Europa

Impressioni di viaggio in Occidente

di Eno Santecchia –

Da tempo desideravo visitare il Portogallo, la romana Lusitania, che ritenevo molto interessante. E’ il 2 agosto 2003, finalmente per Antonietta, Isabella ed io arriva l’ora della partenza. L’aereo A319 della TAP (la compagnia di bandiera portoghese) parte in ritardo da Roma, sembra per una tempesta sulla rotta.
Dall’alto, poco prima di atterrare a Lisbona, vedo dei campi dalla stranissima forma rotonda, alcuni divisi in quadranti come un orologio, non avevo mai visto qualcosa del genere. 

Lisbona sul Tago
Chi arriva a Lisbona con la TAP ha diritto all’autobus gratis per recarsi in albergo. Ciò è molto agevole soprattutto per chi non conosce la città: infatti ad ogni fermata il conduttore indica con un microfono il nome della via o della piazza. Appena arrivati abbiamo subito notato un po’ di foschia, parecchio rumore e un traffico sostenuto. All’inizio, per via della lingua completamente sconosciuta, non è facile individuare piazze, monumenti ecc., ma con una semplice spiegazione o leggendo qualcosa, tutto diventa chiaro. Questa iniziale incertezza, non lo nascondo, va anche attribuita alla mia modesta conoscenza della storia locale.

L’hotel Edoardo VII, dove siamo arrivati facilmente in autobus senza spendere nulla, si trova molto vicino alla grande piazza Marchese de Pombal e non distante dal quartiere Saldanha. E’ il primo hotel nel quale ho visto a disposizione in camera le pagine bianche e gialle della città. Nella reception abbiamo chiesto qualche consiglio riguardo a buoni ristoranti; l’addetto ci ha consigliato di recarci, a piedi, in una zona del centro dove ci sono numerose trattorie e ristoranti con tavoli anche all’aperto. Questo quartiere potrebbe essere definito la Trastevere di Lisbona, che da subito cominciamo a chiamare Lisboa per adeguarci alla lingua.

