Europa

Racconto tragicomico del nostro viaggio in Inghilterra del sud

di Luca Ariati e Silvia Minarelli –
Ci alziamo all’alba per andare all’aeroporto, il nostro volo diretto a Londra Gatwich parte alle 6e55..da Bologna e dopo una lunga fila per fare il check-in ( era aperto solo uno sportello per la British per imbarcare minimo 50 persone.) ci ritroviamo finalmente sull’aereo che ci sta portando verso l’Inghilterra, dove stiamo per intraprendere il primo viaggio on the road della nostra vita! I protagonisti di questa fantastica avventura siamo, io ( Silvia) ovvero una pazza, sognatrice e forse (chissà un giorno) scrittrice e Luca, il mio fotografo computerizzato, che per questo viaggio si è portato dietro un kit fotografico che peserà 5 chili.ma ne è davvero valsa la pena.

Atterrati a Londra ci rechiamo subito alla Hertz per ritirare la mitica macchina, che ci avrebbe dovuto accompagnare per tutto il viaggio, avevamo prenotato via internet un’utilitaria la più economica, e qui ci troviamo appunto davanti ai primi problemi.

Riusciamo a capire dall’impiegata della Hertz (e non con poca difficoltà) che per qualche disguido la nostra auto economica non è disponibile, è stata data a qualcun altro..(la poveretta urlava concitata con un collega “the car is not here!”) così dopo una lunga, lunga attesa riescono comunque a rimediarci una macchina, e meraviglia delle meraviglie quando ci troviamo davanti ad una New Beettle! Non possiamo credere che sia capitato proprio a noi, siamo al settimo cielo, saliamo a bordo del maggiolone ancora increduli e ci buttiamo subito in autostrada verso la nostra prima tappa: Brighton.

Fortunatamente Luca si adatta quasi subito alla guida a sinistra e riusciamo ad arrivare a destinazione senza troppi intoppi.

Arrivati alle porte di Brighton si respira già aria di mare, siamo fortunati che oggi è anche una bella giornata di sole, se non fosse per le deliziose casette in stile inglese, che costeggiano la strada, sembrerebbe quasi di essere a Riccione..

Ovviamente, come capita sempre a noi, non conoscendo il posto finisce che parcheggiamo a duecento chilometri dal centro città e ci facciamo una bella camminata prima di riuscire ad arrivare al famoso molo, una costruzione bianca in legno con all’interno una sorta di luna park, sul momento ci fa l’effetto di uno di quei posti da telefilm americano..

Acchiappiamo le due porzioni di fish and chips più unte di tutto il viaggio e ci sediamo finalmente ad ammirare questa versione di mare molto british, fatta di sdrai a righe ordinati, bianche signore con cappelli enormi e studenti universitari. Dopo esserci rifocillati continuiamo la nostra visita e ci dirigiamo verso una stramba struttura chiamata Royal Pavilion, una palazzo di stile indiano, all’interno del quale si trovano museo e biblioteca.

Continuiamo a girovagare per Brighton senza una meta specifica fino all’ora in cui dobbiamo ripartire per Winchester dove abbiamo prenotato il Willow cottage per la notte.

Arrivati Cassington, vicino a Winchester non riusciamo a trovare il bed and breakfast perché si trova in una strada senza numeri civici, dove le case sono distinte tra loro solo dai nomi dei vari cottage, facciamo il giro due volte senza successo e alla fine decidiamo di chiedere informazioni ad una signora mooolto anziana, che sta seduta nel giardino di casa sua.

Solo il vederla alzare per cercare di venire verso di noi.ci fa subito pentire di averla disturbata..alla fine non riuscendo più di tanto ci intima di andare noi da lei.per poi dirci che non sa dov’è il Willow.

