Pamplona

di Pietro Silvestrini –
La Partenza è stata fissata per il 5 luglio, visto che nonostante fosse la mia terza Fiesta de San Fermin, per la prima volta volevo gustarmela nella sua interezza, dal Chupinazo al pobre de mi,ma purtroppo per un esame universitario del mio compagno di viaggio BALDA abbiamo dovuto posticipare di un paio di giorni.
Beh, poco male, comunque vada ci restavano ancora 7 giorni di festa, e in base ai miei ricordi passati sarebbero comunque stati impegnativi. La sera di sabato 7 luglio tutto era pronto: la mia Punto pulita, luccicante e col pieno di benzina, i panini per il viaggio, l’abbigliamento adeguato rigorosamente bianco e una piccola scorta di barbera d’Asti, 42 (quarantadue) litri. Meglio abbondare che deficere come mi hanno sempre insegnato. La ci avrebbe raggiunto Ghigno dalla Sardegna al mercoledì, via aereo fino a Girona, poi autobus fino a Barcellona e quindi via in treno fino a Pamplona. Una vera sfacchinata, ma ne sarebbe valsa la pena, anzi la peña.

Per noi il viaggio è stato liscio come l’olio, partenza verso le sette di sera e arrivo alle nove e mezza nei dintorni della città Navarra. Appena arrivati abbiamo cercato una sistemazione ma visti i prezzi abbiamo rinunciato, intanto dal martedì avevamo due letti prenotati in un casa rurales a Astrain, un paese di trecento anime che fa da contrasto alla fiesta, visto la tranquillità che regna sovrana. Sistemazione che consiglio vivamente visto il bar del paese; un buco in cui con 10 euro si può fare un pasto completo e veramente buonissimo (abbiamo gustato trippa, agnello e uno stufato di toro fantastico).

Breve giro della Navarra e verso le sei di sera dell’8 luglio ci presentiamo a Pamplona. Memore degli insegnamenti del passato optiamo per un parcheggio in centro sotto il museo Beluarte, comodo, tranquillo e non molto costoso. Come usciamo dal parcheggio subito veniamo invasi dalla Fiesta. Descriverla è riduttivo, bisogna viverla, ma viverla davvero!!!! Viverla significa girare la notte di locale in locale, assistere al Chupinazo e al Pobre de mi, andare alla corrida, guardare i fuochi, ballare la zarzuela, andare al luna park, vedere la processione di San Fermin il 7 luglio e chi più ne ha più ne metta.



Noi i primi due giorni ci limitiamo a vivere la notte e ogni tanto incappiamo in qualche italiano. Casualmente assistiamo al ballo della zarzuela davanti al municipio (un ballo di gruppo ma che comunque si effettua in coppia) e ne rimaniamo affascinati. Finiamo in mezzo al toro de fuogo, una specie di encierro per bambini che viene effettuato alle 22 e il lunedì assistiamo ad una corrida all’ombra, ma è con l’arrivo di Ghigno che la vacanza prende una marcia in più. Subito il mercoledì assistiamo ad un’altra corrida, questa volta al sole, e rimaniamo allibiti. Migliaia di persone che pagano il biglietto per stare insieme, cantare, mangiare, ballare e soprattutto bere bere bere, e marginalmente, almeno fino a quando il tasso alcolico lo consente, guardare la corrida.

Penso che sia proprio alla plaza de toro che si vive la Fiesta nel modo più intenso e delirante. Un delirio collettivo in cui si festeggiano parecchi compleanni, che consistono nel tirare secchiellate di calimocho addosso alle ragazze più carine..Poi c’è l’encierro, che sconsiglio dopo aver visto cosa è capitato in quello che ho corso; E’ stato definito la corsa più pericolosa degli ultimi anni visto l’alto numero di feriti, un toro ha persino buttato giù la porta di un palazzo. Per fortuna, grazie al pronto intervento dei sanitari, nessun morto. Lo sconsiglio ma sinceramente è una delle cose più emozionanti che ho mai vissuto, adrenalina a mille e cuore a 200 pulsazioni al minuto!!!!

Le giornate passano sempre più intense fino al 14, quando alla mezzanotte in punto si celebra la fine della festa all’ayuntamento, il pobre de Mi.Pochissimi turisti e tanta tanta emozione e per me anche qualche lacrimuccia. E’ una celebrazione intima e nostalgica, completamente l’opposto dalla festa. Un po’ di canto collettivo e poi, per l’ultima notte, si passa di bar in bar aspettando mattina. Il nostro viaggio prosegue verso Barcellona dove abbandoniamo Ghigno e poi via verso l’Italia, anche se il cuore si è fermato a Pamplona, il proseguo è insignificante.

Un consiglio:andateci e gustatevi la festa. Punto. E se avete bisogno di consigli o volete semplicemente parlare di Pamplona o della Spagna la mia e-mail e’ pietrosilvestrini79@virgilio.it
Il mio prossimo viaggio per San Fermin è per il 2009. Hasta el luego. Pietro

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