Italia

Palinuro, cosa vedere in un fine settimana

di Monica Palazzi – Palinuro è la frazione più grande di Centola che si trova in provincia di Salerno da cui dista circa 120 chilometri, tra i Comuni di Camerota e Pisciotta.

Questo borgo si sviluppa sulla piccola penisola dell’omonimo promontorio che è famoso sia per la bellezza paesaggistica, sia naturalistica ed è famoso per le grotte.

Palinuro conta 1.506 abitanti tuttavia il dato risale al 2014 in quanto uno più aggiornato non sono riuscita a trovarlo.

È l’ideale per chi vuole fare una vacanza all’insegna della natura tra passeggiate nel verde e immersioni ma ha anche una zona pedonale ricca di bar, pub, ristoranti che alla sera si anima e diventa il cuore pulsante del borgo perfetta per gli amanti della movida e della vita notturna.

Cosa vedere in un fine settimana a Palinuro

Primo giorno

La spiaggia

Questa volta inizio la mia gita dalla spiaggia e dal mare in quanto scopro che a Palinuro l’acqua del porto è talmente pulita che ci si può fare il bagno!

È sia Bandiera Blu (è un riconoscimento che viene dato ai comuni più green d’Italia) sia Bandiera Verde (vale a dire che è una spiaggia ideale per bambini secondo i pediatri italiani).

Tuttavia essendo questo tratto di costa abbastanza roccioso con dei piccoli promontori e rocce che si affacciano sul mare.

Perciò quelle che mi permetto di consigliare se vai con i più piccoli oppure se tu o qualcuno della tua comitiva non sa nuotare o, comunque, non ha troppa dimestichezza con l’acqua.

Non voglio influenzarti perciò non ti indicherò dove sono stata io 😉 ma mi limiterò ad indicare vari nominativi di spiagge.

La spiaggia delle Saline

La spiaggia delle Saline è un tratto lungo 5 chilometri con sabbia soffice, fondali bassi e spazi giochi.

La spiaggia del Porto

La spiaggia del Porto è ricca di stabilimenti balneari ed è l’ideale per chi non si vuole spostare troppo da Palinuro dato che in questo modo può restare in paese.

La spiaggia della Marinella

La spiaggia della Marinella è vicina alla foce del fiume Lambro. E’ una spiaggia sabbiosa e ben attrezzata con tanti servizi per i bagnanti. È l’ideale per gli amanti dello snorkeling.


Proseguo poi per il centro storico di Palinuro.

Il centro storico coincide, grosso modo, con la zona del porto ed è da qui che partono le imbarcazioni alla scoperta delle grotte tuttavia lascio per l’indomani quest’attività perciò intanto, come detto, vado alla scoperta del centro di Palinuro.

La Chiesa di Santa Maria di Loreto e la Fontana che si trovano nell’area pedonale e, quindi, potrai girarci senza problema alcuno.

Fino agli anni ’50 del secolo scorso il borgo aveva solo una chiesa, non tanto grande, con una navata che era dedicata alla Madonna di Loreto che era anche la Patrona.

Con il passare del tempo la chiesa era troppo piccola per contenere tutti quanti allora si pensò bene di farne un’altra lì vicino. Questa nuova chiesa ha un’architettura moderna a forma ottagonale e della struttura antica resta solo il campanile.

La Fontana rappresenta un pregevole esempio di architettura rurale e sta a dimostrazione di quanto gli abitanti locali avevano a cuore il proprio giardino. Si caratterizza da 3 prolungamenti a forma di petalo ed ha una particolare colorazione color pastello e da una cavità fuoriesce l’acqua.

L’Antiquarium

L’Antiquarium di Palinuro è una sorta di museo sito in località Ficocella su di un promontorio a picco sul mare che dà una vista davvero superba e unica.

Nel piccolo antiquario ci sono i resti archeologici che sono stati trovati nella zona di Palinuro e nella zona vicina che era abitata sin dall’antichità.

Avrai così modo di ammirare i reperti di un antico insediamento che risale all’epoca preistorica, delle ceramiche ioniche e dei relitti dell’età ellenistica che si sono trovati lungo la costa.

Promontorio di Capo Palinuro

Su di una scogliera imponente a picco sul mare si trova il promontorio di Capo Palinuro con un’ambiente naturale unico nel suo genere anzi se sei un appassionato di trekking ed escursioni qua avrai pane per i tuoi denti. Da un lato l’azzurro del mare e dall’altro il verde del mare! Cosa chiedere di più?

I tragitti ti danno la possibilità di ammirare paesaggi unici e, allo stesso tempo, ripercorrere la storia di questa zona.

La fauna è quella tipica della macchia mediterranea che però è in grado di convivere con specie particolari come, ad esempio, la Primula di Palinuro che è una primula che vive sulle pareti rocciose del promontorio.

Lungo il Promontorio avrai modo di scorgere anche svariate torri saracene e fortini che risalgono al XVI secolo, furono costruiti con lo scopo di difendere la zona.

Sono visitabili.

E il primo giorno è praticamente terminato.

Secondo giorno

Escursioni alle Grotte

Perché non puoi dire di essere stato a Palinuro senza aver visitato le grotte.

La Grotta Azzurra

La Grotta Azzurra si raggiunge solo via mare ed è tra Punta Spartivento e Punta Mammone e deve il suo nome al colore azzurro che le danno i raggi del sole quando illuminano l’acqua così da creare degli effetti di luce, quasi, magici.

