di Massimo Gallizia –
Al terminal terrestre di Arequipa sono giunto in anticipo. Seduto nella sala d’attesa, osservo quanti mi stanno accanto. Sono in prevalenza “campesiños”, i loro visi presentano profonde rughe scavate dal sole e dalla fática, hanno il naso aquilino ereditato dai loro avi incas, le mani sono forti e nodose per il lavoro dei campi. Esprimono un insieme di sentimenti che si possono raggruppare in un única parola: fierezza. Giunge il momento di salire sul bus, mia moglie al teléfono mi ha appena detto che l’ennesimo é finito in una scarpata con morti e feriti. Guardo le gomme anteriori: decisamente lise, decido di non guardare quelle posteriori. Sono le 16,30, uscendo da Arequipa la strada s’ inerpica tornante dopo tornante.
In lontananza il Misti, l’Ampato ed il Sabancay,questi ultimi ricoperti di neve, offrono uno spettacolo fantastico. Il bus arranca faticosamente, incrociamo un camion che ad un tornante ha perso il carico e ci crea qualche problema. Alle 20,30 ci fermiamo per la cena in un modesto ristorante di capagna. Il tragitto di 380km. per metá non é asfaltato e questo giustifica le 12 ore di viaggio, infatti giungo a Cotahuasi alle 4,30 del mattino. Ad attendermi sulla piazza del paese c’é il proprietario dell’ hostal “Fanny Luz” dove ho eletto il mio domicilio. Attendo inútilmente che scarichino tutti i bagagli, il mio non c’é, forse non l’hanno caricato sul bus. Vado alla locale stazione di polizia a sporgere denuncia nel caso sia stato rubato. Breve conciliabolo con il mio anfitrione e decido di partire alle 6, ovvero da li a poco per Pampamarca, piccolo pueblo a due ore di minibús ed andare a vedere il “Bosco di pietra” zona in cui le rocce di origine vulcanica sono state modellate dagli agenti atmosferici in figure particolari.
Il minibús parte puntuale alle 6 ed in breve é strapieno di cose, animali e persone. Cedo il `posto ad una donna con bambino. Il tragitto sino a Pampamarca é un susseguirsi di scorci di natura unici: cime innevate, gole profonde, torrenti impetuosi. Viaggiando ho l’occasione di parlare con Soledad, emancipata donna andina con la passione per l’imprenditoria. É curiosa, vuol sapere un’infinitá di cose da questo “gringo” che giunge da cosí lontano e mi racconta che ha un suo negozietto dove vende di tutto, puó prepararmi i pasti ed eventualmente mettermi a disposizione una camera nel caso io decida di restare in paese qualche giorno. Giunti a destinazione,l’aiuto a scaricare le vettovaglie di cui ha fatto scorta a Cotahuasi e poi si preoccupa di trovarmi una guida che mi accompagni sino al “Bosco di pietra”. Non ho dormito tutta la notte, stó viaggiando da tre giorni, ho sulla gobba piú di 2000 km. percorsi in bus, mi aspetta una marcia che dai 3350mt. di Pampamarca porterá me ed i miei “sessantotto anni” ai 4100 mt. del “Bosco di pietra”, comincio a credere di non essere tanto “normale”. Stringo i denti e mi avvio in compagnia di Alvaro Flores Ticlla, guardando verso l’alto penso che non riusciró a raggiungere il sospirato Bosco che mi pare cosí lontano. Devo sostare frequentemente a riprendere fiato, Alvaro si rende conto delle mie difficoltá e si offre di portare lui lo zaino: accetto.
Lungo il tragitto s’incontrano numerose “Chulpas” ovvero antiche tombe Inca saccheggiate dai tombaroli, ma contenenti i resti ossei fra cui i teschi. Dopo le 2 ore preventivate, giungiamo infine alla sospirata meta, lo sguardo spazia sino al Vulcano Solimana ed é tutto un susseguirsi di valli e cime, regno incontrastato di lama e vigogna. Mentre scatto foto a raffica un condor passa rápido sulle nostre teste. Alvaro mi propone di tornare con un percorso diverso che mi permetta di arrivare al “Mirador di Pactapilla”, da quí ai bagni termali di Joshla ed alla cascata di Uskuni. Guardo l’orologio: sono le 11 ed il mini bus per Cotahuasi parte alla una, se accetto dovró pernottare a Pampamarca e ripartire l’indomani con il minibús delle 7, ma salta il programa di visitare la cascata di Sipia. Rinuncio ed iniziamo la discesa che, quasi correndo, in una ora ci riporta sulla piazza di Pampamarca. Alvaro mi invita a casa sua e la moglie mi offre una tazza di chicha, un piatto di patate lesse e mais bollito. É tutto quello che hanno e me l’offrono. Ormai manca poco alla partenza del minibús, mi congedo da Alvaro. Sulla piazza il mezzo di trasporto é in sosta sotto un frondoso e ultracentenario albero di cedro, l’autista stá terminando di sostituire una delle balestre posteriori. Partiremo con un’ora di ritardo, riprendo la macchina fotográfica dallo zaino per scattare le ultime foto ed é una gara da parte degli abitanti presenti nella piazza per farsi fotografare. Ritorno con la convinzione di aver vissuto un momento unico, in mezzo a gente eccezionale e di non aver la capacitá di esprimere le sensazioni che mi hanno pervaso.
