di Edoardo Gerbaudo –
Componenti: Edo, Laura (età tra i 20 e 45, più vicina ai 45), Marco (15), Luca (11)
15-luglio Atene. Quest’anno abbiamo diretto la nostra prua verso Creta spinti anche dallo spirito “classico” di Marco, fresco della IV ginnasio. Proprio questo spirito ci ha portato a fare tappa ad Atene. Capitale “classica” per eccellenza. Malpensa-Atene senza problemi poi abbiamo affrontato il trasferimento in hotel con i mezzi pubblici. La linea 3, quella più comoda, è chiusa per lavori e così abbiamo affrontato 3 cambi così da farci optare per il taxi al ritorno!
Sistemate le ns. cose in albergo (Novotel, vicino ad Omonia Square, 95 euro a notte senza colazione) abbiamo preso un taxi per l’Acropoli (5 euro).
Eravamo già stati ad Atene nel 2003 (estate torrida!) e avevamo visitato l’Acropoli a 1/2giorno. Non ce l’eravamo goduta molto. Quindi: 2° visita con Marco cicerone di qualità che ci ha spiegato cose assenti sulla guida. Quando lo studio ha un’applicazione pratica! Quello che capiva meglio era Luca che in 1° media ha studiato le stesse cose. Quindi Laura che insegna Italiano e Storia alle medie. A me spiegavano a gesti.
Tra l’altro, visitando l’Acropoli alle 18 abbiamo evitato la folla dei nostri fratelli turisti “organizzati”. Il caldo, quello, non l’abbiamo evitato.
Finita la visita (a me l’Eretteo piace sempre moltissimo. Mi scuso se uso ‘ste parole, per me l’Eretteo, prima di oggi, era il “Tempio delle Cariatidi”. Ora ho scoperto che non è nemmeno un tempio) siamo scesi a Plaka, il quartiere sotto l’Acropoli. Questo quartiere delimitato dalla Torre dei Venti ed il Monumento a Lisicrate è il cuore di Atene. I greci, forse, preferiscono Monastiraki ma Plaka è un mix di turistico-locale buono per tutti i palati.
Io, seguendo dei suggerimenti trovati sul web, ho diretto le ricerche verso “Sholario” locale che si raggiunge dalla Torre dei Venti (Tripodon, 14). Bellissimo. Servono un mega vassoio di 18 portate ed ognuno ne sceglie 4/5 (dipende dal n° di persone). Sfido a finire quanto avete scelto. Polpette, seppie, fagioli, feta, calamari fritti, moussaka, pollo, ecc. Tutto a 14 euro bevande e dolce inclusi.
Parecchio stanchi ci siamo fatti spremere da un tassista per tornare in albergo (10 euro) e buonanotte.
16 – luglio – Atene
Giornata culturale: usciti dall’hotel siamo andati al Museo Archeologico Nazionale. Decine di sale che coprono la storia greca da Micene ai Romani.
Sempre grazie a Marco la visita è stata avvincente, e parlo di un museo! Ci sono statue che dici: “Questa l’ho vista sui libri di storia”. Come il
Diadumeno: una statua famosissima, se la vedi. A me (ma credo a molti) il nome non diceva proprio nulla.
Tre ore di visita senza alcuna lamentela e poi metropolitana (1 euro adulti, 0,50 euro i ragazzi: c’è anche il biglietto giornaliero a 3 euro) fino all’Acropoli. Pranzo a base di pita gyros su una panchina dove un cane gentile è venuto a trovarci ed a lasciarci un “souvenir” non richiesto.
Per tenere alta la “classicità della visita facciamo rotta verso il nuovo museo dell’Acropoli: è aperto da meno di un mese, l’ingresso è costato ben 1 euro per me e Laura e niente per i figli. Questo museo custodisce tutti i reperti dell’Acropoli arcaica, quella che è stata demolita per edificare quella che si ammira ora. Altre statue da: “Ah! ma questa .” per arrivare alla parte dedicata all’Acropoli di Fidia. Si possono vedere parti del frontone del Naos (la cella interna al Tempio) e quel che si è salvato dalla “razzia” degli inglesi dei frontoni esterni. L’allestimento è suggestivo perché è in scala 1:1 con il Partenone con i pezzi autentici integrati da copie. Il tutto ad altezza-uomo.
