di Mauro Callegari –
Eccoci qui.
Voglio raccontarvi la nostra esperienza di questa gran tour che abbiamo fatto: Portogallo ed Andalusia in 10 giorni. Premetto di aver prenotato tutti gli alberghi tramite il sito della TUI e di non aver avuto alcun problema con le prenotazioni se non in un caso di cui parlerò più avanti. Le auto sono state invece prenotate tramite il sito della auto-europe di cui posso solo dire, a questo punto, un gran bene. Il giro prevedeva: Porto, Braga, Tomar, Fatima, Lisbona, Sintra, Cabo de Roca, Faro, Siviglia, Cordoba, Granada e Marbella (solo per prendere l’aereo di ritorno). Premesso anche che noi eravamo in 6 (sino a Lisbona e dopo in 4) e che non siamo persone di grandi pretese. Infatti gli alberghi e gli hostal erano tutti caratteristici ed a buon prezzo.
Ma veniamo al dunque e partiamo per festeggiare il nostro venticinquesimo anniversario di matrimonio. Partenza da Milano Malpensa venerdì 28 maggio alle ore 14,15 con un volo di linea della TAP (volo prenotato con Edreams e pagato circa 80 euro a testa). Per chi effettua il primo viaggio, ad esempio i miei cognati, l’impatto è stato traumatico. Infatti l’aereo era un Embraer
145 con 60 posti e quindi, a prima vista, ti viene da chiedere come farà a stare in cielo. Vi assicuro invece che il volo è stato di una tranquillità assoluta con il personale di bordo assolutamente cortese e carino e che ci ha offerto un panino, torta e caffè. Bene l’inizio è stupendo e lascia ben presagire. L’arrivo è stato a Porto (o Oporto) dopo circa 2,30 di viaggio.
Atterriamo e già siamo elettrizzati…28°. Si sta benissimo. Dopo aver ritirato i nostri bagagli (non più di 10 minuti dall’atterraggio) cerchiamo nell’aeroporto l’ufficio dell’autonoleggio Guerin. Auto-Europe infatti non ha un proprio parco auto e si avvale di altri operatori. Proprio per questo riesce ad applicare delle tariffe concorrenziali. Veniamo prelevati da un pulmino che in 5 minuti ci accompagna al centro operativo. Ci consegnano quanto avevamo richiesto un pulmino 9 posti Ford Transit diesel con aria condizionata. Un consiglio se siete in 5/6 persone non prendete un 7 posti tipo Seat Alhambra perché vi costerebbe di più e viaggerete più scomodi, mentre con il nostro pulmino 9 posti abbiamo viaggiato comodissimi pur avendo 6 valigie e 6 zaini. Sono circa le 17 e sebbene Porto sia una cittadina di circa 1 mln di abitanti c’è un bel caos. Per attraversare il fiume Douro ed andare al nostro Residence ci abbiamo impiegato oltre un’ora ma un po’ è stata colpa nostra. Come base abbiamo scelto il Residence Davillina (http://www.residencialdavilina.com/ Voto complessivo per prezzo/qualità 7) che dista 50 metri dalla fermata del metro (che poi è un tram veloce) Joao de Deus e veniamo subito accolti da personale molto gentile. Dopo i soliti convenevoli ci danno le nostre camere. Le camere sono discretamente grandi con tv e balcone. Il bagno è un po’ piccolo ma però ha tutto quello che serve. Soprattutto sembra pulita ed è quello che per noi più conta. Il tempo di darci una rinfrescata e poi via subito fuori a vedere la città. A Porto, ma così come a Lisbona, per i mezzi pubblici conviene fare l’abbonamento. Per 3 gg. costa 3,70 ed il metro-tram che abbiamo preso noi dall’albergo per andare in centro è sempre stato pulito e di ultima generazione. Scendiamo dopo 3 fermate a Jardin do Morro e prendiamo una rampa che si inerpica per 100 metri ma quando arriviamo sopra, sono quasi le 20, godiamo di un panorama da togliere il fiato. Sotto di noi il Ponte Luis II con tutta Porto ed il fiume Douro che l’attraversa. E’ uno spettacolo impagabile. Restiamo ammaliati da questa aria di mare che si respira. E’ ormai ora di cena ma bisogna prima scendere a livello del fiume e così comincia la scarpinata. Scarpinare sarà il nostro verbo in questi giorni che non ci lascerà mai. Le due rive del fiume sono piene di localini per mangiare, una è la riva vecchia ed una la riva nuova, e noi ovviamente puntiamo verso la prima. Qui i localini sono tutti piccoli e disposti su due piani. La signora che ci serve è molto gentile e paziente nello spiegarci i piatti proposti. Che diamine siamo in Portogallo cosa volete che mangiamo:
BACCALAU. Qui infatti il baccalà è il piatto nazionale ed è cucinato in 100 maniere diverse. Noi decidiamo così di assaggiare quello alla griglia.
Attenzione perché qui, a differenza di quanto succede in Italia, il contorno è sempre compreso. Ma prima del baccalau ci facciamo portare una zuppa di patate che è una meraviglia. Alla fine ovviamente dolce e caffè. E qui il caffè è molto simile al nostro. Meno male. Usciamo che siamo sazi e dopo aver speso 15 euro a testa..una sciocchezza. Decidiamo di tornare in hotel anche perché stanchi ma per tornare bisogna arrampicarci sino al ponte Luis II per prendere il metrò. La salita si sente ma è solo una scusa per rivedere Porto di notte.
