Chianti, Pisa, Siena e San Gimignano…

di Giada S. –
Altra vacanzina, altra meta (finalmente si cambia dopo la Francia!): dopo i terribili 2 mesi di superlavoro in ufficio, abbiamo scelto la vacanza più bella che potessimo scegliere: cinque giorni in agriturismo in Chianti! Altro viaggio in quattro, ma stavolta a farci compagnia sono Enrico e Serena e la vacanzina promette davvero bene!
Partiamo alle 7: viaggio tranquillo, poco traffico e tempo CALDISSIMO per essere aprile. Usciamo dall’autostrada a Firenze Certosa verso mezzogiorno, imbocchiamo la superstrada Firenze-Siena e usciamo a San Donato. Le indicazioni per l’agriturismo “Le Filigare”, scelto su internet, sulla base di poche notizie ma di foto impareggiabili (e che poi si sono rivelate veritiere!!!), sono molto chiare; lasciata la statale, ci inerpichiamo sulle colline fino all’agriturismo. 4 km di strada bianca, in mezzo agli ulivi. in una sola parola: UN SOGNO!
L’agriturismo, immerso in una proprietà di 60 ettari, è composto da due complessi, distanti 400 metri circa l’uno dall’altro: da una parte il borgo principale, con la casa dei proprietari, la cantina in cui si produce il pregiato Chianti e alcuni appartamenti; sulla collinetta di fronte, altri tre edifici, tutti di appartamenti, tra cui il nostro, che si chiama “Margherite”. Due piani in stile rustico, con ampia zona giorno dotata di tv (al contrario di quanto c’è scritto su internet, probabilmente l’hanno aggiunta da poco), frigorifero, lavastoviglie, forno e persino un cesto di libri in inglese per gli ospiti del “Chantishire”. Al piano di sopra, due camere matrimoniali (una con letto a baldacchino) e due bagni (uno con vasca idromassaggio). I mobili sono antichi e tarlati e profumano di legno tutta la stanza…

Di fronte all’edificio, le colline del Chianti, con i loro filari di cipressi, viti e ulivi fanno davvero sognare.
La prima giornata toscana, cominciata con uno splendido sole, continua con violenti acquazzoni che ci complicano un po’ le cose.
Dopo aver lasciato le valige nello splendido appartamento, andiamo a pranzare alla “Toppa”, nel centro di San Donato in Poggio (paesino BELLISSIMO). Ce lo consiglia il proprietario dell’agriturismo, e devo dire che merita: beviamo vino (olè! Ce lo hanno offerto anche all’arrivo in agriturismo), mangiamo crostini, bruschette, antipasti vari e un ottimo tris di paste (e un fenomenale tiramisù!). A me e Serena piace soprattutto una specie di patè di fegato di pollo che si spalma sui crostini di pane “sciocco” (senza sale).
Appena usciti dal locale comincia il diluvio universale! Cerchiamo (invano) di fare un mini giro nel paese, ma non avendo l’ombrello l’impresa si rivela impossibile, e così corriamo verso la macchina.
Su consiglio del ristoratore (qua tutti danno consigli! E’ bellissimo!) ci dirigiamo a San Gimignano: davvero stupenda e molto particolare! Posteggiamo nel parcheggio principale davanti Porta San Giovanni (2 euro all’ora) e cominciamo ad addentrarci tra le case lungo Via San Giovanni, la via dei negozietti e dei turisti. Il cielo è sempre più grigio; arrivati in Piazza del Duomo, cominciamo a scattare qualche foto ma poi. plaf! Altro diluvio universale. Decidiamo perciò di visitare la Collegiata (non si chiama Duomo perché San Gimignano non ha più un vescovo). Si entra dal lato sinistro, non dal portale principale, ed è possibile acquistare un biglietto cumulativo Collegiata + Museo d’Arte Sacra; noi scegliamo di visitare solo la Collegiata al prezzo di 3,50 euro, e devo dire che ci piace molto. L’interno è dominato dagli affreschi che ricoprono ogni spazio disponibile; tra i più rilevanti, “Il martirio di San Sebastiano” di Benozzo Gozzoli, sulla parte interna della facciata, e l’impressionante “Giudizio Universale” di Taddeo di Bartolo.
Usciti dalla Collegiata, incoraggiati da una breve pausa della pioggia, imbocchiamo via San Matteo e ci infiliamo in un negozio che vende pelletteria a prezzi davvero competitivi. io e Serena ne usciamo con borsetta e portafoglio nuovi! La pioggia però riprende insistente, così, a malincuore, decidiamo di completare la visita di San Gimignano un altro giorno e di tornare indietro, visto che dobbiamo ancora fare la spesa. Ci fermiamo in un supermercato lungo la strada e compriamo di tutto e di più prima di tornare in appartamento, dove ci mangiamo un’insalatona godendoci il silenzio. I ragazzi vanno a dormire presto, Ale guarda un film, io mi faccio una doccia e tutto attorno in SILENZIO e il NULLA. a parte il cane dei vicini che cerca di bloccare sul nascere la nostra passeggiata attorno al casolare!

