di Ivo Degiovannini –
Passava un vecchio
portava una lanterna.
Passavano delle donne
degli alberi dal ricco fogliame
pecore dal muso nero,
nuvole bianche disputavano l’azzurro al cielo
mentre sotto,
la forza del mare lavorava incessantemente la scogliera
sospinta dal vento che agitava i capelli
lunghi come le gonne a fiori pallidi
inquietante come gli sguardi di vecchi marinai
specchi celesti riempiti di silenzio.
Passavano le case
basse a tinte pastello
avvinte dalla vite rampicante
offrivano orgogliosamente il proprio volto
adornandolo con fiori
poi di nuovo piante, pecore,
mucche rosse come la birra scura,
distese infinite
colline ricoperte di erica e di cardi
mentre intrecciati finemente,
colorati come il tartan,
i pensieri passavano anche loro
vaghi
sospesi alle immagini che si moltiplicavano.
Passavano anche i laghi
stretti e lunghi
specchi per i muri grigi dei castelli,
per le vecchie pietre fredde
che misteriosamente raccontano di battaglie,
di uomini e di donne
che compiono le stesse azioni in ogni tempo.
Passavano le paure
e poi ritornavano avvolte nella nebbia di Edimburgo
per sparire nuovamente
nelle luci fioche dei pub,
li’ dove la nebbia e’ fumo,
dove l’acqua e’ birra
dove si ride e si parla forte
mentre la solitudine annega nel rumore
ed il corpo si dimentica del freddo.
Passavano i palazzi
i simboli reali
e nuovamente le campagne, i fiumi,
i paesaggi che corrono nella testa come cavalli
e si tuffano dalla punta di Cape Wrath
accompagnando sul fondo dell’oceano
le ore riempite dal whisky
dal silenzio agghiacciante degli inverni
per poi tornare a galla e nuotare come foche
alzare la testa al cielo
e volare via assieme ai cormorani
con volo radente
inseguendo altre immagini,
altre stagioni.
Passavano le colline che sembrano montagne
le isole brulle
ed ancora pecore, mucche,
occhi chiari
visi scavati dall’aria pungente
visi gentili dalla pelle chiara,
passavano i cervi
rossi anche loro come la birra scura,
passavano altre nuvole lottando con il sole
il quale illumina con luce viva e forte
lunghi copricapi neri
portati da uomini in marcia con cornamuse in mano.
Passavano anche i suoni
i giochi divertiti dei boscaioli
nelle ore di riposo,
le corse dei bambini
biondi come il grano a fine agosto.
Mischiandosi ai profumi
passavano anche i colori
riflettendosi nei tuoi sguardi,
nei tuoi silenzi e nelle tue parole,
sorridenti oppure assorti
intrisi dell’essenza del tuo io,
presenti come dolci compagni di viaggio
concepiti da cio’ che di questa terra
era gia’ penetrato in noi
sforzandosi di essere discreta
malgrado la sua forza,
la sua selvaggia voce.

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Pubblicato da
Marco

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