2° giorno 29 maggio PORTO – BRAGA
La colazione non è molto abbondante ma quanto basta. Si riprende il metrò ed andiamo a visitare la Praça de Libertade. E’ la piazza più grande di Porto dominata in fondo dal palazzo (sembra più una chiesa) del municipio. Proprio dietro di esso c’è la Igreja dela Trinidade. Dentro, cosa che troveremo in ogni chiesa in Portogallo e Spagna, restiamo a bocca aperta nel vedere l’altare e l’arredo della stessa. Una cosa meravigliosa. Ritorniamo verso la praça Libertade ripercorrendola a ritroso per poi girare a destra in Rua dos Clerigos da dove in fondo vediamo l’omonima torre nostra prossima meta.. Da non perdere ovviamente la salita; l’ingresso costa 2 euro (sono solo circa 1000 gradini) ma da lassù si vede tutta Porto. Foto e filmino di rito e poi scendiamo a vedere la chiesa collegata alla torre. Bella anche questa non questi altari tutti lavorati. Una volta scesi proseguiamo a piedi per la Cattedrale che qui viene chiamata Sé. E’ l’altro luogo di Porto che non si può perdere. Lasciamo la Sé ed andiamo a vedere la Igreja de Santa Clara.
Fatichiamo un pochino a trovarla (è nascosta dentro un cortile) ma quando entriamo restiamo abbagliati dallo splendore di tutto quanto ci circonda. La chiesa è piccola ma tutto intorno ci sono monumenti e statue color oro. Nel pomeriggio riprendiamo il nostro pulmino e puntiamo per il nord; meta Braga che dista circa 45 km. Facendo la tangenziale vediamo lo stadio di calcio del Porto; l’Estadio Do Dragao, imponente e bello per come è fatto. Qui le autostrade sono a pagamento e sono ben tenute. Le aree di servizio distano circa 40 km l’una dall’altra e sono perfettamente attrezzate e pulite.
Arriviamo a Braga e subito puntiamo verso il Bom Josè do Monte. E’ uno stupendo santuario posto sulla montagna che sovrasta Braga e quando arriviamo capiamo subito che la scelta è stata giusta. Nel santuario è appena terminato un matrimonio e subito un altro è pronto ad iniziare. Anche qui c’è da fare diverse scale per poter ammirare il santuario dal basso e poterlo immortalare nel nostro album fotografico. Dopo il nostro giro torniamo al furgone e facciamo ritorno verso Porto, visto che è ora di cena, per puntare però questa volta verso la riva nuova. Qui i locali sono proprio sul costruiti sul fiume e sono di ogni tipo (giapponese, italiano, pakistano, spagnolo, ecc.). Entriamo in un locale dove fanno la pizza e direi che tutto sommato non era nemmeno male. Dopo cena un giretto per digerire e poi ritorno in hotel.
3° giorno 30 maggio TOMAR – BATALHA – FATIMA
Dopo la colazione lasciamo Porto e puntiamo diritti verso sud direzione Tomar (250km). Il tempo è stupendo e giungiamo a Tomar verso le 10,30. Il castello dei Templari ci attende e scopriamo che oggi, domenica, gli stanieri non pagano e così risparmiamo 8 euro a testa. E’ unico vedere come in questi posti sembra veramente di far parte di un set cinematografico. Una cosa che iniziamo a notare, e che abbiamo verificato in tutto il Portogallo, è che i monumenti (cattedrali, chiese, monumenti, ecc.) sono tenuti in maniera esemplare all’interno ma gli esterni sono invece tutti sporchi e neri. Anche da queste cose capiamo che non se la passano molto bene in Portogallo a livello economico. Il castello è stupendo ed ogni stanza riporta la memoria ai film di Robin Hood o di Tom Hanks (Il codice da Vinci). Le stanze sono ben tenute e la vista dai vari torrioni è veramente bella. Ne approfittiamo anche per fare alcuni acquisti allo shop del castello, tra cui anche una bella bottiglia di vino locale. La stessa ha vita breve. Infatti poco lontano, nello scendere, troviamo una chiesetta piccolina (chiusa) con un bel piazzale ed una gran balcone ombreggiato e ne approfittiamo per fare il nostro pranzo a base di panini e.vino locale. Ci vorremmo fermare di più visto il fresco e l’aria che si respira ma giusto il tempo di alcune foto panoramiche della città di Tomar attraversata dal rio Nabao, che subito proseguiamo per Batalha. La città dista pochi km. E ci arriviamo in meno di un’ora. Batalha è conosciuta per la grande cattedrale ma quando ci siamo davanti restiamo a bocca aperta per la sua maestosità. E’ veramente imponente. Dentro vi sono le tombe di alcuni re e quella del milite ignoto. Assistiamo così al cambio della guardia (ore 18). Lasciamo Batalha e ci dirigiamo verso il nostro hotel a Fatima, nostra prossima meta che ci accoglie con le foto di Papa Benedetto XVI ricordandoci che proprio nel mese di maggio il Santo Padre ha fatto visita al Santuario. L’Hotel scelto è l’Hotel Regina ) e quando entriamo nella hall restiamo sorpresi dall’eleganza dello stesso. Veramente un bel hotel 3 stelle situato proprio di fianco al grande piazzale del santuario. Il tempo di una rinfrescata e scendiamo a fare una visita al piazzale. Vogliamo approfittare della luce giusta per fare alcune foto.
