Un viaggio lungo una vita

di Michele Spiriticchio –
Ancora una volta rimango a pensare dove sto andando, una domanda che mi tormenta e non mi abbandona, il mistero di conoscere perchè sto tentando di “scappare”…
¡ Con todo mi amor !

(Avrei dovuto fare questo viaggio da solo, perchè ero determinato a scoprire un po’ del Messico che ancora non conoscevo, il “norte” con il deserto, la Baja e le spiagge del Pacifico, le città coloniali ma soprattutto il Messico meno turistico ma non per questo meno interessante. Attraverso il sito web e la corrispondenza email sono però venuto a conoscenza di tre splendidi amici che mi hanno accompagnato in questo viaggio indimenticabile !)
 
Partecipanti a questo viaggio:
io, Michele, di me sapete già tutto….
Victoria: da Madrid, per prima ha accettato di condividere con me l’itinerario di viaggio proposto. Victoria è una persona incredibile, un esempio per come sa interpretare ogni viaggio. Averla conosciuta è tra le cose più belle ricevute da questa esperienza !
Simone: un ragazzo conosciuto grazie a suo cugino Maurizio con cui ho fatto tanti viaggi. Eccezionale Simone per come sa interpretare ogni momento a suo favore, per la pazienza e la disponibilità, la maturità, la simpatia, ma in fondo è un ragazzo che sa stare in compagnia !!
Linda: l’ultima arrivata ma credo la vera sorpresa di questo viaggio. Curiosissima di tutto, in sintesi: una viaggiatrice nata !! Grazie a lei ogni momento è stato più bello !! Leggi il suo diario di viaggio…
 
 
1 agosto: San Diego
2 agosto: San Diego-Tijuana-Ensenada-San Ignacio
3 agosto: Santa Rosalia-Mulegè 
4 agosto: La Paz
5 agosto: playa El Tecolote 
6 agosto: Todos Santos
7 agosto: Pichilingue-Topolobampo- Los Mochis
8 agosto: Creel
9 agosto: Creel
10 agosto: Creel
11 agosto: Chihuahua
12 agosto: Chihuahua
13 agosto: Durango, Villa de l’Oeste e Chupaderos
14 agosto: Durango, presa Victoria, La Ferreria
15 agosto: Durango-Sombrerete
16 agosto: Zacatecas
17 agosto: Zacatecas
18 agosto: Zacatecas
19 agosto: Zacatecas
20 agosto: Tepic- San Blas
21 agosto: San Blas, Los Cocos, Las Islitas
22 agosto: San Blas, La Tovara
23 agosto: Puerto Vallarta
24 agosto: Puerto Vallarta, Yelapa
25 agosto: Tenacatita
26 agosto: Tenacatita
27 agosto: Melaque
28 agosto: Guadalajara
29 agosto: Guadalajara, Tlaquepaque, Tonalà
30 agosto: Morèlia
31 agosto: Mexico City
1 settembre: Milano
 

Guide utilizzate: Mexico della Lonely Planet; Mexico & Central America Handobook 2000 della Footprint; Messico Costa del Pacifico della Moontravel.
 
Tasso di cambio (agosto 2003) 1 usd $ = 10 pesos   1 euro € = 11,5 pesos    Per i costi complessivi vai a fine pagina…
Come mi sono regolato per i soldi? Oltre ad avere con me contanti in dollari usd ( come riserva in caso d’urgenza ), ho praticamente sempre usufruito della carta bancomat con il sistema Cirrus. Innumerevoli sono i “cajeros automatici” atm per prelevare pesos con i bancomat. Solo in piccoli paesi, o spiagge isolate mancano le banche e gli sportelli automatici, ma in Messico è facilissimo trovare spesso una banca e un cajero.
 
Come colonna sonora: i Manà e Arjona !



 
Diario di viaggio   ( 1 agosto-31 agosto 2003)
   
2 agosto 2003
Dopo l’arrivo in ritardo all’aeroporto di San Diego, mi incontro con i miei compagni di viaggio che gentilmente mi stanno aspettando in aeroporto: Victoria per prima, che riconosco immediatamente perchè mi aveva mandato alcune foto via email, poi Linda e Simone che già conoscevo e si conoscevano. La notte passata in hotel è sufficiente solo para “descansar” ( riposare ) quattro misere orette, la mattina presto siamo già in strada per il trolley (1,25$) che ci porterà alla frontiera di San Ysidro, a Tijuana, in Messico !!
All’ufficio migraciòn, dopo aver compilato il modulo si paga la tassa d’entrata alla vicina banca ( Bancomer), 21 dollari statunitensi. E’ importante mantenere sempre il visto d’entrata in Messico per tutto il tempo. Non perdetelo !!
Dopo aver pagato la tassa d’entrata torniamo all’ufficio per la convalida delle forme di ingresso in Messico.
Ora siamo davvero in Messico !!
Quindi al primo bivio a destra c’è una piccola stazione degli autobus della ABC ( autotransportes Baja California ).
Dove andiamo ?
La nostra intenzione è quella di spingerci più a sud possibile, ma anche di non fare troppi chilometri e stancarci inutilmente già a inizio viaggio.
Alla fine scegliamo, sarà San Ignacio la nostra tappa finale di oggi, a sud di Guerrero Negro a 850 km da Tijuana !!
E voi direte, ma non dovevate fare pochi km, per non stancarvi troppo ? Cosa rispondere, solo in un modo, che la voglia di viaggiare è così alta, la voglia di vedere fino in fondo non si esaurisce e anzi, dimentichiamo che dopo 850 km saremo stanchi morti, ed io ancora di più….
Il bus partirà da Ensenada, così acquistiamo un biglietto che comprende prima il passaggio fino a Ensenada ( 80 pesos), mentre poi continueremo con un altro bus diretto a San Ignacio ( 466 pesos ).
Sarà un lungo viaggio che ci porterà a circa 850 km dal confine !
Si parte !
Fino a Ensenada il paesaggio è arido, desolante, lasciamo dapprima i sobborghi di Tijuana, fatiscenti, baracche che si alternano a campi vuoti, cartacce dappertutto come un’enorme discarica…
Come al solito in Messico, in bus fa un freddo dell’accidenti per via dell’aria condizionata…
A Ensenada si scende, ma presto risaliamo sul bus diretto a La Paz.
Si iniziano a vedere le spiagge di Ensenada, selvagge e battute dalle onde, i cactus iniziano a moltiplicarsi e via via il panorama sarà sempre più contraddistinto da queste piante.
Subito dopo San Quintin, soprattutto dopo El Rosario, il paesaggio diventa incredibilmente bello, fantastico !
Non c’è un momento in cui mi distraggo, perchè ormai siamo vicini a Cataviña il cuore del Parque Nacional del Desierto Central de Baja California. Cactus di enormi dimensioni come sentinelle attente, unica testimonianza di questa terra arida ma viva, specie che sopravvivono a temperature elevate senza neanche una goccia d’acqua…
Bisogna ricordarsi che tra Baja California Norte e Baja California Sur c’è la differenza di fuso orario.
Passiamo da Guerrero Negro dove ci fermiamo, solo una breve sosta. Sono le 21.00, già 11 ore di strada, io inizio a non capire più dove sono…
Alle 23.00 arriviamo a San Ignacio, la stazione degli autobus si trova a circa due km dal centro del paesino. Sto per cadere per terra dalla stanchezza !
Come ubriaco mi ritrovo su una camionetta, grazie ai miei compagni che mi spiegano che stiamo andando in autostop (de raite) in paese, in centro…direzione un hotelito dove poter passare la notte…ma non sappiamo che stasera è giorno di Fiesta a San Ignacio !!!
Per strade sterrate, passando dalla plaza principale dove la fiesta spadroneggia con danze e bancarelle, festoni colorati, tendoni e …tanta cerveza !
Scendiamo davanti all Hotel “La Posada” ma non c’è nessuno, non è possibile ! “E adesso che facciamo ?”
“Si va alla fiesta !!! Claro que sì !!”
Zaino in spalla, indietro ancora in piazzetta per mangiare tacos e insalate, non importa che non abbiamo ancora una camera, non importa che siamo tutti stanchi morti, siamo in mezzo ai messicani che si stanno divertendo e questa è la cosa più importante…poi…con un paio di cervezas ci si dimentica tutto…
“Ok, riproviamoci, questa volta saremo più fortunati !” Torniamo ancora alla “La Posada”, fiduciosi che qualcuno sia tornato, fiduciosi per una camera che non posso credere siano tutte occupate, qui, a San Ignacio nel mezzo della Baja California… nel bel mezzo del niente ! E così è stato, abbiamo due belle camere pulite a 250 pesos l’una, due letti, ventola, bagno e acqua calda !! L’hotel è a due blocchi dallo zocalo…
Parlando con il signore dell’hotel ci facciamo consigliare per il proseguio di questo viaggio, dove fermarci la prossima volta a Mulegè o a Loreto ?
Mulegé sembra sia più interessante, Loreto anche meriterebbe una visita, ma il nostro viaggio è inteso più a raggiungere La Paz da dove proseguiremo per la costa del Messico… La Baja California meriterebbe un viaggio apposta perchè non si possono escludere le così numerose bellezze che questa terra possiede, le spiagge, le baie, le città coloniali e i parchi naturali…
Per domattina siamo tutti d’accordo per il trasferimento a Mulegè, dopo aver scartato purtroppo la fermata a Loreto, ma ..non si può far tutto…o no?
Stanchissimo, dopo la doccia e mentre Simone lava lo zaino impregnato di bagno schiuma rovesciatosi durante il viaggio!!!, cado in letargo profondo…
 
