di Camillo Vittici –
Abbiamo lasciato già da alcuni giorni Algeri, macchia bianca nell’azzurro mediterraneo.
Il dedalo impossibile delle viuzze strette della casbah, i suoi richiami, i suoi odori e i suoi colori sbiaditi li abbiamo già nascosti nell’ampio cesto dei nostri ricordi più vivi.
Ciuffi d’erba gialla avidi d’acqua scivolano veloci accanto alla Pegeout che sta puntando dritta e veloce verso Touggourt.
La notte è meglio trascorrerla in un centro abitato e nei nostri disegni scartiamo l’idea d’essere sorpresi dal buio in una pista del deserto.
L’oasi è decisamente un polmone vivibile. Leggi tutto