Quando a forza di vagare riusciamo a trovarlo ( era di fianco a noi ma, la scritta Willow cottage è praticamente sommersa di piante..) ci sembra di essere su un altro pianeta, la casa è un piccolo posticino idilliaco, tutto arredato in legno bianco e pieno di tutti quei gingilli che fanno molto casa.

La proprietaria poi è molto accogliente e ci accompagna alla nostra camera che è molto carina e pulita, negli armadi troviamo veramente un po’ di tutto.anche delle racchette per il volano, la nostra finestra poi si affaccia su un bellissimo giardino, ovviamente curatissimo. Ormai essendo già sera decidiamo di andare a fare un giretto a Winchester per vedere almeno la famosa cattedrale, che purtroppo quando arriviamo è già chiusa e possiamo vedere solo da fuori, peccato! La cittadina alle otto di sera è abbastanza deserta cerchiamo un posto per mangiare e ci imbuchiamo in un localino che da fuori sembrava pseudo italiano ma, ci rifila dei crostini minuscoli a caro prezzo, quindi esaurito il nostro budget per la cena torniamo al cottage affamati e distrutti.

4 AGOSTO 2007: ISOLA DI WIGHT

Partiamo di buon mattino, dopo esser stati rimpinzati dalla gentilissima signora, che ci ha preparato la colazione all’inglese che passerà alla storia come la più buona di tutto il viaggio, e ci dirigiamo verso l’isola di Wight, ci aspetta alle 9 e 30 il traghetto, fortunatamente il tempo ci assiste, c’è ancora un bel sole, pare che anche oggi, come ieri avremo bisogno della crema solare, penso che saremo le uniche persone che siano mai riuscite a bruciarsi in Inghilterra.

Il viaggio in traghetto è tranquillo, noi, recuperato il maggiolo, tocchiamo terra e iniziamo il giro dell’isola, che è abbastanza piccola ed in una giornata si riesce a percorrere interamente.

Dopo aver attraversato varie cittadine arriviamo in una località piuttosto turistica chiamata Alum Bay, si tratta di una baia caratterizzata da enormi e suggestivi scogli bianchi visibili dalla spiaggia, di fronte ai quali c’è il faro.

Scendiamo fino alla spiaggia di sassi con una seggiovia(ovviamente a
pagamento) ed io mi accascio un po’ sulle rocce rese calde dal sole ad ammirare lo splendido paesaggio mentre Luca fa foto a volontà, c’è anche la possibilità di fare un tour in barca (sempre a pagamento) per poter ammirare più da vicino le scogliere ma, decidiamo di non farla, cosa della quale ci pentiremo amaramente in seguito…

Si sta veramente bene, la giornata è limpidissima ma, noi dobbiamo assolutamente proseguire e lasciare la baia, così continuiamo il nostro giro dell’isola sempre costeggiando la costa dove poco dopo ci imbattiamo in una località chiamata Freshwater, dove si trova un’altra scogliera da cui si possono ammirare panorami bellissimi. Dopo aver fatto qualche foto anche lì ripartiamo verso la cittadina di Shanklin famosa per i suoi tetti caratteristici fatti di paglia.

Shanklin è una cittadina carina, ma la sua unica caratteristica sono appunto i tetti di paglia per cui non ci perdiamo più di tanto tempo e ci dirigiamo verso la nostra ultima tappa sull’isola, Ryde.

Arrivati a Ryde ci mettiamo subito in cerca del bed and breakfast, che abbiamo prenotato, e ci infiliamo in una serie infinita di stradine in salita e sensi unici, che ci fanno rifare lo stesso giro cinque volte prima di imboccare quella giusta. Il bed and breakfast non è niente di che, ci accoglie una donna con prole saltellante al seguito, che ci segue fino alla nostra stanza.

Rifocillati ce ne andiamo a fare un giro per Ryde, ormai è sera ci incamminiamo sul lungo mare e c’è una splendida bassa marea mentre tramonta il sole, mi vien quasi voglia di togliermi le scarpe e camminare a piedi nudi sulla sabbia..


