di Marco –
Un viaggio di dieci giorni dedicato alle bellezze architettoniche e paesaggistiche del centro e del nordest del Bel Paese. L’idea nasce a primavera rileggendo l’affascinante “Viaggio in Italia” di Johann Wolfgang von Goethe: rivisitare i luoghi che lo hanno ispirato 200 anni dopo la scrittura dell’opera.
La Sicilia, Palermo, Bagheria, Monreale, sono luoghi familiari, luoghi da dove inizia il mio viaggio sulle orme dello scrittore tedesco.
Quello che un tempo era un viaggio lungo e avventuroso, dall’Isola alla città eterna, oggi si condensa in poco più di un’ora di volo al prezzo di una cena in un buon ristorante, grazie alla disponibilità di collegamenti offerti dalle compagnie aeree low cost.
All’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Fiumicino mi attende una comoda Citroen C3 Aircross prenotata on line tramite Discover Cars, un servizio che consente di confrontare le tariffe offerte dai più importanti operatori del settore ed effettuare una prenotazione senza commissioni e senza il rischio di vedersi addebitare costi nascosti.
Inoltre, per non avere nessun problema, ho scelto anche una assicurazione totale che copre tutte le spese in caso di danneggiamenti, incidente, guasto stradale eccetera, ad una tariffa vantaggiosa.
Le operazioni per la consegna dell’auto sono rapide e prima dell’ora di pranzo sono già alle porte della Capitale. Tra i molti hotel di Roma con parcheggio ho scelto un B&B nel quartiere Gianicolense, una delle zone più verdi della città e ben collegata con il centro storico. Per la visita delle principali attrazioni della Capitale ho scelto di muovermi con i mezzi pubblici e percorrendo lunghi tratti a piedi. Tre giorni per una città come Roma sono davvero una briciola, occorrerebbero settimane, forse mesi, per visitarla tutta. E quindi mi sono limitato agli ‘’imperdibili”: il Colosseo, il Foro Romano, Piazza Navona, il Pantheon, gli stretti vicoli del centro storico che collegano i Palazzi del Potere, la Camera dei deputati, il Senato e il Quirinale. La Basilica di San Pietro e i musei vaticani. I quartieri popolari di Testaccio, Trastevere e San Lorenzo.
Il tardo pomeriggio e le serate le ho dedicate a lunghi giri in auto: la zona archeologica del Parco dell’Appia antica, le Catacombe, l’agro romano, Villa d’Este e la splendida cittadina di Tivoli insieme ai paesini dei Castelli romani dove è obbligo recarsi per il buon cibo e la frescura serale.
Pochi turisti si spingono fuori della Capitale per visitare la Villa d’Este. Ma basta percorrere i circa 25 chilometri che la separano del centro di Roma per trovarsi di fronte ad un capolavoro del Rinascimento italiano. Questa villa romana fu ampliata da Ippolito d’Este, divenne residenza dei tre cardinali d’Este governatori di Tivoli, fino ad appartenere a Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este, erede al trono dell’Impero austro-ungarico. Ad impreziosire gli appartamenti e a rendere famosa la villa è il grandioso giardino dove, su una superfice di circa 35 mila metri quadri, sono disposti un gran numero di giochi d’acqua: 250 zampilli, 60 polle d’acqua, 255 cascate, 100 vasche, 50 fontane, 20 esedre e terrazze, alimentati dalle acque del fiume Aniene.
Ancora sulle orme di Goethe, la prima tappa dopo Roma è Spoleto. Decido di raggiungerla percorrendo un tratto di autostrada fino ad Orte e da lì la comoda strada statale che sale verso la città umbra. Circa 160 chilometri coperti in un paio d’ore compresa una sosta caffè. E, come il poeta, mi fermo innanzitutto ad ammirare il “Ponte delle Torri”, imponente opera di epoca medioevale che domina una gola circondata da colline, uliveti e vigneti. D’obbligo anche una visita al Duomo di Spoleto per ammirare la splendida facciata a mosaico e gli affreschi di Filippo Lippi.
Semmai ce ne fosse stato bisogno, il viaggio tra Spoleto e Firenze, mi ha riconfermato l’importanza di percorrere questo itinerario in auto. Lungo i 220 chilometri del tragitto sono situate alcune perle dell’Umbria e della Toscana: vale la pena di fare delle tappe, anche per una breve visita, a Spello, Assisi, Perugia, Umbertide, Arezzo.
Grazie al consiglio di alcuni amici, con una deviazione di pochi chilometri dal percorso, ho avuto modo di visitare un luogo magico: il piccolo borgo di Rasiglia, una frazione di Foligno, dove si alternano casette in pietra, ruscelli, cascatelle, mulini ad acqua e piccoli laghetti alimentati dalla acque di tre sorgenti che si uniscono, Capovena, Alzabove e Venarella, per dar luogo a questo spettacolo della natura. E’ un luogo che comincia ad essere sempre più conosciuto e apprezzato dai turisti, anche grazie alla cura con cui i 40 abitanti del borgo lo custodiscono, dove, soprattutto, il sabato e la domenica, può essere difficoltoso trovare un parcheggio per l’auto fuori dal paese. Il mio consiglio è di cercare una sosta ai bordi della strada statale proprio all’entrata del paesino e percorrere a piedi le poche centinaia di metri che conducono nel borgo.