Quando entri nel piazzale (come credo anche se uno si reca a Lourdes o a Compostella) tutto diventa strano. Il silenzio e l’atmosfera che ti coinvolge esula dall’essere o meno credenti. Ti guardi attorno e capisci che chi viene qui non è solo per vedere il Santuario ma perché cerca un aiuto in qualcosa di superiore. Facciamo il giro del santuario ed entriamo a vedere le tombe dei 3 pastorelli a cui è apparsa la Madonna. Tornando in hotel vediamo che lo stesso ha anche un bel ristorante e quindi decidiamo di fermarci qui per la cena. Una bella zuppa di pesce e come secondo bistecche e contorno; dolce e caffè..14 euro ma usciamo che siamo pieni (hanno chiesto addirittura se ne volevamo ancora!!!). Un giro per digerire e capitiamo proprio nel momento in cui c’è la processione a cui ovviamente non ci rifiutiamo.
4° giorno 31 maggio FATIMA – LISBONA
Al mattino grande colazione a buffet e lasciamo l’hotel dando allo stesso un gran bel voto 8,5. Finiamo la visita a Fatima visitando la nuova chiesa di fronte al Santuario. E’ moderna ed enorme e può ospitare 10000 persone comodamente sedute. Proseguiamo per la capitale: LISBONA dove, dopo 150 km, arriviamo all’ora di pranzo. La città è caotica ma comunque la circolazione è scorrevole. Dalla tangenziale vediamo lo stadio dello Sporting Lisbona Josè Alvelade completamente al coperto e dipinto con i colori bianco e verdi societari. Arriviamo all’hostel prenotato e sinceramente l’impressione è proprio pessima..Accidenti questa volta abbiamo toppato. Il Residencial Mar Dos Açores è in una zona non proprio bella, a nord della città, che ci lascia subito perplessi e che ci dice di stare con gli occhi aperti. La receptionist è molto cortese ma la nostra perplessità aumenta con il fatto che c’è una sola camera disponibile e che per le altre 2 bisognerà aspettare nel pomeriggio. Portiamo tutti i bagagli dentro la stanza assegnata ma le stanze sono piccolissime per non parlare dei bagni. C’è la doccia, il wc ma il lavandino è grande quanto quello delle bambole. Va beh. accontentiamoci. Lasciamo i bagagli e portiamo la macchina in un parcheggio custodito (qui la zona è tutta disco orario) proprio accanto al comando di polizia. Capiamo subito che per visitare Lisbona ci sarà da scarpinare. La città infatti, oltre ad essere calda, è costellata di saliscendi continui. Ci avviamo verso la prima fermata della metrò più vicina e, dopo esser scesi alla stazione di Rossio, ci avviamo per Praça da Figueira dove prendiamo il bus 37 per il Castelo de Sao George. Il pulmino è piccolino e durante il tragitto capiamo il perché. Questo guidatori sono fenomenali per come riescono a guidare per queste vie strettissime e con pendenze allucinanti. Complimenti. Giunti a destinazione decidiamo di mangiare qualcosa e, visto il caldo, decidiamo per gelato e frutta. Dopo i biglietti di rito (8 euro) entriamo nel castello e subito godiamo del panorama di Lisbona con il ponte 25 de April e la statua do Cristo Rei sulla sfondo. Sembra di essere al mare tanto è ampio il fiume Tago. Doveroso ovviamente foto e filmino ad immortalare il momento. Dai vari angoli del castello ammiriamo praticamente Lisbona in tutti i suoi angoli. Di per sé il Castello de Sao George non ha nient’altro in quanto all’interno non c’è altro da visitare e così usciamo ed a piedi andiamo verso a Largos das Portas do Sol per riammirare ancora Lisbona dall’alto. Da questo punto, in lontananza a est, si vede anche il Ponte Vasco de Gama. E’ il ponte più lungo d’Europa con i suoi 17,2 km di lunghezza e decidiamo che sarà quella la nostra metà quando lasceremo Lisbona per puntare a sud. Per il momento ci accontentiamo di guardarlo da lontano. Da qui decidiamo di andare a vedere la Sé, la cattedrale di Lisbona. Sono ormai quasi le 17,00 e quindi abbiamo poco tempo per visitarla ma una volta dentro capiamo anche che il tempo è più che sufficiente. Infatti la Sé è una vera delusione. Dentro è molto povera e buia e quindi ci lascia con l’amaro in bocca. Usciamo ed aspettiamo ovviamente che arrivi il famoso tram 28 per fare le ormai famosissime foto del tram con la Sé sullo sfondo. Una volta fatte le foto di rito prendiamo il tram che ci riaccompagna in Praça da Figueira e da qui percorriamo a piedi la Rua Augusta nota via pedonale piena di negozi di marca per sbucare nella immensa Praça do Comercio. La Piazza è veramente grande e da direttamente sul fiume Tago e da qui partono numerosi traghetti turistici per visitare la baia. E’ ormai ora di cena e decidiamo di cenare in uno dei tanti localiall’aperto che ci sono in Rua Augusta. Decidiamo per una bella orata alla griglia e la scelta risulta azzeccata. Dobbiamo dire che il pesce lo sanno veramente cucinare bene. Dopo cena torniamo verso Praça do Comercio per vedere la piazza ed i monumenti (Castello e Sé) illuminati..la delusione è cocente. La piazza è completamente al buio ed i monumenti sono scarsamente illuminati. Va beh..decidiamo così di tornare verso l’hotel; prendiamo il metrò e scendiamo alla fermata più vicina ad esso che è Anjos e qui abbiamo la prima sorpresa. Alcuni bus e tram finiscono le loro corse alle 22,30, quindi gambe in spalla e percorriamo il circa 1km in salita per arrivare all’hotel.