22 aprile
Dormire nel silenzio assoluto, per me ragazza di città, è stato un po’ problematico! Il panorama incredibile che mi si para davanti stamattina, però, fa passare tutto. svegliarsi con gli uccellini, in mezzo a vigneti immersi in una bassa nebbia sotto il sole già caldo, non ha paragoni. Ti rigenera in un attimo. Sembra di stare in un film di Bertolucci.
Facciamo colazione con calma, godendoci il relax, e poi via a Siena attraverso le strade del Chianti.
Siena è BELLISSIMA, anche se stracolma di turisti. C’è un sole da maglietta a maniche corte che ci mette tutti di buonumore. Posteggiato allo stadio, ci incamminiamo verso la mitica Piazza del Campo, davvero bellissima e particolare. Lungo la via Banchi di Sopra, tra un negozio e l’altro, incontriamo il bellissimo palazzo del Monte dei Paschi di Siena, che purtroppo, al contrario di quanto scritto nelle guide, non è visitabile. Arrivati in Piazza del Campo, che ti si para davanti in tutta la sua bellezza, scattiamo decine di foto, ci sediamo un po’ al sole e poi VIA sulla Torre del Mangia (400 e passa gradini ma panorama impagabile!). Anche qui è possibile acquistare un biglietto cumulativo Torre + Museo Civico al costo di 10 euro a testa. L’attesa per salire alla Torre è piuttosto lunga, poiché l’accesso è regolamentato a gruppi di 25 persone per volta per un massimo (in teoria) di 15 minuti, ma una volta in alto nessuno fa rispettare i tempi (come accade invece nella Galleria delle Chimere di Notre Dame, a Parigi) ed è inevitabile restare per più tempo a fare fotografie alla città dall’alto.
Una volta scesi, visitiamo il Museo Civico, il cui clou è rappresentato dal famosissimo “Ritratto equestre” nella Sala del Mappamondo finora attribuito a Simone Martini ma oggetto di durissimi scontri tra storici dell’arte statunitensi e italiani riguardo la sua realizzazione. Notevole, nella stessa sala, anche la “Maestà”, sempre del Martini.
Usciti dal Museo, mangiamo una pizza veloce da Spizzico e poi ci dirigiamo in zona Duomo. Altro biglietto cumulativo piuttosto conveniente, che al prezzo di 10 euro a testa permette di visitare il Duomo, la cripta, il Battistero, il Museo dell’Opera del Duomo e anche l’Oratorio di San Bernardino (che si trova però dall’altra parte della città e per questo non riusciamo a visitare). Nel Duomo, notevole la Cappella Chigi o Cappella del Voto, progettata da Bernini e ricca di ex-voto dei fantini del Palio, che in segno di riconoscenza per la grazia ricevuta hanno qui deposto caschi, divise e bandiere della propria Contrada. Molto bello anche il pavimento, che si può ammirare nella sua interezza solo dal 7 al 22 agosto (nel resto dell’anno alcune parti vengono coperte).
Il Battistero presenta una vera esplosione di affreschi; quelli in alto si possono ammirare a fondo senza rischiare il torcicollo grazie agli specchi messi a disposizione dei visitatori.
Il Museo dell’Opera del Duomo contiene numerosi capolavori, tra cui spicca la famosissima “Maestà” di Duccio di Buoninsegna, uno dei massimi capolavori dell’arte senese. E’ possibile anche salire al “Panorama”, in cima a quella che doveva essere la nuova navata del Duomo e che lo avrebbe reso la chiesa più grande d’Italia (Roma esclusa) ma che non venne mai realizzata. Il panorama è davvero bello soprattutto perché comprende un’insolita vista su Piazza del Campo e la Torre del Mangia.
La cripta, infine, è in realtà una chiesa scoperta sotto il Duomo durante alcuni lavori dopo esser rimasta sepolta tra i detriti (sui quali lo stesso Duomo è stato costruito) per secoli: questo l’ha protetta dagli agenti atmosferici e dalla luce e l’ha conservata perfettamente. E’ veramente impressionante ammirare gli affreschi sapendo che i colori sono gli stessi usati e voluti dagli artisti che l’hanno realizzata secoli fa. Tutta la storia della cripta è spiegata minuziosamente dall’audioguida che viene messa a disposizione compresa nel costo del biglietto.
Tra una visita e l’altra sono le 19, così torniamo alla macchina passando per le contrade della Selva e dell’Oca e respirando un po’ d’aria di Palio. Ci imbattiamo addirittura in un ragazzo che si esercita, solo in mezzo ad un piazzale, col tamburo e che aggiunge davvero un tocco di fascino medievale al tutto.
Per cena, dopo un tentativo a vuoto alla “Fattoria” di Tavarnelle Val di Pesa (consigliataci dall’agriturismo ma inaccessibile senza prenotazione) ripieghiamo sul “Macereto” a San Donato in Poggio. Anche qui antipasti a volontà (particolarissima la salvia fritta!) e una fiorentina da un chilo e mezzo! Scopriamo anche l’usanza di “sciacquare la bocca” tra primi e secondi con un sorbetto al limone e salvia, che a qualcuno piace ma che ha me, personalmente, sa di dentifricio 🙂 Il buon cibo e l’atmosfera da vacanza porta un’ilarità di gruppo che si protrae anche una volta tornati a casa. Tant’è che ci mettiamo a giocare col Didò (a cui io e Serena non siamo riuscite a resistere prese da un attacco infantile al supermercato) mentre Ale fa conoscenza con i vicini di casa padroni del cane Filippo: due fiorentini che sono venuti qui per due settimane in agosto e non se ne sono più andati!