ADDIO GENTE DI PAMPAMARCA, ADDIO POPOLO FELICE.
PAMPAMARCA: abitanti 1400, altitudine 3350mt.
VITA MEDIA DEGLI ABITANTI: 100 anni
POSSIBILITÁ DI ALLOGGIO: chiedete sulla piazza di Soledad.
ATTRATTIVE: percorsi di trekking senza limiti e pesca alla trota nel torrente
RISTORANTI: chiedete a Soledad che vi prepari i pasti, sará lieta di farlo.
SPECIALITÁ GASTRONOMICHE: solo cibi naturali.
COSTO DELLA GUIDA: mi ha chiesto 10 nuevo sol , ne ho pagati 20 5 euri)
PRESENZA TURISTICA: nulla
Cascata di Sipia
Rientro a Cotahuasi alle 16.30 stanco oltre ogni dire, ma la tensione non mi permette di riposare, penso alla mia attrezzatura da pesca che spero mi giunga con il pulman proveniente da Arequipa alle 4,30 della mattina successiva. Vado all’albergo a sistemare quel poco che ho nello zaino piccolo. Fortunatamente oltre al necesario per la toeletta, ho un cambio di biancheria. Fatta la doccia , vado a cena in un ristorantino niente male. “Al buen sabor” la pulizia é impeccabile, la qualitá del cibo rimarchevole, il prezzo per un menú completo é di soli “3 soles” (vale a dire 75 cent. di euro) che diventano 5 soles con una onnipresente “coca cola”. C’é comunque la possibilitá i farsi cucinare qualunque cosa compresa una gustosa trota del rio. Bene, una breve passeggiata per il paese, un salto a “internet” per comunicare al mondo che sono ancora vivo e via a letto.
Sveglia alle 3,30 del mattino per essere puntuale all’arrivo del pulman. La notte é fredda, fortunatamente lungo la strada, pazienti donne, stazionano con i loro fornelli pronte a fornire generosi tazzoni di bevande a base di erbe che riscaldano lo stomaco. Alle 4,30, puntuale, il pulman dell’agenzia “Reyna” scodella i suoi passeggeri ed anche il mio bagaglio. Il tempo di depositare il tutto in albergo e… via nuovamente, questa volta alla cascata di Sipia. Anche quí i tempi sono brevi in quanto il minibús che mi lascia alle 7 al ponte di corde di Cuayo, riparte alle 11. Fortunatamente la cascata è distante solo una ora e mezza di cammino che sommato al tempo per tornare ed al tempo per le foto,fanno esattamente quanto basta per perderé il bus. Non cammino, corro. Sotto il sole cocente sudo abbondantemente, fortunatamente ho con me una buona scorta di succosi mandarini che risolvono egregiamente il problema della sete. La vista di una enorme massa d’acqua che viene inghiottita da una spaccatura della crosta terrestre profonda 150mt. é impressionante. Non oso avvicinarmi molto, il fragore intimorisce, scatto le mie foto e torno. É sicuramente un luogo in cui farebbe piacere essere in compagnia, soli ti mette magone.
Giungo alla piazzuola che funge da capolinea con un leggero anticipo sull’orario di partenza e dove alcuni passeggeri stanno aspettando .Offro loro una birra calda ed in cambio mi caricano di frutta. Nella zona si produce tutta la frutta possibile ed immaginabile,naturalmente senza l’utilizzo di additivi vari. In questa circostanza ho l’occasione di conoscere un’insegnante in pensione, ha insegnato in una scuola di Lima ed ora si gode la tranquillitá di questi luoghi paradisiaci. Possiede una casa ad Arequipa, ma preferisce dividersi fra la casa di Cotahuasi e quella posta nel profondo della valle a 5 ore a dorso di mulo, 6 ore se il mulo non é dei migliori. Mi mette a disposizione la casa di Cotahuasi per tutto il tempo che desidero e se la informo con anticipo, procura i muli in numero suficiente per raggiungerla con quanti vorranno, in fondo alla valle. Pensa la generositá di questa gente. Rientro in paese per il pranzo e faccio conoscenza con un giovane ingegnere di madre peruviana e padre francese, si é laureato a Parigi e viaggia con la moglie alla ricerca del paradiso terrestre. Nauseato da quello che offre il mondo civile sta cercando un luogo dove fermarsi ed avviare una sorta di agriturismo ecológico in perfetta sintonía con la natura. Quale sito migliore di questo? Discutiamo tutto il pomeriggio di organizzazione ,pianificazione e tante altre cose terminanti in ….one. L’ora della cena mi salva da un autentico torment…one.