5° giorno 1 giugno SINTRA – CABO DE ROCAS – CASCAIS
Dopo la delusione delle camere ci aspettiamo anche la delusione della colazione ed invece veniamo smentiti perchè la colazione è un buffet buono ed abbondante…. meglio così. Finiamo e subito andiamo a prendere il nostro pulmino al parcheggio e ci dirigiamo verso Sintra. Sono circa 30 km che noi percorriamo in senso inverso rispetto al traffico di Lisbona che, notiamo, è veramente intenso a quest’ora della mattina. Arrivati a Sintra c’è da visitare il Palazzo della Pena ed il Castello dos Mouros. Lasciamo la macchina nel primo parcheggio, molti proseguono più avanti, e dopo aver fatto i biglietti (euro 10 ma comprende anche la visita al castello) ci incamminiamo dentro un parco con laghetti e verde. La camminata dura circa mezz’ora ed all’improvviso ci appare di fronte questa meraviglia. Il Palazzo della Pena fa pensare a cosa da mille ed una notte. Il palazzo ha colori sgargianti che vanno dal rosso, al giallo, al granata. Stupendo è la prima parola che ci viene da dire. All’interno non si possono fare né foto né film ma vediamo di fare comunque un ricordo da portare in Italia. In ogni stanza o quasi c’è la sorveglianza che ti controlla. Le stanze sono bene tenute e tutti gli arredi sono veramente in ottimo stato di conservazione. In questo caso i soldi sono spesi bene e la visita è veramente piacevole. Un consiglio; se potete vedete di arrivare qui presto (apre alle 10) perché abbiamo visto che è una meta delle gite scolastiche. Anche qui si gode di un ottimo paesaggio. A ovest si vede l’oceano Atlantico mentre a nord si vede la Quinta da Regaleira ed il Castello dos Mouros. Dopo la visita al palazzo ci attende un’altra camminata di mezz’ora circa per andare al castello. Per fortuna il percorso è in mezzo al verde ed all’ombra, ci sono 37°.
Il castello non ha stanze da visitare ma la camminata sui torrioni ci fa vedere tutta la bellezza del Palazzo de la Pena e comunque merita tutto il panorama. Dopo il castello la nostra prossima tappa è la Quinta da Regaleira ma il nostro navigatore satellitare non vuole saperne ci indicarci la strada. Chiediamo ad una pattuglia della polizia ferma al bordo della strada e, per tutta risposta, anziché spiegarci la strada, ci invitano a seguirli.
Ragazzi ci hanno portato direttamente all’entrata con una cortesia impressionante. Non possiamo ovviamente che ringraziarli e la domanda sorge spontanea: anche i nostri vigili a Milano avrebbero fatto così? Dubitiamo.
La Quinta da Regaleira è una grossa e maestosa villa che merita senz’altro la visita. Dentro al palazzo ci sono i disegni (sembra sia opera di un italiano) originali con cui è stata costruita. I giardini sono belli e sotto di essi si intrecciano dei passaggi sotterranei che portano ai principali luoghi della villa. Da ammirare la scala a chiocciola che scende di ben 25 metri sotto la terra e che sembra la torre di Babele. Sotto si accede ai sotterranei che sono completamente bui ma con una piccola torcia si può addentrarsi nell’avventura. Sono ormai passate le 14 e dopo aver lasciato la Quinta da Regaleira ci fermiamo a mangiare una bella insalatina fresca in un bar. Non ho mai mangiato una cosa del genere. Un’insalata con dentro ananas, albicocche,mais, tonno ed una salsina di gamberetti che era la fine del mondo. Stupenda e con questo caldo ci voleva. Riprendiamo il nostro pulmino e ci dirigiamo verso Ovest meta proprio la punta più estrema dell’Europa ad ovest: Cabo De Roca (circa 20 km).
Arriviamo e l’oceano Atlantico ci accoglie con tutto il suo splendore.
L’acqua è di un colore verde-blu stupendo e tira un vento molto forte.
