di Gina Camboni –
Sono le ore 13:00 quando l’ aereo della Sky Europe sguscia dalla coltre nuvolosa che sovrasta la città. Sono a Praga, teatro e sfondo della mia storia d’amore ormai finita. Atmosfere dimenticate di un tempo passato, inaspettatamente mi ritornano in mente, mentre mi trovo al centro di una città dove è facile perdere se stessi, è facile dimenticare il resto della propria vita, indugiare a gustare l’istante che ti avvolge e ti lusinga. Amo Praga per quel suo essere così intima e romantica, magica e sognante. A Praga si va a piedi, e su questo non c’è alcun dubbio. Un po’ perché la città non è tanto grande da non permetterti di farlo, un po’ perché altrimenti non si assapora il valore del tempo.
E’ curioso, forse il segno dei tempi, osservare il misto d’ insegne, colori e profumi e ragazzi con l’ ipod nella piazza dei grandi eventi della Repubblica Ceca: Piazza Venceslao. Nel ’68 sfilavano studenti e intellettuali, dopo arrivavano i tank dell’ armata rossa per soffocare la “primavera di Praga”, Jan Palach, giovane studente di filosofia si dava fuoco per protestare contro l’ invasione sovietica. Camminando per il lungo viale, pieno di negozi e fast food, Stare Mesto è vicina…
Sono tutti con il naso all’ insù, curiosi di vedere allo scoccare dell’ ora la “morte” che ruota la clessidra e i dodici apostoli che sfilano. AI bordi dell’orologio, infatti quattro figure simboleggiano le preoccupazioni dell’uomo medievale: la Vanità, la Cupidigia, la Morte e il Turco (la lussuria). Mentre quelle sottostanti riproducono l’Angelo, il Filosofo, l’Astronomo e il Redattore. Allo scoccare di ogni ora, dalle 8 alle 21, le figure si animano e danno vita ad una rappresentazione. La Morte, impersonata da uno scheletro,suona una campana e capovolge la clessidra che tiene nella mano sinistra. Dalle due porticine sovrastanti il quadrante maggiore appare un corteo di Apostoli (guidati da San Paolo), che chinano il capo verso il pubblico e rientrano. Fa la sua comparsa il Turco,che scuote la testa come a volersi sottrarre alla morte. Allora il Gallo sbatte le ali e canta e l’orologio batte le ore, segnando così la fine dello spettacolo. Veramente un capolavoro ed uno spettacolo nello spettacolo.
Verso Nove Mesto…
La piazza del Municipio (Staromestkè Namesti), cuore della città vecchia pullula di gente alle prime ore del mattino. Artisti di strada preparano strumenti e banchetti, la direzione obbligata per andare al Castello è strada Karlova. Una via stretta e molto caratteristica, passaggio naturale per i turisti perché collega la città Vecchia al ponte Carlo, quindi al quartiere Mala Strana.
Passeggio insieme a una fiumana di gente, a intervalli mi fermo nei negozi tutti uguali e con la stessa merce agli stessi prezzi, guardo matriosche, osservo le streghe che urlano al mio battere le mani, mi stupisco nel vedere vetrine di Swarovsky e cristalleria boema di lusso, quando un mandicante inginocchiato e chino verso terra non guarda che in basso. Per altre strade ne vedo altri, prostrati e con lo sguardo rivolto al suolo e non fatico a trovare nessi di relazione tra l’eccesso e il nulla. Ed è presto Ponte Carlo.
Karluv Most, il ponte di pietra in stile gotico che collega la città vecchia con Mala Strana, edificato durante il regno di Carlo IV.
Mi trovo quindi nei pressi di un luogo simbolo di Praga a osservare il fiume Moldava che si contorce per la città e ammirare il Castello illuminato che domina l’ intera area e con la sua imponenza sembra proteggere e donare sicurezza a tutto il quartiere sottostante Artisti di strada e bancarelle animano il ponte con musica e colori, improvvisazioni, quadri e ritratti. Si vede una coppia baciarsi all’aria umida sotto le statue barocche e al fascino dell’ intero paesaggio si aggiunge quel tocco romantico che sottrae i pensieri ai ricordi .
