di Paola Cresto –
Finalmente ho provato anche io l’esperienza di chi mi raccontava del mal d’Africa e che io guardavo con occhi pieni di scetticismo e diffidenza. La mia è la stessa esperienza di chi ha trascorso alcuni giorni nei parchi, vagando nella savana a bordo dei mini-van alla ricerca di leoni, elefanti, zebre e giraffe, sempre con lo sguardo fisso verso il punto più lontano, per non rischiare di perdersi l’avvistamento di nemmeno un animale. Ebbene, tutte queste sensazioni bellissime sono il frutto di un viaggio in Kenya che ha lasciato il segno. Il nostro viaggio è durato 8 giorni, a cavallo di Natale 2007, ma ci siamo ripromessi di tornare in questa splendida terra quanto prima.
Abbiamo soggiornato al Kivulini Beach Resort di Mayungo, Malindi ed abbiamo spezzato il soggiorno con un giorno di safari blu a Sardegna Due in giornata ed il safari di 3 gg. allo Tsavo Est ed Amboseli (preventivamente organizzato dall’Italia tramite Thomas, una guida locale autorizzata raccomandataci da alcuni amici)
Il villaggio è molto bello, in stile keniano: una trentina di bungalow in muratura con il caratteristico tetto in makuti, ben arredati, con A/C ed ogni comfort. La struttura ha 2 piscine circondate da lettini con materassoni, assolutamente indispensabili, in quanto la spiaggia è inesistente a causa del fenomeno delle maree: in varie ore della giornata l’acqua sale o scende rendendo impraticabile la spiaggia, oltre che piena di alghe. Inoltre, altro fenomeno ben noto sulle spiagge keniote, sono i beach boys, che letteralmente assalgono i turisti propinandogli safari, souvenir e quant’altro. Ad ogni modo due guardie munite di manganello sorvegliano il muro di cinta e le scale di accesso alla spiaggia, affinché i BB non si avvicinino al resort. Purtroppo però i turisti che vogliono avventurarsi camminando sul bagnasciuga non escono mai indenni da questi “assalti” e finisce che anche solo per sfinimento acconsentono per qualche Euro a farsi accompagnare alla ricerca di una stella marina da fotografare (impresa che sicuramente noi saremmo stati in grado di superare tranquillamente da soli) o comprare una targhetta il legno con inciso il proprio nome o una collanina di perline. Il trattamento al resort è all-inclusive nel vero senso della parola, dalla mattina alla sera, cibo e bevande, inclusi snack mattutini e tea con biscotti e torta alle 17.00. Sia a pranzo che a cena il menù variava ogni giorno, con un buffet ricco e vario sia per gli antipasti che per i secondi piatti, mentre i primi erano à la carte, sebbene fosse sempre possibile richiedere il bis o addirittura un assaggio di tutti. Durante la ns. settimana di permanenza l’animazione ha alternato serate di danze masai, karaoke, piano bar, esibizioni acrobatiche e serate disco, mentre la sera di Natale si è esibito un coro gospel. Tengo a sottolineare che l’animazione è quasi inesistente, o meglio, i 3 ragazzi kenioti fanno del loro meglio per evitare che ci sia annoi (ma quando mai ne abbiamo avuto il tempo???) e soprattutto
non sono pressanti: è bastato declinare il primo giorno il loro invito alle lezioni di aquagym per farci lasciare in pace tutta la vacanza!
Ma veniamo alle cose serie: il safari.
L’abbiamo organizzato dall’Italia con una guida locale autorizzata, non un Beach Boy ma un professionista che lavora per un’agenzia turistica locale, Thomas Mboya (e-mail thomasmby@yahoo.co.uk). Abbiamo optato per un safari di 3 gg/2 notti allo Tsavo Est ed Amboseli.
Allo Tsavo Est abbiamo soggiornato al Voi Lodge (www.voiwildlifelodge.com): una bella struttura in stile africano aperta nel 2003, con un corpo centrale con reception, ristorante, sala congressi, palestra e Spa e 3 distaccamenti in muratura con le camere per gli ospiti. La particolarità del Voi Lodge è di essere affacciato su una grossa pozza naturale dove spesso vengono ad abbeverarsi gli animali. Davanti al ristorante si estende una passerella lunga una trentina di metri, che conduce al Sundowner Bar, un bar all’aperto col tetto in makuti, situato a pochissimi metri dalla pozza, dove poter sorseggiare un drink al tramonto godendosi lo spettacolo degli animali che si abbeverano. Proprio il giorno del ns. arrivo abbiamo assistito ad una scena irripetibile: un branco di una quindicina di elefanti con i loro piccoli sono giunti alla pozza per abbeverarsi, hanno fatto un bagno rinfrescante ed hanno giocato a spruzzarsi acqua e fango, tutto sotto gli occhi vigili dell’elefante capo branco, che per tutto il tempo del bagno è sempre stato a riva osservando con circospezione la savana circostante, attento ad ogni rumore e ad ogni fruscio, pronto a dare l’allarme in caso di pericolo o di animali feroci nelle vicinanze. Dopo circa una ventina di minuti, il branco al completo è uscito dall’acqua, si è cosparso di terra rossa (caratteristica dello Tsavo, e che serve a proteggere la loro pelle) e si è incamminato verso la savana. Durante il Safari all’Amboseli abbiamo soggiornato al Kibo Safari Camp (www.kibosafaricamp.com), un bellissimo campo tendato dove abbiamo sentito i rumori degli abitanti della savana che si spostavano nella notte alla ricerca di cibo, dove abbiamo potuto assaporare l’esperienza delle danze e canti dei Masai la sera intorno al fuoco, ed anche qui sebbene in mezzo al nulla, il campo offre una splendida piscina per rinfrescarsi e riposarsi qualche ora dopo i game drive.
I pasti (abbastanza vari e decisamente soddisfacenti) vengono serviti in una struttura tendata in stile africano oppure direttamente sotto un gazebo in legno davanti la piscina. Le tende sono confortevoli: i letti dotati di zanzariera, il wc con doccia e lavabo con acqua calda ed un piccolo armadio e cassettiera per i vestiti. C’è persino la corrente elettrica!
Il safari è un’esperienza unica che mi sento di consigliare a tutti i viaggiatori: l’alba ed il tramonto offrono colori che rivestono la giungla di un’atmosfera particolare e suggestiva; inoltre gli unici suoni che fanno da colonna sonora alle ore che segnano la fine della giornata ed il sorgere di quella nuova sono i rumori della giungla e dei suoi abitanti.
Asante Sana, Kenya!
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