3 agosto
Domingo. Mi sveglio presto, che novità! Sì, mi sveglio presto e allora faccio un giretto per le vie di San Ignacio, la piazzetta è sporca ma c’è già qualcuno che sta spazzando via le cartacce… L’aria del mattino è limpida, un’atmosfera di pace, silenzio… La chiesa gesuita con la missione tra le palme è tra le cose più suggestive di questo paesino, sullo sfondo i cactus e pare di essere in un film western, Zorro arriverà da un momento all’altro…!
In piazza, finalmente riesco a telefonare a casa, ci sono telefoni pubblici…
Dopo che tutti facciamo colazione, si fa per dire…con tacos e coca cola mentre Simone mi guarda rabbrividendo !!…., si parte di nuovo, salendo su un taxi (25 p.) rimediato da Victoria e Linda che ci recuperano mentre io e Simone camminavamo uscendo dal paese. Il tassista purtroppo per noi non ci porta alla stazioncina degli autobus, ma ci lascia sulla transpeninsular la strada dove dovrebbero passare tutti i bus della Baja California. 
“Ma quando arriva questo bus, alle 11.00 ? No, alle 11.00 non arriva proprio un bel niente !”
Passa il tempo e dell’autobus delle 11.00 neanche l’ombra. 
Cerchiamo spiegazioni sull’orario dei bus ma riceviamo risposte vaghe, e pare che l’autobus delle 11.00 sia già partito dalla stazione dei bus sbucando da un’altra parte. Che ingenui siamo stati, era meglio farci portare alla stazione e il tassista non è stato proprio di nessun aiuto !
Così, iniziamo con l’autostop, sì, una soluzione che d’ora in avanti si rivelerà efficacissima, bella e divertente !! Chiediamo in giro, davanti a noi una stazione di servizio e molti pick-up che si fermano. Il pollice fuori a turno ma molti indicano che si fermano prima…
Dopo un paio d’ore abbondanti di attesa, la grazia dal cielo !! Una famiglia di messicani ci dà un passaggio fino a Santa Rosalia, portandoci apposta perchè loro invece andavano nella direzione opposta a nord!!! Da non crederci !!
Sono 73 km lungo una strada scenografica e arida. “Bellissimo !” Lasciamo ognuno di noi 50 pesos per il passaggio…Sono stati troppo gentili !
A Santa Rosalia perchè? Per la famosa chiesa trasportata fin qua dalla Francia, progettata da Eiffel !! Entriamo in chiesa, la struttura in acciaio a vista…
Oggi è domenica e la sensazione di abbandonato e “fermo” di questo paese è ancora più evidente.
Santa Rosalia è sulla costa, ma le spiagge? Un paese coloniale francese, si sente l’influsso degli anni passati portato dai minatori di rame arrivati dalla Francia.
Le foto di rito, qualche giretto per le stradine quasi deserte del centro…perchè è domenica…poi ci dirigiamo alla stazione dei bus, dove mangiamo pollo con pasta prima di prendere il bus per Mulegè. Il bus per Mulegè? Questa volta siamo più scaltri e appena  terminato “de comer”, siamo fortunati a cogliere un altro passaggio in autostop, fino a Mulegè appunto ! Ormai ci proviamo gusto con l’autostop !!
Altri 63 km che passano in fretta, salutiamo la gentile signora e bambino, e siamo per strada di nuovo, in cerca della nostra posada per stasera…
A Mulegè scegliamo infine di sistemarci alla Casa de huespedes Manuelita poco oltre Nachita una sistemazione del tutto simile. Due camere con bagno, aria cond. a 200 pesos, ma non sono come quelle di San Ignacio…
Visitiamo la missione poco distante di Santa Rosalia ( patrona di Palermo) de Mulegè del 1705, su una collina da cui si ha un panorama particolarmente strano con un oasi di stampo più africano che messicano, le palme sono da dattero e sembra di essere in Marocco, in un’oasi marocchina !!
Con una lunga passeggiata costeggiando il fiume, passando vicino a tante villette semi abbandonate e molte delle quali in vendita, cerchiamo di raggiungere la spiaggia. Io non ce la faccio più e mi butto in acqua, acqua marròn che pare sia sporca per le fogne a cielo aperto di Mulegè, questo secondo una signora che mi fa cenno di no mentre mi tuffo…! Ma ormai è fatta !!  L’acqua è bassa e i miei piedi sono nella melma…per non dire altro…!
Pare che a circa un km più avanti ci sia la sospirata spiaggia, ma siamo stanchi e ormai fa buio, andiamo avanti ancora ma non vediamo niente. Così decidiamo di tornarcene indietro senza aver visto il mare, senza neppure un bagnetto, escludendo il mio nelle acque torbide del rio infestato…
Tuttavia il posto è gradevole e specialmente il panorama dalla missione è meritevole. Non vediamo nessun turista in giro, a dire la verità non è che ci sia molta gente per le strade di Mulegé…
Ceniamo al ristorante “El Candil”, vicino al nostro hotelito. Mangiamo bene, pescado al mojo de ajo con verdure e un brodo di frijoles piccante, cervezas, refrescos e tante tortillas ( 80 pesos a testa). Strano ma vero, ecco i primi stranieri a Mulegè, per giunta italiani…te pareva !!
Dopocena a nanna, visto che non c’è nient’altro da fare a Mulegè….

4 agosto
Oggi partiamo di nuovo, meta finale sarà La Paz, in fondo alla “Baja”, come dicono i messicani. 
Prima però colazione, sulla strada che porta al crucero, seduti sugli sgabelli sul marciapiede, ed io con il piatto davanti pieno di “huevos rancheros”, gli immancabili frijoles, cipolle e tortillas. Ma come faccio a farmi una colazione così ?? Non mi sforzo molto per finire tutto, mi piace, mi sento bene…
Con me Simone che si rifocilla con il suo pan cake, caffè ( ma è caffè sta’ brodaglia…?) marmellata e burro…
Al Crucero dunque, sulla strada principale, una fermata per l’improvvisata stazione dei bus, in realtà solo un punto di riferimento dove poter salire e scendere dai bus di linea.
Dopo qualche tentativo di autostop questa volta andato a vuoto, arriva il nostro bus, che però è tutto pieno, rimarremo in piedi almeno fino a Loreto ( 289 pesos).
Ma appena partiti nuova fermata subito dopo Mulegè, questa volta per il pranzo, visto che è l’ora giusta…
Siamo fermi in un piazzale modello autogrill italiano, con il bar-motel, la strada impolverata, i cactus lontani sulle colline e i camion che sfrecciano davanti ! Il posto è magnifico, io non sento neppure il caldo torrido ( ci saranno almeno 37-40°C !!) davanti a questo paesaggio da film !
Solo i camion bellissimi e cromati che fermi ai lati della strada lasciano respirare i motori con il cofano aperto.
Simone con la sua videocamera digitale è in preda a un’euforia davanti a tutti questi mastodonti della strada ! Forse arrivano dal Texas, forse ancora da più lontano…
Fa molto caldo, un po’ umido, anche se riesco lo stesso a percepire una brezzolina leggera leggera ma forse sarà un sogno…?, visto che Simone mi guarda strano e cerca ombra !!
Stiamo fermi un’ora ad aspettare che l’autista (conductor) finisca di mangiare, lui sì che è tranquillo dopo enchiladas, pollo y coca cola…!
Si parte finalmente, questa volta sì, ma in piedi sul bus strapieno ( ed è di prima classe !), anzi stravaccati per terra sul corridoio fino a Loreto. Il paesaggio dai finestrini è sempre bello ma forse monotono, il mare sembra un miraggio…
A Loreto fermata obbligatoria, dopo due ore scendo un momento e mi accorgo che qui fa ancora più caldo, caldissimo !! Ma da Loreto in poi il viaggio si farà seduti, comodi comodi, con il solito spettacolo del panorama della Baja…
Dopo quattro ore e mezza l’arrivo a La Paz, in serata, dopo aver passato Ciudad Constituciòn e Insurgentes due anonime cittadine.
Sono le 17.30, stanchi come sempre per il viaggio in bus e per il caldo, lasciamo il terminal dei bus ( che è abbastanza distante dal centro ma non lontanissimo ) a piedi incamminandoci verso il nostro ipotetico hotel, il “Posada San Miguel”. Gli zaini in spalla, e iniziamo a percorrere le lunghe calles muniti di cartina della città, verso calle Belisario Dominguez 45. E’ una sfacchinata tremenda, sotto il sole, anche perchè queste vie sono lunghette, mica uno scherzo !!
Quando stiamo quasi per crollare in questa via crucis ( Linda accusa anche un malore, ma sarà solo stanchezza…), ci sediamo all’angolo tra c. Marquez de Léon e Belisario Dominguez appunto, al “Rancho Viejo”, ricordatevi di questo posto !!
“Chi se ne frega dell’hotel !! Che fretta c’è ?”
“Stiamocene qua e beviamoci qualcosa, mangiamo !!!”
E così facciamo, stanchi morti, ma contenti di questa sosta rigenerativa!! Una cerveza, dos cervezas, tres cervezas, e tutta la stanchezza sparisce di colpo !!  Ah dimenticavo, tra le cervezas spunta sempre la “manzanita” di Linda…( bevanda al succo di mela ).
E i tacos ? Buonissimi, con Simone ne facciamo una pelle !!!
Ok, riposati e rifocillati….e anche un po’ “stonati” riprendiamo gli zaini e andiamo verso l’hotel Hosteria del Convento ( visto che il Posada San Miguel è stato chiuso…) in c. Madero 85, una buona sistemazione visto che siamo in centro poco distanti dal Malecon, il lungo mare di La Laz.
Prendiamo una camera sola con tre letti matrimoniali che costa 260 pesos, bagno e doccia, ventilador (abanico). Spendiamo veramente poco ciascuno, solo 65 pesos ( circa 6 euro !!).
 
