di Maria Grazia –
Un’isola che mai avremmo immaginato così splendente, così spumeggiante, così selvaggia. Noi innamorati della natura, dei suoi paesaggi, dei suoi profumi e colori, a Fuerteventura ci siamo immersi in un oceano ruggente e salsoso, in terre vestite di rosso, di verde, di bianco, in spiagge assolate e desertiche, in immensi silenzi e strade lunghe e solitarie. Un’isola che è ancora come Dio l’aveva pensata e che spero con tutto il cuore rimanga così per sempre.perché dove arriva la mano dell’uomo la maggior parte delle volte non è per creare bellezze ma per fare soldi, incurante dell’ambiente e dei suoi equilibri.per fortuna a Fuerteventura sono ancora pochi i centri turistici, artificiali come solo Sharm el Sheikh o Porto Cervo sanno essere.
Parlo di Corralejo, Caleta de Fuste, Costa Calma, Jandìa, Esquinzo, dislocate tutte sulla costa orientale, quella che si affaccia sulle coste dell’Africa, dove l’oceano è meno impetuoso e il cielo meno nuvoloso. Ripercorro con la mente i luoghi meravigliosi che abbiamo potuto visitare…
*El Cotillo: magnifico paesino di pescatori, con un porto creato dall’uomo in collaborazione con la natura: un isolotto a pochi metri dalla costa è stato unito mediante un muro alla terraferma, creando un’insenatura dove sono ormeggiate le barche dei pescatori del luogo che giornalmente escono in mare, riportando ceste colme di ottimi pesci, che vengono spesso arrostiti su grosse braci direttamente nel porto. A poca distanza una rocca guarda l’oceano, in cerca di quei pirati che in tempi lontani assaltavano l’isola: entrandovi si può ammirare lo splendido panorama, con le scogliere in lontananza a mozzare il fiato. Passando per uno sterrato, dove è possibile ammirare uno dei tanti mulini a vento disseminati per l’isola, si raggiungono queste meraviglie di roccia e oceano, dove le onde e il vento sono in condizioni ottimali per praticare il kitesurf. È bellissimo vedere gli innumerevoli paracadute colorati nell’aria! La magia che emana questo luogo non è descrivibile a parole: andateci e non ve ne pentirete, certe emozioni bisogna solo provarle per conoscerle. La giornata trascorsa a El Cotillo rimarrà nella nostra anima come una delle più perfette della nostra vita.
Un consiglio per mangiare: ci sono diversi ristoranti molto carini sopra il porto. Noi abbiamo mangiato in uno che si chiamava qualcosa come Aguyre (il nome purtroppo non lo ricordo precisamente), gestito da alcuni ragazzi che offrono un ricco menu, con specialità messicane, spagnole, pizza e pasta, nonché un’indimenticabile “tarta del dìa”, un dolce fatto con diversi tipi di cioccolato, uno dei dolci più buoni che abbiamo mai mangiato in vita nostra!!
* Corralejo: le dune di Corralejo sono bianche, bianchissime, candide, lucenti, spettacolari. Le calette sul mare turchese sono tutte ottime per passarci delle bellissime giornate, ma la cosa più particolare è camminare dall’altra parte della strada: potreste credere di camminare nel deserto, con dune levigate dal vento, qualche ciuffo d’erba qua e là e gli immancabili arbusti di cardòn, la pianta tipica di Fuerteventura. Mi sono stesa sulla sabbia perché l’energia del sole sopra di me e del Sahara sotto di me mi entrassero dentro, una splendida sensazione e anche una simpatica posa per una foto!
Il paese di Corralejo è il più turistico dell’isola: villaggi turistici, casette nuove di zecca costruite per alloggiare i turisti che si spera accorrano in massa per distruggere la poesia di questi luoghi, ristoranti, bar, pub, discoteche, negozi di ogni specie.insomma, un centro commerciale in piena regola. Un mezzo pomeriggio è sufficiente per far venire la voglia di scappare da quelle costruzioni artificiali e fare un altro tuffo nell’acqua limpida, a pochi chilometri da lì. Da Corralejo partono i traghetti per Lanzarote, però sinceramente mi sembra un peccato “sprecare” un giorno per andare a Lanzarote, quando a Fuerteventura c’è così tanto da vedere! Di fronte a Corralejo c’è l’Isla de Lobos, praticamente disabitata, che si può ammirare comodamente seduti a un tavolino dei tanti ristorantini che ci sono lungo il molo. Noi siamo stati a El tren, dove abbiamo mangiato una paella valenciana davvero squisita!
