di Michele Armenise –
Dal 10 al 12 Luglio.
Premessa:
Mai come quest’anno diventa difficile programmare qualcosa , figuriamoci le vacanze post Covid. Messi a dura prova durante i mesi di quarantena e attesa la pur limitata ripresa estiva, si pensa a fugaci week end o a piccole evasioni estive , che escludono praticamente l’estero e che puntano a mete italiane, covid permettendo.
Ci ha pensato, Il solito Enzo con la sua Compagna Atonia, hanno prenotato anche per me e mia moglie due giorni di pensione completa presso il Villaggio Santa Caterina di Scalea (Cosenza). Ho aderito perché un compagno di viaggio come Enzo, comunque vada, mi fa stare bene.
E’ necessaria una riflessione per considerare “diverso” questo mio diario di viaggio, sia per il contesto eccezionale della pandemia, e sia per la sua breve durata. Sono questi elementi che mettono in crisi il mio concetto di vacanza che necessita di boccate d’aria di paesi esteri o europei. Lo so, l’Italia è il più bel paese al mondo, ma parlo di vacanza che è essenzialmente una questione mentale per ciascuno di noi.
Bene, mi sono sfogato , ora parlerò al meglio del “villaggio pollaio” che è nella mia eccezione è il “villaggio turistico in genere”. Ho sempre cercato di evitarlo , ma quest’anno è andata così in attesa di studiare meglio posti e modalità per una prossima vacanza che consideri nei suoi aspetti evolutivi questa pandemia.
SANTA CATERINA VILLAGE : SCALEA (Cosenza) Il Santa Caterina village è una struttura a quattro stelle, è un grande complesso formato da due blocchi di edifici. Collegati tra loro attraverso un tunnel sotterraneo che abbiamo scoperto alla fine del soggiorno, che ti evita di attraversare la strada che ti porta al centro di Scalea. La struttura dista poco dalla Torre Talao, simbolo di Scalea.
Che altro dire agli amanti dei villaggi, qui troveranno di tutto da un parco acquatico per grandi e piccoli ai campi da tennis, bocce calcetto ecc. Le stanze che ci hanno assegnato sono il massimo del Confort, vista mare, il pacchetto che ha acquistato Enzo , offre per coppia, la pensione completa più ombrellone e due sdraio sulla spiaggia , animazione ecc. tutto al prezzo conveniente di 230 euro.
VENERDI 10 Luglio (Bari- Scalea) Partiamo alle 11 con l’auto di Enzo per Scalea sulla costa calabra del tirreno, prendiamo la nuova strada Bari – Matera, da poco completata a quattro corsie che evita paesi e scorre veloce, per arrivare alla statale Sinnica vicino Potenza per poi proseguire fino a Lauria. Qui ci fermiamo sulla strada verso le 14 ad un Hotel Ristorante San Domenico, una struttura confortevole dove non ci sono altre persone e il proprietario ci accoglie in modo ospitale preparandoci un ottimo antipasto locale di salumi formaggi con i caratteristici peperoni fritti…e dei primi particolari della zona, un Po’ di frutta un buon caffè e poi si riparte alla ricerca della autostrada Salerno- Reggio Calabria . Dopo articolati tornanti, frutto delle congiunzioni astrali di ben tre navigatori a bordo ovviamente sbagliamo strada.
Arrivo nella struttura
Verso le 17 finalmente a Scalea, la struttura è un mega complesso con una spiaggia adiacente di sabbia e ciottoli, con l’acqua che subito diviene alta, non idonea per i bambini che trovano più sicura la loro piscina con giochi acquatici. All’ingresso, una serie di accorgimenti dovuti alla pandemia,(indicazioni e detergenti) una fila di ospiti come noi , in attesa dell’alloggio, rigorosamente distanziati con la mascherina. La struttura ha circa 400 stanze sono tanti gli arrivi dal venerdi alla domenica che molto probabilmente hanno usufruito del conveniente pacchetto di fine settimana. Rinfrescati e indossati i costumi da bagno scendiamo per un un breve giro di ricognizione verso la spiaggia cercando gli ombrelloni e le sdraio assegnati. Noto una certa difficoltà nella gestione degli arrivi, il bagnino ci assegna posti distanti perché il nostro è occupato da altri bagnanti. Risolviamo la questione su suggerimento dello stesso bagnino. Fa caldo sono circa le 19 e finalmente il mio primo bagno della stagione Covid, addirittura nel Tirreno, tradendo la consuetudine dell’ adriatico, fin da giugno è il mio mare. la spiaggia non è affollata e l’acqua anche se un po’ torbida è calda. Ci troviamo nel golfo di Policastro nel basso tirreno dove si susseguono località di mare che avevo già visto anni fa, a sud Tropea a nord il golfo di Policastro che unisce tre regioni la Calabria, la Basilicata e la Campania con uno spettacoloso panorama montagnoso che con le sue nuvolaggini mi ricordano che siamo alle pendici del Pollino e del Cilento
Mentre faccio il bagno mi vengono in mente i ricordi di quando giovani con i bambini piccoli andavamo alla ricerca di un campeggio fin dal mese di maggio, per le vacanze in agosto: lo trovammo a Marina di Camerota , era bellissimo a gradoni fioriti sul mare, di fronte con un isolotto incantevole. Fu la peggiore vacanza di agosto…esperienza da dimenticare per la calca della gente, l’acqua sporca del mare e i servizi igienici pessimi in quel mese di agosto 80.