5 AGOSTO 2007: PLYMOUTH, LAND’S END, ST.IVES

Stamattina ci alziamo veramente all’alba perchè la nave per tornare sulla terra ferma ci aspetta alle 8e30, ci vestiamo in fretta, carichiamo il maggiolone e alle 8 meno dieci siamo già in fila per la colazione, questa volta ci toccano anche i fagioli ed il pesce fritto.

Saliamo in macchina accompagnati da una nauseabonda pesantezza di stomaco e partiamo per la Cornovaglia.

Accompagnati ancora da un bel sole partiamo carichi verso la città di Plymouth dove arriviamo dopo parecchie ore tutti trafelati a causa di ben due incidenti incontrati sul nostro cammino.

La città sembra molto moderna ma, non abbiamo tempo per fermarci per cui cerchiamo indicazioni per il faro, la famosa torre di Smeaton, e la cosa assurda ed incredibile è che non ce ne sono! Da nessuna parte! Cominciamo a girare come delle trottole nel traffico quando alla fine ci decidiamo a chiedere informazioni (peccato che dal modo in cui pronunciamo Smeaton nessuno capisce dov’è che vogliamo andare.) Alla fine una signora ha un’illuminazione e dice :”Ahhh Smeaton!” e ci indica dove andare, questo benedetto faro è abbarbicato su una collinetta, e quando finalmente ci arriviamo un sorriso sbilenco si accartoccia sul nostro viso! Il faro oggi è chiuso e non si può visitare e tutt’intorno c’è parco con tanta gente che sembra di essere il 15 d’agosto su una spiaggia della riviera! La vista sul mare e le scogliere è bella, peccato per il solito luna park che ci hanno costruito dietro…

Ma noi siamo in ritardo per cui ripartiamo subito per Land’s End, uno dei punti più belli della Cornovaglia.

Questa volta il tragitto è più breve ma, abbandonata l’autostrada la strada per Land’s End è tutta in salita e per di più come spesso succede in Inghilterra..comincia a piovere..ma noi non ci scoraggiamo rincuorati dalle meraviglie che abbiamo letto sul posto che stiamo andando a visitare. Arrivati a Land’s End son le già le 5 e mezza di sera ma, almeno ha smesso di piovere e per di più siamo fortunati non c’è nessuno e non dobbiamo pagare neanche il parcheggio ma, la cosa veramente stupenda che ci troviamo davanti è questo posto! Scogliere scavate dal mare ed enormi scogli battuti dalle onde, ci troviamo nella punta più estrema del paese, dopo di che c’è solo l’oceano.e questo rende questo posto ancora più suggestivo, ci incamminiamo per il sentiero e non riusciamo a non fermarci ogni due metri per fotografare ed ammirare estasiati questa meraviglia della natura.

Ci fermiamo a Land’s End il più possibile un po’ rammaricati di essere arrivati così tardi, per aver inseguito un faro, questo posto meritava una giornata intera!

Quando ormai non possiamo proprio più trattenerci, ormai hanno chiuso anche i negozi di souvenir, ci avviamo verso St Ives, dove abbiamo prenotato una camera alla Stennak House, un carinissimo bed and breakfast, dove ci accoglie la solita famigliola, con il tipico cane cavallo, che però è innocuo. La nostra stanza comunque è veramente carina e confortevole, andiamo a mangiare a St.Ives che è un paesino tutto in salita ma, molto caratteristico, e la gente è molto gentile, basti pensare che mentre parcheggiavamo due ragazzi che stavano andando via sono venuti da noi a regalarci il loro biglietto del parcheggio ancora valido! Il centro di St.Ives è molto affollato nonostante continui ad essere molto nuvoloso, infatti non riusciamo a trovare un posto dove mangiare, sono tutti pieni! Alla fine optiamo per un’economica pizza da asporto mangiata sulle panchine di fronte al mare, sarebbe tutto perfetto se non ci fossero i gabbiani che puntano le nostre pizze e non stesse arrivando un temporale.