5 agosto
Dove andiamo oggi ? Indovinate un po’ ?
In spiaggia !!!!
Sì, al mare, perchè è anche ora di starcene sdraiati un po’ e riposarci per la stanchezza accumulata in questo viaggio iniziale troppo nervoso e forsennato, con spostamenti lunghi in bus ma anche in autostop.
Dove andiamo? A playa El Tecolote sulla penisola di Pichilingue, subito dopo il porto di Pichilingue da dove si prendono i traghetti per la costa del Sinaloa, verso Topolobampo e Guaymas.
Dopo colazione prendiamo un bus da un altro terminal, quello sul malecòn che raggiungiamo tranquillamente a piedi. E’ il bus delle 10.00 ( ma ce n’è uno anche alle 8.00) che porta a El Tecolote, passando però prima da playa El Tesoro, Pichilingue e la sua playa, dalla deviazione per playa Balandra ( quest’ultima non la vedremo, ma dalle foto in cartolina ci siamo pentiti tutti, e ve la raccomando!) e infine El Tecolote. In circa venti minuti si arriva.
La spiaggia di El Tecolote è molto bella, proprio di fronte c’è l’Isla Espiritu Santo dove si possono vedere colonie di leoni marini ( è possibile fare l’escursione in barca fino all’isola da playa El Tecolote). 
Il mare è sorprendentemente bello, dal colore turchese chiaro, con sfumature verdi, uno spettacolo !!
Ci sarebbe da fare anche l’escursione all’isla Espiritu Santo, ma siamo tutti stanchi e d’accordo di dedicare l’intera giornata solo a bagni di mare e di sole, ozio e comida mexicana ! Ma se fossi in voi farei l’escursione, mi sono proprio pentito di non esserci andato, ho visto delle cartoline e penso sia interessante !
Peccato però che in mare ci siano meduse, peccato veramente.
In spiaggia mangiamo un boccone sotto l’ombrellone di paglia, ceviche de mariscos ( pesce crudo marinato con limone, chili e cipolle )!
Non esistono parole per descrivervi il momento !!
Arriviamo veloci all’ora del ritorno e verso le 17.00 riprendiamo il bus che ci riporta a La Paz.
In serata torniamo al “Rancho Viejo”, el Mejor restaurante asadero di La Paz !! ( buoni i tacos di asada e arrachera, papas al horno, cebollitas al cartoccio, ecc. )
 
6 agosto 
Anche oggi vorremmo andare al mare, ma cambiando spiaggia però, quindi tutti assieme decidiamo di andare fino a Todos Santos, un paese scelto da diversi statunitensi come luogo di villeggiatura ma anche come casa per il resto della propria vita.
A Todos Santos ( 32 km da La Paz) ci si può arrivare seguendo due strade, quella più corta e diretta da La Paz, oppure quella lunga che passa per San Josè del Cabo e Cabo San Lucas. Al terminal sul malecon prendiamo il bus “via corta” delle 8.30 ( 50 pesos). Dopo circa 40 minuti arriviamo al paese di Todos Santos ( Tutti i Santi ).
Ora non ci resta che indovinare la strada per la spiaggia, sulla guida ne sono elencate alcune: playa Punta Lobos e playa San Pedrito. Scegliamo Playa San Pedrito perchè dovrebbe essere la più bella tra le due.
Ma in paese non troviamo nessuna indicazione e alle nostre richieste di informazioni sulla distanza otteniamo solo risposte abbastanza diverse, tipo “mancano solo 4 km, ” oppure “sono “solo” 7 km a sud “.
Allora, ad un chiosco sulla strada in uscita dal paese la dueña ci spiega che la spiaggia è piuttosto distante per essere raggiunta a piedi, sono circa 7 km sotto il sole, ma il marito dovrebbe andare proprio da quelle parti ! Così, aspettiamo il marito ( mangiando burritos …) che gentilmente ci dà un passaggio in auto fino alla spiaggia ! “Gracias señor, muy amable !!”.
Playa San Pedrito è la classica spiaggia una striscia di sabbia leggermente arcuata, selvaggia e con un mare mosso, pericoloso ma non troppo…
L’atmosfera è da abbandono, triste e molto selvaggio, sulla spiaggia sotto tettoie di canne i camper modello-roulotte, con tende e accampamenti, griglie e tutto l’occorrente per un campeggio alla buona. Sono campeggiatori solitari, americani molto probabilmente, forse della California…
Il mare è mosso ma non troppo e fare il bagno non risulterà facile per la presenza di grossi sassi soprattutto all’inizio. 
E’ una spiaggia senz’altro selvaggia, una spiaggia vera…
In un bungalow dietro, mangiamo qualcosa ma manca qualcosa qui, troppo “modernizzato”, troppo finto e la solita tv accesa con programmi satellitari americani…
In vista del ritorno a piedi fino almeno alla strada principale ci prepariamo quando sono le 15.00 circa, ci aspetta una lunga scarpinata sotto il sole !
Ancora una volta però siamo i soliti fortunati, perchè sono appena arrivati dei turisti italiani, della zona di Como per giunta ( Matteo, ecc.). Il signore, che ci spiega il loro giro alla scoperta della Baja California e del Mexico, ci dà un passaggio sulla sua grande macchina noleggiata per questo viaggio !
Che fortuna, ora siamo all’incrocio per Todos Santos, ma subito troviamo un altro passaggio in autostop fino in paese.
Ora abbiamo tempo per bighellonare un po’ per le strade di Todos Santos, popolata da una schiera di artisti, pittori, scultori, americani, fondata come missione gesuita.
Ci sono alcuni bei negozi di artigianato in una sorta di mercato, anche negozi più esclusivi ed eleganti, un museo, la chiesa e una bella atmosfera. 
Per gli appassionati di musica a Todos Santos si trova il famosissimo “Hotel California”, sì proprio lui, quello del disco e della nota canzona degli Eagles !!
Per il ritorno fino a La Paz l’ennesimo problema autobus, quando passerà da Todos Santos ?
Che si fa? Beh, che domande, ormai siamo esperti o no di autostop ? “Bueno, diamoci da fare allora e fuori il pollice !!”
Dopo una mezz’oretta circa di attesa, finalmente il passaggio sperato, grazie al solito pick-up e allora su nel cassonetto, fino a La Paz ! La strada è bella e poi qui dietro siamo ancora più vicini a questo paesaggio !!
I messicani sono molto gentili, me l’aspettavo !
Sosta pomeridiana per un paio di tacos io e Simone, al Rancho Viejo naturalmente, una passeggiata per il malecòn con un tramonto di quelli da non perdere !!
Per la cena andiamo a nord, lungo il malecòn, seguendo le indicazioni avute per il ristorante di pesce (Moyeyo). Purtroppo il Moyeyo oggi està cerrado ( è chiuso ) e allora entriamo a quello poco distante “Dos Mares” con una bella terrazza tutta per noi. Nonostante sia quasi completamente vuoto, mangiamo bene bene, una buona scelta fra piatti messicani quasi tutti a base di pesce ( da provare il filete Dos Mares e il filete relleno de mariscos ) con prezzi molto economici. La tequila finale sancisce la fine della giornata !!

7 agosto
Abbiamo deciso che oggi prenderemo il traghetto per Topolobampo sulla costa del pacifico messicana, nello stato di Sinaloa, navigando lungo il mar de Cortés.
Così prepariamo gli zaini e liberiamo la stanza, abbiamo ancora la mattina a disposizione visto che i ferry partono a metà pomeriggio.
Decidiamo di andare alla spiaggia vicino a Pichilingue, playa Pichilingue appunto, in modo da poter raggiungere l’imbarco per la nave al momento giusto e facilmente.
Playa Pichilingue, che raggiungiamo con il solito bus diretto a El Tecolote, è una spiaggia carina e tranquilla, quando arriviamo verso le 9.00 è completamente deserta e i ristoranti sono ancora chiusi.
Via via però questo posto si rivelerà molto tranquillo e azzeccato, passeremo alcune ore in pace e senza l’assillo della lontananza dal porto di Pichilingue.
Anche l’acqua di questa spiaggia è piena di meduse, rimango “ferito” a un braccio e la strisciata fa male…!
Verso le 11.00 aprono i due ristoranti palapa sulla sabbia !
Il paradiso quando mangiamo un buon pescado “huachinango” sul tavolino sulla sabbia, una Corona, riso, tortillas e questo mare da favola !!
Ma sono le 14.30 e iniziamo a incamminarci al terminal dei ferry di Pichilingue. Ci sono due terminal, quello della “Sematur” e quello della “Baja ferries” più nuovo e moderno. Noi scegliamo di prendere il traghetto della Baja ferries, perchè è più vicino e perchè pare sia più veloce.
Il costo del biglietto La Paz-Topolobampo è di 580 pesos, la partenza programmata alle 16.00 con arrivo stimato alle 22.30.
Con un minibus della compagnia raggiungiamo la nave, l’imbarco. Check-in dei bagagli ed entriamo a bordo dopo però aver visto con piacere che la nave è italiana !! La nave, viene da Bari, una bella sorpresa !
E’ stata una fortuna aver incontrato il comandante e tutti quelli dell’equipaggio perchè subito veniamo accolti in sala comando, invitati a stare con loro per tutto il percorso fino a Topolobampo. Il viaggio così scorre che è una meraviglia, tra le spiegazioni di ogni strumento a bordo, i radar, i monitor che tengono aggiornati la posizione della nave, il localizzatore satellitare gps, ecc.
Il mare è una tavola, ci spiegano che fare questa tratta è molto facile e non impegnativo, l’unica parte più “dura” rimane l’attracco finale aiutati però da un esperto del porto di Topolobampo e di Pichilingue.
La nave della Baja Ferries è attiva da soli tre mesi e le aspettative sono alte, confortati dal fatto che solo nell’ultimo mese ci sono stati più di 20000 passeggeri !
In quanto italiani siamo accolti alla grande, perfino a cena con loro con una spaghettata ai frutti di mare che ci farà tornare anche se solo per un attimo al nostro paese. Tutti gentilissimi, in particolare Leonardo e Flavio per le spiegazioni e l’abilità culinaria….
Sono quasi le 22.00 e non mi sono neanche accorto che stiamo per arrivare ! Le manovre di attracco sono lente e precise, al buio nel porto di Topolobampo si scorgono lampi lontani che fanno un effetto fuochi d’artificio…! Salutiamo tutti e scendiamo giù !
Quando siamo pronti per scendere, seguiamo Leonardo che ci “scorta” fino all’uscita dal portellone posteriore, passiamo davanti a tutti ed io mi vergogno un po’ di questo favoritismo nei nostri confronti, ma vabbè, per una volta !!
Ringraziamo Leonardo e saliamo su un bus che ci porta al piazzale antistante il terminal dove raccogliamo i nostri zaini che erano tutti ammassati per terra e siamo pronti per un nuovo autobus diretto a Los Mochis !
( a questo punto devo raccontare quello che mi è successo, un particolare importante che condizionerà il resto di questo viaggio !! Per la gioia dei miei compagni ho perso il mio orologio !!). Attenzione a quando camminate, anche al buio guardate sempre per terra, non come ho fatto io che sono caduto dentro un tombino !!
Sì, anche se solo con una gamba, fortunatamente m’è andata bene ma nel salto ho perso l’orologio che tenevo in tasca. E allora cosa faccio? Prendo la torcia e mi metto a rimestare il fondo del tombino aperto, in una melma schifosa, tra lattine e rifiuti, ma anche cavi elettrici immersi a metà nell’acqua !! Niente da fare, del mio orologio nessuna traccia, sono sconsolato, come farò d’ora in poi a tenermi una sveglia al mattino, a svegliarmi presto ? a svegliare anche gli altri…presto ? 
Quando il bus è stipato all’inverosimile si parte per Los Mochis, la cittadina da dove domattina partiremo alla volta della Barranca del Cobre in treno, il famoso treno che sale fin su sulla sierra Tarahumara !
Il bus percorre i 24 km in circa 40 minuti ( 20 pesos) e va ricordato come a quest’ora, sono le 23.00 circa, il caldo sia quasi insopportabile, molto più umido e pesante che in Baja California.
Alle undici e mezza siamo al terminal dei bus di Los Mochis, per terra ci sono pozzanghere che testimoniano il fatto degli acquazzoni di tarda serata. A piedi, per avenidas e calles squallide, al buio, ci dirigiamo verso un hotel. La città pare desolatamente deserta, insignificante, pericolosa per la sensazione di abbandono generale, con macchine scassate, vetri infranti, rifiuti, cani che abbaiano, nessuno in giro tranne qualche rara auto che quando passa sembra rallenti un po’…
L’Hotel Hidalgo, in c Hidalgo 260 Pte., è la nostra scelta.
E’ tardi e non abbiamo proprio voglia di scegliere. La camera per quattro ( 280 pesos ) ha due letti matrimoniali, uno di questi abbastanza piccolo così che Victoria si sacrifica, anche se non sono proprio contento, e si mette a prepararsi un letto per terra con i copriletti.  Il bagno è piccolo, c’è l’aria condizionata, insomma per dormire va bene !!
Puntiamo, anzi, puntano la sveglia alle 5.00 perchè domattina dovremo andare alla stazione ferroviaria di Los Mochis appunto per il treno che parte presto, verso le 7.00.
 