D’altronde in questo posto giungono da tutto il mondo i surfisti per le loro evoluzioni. A Cabo de Roca una targa ci ricorda che qui :”.dove la terra finisce ed inizia il mare”. Alla vista del mare le nostre donne cominciano a perdere la pazienza e praticamente veniamo obbligati a modificare il nostro itinerario (rientro a Lisbona per cenare) per scendere nella spiaggia sotto e mettere i piedi in acqua. Le accontentiamo volentieri forse perché anche noi è quello che vogliamo. Facciamo ridere perché noi indossiamo il k-way ed in spiaggia invece c’è gente che fa surf ed il bagno. Mettiamo i piedi sulla sabbia e la cosa ci fa enormemente piacere. Facciamo una passeggiata sul lungomare e decidiamo poi di percorrere la litoranea per tornare a Lisbona e vedere di trovare un posto per mangiare. Arriviamo così a Cascais. La cittadina, definita la Rimini portoghese, è molto graziosa. Le strade sono pulite e tutto è molto curato. Possiamo immaginare come ad agosto qui ci sia veramente un afflusso di gente impressionante. Ci sono una marea di locali aperti e tutti trasmettono la partita pre mondiale del Portogallo .
Accidenti vero che tra una settimana iniziano i mondiali in Sudafrica ma me ne ero completamente dimenticato (e non è da me). Scegliamo uno dei tanti locali e mentre alcuni di noi prendono il pollo arrosto, io e Gaetano optiamo per le sarde alla griglia. Quando ci portano il piatto la sorpresa è grande. Ci aspettavamo delle sarde di 10/15 cm al massimo invece queste sono dei branzini. L’aspetto è ottimo; il sapore ancora di più. Caffè e dolce…13 euro. Anche qui due passi per digerire ed ammirare la cittadina che, contrariamente a Lisbona, è illuminata. Lasciamo Cascais e la costa occidentale europea per far ritorno a Lisbona con rammarico concordando sul fatto che questa è stata senza dubbio la giornata più bella tra quelle passate sino ad ora.
6° giorno 2 giugno LISBONA
Dopo la colazione la nostra meta prevede stamattina la visita del quartiere di Belem. Prendiamo il bus 28 direttamente subito fuori dal capolinea del metro di Cais Sadré. Il bus percorre tutto il lungo Tago e noi decidiamo di scendere subito dopo il ponte 25 Abril. Il Tago è costeggiato da una bella ed ampia passeggiata che diventa subito il nostro percorso. Ammiriamo il ponte e la struttura e facciamo le foto di rito. A piedi proseguiamo per la camminata ed andiamo a vedere il monumento Padrao Dos Descobrimentos. Il monumento è stato fatto costruire nel 1960 per celebrare i 500 anni della morte di Enrico il conquistatore ed è un monumento alla memoria ed in onore di tutti i navigatori ed i marinai portoghesi. Di fronte all’entrata del monumento, disegnata per terra, c’è la rosa dei venti (50 metri di diametro) che riporta all’interno tutte le rotte scoperte dai navigatori portoghesi ed è stata donata nel 1960 dal Sudafrica vecchia colonia portoghese. Questo disegno è ben visibile dall’alto del monumento da dove si sale con un ascensore (euro 3) e si può godere di un bel paesaggio ammirando il ponte 25 abril ad est; il monastero de los Jeronimos a nord e la torre Belem ad ovest. Proprio il Monastero de Los Jeronimos è la nostra prossima meta. E non solo la nostra visto che pare che tutti i bus di turisti si siano dati appuntamento qui. Entriamo nel Monastero che scopriamo in tutta la sua bellezza architettonica ma decidiamo di non visitare il sopra per via del poco tempo rimasto. Fuori dal monastero la prossima meta è la Torre di Belem; simbolo di Lisbona. E’ una torre roccaforte situata praticamente all’entrata ovest della città ed era adibita a sorvegliare appunto gli invasori che potevano entrare dal Tago. Entriamo nella torre (4 euro) e saliamo poi sopra. All’interno non c’è niente e forse il prezzo non vale quanto visto. Ma tant’è .. E ormai giunta l’ora di pranzo e questa volta decidiamo di accomodarci su una panchina e mangiare i nostri panini. Ci ricordiamo che dobbiamo ancora festeggiare l’anniversario di matrimonio di Tony e Renata e quale miglior occasione se non questa per assaggiare le famosissime paste di Belem.? La pasticceria nata nel 1837 è rinomata in tutto il mondo e lo si capisce dalla fila che c’è fuori a cui ci accodiamo anche noi. La cosa che sorprende è che la gente entra ma nessuno esce..eppure dentro sembra un buco. Ragazzi all’interno ci sono una miriade di stanze costellate di azulejos. Prendiamo le nostre paste (costano 90 centesimi cadauna) e le assaggiamo…Mamma mia, io non sono un gran goloso di roba dolce ma queste paste meritano un premio particolare tanto sono buone. Ora capisco il perché questa pasticceria è così rinomata ed è tutto meritato. Abbiamo ancora un paio d’ore prima di accompagnare Gaetano e Luisa all’aeroporto per il loro ritorno a Milano e le donne decidono di dedicarle allo shopping..ma perché le donne non pensano ad altro? Dopo lo shopping torniamo a prendere il pulmino e portiamo i nostri amici all’aeroporto..
Lasciati i nostri amici e riportato il pulmino al parcheggio decidiamo di andare sull’Elevador de SantaJusta che collega praticamente la zona pedonale al Convento do Carmo che però non riusciamo a visitare in quanto è già chiuso. Per la cena decidiamo di spostarci verso la Plaza de Toros. Proprio sotto l’arena c’è un centro commerciale e decidiamo di mangiare proprio qui dove ci sono dei ristorantini etnici. Alla nostra uscita, sono circa le 22,00 ed essendo sabato, è prevista una manifestazione di corrida e ci sono così degli animalisti che manifestano in maniera pacifica. Dopo cena l’idea è quella di andare in zona Alfama per vedere i monumenti di sera ma dobbiamo scontrarci con il fatto che tutti i mezzi (bus e tram) che portano in cima terminano il servizio alle ore 22.30 e potremmo incorrere nel rischio di farcela a piedi. Meglio lasciar stare ed avviarci invece verso l’Hotel.