Il marchese di Pombal
Ci siamo incamminati e a pochi metri dal nostro hotel abbiamo ammirato l’imponente monumento al marchese di Pombal, un deus ex machina per Lisbona. In Portogallo si sente molto parlare di lui perché è uno dei personaggi più importanti degli ultimi 300 anni di storia. Non si può fare a meno di delineare brevemente la sua figura, perché senza si perderebbe qualcosa dello spirito della città lusitana. Sabato 1 novembre 1755 un terremoto d’inaudita violenza, seguito da un maremoto e da spaventosi incendi che durarono sei giorni, devastò la città. Sembra ci siano state quarantamila vittime. Il marchese, ministro del re, ricevette l’incarico di ricostruire la città; la sua opera è stata fondamentale per tutto il paese. Da qui lo stile architettonico pombalino vale a dire razionale, sobrio ed elegante al tempo stesso. Tra i suoi meriti vi sono anche l’abolizione della corrida cruenta (tipo spagnolo), di avere creato il giardino botanico del palazzo di Ajuda e, per primo, una grande industria conserviera di tonno. Alla ricostruzione di Lisbona partecipò anche l’architetto di Camerino (MC) Giovanni Antinori (1734- 1792).
Dal monumento a Pombal inizia l’avenida della Libertade, un viale larghissimo con grandi alberi d’ippocastano. Sul marciapiede c’imbattiamo nella statua di Simon Bolivar, il Libertador di una buona parte del Sud America.
Camminando sotto i grandi alberi, a sinistra un ruscello artificiale, che si sviluppa da una fontana rappresentante una divinità greca classica, scende con noi verso il vero centro della città: Piazza Dom Pedro IV (I portoghesi usano volentieri la lettera emme dove a noi italiani basta usare la enne). In questa zona c’è anche il Gambrinus, forse il migliore ristorante della capitale portoghese.
Arrivati nella rua des Portas de S. Antonio, mangiamo, all’aperto, zuppa di legumi, insalata, cotoletta alla milanese, filetti di merluzzo, il tutto innaffiato da un ottimo Mateus rosè. Questo è un ottimo vino giovane e molto gradevole. Il Lancers nel centro-sud del Portogallo non è molto conosciuto né offerto: lo reputano troppo frizzante, preferiscono il Mateus rosè. A proposito di cucina vorrei dare un consiglio: quando si ordina ad esempio una scaloppina di vitello ai funghi non bisogna affrettarsi ad ordinare altro; infatti la porzione di carne è abbondante e include contorno di riso, fagiolini e patate fritte. Devo dire che abbiamo molto apprezzato la cucina portoghese: il pesce è ottimo in tutte le salse, la pizza è discreta, il vino eccellente, il melone con la buccia verde scuro è buonissimo.
Dopo cena visitiamo piazza de Restauradores (cioè di coloro che hanno rimesso al potere la monarchia portoghese dopo la sovranità spagnola) e la piazza Dom Pedro IV (imperatore del Brasile), più comunemente detta piazza Rossio. Qui venivano arse al rogo le persone che il tribunale dell’Inquisizione giudicava eretici.
Devo dire che i monumenti di Lisbona in genere sono tanto alti e imponenti che è difficile fotografarli con una fotocamera normale o senza speciali accessori; inoltre per leggere le targhe, oltre a conoscere bene la lingua, sarebbe utile un buon cannocchiale. La città dispone di molti parchi e spazi verdi, non vedo però sulla mappa laghetti artificiali. I viali sono lastricati di pietre molto più piccole dei sampietrini romani; sono quadrati di colore chiaro, decorati con alcuni motivi floreali di colore nero. Essi si lucidano e in caso di pioggia diventerebbero scivolosi.
Lisbona è una città multietnica e multirazziale; si vede subito che è stata la capitale di un grande impero coloniale; si incontrano uomini e donne provenienti da Macao, Angola, Isole del Capo Verde, ecc. cioè dai più remoti angoli del mondo che un tempo furono colonie portoghesi. Molti studiano o lavorano e magari si sono stabiliti qui da parecchie generazioni. Lisbona ha circa tre milioni di abitanti e molti sono i turisti tedeschi; infatti le lingue usate nei cartelli (e purtroppo anche nei menù), sono l’inglese, il tedesco e ovviamente il portoghese. Stranamente non si usa il francese, che invece è la lingua usata in cucina.
Nell’avenida Fontes Pereira de Melo, dove ha sede il nostro hotel, purtroppo c’e’ molto traffico e molto rumore, di notte si avverte di più; le auto sfrecciano per le grandi vie cittadine a velocità abbastanza elevata, ma sembra ci sia un severo controllo in tal senso, anche se noi non abbiamo avuto occasione di constatarlo. Il parco auto di Lisbona è nuovo, il traffico è sostenuto, ma rispettoso della segnaletica e non caotico.

Un’avvertenza necessaria: a Lisbona vi sono numerosissimi musei , per tutti i gusti; se non si ha molto tempo o se non si pianificano con cura le visite non si riuscirà a visitarne molti. Anche perché questa città al mattino sonnecchia e si mette in moto tardi, infatti molti musei o luoghi di interesse turistico (per esempio il museo della marina, il monastero di San Jerónimos, il trenino che fa il giro di Belém) aprono solo alle ore 10.00. Lisbona è una città che si sveglia tardi!