6 AGOSTO 2007: TINTAGEL, OXFORD.

La mattina dopo partiamo per Tintagel, siamo un po’ dispiaciuti di lasciare questi luoghi che ci sono piaciuti tanto e anche la Stennak House è stata una bella sorpresa, anche se abbiamo dovuto dividere il bagno con altri ospiti, si respira veramente un’atmosfera accogliente e famigliare, ci rincuora solo il pensiero di quello che ci aspetta ancora.

La strada che percorriamo è parecchio tortuosa, stradine strette, in salita e costeggiate da alberi fitti fitti, che in alcuni punti addirittura s’intrecciano fra loro anche sopra le nostre teste formando delle specie di tunnel di foglie, quando ad un certo punto dalla cima cominciamo ad intravedere il mare di un blu acceso grazie al sole splendente di oggi, seguiamo quella direzione finchè arriviamo al mitico paesino di Tintagel. La località è ovviamente molto turistica, Re Artù, Merlino e Avalon la fanno da padroni nei negozietti di souvenir che si susseguono sulla strada principale, non ci badiamo e dopo aver lasciato il maggiolone nel parcheggio a pagamento ci dirigiamo verso l’ingresso di questo meraviglioso parco naturale sulle cui colline, appunto si narra, si ergesse il castello di re Artù.

La strada è in discesa ma, al ritorno sarà una salita pazzesca, arriviamo alla biglietteria, si pagano quattro sterline per entrare, ma ne vale veramente la pena, c’è una parte della riserva che non è a pagamento ma, ci sono dei cartelli poco rassicuranti con scritto che in quella zona si va dentro a proprio rischio e pericolo per via delle ripide scogliere.

Quindi c’incamminiamo nella parte consigliata, dove tutte queste rocce enormi ed isolotti sono collegati fra loro con delle grandi scale in legno, in alcuni punti davvero ripide, è meglio non guardare giù.ma, quando arriviamo in cima lo spettacolo che si apre davanti ai nostri occhi è semplicemente meraviglioso! La giornata è limpidissima ed il mare è di un blu assurdo, scogliere ricoperte di erba verde si susseguono a rocce brulle dalle forme più strane, c’è n’è una che sembra la zampa di un cane..Sembrerebbe di essere in montagna se non fosse per questo mare ed i gabbiani che passano sopra le nostre teste. Percorrendo tutto il percorso guidato si arriva ad un punto che sarebbe, teoricamente, la grotta di Merlino.

Cerchiamo di restare in questo paradiso della Cornovaglia il più possibile ma, a mezza giornata ce ne dobbiamo andare perché dobbiamo arrivare ad Oxford entro sera. Se avessimo saputo che cosa ci aspettava in Cornovaglia avremmo sicuramente preso qualche giorno in più per stare qui speriamo un giorno di poter ritornare.

Il tragitto fra Tintagel ed Oxford è parecchio lungo, arriviamo nel tardo pomeriggio al nostro bed and breakfast, che poi è un hotel, si chiama Cequers Inn, non sarà caratteristico come gli affittacamere dove abbiamo soggiornato sino ad ora ma, le camere sono molto belle e confortevoli, ci voleva davvero, nel bagno c’è anche una meravigliosa vasca da bagno, non mi sembra vero.

Dopo esserci risposati andiamo a fare un giretto serale ad Oxford, siamo già stati una volta in questa città per cui, questa sarà una visita abbastanza veloce, passiamo più volte davanti alla famosa torre Carfax, nel centro citta, mentre cerchiamo un posto dove poter mangiare allo stremo della fame, scopriamo per la prima volta “Pizza hot”! Una catena di pizzerie, che delle nostre pizzerie non ha nulla, però si mangia sempre meglio che al fast food, la pizza è buona anche se un po’ pesantuccia, alla terza fetta è steso anche Luca, che di solito..