8 agosto
Sveglia alle cinque !!Ancora una volta solo poche ore di sonno ma ci alziamo sufficientemente riposati, pronti per il viaggio in treno alla Barranca del Cobre !
Prendiamo un taxi ( 80 pesos )che ci porta in 15 minuti alla stazione ferroviaria di Los Mochis. E’ ancora notte, buio ma c’è già una bella fila alla biglietteria !!
Ci sono due possibilità, il treno di “primera classe” che parte alle 6.00 e quello di “segunda classe” che parte alle 7.00. Scegliendo come destinazione finale Creel , il primo costa circa 600 pesos mentre il secondo costa la metà, e quindi 301,60 pesos ( circa 27 euro ) ( per Chihuahua il costo è di 551,65 pesos con la classe economica, arrivo alle 21.30). Tren de pasajeros “Chepe” Chihuahua-Pacifico, chepe@ferromex.com.mx 
Scegliamo di partire alle 7 con il treno di classe economica, non tanto per il costo ma perchè sembra che tra i due treni non ci siano particolari differenze…La scelta sarà azzeccata in quanto appena saliti ci rendiamo conto che le prime carrozze sono curate e pulite e c’è l’aria condizionata. Sembra di stare in un vagone di prima classe lo stesso.
Ma più indietro verso il vagone ristorante ci sono anche carrozze meno belle, senza aria condizionata che, soprattutto nel primo tratto dopo Los Mochis, è desiderata da tutti ! Nei vagoni posteriori mi accorgo anche che ci sono sempre meno turisti e molti indigeni, presumo indios Tarahumara.
Gli indios Tarahumara abitano questa area remota del sud-ovets dello stato di Chihuahua e a nord di quello di Durango.
La “Barranca del Cobre” significa gola del rame, questa area è contraddistinta da numerose gole e fenditure, ci calcola che sia quattro volte più grande del “Gran Canyon” negli Stati Uniti !! Nella Sierra Madre Occidentale del Messico, questa’area è un luogo dove ci sono molti canyons profondi conglomerati in un’area relativamente piccola. Quasi 50000 Tarahumaras vivono in ranchos tra le montagne. Essi si sono adattati molto bene all’ambiente circostante e forse per questo motivo hanno preservato meglio le loro tradizioni, la loro cultura originale rispetto agli altri gruppi etnici del Nord America. Molti Tarahumaras vivono in grotte, sanno usare più di 350 specie di piante per la loro alimentazione, fibre, medicina e fini religiosi. Sono anche tra i migliori corridori di larga distanza del mondo !
Il primo tratto di strada subito dopo Los Mochis non è molto caratteristico, ma quando si inizia a salire, leggermente e con le montagne che si avvicinano il paesaggio cambia e diventa più interessante. La temperatura è sempre alta nonostante si sia già ad una certa altezza.
Le gallerie sono sempre di più, e quando sono tra un vagone e l’altro per le fotografie, bisogna stare attenti a non respirare tutto il fumo del gasolio…
Purtroppo non si possono aprire i finestrini, e così per fotografare bene bisogna andare agli sportelli che ci sono tra le carrozze.
Le montagne sono molto belle, la vegetazione ricca e miriadi di farfalle che seguono il treno, che lentamente sale e arranca…per questa barranca ( che rima eh !!).
Ogni tanto si scorgono stupende cascate, in uno scenario montano non tanto diverso da quello quello che siamo abituati qui da noi in Italia, in Europa.
Il treno sbuffa di continuo, la gente passeggia a bordo e tutto sommato il tempo scorre via tranquillamente.
In alcune piccole stazioni salgono passeggeri indios, il treno è sempre più pieno.
Quindi il paesaggio è quello di montagna, fa caldo fuori, per certi versi potemmo essere anche in Italia, sugli Appennini forse ma l’umidità mi fa stare gradevolmente all’aperto con la mia macchina fotografica sempre pronta.
Poco prima dell 17.30 siamo a San Rafael, in ritardo già di 4 ore, mentre alle 17.45 arriviamo a El Divisadero, dove scendiamo tutti per ammirare la barranca del Cobre ( Rio Urique ) una fenditura profondissima ( 1300 metri ) . Stiamo fermi una decina di minuti per le immancabili foto, qualche spuntino tra gorditas e burritos, sopa, elote (pannocchie ) e frutta acquistati dagli indios che si sono appostati in stazione. Qui il tempo è già cambiato, non fa freddo ma fresco, chissà più su a Creel !!
Il panorama comunque è magnifico !!
Quando ripartiamo sono già le 18.00 e inizia anche a piovere, il cielo non promette nulla di buono…
Ecco ci siamo, arriviamo a Creel, a 2330 metri s.l.m. sono le 19.30 e abbiamo accumulato ben quattro ore di ritardo, ben 12 ore e mezzo di viaggio !! Non ne possiamo più, adesso per qualche giorno staremo fermi.
Creel ci appare come un paesino fatto da capanne e case improvvisate, isolato ma abbastanza grande e sparpagliato.
Andiamo verso il famoso Hospedaje Casa de Huespedes Margarita, un hotel modello ostello, purtroppo è pieno, ma lo stesso ci dicono che a un hotel poco distante ci sono camere per noi. Seguiamo un altro signore fino all’Hotel Nuevo, la camera inizialmente promessa a 350 pesos qui costa invece 450 pesos, la signora è irremovibile sul prezzo nonostante le nostre lamentele. Accettiamo lo stesso ma questo non è il modo…
La camera è molto carina, con due letti grandi, camino ( spento), moquette, bagno grande e pulito. Sembra di stare in una baita !
Però, riusciamo a farci includere nel prezzo per questa notte sia la cena che la colazione di domattina al casa Margarita.
Approfittiamo pertanto della cena offerta, io e Simone siamo già pronti e andiamo alla vicina casa Margarita, attraversando i binari della ferrovia, e poi la piazzetta centrale.
Ci sediamo nella sala apposta, non è rimasta tante gente ormai ma ci vengono date lo stesso le nostre porzioni di oggi, sopa de lentajas ( lenticchie) deliziosa, carne mechada ( carne in strisce ) ensalada con nopales ( foglie del cactus nopale, o fico d’india ) e frijoles, la cerveza è a parte ( 13 pesos).
Si mangia in un ambiente amichevole tra altri viaggiatori ospiti. Qui conosciamo un gruppo di italiani simpaticissimi che stanno praticamente facendo il nostro stesso viaggio.
 
