Usciamo dalla trattoria più che soddisfatte.. Bravo “bell’uomo”!
Per smaltire l’abbuffata, giro per il centro storico senza riuscire ad orizzontarsi per tornare al bb, nemmeno con la cartina (e diventerà una costante per tutto il soggiorno). Gira e rigira, ritroviamo Via Faenza e quindi il bb.
Sabato mattina siamo già in piedi e scalpitanti alle 7.
Doccia rigenerante e poi via!
Oggi abbiamo intenzione di visitare i vari musei e chiese.
Gabry è impaziente di entrare alla Galleria dell’accademia per rimirare il David di Michelangelo. (Ce n’è una copia davanti alla Galleria degli uffizi e la sera prima lo abbiamo fotografato, ma come dire.. l’originale è l’originale).
Colazione al bar dietro il bb, in zona San Lorenzo e alle 9 e qualche minuto siamo davanti al primo museo della lista. Niente coda, entriamo subito. E’ l’ora migliore per visitare i musei, il grosso dei turisti arriva quando abbiamo quasi finito il nostro giro.
Scambio di battute sul David con la guardia all’ingresso ed eccoci all’interno. Se c’è una cosa che non dimenticherò mai è la faccia della Gabry quando ha posato gli occhi sul David.
E’ emozionante anche per me, ma lei ha proprio una passione per quest’opera. La rimiriamo davanti, dietro e sui fianchi per almeno tre volte e poi passiamo oltre, ancora chiedendoci come diavolo ha fatto Michelangelo a creare un simile capolavoro da un semplice pezzo di marmo. Bè, mica per niente era Michelangelo!
Fuori dalla galleria, proseguiamo per il Battistero, il campanile di Giotto e il Duomo, che ci lascia un po’ deluse. Troviamo che per essere il Duomo di Firenze sia un po’ vuoto, spoglio. Dall’interno del Duomo si scende una scaletta e si visita la cripta di Santa Reparata, dove ci sono numerosi reperti che risalgono all’epoca romana.
Ci sono alcune lastre tombali, tra cui quella del Brunelleschi.
Poi vediamo Palazzo Vecchio, Bargello e gli Uffizi, dove facciamo solo mezz’ora di coda.
Inganniamo l’attesa osservando gli ambulanti che fanno le caricature ai turisti.
Negli Uffizi, oltre alle opere esposte, c’è una vetrata che dà sull’Arno con vista del Ponte Vecchio: davvero suggestiva.. ovviamente le foto sono d’obbligo.
Per il pranzo preferiamo qualcosa di veloce e poco impegnativo, quindi dopo una vana ricerca di un self service che avevamo notato la sera prima, optiamo per il Mc Donald davanti alla stazione.
Un bel caffè e siamo pronte a ripartire.
Anche oggi giornata soleggiata.. che meraviglia!
In Piazza del Duomo ci sono le carrozze e ci informiamo sul costo (euro 50): accessibile, ma prendiamo tempo.
Attraversiamo l’Arno e arriviamo a Palazzo Pitti. Vorremmo visitarlo, e pure Il giardino di Boboli, ma rinunciamo per via del costo: euro 12 il primo, euro 10 il secondo. Ci sembra un tantino esagerato: musei come gli Uffizi e La galleria dell’accademia che ospitano opere importantissime costano la metà.
Decidiamo di fare un giro al mercato di San Lorenzo e acquistiamo qualche souvenir. Siamo colpite dalla bellezza dei capi in pelle e anche dalla cura con cui, anche il gestore della bancarella più modesta, espone la merce. Non c’è nulla di “buttato lì”, ma è tutto sistemato con cura e questo appaga l’occhio.
Un’altra cosa che notiamo, ed è un vero peccato, è che l’accento toscano così tipico e carismatico è andato un po’ perso, forse per via del turismo (quanto orientali), ma non si sente quella pronuncia marcata che si può sentire ad esempio nelle campagne o in città più piccole.
Siccome ci troviamo vicino alla stazione, decidiamo di andare a fare i biglietti per il ritorno, perché, ahimè, domani si rientra.
Compriamo un biglietto regionale fino a La Spezia e poi prenotiamo due posti sull’ic fino a Genova. Riponiamo i biglietti nel portafoglio e ci ripromettiamo di non pensarci fino al giorno dopo.