Alle 20,30 Pronti per la cena con la mascherina, misurata la temperatura, ci viene assegnato un tavolo; una evidente disorganizzazione dovuta al numero delle presenze e alle varie maestranze occasionali- ci porta qualche disguido come per l’ombrellone.
Tre sono le postazioni al self service, qui vengono serviti i piatti senza vassoi che porteremo con accortezza ai tavoli. Il mangiare è abbondante, la qualità è quella suggerita dall’alto numero delle persone pertanto una cucina non proprio casalinga, ci sta visto il prezzo complessivo del pacchetto. Dopo cena una discreta animazione intrattiene la gente con spettacoli per i bimbi poi per gli adulti per poi finire con balli di gruppo fino alle 12,30. Più o meno l’ora in cui ce ne andremo per r riposare nelle nostre stanze fronte mare.
SABATO 11 luglio (scalea-spiaggia-torreTalao) Dopo colazione, altro bagno e giochi all’aperto. Partecipiamo al gioco del far west , Enzo “la balla di fieno (la sua pancia permette più della mia, io faccio il cattivo. Ci prestiamo volentieri a queste sceneggiature improvvisate, amiamo la compagnia e il divertimento, questi ragazzi dell’animazione vanno aiutati. Qui le mascherine sono saltate e il distanziamento era del tutto occasionale e volontario.
Spiaggia di scalea alle 8 del mattino qui il distanziamento non serve …poi diventa altra cosa più tardi.Ritornati in stanza, una buona doccia e quidi come bravi e solerti scolaretti in fila con la mascherina per il pranzo .
il bagno, i pranzi in coda, il ballo di gruppo, diciamo che non ci siamo fatti mancare niente.
Ora però ho bisogno di “respirare”.
SCALEA
Ho visto sul telefonino che il simbolo di questa cittadina che conta circa 10.000 abitanti (in agosto ne fa 200.000) è la torre di Talao, è a 400 metri dal villaggio. Seguiamo la strada che va in città ed incontriamo FRANCO un giovane sui 30 anni che fa il volontario al gabbiotto info Point di Scalea ai piedi della torre…. un vero personaggio: Fa di tutto, da guardiano della torre a cicerone a divulgatore di informazioni svolge con inaudita passione il suo lavoro alla fine della visita, gratuita , lasci a tuo buon cuore una mancia, lui non chiede. Mi sembra arrivato il momento giusto per vedere ed ascoltare un po’ la storia di Scalea attraverso la visita della torre. Questa Fu eretta su uno scoglio nel 1500 per volere del re Carlo V contro le razzie turche e saracene, il mare in seguito si è ritirato unendola alla terra ferma. La mitologia raccontata da Franco fa riferimento a Enea e Ulisse che vi sostarono , qui fu eretto l’oracolo di Dracone, un luogo discusso per gli aspetti esoterici derivanti dalle rituali cerimonie del suo ultimo proprietario (si tenevano festini) ora è proprietà comunale . Qui c’era una fonte di acqua sulfurea, poi sotterrata, inoltre sotto la torre vi sono caverne dell’epoca paleolitica dove sono stati trovati i resti di animali e ossa risalenti all’epoca. Nella piana vi sono le case moderne che hanno avuto nel 60 la loro massima espansione con l’avvento del turismo. Franco ci parla dell’importanza di Scalea nel medioevo e del suo porto , qui è nato l’ammiraglio Lauria, fu nell’antichità terra degli enotri nel 600 a.c. che fondarono la città di Laos sulle alture del fiume Lao, poi colonia romana lavinium , poi il suo nucleo vero e proprio nacque con i longobardi ai piedi dei castello dove costruirono una rocca che prese il nome di scalea .