7° giorno 3 giugno LISBONA – FARO – SIVIGLIA
Lasciamo il nostro hotel (voto complessivo prezzo/qualità 5,5) e puntiamo dritti verso Faro in Algarve a sud del Portogallo. Sono 280 km e sono anche abbastanza noiosi. L’autostrada è ampia ma non c’è nessuno. Peccato che la stessa non sia vicina alla costa, si sarebbe potuto vedere un bel panorama.
Giungiamo a Faro alle 11 circa e dopo aver lasciato Tony e le due nostre mogli con i bagagli al porto mi reco all’aeroporto per riconsegnare il pulmino. L’ufficio della Guerin e proprio attaccato allo stesso e l’addetto, dopo un veloce controllo, mi chiede com’è andata e molto gentilmente mi congeda. Voto alla Guerin 8. Per tornare al porto di Faro prendo un taxi ed il conducente è in vena di parlare e scambiare due parole. Scopro così che oggi in Portogallo è festa nazionale (ecco perché non abbiamo pagato il parcheggio a Lisbona!!!) e che Faro è una cittadina dove bisogna prestare attenzione. Ora si capisce perché al porto vediamo costantemente le polizia (in bermuda e moto quad) che percorrono il lungo porto (esageriamo..300 metri). Dobbiamo attendere sino alle 15,30 il nostro pulman che ci porterà a Siviglia e così ne approfittiamo a turno per andare a fare un giro e le immancabili 2 foto. Alle 15 ci avviamo verso il terminal dei bus che è proprio accanto al porto. Il bus arriva alle 15,25 ed è un bel bus gran turismo che per 16 euro ci accompagnerà a Siviglia. Il consiglio è quello di acquistare i biglietti dal sito perché, contrariamente a quanto si possa pensare, il bus era pieno. I biglietti sono possono acquistare a partire da 15 giorni prima sul sito http://www.eva-bus.com e costano 16 euro. E’ l’unico mezzo per andare dal Portogallo all’Andalusia (oltre all’auto ovviamente).strano che non abbiano ancora pensato a collegare via ferrovia Faro e Huelva. Va beh, mettiamoci comodi e riposiamoci. Arrivo previsto ore 20.30 che purtroppo diventano le 21,15 perché a 10 km da Siviglia troviamo dei lavori in corso. Come scendiamo dal bus ci assale la calura (33° alle 21,15) e percorriamo la strada che ci divide dal nostro hostal che si trova in pieno centro in zona pedonale. L’Hostal Monnet ) ci fa subito sorridere perché la receptionist è una cortese ragazza abruzzese. Ci fornisce subito le nostre camere e saliamo per rinfrescarci. Le camere sono veramente carine con un ampio bagno; l’unica nota dolente è che non è prevista la colazione (manca proprio il locale). Usciamo per cenare e notiamo subito che Siviglia è una bella città viva con una zona pedonale molto carina. Ceniamo in un bar proprio di fronte alla cattedrale. Niente di che ma visto l’orario non avevamo voglia di cercare oltre.
8° giorno 4 giugno SIVIGLIA
Non essendoci la possibilità di fare colazione in hotel è scontato che la prima tappa di questo giorno è ovviamente quella di un bar per il nostro capuccino con brioches. Siviglia è una città che si sveglia tardi e questo lo abbiamo potuto vedere proprio in questa mattinata. Alle 9 praticamente non c’è ancora in giro nessuno. Ne approfittiamo così per entrare nella cattedrale che a quest’ora è deserta. Un consiglio: se state qualche giorno a Siviglia affittate le biciclette della città e fatevi un giro. Alle 9,30 apre i Reales Alcares che sono praticamente i giardini reali. L’entrata costa 7,50 però ne vale la pena per vedere l’influenza degli arabi che hanno avuto in questa zona iberica. In ogni stanza restiamo colpiti per come sono ben tenuti tutti gli angoli e per come gli stessi sono lavorati. Dopo i giardini ci mettiamo pazientemente in coda invece per visitare la cattedrale e salire sulla torre della Giralda: il simbolo della città (costo 7 euro) che è aperta ore 11 – 17. All’interno della Cattedrale troviamo la tomba di Marco Polo oltre ad altre cappelle molto ben tenute e piene di reliquie.
Saliamo poi sulla torre da dove godiamo della vista di Siviglia dall’alto.
Non c’è molto da vedere proprio perché è la cattedrale il monumento che sarebbe stato bello vedere dall’alto. La Cattedrale è in pieno centro in una zona pedonale e dove passa solo il metrò (o tram veloce) ed è molto piacevole girarla a piedi. E’ ora di pranzo e ovviamente siamo in Spagna e dunque..sangria e paella. Mangiamo proprio alle spalle della cattedrale dove ci sono un sacco di ristoranti che offre solo l’imbarazzo della scelta.