Belém (domenica)
Il giorno successivo al nostro arrivo ci svegliamo alle ore 7.00. Il cielo è completamente coperto e non si capisce bene se si tratta di nuvole o di foschia mattutina. Di conseguenza le foto non sono chiarissime. Ci dirigiamo verso il quartiere di Belém, dove ammiriamo la bellissima omonima torre, che viene considerata patrimonio dell’Umanità, il monumento delle scoperte costruito nel punto da cui è partito Vasco de Gama e il museo della marina. Questo museo è semplicemente fantastico: vi si possono ammirare caravelle, vascelli, antichi cannoni, colubrine, modelli medi e grandi di velieri di tutte le epoche, uniformi, carte, strumenti nautici, spaccati di sommergibili ecc. A Belém proprio in quel giorno c’era la Junta De Freguesia, un tipico mercatino molto ordinato che si tiene solo la prima domenica di ogni mese.
Visitiamo poi la chiesetta del Bom Successo che è stata costruita nel 1670. Essa non è molto conosciuta e si trova all’interno di un convento di suore con il noviziato. Dietro l’altare, sovrastato da due pulpiti in argento, in alto vi sono le statue dei seguenti santi: Antonio da Lisbona, Francesco, Domenico e San Tommaso D’Acquino.
A Lisbona i tassisti sono molto precisi, onesti e poco cari: non intrallazzano con il tassametro, come succede invece in altre città specialmente con i turisti, danno il resto fino all’ultimo centesimo e invitano ad indossare le cinture di sicurezza. Hanno ottime vetture, in genere Mercedes Benz. Per guadagnare tempo è utile fare ricorso a loro, ma ovviamente la metropolitana , l’autobus e il tram sono molto più economici. In città esiste anche l’aerobus, un autobus a gas a due piani con quello superiore senza tetto.
Il fascino di Sintra
Il pomeriggio partiamo per Sintra che è un posto veramente meraviglioso: panorama stupendo, verde, aria ventilata e ottima posizione. Sullo sfondo si vede l’oceano, a sinistra il palazzo sovrasta il borgo con viuzze e negozi con i suoi due enormi camini conici tutti bianchi. Sul colle c’è la fortezza araba di cui rimangono solo le mura in quanto è stata distrutta dal terremoto del 1755. Sul versante opposto si trova il palazzo della Pena che si può raggiungere solo con un piccolo pullman e poi si prosegue a piedi poiché le vie sono molto strette. Nel Palazzo Nazionale di Sintra vi era anche l’esposizione delle macchine disegnate da Leonardo da Vinci.
Questa affascinante ed incantevole località è stata già descritta con grande maestria e sentimento su questo stesso sito, in altri quaderni di viaggio sul Portogallo.
Nei pressi della cittadina di Sintra abita il Duca di Braganza, l’erede al trono di Portogallo. Dopo la visita alla residenza estiva dei reali del Portogallo ci dirigiamo in pullman verso Cabo de Roca; la strada è strettissima e transitare è molto difficoltoso. Scendendo, a sinistra si notano le rotaie di un trenino che doveva raggiungere la residenza estiva dei reali. Cabo De Roca è la punta più a occidente del continente europeo: qui la terra finisce e comincia l’immenso oceano. Osserviamo da 140 metri di altezza i flutti infrangersi contro gli scogli. Ci sono un faro ed alcuni locali turistici, a causa del forte vento qui crescono solo un tipo di erba grassa e le canne comuni. In un ufficio, su richiesta ed a pagamento, ci rilasciano un attestato per aver visitato il punto più ad ovest del continente europeo.

In un muro fotografo un bel azulejos che raffigura questa località. Ritornando verso Lisbona, costeggiamo l’oceano e passiamo a Estoril, sede del casinò più grande d’Europa. Poi facciamo una piccola sosta a Cascais, composta da quattro centri abitati fusi insieme. In questa città risiedevano il conte di Barcellona e la sua consorte, i genitori del re di Spagna Juan Carlos e Umberto II, il quale viveva nella villa Italia che ora sembra sia stata acquistata da un americano. La superstrada per Sintra giunge a meno di un chilometro dalla piazza del marchese di Pombal dove ha sede un terminal di smistamento di turisti per le varie località (anche per Fatima, distante 140 km).
La sera, prima di recarci a cena, lungo la rua Porta S. Antonio dall’Elevator di Santa Justa, ammiriamo la silhouette della città al tramonto.
Il castello di São Jorge (lunedì)
Ci facciamo accompagnare da un taxi nel Castello di São Jorge , che, situato nel quartiere dell’Alfama, è la parte più alta di Lisbona: da questa fortezza, che conserva ancora un certo fascino, si gode un bellissimo panorama, coperto solo in certi punti dalle chiome dei pini. In lontananza, tra la leggera foschia, s’intravede il ponte 25 aprile.
All’interno del castello vi sono le statue di Alfonso, il primo re del Portogallo, di re Manuel l’avventuroso e di una donna anonima. Chiedo ad una guardia giurata: «Chi è questa donna?», mi risponde scherzando: «Mia moglie!».
Poesia in onore degli alberi e del legno
Ai piedi di una pianta di olivo c’è una tavola in legno con su scritta la seguente poesia anonima:

Al viandante
Tu che passi e tendi a me
il tuo braccio,
prima di farmi del male,
guardami bene.
Io sono il calore del tuo focolare
nelle fredde notti d’inverno.
Io sono l’ombra amica che trovi
sotto il sole di agosto.
E i miei frutti sono l’appetitosa
freschezza che sazia la sete
del tuo cammino.
Io sono la trave amica
della tua casa, la tavola
della tua mensa, il letto dove
riposi, il legno della tua nave.
Io sono il manico della tua
vanga, la porta della tua dimora,
il legno della tua culla
e della tua bara.
Io sono il pane della bontà
e il fiore della bellezza.
Tu che passi, guardami bene
e non farmi male.