Il pezzo forte del museo sono le Cariatidi, anche queste disposte come nella loro collocazione naturale. Splendide, semplicemente. Ritorno con la Metro in albergo e poi taxi fino in aeroporto (30 euro). Ritardo di 45′ del nostro volo per Creta. Arrivati ad Iraklio siamo balzati su una Skoda Fabia rosso fiammante e ci siamo diretti verso Hania, prima base del nostro viaggio cretese che segna la svolta dal “classico” al balneare.
17 luglio – Hania – Falasarna
Prendiamo contatto con la struttura che ci ospita ed i suoi gestori. Siamo a Dsartos, 5 km fuori Hania nel New Kydonia Studios (http://newkydonia.com ), prenotato con Expedia. Appartamenti gestiti da una coppia anglo-ellenica (Lisa e Dimitri) situati in un posto che senza il navigatore staremmo ancora cercando. Comunque è proprio una bella struttura, con una bella piscina e appartamenti (il nostro, perlomeno) molto spaziosi.
Prima tappa: Falasarna. Una lunga spiaggia sulla costa nord-occidentale di Creta (50 km. da Hania). Si trova facilmente: verso Kissamos e poi si seguono le indicazioni.
La spiaggia è facilmente raggiungibile dal parcheggio (gratuito!). Si possono noleggiare ombrellone e lettini per 7,5 euro (ci sono ben 3 file su una spiaggia larga 100 mt.). L’acqua è cristallina e si tocca per decine di metri dalla spiaggia. Peccato per il vento: con la spiaggia che ho mangiato potrei produrre qualche lettiera per gatti.
Abbiamo pranzato in uno dei due bar sulla spiaggia. Se potete, andate
nell’altro: quello vicino al parcheggio aveva una velocità di servizio che avrebbe messo alla prova Giobbe.
Tornati a casa abbiamo partecipato al barbecue organizzato dai gestori. Una tavolata di inglesi, polacchi e danesi e noi. Il mio inglese mi ha consigliato di ascoltare tanto e parlare poco.
18 luglio – Balos
Sveglia prima del desiderato, oggi, perché abbiamo deciso di visitare Balos (il piano vacanze è stato organizzato da Marco) utilizzando il battello.
Stessa strada di ieri fino a Kissamos dal cui porto partono i battelli per Balos (partenze alle 10, 10.15, 13. I primi due fanno tappa a Imeri Gramvousa, un isolotto a nord della penisola) 22 euro adulti, 11 euro i ragazzi fino a 12 anni.
L’isola Imeri Gramvousa ha tre attrattive: la spiaggia, il relitto di una nave arenata e la fortezza veneziana. Appena scesi dalla barca ci siamo diretti alla fortezza: 20′ di salita sotto il sole cocente insieme a centinaia di persone (la barca è bella grossa) e contemplazione del panorama. C’è una vista sulla penisola di Balos che, però, non si svela completamente.
Discesa in spiaggia e bagno nelle acque cristalline. Occhio alle pietre! Non è una spiaggia di sabbia quindi portatevi calzature adatte. Un’altra cosa: non fate come noi ma scendete dalla barca con l’occorrente per il bagno, lasciatelo sulla spiaggia e salite alla fortezza.
Abbiamo fatto una 50-ina di foto al relitto adagiato sulla spiaggia e siamo risaliti sulla barca dove abbiamo mangiato mentre questa ci portava a Balos.
Questo diario è scritto in “differita”, oggi scrivo dell’altro ieri, quindi potrei ripetermi, ma lo devo proprio dire: non voglio fare le “sborone, di spiagge belle ne ho viste ma un posto come Balos le batte tutte!