Consiglio una visitina al negozio The ocean company, sempre sul molo, dove troverete uno squalo che apre la bocca appena lo toccate, accanto al quale fare simpatiche foto, e dove ci sono cose carine da regalare e belle magliette a prezzi modici.
*L’interno di Fuerteventura: se il sole cocente vi ha reso rossi come peperoni, potreste dedicare una giornata a scoprire le cittadine dell’interno di Fuerteventura. Sono piccoli villaggi, alcuni all’apparenza disabitati, somiglianti ai villaggi messicani che si vedono nei film (l’architettura di alcune chiese è simile). A Tuineje se volete fermatevi, ma non c’è davvero niente di degno di nota, se non fichi d’India e vecchietti fuori da un bar.
Pàjara è invece molto bella: c’è un giardino botanico, con un palmeto ed enormi cactus. La cosa più bella è però la chiesa, dove con qualche cent potrete illuminare il magnifico portale azteco che lascia di stucco: possibile che una piccola chiesa di un paese sperduto in mezzo al nulla contenga una simile bellezza artistica? Nella chiesa c’è anche una bellissima Madonna con il Bambino Gesù, dal viso delicato e soave, che mi ha molto colpito. Cercate di trattenervi dal fare foto e filmini: un cartello all’ingresso vi chiede rispetto per il luogo e per l’opera d’arte che si rovinerebbe con i flash. Molti se ne fregano, ma non fatevi trasportare dai cattivi comportamenti della massa!
Proseguendo per una stradina che si inerpica sulle montagne, divenendo per un lungo tratto molto tortuosa e stretta (massima prudenza alla guida, mi raccomando!!), si giunge a Betancuria, la capitale dell’isola, fondata da Jean de Betancourt da cui prese il nome. Arrivando lì e guardandosi intorno ci si potrebbe domandare perché è questa la capitale e non – che so – Puerto del Rosario che è una città in piena regola: il motivo è che le città della costa erano anticamente più attaccate dai pirati e quindi gli scopritori dell’isola pensarono bene di fissare il loro “quartier generale” nell’interno, dove è difficile arrivare persino per noi moderni! Se la cittadina di Betancuria non offre altro che una bella chiesa (dove si paga 1.50 euro per entrare), è impareggiabile il panorama che si apre davanti agli occhi una volta giunti in cima alla montagna. C’è un punto panoramico segnalato da cartelli stradali che raffigurano una macchina fotografica, da cui si vedono le montagne rosse, l’oceano in lontananza, uccelli solitari che volteggiano nel sole, silenzi sterminati.se avete fortuna potreste incontrare i famigerati scoiattoli: noi purtroppo siamo riusciti a vederne solo due che giocavano sulla strada!
Proseguendo in direzione Llanos de la Concepciòn – Tefìa, siamo arrivati a Puerto de Los Molinos, dove c’è un piccolissimo villaggio diroccato, con pick-up e camper e un ristorante di nome Casa Pon dove potete prendere una bibita fresca o un gelato, ma anche mangiare: abbiamo visto delle enormi paelleras (la padella dove cucinare la paella) che promettevano bene.certo, il luogo non è il massimo dello chic.il mare è pero incomparabile, le grosse onde si infrangono sulle superbe scogliere, vaporizzando schiuma e salsedine. Arrampicandosi lungo la scogliera si può ammirare l’oceano che esplode di profumi e colori e luce. Uno spettacolo che riconcilia con se stessi, davvero.
Tornando indietro siamo passati per Antigua, paesino dove ci sono diversi mulini a vento, splendidi da fotografare nel tramonto.
*Playa de Sotavento de Jandìa: a sud, a pochi chilometri da Costa Calma, si stende una delle spiagge più spettacolari di Fuerteventura. Vi si accede attraverso degli sterrati, girando in direzione Risco del Paso oppure da Boca del Mal Nombre. Attenzione perché il cartello che indica Risco del Paso è poco visibile sulla strada, lo si vede un po’ all’ultimo, ma ci sono delle bandiere blu che sventolano in alto indicando il centro di windsurf che si trova sulla spiaggia di Sotavento. La spiaggia è lunghissima, larghissima, bianchissima, e si crea un effetto particolare: c’è una specie di piccola laguna isolata dall’oceano in cui i principianti imparano ad andare sul windsurf. Il vento qui è un po’ più “fastidioso” che nel resto di Fuerteventura: alza la sabbia pungendo i piedi, motivo per cui è difficile stendersi al sole in riva al mare. Quasi tutti, infatti, si mettono accanto agli arbusti che crescono accanto alle dune, dove si è un po’ più al riparo dal vento e dalla sabbia. Cercate dei sassi per evitare che gli asciugamani volino via! Detto così, potrebbe sembrare una situazione intollerabile, anche io leggendo i racconti di altri prima di partire mi ero immaginata un vento tipo bora triestina, ma in realtà non è così: il vento è gradevole e non ci ha mai creato problemi in tutta la vacanza! Solo a Sotavento ci sono voluti alcuni accorgimenti in più, ma niente di eclatante! Perciò non fatevi spaventare assolutamente dai racconti catastrofici di alcuni, ok?