Visitato il castello ci rechiamo, a piedi, in direzione sud verso l’ imponente cattedrale di Se, che si trova sempre nel quartiere dell’Alfama, non distante dal porto sul fiume Tago (rio Tejo). Davanti l’ingresso vi sono le rotaie del tram, nell’interno si notano splendide vetrate policrome, numerose cappelle e colonne.
D’inverno a Lisbona piove abbastanza, ma la temperatura non si avvicina mai troppo allo zero, questo si vede anche dai grandi oleandri che più che arbusti sono degli alberelli e dalla presenza di vecchi olivi, piante che soffrono il gelo.
Crociera sul rio Tejo
Ci apprestiamo a vedere Lisbona dal Tago, facciamo cioè una crociera sul fiume della durata di due ore e mezza che va dal parco delle Nazioni (dove nel 1998 si svolse l’Expo) fino alla torre di Belém e ritorno. Si parte alle ore 11.00 per evitare le foschie mattutine, assai frequenti sull’oceano atlantico. La temperatura non è eccessiva, la crociera è piacevole, riesco a fare belle foto panoramiche dal ponte al sole.
Avvicinandoci al ponte 25 Aprile, costruito a somiglianza del Golden Gate di San Francisco, si ode un assordante rumore prodotto dai veicoli che forse transitano su un fondo stradale di griglie metalliche. E’ un classico esempio di inquinamento acustico che si poteva evitare! Il rumore è veramente molto forte, sembra quasi quello dei motori degli aerei, per fortuna che vicino non ci sono abitazioni! Questo ponte è abbastanza corto perché qui il fiume è stretto. Dalla nave vediamo anche la nuova città dove si svolse l’Expo del 1998, abbellita da fontane, laghetti, canneti di canne d’India… Il ponte Vasco de Gama, inaugurato nel marzo 1998 è lungo diciassette chilometri (a sei corsie), è uno delle maggiori opere d’ingegneria civile europee. Dal parco delle Nazioni non si vede la fine del ponte!
Nel pomeriggio visitiamo la piazza del commercio, dove si trova la celebre porta d’Europa, poi con il bus andiamo verso Est, cioè verso la parte più nuova della città. Qui vediamo la Gare dell’Oriente, il quartiere dell’Expo del 1998 (parco delle Nazioni) e l’Oceanarium di Lisbona che, dopo quello di Osaka in Giappone, è il secondo acquario più grande del mondo. Il nuovo quartiere di Lisbona è ricco di fontane, per di più molto particolari: alcune, a forma di vulcano, spruzzano getti d’acqua a intervalli regolari; singolare è anche una fontana a cascata che si trova nel parco delle Nazioni, vicino alla selva di canne d’India.
Il tassista di Sintra, che ci riaccompagna in hotel, ci racconta che all’età di venti anni fu spedito a far la guerra in Guinea. Ci dice anche che il figlio si è laureato in Economia e che ora è direttore di un grande hotel a Tunisi. Di solito si recava in Algarve per le ferie estive, ma quest’anno è andato lui a fargli visita a Tunisi. A suo parere nella piccola città di Tunisi i taxi sono troppo numerosi.
Dos Jerónimos (martedì)
Il martedì mattina torniamo nel quartiere di Belém per visitare il Monastero di Jerónimos, ma poiché l’apertura è alle 10, facciamo un giro e visitiamo il giardino botanico di Ajuda. Qui ho la possibilità di ammirare una Nocina recurvata un ficus di 300 anni, originario del Messico, un Ficus benjamina originario della Malesia, una Araucaria cunninghami dell’Australia e della Nuova Guinea e una Dracaena draco, pianta originaria delle Canarie, di Madera e di Capo Verde. Questa pianta, dell’età di circa 300 anni, ha la linfa simile al sangue; essa nel Rinascimento veniva utilizzata in farmacia e come vernice. Il giardino botanico, in complesso, ha pochi alberi grandi, mentre nel giardino tropicale, che si trova vicinissimo al monastero di S. Jerónimos, ve ne sono di più. La chiesa di Jerónimos è semplicemente stupenda: colonne intarsiate grandi e piccole, grandi vetrate policrome (che per me non sono facili da fotografare), volta a travature esterne in pietra. E’ una delle più belle chiese che io abbia mai visto. Eccezionale è anche il chiostro che a ragione è considerato uno dei più belli del mondo. Il monastero è molto grande, suppongo che all’epoca di massimo splendore vi dovessero vivere molti frati. Nel chiostro di Jerónimos una turista ci chiede di fargli una foto. Abbiamo così fatto conoscenza: si trattava di una ragazza turca di Izmir che aveva girato tutta l’Italia e l’Europa.
