di Donatella Boscaglia e Gianni Fornai –
A Parigi siamo arrivati il giorno 8 mattina con il treno partito da Firenze la sera prima e siamo partiti dalla gare de Lyon il 19. Le cose che abbiamo visto sono le seguenti:
8 luglio. Notre Dame, Mosquée de Paris, Institut du monde arabe, Jardin des Plantes. Partenza da Follonica il 7 luglio alla volta di Firenze con cambio di treno a Pisa. A Firenze ci aspetta un treno con cuccette che ci porterà a Parigi (partenza ore 21, arrivo ore 9.16). Dormiamo in sei in uno scompartimento. Viaggio più lento e più avventuroso di quello in aereo Il viaggio andata-ritorno costa 165 euro. Il giorno 8 arriviamo con leggero ritardo alla gare de Bercy. L’imprinting con i prezzi di Parigi lo abbiamo al bar della stazione: due café au lait e
9 luglio. Tour Eiffel, Musée Guimet, Musée du Quai Branly, Musée de l’Armée, Musée Rodin.
Cominciamo la nostra maratona che durerà quattro giorni. Per prendere il treno della RER che parte dalla stazione di Austerlitz abbiamo attraversato l’omonimo ponte. Nelle mie visite a Parigi avevo sempre rifiutato di andare a vedere da vicino l’ammasso di ferraglia del quale quest’anno ricorrono i 120 anni, ma la moglie andava accontentata. Successivamente siamo andati a piedi al musée du quai Branly (n. 77 della omonima strada) dove acquistiamo il Paris Museum Pass a 48 euro ciascuno per 4 giorni.. Il Quai Branly apre alle 11 e per non perdere tempo attraversiamo la Senna utilizzando il ponte-passerella e andiamo al museo Guimet des arts asiatiques,
10 luglio. Jardin des Tuileries, Louvre, L’Orangerie, Musée du quai d’Orsay, Beaubourg.
Lo scopo di queste note è di dare delle indicazioni spaziali e temporali per chi ha pochi giorni per visitare Parigi e non vuole sprecare tempo e denaro. Proseguiamo nel racconto. Arriviamo alle 8.30 davanti al Louvre. Contiamo già 5 persone in fila nonostante che il museo apra più tardi. Percorriamo il Jardin des Tuileries fino a Place de la Concorde e poi torniamo indietro. Il Louvre si articola in quattro parti principali: Denan, Sully e Richelieu e la Hall Napoléon.. Al primo piano dell’ala Richelieu si trova la pittura italiana e quel la spagnola. Siamo costretti a selezionare per ragioni di sopravvivenza fisica e cerebrale. La prima volta che ho visitato il Louvre non c’erano le Piramidi in vetro, gli esercizi commerciali, i bar. Citati su Repubblica ha sentenziato che il Louvre è il museo più brutto del modo sulla base di una concezione elitaria della cultura che seleziona opere da vedere e fruitori. Ad essere cattivo penso che, data l’età dello scrittore e giornalista, la vera ragione del proclama contro il museo più famoso del mondo sia che il Louvre è un labirinto, bisogna camminare per vedere e camminare, specie per chi non è allenato, è fatica. I turisti, prima di entrare nell’ala dei pittori, ammirano e fotografano la Niké de Samothrace. Non occorre conoscerne la storia per ammirarne la bellezza. Data l’ora del mattino poche persone ammirano la seconda star del museo: la Gioconda. Di Leonrado da Vinci si possono ammirare altre tre opere, ma sono pochi i turisti che si fermano ad ammirarle. Dopo la pittura italiana e spagnola visitiamo la parte delle antichità romane e greche e di una infinità di altri popoli. Dal momento che abbiamo fatto come i Giapponesi con la telecamera registrando 10 GB di memoria potremmo fare un elenco infinito di opere, ma risparmiamo la fatica all’eventuale lettore. Cerchiamo la Venud de Milo
11 luglio. Versailles, Promenade Plantée.
Per la seconda volta prendiamo la RER alla gare d’Austerlitz. Possiamo sceglier tra due linee: la A e la B. La A passa vicino alla Senna e permette di arrivare a Versailles RG (Rive Gauche), la B segue un percorso distinto e distante dalla Senna che arriva a Versailles Chantiers, stazione a 1,3 chilometri dal Castello. La RER segue percorsi distinti da quelli del métro e, per la parte extraurbana richiede biglietti diversi, ma noi abbiamo usato gli stessi, da quelli del métro.
12 luglio. Musée National du Moyen Age, Panthéon, Sainte Chapelle, Conciergerie
Solita sveglia di buon mattino per arrivare a piedi al Quartiere Latino. Notre Dame,
.
13 luglio. Chartres: Cathédrale, église de Saint Pierre, église de Saint Aignan.
Sveglia alle 6 del mattino. Métro per la gare de Montparnasse con cambio alla Madeleine. Biglitti A e R 30 euro cadauno. Un’ora di viaggio con ‘partenza alle 7.49. Pochissimi viaggiatori.