Mangiamo molto bene con 14 euro ed è veramente ottimo.
Dopo il pranzo decidiamo di farci una bella camminata verso Plaza de Espana e purtroppo, d’altronde non era ancora capitato e prima o poi dove accadere, ci troviamo la piazza chiusa per restauro. Che peccato. Volevamo per il nostro anniversario fare un giro con la barca a remi.. Possiamo invece solo visitarla sotto i portici e salire sui torrioni. Non avevamo ancora trovato un monumento in restauro.. Peccato..però la plaza merita e quindi chi viene a Siviglia deve per forza vederla. Da qui proseguiamo poi tornando sui nostri passi per andare a vedere la Gold Tower (Torre dell’oro); una torre che si trova sulle rive del Rio Guadalquivir. Niente di eccezionale ed è anche chiusa. Ma noi più che altro percorriamo il lungo rio per andare a vedere la Plaza de Toros. Per entrare a vederla costo uno sproposito e quindi ci rinunciamo e preferiamo vederla solamente da fuori. E’ quasi ora di cena e decidiamo così di attraversare, a piedi, tutta la città per recarci alla stazione ferrovia di Santa Justa per ritirare la nostra autovettura. Ci addentriamo così in vicoli stretti e pittoreschi e dopo un’ora di cammino riusciamo ad arrivare alla stazione ferroviaria. Decidiamo così di mangiare una bella insalatina proprio in un bar di fronte alla stazione. Dopo la nostra cena entriamo nella stazione ed andiamo all’ufficio della Europcar. Qui decidiamo di sottoscrivere l’assicurazione che cancella la franchigia in caso di danni (a Porto era già prevista con la Guerin) che sono 17 euro al giorno ma che assolutamente conviene. La nostra autovettura è una Peugeot 308 SW nera nuova di pacca (1100 km fatti) con climatizzatore bizonale e radio con presa usb (così almeno ci ascoltiamo un po’ di musica italiana). Comunque una vera chicca ed anche il servizio Europcar è stato impeccabile. Il problema di Siviglia sono i parcheggi. Non ve ne sono all’aperto ma tutti al chiuso e costano 17 euro al giorno. Beh, dopo aver girato un po’ decidiamo di lasciarla vicino alla Plaza de Toros, alla mattina andrò io a prenderla.
9° giorno 5 giugno SIVIGLIA – CORDOBA – GRANADA
Lasciamo cosi il nostro Hostal Monnet (voto 7 paga il fatto di non avere la colazione). Come ho premesso prima Siviglia è una città che si sveglia tardi. Alle 8 non c’è nessuno in giro e me ne rendo conto proprio andando a ritirare l’auto. Carichiamo i bagagli e ci dirigiamo verso Cordoba. In autostrada ci fermiamo a fare colazione. Il terreno qui è molto arido e secco ed anche oggi si prospetta una gran bella giornata calda. Arriviamo a Cordoba (150 km) verso le 10,30 ed andiamo subito a vedere la famosa Moschea delle 1000 colonne (entrata euro 4). E’ un classico esempio di fusione della cultura arabo-islamica con quella cristiana e siamo all’incirca alla fine del 700. Dentro la moschea è molto ben tenuta con una miriade di cappelle ai quattro lati. All’uscita ne approfittiamo per girare un po’ tra i vicoletti ed i negozietti presenti. Un raccomandazione: attenzione a borse e portafogli perché qui, ma come anche a Siviglia e Granada è pieno di zingari. Attraversiamo poi il vecchio ponte romano sul Rio Guadalquivir ed andiamo alla Torre della Calahorra che però risulta chiusa. Fa un caldo infernale e così ci ricordiamo che all’uscita dell’autostrada c’è un centro commerciale e decidiamo così di andare a mangiare e approfittare così per rinfrescarci. Proseguiamo così per la nostra ultima meta: Granada dove sopraggiungiamo alle 17,00 circa dopo 210 km. accolti da 37° gradi di calura. E pensare che proprio alle spalle si vede la Sierra Nevada con la neve. In albergo il primo ed unico intoppo sugli hotel. Risulta prenotata una sola camera ma nel mio vouchers ce ne sono scritte 2 per 4 adulti. La receptionist allora cerca di farfugliare qualcosa e riesce a trovare una nuova stanza e ci informa che proprio oggi all’ultimo piano dell’hotel viene inaugurato un bar con vista. Dimenticavo il nome dell’hotel è Los Jeronimos proprio di fronte all’omonimo monastero ) L’hotel ha una parte nuova ed una parte vecchia che deve ancora essere ristrutturata. Le camere sono molto ampie ed anche i bagni sono molto grandi per cui di nostra piena soddisfazione. Il tempo di lasciare i bagagli che siamo di nuovo in strada. Tutti i negozi sono chiusi e non c’è in giro nessuno..accidenti è festa ma appena arriviamo in zona centrale invece la città ci si presenta piena di turisti e caotica. Giungiamo nei pressi della cattedrale e ci accorgiamo che essendo il giorno dopo festa la stessa non sarà aperta al mattino. Cambio di programma quindi e decidiamo di visitarla subito (euro 3,5). Entriamo così nella cattedrale che è veramente molto grande e fatta di marmo bianco che addirittura da fastidio agli occhi. E’
molto bella così come l’altare centrale e gli affreschi presenti. All’uscita il caldo è ancora afoso. Decidiamo così di ritornare verso l’albergo per rinfrescarci e prepararci per la sera. Nel percorrere la strada si capisce che l’influenza araba qui è molto presente. Infatti innumerevoli sono i negozi di kebab che troviamo sul tragitto come anche l’inconfondibile musica araba che esce dalle case. Dopo la doccia decidiamo di salire a vedere il nuovo bar aperto all’ultimo piano dell’hotel. La vista che si ha è veramente stupenda. Sembra quasi di essere a Roma per l’aspetto dei tetti. Stasera l’happy hour qui costa solo 1 euro. E’ meraviglioso. Godiamo del tepore del tramonto guardando il monastero los Jeronimos, l’Alhambra e la Sierra Nevada innevata. Dopo l’aperitivo scendiamo ed andiamo al ristorante dell’hotel per finire con una bella insalata. Obbligatorio poi tornare in zona pedonale. La città infatti è vestita a festa con addobbi e luci. Se non fosse per il caldo direi che è Natale. Dopo un bel giro ce ne torniamo in hotel.