Questa grotta secondo me è una delle più affascinanti della zona proprio per via della sua particolare colorazione dell’acqua che cambia di intensità secondo i momenti della giornata.

La Grotta del Sangue

La Grotta del Sangue ha questo nome per via delle pareti interne che per colpa di alcune tracce di ossido ferroso risultano di colore rosso. Le pareti poi si riflettono sulle acque del mare e gli danno un colore rosso. Nella grotta sono presenti anche delle formazioni calcaree.

La Grotta dei Monaci

La Grotta dei Monaci è così chiamata in quanto al suo interno ci sono delle stalagmiti di colore marrone scuro che ricordano in qualche modo la posizione dei monaci quando pregano. E anche il secondo giorno è praticamente volato via! Ora non posso fare altro che tornare in albergo e preparare le valigie che questa sera si parte per tornare a casa ☹

Alcune informazioni utili su Palinuro

Quando andare a Palinuro?

L’estate qui è davvero molto lunga dato che inizia ai primi di maggio per finire a fine ottobre.

Perciò se hai la possibilità escludi luglio e agosto che sono anche quelli in cui c’è maggior turismo di massa e opta per andarci tra la metà di maggio e la metà di giugno oppure a fine stagione vale a dire tra l’inizio di settembre e la metà di ottobre.

Come raggiungere Palinuro?

In auto

Se arrivi da Nord (Milano, ma anche Roma e Napoli) fai l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e prendi l’uscita per Battipaglia.

Prosegui, quindi, sulla SS 18 verso Agropoli e poi variante SS 18 verso Futani fino all’uscita di Poderia. Da qui devi prendere la SS 562 verso Palinuro.

Se arrivi da Sud devi prendere l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e uscire a Buonabitacolo andare sulla SS517 fino Policastro Bussentino e prendere la SS 18 Uscire a Poderia e prendere la SS562 verso Palinuro.

In treno

Palinuro è facilmente raggiungibile dalle principali stazioni ferroviarie della Campania con la stazione di Pisciotta-Palinuro che è a 8 chilometri dal centro

In nave

Palinuro è ben collegata con Salerno via mare grazie al Metrò del Mare.

In aereo

Atterrare all’aeroporto di Napoli Capodichino e prendere la navetta poi scendere in Piazza Garibaldi (Stazione Centrale) e andare in treno fino alla stazione di Pisciotta-Palinuro.

Tra leggenda e storia, ma anche sagre, da dove nasce il nome “Palinuro”?

Palinuro ha una storia davvero molto antiche che si perde nella leggenda.

L’origine del nome “Palinuro” nasce dal mitologico timoniere che ha portato in salvo Enea mentre stava scappando da Troia che bruciava.

E a questo riguardo c’è anche una sagra.

La notte del mito che si svolge ogni 23 agosto e che richiama alla mente due episodi che sono narrati negli antichi classici e mi riferisco allo sbarco di Ulisse sulle coste dell’antica Magna Grecia e la conseguente tragedia di Palinuro che dopo essere sopravvissuto all’annegamento essendo stato scambiato per un mostro marino viene ucciso dagli abitanti locali e rigettato in acqua.

Altre Sagre Popolari

I momenti dedicati al folklore sono davvero ben radicati a Palinuro e sia in inverno sia in estate i momenti per festeggiare non mancano.

Ecco, quindi, un paio di esempi ossia quelli che personalmente ritengo maggiormente degni di nota.

La Festa della Primula

La Festa della Primula vuole celebrare uno dei simboli di Palinuro. “La Primula Palinuri Petagna” è una specie molto rara e anche a rischio di estinzione.

Le sue origini sono davvero molto antiche e risalgono alla notte dei tempi quando la “mamma” di questa primula vale a dire la “Primula Auricola” arrivò verso il mare e trovò proprio qui la zona adatta a lei per vivere.

Segnalo, anzi, che dagli anni ’90 dello scorso secolo è simbolo dell’Ente Parco del Cilento.

Questa primula fiorisce in primavera, è davvero qualcosa di particolare e allo stesso tempo unico, la sua festa è per l’appunto “attorno” a tale data.

La Festa Patronale

La festa Patronale di Palinuro è il 10 dicembre ossia quando si festeggia la Madonna di Loreto e tutto quanto il paese si ritrova nella piazza centrale per festeggiare sia la Patrona sia per prepararsi all’imminente Natale.

Piatti tipici

Avendo fatto questa gita con un’amica che è anche cuoca di professione non potevo non menzionare il cibo anzi se non l’avessi fatto sicuramente avrei perso la sua amicizia e Dio me ne scampi di un rischio del genere.

I piatti tipici di Palinuro sono, essendo questo borgo sul mare, a base di pesce, ma non solo.

La pizza dei Troiani

La pizza dei Troiani è una ricetta che ha le sue origini nella mitologia del borgo.

E’ una speciale miscela di farina di mais e farina di frumento che va cotta in maniera delicata su delle piastre rotonde di terracotta oppure di stagno.

Per il condimento si possono mettere delle verdure bollite con limone e olio oppure ricotta fresca, ma anche formaggi stagionati.

La ricetta del Pescatore di Palinuro

La ricetta del Pescatore di Palinuro è davvero molto conosciuta tra i locali.

Si racconta, infatti, che c’era un pescatore che preparava la colazione alla sera.

Si cucinava acciughe fresche, appena pescate, con dei ciuffi di finocchietto selvatico che raccoglieva sulla strada che lo portava al mare e ci metteva anche dei cipollotti freschi che erano frutto del suo orto.


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Pubblicato da
Marco

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