Provo a descriverlo ma vederlo è un’altra cosa: una laguna d’acqua trasparente che arriva alla caviglia, sabbia bianca e fine che sembra .. farina, farina! I riflessi dell’acqua vanno dal celeste al blu cobalto. Se avete voglia fate due passi sul crinale che sovrasta la laguna per avere una visione d’insieme di questo paradiso.
Oggi di barche ce n’era, in realtà, solo una ed abbiamo invaso la spiaggia. Non oso pensare ad agosto con tre sbarchi come Balos si riempia di gente.
Avevamo pensato di venire in macchina per risparmiare un po’ e non fare i pecoroni ma le condizioni della strada sterrata e, soprattutto, il tratto da coprire a piedi a piedi sotto il sole dal parcheggio alla spiaggia ci ha fatto optare per belare comodi, comodi insieme a quegli altri 5-600 ovini-umani.
Indimenticabile.
Serata ad Hania dove abbiamo cenato sul lungomare. Hania sembra carina ma .. troppa gente. Bisognerebbe visitarla di giorno. Vedremo.
19 luglio – Sougia
Stamane abbiamo deciso di “farci” la Gola di Samaria sicuri che 2 orette sarebbero bastate. La guida dice che ci vogliono da 4 a 6 ore ma noi siamo degli ottimi camminatori (come no!) e consideriamo che i tempi previsti dalle guide non sono per dei fenomeni come noi. Non contenti decidiamo anche che essere all’inizio del sentiero alle 11 potesse andare bene.
Morale: alla biglietteria ci hanno guardato con un misto di stupore e commiserazione, cosa che ha cominciato a farci nascere qualche dubbio, ma: Avanti Savoia!
Dieci minuti di camminata e dal nostro piedistallo di famiglia Messner siamo scesi su quello dei Gerbaudo . e siamo tornati indietro ().
Ignorando i sorrisetti della bigliettaia abbiamo chiesto se, il giorno dopo, avremmo potuto utilizzare i biglietti (10 euro adulti, gratis i marmocchi) non sfruttati oggi e lei, con la clemenza dei giudici con i rei-confessi, ha acconsentito.
Per non buttare via la giornata abbiamo diretto la nostra Skoda verso Sougia sulla costa sud dell’isola. Dopo un’ora di tornanti in un paesaggio montano arriviamo a questo minuscolo paesino lontano da tutto.
Ci piazziamo su una spiaggia mista ciottoli-sabbia dalla temperatura di un barbecue e ci arrostiamo per benino. Invece di un giorno da stambecchi, un giorno da trichechi. Parlo per me, ovviamente.
Cena in serata da Monastir, segnalato dalla Lonely, condita da una spettacolare caduta dalla sedia di Luca.
20 luglio – Gola di Samaria
Su consiglio della guida e della bigliettaia, ieri, prendiamo il bus delle 7.30 (26 euro in tutto) da Hania che ci scarica alla partenza del sentiero un’ora dopo.
Parto dal fondo: credo che affrontare 5 ore (ci vogliono, ragazzi) di camminata per ammirare lo spettacolo della gola sia una cosa da valutare per bene. Partire dal fondo ed arrivare alle Porte di Ferro, e poco oltre, può essere sufficiente per la stragrande maggioranza delle persone. E si cammina molto, molto meno.
Detto questo va detto che quando si arriva al punto in cui la gola comincia a stringersi si contempla no spettacolo naturale mozzafiato. Pareti di 2-300 metri a 30 metri una dall’altra e tu al fondo con il naso all’insù.
La Porta di Ferro è effettivamente il punto più spettacolare: qui le pareti si guardano da una distanza di 3.5 mt. Roba da agguato Apache!
Giunti alla fine della gola, visione paradisiaca: una navetta che per 1.5 euro ti porta ad Agia Roumeli risparmiandoti 3km di inutile camminata sotto il sole (nella gola si gode, quasi sempre, di una bella ombretta).
Giunti ad Agia Roumeli abbiamo fatto il biglietti per il traghetto per Sougia (25 euro in tutto, credo) delle 17:30 e quindi tutti in spiaggia. Qui, come temperatura, si passa dal barbecue all’altoforno! Impossibile resistere sull’asciugamano sotto questo sole, su questa spiaggia di ciottoli (neri!) e senza un filo di vento. Meglio il bagno-asciuga.
