di Marinella Fiume –
È lì, sulla consolle del salotto, un oggetto apparentemente inutile, come i regali che spesso riceviamo, un vaso stilizzato dalla forma inusuale vicina all’antica tradizione mediterranea, modernamente e liberamente interpretata, profilato d’argento e avvolto da un decoro a colori vivaci, che richiama quello delle chiese rupestri della città di Lalibela, in Etiopia, così chiamata dal re che ne fece la sua capitale nel 1185. Un oggetto misterioso come la storia che lo ha ispirato. Basile, l’artigiano che lo ha realizzato, lo ha chiamato così, “Lalibela”, e il nome, tanto dell’artista, quanto dell’oggetto, sta scritto sul certificato di autenticità, consegnatomi con l’oggetto al momento del regalo. Leggi tutto
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Nov