10° giorno 6 giugno GRANADA
La colazione è la vera pecca dell’hotel. Infatti non è a buffet ed anche la scelta non lascia scampo. Solo cappuccino perché brioches non ce ne sono ma per fortuna abbiamo qualcosa di riserva noi e ne approfittiamo. Visto che ieri pomeriggio abbiamo visitato la Cattedrale la mattinata di oggi è praticamente libera da impegni programmati. Infatti anche la visita alla Capela Real non riscontra il nostro interesse (forse siamo stanchi) e decidiamo così di non visitarla. Preferiamo camminare a zonzo e così decidiamo di andare a vedere Plaza de Toros e poi per tornare in centro prendere un bus. Giriamo così un po’ a zonzo visto che alle 13 dobbiamo essere all’entrata dell’Alhambra. A proposito. Ricordatevi di acquistare i biglietti direttamente dall’Italia perché qui sarà impossibile. I biglietti (www.alhambra.org ) hanno costi diversi perché diversi sono anche i percorsi che si possono effettuare. Preventivate il fatto però che vi andrà via mezza giornata. Noi li abbiamo acquistati dall’Italia ed una volta a Granada siamo entrati in un’agenzia addetta della Service Caixa dove hanno volturato i nostri vouchers in biglietti veri e propri. Abbiamo così deciso di salire all’Alhambra a piedi. Sono in tutto circa mezz’ora ma all’ombra e quindi si possono fare tranquillamente. Non c’è verso comunque di entrare prima a vedere qualcosa. La nostra entrata è fissata per le 14 ed quell’ora ci faranno entrare. Va beh.compriamo un panino, pranziamo ed attendiamo pazientemente la nostra ora. L’unica cosa che mi lascia perplesso è che, visto il grande afflusso di turisti, non ci sia un bar grande ma solo un baracchino. Alle 14 finalmente entriamo e scopriamo che tutto quello che avevamo letto sui libri corrispondeva alla realtà. L’arte araba-islamica si fonde con quella europea in uno scambio continuo di sculture artistiche. Il tutto è conservato bene e merita il prezzo. Si comincia, obbligatoriamente, dal Palacios Nazaríes, per poi proseguire con i giardini del Generalife ed infine con l’Alcazaba dalla quale si ha una veduta dall’alto di Granada, della Cattedrale e della Sierra Nevada. Alla fine, sono quasi le 18, siamo veramente stanchi anche perché il camminare è stato tanto.
Le donne decidono così che si deve scendere a piedi.il motivo? Mancano ancora da acquistare alcuni regalini.. Una volta scesi prendiamo il bus 32 che ci porta all’Albaicin. Albaicin è un quartiere posto in sommità di una collina proprio di fronte all’Alhambra. Ve lo consiglio. In Plaza San Nicolas c’è un terrazzo da dove si vede nella sua interezza tutta l’Alhambra con alle spalle la Sierra Nevada.praticamente una cartolina che non può mancare alla vostra collezione. Riprendiamo il bus 32 che ci riporta in centro e da qui poi torniamo in hotel. Usciamo dopo una bella doccia rigeneratrice e torniamo in centro. C’è la processione del Corpus Domini e la statua della Madonna viene portata a spalla con l’altare da un gruppo molto nutrito di donne. La cattedrale è illuminata a giorno all’interno. Per la nostra ultima cena decidiamo ovviamente che non può essere che sangria e paella e così sarà. Dopo, per digerire, la solita camminata ci catapulta in piazza dove ci sono diverse scuole di flamenco che si esibiscono. Termina così la nostra serata e torniamo in hotel anche perché dobbiamo prendere l’auto dal garage visto che alla mattina dopo partiremo presto.
11° giorno 7 giugno GRANADA – MALAGA
La sveglia oggi suona alle 5,00 e dopo aver saldato il conto (voto hotel 7 per via della pessima colazione) percorriamo l’autostrada che separa Granada da Malaga (150 km) e dove giungiamo alle 7,00 circa. Lasciamo l’auto alla Europcar (voto 9) e ci imbarchiamo alle ore 10,30 con destinazione Milano Malpensa…salutando così il Portogallo e la Spagna..Saudaçoes e Saludos..
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