Pranzo e poi di nuovo bagno-asciuga fino a quando vediamo attraccare il nostro traghetto. Credevamo fossero, al massimo, le 16:45 ed abbiamo continuato a sguazzare. Neanche vedere la gente sul molo ci ha fatto nascere qualche sospetto. Poi un’occhiata all’orologio ha scatenato il panico. Le 17:20 con Marco & Luca ancora in acqua! Raccattiamo di corsa le nostre cose e bagnati fradici ci precipitiamo sul traghetto in partenza. Ansia!
A Sougia altra corsa per prendere il bus per Hania (altri 20 euro) che dei burloni ci avevano detto che stava per partire, quindi, casa.
Eravamo veramente stravolti. Abbiamo comprato in un supermercato pasta, sugo e un melone e ci siamo fatti una cena italiana.
Una menzione per Marco & Luca per la resistenza dimostata.
21 luglio – Elafonisi
Per l’ultimo giorno ad Hania ci siamo riservati la gita ad Elafonisi. Verso Kissamos e poi giù seguendo le indicazioni (girate alla 2° per Elafonisi) la strada termina proprio nel parcheggio della spiaggia. Il tutto in un’oretta.
Ed ecco, come promesso, che mi ripeto: Elafonisi è un paradiso ed è, in realtà, un isolotto che dista 100mt. dalla spiaggia e che si raggiunge .. camminando! L’acqua arriva al massimo alle cosce (a noi che siamo bassini, Marco si è appena bagnato le ginocchia)-
Ti guardi attorno ed ammiri lo spettacolo: gente in piedi nell’acqua a 200mt dalla riva, l’acqua celeste e la sabbia bianca e rosa, colore dovuto alla presenza di polvere di corallo.
Ci siamo piazzati sull’isolotto ed abbiamo provato a fare il bagno al largo. Dal momento che bisognava camminare quasi come ieri per arrivare dove non si toccava (esagerato), abbiamo rinunciato. Elafonisi è il posto ideale per chi vuole sguazzare. La spiaggia è enorme e la gente si distribuisce senza dare l’idea della calca.
Prima di pranzo mi sono esibito in un tuffo perfetto . sulla passerella della spiaggia! Volevo saltare come una gazzella la staccionata che la delimitava ed invece mi ci sono inciampato e mi sono scatafasciato per
terra: da gazzella ad ippopotamo in un secondo! Speravo non mi avesse visto nessuno ma le risate mi han fatto capire che avevo dato spettacolo. Olè!
L’unico inconveniente è stato il vento fortissimo. Dimitri, il gestore del nostro residence, ci ha detto che c’è quasi sempre e la fortuna consiste nel non trovarlo.
Al ritorno ci siamo fermati al monastero di Hrysoskalitissas, due parole: lasciate perdere.
Proseguendo verso Hania, in un posto che sovrasta una gola, ci siamo fermati ad ammirare le aquile. Uno spettacolo: 4 o 5 aquile volteggiavano sulle nostre teste come se fossimo stati sulle Alpi. Fate una tappa, merita. E poi è sulla strada, non richiede deviazioni.
Cena ad Hania da Portes, segnalato sulla Lonely: buono ed economico. Cercatelo, se volete.
Tornati in camera abbiamo preparato i bagagli. Domani ci spostiamo a sud.
22 luglio – Hania – Rethymno, Spili, Agia Galini
Giornata di trasferimento. Un saluto a Dimitri, Lisa ed i suoi curiosi genitori. Si lamentano che gli affari non vadano bene per via della diserzione degli inglesi, loro principali clienti, scoraggiati dalla crisi e dal cambio euro-sterlina. Abbiamo fatto anche due parole sul fenomeno da baraccone che ci governa e poi via, verso Sud.