23 aprile
Stamattina (dopo una notte di sono profondissimo) ci alziamo, facciamo colazione e cominciamo il nostro tour del Chianti da Radda in Chianti, paesino molto piccolo ma carino dove, tra un sacchetto di erbe e un vasetto di miele comprati in uno dei negozi tipici, ci sediamo su un tavolino al sole cocente a bere un aperitivo. Poi ci dirigiamo, lungo la mitica Chiantigiana, a Greve in Chianti, capoluogo della zona, ma non ci fermiamo neanche visto che non ci sembra niente di tale.
Ci dirigiamo perciò verso Castellina in Chianti, dove troviamo un prato sopra una curiosa tomba etrusca (!) dove mangiare i tramezzini, prendere il sole e pisolare un po’. Vicino a noi qualche turista inglese e un ciclista di passaggio.
Dopo via a Monteriggioni, paesino molto carino da fuori, sovraffollatissimo ma a mio parere sopravvalutato. Ne avevo sentito parlare benissimo e probabilmente mi aspettavo di più; anche i panorami spettacolari dalle mura promessi dalla guida sono simili ad ogni altro punto del Chianti e decisamente inferiori a quelli che si godono dall’altura dell’agriturismo. Forse il mio giudizio è influenzato dalla folla che troviamo nel paese, complice anche una specie di rievocazione storica. Saliamo anche sulle mura (3,00 a persona), cosa che sconsiglio a chiunque soffra di vertigini visto che si cammina su delle grate che oscillano continuamente, a una ventina di metri d’altezza!
Dopo Monteriggioni, tentativo fallito di andare di nuovo a San Gimignano (troppa fila!) e di comprare pane e latte (tutto chiuso). Torniamo perciò a casa, facciamo una passeggiata fotografica al tramonto fino al casolare principale, ceniamo e via a nanne 🙂