Si fa ora di cena e questa volta decidiamo di scegliere noi “a naso” la trattoria. Giriamo, ci perdiamo, ci ritroviamo e infine entriamo nella trattoria “I brincello”. Antipasto composto da vari tipi di formaggio col miele e poi i “coccoli” (un incrocio tra pane e focaccia) serviti con speck e stracchino. Bis con la fiorentina accompagnata da verdure alla griglia.
La carne è molto buona anche qui, solo pensiamo ci sia stato un “incidente” in cucina, perché la metà di carne verso Gabry è imbottita di pepe!!! Che risate, oltre ai vari bruciori.
Finiamo poi con cantucci e vin santo e cheese kake specialità della casa. Euro 35 a testa. Solita passeggiata smaltisci cena + pepe, solita totale mancanza di orientamento.
Siamo esauste e fa un gran freddo. Soddisfatte della giornata, torniamo al bb e ci addormentiamo secche!
Domenica 27: Ultimo giorno.. Sigh.. Siamo pronte a vivere appieno le poche ore che ancora possiamo dedicare alla città.
Usciamo e ci rendiamo conto che nella notte deve aver piovuto. Dobbiamo arrivare quasi al Duomo per trovare un bar aperto dove consumare la nostra seconda ed ultima colazione: brioches e cappuccio per la Gabry, brioches e thè per la Ivi.
Andiamo al mercato nuovo, meglio conosciuto come “mercato del porcellino”, perché all’ingresso c’è un maialino (ma in realtà è un cinghiale) in bronzo. La leggenda dice che sfregare il muso del maialino porti fortuna, ma soprattutto che si abbia il ritorno assicurato a Firenze. A quell’ora non c’è nessuno, quindi possiamo fare foto, appoggiare la monetina nella bocca del maialino e sfregare il muso dell’animale fin che ci pare.
Il mercato è più piccolo di quello di San Lorenzo, ma altrettanto curato. Ritorniamo su Ponte Vecchio e acquistiamo qualche altro souvenir. Rimiriamo le vetrine illuminate che espongono oro e gioielli creando giochi di luce. Girando ci imbattiamo nella Casa di Dante. Vorremmo dare un’occhiata, vorremmo fare due foto, ma dobbiamo rinunciare, perché vediamo qualcosa che ci lascia allibite: dei disadattati, chiaramente ubriachi nella migliore delle ipotesi, proprio mentre passiamo noi, si avvicinano alla Casa di Dante e danno libero sfogo alla vescica! Rimaniamo interdette! La voglia di protestare c’è, ma prima di poter dire o fare qualsiasi cosa,vediamo avvicinarsi due uomini (uno dei quali con una valigetta in mano) che sembrerebbero del posto. Quello con la valigetta si gira a guardare i “deturpatori”, appoggia a terra la valigetta e noi pensiamo: “Ora gliene dice quattro e se gliene dice quattro, ci uniamo a lui”. Allora appoggia a terra la valigetta, si avvicina e. si unisce a loro! Roba da non credere!!! Dopo una decina di minuti, su Ponte Vecchio incontriamo due viglilesse e raccontiamo loro l’accaduto: sono esterefatte, ma mai quanto noi..
Ritorniamo al mercato di San Lorenzo per un breve giro e poi andiamo al bb a saldare il conto e a prendere i nostri bagagli, perché purtroppo l’ora è giunta.
Usciamo dal bb verso le 12, ci fermiamo in un supermercato e acquistiamo l’occorrente per prepararci due panini, che consumiamo poi all’interno del supermercato, dove c’è un area attrezzata (idea molto carina). Un caffè al bar della stazione e poi entriamo con l’idea di andare in sala d’aspetto a scaldarci un po’. Vediamo la scritta a caratteri cubitali SALA D’ASPETTO, peccato che al suo posto ci sia un negozio di scarpe!
Poi invece andiamo oltre e la troviamo. Tra una parola crociata, due risate e una sigaretta, viene l’ora della partenza.
Il soggiorno a Firenze ci è piaciuto proprio tanto.
Tra l’altro ci sono cose che non abbiamo fatto a tempo a vedere:
Palazzo Strozzi, le cappelle medicee e le botteghe antiquarie.
Ma è tutto rimandato al prossimo viaggio a Firenze.
In fin dei conti, abbiamo sfregato il muso del porcellino, no?
IVANA E GABRIELLA
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