Da Boca del Mal Nombre, che si trova un po’ più giù di Risco del Paso, si gode una vista impareggiabile: è il luogo ideale per fotografare questa magnifica spiaggia e farsi sballottare dal vento che qui soffia davvero forte, regalando bellissime sensazioni di libertà e leggerezza.
*Jandìa: cittadina turistica, con alberghi, centri commerciali in cui fare shopping, agenzie che organizzano escursioni. Sulla spiaggia si trova un altissimo faro, a cui si arriva attraverso una passerella di legno che passa fra la macchia che cresce spontanea sulle dune.le acque sono limpidissime, la spiaggia è molto grande per cui si può stare tranquilli, senza essere disturbati. La cosa che ci ha molto colpito durante questo viaggio è stata la compostezza dei tedeschi e degli inglesi, cui il turismo nell’isola intera sembra essere dedicato (dappertutto si trovano scritte in tedesco, nei ristoranti molti servono cibi tedeschi e inglesi, gli orari dei pasti negli alberghi rispettano le abitudini nordiche.): a differenza degli italiani, sempre molto confusionari e poco rispettosi dell’ambiente e degli altri che li circondano, erano silenziosi e garbati. C’è anche da dire che molti di loro scelgono Fuerteventura per la possibilità di praticare il nudismo, ma a noi non è capitato di vedere molti di questi nudisti e comunque la cosa non costituisce di per sé un grande imbarazzo.
A Jandìa abbiamo fatto acquisti per i nostri parenti ed amici a prezzi interessanti: oltre alle solite chincaglierie (cammelli-peluche, brocchette, posacenere, mattonelle.) che non ci hanno mai interessato molto, si possono trovare quelli che ci sono sembrati i prodotti più tipici delle Canarie: l’aloe vera (noi abbiamo comprato due creme per il corpo a 4.99 euro), il rum al miele, il formaggio di capra (i cabritos, che si possono incontrare in ogni angolo dell’isola, anche i più impervi e solitari, sono l’animale simbolo di Fuerteventura, raffigurato su adesivi e magliette). I supermercati vendono formaggi confezionati, ma noi abbiamo scovato una queseria artesanal (caseificio) sulla strada che porta a La Pared dove abbiamo comprato un ottimo gofio, sia semicurado che suave (stagionato e dolce). Da leccarsi i baffi!! Anche in Italia è stato molto apprezzato, perciò ve ne consiglio l’acquisto!
Infine a Jandìa potrete trovare agenzie che organizzano le escursioni, tipo il Sub-Cat, un sottomarino-catamarano con il quale vedere i fondali oceanici al prezzo di 54 euro a persona, o il quad safari fino all’American Star, una nave rimasta incagliata vicino alla costa occidentale. Anche i tour operator organizzano queste escursioni, ma vi conviene informarvi sui prezzi: spesso infatti le stesse escursioni si pagano molto meno con le agenzie esterne!