Nella piazza antistante, dove transitano coloratissimi ed avveniristici tram rivestiti di cartelloni pubblicitari, vi sono migliaia di turisti. Qui lo sfruttamento del patrimonio storico- culturale ai fini turistici e commerciali mi sembra più leggero e sostenibile rispetto ad altri paesi del Mediterraneo diventati rapidamente famosi. Se ci si trova nelle vicinanze, da visitare è anche l’Istituto Scientifico che si trova appena sopra una fermata del tram.
Purtroppo dopo tre giorni intensi, pieni di visite e camminate dobbiamo lasciare la bellissima città di Lisbona; ci dispiace molto perché ci eravamo abituati molto bene ai suoi ritmi.
Vilamoura (Algarve)
C’imbarchiamo sull’aereo per Faro con dieci minuti di ritardo. Abbiamo l’impressione che qui la puntualità non sia molto importante, le operazioni d’imbarco e partenza si svolgono con estrema lentezza. Dall’aeroporto di Faro con un taxi raggiungiamo Vilamoura classica località balneare cresciuta dal nulla negli ultimi 25-30 anni. Nei giorni successivi, con un piacevole equivoco scopro che la località non possiede un vero e proprio centro storico. Mentre le donne rimangono a prendere il sole, prendo un taxi chiedendogli di accompagnarmi al “centre de ville” (in francese) e “downtown” (in inglese). Mi porta invece a “Cerro da Vila” un sito archeologico d’epoca romana dell’estensione di circa tre ettari con annesso museo! Scendo e lo visito con piacere e vedo giovani archeologi tedeschi al lavoro in quest’antica villa romana ,completa di terme, risalente al I secolo d.C. Riesco anche a scattare delle discrete foto dei luoghi. Anche il museo contiene interessanti reperti archeologici romani e di epoche successive.
Vilamoura fa parte del Municipio di Loulè che ha numerosi centri abitati e che complessivamente conta circa 680.000 abitanti. Apprendo che Vilamoura è stata fondata da Cupertino Mirando, grande proprietario terriero del luogo.
In questa cittadina ci sono numerosissimi campi da golf, un grande porto turistico, grandi complessi alberghieri, numerose agenzie immobiliari, boutique, uffici di cambio (per via delle sterline inglesi) pasticcerie, ristoranti italiani e orientali. Non sono a conoscenza se qui, come in Italia, i ristoranti cinesi siano entrati in crisi per via della polmonite atipica!
Nella città c’è anche un trenino gommato che fa il giro del centro abitato (non del centro storico che, come ho già detto, non esiste).
Scopro poi che a Vilamoura tutto è in funzione del golf, attività che viene praticata anche nelle stagioni invernali: ci sono infatti sette grandi campi da golf e gli inglesi (tre quarti dei turisti) vi giungono per questo. Inoltre ci sono spagnoli e tedeschi, gli italiani sono pochi.
Il porto turistico è molto ben tenuto e sicuro; è affollato di yacht e motoscafi di varie dimensioni, alcuni sono attrezzati per la pesca sportiva oceanica. Vi sono inoltre alcuni battelli per le escursioni turistiche; uno è a vela e si chiama Condor di Vilamoura.
La spiaggia, poco frequentata al mattino, il pomeriggio è affollatissima; nelle vicinanze notiamo subito delle floride piante di Aloe che qui crescono all’aperto. Il verde qui non manca: parchi, giardini e spazi vari sono tutti ornati di alberi, palme ornamentali, buganvillee, aloe e cespugli fioriti. In spiaggia anche chi soffre il caldo si trova bene: a Vilamoura di solito spira una leggera brezza che rende il caldo sopportabilissimo. Il clima è ventilato e asciutto; in genere il cielo è sereno.
Sopra Vilamoura ed Albufeira piccoli aerei da turismo sorvolano quasi tutto il giorno, la spiaggia, trainando striscioni pubblicitari per me quasi incomprensibili, ma reclamizzanti sicuramente qualche shopping center. Quanto kerosene sprecato!
