di Monica Palazzi –
Quattro mete italiane imperdibili: sto parlando di aree megalitiche davvero imponenti che ci riportano alle origini ossia all’età del Bronzo e del Ferro.
E anche il nostro paese ha alcuni monumenti millenari. Ma di che cosa si tratta? Si tratta, per lo più, di acropoli di cui resta qualcosa tra le colline oppure di parchi archeologici che si trovano, per lo più, nelle zone rurali.
Come l’area megalitica di San Erasmo di Cesi nei pressi di Terni oppure Norba in provincia di Latina.
Eh sì non bisogna andare all’estero per poter vedere i dolmen che sono delle grandi strutture in pietra per ricordare i morti che risalgono all’epoca neolitica e stele di varie età.
Sono davvero tante e ci ricordano questo nostro passato, ma queste “pietre” hanno pure un qualcosa di misterioso in quanto sono indirizzate verso le costellazioni e il sole.
Che ne dite di andare a scoprirne qualcuno insieme? Pronti, partenza via … si parte!
Alatri, la città dei ciclopi, che è conosciuta anche a livello internazionale per l’ottima conservazione della necropoli. È simbolo del borgo megalitico laziale.
Alatri, provincia di Frosinone, si trova nella zona della Ciociaria ed è protetto da grandi mura a forma di poligono.
Il nome con cui il borgo antico di Alatri è chiamato è Civita è uno dei più importanti a livello nazionale come esempio di architettura preistorica ma anche come ottimo esempio di acropoli ottimamente conservata.
Ci sono svariate leggende intorno a questa struttura.
Si narra, ad esempio, che fu proprio il dio Saturno a fondare Alatri oppure si racconta che Alatri sia stata fondata dai Ciclopi in quanto essendo dei giganti si pensa che possano essere stati loro a portare le pesanti pietre che ancora oggi proteggono la cittadina.
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Aosta e il suo parco archeologico che ha la bellezza di seimila anni di storia e che si trova a sei metri di profondità che è una delle aree megalitiche più grandi a livello europeo.
Si parte dalla Rampa del Tempo che altro non è che un corridoio in discesa che ci fa rivivere i millenni passati.
Vale a dire il Neolitico, l’età del Bronzo, l’età del Rame e del Ferro per arrivare fino ai Romani passando per una necropoli medievale.
Il parco si sviluppa per quasi un ettaro. Qui si possono ammirare tra le altre cose tumuli funerari, dolmen, stele, ma anche orme umane di 4.200 anni orsono.
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La maggior presenza di testimonianza preistoriche in Puglia si trova nella zona del Salento.
I dolmen ricordo che sono dei grandiosi monumenti megalitici funebri a camera singola.
E il primo di questi dolmen a essere scoperto in Puglia è del 1879 nei pressi di Maglie mentre per quanto concerne Giurdignano è diventato famoso per i 7 dolmen.
Per visitare questi monumenti si organizzano escursioni a piedi così come in bicicletta.
Altra tappa imperdibile della zona pugliese è Centopietre di Patù che altro non è se non una tomba fatta con le lastre dell’antica città messapica (antica popolazione della Puglia) di Vereto.
La storia locale, forse anche un po’ romanzata, della Sardegna vuole che le Case delle Fate fossero delle piccole abitazioni scavate nella roccia.
In realtà, invece, sono delle tombe prenuragiche che risalgono a 5 mila anni orsono ed erano state scavate dai locali per seppellirvi i propri morti.
Questo genere di sepoltura nelle grotte ipogea (sotto terra) è un tipo di sepoltura che era molto sviluppato in tutta la zona del Mediterraneo.
Su tutta l’isola se ne possono contare oltre 3.600 sia scavate in modo singolo sia raggruppate così da formare una necropoli.
Parecchie di queste strutture sembrano in tutto e per tutto delle abitazioni in quanto sono munite di tetti spioventi, colonne e porte e focolari.
Ma come mai erano fatte in questo modo? Erano state fatte così per simboleggiare il passaggio del morto in un’altra dimensione! All’incirca 200 di queste hanno ancora motivi decorativi scolpiti o incisi o dipinti nel loro interno.
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