Prima, però, una visita ad Hania, frequentata finora solo di sera. Un giro nel quartiere turco, sempre guidati da Marco, due passi nelle viuzze dietro il porto dove Laura, tra le bancarelle, soffriva. Fino a curarsi con l’acquisto di un bel paio di sandali di cuoio. Due foto al porto veneziano.
Peccato che le case qui non siano ben tenute altrimenti Hania, già bella, sarebbe un gioiello. Così lascia un po’ di delusione.
Dopo Hania, Rethymno. Una piccola e carina città con il suo porto antico che ricorda, in piccolo, quello di Hania.
Laura voleva visitare un paese dell’entroterra e la sua attenzione era rivolta ad Argyroupoli ma io, guardando la cartina, l’ho convinta a visitare Spili, sulla strada tra Rethymno e Agia Galini. E mal me ne incolse. Spili è, sì, un paesino grazioso con una bella fontana ma decisamente inferiore alle aspettative: mie, figuriamoci quelle di Laura. Lei è buona e mi ha subito perdonato. Una tirata d’orecchi alla Lonely che descrive Spili in maniera assolutamente incoerente.
Arrivati ad Agia Galini conosciamo Vassilis, il proprietario del Sunningdale Bungalows (www.sunningdale.gr) (prenotato tramite Booking.com 90 euro a notte, colazione inclusa). Vassilis è un tipo vulcanico e simpatico a prima vista. Dopo due minuti già mi offriva la grappa decantando il riposo da contrapporre al lavoro. Tra le cento cose che ci ha detto in un ¼ d’ora ci ha anche consigliato il ristorante Romantika per la cena dove l’avremmo ritrovato in compagnia del suo amico Ioannis.
Le camere sono spartane ma pulite. La simpatia di Vassilis e la cordialità della decisamente più mite moglie Ivy sono il punto forte di questa struttura. Inoltre è a 5 min. dalla spiaggia ed è collegata ad Agia Galini da una graziosa passeggiata lungomare.
Ah, oggi abbiamo conosciuto uno che, invece, non è molto simpatico, il signor Meltemi: un vento pauroso che spero smetta presto di soffiare altrimenti, addio spiaggia.
23 luglio – Matala
Il Meltemi ha ruggito tutta la notte e stamane è ancora qui.
Decidiamo di andare a Matala sperando che la sua posizione, una piccola baia, la ripari da ‘sto ventaccio della malora.
Colazione abbondante condita da altre perle di saggezza di Vassilis e via, ancora più a sud. Da Agia Galini Matala si raggiunge in 35′ passando da Timpaki e poi seguendo le indicazioni. Facile.
Non mi aspettavo molto da Matala ed invece ho dovuto ricredermi.
Innanzitutto, niente vento. Che c..olpo di fortuna! Abbiamo evitato il parcheggio a pagamento più per principio che per tirchieria (che, comunque,
c’è) e ci siamo piazzati nella parte destra della spiaggia.
Matala è stata la sede di comunità hippy negli anni ’70. Vivevano nelle grotte scavate dai Romani (era un cimitero) nella parete di tufo riempiendole di disegni e simboli vari. Non si erano scelti un brutto posto dove stare. Di quel tempo rimane un’enorme scritta su un muro: “Today is life, Tomorrow never comes”.
La spiaggia è mezza sabbiosa e mezza di ciottoli e l’acqua, grazie al fondale roccioso, è limpida con dei pesci grossi così. Almeno a sentire Marco & Luca, io la maschera non riesco a metterla ed a occhi nudi non si vede granché.
Nel pomeriggio abbiamo provato ad andare a Kommos, una lunga spiaggia ad 1 km da Matala. Era deserta! Anzi, uno c’era. Il Meltemi, ‘sto disgraziato. Impossibile resistere così siamo tornati a Matala dove siamo rimasti fino a tardi.
Alla sera, cena da Stochos (), sulla passeggiata. Un bel locale con il personale veramente simpatico e bizzarro. Se non amate le convenzioni è il vostro posto.