Alca ed i bagni termali di Luicho
Terzo giorno di permanenza, levataccia alle 4 e partenza alle 5 per Alca ultimo pueblo servito dai pulman provenienti da Arequipa. Giungo alle 7 sulla plazza de arma di Alca,colazione con trota fritta, patate e l’immancabile “arroz”, caffé americano per digerire il tutto e finalmente via a pescare lungo il fiume Colca. Percorro la sponda destra a discendere, il panorama é, come sempre,da fine del mondo. Incontro fattorie, campi coltivati, armenti al pascolo, boschi di ginestre, canali per irrigazione dentro ai quali scorre l’acqua piú límpida e fresca che si possa immaginare, l’acqua del fiume é altrettanto límpida e ricca di trote. Scorgo due pescatori con la rete che fanno man bassa di pesci. Cerco dove possano essere Adamo ed Eva per informarli di non cadere nel trabocchetto del Demonio affinché tutto questo non cambi. Senza acccorgermi, giungo a Luicho che é l’ora di pranzo. Sosta per nutrire il corpo, naturalmente con trota e patate fritte. Mi devo affrettare poiché alle 16,30 parte il mio bus per Arequipa. Rientro a Cotahuasi giusto in tempo per raccogliere le mie cose, scattare due foto all’albergo, abbracciare il propietario e salire sul pulman che in 12 ora di sofferenza, mi riporta nel mondo civile. Evidentemente si puó vivere anche con mezzo cuore perché una metá l’ho lasciata a Cotahuasi.
Massimo Gallizia
Av. La Rivera 750 Huanchaco – Trujillo (Perú)
Maxgalli_3@hotmail.com
Informazioni utili
Voglio confermare la bontá dell’hostal “Fanny Luz” sito in Cotahuasi e sopratutto l’estrema disponibilitá del suo propietario sig. Rogger Vela Flores che coccola i suoi ospiti come una chioccia i suoi pulcini. Per giungere a Cotahuasi da Arequipa ci sono dua compagnie che operano dal Terrapuerto, la Reyna e la Alex entrambe con partenza alle 16,30. Costo del passaggio: Reyna 30 soles, Alex 35 soles, cinque soles in piú ampiamente giustificati dalla maggior pulizia e modernitá del mezzo. Ho viaggiato con entrambe, Alex mi é sembrato migliore e almeno non mi ha perso i bagagli. Per il ritorno vale lo stesso orario, partenza alle 16,30 con arrivo ad Arequipa alle 4,30 del mattino. I pulman da Cotahuasi proseguono poi per Tomepampa, Luicho, ed Alca. Consiglio di prenotare il ritorno almeno un giorno prima della partenza alle rispettive agenzie i cui uffici si trovano sulla piazza di Cotahuasi. Per visitare Pampamarca il minibús parte alle 6,00 del mattino dalla piazza ed in due ore vi porta a destinazione ( costo 5 soles). Riparte alla 1,00 del pomeriggio, avrete cosí il tempo per visitare il Bosco di Pietra (salita 2/3 ore, discesa 1 ora) , scattare le classiche fotoricordo e ritornare giusto in tempo per ripartire. Non potrete visitare i bagni termali di Joshlá, il mirador Patacapilla, il mirador Uskuni. Altra soluzione é fermarsi un giorno e ripartire il giorno appresso con il minibus delle 7,00 o, meglioancora all’una. In ogni caso per le vostre gite, chiedete sulla piazza quando arrivate di Alvaro Flores Ticlla, é un contadino che si propone come guida e che per pochi soles vi accompagnerá nel vostro tour, se desiderate fermarvi chiedete invece di Soledad. Il viaggio vale la pena.
Per visitare le cascate di Sipia, il minibús parte dalla piazza di Cotahuasi alle 6,30 del mattino (costo 2 soles), vi deposita al ponte di corde di Cuyao dove termina la strada, da quí in una ora e trenta siete alla cascata, tempo di fare le solite foto e via di corsa perché il minibús riparte alle 11,00 e non vi aspetta. Valida alternativa é ritornare a piedi, ma la strada é polverosa, un consiglio: portatevi un bel pó di mandarini per tacitare la sete, sono succosi e costano veramente poco. Per visitare Alca se non partite alle 5,00 del mattino con i pulman che provengono da Arequipa,(costo 1sole), troverete un minibús in partenza ogni 30 minuti dalla piazza. Giunti ad Alca, potrete fare colazione presso l’hotel Alcalá. Il paese é caratteristico e la gente del luogo estremamente cordiale. Da quí attraversate il ponte Alca trasferendovi sulla sponda destra del rio Cotahuasi e camminando sulla comoda strada sterrata che lo costeggia, in 50/60 minuti siete aLuicho presso i bagni termali. Se desiderate potete fare il bagno nelle calde acque delle terme oppure attravesare il fiume su di un nuovissimo ponte di corde e dall’altra parte attendere il minibús che vi riporterá a Cotahuasi fermandovi eventualmente a Tomepampa. Voglio segnalare a Cotahuasi l’ottimo ristorante “el buen sabor” in Avenida Arequipa n.114, tel.581046. Posto a fianco del ristorante si trova l’Hostal Alcalá av. Arequipa 116, tel.581090, camere con bagno in comune a 15 soles per persona (fá parte di una serie di hotel che portano lo stesso nome).