Passeggiando sulla spiaggia, vicino agli scogli noto un signore con un vistoso tatuaggio sul braccio sinistro con su scritto: “Angola”. Mi fermo a parlarci, mi dice che aveva fatto la guerra d’Angola, come paracadutista per tre anni sotto il dittatore Salazar. Il ricordo di una guerra, nella mente, è indelebile come un tatuaggio! Questa breve testimonianza mi fa ricordare immagini che avevo visto da piccolo sulla TV in bianco e nero: i feroci combattimenti tra gli indipendentisti angolani e i paracadutisti portoghesi. A quanto pare ogni dittatore che si rispetti, prima di andarsene, deve rovinare la giovinezza a migliaia di giovani!
L’hotel Vila Galé Marina non dispone di un computer per l’accesso a Internet ad uso dei clienti, la cosa è molto strana perché ormai questo servizio è diffuso; infatti anche nell’hotel di Lisbona ne avevo usufruito. Così per scaricare delle foto dalla mia macchina digitale mi sono dovuto recare al Tivoli Marinhotel, una struttura molto lussuosa sita all’entrata del porto turistico. L’hotel dispone di una grande sala convegni, coperta da un tendone che si vede da lontano nell’oceano e un bellissimo parco privato. Ho apprezzato le bellissime ragazze della reception che sono anche molto più brillanti di quelle del nostro albergo. Sospetto che il Tivoli Marinhotel abbia selezionato le più belle donne dei dintorni, mentre gli altri hotel si sono dovuti accontentare delle restanti!
Il giorno dopo il nostro arrivo notiamo alcuni turisti che rientrano in albergo – cercando di non dare nell’occhio – con borse contenenti bottiglie d’acqua, addirittura qualcuno porta contenitori in vetro da cinque litri. Il perché lo scopriamo subito: una bottiglia d’acqua minerale da un litro e mezzo costa 3,00 euro, inoltre il frigo bar in camera si paga 2,50 euro al giorno (senza che venga utilizzato). Addirittura è a pagamento anche il materassino per le sdraie della piscina all’aperto. Per fortuna non si usano mance, anche perché chi dovrebbe fornire assistenza non si vede quasi mai!
Mi reco da solo in un ristorante italiano, non per la naturale nostalgia della nostra cucina, ma più che altro per il disagio provocato dal fatto che il ristorante interno al nostro hotel è aperto solo a cena. Quasi tutti qui, essendo inglesi, saltano il pranzo, ma a me non va di trascorrere l’intera giornata steso sulla spiaggia o sul lettino della piscina (uguali in tutto il mondo). Oltre alla noia, si arriva alla cena troppo affamati e quindi si assumono più calorie del necessario. Riposarsi sì, ma non fare assolutamente nulla non fa parte del mio stile di vita. Mi piace scoprire, visitare, conversare, conoscere e sapere la storia, la cultura, le tradizioni e gli usi locali. La moglie spagnola del siciliano che gestisce il ristorante italiano mi ricorda un proverbio che già conoscevo: “Mai andare a letto senza aver imparato qualcosa in più”. Questa donna sostiene che sia di origine spagnola. Mangio un discreto piatto di penne all’arrabbiata e delle scaloppine al limone. Purtroppo nel locale il pane è secco, poiché gli inglesi preferiscono i grissini, e la frutta non c’è perché non la vuole nessuno. Questo è uno dei principali svantaggi di andare in un luogo frequentato in gran parte dai britannici!
Infatti, girando a piedi, non ho visto traccia di frutta e verdura; ho notato però bei negozi di bottiglierie con vasto assortimento di vini e liquori; qui gli ottimi vini portoghesi si vendono a prezzi impensabili rispetto all’Italia. Non avendo l’auto non ho potuto acquistarne qualche scatola.
Secondo me l’ospitalità di Vilamoura è di tipo anglosassone: gli inglesi preferiscono un’accoglienza meno cordiale di noi italiani. La cortesia e il calore non sono davvero quelli del Nord Africa o del Vicino Oriente!
La sera di giovedì 7 agosto andiamo a visitare la fiera del libro (Book Faire), allestita nel giardino del Casinò sotto le tende di colore bianco. All’interno della mostra del vi era anche un caffè letterario con convegni serali. Mi sono soffermato un po’ di più nello stand della casa editrice Prefazio, specializzata in libri di storia coloniale e contemporanea portoghese. Ho ammirato libri di vario genere, soprattutto quelli storici, i miei preferiti; purtroppo erano tutti in portoghese, non ho così potuto acquistarne nemmeno uno. Il portoghese, che a noi italiani sembra poco diffuso, è invece una lingua parlata nel mondo da circa 180 milioni di persone.