24 luglio – Preveli
Viaggio un po’ più lungo, oggi, per raggiungere Preveli. Strada verso Rethymno e, dopo Spili, si svolta a sinistra per una decina di km seguendo le indicazioni per il monastero ed a 1km prima di questo prendere la strada a sinistra che porta direttamente al parcheggio. Da qui si scende una scalinata panoramica che plana su Preveli, una bella baia dove sfocia un fiume, il tutto per un panorama incantevole.
Oggi il vento soffia ancora forte. Nel caso vi recaste qui in un giorno ventoso andate al fondo della baia, al lato opposto della scalinata che avete sceso e troverete un po’ di riparo. Sotto gli alberi noleggiano anche dei lettini.
Non mi dilungo a descrivere il posto per non annoiare con aggettivi ormai inflazionati. Un po’ di bagni poi abbiamo risalito il fiume, a piedi e non in pedalò come voleva Marco. Così eravamo in cinque: io, Laura, Luca, Marco ed il suo musone.
Il fiume è costeggiato da un palmeto che contrasta con le pareti rocciose alle sue spalle. Bagnetto anche qui con il piacere dell’acqua dolce e fresca.
Pranzo al baretto sulla spiaggia e siamo tornati al sole a goderci lo spazio lasciato libero da quelli sbarcati qui al mattino dalle barche provenienti da Agia Galini e poi ripartiti nel primo pomeriggio.
Qui l’ombra arriva presto, alle 18:30 e così ci siamo avviati. Un consiglio: le foto alla baia fatele all’arrivo, proprio per immortalare il panorama con il sole. Io, ovviamente, le ho fatte alla sera!
Siamo anche saliti al monastero ma avevano appena chiuso.
Cena ancora da Stochos e poi nanna.
25 luglio – Agios Pavlos
Ultimo giorno a sud e ci avviamo verso Agios Pavlos. È facile da trovare: da Agia Galini verso Rethymno quindi a sinistra seguendo le indicazioni su e giù per le colline.
Si arriva, anche qui, direttamente nel parcheggio della prima baia che già meriterebbe il viaggio ma non siate pigri, salite la scalinata e seguite il sentiero. Arriverete, dopo aver fotografato delle formazioni rocciose molto particolari, sulla sommità di una duna e da lì dominerete, se avrete la nostra fortuna, una baia meravigliosa e completamente deserta.
Siamo scesi giù sicuri che presto saremmo stati raggiunti da altri bagnanti che, sì, sono arrivati portando la popolazione della baia a massimo 12 persone.
Sulla spiaggia sono piazzati alcuni ombrelloni e lettini apparentemente incustoditi. Noi abbiamo piazzato le nostre cose sotto un ombrellone ed abbiamo steso gli asciugamani vicino all’acqua. Dopo 1/2ora si è materializzata la 13° presenza della spiaggia: il tipo che riscuote l’affitto dell’ombrellone. 5 euro buttati. A quel punto ci siamo presi i lettini e li abbiamo spostati a riva. Tiè!
Questo posto è incantevole sia per la sabbia, l’acqua e, soprattutto, la pace. Non saremmo più andati via. Laura era più conquistata del primo giorno che mi ha conosciuto. Non dico altro.
Dopo la baia, superati degli scogli, ce ne sono altre due ma la nostra vinceva su tutte.
Per pranzo siamo tornati alla baia con il parcheggio e poi ci siamo diretti verso Triopetra. Da Agios Pavlos si torna indietro fino ad un bivio tutto scritto in greco. Girate a sinistra e seguite la strada. Noi ci siamo fermati dove abbiamo visto delle macchine parcheggiate davanti ad una taverna ma credo che Triopetra sia più avanti. Noi avevamo già negli occhi Agio Pavlos ed è andata bene così.
Cena sempre da Stochos dove abbiamo provato la carne (agnello io, pollo
Laura) cotta nel Kleftiko, un forno d’argilla. Consigliatissimo ed è pure economico.
26 luglio – Knosso – Iraklio – Agios Nikolaos
Oggi ultimo cambio d’albergo. Da Agia Galini ci spostiamo ad est, ad Agios Nikolaos per gli ultimi 3gg di vacanza.