9 agosto
Dopo colazione al casa Margarita ( cafè con leche, corn flakes, huevos, frijoles…), decidiamo tutti assieme di farci una camminata fino alla laguna Arareko, sulla strada che da Creel, porta più a sud a Cusarare prima e Batopilas poi.
Prima però va raccontato l’episodio del cambio hotel, visto che la signora del “Nuevo” alza il prezzo ancora una volta da 450 a 550 pesos, così, giustificandosi che oggi costa di più !! Per giunta vorrebbe che lasciassimo la camera subito all’istante e non entro le 11.30 ora di sgombero della camera!! Con questo comportamento non ci resta che andarcene anche se imponiamo il nostro diritto di tenerci la camera fino alle 11.30. Io e Victoria pertanto andiamo a cercare un’altra sistemazione. Poco distante, proprio ai bordi della ferrovia, c’è la “Posada Creel”, accettiamo di prendere una camera con due letti a castello, forse un po’ stretta, ma con un bagno pulito: costo 350 pesos ! Ottima sistemazione, certamente da raccomandare, mentre non seguite i consigli del casa Margarita che ormai ha il “monopolio” di tutta Creel e quindi anche l’arroganza di decidere che prezzi fare e quando metterli in pratica. Evitate anche l’Hotel Nuevo, almeno per la nostra esperienza, sebbene la camera sia a posto, non mi sento di consigliarla per la mancanza di serietà !
Ok allora, dopo il cambio forzato dell’hotel, iniziamo la nostra camminata e così lasciamo Creel per la strada che porta a sud. Oggi è una bellissima giornata soleggiata, il cielo è sgombro e il sole scotta forte !
Il paesaggio è molto bello, nei prati verdi si vedono le capanne con i panni stesi dove vivono i Tarahumara, formazioni rocciose particolari e un fiumiciattolo ai bordi del nostro sentiero. Montagne bitorzolute e di colore chiaro, il verde intenso dei prati. Vediamo anche gruppi di turisti a cavallo per delle escursioni che credo siano davvero belle !
Fino alla laguna camminiamo seguendo un sentiero che costeggia la strada asfaltata, sono circa sei km a piedi, fino all’entrata verso la laguna stessa ( entrata 15 pesos ). Alla laguna , carina ma non così entusiasmante, si possono noleggiare cavalli , barche, bici, ecc. Da ricordare che è vietato fare il bagno nella laguna !!
Dopo una piccola sosta, mentre vediamo passare i corridori di una corsa campestre, scegliamo di prendere altri sentieri più interni verso il paesino di Gonogochi, dove dovrebbe iniziare la Valle de Los Monjes o Bisabirachi ( valle de Los Dioses o dei peni eretti….!). Inizia così la parte più impegnativa della camminata di oggi, visto che i sentieri sono diversi e mai sicuri, dopo aver chiesto in giro arriviamo finalmente sulla stradina giusta, si inizia a scorgere la valle con i pinnacoli stranissimi che danno il nome alla valle stessa. Sì la camminata vale la pena, merita senz’altro visitare questi posti, ma c’è un sole forte che non dà tregua per tutto il tempo e siamo a corto di fiato !! “Ma Victoria non ti stanchi mai ??” 
Da Gonogochi, che non è altro che un gruppetto di 5-6 casette di legno, arrangiate così così, ci dirigiamo poi verso San Ignacio, un altro agglomerato di capanne e casette dove finalmente troviamo una “tienda” dove comprare da bere !! Tutti quanti siamo stanchi, compreso Victoria che ama le camminate di montagna, però meno sotto un sole così cocente !
Abbiamo fatto diversi km a piedi, non so quanti esattamente, credo che alla fine saranno stati almeno 20-25….credo proprio di sì ! 
Simone non ne può più e giura che domani non farà un passo ma neanche cascasse il mondo !! Io invece sono abbastanza a posto ma presto mi accorgo che ho un vescicone enorme sul piede destro !!
Ma il pezzetto finale ci viene risparmiato perchè in autostop raggiungiamo Creel grazie a un passaggio da San Ignacio. “Gracias !! Muchas gracias !”
Che dire della Barranca del Cobre ? Beh, che per ora non abbiamo visto i canyons così tanto decantati, ma il paesaggio in generale è delizioso e ci sono tantissime escursioni che si possono fare partendo da Creel, trekking, passaggi a cavallo e in bici, ecc.. al Casa Margarita ne organizzano diverse e che partono ogni mattina. Si può andare alla cascata Cusarare, alla laguna Arareko, Batopilas, Guachochi e la Barranca Sinforosa, Basihuare, Samachique, Quirare, la cascada Basaseachi, ecc. 
Una volta in hotel, la nostra ultima preoccupazione sarà quella di una bella doccia e poi una cena che possa aiutarci a superare la stanchezza !
Al ristorante Lupita, ancora aperto, mangiamo benino, ma non mi sento di raccomandare tanto questo posto…Come consiglio andate a mangiare sempre abbastanza presto visto che alle 20.00 rischiate di trovare troppi locali chiusi e deserti…
 
10 agosto
Oggi è domenica, e non abbiamo tante idee in testa per questa giornata !
Victoria vorrebbe passeggiare di nuovo, mentre noi tre vorremmo prendere la bici in affitto per girare nei dintorni di Creel, anzi per andare fino alla cascata Cusàrare ( “posto delle aquile” ) che dista circa 20 km a sud.
Così, rimaniamo d’accordo con Victoria che ci rivedremo in serata, in modo da lasciarla libera per i suoi interessi.
Victoria è molto riservata a volte, ama la compagnia ma spesso ama anche starsene in disparte e godere delle solitudine, leggendo, riflettendo, prendendo appunti, anche solamente riposando un po’ ascoltando della musica in camera.
Per le biciclette però iniziano i casini perchè nessuno ne ha a disposizione, proviamo un po’ dappertutto ma chi le ha sono già state affittate, mentre in posti di noleggio non ci sono le chiavi del magazzino, non ci sono i padroni, “oggi es domingo, lo siento..” ecc. ecc.
Sarà che oggi è domenica oppure che siamo sfigati ma di biciclette non ne troviamo neanche una in tutta Creel !!
Così, siamo a terra, a piedi, e allora decidiamo lo stesso di andare a Cusàrare, siamo già sulla strada principale quando si ferma il primo furgone per un passaggio “de raite” ( autostop ) fino alla laguna Arareko. Beh, per il momento siamo a posto, ci stiamo avvicinando, speriamo di trovare un altro passaggio !!
Con un bus questa volta di linea, arriviamo all’entrata del sentiero per la cascata Cusàrare ( dalla laguna ci sono circa altri 10 km di strada ). A piedi prendiamo il sentiero che scende in basso, siamo assieme a due simpatici ragazzi messicani, uno della Baja California  e l’altro di Guaymas. 
A piedi, in un’oretta circa si arriva alla cascata lungo un sentiero di circa 3 km nel bosco, dopo aver sentito diversi avvertimenti sulla distanza di 30, 40, 60 minuti, ogni messicano dice la sua, ma quando dobbiamo crederci ?
Prima si arriva a un ponte sospeso di legno, lo si oltrepassa e poi si continua, fin su a una collinetta da cui si scorge la magnifica cascata di 30 metri di altezza.
Sul sentiero è tutto un fiorire di accampamenti indios con l’artigianato Tarahumara, fatto di lacci, cinture, nastri colorati, pulseras, tappetini, vasetti, anelli, ecc. Le donne sono vestite con gli abiti tradizionali e si lasciano fotografare facilmente senza tante esitazioni.
E’ importante aver rispetto per queste persone, non esagerare a volte con particolari richieste e comunque lasciare una piccola offerta ai bambini !
Dalla collinetta si scende verso la cascata attraverso una scalinata di cemento. Facilmente siamo ai piedi della cascata, io mi butto subito in acqua, scegliendo una piccola pozza profonda abbastanza per lasciarmi inghiottire dall’acqua ! C’è diversa gente oggi che si gode lo spettacolo della cascata immersi in uno scenario naturale veramente bello.
Infine il viaggio di ritorno a Creel, ancora una volta fortunatissimi perchè in autostop guadagniamo il passaggio sperato direttamente fino a Creel !!
Anche senza mezzi propri, senza biciclette, e comunque sarebbe stato dura arrivare fino alla cascata…, abbiamo raggiunto il nostro scopo, passare una giornata vedendo qualcosa di nuovo, i dintorni di Creel, la cascata di Cusàrare.
Alla posada ritroviamo Victoria che sta leggendo in terrazza, siamo contenti di questa giornata, siamo contenti di esserci ritrovati tutti assieme !
Per la cena optiamo per il ristorante Molcos, sulla avenida Lopez Mateos. Mangiamo bene e spendiamo come al solito poco, ma soprattutto ci beviamo qualche cerveza, una cosa rara qui a Creel, visto che dalle 16.00 in avanti non si possono vendere e comprare alcolici !! Ehh sì, quindi, se avete problemi di astinenza…fate la scorta al mattino !!
 
11 agosto
Dopo tre notti a Creel, stamane partiremo lasciando la Sierra Tarahumara e dirigendoci a Chihuahua !
Il terminal degli autobus è in realtà uno sgabuzzino ai lati della ferrovia, proprio dietro la stazione dei treni. Prendiamo il bus della “estrella blanca” per Chihuahua ( 166 pesos ). Il viaggio non è particolarmente interessante e impieghiamo circa 5 ore. Dal terminal degli autobus di Chihuahua, abbastanza lontano dal centro, prendiamo un bus pubblico “Circunvalacion Las Maquilas” (3,5 pesos) che va in direzione centro, verso lo zocalo. Con le inseparabili guide in grembo, cerchiamo un hotel abbastanza centrale ed economico, abbiamo in mente l’Hotel Plaza che è proprio dietro la Cattedrale.
Scendiamo vicinissimi a calle Cuarta dove c’è l’hotel Plaza. Dopo aver visto diverse camere, finalmente scegliamo quella con tre letti, uno matrimoniale e due singoli, bagno e ventilatore, costo: 200 pesos. Siamo proprio dietro la cattedrale, speriamo che le campane non ci facciano soffrire…!
In c. Cuarta inizia il mercato delle cianfrusaglie, che poi prosegue più in basso verso Niños Heroes. Come per tutti i mercati del mondo c’è confusione e un gran traffico in giro. Gironzoliamo un po’ anche per cercare una lavanderia che alla fine troveremo chiusa.  Ne troveremo però un’altra, stavolta aperta, all’angolo tra c. Victoria e c. 12 ( 100 pesos per un sacco di 10 kg di roba sporca ). Mangiamo però ottime gorditas ( tortillas più grassottelle calde e ripiene) ripiene di nopalitos, frijoles, o queso, rajas, picadillo, chili, ecc. in un localino in Melchor Ocampo.
Visitiamo quindi il Palazzo del Governo ( 10 pesos l’entrata ) dove ci sono grandi murales che raccontano la storia del Messico. C’è anche la tomba di Miguel Hidalgo, eroe nazionale.
Facciamo acquisti in uno dei pochi negozi di artigianato locale, in c. Aldama, non lontano dalla Cattedrale, così che arriva l’ora di cena.
Chihuahua ( 1420 metri s.l.m. ) non ha granchè da offrire al turista, al viaggiatore, la cattedrale sì è carina, ma il centro è abbastanza anonimo con poche belle case, e avenidas che sembrano tutte uguali…
Al “Los Milagros” in c. Victoria 812, mangiamo assieme a tre italiani conosciuti a Creel. Il locale è molto carino con tavoli sia al chiuso che all’aperto in un patio con una parete fontana di stampo orientaleggiante, ma è piuttosto caro per la media dei locali messicani. La cena è comunque ottima ( provate tacos e quesadillas, tortas, insalate, botanas in generale…), anche se più che un ristorante è un locale per bere qualcosa nel dopocena…( la cerveza è cara, 25 pesos !! tenete presente questo consiglio…provate la Bohemia !!).
Una bella serata passata in compagni di tre simpatici amici italiani !
(notte agitata per il gran caldo e per strani insetti… nella nostra camera..la n° 11…ricordatevi..!!)
 