Oxford comunque ci rinnova nella memoria il suo fascino di città universitaria, gironzolare per le sue stradine senza una meta precisa è quello che ci serviva dopo le tappe frenetiche dei giorni scorsi.

7 AGOSTO 2007: CAMBRIDGE

Dopo una colazione abbondantissima (abbiamo spazzato via a velocità supersonica i toast che ci erano stati portati pensando che ci fossero solo quelli, quando il proprietario si presenta di nuovo con salsicce e uova) che al Chequers Inn ci viene servita all’interno di un pub sottostante le camere, partiamo per Cambridge. Ci vogliono circa un paio d’ore, partiamo di buon mattino perché vogliamo arrivare presto a Cambridge, dove non siamo mai stati, c’è un solo problema: avevamo scritto una mail da casa al bed and breakfast, dicendo che saremmo arrivati li per le quattro del pomeriggio e invece ci presentiamo prima di mezzogiorno..

Ci apre la porta, infatti, la seccata padrona del posto, una tale Athena (nome peraltro molto inglese.) che ci fa notare il fatto molto infastidita..non mi sembra poi un gran problema, però lei insiste..in ogni caso il bed and breakfast non mi piace per niente è molto scuro e la camera veramente brutta e oltretutto non è affatto a dieci minuti da Cambridge, come era scritto sul sito ma, ci vuole almeno una mezz’ora! Che roba!

C’incamminiamo quindi verso il centro cittadino, che è comunque abbastanza piccolino per cui riusciamo a girarlo tutto in poco tempo, camminiamo costeggiando il fiume Cam che attraversa la cittadina, e incontriamo parecchi studenti che ci chiedono se vogliamo fare un giro in barca sul fiume, che qui è una cosa molto caratteristica ma, preferiamo continuare a piedi attraverso il parco, dal quale si passa in mezzo a parecchi college, che ci sembrano tutti così austeri, decidiamo di visitarne uno e ne ho la conferma.

Mi piace l’aria cosmopolita e giovane che si respira in questa cittadina universitaria, continuiamo a girare a zonzo che poi è la cosa che mi piace di più fare per visitare una città piuttosto che stare tutto il tempo nei musei, e all’ora di cena ci fermiamo in uno degli immancabili “Pizza Hot”, ormai siamo stati catturati, e ci riempiamo di pizza fino a scoppiare, pronti per la iper camminata che ci aspetta per tornare al Bed and Breakfast, dove arriviamo distrutti.

8 AGOSTO: LEEDS, DOVER.

La colazione al Bed and Breakfast è continentale e non ci soddisfa più di tanto.lasciamo Cambridge e ci dirigiamo verso Leeds dove vogliamo visitare il famoso castello. Il viaggio prosegue senza intoppi, fino a quando arriviamo nei pressi del castello dove troviamo la coda di turisti che come noi sono arrivati qui, ci sono anche delle scolaresche e il biglietto è piuttosto caro ma, devo dire che il castello è molto bello, soprattutto per chi, come me, piace vedere gli arredamenti tipici dell’epoca.

All’interno si può visitare anche la sala in cui si riunirono alcuni presidenti americani, e non si può evitare di vedere i giardini che sono molto curati e dove di possono trovare parecchi animali.

Luca fa anche qui parecchie foto peccato che la giornata oggi è nuvolosa e dopo un po’ si mette a piovigginare per cui lasciamo il castello e partiamo per Dover.

Quando arriviamo, restiamo un po’ delusi da questo posto, che forse abbiamo noi stessi eccessivamente enfatizzato senza una ragione.

Le bianche scogliere sono effettivamente bianche ma, di fianco c’è il porto da cui partono i traghetti per la Francia..decidiamo comunque di andarle a visitare domattina.

A questo punto devo per forza spendere qualche parole per descrivere quello che abbiamo trovato quando siamo arrivati al bed and breakfast che avevamo prenotato a Dover: East Lee Guest House.