Venirci di buon ora al mattino resta l’ unico momento di silenzio e solitudine, quando è più facile vedere l’ alba lattiginosa che si dissolve ai riflessi del nuovo giorno.
…Malà Strana è la “città piccola”, denominata in questo modo quando nel 1300 gli abitanti si trasferirono a Nove Mesto, il quartiere nuovo. La strada principale porta in salita verso il Castello, monumento principale di Praga. Edificato nel l’ 880, ha conosciuto il suo massimo splendore durante il regno di Carlo IV quando divenne sede del Sacro romano impero.
Anche qui negozi e turisti fanno da scenografia a un quartiere che ha fatto dell’ immobilità urbanistica un punto di forza. Non si vedono auto, nelle stradine e nei vicoli solo poche persone e per di più praghesi, come di consuetudine diffidenti allo sguardo curioso e alla frenesia di chi attraversa la città solo per qualche giorno.
Malà Strana è più bella all’ imbrunire; meno voci e ritmi lenti, aromi sfusi nell’ aria davanti a piccoli ristoranti , giovani coppie unite per mano, locande dove si beve birra e si devono buonissime cioccolate. Ma io conosco anche un’altra Praga. Forse quella piu vera, meno fotografata, meno conosciuta, meno violata.
Praga centro, quella viva e pimpante presa d’ assalto dai turisti, quella dove la storia e l’ arte fanno da sfondo ai suoi simboli principali, è diversa dalla città che si estende per lunghe strade diritte e i quartieri popolari, dove si vedono ancora palazzoni squadrati in architetture essenziali e senza colori, edificati ai tempi del comunismo. Non si vede lusso, nemmeno vetrine eleganti, la gente appare seria e presa in abitudini consunte, emerge in forme più evidenti il modo brusco e diffidente dei praghesi ; evidentemente mezzo secolo di influenza sovietica, insieme alle numerose occupazioni precedenti, hanno formato un carattere così schivo. Qui si vive la quotidianità tra le contraddizioni della nuova economia , l’ incertezza sul futuro e l’ orgoglio della propria identità.
Se si attraversa la città, una visita richiede senz’ altro il vecchio quartiere ebraico e i due simboli più significativi: la sinagoga e il cimitero ebraico. Anche in questi luoghi la storia si traduce in memorie che riportano a guerre, sopraffazioni, ingiustizie, alle feroci passioni e alla speranza indomita di dialogo e di pace.
Le strade dividono case signorili, stile gotico, barocco e liberty si mescolano in tratti di eleganza e sobrietà, appare una zona molto interessante dall’ aria colta; Praga di giorno e di notte è sempre viva, con orde di turisti che affollano ogni luogo.
E’ una bella sensazione, uscire per le stesse strade dove Jan Palach sognava un mondo migliore e osservare giovani che si amano per la via.
Praga con lo sfondo in lontananza del Castello, le leggende e i misteri, la sua bellezza straordinaria, con il suo carattere schivo e riservato, rimane romantica per questo suo modo di offrire una dimensione unica a coloro che si amano da sempre, per un solo giorno o solo per qualche ora.
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Che dire? linguaggio maturo, forte, emotivo, evocativo, sognante, a tratti musicale e a tratti nostalgico. Vorrei la sfera di cristallo della magia superiore per cogliere almeno un frammento del tuo volto e del tuo sorriso. E, soprattutto, della tua anima. La coscienza è andata un poco a spasso, tra nuvole rosa e uccelli del paradiso. Ma ritornerà, a sogno avvenuto.
Se farai un cenno, anche uno solo, mi sentirò appagato di aver regalato un istante di eternità alle tue parole, “Anig, che lo specchio rifrange sul tuo nome…