12 agosto
Oggi abbiamo in programma la visita del museo de La Revoluciòn di Chihuahua che merita davvero di esser visto per le tante informazioni storiche sulle imprese di Francisco Villa meglio conosciuto come “Pancho Villa ” e la sua “Division del Norte”.
Il museo si trova in calle 10 n° 3010, nella Quinta Luz la casa dove viveva Pancho Villa, l’entrata costa 10 pesos.
Tantissime fotografie, i giornali dell’epoca, vestiti originali dei militari e della divisione del nord, le armi, e anche alcuni locali arredati in cui viveva Pancho Villa.
C’è anche l’auto, una Dodge, dove fu assassinato Pancho Villa, tutta crivellata di colpi sulla carrozzeria, mentre era a Hidalgo del Parral.
Ma in albergo, prima di uscire, abbiamo già lasciato in custodia i nostri zaini pronti visto che stasera lasceremo Chihuahua per Durango ( ricordarsi che a Durango si è avanti di un’ora rispetto a Chihuahua…).
Nel pomeriggio solite passeggiate, Victoria e Linda visitano la Quinta Gameros, una casa in stile Liberty, molto bella esteticamente. Poi altro shopping alla ricerca delle magliette con “Chihuahua” stampato davanti…!
Arriviamo così all’ora giusta per andare al terminal degli autobus. Prendiamo un bus in avenida Niños Heroes con la scritta “circunvalaciòn uno central camionera”, arriviamo verso le 20.00 alla central !
Acquistiamo i biglietti del bus de paso ( di passaggio ) per Durango ( 368 pesos ) che parte alle 21.45, ma che arriverà invece verso le 22.15.
Il viaggio durerà circa 9 ore ( 667 km ), dormendo un po’ ma non troppo a causa dell’aria condizionata troppo fredda… Ricordatevi di tenere sempre un golfino a portata di mano !
 
13 agosto
Arriviamo a Durango ( 1924 metri s.l.m., stato di Durango ) verso le 9.00 ( + 1 ora rispetto al nord…).
Durango, fondata l’8 luglio 1563 da Francisco de Guadiana come capitale de la Nueva Vizcaya, ebbe una straordinaria crescita indiscutibilmente legata all’auge economica, prodotto dall’importante produzione di oro e argento dalle miniere della regione nella Sierra madre.
Il terminal dei bus è abbastanza distante dal centro, e appena usciamo prendiamo uno dei tanti bus pubblici che attendono fuori. Per arrivare in centro si impiegano circa 20 minuti. Passiamo così dalla plaza de Armas o Plaza Principal con la bella cattedrale.
Facciamo un’ottima colazione da “Gorditas Gabino” in avenida Constituciòn. 
Dopo le solite selezioni per quale hotel scegliere, leggendo sulle nostre guide, siamo d’accordo sull’Hotel Buenos Aires in av. Constituciòn 126 Nte. La camera che scegliamo, visto che ce ne sono diverse da vedere, ha due letti grandi matrimoniali, c’è la tv e la ventola, il bagno anche se piccolo è pulito. Il costo è di soli 150 pesos !!
Subito vediamo come Durango sia molto più bella di Chihahua, una cittadina coloniale con un bel centro e alcune case tenute molto meglio rispetto alla città da cui proveniamo. La gente poi è tutta vestita come i cow boys, jeans, stivali “Durango”, cinturone e fibbia d’argento, cappello a larghe tese e camicia di flanella a quadrettoni. Ci sono diversi negozi che vendono l’occorrente per allevamenti di cavalli, i negozi di scarpe hanno quasi esclusivamente stivaloni di tutti i generi !!
In  Plaza de Armas la gente se ne sta seduta sulle panchine, mentre la cattedrale dà il meglio di sè con i due alti campanili ! Ma cneh le vie secondarie, soprattutto la parte ovest, a nord, hanno diritto a una visita. Abbiamo già voglia della prima escursione. All’ufficio del turismo, molto efficiente, vicino al museo del cinema, prendiamo alcune mappe ( a pagamento) e ci informiamo per la visita ai sets cinematografici di Villa de Oriente e Chupaderos, sets dove sono stati girati diversi film western.
Così, dopo una lunga camminata fino al terminal dei bus, acquistiamo il biglietto del bus della estrella Blanca per Chupaderos appunto ( 10 pesos ), che dista circa 11,5 km da Durango in direzione nord verso San Juan del Rio. Scendiamo all’entrata del set Di Villa de l’Oeste, a circa 9 km da Durango.
L’entrata costa 10 pesos, vale la pena di visitare questo posto, in cui si può vivere la sensazione di stare in un vecchio villaggio western, con saloon, ufficio dello sceriffo, la licuoreria, la stalla e i cavalli, perfino il patibolo con il cappio per i condannati a morte ! C’è anche un finto cimitero, la prigione, insomma sembra proprio di stare in un paese dei film dei cow boys e da un momento all’altro bisognerebbe tenersi pronti, non si sa mai che arrivino gli indiani !!
Oltre a questo paese inventato, poco più a nord c’è il paese di Chupaderos che raggiungiamo a piedi direttamente da Villa De l’Oeste, seguendo un sentiero appena appena segnalato ( abbiamo chiesto ai due ragazzi del Saloon….!!! ). Dopo una bella camminata di una ventina di minuti fra alberti di mezquite, bassi cespugli e cactus si arriva al paesino abitato di Chupaderos ! Anche in questo caso sembra di essere all’interno di un film, ci sono alcune case usate nei film americani western, anche se Chupaderos è un paese abitato !
La scenografia è molto strana, la gente gironzola per queste stradine polverose mentre noi fotografiamo alcuni angoli più suggestivi. Ci sono acse tipiche per i film ma anche baracche usate come case dai pochi abitanti. Cani randagi che spaventano un po’…, qualche ragazzo in giro a cavallo e bambini che giocano per terra. La piccola chiesetta ed io che mi chiedo se quelle campane suonano come nei film, prima di un’esecuzione… Immancabili i furgoni semidistrutti che non ci si crede quando si mettono in moto….!
Al momento del ritorno ci mettiamo sulla strada principale per Durango, in attesa di un bus, oppure di un passaggio in autostop. E così è, in autostop ci facciamo portare a Durango, proprio in centro ! Gracias a usted !
Con Simone raggiungo il Cerro de Los Remedios, una collinetta in cima alla quale c’è una chiesetta e dalla quale si ha una bellissima veduta di tutta Durango ! Per arrivarci seguite Blvd Dolores del Rio e poi iniziate a salire lungo le stradine dritte. Troverete una scalinata che vi porterà fino alla chiesetta ! La salita è da fare, avrete una veduta d’insieme di tutta Durango, soprattutto se sceglierete l’ora verso il tramonto
A cena andiamo su suggerimento di un passante, al ristorante El Agave, un bel posto tranquillo e pulito, purtroppo completamente vuoto ! Solo noi e tanta tristezza suffragata dal ragazzo che tiene in piedi la serata con il suo sax e la base elettronica. Mangiamo abbastanza bene, ma sinceramente non me la sento di raccomandare questo ristorante, troppo poco tipico, senza messicani no, no se puede !!!
Il dopocena riserva a me e Simone la sorpresa dei mariachi al restaurante “La Terraza” proprio di fronte alla cattedrale, dall’altro lato della Plaza Principal. In questo modo arriviamo a fare tardi, tra una cerveza e l’altra ! I Mariachi sono favolosi, suonano bene e c’è da divertirsi !!
 
14 agosto
A Durango si possono fare poche escursioni nei dintorni. Oggi è la volta della “presa Victoria” una diga su un lago a pochi km a sud che raggiungiamo con un bus “Potreros” n° 1 da calle Pasteur. Ma al capolinea ci spiegano che il balneario è chiuso fuori stagione e così siamo costretti a continuare il viaggio con un taxi fino alla diga. Qui un addetto alla sorveglianza, Ugo, ci spiega che il lago è naturale e lungo 13 km con profondità 45 metri. Si può pescare il lovina che è un pesce più prelibato.
Passiamo qualche oretta su un molo ai bordi del lago, su una passerella di legno. Io e Victoria siamo gli unici a fare il bagno in questa acqua fresca !
Il ritorno ma solo all’incrocio “Satelite” lo facciamo in bus. Al crucero “Satelite” ci fermiamo anche a un piccolo baretto per mangiare fenomenali gorditas ! Che buone !!
Dall’incrocio iniziamo così una lunga ( 3 km ) camminata fino al pueblo di La Ferreria, dove c’è una hacienda molto bella che ospita il museo dell’artista messicano Ceniceros. L’hacienda è molto bella, una tipica casa coloniale rossa, con belle sale adibite a esposizione dei quadri di Ceniceros. A me sinceramente piace di più la casa della mostra, ma tant’è…
A fine visita rimaniamo a parlare con un simpatico vecchietto nato proprio in questa casa, che ci racconta delle leggende di questa casa, in cui sembra si aggiri un fantasma, una donna velata di bianco….
Torniamo a Durango in bus da La Ferreria, anche oggi un’altra giornata piena, ricca, interessante !
Per concludere ceniamo al comedor La Unica, in c. 20 noviembre, poco distante dalla cattedrale. Mangiamo decentemente spendendo veramente poco.
Dopocena tutti assieme al La Terraza, per assistere ad un nuovo concerto del gruppo Mariachi di ieri sera !
 