Un posto davvero fantastico, che metterei al secondo posto tra tutti quelli dove ci siamo fermati in questi giorni subito dopo quello di Winchester.

Da fuori è la tipica casa di mattoni rossi ma, dentro è curato in ogni minimo dettaglio, la nostra stanza è enorme ci sono gli specchi dorati alle pareti, la moquette è ovunque, tutto è rivestito di rosso, quadri dal sapore marittimo appesi alle pareti.

Andiamo nel tipico pub a cenare con fish and chips e poi visto che non piove e non è freddo facciamo un giretto sul lungomare.

9 AGOSTO 2007: DOVER, LONDRA.

Stamattina ci alziamo veramente all’alba perché abbiamo poco tempo e vogliamo andare a vedere le scogliere, la colazione che ci viene preparata è degna di questo posto, e quindi parecchio buona, carichiamo la nostra roba e ci dirigiamo verso il parco naturale di Dover.

Arriviamo talmente presto che non c’è nessuno, è chiusa anche la baracchina dove si fanno i biglietti per cui..non paghiamo.

Oltretutto la giornata non è bellissima per cui ci armiamo di impermeabili e ci avviamo a piedi nel parco naturale dove sono le famose bianche scogliere di Dover.

Seguiamo un sentierino che passa proprio sopra le scogliere, io sto attenta a stare tutta sulla sinistra, perché a destra c’è lo strapiombo e mi sento male solo a pensarci.

Camminiamo camminiamo, mi sembra di non arrivare mai al punto dove si possono ammirare per bene queste benedette scogliere, perché da sopra non è che si veda gran chè..

Nel frattempo viene fiori anche uno spiraglio di sole e questo ci convince ad avventurarci giù per un sentiero di rocce, fortuna che c’è un corrimano per aggrapparsi perché è veramente ripido, ed io con le mie scarpine da tennis ho paura di scivolare, per non parlare del fatto che con tutte ste rocce.ho paura delle vipere..

Ma noi temerari come non mai procediamo, e arriviamo fino in fondo, quasi su una piccola spiaggetta di rocce nere, dico quasi perché il punto in cui finisce il sentiero coincide con una lunghissima scala in ferro che porterebbe giù alla spiaggia.

E’ veramente alta e sinceramente non mi sento di farla, per cui ci fermiamo qui, punto da cui possiamo finalmente ammirare queste bellissime scogliere.

La risalita paradossalmente la facciamo più velocemente, convinti che se ci fermiamo non ripartiamo più..e arriviamo di nuovo sopra alle scogliere stanchi morti ma, ne è valsa la pena.

Nel tornare indietro cominciamo ad incontrare dei turisti e sorpresa delle sorprese..scopriamo solo al ritorno che c’era un centro di accoglienza per i turisti all’inizio del parco dove erano spiegati tutti i percorsi da fare a piedi..ma, noi che ci siamo buttati subito a camminare tagliando attraversando delle erbacce..(in effetti mi sembrava un po’ strano che la strada giusta fosse quella..) non l’avevamo visto.

Per fortuna ci accorgiamo leggendo la cartina, che abbiamo visto più o meno tutto quello che c’era da vedere.

Così a questo punto risaliamo sul maggiolone e andiamo al porto per fare quello che avevamo programmato di fare già da quando eravamo ancora sull’isola di Wight, ovvero : il Whitecliffs boat tour ( tour in barca delle scogliere di Dover)…non l’avessimo mai fatto.

Ci avviciniamo titubanti, non c’è veramente nessuno ed il tempo è di nuovo brutto, pare che saremo gli unici a fare questo fantastico giro in barca.finchè pochi minuti prima della partenza arriva un pulmino guidato da quello, che poi scopriamo essere anche il capitano della barca, carico di vecchietti.