Non solo arte, non solo natura, un viaggio nelle città del centro Italia è anche una tentazione continua per il palato. Tra i piccoli ristoranti che si susseguono lungo la statale ne scegliamo uno che ha un aspetto rustico e accogliente allo stesso tempo, c’è anche un comodo parcheggio interno per lasciare la mia Citroen C3 Aircross presa a noleggio con il portabagagli completamente occupato dai nostri bagagli. E il pranzo è all’altezza delle aspettative: un tagliere di salumi e formaggi tipici tra cui spicca una stupenda caciotta mista al tartufo, pappardelle al sugo di cinghiale, una grigliata di carne mista, patate arrosto e, per finire, l’immancabile cicerchiata, dolce tipico di queste terre, il tutto annaffiato da una buona bottiglia di Montefalco rosso.
Una piccola deviazione ancora per visitare una delle meraviglie dell’Umbria: la città di Assisi. Anche se il tempo a disposizione non è molto non si può mancare di ammirare la splendida Basilica di San Francesco, dove, dal 1230, nella cripta della chiesa inferiore, sono custodite le spoglie del Santo. Il complesso sacro è costituito da due chiese sovrapposte, una in stile romanico e una in gotico, ma con una caratteristica comune: una ricchezza di affreschi all’interno che lascia senza fiato il visitatore. Tra i dipinti spiccano le opere di Giotto e di Cimabue insieme a quelle di altri artisti della scuola fiorentina e senese come Simone Martini e Piero Lorenzetti.
Quasi tutto il centro storico della città di Assisi è, fortunatamente, isola pedonale. Per una visita che inizia proprio dalla Basilica di San Francesco conviene lasciare la propria automobile al parcheggio comunale .
Arriviamo a Firenze quando il sole comincia a rosseggiare, abbiamo deciso di soggiornare alle porte della città, immersi nel verde di un agriturismo, la Fattoria Il Milione per godere anche di momenti di relax e coccolarci con qualche bagno in piscina. Il tempo di scaricare i bagagli e prendere possesso della nostra stanza e siamo di nuovo in auto. Gran parte del centro di Firenze è zona a traffico limitato dalle 7,30 del mattino alle 7,30 della sera, quindi inutile addentrarsi con l’auto e rischiare salate sanzioni.
Decidiamo di utilizzare uno dei parcheggi gratuiti che si trovano nella zona di Scandicci e che sono serviti dai tram diretti alla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella. Il più grande è quello del supermercato Coop su Viale Nenni. La fermata del tram di fronte al supermercato si chiama Nenni-Torregalli (in circa 10-15 minuti siete a Firenze ed è gratis.
Un altro parcheggio gratuito – organizzato su due piani, di cui uno sotto terra – si trova vicino alla fermata Arcipressi su via Andrea da Pontedera.
Noi, a differenza di Goethe, non abbiamo fretta di visitare la città e non ci accontenteremo di vedere soltanto il Duomo di Santa Maria del Fiore e il Battistero di San Giovanni.
Nei tre giorni in cui siamo rimasti a Firenze, oltre a fare lunghe e piacevoli passeggiate nella zona del Ponte Vecchio, dove le antiche botteghe dei verdurai e dei macellai sono da secoli state rimpiazzate da quelle degli orafi, ci siamo messi sulle tracce di alcune personaggi storici come Brunelleschi e Masaccio, Donatello e Michelangelo, Lorenzo il Magnifico e il Savonarola.
Abbiamo iniziato dal Duomo, con il campanile di Giotto, il battistero e la cupola di Brunelleschi; e poi Palazzo Pitti e l’imponente Palazzo Vecchio con la “Torre di Arnolfo”, alta 94 metri e costruita verso il 1310, che porta sulla vetta la grande bandiera con il giglio fiorentino.
Quasi una giornata per visitarlo e poi per far riposare gli occhi e la mente dopo tanta bellezza: Il museo degli Uffizi, circondati dalle magie dei pennelli di Cimabue, Duccio di Buoninsegna, Giotto, Botticelli, Leonardo, Signorelli, Perugino, Durer, Caravaggio e tanti altri ancora.
E ancora: la Cappella Brancacci, la tomba di Michelangelo nella Basilica di Santa Croce, la chiesa di Santa Maria Novella e la Galleria dell’accademia.
E soddisfatti gli occhi non resta che accontentare il palato, l’arte qui si esprime anche in cucina, a volte con grandiosità come nel caso della bistecca alla fiorentina, altre con la semplicità dei piatti contadini come la pappa col pomodoro e la ribollita, a volte come una sfida allo stomaco del commensale come nel caso della trippa e del lampredotto con contorno di fagioli. Basta scegliere come annaffiare il tutto: Chianti, Brunello o Montepulciano e sarà impossibile non alzarsi da tavola soddisfatti.