15 agosto
Alle 10.30 siamo alla central camionera di Durango per un bus con destinazione Sombrerete, sulla strada per Zacatecas. Sombrerete è stata da noi scelta quest’oggi con l’intenzione di visitare una cittadina autentica messicana, lontana dai circuiti turistici e consigliata dalle guide che abbiamo con noi !
La guida della Footprint riporta: “Sombrerete, una piccola e vitale cittadina, città mineraria per l’argento che ha avuto prosperità alla fine 17° secolo quando rivaleggiava con Zacatecas. Ci sono dieci belle chiese e un superbo convento francescano di San Mateo (1567) parzialmente restaurato.
In autobus impieghiamo ben 2 ore per raggiungere Sombrerete, si scende su una via centrale ad un piccolo terminal di riferimento per le partenza e gli arrivi dei bus.
Questa cittadina non è turistica e incarna bene ciò che rappresenta il Messico qui al nord.
Passeggiamo per le stradine senza tante regole, passando da piccole piazzette molto eleganti, con le panchine di ferro battuto e fontane accese.
Tante sono le chiese, quasi tutte dalle cupole rosso amaranto, molti i portici con le tiendas aperte e le case coloniali ben conservate.
Ciò che colpisce di Sombrerete è l’estensione in una bella conca, si può avere una bella veduta dall’alto di una collinetta, raggiungendo un’altra chiesetta.
Il ritorno a Durango con un altro autobus di primera clase ( 65 pesos ) che parte alle 15.30. 
Quando siamo a Durango facciamo acquisti ( le solite magliette souvenir con l’immancabile scorpione del deserto) al mercato dell’artigianato in c. Pasteur.
Visto che Victoria e Linda non sono salite sul Cerro de Los Remedios, ci torno ancora una volta per fare le ultime fotografie di questa bella città !
Sotto la pioggia, che d’ora in avanti darà molto fastidio anche nei giorni successivi…andiamo a mangiare qualcosa al “Raffle’s” sempre in c. Constituciòn 222 Nte, uscendo dal nostro hotel andando a destra sempre sullo stesso lato ( a tre cuadras dal nostro hotel ). In realtà il Raffle’s è un locale giovane con immagini di James Dean e Marylin Monroe alle pareti, tavoli di legno che servono più come bar alla buona, una piccola taverna che offre alcuni piatti a base di tacos, nopale ( foglie di cactus ), guacamole, carne asada, papas al horno con queso ( patate al cartoccio con formaggio ), cebollitas asadas ( cipolline alla griglia ). Appena in tempo per ordinare, sono circa le 21.00, mangiamo tutto con gusto e alla fine spendiamo niente: 45 pesos a testa !! La cerveza non c’è, ma non arrendetevi, appena fuori dal lato opposto il ragazzo vi indicherà il bar dove poter fare rifornimento: no hay problema !!
Rafa è il proprietario, un vecchietto simpatico e appassionato di corride che a un certo punto ci tiene compagnia raccontandoci la storia della corrida in Messico e suggerendoci i suoi toreros preferiti di sempre. 
Il Raffle’s lo raccomando per diversi motivi !! Un’esperienza unica mangiare bene e sentirsi come a casa, assieme al proprietario Rafa e al figlio che ci hanno accolto a braccia aperte ! L’ambiente è simpatico, informale.
Dopo cena andiamo al cafè Madrid, proprio di fronte tra il Raffle’s e il nostro hotel ( dove avevo comprato le cervezas…), un locale con musica dal vivo con tanti giovani del posto.
Quando andiamo a letto, appena in tempo per scampare il putiferio ! Un temporale si scatena fragorosamente e ci tiene svegli per un bel po’ !
 
16 agosto
In questo giorno ci lascerà Simone ! Sì perchè sono terminati i suoi giorni di vacanza visto che aveva “solo” due settimane di tempo con noi.
Già a Chihuahua Simone aveva comprato un biglietto aereo Durango-Mexico City, proprio oggi deve essere a Messico City per il suo volo di rientro in Italia.
Il volo di Simone per Mexico City parte alle 8.00, perciò lasciamo tutti assieme l’hotel, io Victoria e Linda ci fermeremo alla central camionera, poi Simone andrà in aeroporto in taxi ( 100 pesos ).
Sveglia alle 6.00 e con autobus preso in calle Pasteur ( 3,5 pesos ) arriviamo alla central camionera dopo un giretto nei sobborghi di Durango perchè abbiamo “saltato” la fermata giusta per il terminal dei bus ed ora aspettiamo che il bus torni indietro !
Finalmente arriviamo alla central camionera, in tempo per Simone che immediatamente prende un taxi che lo condurrà all’aeroporto di Durango (verremo poi a sapere da Simone stesso che rischierà di perdere il suo aereo per la l’eccessiva tranquillità del tassista…e per il suo urgente bisogno di un wc !!!).
Calorosamente salutiamo tutti Simone mentre è alle prese con lo zaino e i pacchettini regalo….
“Ciao Simone, ci rivediamo a casa !!”
Da Durango scendiamo di nuovo a sud, oggi saremo a Zacatecas a 290 km, una delle località che più mi incuriosiscono di questo viaggio.
Acquistiamo il biglietto della Omnibuses de Mexico ( 176 pesos ) che parte alle 7.30. Lungo il viaggio passiamo da Sombrerete e da Fresnillo e quando sono le 12.30, dopo circa 5 ore siamo al terminal dei bus di Zacatecas !
Il centro è a circa 4 km dal teminal e con un bus siamo in soli 5 minuti proprio davanti a quello che sarà il nostro prossimo hotel, l’Hotel Zamora in c. Independencia. Ci assegnano una camera ( 213 pesos ) abbastanza ampia e molto luminosa con tre letti, un piccolo bagno con doccia affacciata proprio sulla piazzetta sottostante molto animata durante il giorno. A pochi passi c’è anche un internet cafè.
Subito siamo assaliti dalla fame, anche perchè passiamo accanto a bancarelle che vedono ogni tipo di frutta, dolce, piatti tipici come i nopales ( foglie tonde dei fichi d’india ), queso de tuna ( un dolce locale dalle proprietà lassative, letteralmente “formaggio di tuna, i fichi d’india ), tamales, ecc. Infine ci sediamo al frequentatissimo “La Cabana” di fronte al Jardin de la Independencia, poco distante dal nostro hotel. Un locale molto economico ma conosciuto da tutti a Zacatecas, con la lista delle pietanze dipinta sui muri, che propone tutti i tipi di tacos ( de cabeza, lengua, picadillo, biftek, asada, ecc.), insalate, uova, zuppe, guacamole, ecc. ecc.
Subito Zacatecas ci appare molto ben tenuta, elegante, pulita e aristocratica. Siamo in Messico, ma la sensazione è quella di essere in una città europea, spagnola ma non solo. Le case in centro sono tutte molto ben curate e l’aspetto coloniale nel suo insieme la portano senz’altro ad un livello superiore rispetto a Chihuahua e Durango.
Le stradine in centro sono in pendenza, andando verso la cattedrale si sale un po’, visto che la città si dispone all’interno lungo le sponde dei due “cerros” de El Grillo e de La Bufa.
C’è tanta gente in giro, ma di turisti non se ne vedono tanti, anche se qualche gruppetto di messicani in vacanza si vede in giro nei negozi di souvenirs e con le immancabili camere digitali.
La sensazione è che gli abitanti di Zacatecas non se la passino male, il turismo e l’economia locale sono incentivati in tutta la regione, più di altri paesi del Messico.
Entriamo, attraverso il “socavon “El Grillo” nei pressi della stazione del teleferico, a visitare la Mina “El Eden” ( entrata 25 pesos ) che è aperta dalle 10 alle 18 ogni giorno. La miniera fu scoperta nel 1586 e fu chiamata così per la ricchezza di minerali di cui abbondava ! Si entra nella miniera a gruppetti, prendendo un ascensore che porta in basso a 320 metri dalla cima del cerro Del Grillo.
Questa miniera è considerata l’unica miniera turistica del Messico ! La temperatura all’interno è di circa 12° C. e nel percorso all’interno della miniera si immaginare gli ardui lavori fatti dai primi minatori alla ricerca di argento e di altri metalli preziosi ! La miniera venne chiusa nel 1960 a causa delle inondazioni e all’urbanizzazione della città.
All’interno della miniera c’è anche una discoteca “El Malacate”, unica nel suo genere !
Quando usciamo, prendiamo un piccolo trenino che velocemente ci porta all’uscita del “socavon La Esperanza”.
In serata mangiamo alla “Cantera Musical” in avenida tacuba, ma l’atmosfera non è quella tipica messicana ruspante che desideriamo tanto, bensì abbiamo trovato un locale troppo turistico per i nostri gusti e con prezzi leggermente superiori alla media…
Inizia anche a piovere e le strade rimangono deserte e silenziose…
La cattedrale di notte è uno spettacolo, con la facciata in stile churrigueresco, il barocco del Messico. Non mancate di ammirarla tutta illuminata di notte !!
Zacatecas, stato di Zacatecas, è una città Patrimonio Culturale dell’umanità, famosa in tutto il Messico per le sue miniere d’argento. Fondata l’8 settembre del 1546 da Juan de Tolosa, Diego de Ibarra, Cristòbal de Oñate e Baltazar Temoño de Bañuelos, a 636 km dalla capitale, Zacatecas è una città coloniale molto ben tenuta, che mostra con orgoglio le ricchezze dei tempi che furono. L’influenza esercitata dalla chiesa cattolica nella colonizzazione della Nueva España permise la costruzione di magnifici edifici di ordine religioso che , uniti a quelli di tipo civile, permisero l’abbellimento della città di Zacatecas, considerata quindi come la seconda più importante della Nuova Spagna.
La ricchezza di minerali diede forti introiti alla Corona Spagnola e questo fece sì che la città ricevesse il titolo di Ciudad de Nuestra Señora de Los Zacatecas.
Durante la rivoluzione Zacatecas fu il centro di attenzione nazionale, quando la città fu presa da Francisco Villa e i suoi “dorados” nella famosa battaglia conosciuta come “Toma de Zacatecas” avvenuta il 23 giugno del 1914.
La cattedrale è considerata come il massimo esponente del barocco in tutta l’America Latina.
Zacatecas ha un rivestimento di “cantera” la pietra rosa proveniente dalle colline dei dintorni, e un cuore d’argento !
17 agosto
Dopo aver fatto una buona e sostanziosa colazione con huevos y tocino ( uova e pancetta ), frijoles ( fagioli ), pane e caffè al “Meson del Torero” in plaza de la Laza, andiamo a visitare il museo Zacatecano ( 6 pesos ), in calle Dr. Hierro 301 ( chiude il martedì ). In questo museo si può ammirare tutto l’artigianato dell’etnia Huichole, indios che vivono sparsi fra gli stati del Nayarit, Durango e Zacatecas. In questo museo si possono conoscere le tradizioni, i lavori, le credenze, la religione e il famoso pellegrinaggio fino alla montagna sacra di Wirikuta nello stato di San Luis de Potosì, nei pressi di Real de Catorce. Ci sono tante fotografie alle pareti che mostrano i sacrifici, i riti, la gente e le abitudini degli Huicholes. Bellissimi i “chakiras” che sono bellissimi quadri fatti con piccolissime perline colorate, los bordados con cui ornano i loro vestiti, e le “nierika” quadretti composti da fili colorati disposti su tavolette cosparse di cera su cui possiamo ammirare scene di vita di tutti i giorni in cui compaiono i loro dei, il sole, la terra, il cactus ( peyote, hikuli ), il cervo ( venado ), ecc.
Dopo l’interessantissimo museo Zacatecano andiamo al famoso “Teleferico de Zacatecas”, la teleferica nata nel 1979 che unisce le due colline del “Grillo” e della “Bufa” a una distanza di 650 metri tra loro e a un’altezza massima di 85 metri. Il tragitto dura solo 8 minuti e si può ammirare tutta la città che si sparpaglia tra le due colline. Ricordatevi che funziona dalle 10 alle 18 !
Una volta arrivati sul cerro de la Bufa, il panorama sulla città è meraviglioso, vale davvero la pena arrivare fin quassù. L’importanza storica di questa collina fu tale che lo fece apparire nello scudo della città !
Nell’ampia spianata si trovano la piazza de la Revoluciòn Messicana con enormi statue equestri che rappresentano i generali Francisco Villa, Felipe Angeles e Pànfilo natera; il santuario della Vergine del Patrocinio nel quale si venera la patrona dei zacatecani; il museo Toma di Zacatecas con testimonianze dell’epica battaglia del 23 giugno 1914. Altre attrazioni interessanti sono la stazione metereologica e il mausoleo degli Uomini Illustri.
Facciamo le solite foto ricordo da questo mirador, e scendiamo facilmente in centro seguendo un facile sentiero ben tenuto.
Assieme a Linda andiamo all’antico acquedotto e al vicino hotel “Quinta Real” realizzato all’interno dell’ex plaza de toros di Zacatecas. Entriamo a vedere l’hotel che è veramente singolare ma bellissimo, possiamo ammirare la disposizione a “ventaglio” verso l’arena originale.
In Blvd. Lopez Mateos si prende il bus ( 3 pesos ) per la vicina Guadalupe ( ci si arriva in 15 min. ), una città a pochi km da Zacatecas, famosa per il convento di Nuestra Señora de Guadalupe. Purtroppo arriviamo tardi per il museo che chiude alle 16.30. Tuttavia se avete un’oretta di tempo credo sia interessante passare da qui per passeggiare per queste stradine di una piccola Zacatecas…
A cena in c. Morelos c’è l’ottimo locale “pozoleria Titanic” dove ovviamente si possono mangiare saporitissimi Pozoles, che sono minestre o zuppe a base di mais bianco in fiore. Si possono scegliere fra diversi tipi di pozoles, di diverse grandezze, e con diversi tipi di ingredienti ( carne surtida o maciza, di cerdo = maiale, res = mucca, pollo, chili = peperoni, cipolle, origano, lime, ecc. ecc.! La chiusura è prevista alle 23.00, una rarità rispetto al resto dei locali di Zacatecas che chiudono tutti fra le 18.00 e le 20.00 !!
 