Gita in battello sull’oceano Atlantico
Il pomeriggio di venerdì facciamo una crociera di circa 22 km sull’oceano Atlantico, verso occidente per ammirare le falesie e le coste dell’Algarve. Il battello, che si chiama “Moena”, dispone di tutti posti al sole. L’itinerario previsto è: P. Da Oura, Albufeira, Galè e ritorno; la velocità è di 14 nodi. Appena fuori dal porto turistico di Vilamoura, abbiamo potuto ammirare e fotografare le falesie di colore rosso, molto simili, sia per il tipo di roccia che per la forma, ai camini delle fate in Cappadocia in Turchia. La differenza è che qui il terreno di copertura, più friabile, non è ancora stato corroso dagli agenti atmosferici. Ci siamo poi fermati nei pressi di alcuni faraglioni, vagamente somiglianti a quelli di Capri; sulla loro sommità sonnecchiavano tranquillamente numerosi gabbiani. Vi erano anche dei piccoli archi, e sotto potevano passare solo piccole imbarcazioni. Sia all’andata che al ritorno ci intrattengono alcuni “spettacoli” di sci nautico, paracadute ascensionale, moto d’acqua lanciate a tutto gas, motoscafi trainanti 2-3 ciambelloni a forma di camera d’aria o una specie di bruco gonfiato con su a cavalcioni 7-8 persone. Un motoscafista, per fare scena, mentre passa vicino al nostro battello vira troppo bruscamente, ribaltando così il gommone e gettando tutti in acqua. Oltre a questi affollavano questo tratto di costa velieri, motoscafi rientrati dalla pesca sportiva d’altura, yacths, battelli tranquilli, simile al nostro, catamarani, ecc. Durante la crociera non ho visto però transitare navi da carico di nessun genere, la costa in questa zona è esclusivamente turistica. Al ritorno, andando contro il vento che spirava da sud-est, il battello dava l’impressione di non tenere bene l’oceano; rollii e beccheggi hanno fatto venir il mal di mare a qualcuno.
A Vilamoura vi è anche un Internet caffè che è soprattutto orientato ai giochi online ed alla chat; la tariffa è di 2 euro per 30 minuti. I computer non hanno floppy, masterizzatori, né porte USB anteriori; non si può quindi salvare nulla e inoltre vi è una sola stampante sicuramente a pagamento. E’ meglio fare attenzione poiché i comandi per cancellare i file memorizzati temporaneamente nella cache durante la navigazione e la cronologia sono stati disabilitati. Potrebbero rimanere tracce di quello che si è visto! Dopo aver consultato la posta e fatto qualche ricerca, al 20°-25° minuto, inserendo Lycos.it (forse erroneamente ho digitato la lettera i al posto della ipsilon) mi è comparsa una immagine pornografica a pieno schermo, ho chiuso, ma il computer si è rallentato al massimo e così ho dovuto terminare prima della scadenza dell’orario.
Ho cercato l’ufficio postale che però si trova in periferia e il sabato è chiuso anche in piena stagione turistica. Vicino ho notato un campo di minigolf costruito attorno ad una villa romana, ricostruita non so quanto fedelmente.
Nella cittadina la stampa e lo sviluppo delle foto (in 35 minuti) sono veloci ed abbastanza convenienti. Le radio portoghesi trasmettono buona musica in FM, meglio di quelle francesi, i cellulari hanno un’ottima copertura: nelle zone che abbiamo visitato vi sono tre gestori telefonici mobili ed uno fisso.
Vilamoura è di sicuro una località frequentata dall’elite portoghese: infatti si incontrano moltissime Mercedes, qualche Porsche, fuoristrada di ogni tipo e anche una fiammante Ferrari rossa, ammirata da tutti.
Nella zona s’incontrano raramente i vigili urbani, forse i politici in vacanza preferiscono che siano sotto organico (perdonatemi la malignità). Dico questo perché noto diverse macchine parcheggiate quasi selvaggiamente. Forse è il paradiso di chi ama parcheggiare ovunque! Non so però se vi siano degli incaricati in abito civile per stilare le contravvenzioni per divieto di sosta.