Quando finalmente partiamo ci rendiamo subito conto che, non è che la barca si allontani molto dal porto.anzi ci ritroviamo a fare un bel giro del porto, con vista su un enorme condominio marrone e dulcis in fundo, i cari vecchietti fanno mettere una musichetta che è la versione inglese del nostro liscio e si mettono a ballare! Poi il capitano della nave li fa mettere al volante e li fa guidare uno ad uno facendogli anche mettere in testa il berretto da marinaio!

La situazione diventa ancora più patetica perché io e Luca ci rendiamo conto che non siamo veramente mai arrivati davanti alle scogliere con la barca ma, siamo rimasti sempre più o meno dentro il porto.

Se avessimo saputo che il Whitecliffs Boat tour era solo una sorta di scuola di navigazione per anziani non avremmo mai speso dodici sterline.e soprattutto mi viene una gran nostalgia perché sull’isola di Whigth avevamo deciso di non fare il giro in barca per poterlo fare qui.

Siccome abbiamo ancora un po’ di tempo, per riscattarci decidiamo di andare a cercare la baia di St. Margareth, che dai depliant sembra davvero bella con le sue rocce enormi e le spiagge bianche.

Ma evidentemente non è destino perché giriamo a vuoto seguendo le indicazioni stradali e perdiamo un sacco di tempo per cui alla fine decidiamo di cominciare il nostro ultimo tragitto in macchina verso l’aeroporto di Gatwich dove dobbiamo lasciare il nostro maggiolone.

Il poco tempo che ci rimane prima di dover lasciare la macchina che ci ha accompagnato in questi giorni mi sembra irreale, non me ne rendo fino a quando arrivati alla Hertz dobbiamo svuotare per sempre il sedile posteriore dalle nostre cartacce.

C’incamminiamo così verso il treno che ci porterà a Londra per passare gli ultimi due giorni del nostro viaggio, e quando arriviamo alla stazione di Victoria con i nostri valigioni e la gente frettolosa in metropolitana ci travolge, cominciamo davvero a sentire la mancanza di quei meravigliosi paesaggi della Cornovaglia.

Arriviamo a sera al nostro hotel, il Westbury Kensiton, che si trova nel quartiere Earl’s Court, con nelle orecchie questo continuo vociare a cui non eravamo più abituati, e quando ci danno finalmente ci danno la chiave della camera scopriamo che la nostra stanza è esattamente un metro per metro, ma è assurdo!

Il bagno invece sarà sui cinquanta centimetri più il buco per la doccia..e l’unica finestra del nostro buco si affaccia su un muro!

Non è che pretendiamo la stanza stupenda della sera prima a Dover ma, il letto è piccolissimo sarà una piazza e mezzo.pazzesco..!

Il fatto poi che la stanza si trovi in un angolo angusto dove c’è solo lei lontano dalle altre che si trovano in un’altra ala mi fa pensare che una volta fosse adibita a sgabuzzino.

Ma non vogliamo certo litigare e passare per i soliti italiani che non capiscono un tubo d’inglese.per cui visto che dobbiamo stare qui solo fino a domenica soprassediamo e andiamo a finire la giornata al Burgher King.

10 AGOSTO 2007: LONDRA

Stamattina facciamo la colazione continentale dell’hotel, molto lontana dalle salsicce a cui ci avevano abituato i bed and breakfast, e poi andiamo a Stamford Bridge, per i profani come me, lo stadio del Chelsea.

Siamo venuti a Londra quasi esclusivamente perché Luca voleva vedere la prima partita del Chelsea, e dobbiamo assolutamente riuscire a trovare i biglietti, che su internet avevano un prezzo assolutamente inaccessibile.

Purtroppo non dobbiamo neanche fare la fatica di avvicinarci, che leggiamo il cartello, scritto a caratteri cubitali, appeso alla biglietteria chiusa: Sold out, tutto esaurito.