Durante il trasferimento torniamo a dedicarci alla cultura ed andiamo a visitare le rovine del Palazzo di Knosso.
La giornata è torrida, dopo un’oretta di viaggio con l’aria condizionata scendere dalla macchina è stata una frustata. Ecco come si sentono le patate al forno!
Schiviamo due guide ultrainvadenti (noi la guida ce la siamo portata da
casa: Marco) ed entriamo in questo che è uno dei siti archeologici più famosi del mondo. Il suo scopritore ha deciso che il Palazzo andava in parte ricostruito. Molti storcono il naso di fronte all’opera in quanto Evans (lo scopritore di Knossos) ci ha messo un po’ di fantasia ma la vista, almeno, non è costellata da: “Qui ci dovrebbe essere .”, “Dalla base di questo muro si intuisce .”. Qui le costruzioni, poche in verità, ci sono e, secondo me, rendono più piacevole la visita.
Marco si è, di nuovo, rivelato un cicerone d’eccezione ed il caldo è stato possibile evitarlo, un po’, grazie alle numerose piante presenti nel sito.
Acqua: niente. Compratela fuori.
Dopo Knosso ci siamo spostati ad Iraklio per la visita al Museo Archeologico che, però, è in fase di ristrutturazione e le opere, poche e neanche tutte le più famose, sono esposte in via temporanea nel seminterrato (!!) del museo che verrà. Marco aveva delle trombe che neanche Turchetti .
Luca da un paio di giorni ha un piccolo sfogo nel naso e, per precauzione, siamo andati in una farmacia per un consiglio. La farmacista l’ha guardato ed subito detto: “Uuuhhhh!! Dottore, dottore. Andate ospedale”. Noi, che siamo gente di mondo che non si fa suggestionare, 1/2ora dopo eravamo all’ospedale di Knosso. In un’ora è stato visitato da un pediatra e da un otorino i quali hanno placato le nostre preoccupazioni: non avremmo passato gli ultimi giorni di vacanza in corsia. (Ah: con la tessera sanitaria non si paga nulla nelle strutture pubbliche). La cosa si risolverà con una cura antibiotica e con lo stop alle immersioni. Luca non era proprio felicissimo. Il personale dell’ospedale è stato gentilissimo e solerte: il pediatra, poi, parlava un ottimo italiano.
Dopo questa parentesi siamo partiti alla volta di del Cretan Village (http://www.cretanvillagehotel.com), ad Agios Nikolaos, prenotato, come il precedente, tramite Booking.com.
È un posto incantevole, con vista sul golfo di Mirabello e per me e Laura: letto a baldacchino! Un appartamento proprio delizioso.
Cena ad Agios Nikolaos (parcheggio difficoltoso) da Itanos, segnalato dalla Lonely ma niente di che, e poi in branda, anzi, in baldacchino!
27 luglio – Vai
Oggi affrontiamo un viaggio. Con Marco, il nostro uomo-itinerario, mi ero frainteso quando ho prenotato gli alberghi ed invece di acquartierarsi ad Agios Nikolaos ci saremmo dovuti stabilire più ad est ma, a consuntivo, credo che il Cretan Village meriti degli spostamenti più lunghi del dovuto.
Il viaggio ci porta a Vai, la spiaggia con le palme. Arrivati all’alba delle 11:30 abbiamo modo di ammirare questa baia, unica nel suo genere in Europa in quanto è delimitata dall’unico palmeto naturale del continente.
Noi, che siamo un po’ orsi (siamo piemontesi mica per niente) storciamo un po’ il naso di fronte agli ombrelloni, acqua-scooter e quant’altro e seguiamo il consiglio della Lonely (forse sono piemontesi anche loro) e saliamo la scalinata che porta al punto panoramico, dove facciamo le foto alla spiaggia, e quindi giù per un sentiero che, in tre minuti, porta ad una baia dove c’era .. nessuno!
Peccato che oggi tiri un vento della malora (che strano) altrimenti avremmo potuto chiedere la residenza in questa baia. All’ora di pranzo (oddio,
pranzo: erano le 15:00) ci siamo spostati nella spiaggia ‘palmata’ dove abbiamo pranzato e fatto un bel bagnetto. Davanti alla spiaggia c’è uno scoglio che Marco è riuscito a raggiungere camminando sulle lastre di pietra del fondale.