24 aprile
La meravigliosa minifuga in Toscana volge al termine. Oggi finiamo col botto, nel senso che prima visitiamo la cantina dell’agriturismo (troppo simpatico il proprietario Alessandro), e poi (dopo file infinite) andiamo a Pisa. Posteggiato gratis vicinissimo al Campo dei Miracoli (incredibile!) seguiamo la fiumana di gente e arriviamo al cospetto della mitica Torre Pendente (molto più piccola di come si potrebbe pensare, e messa quasi in ombra dal bellissimo Duomo e dal Battistero). Sconvolgente il numero di bancarelle e di oggettistica lungo la strada, davvero kitsch.
Ormai è ora di pranzo, così non ci lasciamo sfuggire l’occasione di campeggiare davanti un panorama del genere. E’ possibile infatti sedersi sull’erba di fronte al Battistero e sul retro della Torre, ma non davanti al Duomo (un solerte vigile urbano bacchetta chiunque provi a trasgredire alle regole). In un bar vicino prendiamo 4 tramezzini, due panini, bibite e acqua e ci sediamo sull’erba, pronti a goderci il panorama e a scottarci al sole (cosa che si verifica puntualmente!).
Rigenerati, acquistiamo l’immancabile biglietto cumulativo (varie opzioni, per un massimo di 10 euro). La Torre è ovviamente esclusa da questi forfait: il prezzo della visita guidata è di 15 euro e le file sono infinite. Non ci sembra che valga la pena, così, per 8 euro a testa, scegliamo di visitare solo Cattedrale, Battistero e Camposanto.
Il Battistero è molto bello e particolare, e il suo interno, così ampio e solenne, ricorda quasi il Pantheon di Roma; dalla galleria superiore si gode un panorama particolare sui prati sottostanti e sulla Torre.
Il Camposanto è davvero un luogo particolare, e non a caso viene definito “il più bel cimitero del mondo”. La struttura è quella di un chiostro, con portici laterali e un prato verde al centro. Fino al 1944 le pareti erano completamente coperte di bellissimi affreschi, ma una bomba li ha distrutti quasi del tutto.
La cattedrale, infine, è davvero molto bella e risplende di una luce particolare.
Lasciata Pisa, decidiamo di tornare nuovamente a San Gimignano, finalmente col sole e senza file. Ci sediamo ad un tavolino in Piazza Cisterna e mangiamo un enorme e squisito gelato a prezzi irrisori rispetto a quelli a cui siamo abituati qui a Trieste.
Per cena, complice una provvidenziale prenotazione telefonica fatta nel pomeriggio, riusciamo finalmente ad andare alla “Fattoria”. Dopo tanto penare, l’ambiente ci delude un po’, soprattutto per il comportamento di una cameriera cafonissima. Mangiamo i soliti buonissimi antipasti, una pasta super e una fiorentina mega (avevamo ordinato maialino al forno ma dopo più di mezz’ora d’attesa la cameriera è venuta a dirci che l’avevano finito.).