Dalla torre si vede tutta scalea vecchia medioevale, costruita ai piedi del castello normanno che è arrancata sul suo pendio si intravede il palazzo dei principi Spinelli, la torre Cimalonga la chiesa della Madonna del Carmine e quella di san Nicola. Potrebbe stare ore ed ore a spiegarci la storia delle origini e quella dei monumenti , ma ci sono altre visite e noi non vogliamo approfittare troppo della disponibilità di Franco, quindi scendiamo dalla torre e dopo avergli lasciato una lauta mancia, veniamo calorosamente salutati ed imbottiti di cataloghi illustrativi.
Abbiamo lasciato l’auto al parcheggio e ci addentriamo verso l’isola pedonale di scalea ovvero il punto centrale del passeggio dove ci sono alcuni bar e negozi. E’ l’ora di un aperitivo prima della cena che ci aspetta al villaggio quindi ci fermiamo per uno sprizz seduti al fresco di un venticello gradevole che mi ha fatto dimenticare le mie remore sui villaggi.
Qualche piccola compera ai negozietti , poi il ritorno per la cena dove le persone ormai sono centinaia. Alla sera incontro con una coppia di giovani baresi e poi il solito spettacolo di ballo di gruppo , assistiamo tra una grappa e l’altra . Qualche balletto anche per noi e poi si rientra in camera al solito orario.
DOMENICA12 luglio
Oggi si parte dopo pranzo, le stanze le lasciamo libere entro le 10. Al mattino quando la spiaggia è deserta io e Menica ci tuffiamo per l’ultimo bagno a Scalea, non ci sono assembramenti l’acqua è pulita il mare tranquillo.
Dopo aver lasciato le stanze e caricate le valigie in macchina decidiamo per una una passeggiata nel centro storico di Scalea, prima però un salto ad un negozio locale dove Tonia acquista le “anduie” tipico salume calabrese spalmabile composto da parti poco nobili del maiale con sale e peperoncino piccante. Ci avviamo veso la biblioteca comunale che troviamo rigorosamente chiusa, passando dal palazzo spinelli e scorgendo la chiesa di san Nicola, e quella della madonna del Carmine. Sosta al belvedere dove ammiriamo il panorama e la marina di scalea ed infine ci sediamo al bar della piazzetta per il solito aperitivo. Menica ha visto che nel centro storico ci sono molti vendesi “chissà’’.
Rientrati nella struttura ci attende l’ultima coda e il pranzo di addio che cerchiamo di smaltire con un buon caffè. Dopo la partenza : questa volta senza sbagliare strada e nel giro di 3 ore siamo alla nostre case.
Conclusioni:
Il pacchetto:
E’ stato un buon week-end, rapporto qualità prezzo ok, purtroppo rientrano in questo le lacune che una affluenza eccessiva arreca ai servizi e alla sicurezza covid. Personale poco professionale.
Scalea :
Come è solito alla fine di ogni viaggio, breve o lungo che sia, finisco sempre con il desiderio di ritornarci. No certamente per il villaggio e il suo conveniente pacchetto, ma sono incuriosito per la stessa natura di questo paese che grazie a Franco ho scoperto. Nelle poche occasioni che ho avuto, parlando con la gente del posto, ho notato dal loro accento e modo di fare una propensione ad una loro specifica appartenenza, non si sentono calabresi o basilischi o campani ma semplicemente scalioti, una indole aperta e buona che ama la tranquillità divisa tra mare e monti. Una felice scoperta, gente genuina e non contaminata nonostante il turismo di massa. Questa mia felice impressione va verificata sul posto con una più duratura permanenza, anche se alcuni aspetti della vita politica come il commissariamento comunale non mi lasciano incantato. La prossima volta cercherò di fare tappa anche sul pollino penso nel periodo di ottobre dove le sagre delle castagne sono regine.
Equipaggio con auto: Michele-Menica-Enzo-Tonia.
Costi in euro per due persone
230 vitto e alloggio 2gg (pacchetto all inclusive)
100 extra
20 gasolio a coppia
Totale 350 euro a coppia.
Racconto di Michele Armenise