14 luglio. Arc de Triomphe, Champs Elysées, Marais
Nonostante l’ora, circa le 8, intorno all’Arc de Triomphe troviamo un’imponente disposizione di forza pubblica che ci costringe a fare un giro predeterminato dalle autorità per entrare negli Champs Elysées. E’ la festa nazionale e ci sarà il Presidente Sarkozy. Sfilerà anche l’esercito indiano. Persone con scale, sgabelli e poltroncine cominciano ad affluire da tutte le parti. Stadi, piscine, biblioteche: tutto chiuso. Sono aperti solo quattro musei. In compenso Le Printemps e la Galerie Lafayette sono aperti e lì andremo. Arriviamo a metà degli Champs Elysées, a rue du Colysé, e cerchiamo di uscir mentre una folla sempre più numerosa entra. Abbiamo visto abbastanza: vecchi carri armati residuati della battaglia delle Ardenne, militari reduci dell’Afghanistan, turisti incolpati di portare dietro un ombrello considerato come arma impropria, bottiglie d’acqua sequestrate. Possiamo goderci i viali della Place dell’étoile senza auto e quasi deserti fino alla gare d Saint Lazare. Percorriamo il viale Haussman e andiamo a vedere le nuove opere d’arte: i vestiti a 3000 euro di Printemps. Colpiti da tanta cultura tralasciamo di entrare nei Magasins Lafayette, gemelli di quelli visti a Montparnasse il giorno precedente. Di passaggio vediamo e fotografiamo l’esterno dell’église de la Madeleine e torniamo con il métro. Mangiamo al solito Tex Mex vicino all’hotel e poi ci rilassiamo nella nostra camera. Alle 17,30 usciamo per visitare il Marais. Da Place de la Bastille prendiamo Boulevard Beaumarchais fino a Rue Saint Gilles, percorriamo rue de Sevigné e rue des Francs Bourgeois. Vediamo dove si trova l’ingresso di diversi musei che non visiteremo per saturazione da museo: Carnavalet, Cognacq Jay e Picasso. Continuiamo la nostra passeggiata e sbuchiamo attraverso Rue Vieille du Temple in Ru de Rivoli dove entriamo nella Chiesa di Saint Paul per riposarci. La sera c’è lo Show di Johnny Halliday al Champ de Mars. Gira la notizia di un compenso che varia tra 500000 e 600000 euro, ma l’Eliseo smentisce e parla di 30000 euro. Scelta di Sarkozy per far felici 800000 persone ch assistono allo spettacolo. Ci saranno poi i fuochi artificiali per ricordare i 120 anni della costruzione della tour Eiffel. Ma questo 14 luglio non è il 220° anniversario della Rivoluzione Francese ?
15 luglio. Porte Dorée, Musée de l’immigration, Chateau de Vincennes
Tra
16 luglio Butte Montmartre, Saint Denis
Non è facile trovare sempre la linea e la direzione giusta se mancano indicazioni nel métro. Dalla Gare de Lyon alla stazione Charles de Gaulle, come sempre, tutto è filato liscio. Siamo al terzo carnet di biglietti e non è certo la prima volta che giro Parigi in métro. Alla stazione Charles de Gaulle non si trova la linea, ma solo la 1, segnata sulla mappa del métro, e la 6, non segnata. Alla fine siamo riusciti a trovare il capo del filo della matassa ed abbiamo raggiunto la stazione di Anvers e di lì il Sacré Coeur. Erano molti anni che
17 luglio Quartier Latin, Canal Saint Martin
Approfittiamo della capitale per acquistare libri che ci servono. Sulla Place Saint Michel si affacciano diverse librerie di Gilbert Jeune dove possiamo trovare tutto quello che cerchiamo. Per soddisfare invece la mia Bardomania ci rivolgiamo alla Shakespeare and Company, vicino a Notre Dame, dove non trovo i due saggi che cerco, esauriti anche in italiano, ma altre opere critiche che riguardano Shakespeare.
18 luglio. Saint Germain des Prés, Jardin du Luxembourg
Potevamo andare a Fontaine bleau, ma la pioggia ci ha spinto a restare a Parigi. Ripassiamo a piedi per il Marais, rivediamo il Centre Pompidou e poi decidiamo di entrare nel Quartiere Latino. Andiamo a visitare la più antica chiesa di Parigi, Saint Germain des Prés, e mentre camminiamo diamo un’occhiata ad un negozio di abbigliamento o ad una libreria. La chiesa è semplice e ben costruita, stile romanico. Ci riposiamo al Jardin du Luxembourg e successivamente pranziamo. Finiamo la nostra ultima giornata a Parigi nel Jardin des Plantes a leggere un libro. Ci rilassiamo per prepararci spiritualmente al lungo viaggio in treno.
CONCLUSIONE
Elenchiamo le sette cose migliori e le sette peggiori di Parigi. Non è certamente il primo viaggio nella capitale della Francia, anche se è passato molto tempo dall’ultimo. In Francia siamo poi stati una ventina di volte , ma nella provincia.
Migliori:
1. Spazi verdi. A Parigi si trovano diversi parchi e diversi percorsi nel verde. Dall’inizio della Promenade Plantée al Chateau de Vincennes abbiamo percorso 6 chilometri nel verde.
2. I semafori ad ogni attraversamento pedonale sono una sicurezza
3. Il métro collega ogni punto della città, è rapido e facile da usare.
4. Il Paris museum pass permette di risparmiare e di couper les queues
5. Le piste ciclabili e le biciclette a noleggio.
6. Il Canal Saint Martin
7. La trasparenza degli alti pezzi.
Peggiori:
1. Il chiasso gratuito delle auto della polizia, delle autoambulanze, dei pompieri e di chiunque indossi una divisa.
2. Les crottes des chiens. Dappertutto.
3. I Clochards. Inoffensivi, ma con un diritto ad un tetto.
4. Il sudicio per le strade.
5. La nuova mania di parlare tutti in inglese.
6. Il petit déjeuner, a parità di prestazione prezzo doppio di quello italiano
7. I prezzi in genere.
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