25 aprile
Adesso la vacanza è veramente finita. Ci alziamo un po’ tristi alla prospettiva di lasciare questo paradiso, laviamo i piatti, puliamo l’appartamento (non è obbligatorio ma ci sembra doveroso) e salutiamo questo posto meraviglioso. passiamo al casolare principale per ritirare la caparra (100 euro), consegnare le chiavi e soprattutto comprare del buon vino e olio fatto nella tenuta (che ci sono costati molto di più dell’appartamento!). salutati Alessandro, Deborah e i loro bambini che sembrano appena usciti da un film di Benigni, lasciamo questo paradiso, convinti che si tratta dell’inizio di un lungo e proficuo rapporto!
Imbocchiamo la Chiantigiana in direzione di Panzano in Chianti, dove ci aspetta la mitica Macelleria Cecchini (il proprietario si vede spesso a “Gusto”, rubrica del TG5, ed è famoso per il suo “viva la ciccia!” e per la tomba della fiorentina che ha fatto mettere nel 2001 fuori dal suo negozio quando la celebre bistecca è stata ritirata dal mercato causa mucca pazza). Non possiamo comprare niente per le lunghe ore di viaggio che ci aspettano e che distruggerebbero anche la più genuina delle bistecche, ma assaggiamo i crostini con i salumi che vengono messi a disposizione degli avventori.
In paese è giorno di festa (la “festa della stagion bona”), perciò scegliamo di mangiare qualcosa in uno dei chioschetti di ristoro. Assaggiamo la pappa al pomodoro, i panini con la finocchiona e una serie di torte buonissime. Risaliti in macchina, ci prepariamo psicologicamente alla fila che ci attende sulla A1 e salutiamo queste colline meravigliose.
E’ stata davvero una vacanza davvero disintossicante; ci ha rigenerato e rilassato come nessun altro posto avrebbe potuto, ci siamo goduti i bei paesaggi, la buona cucina e l’ottima compagnia e adesso stiamo già pensando a quando tornare!

INDIRIZZI
*Agriturismo LE FILIGARE, loc. Sicelle, San Donato in Poggio (FI). www.lefiligare.it Appartamento per 4 persone, con tutti i comfort, due bagni, giardino attrezzato, piscina, tennis: 4 notti 460 euro in totale (circa 28 euro a testa a notte).

* Ristorante LA TOPPA, via del Giglio 43, San Donato in Poggio (FI), tel. 055 8072900. Abbiamo mangiato antipasti misti per 4 persone (bruschette al pomodoro, crostini con patè vari, salumi, salsiccette di cinghiale.), tris di pasta per 4 (tagliatelle ai funghi, pappardelle all’anatra e ravioli fatti in casa con ricotta e spinaci) e tiramisù; una bottiglia di Chianti e una d’acqua. Prezzo: 20 euro a persona, qualità molto buona e ristoratore molto disponibile e simpatico (ci ha dato una cartina dettagliata del Chianti e preziosi consigli).

* Ristorante AL MACERETO, Strada Canaglia 10, San Donato in Poggio (FI), tel. 055 8071111. Abbiamo mangiato antipasti misti per 4 persone (salvia fritta, crostini, salsiccette di cinghiale, tortino di ricotta e tartufo.) e fiorentina con patate al forno (1,5 kg), un dolce, una grappa, una bottiglia di Chianti. Prezzo: 35 euro a testa, qualità buona ma servizio un po’ indisponente (fiorentina: 38 euro al kg).

* Ristorante LA FATTORIA, via del Cerro 11 – Tavarnelle Val di Pesa (FI), tel. 055 8070000. Antipasti per 3 persone (crostini, melanzane, tante salsiccette di cinghiale, salvia fritta.), due pappardelle al cinghiale, un piatto di ravioloni al tartufo (di-vi-ni), strigoli spinaci e gorgonzola (buonissimi), una fiorentina da 1 kg, una bottiglia di vino e due d’acqua, 30 euro a persona (fiorentina 35 euro al kg). Posto rustico, servizio che lascia un po’ a desiderare (ma forse abbiamo beccato la cameriera sbagliata) ma qualità molto buona.

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