Siamo così dispiaciuti che decidiamo di tornare la mattina dopo per fare almeno il tour guidato dello stadio che probabilmente non ci ricapiterà più di vedere.

A questo punto andiamo a visitare le famose Towers di Londra, mi attira soprattutto il fatto che ci sono le prigioni.

Per comprare i biglietti c’è parecchia fila ma, scorre veloce e ben presto siamo dentro.

Nelle Towers di Londra venivano rinchiusi i prigionieri e sottoposti ad atroci torture, attualmente vi sono esposti i gioielli della regina e tante, tante ma tante armi di ogni genere.

Ci passiamo più di mezza giornata, il posto è fitto di turisti e per vedere qualunque cosa c’è da far la fila. La nostra giornata finisce questa volta da pizza hot, ormai ne siamo schiavi…

11 AGOSTO 2007: LONDRA

Stamattina prima di andare a fare il tour a Chelsea, andiamo a vedere Kensinton Palace, che era la residenza di Carlo e Diana. All’interno siccome quest’anno si commemora la morte della principessa ci sono delle sue bellissime foto, e tutta un’esposizione dei suoi abiti da sera più belli.

I giardini come sempre sono incantevoli e curatissimi, c’è il sole e si sta benissimo seduti su una pachina in tranquillità.

A questo punto andiamo a fare il famoso tour dello stadio a Chelsea, insieme a noi ci sono le persone più svariate, genitori con i figli piccoli, turisti, tifosi, ragazzini, incredibile quanto in questo paese il calcio sia seguito proprio da tutti.

Durante il tour veniamo portati ovunque, sul campo, negli spogliatoi, capisco il giusto di quello che dicono e quando usciamo visto che è sabato.trascino Luca al famoso mercato di Portobello Road.

Adoro questo posto, i suoi colori e l sua allegria, c’è veramente di tutto, una tappa qui è d’obbligo.

Trascorriamo la nostra ultima sera a Londra, e ultima sera delle nostre vacanze, in giro per la città, ci facciamo a piedi un giro lunghissimo costeggiando il Tamigi, e attraversiamo tutta la zona nuova, la City, poi il Tower Bridge.

12 AGOSTO 2007: LONDRA BOLOGNA.

Stamattina, visto che è il giorno del nostro ritorno a casa, ci concediamo di alzarci un po’ più tardi, facciam le valigie un po’ tristi ma, contenti di non dover passare un’altra notte nella stanzetta bunker, questa è l’unica cosa che mi fa desiderare di tornare.

Lasciamo le valigie in hotel e visto che non siamo riusciti a trovare i biglietti per la partita che è oggi decidiamo di andarla a vedere in un pub a Chelsea.

Convinti che trovare un pub dove poter vedere la partita sia scontato, non ci preoccupiamo più di tanto di cercarlo in tempo e stiamo fuori dallo stadio fino all’ultimo ad ammirare stupiti questa pacifica e tranquilla marcia di tifosi di squadre opposte che entrano insieme, da noi sarebbe impossibile.

Quando ci buttiamo dentro alcuni pub ci dicono tutti che stanno chiudendo e non si può vedere la partita da nessuna parte, ci prende un il panico, chiediamo indicazioni a destra e a manca e alla fine finiamo in pub brasiliano..(certo che finire in pub brasiliano a Londra.) che ha il maxischermo!

Per vedere la partita basta consumare qualcosa per cui ci rimpinziamo di cibo per un’ora e mezza.

Finita la partita è ora per noi di andare a prendere le valigie e andare all’aeroporto.

Dopo i giorni passati in macchina in mezzo alle verdi campagne inglesi e sulla costa con il tranquillo sciabordio delle onde, non sono poi tanto triste di lasciare la caotica Londra, resteranno sempre nei nostri occhi le immagini di questo fantastico viaggio in questi luoghi, dove speriamo un giorno di poter ritornare.

Il Viaggio Fai da Te – Hotel consigliati in Inghilterra
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Marco

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