*Playa de Cofete e gli sterrados, esperienza da brividi: un’esperienza indimenticabile è certamente l’aver raggiunto la Playa de Cofete, che si trova a sud, sulla costa occidentale. Proseguendo per Morro Jable, si arriva a un punto in cui la strada asfaltata finisce e comincia lo sterrado. Si potrebbe pensare ad una strada semplicemente non asfaltata, mentre invece lo sterrado è ben più difficile da affrontare! Per arrivare a Playa de Cofete, la strada si inerpica sulla Montaña Aguda (495 m s.l.m.) e arrivati in cima si apre davanti ai vostri occhi un panorama letteralmente mozzafiato: chilometri di spiaggia brumosa, montagne brulle che digradano verso il mare, cactus sperduti nel paesaggio lunare, oceano gonfio di onde.non si riesce a capire dove finirà la strada che avete intrapreso. Da lì comincia il “brutto”: la strada in discesa è molto difficile da percorrere con la macchina, se malauguratamente incrociate un’altra macchina che viene nel verso opposto si rasenta il bordo con la paura di graffiare la carrozzeria contro le rocce o peggio, di rotolare a valle! Sul bordo non c’è alcun tipo di protezione, per cui dovete prestare la massima attenzione alla guida! Senza contare i sassi che si trovano sulla strada, che potrebbero bucare le gomme.Forse con una jeep le cose sono un po’ più facili.noi ci siamo imbarcati in questa impresa con una Seat Ibiza, ma devo alla maestria del mio Amore se siamo riusciti a compierla senza problemi! Sappiate che se deciderete di intraprendere questa strada dovrete percorrerla fino in fondo: dal punto in cui inizia la discesa non c’è alcun modo di fare manovra per tornare indietro! Comunque, arrivati finalmente dopo un totale di una ventina di chilometri di questo sterrado alla spiaggia, le fatiche sono ripagate: un tuffo è d’obbligo nelle grosse onde spumose! L’oceano è una meraviglia, ma è anche molto insidioso: non vi avventurate in bagni troppo audaci, perché le correnti ci mettono un attimo a trasportarvi al largo, a destra, a sinistra, senza contare che non c’è alcun bagnino che vi possa salvare in casi estremi! Sulla costa occidentale il mare è più impetuoso per cui è meglio fare il bagno a riva, mentre sulla costa orientale è un po’ più calmo e quindi ci si può avventurare con maggior sicurezza.
La strada del ritorno, essendo in salita, per fortuna sembra meno paurosa di quella dell’andata, ma comunque bisogna fare molta attenzione alla guida. Sulla strada potrete notare innumerevoli montagnette di sassi: sono fatte dai turisti che vogliono dire “sono stato qui anch’io!!”, lasciare il loro segno, il loro ricordo di quest’isola. Naturalmente non ci siamo sottratti a questo rito e ancora oggi io penso alla mia montagnetta che sta lì, sferzata dai venti e dalla salsedine, a testimonianza della mia felicità di quei giorni.
* Qualche indicazione sui prezzi e altri consigli utili: per noi italiani Fuerteventura riserva prezzi strabilianti. La benzina, 0.76 euro al litro. Una stecca di sigarette, 13 o 14 euro. Una confezione di yogurt, 0.13 euro. La spesa al supermercato, dal quale si esce sorridendo. Avendo la mezza pensione, dopo l’abbondantissima colazione, a pranzo cercavamo di mantenerci leggeri comprando un gelato o un panino. Che gioia vedere che con 1.84 euro mangiavamo due coni gelato, con 3 euro due paninoni integrali con il chorizo (tipico salame spagnolo) e un litro di Pepsi Cola!
In zone come Jandìa o Corralejo ci sono molti negozi che vendono macchine fotografiche, telecamere e altri oggetti di elettronica a prezzi interessanti, ma informatevi prima in Italia quanto costano queste cose per poter fare un giusto confronto e non farvi fregare!
Se affittate una macchina, i prezzi variano a seconda dell’autonoleggio: noi per una Seat Ibiza per 6 giorni abbiamo speso 186 euro da Autos Soto, ma a Jandìa Autos Victoria la dava per qualcosina di meno, mentre la Hertz per qualcosina di più. Se andate in pieno agosto forse è il caso di prenotarla dall’Italia, attraverso il tour operator, fermo restando che noi il 22 agosto non abbiamo avuto grandissimi problemi a noleggiarla in loco. All’autonoleggio vi diranno di non andare sugli sterrati, sulle spiagge, cosa che effettivamente è impossibile a meno che non vogliate perdervi dei posti favolosi. Con un po’ di destrezza al volante gli sterrati più brevi (tipo quello che porta a Sotavento) si possono fare con qualsiasi macchina, mentre quelli molto impegnativi come quello che porta a Cofete metteranno a dura prova la macchina e la vostra abilità di guidatori! Se non volete problemi di alcun genere, affittate una jeep e non pensateci più (portafoglio permettendo), se no vi ripeto, noi con la Seat Ibiza abbiamo girato Fuerteventura in lungo e in largo senza problemi!
Un consiglio per quanto riguarda i guidatori: rispettate le regole del codice stradale, limiti di velocità (il massimo è 90 all’ora ma le strade sono così lunghe e libere che l’acceleratore scappa da solo…), cinture di sicurezza sempre allacciate (105 euro di multa, esperienza diretta di alcuni ragazzi del nostro albergo!!), niente sorpassi sulla striscia continua.La Guardia Civil è appostata per fare controlli e non è affatto indulgente! Perciò attenzione!
Un posto favoloso che mi porterò dentro per sempre. Grazie Amore mio per aver condiviso tutto questo con me.
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