Di nuovo in auto per riprendere il viaggio verso nord, stavolta si percorre l’autostrada A13 per circa 220 chilometri fino ad arrivare a Padova, in terra veneta. Facciamo una breve sosta per visitare la Cappella degli Scrovegni nota per gli affreschi di Giotto e la Basilica di Sant’Antonio un altro bell’esempio di stile bizantino in cui è ospitata la tomba del santo a cui è intitolata.
Noi, a differenza del Poeta, non arriveremo a Venezia in gondola percorrendo il Brenta, ma percorrendo i circa 40 chilometri che la separano dalla città lagunare lungo la strada statale E70.
E se fino adesso la nostra auto a noleggio è stata un’amica comoda e versatile, giunti nella Serenissima si trasforma in un ingombro. Ovvia l’inutilità di una macchina in una città dove si navigano i canali, ma alla scelta obbligata di lasciare il proprio mezzo fuori dalla laguna sembra debbano corrispondere soltanto situazioni non confortevoli e assolutamente onerose. Noi abbiamo scelto il Tronchetto Parking, aperto 24 ore su 24, situato proprio all’ingresso della città, subito dopo il ponte della Libertà. Malgrado sia il più economico fra quelli disponibili il costo per è di 21 euro al giorno, e la tariffa giornaliera scatta anche il caso di frazione di alcune ore.
Lasciamo gran parte dei bagagli in auto nel parcheggio custodito e con due piccoli zaini raggiungiamo l’ albergo scelto a Venezia, l’hotel Violino d’oro, nella zona di Piazza San Marco.
E naturalmente la nostra visita inizia dalla piazza simbolo della città e dall’omonima basilica. Non solo la piazza simbolo ma anche l’unico spazio così vasto della città lagunare da poter essere definito “piazza”, e non poteva essere altrimenti per il luogo destinato ad ospitare l’imponente basilica.
Facciamo un abbonamento per i vaporetti che utilizzeremo in modo intenso nei due giorni di permanenza e ci organizziamo una minicrociera sul Canal Grande per farci un’idea della città dall’acqua. Tappe per visitare il Palazzo Ducale, le gallerie dell’Accademia, fare qualche foto ricordo e molti selfie sul Ponte di Rialto. E poi qualche ora dedicata all’arte moderna in compagnia dei dipinti di Pollock, De Chirico, Picasso, Kandinsky, Brancusi e Duchamp ospitati all’interno del museo Peggy Guggenheim.
Ancora un po’ di tempo a disposizione per passeggiare lungo le calli. visitare la Scuola grande di San Rocco con all’interno gli affreschi di Tintoretto, e la Basilica dei Frari dove fa mostra di se la l’Assunta di Tiziano.
E quindi la ricerca di un ristorante per la cena, non facile visto il rapporto qualità-prezzo degli esercizi della città lagunare. Non sono un amante della cucina veneta, ho mancato l’assaggio del classico risi e bisi e degli spaghetti al nero di seppia, ma ho gustato un piatto di fegato alla veneziana che non dimenticherò facilmente.
Il viaggio sulle orme di Johann Wolfgang von Goethe volge al termine, non abbiamo reso omaggio, come il poeta, a Bologna, Ferrara, Napoli ma la più grande suggestione sarebbe stata quella di fare un viaggio a ritroso di duecento anni e poter assistere ad uno degli spettacoli della commedia dell’arte che il poeta ha descritto nel suo “Viaggio in Italia”.
Quest’oggi finalmente, posso dire di avere udita una buona e bella comedia! Nel teatro di S. Luca, si recita vano le Baruffe Chiozzotte, titolo che volendolo tradurre alla lettera suonerebbe, le dispute e le picchiate di Chioggia. I personaggi sono tutti marinai abitanti di Chioggia, le loro mogli, sorelle, e figliuole. L’abitudine di tutta quella gente di schiamazzare sempre, nell’allegria come nel dolore; il loro contegno, la loro vivacità, la loro bontà d’animo, i loro modi volgari, i loro frizzi, i loro capricci, sono riprodotti con inarrivabile spontanietà. La comedia è ancora una di quelle del Goldoni, ed essendo stato io ieri appunto in quel paese, cosicchè mi risuonavano tuttora all’orecchio le voci, mi stavano tutt’ora davanti agli 0cchi i modi di quei marinari, quelle scene mi divertirono moltissimo, e quantunque io non potessi comprendere tutti i particolari, riuscii però a seguire lo svolgimento dell’azione.
Alla fine di questo viaggio iniziato a Roma e terminato a Venezia, due città che distano circa 550 chilometri, il contachilometri parziale della nostra auto a noleggio segnala che ne abbiamo percorsi oltre 1400. Un bel girovagare in questo centro e nord Italia che meriterebbe ancora di essere percorso per migliaia e migliaia di chilometri riservando sempre piccole e grandi meraviglie al viaggiatore.
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