Purtroppo la tranquillità di Vilamoura è disturbata, come ho già detto, dagli aerei che sorvolano la zona quasi tutto il giorno. La passeggiata serale si svolge attorno al porto turistico, ma non c’è l’ombra di una panchina, forse per far fermare le persone solo nei locali pubblici.
Albufeira
Il lunedì ci rechiamo in autobus ad Albufeira che avevamo già visto dall’oceano. Nella cittadina vi sono un centro storico caratteristico, spiagge abbastanza strette e corte (alcune sono più facili da raggiungere dal mare che da terra) moderni alberghi, ecc. Da Vilamoura ad Albufeira vi sono olivi, agrumi, conifere e campi da golf. Ad ogni bivio c’è una rotatoria, forse qui hanno deciso di metterle prima dell’Italia. Al centro delle rotonde sono state poste enormi figure moderne: un grande orologio, dei lombrichi che si abbracciano, ecc. Albufeira ha un piccolo centro storico che è riparato dall’oceano da un’alta scogliera; per accedere alla piccola e bella spiaggia bisogna passare attraverso delle gallerie scavate nella roccia viva.
Piazza della Repubblica è in alto; qui si può ammirare un bel panorama. Nella città vi sono inoltre un museo di archeologia, un conservatorio di musica e un piccolo ospedale che sembra più una casa di riposo (quello nuovo è stato costruito in periferia). Le case sono bianche e basse, i comignoli sono in stile arabeggiante. Ho notato anche un altro piccolo particolare: i camini sono assolutamente bianchi, senza tracce di fumo; io credo che anche d’inverno vengano usati ben poco, il clima deve essere mite. Il terminal dove si fermano gli autobus extraurbani ha sede tra le rosse colline sovrastanti la cittadina. Il biglietto si può fare comodamente sul bus senza impazzirsi a cercarlo.
A occidente di Vilamoura c’è un interessante parco naturale dell’estensione di circa 200 ettari di grande importanza ecologica. Da vedere! Noi non abbiamo potuto visitarlo perché ne siamo venuti a conoscenza troppo tardi.
Al contrario di come mi ero riproposto, non sono riuscito a fotografare una quercia da sughero perché non mi è capitata a portata di obiettivo. Particolare strano: in Portogallo non ho visto nulla che si riferisse al grande navigatore Ferdinando Magellano!
Da Vilamoura all’aeroporto di Faro sono poco meno di 25 chilometri, la spesa per il taxi si aggira sui 27 euro, compresi i bagagli. Conversando con il tassista, gli domando se si viveva meglio sotto la dittatura di Salazar o con la repubblica. Lui risponde: «Allora se una persona lasciava il portafoglio sopra il tavolo di un bar e ritornava dopo un po’, era sicuro di ritrovarcelo, ora non più!». Guarda caso era la stessa identica frase che dicevano gli anziani dell’ultima dittatura italiana! Dopo avergli chiesto se fosse aumentato il costo della vita con l’Euro, mi risponde: «E’ precisamente raddoppiato; quello che costava il valore di 50 cent in Escudi adesso costa un Euro». Mi sembra proprio di stare in Italia!
Quando lasciamo Lisbona (dove facciamo scalo), la temperatura si aggira sui 38 gradi; l’ora d’imbarco anche questa volta coincide con l’ora di partenza. I portoghesi, abituati agli imprevisti e alle bonacce della navigazione oceanica, ancora oggi se la prendono comoda!
Sorvoliamo la Spagna, S. Eulalia del Rio, Formentera, Maiorca, Minorca e la Sardegna per rientrare in Italia con nel cuore i bellissimi luoghi visitati.

Altri link di possibile interesse:
http://www.visitportugal.com (sito ufficiale del turismo portoghese)
http://www.zoolisboa.pt (zoo di Lisbona)
(parco acquatico vicino Albufeira)
http://www.cityrama.pt (agenzia turistica)

La poesia è stata tradotta da Greenpeace Italia nell’ambito
della Campagna Foreste intesa a favorire la protezione delle ultime foreste
primarie rimaste sul pianeta.
Si ringrazia Anna Maria Ruggiero per la gentile concessione.


Copyright © 2004 Eno Santecchia
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Il Viaggio Fai da Te – Hotel consigliati in Portogallo

 

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Marco

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