Sarà quel non so che che prende a fine-vacanza, sarà per l’eccessivo sfruttamento di questo posto, sarà che siamo un po’ ‘schifiltosi’ ma Vai non ci ha impressionato granchè.
Se siete come noi, accontentatevi delle foto delle cartoline e risparmiatevi il viaggio oppure optate per la baietta deserta (è anche arrivata una nudista!).
Cena italiana in appartamento, partitina a carte e kalinicta (buona notte).
28 luglio – Spinalonga
Oggi l’itinerario prevede l’unica tappa decisa da me: la visita all’isola di Hrisi.
Marco da ieri insiste perché mi informi sugli orari delle barche in partenza da Ierapetra così, stamattina, ho chiesto alla signora “Cretan Village”. E meno male.
Anche oggi, neanche a dirlo, tira un bel ventaccio e la signora ha detto che, dal momento che partiamo domani, faremmo meglio ad evitare la gita perché con questo tempo, spesso, i turisti vengono portati sull’isola e poi lasciati lì. Anche fino al giorno dopo.
Come ho già detto, noi siamo gente di mondo che non si lascia suggestionare e così: abbiamo rinunciato (sigh). Anche stavolta Marco aveva ragione.
Il programma alternativo ci porta sull’isola di Spinalonga, a nord di Agios Nikolaos. Siamo andati a Plaka (seguite le indicazioni per Elounda e poi
Plaka) dove siamo stati accalappiati da un tipo con una barca (dal ristorante Dephni) che per 8 euro a testa (4 euro per Luca) ci ha trasbordati sull’isola (verificate se al porto ci sono delle imbarcazioni a minor prezzo).
L’isola di Spinalonga era una fortezza veneziana che ha resistito, nel porta XVII sec., per 40 anni in più delle altre fortezze cretesi agli attacchi ottomani. Un po’ come il villaggio di Asterix con i Romani.
Il giro dell’isola, con i suoi camminamenti, torrioni, appartamenti delle truppe ed ospedale richiede un’oretta scarsa. Tornati a terra volevamo cercare una spiaggia ma il vento e quel velo di malinconia da fine vacanza ci ha riportati al Cretan Village per qualche ora di relax. Ragazzi in piscina, noi sotto il baldacchino.
Cena da Sarri’s (consigliata, ma va?, dalla Lonely), gelato al porto e poi di nuovo a casa: Agios Nikolaos non merita tante passeggiate.
Preparate le valigie ci siamo coricati ormai parecchio malinconici ma, comunque, soddisfatti.
Abbiamo fatto un viaggio che ricorderemo.
Alcune considerazioni finali
Creta è abbastanza economica, molto di più a sud ed a est che nella zona di Hania. Tra pranzi, cene, biglietti e altro la nostra spesa media è stata di 100 euro al giorno.
Gli alberghi, prenotati in anticipo con Expedia e Booking, sono costati sui 90 euro/gg colazione inclusa. Chi è più temerario può tranquillamente cercare alloggio direttamente a Creta.
L’auto andrebbe noleggiata in loco, comunque con Europcar il noleggio è costato sui 35 euro/gg. La benzina costa un po’ meno che in Italia. Fate
attenzione: nelle rotonde chi è dentro non ha la precedenza.
Il cibo è buono ma, dopo 15 gg, la nostra cucina chiama: forte. Come il caffè.
Per quanto riguarda i luoghi: le spiagge di Balos ed Elafonissi restano nel cuore per lo spettacolo che presentano ma la parte meridionale, nel complesso, ci è piaciuta di più.
Credo che la parte est possa essere tralasciata e preferirle qualche giorno in più a sud.
Una menzione di merito ai miei figli: Marco una sicurezza per quanto riguarda le visite ai siti e per l’organizzazione del tour. Luca ha dimostrato una grandissima capacità di adattamento.
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