18 agosto
In mattinata di lunedì ( lunes ), Linda e Victoria visitano il Mueso Pedro Cronel, nell’ex convento di San Francisco, con una mostra di arte universale; di seguito, tutti assieme andiamo fino alla central camionera con un bus n° 8, dove prendiamo un bus diretto a Jerez de Las Salinas a 57 km da Zacatecas. Jerez è un paese poco visitato ma che conserva ancora belle case coloniali e un autentico spirito messicano !
Il bus delle 12.15 ( 26 pesos ) impiega circa un’ora e quando siamo al terminal di Jerez ci tocca fare un buon pezzetto di strada fino al centro storico, dove c’è un mercato all’aperto e i soliti strani prodotti in vendita che ci incuriosiscono subito. “Proviamo dai !” “Compriamo questo !” E’ un frutto, la canna da zucchero, da succhiare, e il liquido che esce è così dolce e zuccherino che dopo 2-3 tronchetti schiacciati fra i denti mi viene la nausea !!! Poi i dolcetti,  e le “raspanieve” o gelati -granatine con sciroppo di guayaba, fresa…che buoni!!!
Jerez de Las Salinas è un paese messicano autentico dove lo zocalo ( plaza principal ) è un gioiellino, i vecchietti che sono vestiti tutti come in un film western, con l’immancabile cappello in testa !
tanti comedor e taquerias, ma anche negozi per “Charros”, gli allevatori di cavalli ! Tipici sono anche i famosi cappelli messicani, i sombreros charros, quelli che intendiamo noi quando pensiamo al Messico… e poi, cinture di cuoio, borchie da cavallerizzi, ornamenti per cavalli, selle, c’è persino la plaza de toros poco distante dal piccolo terminal degli autobus.
Al “camaron loco” una sosta per un panino, anzi, una “torta” ( panino ), con gamberetti grigliati e insalata e cocteles di camaron.
Anche Jerez è finita, se avete curiosità di scoprire un po’ di Messico autentico, poco intaccato dal turismo e passare un pomeriggio tranquillo dove si vive ancora senza la frenesia della città, beh, Jerez vi può accontentare !!
Al terminal dei bus, per riprendere uno dei tanti bus per Zacatecas, un bus tutto foderato di velluto rosso, quasi vuoto, dove mi incanto a guardare fuori quei favolosi prati verdi, le montagne aride, e il cielo messicano, le nuvole messicane che non mi abbandonano mai….
Quando è sera, dopo aver chiesto in giro dove andare a mangiar qualcosa siamo tutti d’accordo che il posto migliore per stasera sia il vicino La Cabana, il primo locale che abbiamo incontrato a Zacatecas, proprio di fronte al Jardin de la Independencia.
Le porzioni sono generose e l’ambiente simpatico e di passaggio, ci divertiamo a scommettere chi sono gli altri stranieri vicino ai nostri tavoli, se italiani, francesi, magari sposati o solo fidanzati…
 
19 agosto
A pochi km da Zacatecas, precisamente 50, si trova la zona archeologica de “La Quemada” o Chicomostoc, che si trovano sulla strada che a sud porta al paese di Villanueva. Il bus giusto non si prende dalla central camionera bensì dalla vieja ( vecchia ) stazione degli autobus di Zacatecas che si trova in blvd. Lopez Mateos. Partiamo verso le 10.00 con un piccolo autobus abbastanza scassato ( 16 pesos ).
Spieghiamo al conducente che dovremo scendere all’ingresso delle rovine “La Quemada”. Così, dopo circa un’ora di viaggio scendiamo proprio all’inizio della strada che porta all’ingresso delle rovine, proprio vicini al ristorante Las Siete Cuevas.
Già qui il paesaggio è molto bello, quasi irreale fra piante di cactus dappertutto, nopales, e un cielo che più bello non si può !!
Una strada asfaltata che facciamo nel retro di un pick up che va proprio all’entrata, evidentemente di qualche addetto alla zona archeologica.
All’ingresso una piccola biglietteria, costo d’entrata 32 pesos. Si iniziano a vedere le rovine di una piramide, la piramide del sole e i resti del palazzo delle undici colonne. Le rovine sono su di una collinetta aspra e abbastanza alta con gradoni che portano fin su, con sentieri che facilmente consentono l’esplorazione delle altre costruzioni. C’è anche un campo della pelota e altre piccole piramide a base quadrata. La cittadella raccoglie rovine non sempre comprensibili. Quello che rende il tutto molto suggestivo è l’atmosfera di abbandonato e remoto, in un contorno fatto di prati verdi, miriadi di nopales, alberi di mezquite, una laguna sottostante e le nuvole messicane…!
Per visitare queste rovine non è necessario fermarsi per molto tempo, e, a meno che non siate dei fanatici di archeologia ( queste rovine non sono ai livelli delle rovine yucateche o del Chiapas…), avrete terminato di vedere tutto in mezzoretta circa. C’è anche un piccolo museo e un bar.
Torniamo quindi a piedi fino al bivio sulla strada ( n° 57 ) del ritorno. Proviamo come al solito con l’autostop ma questa volta nessuno ci dà una mano. Poi arriva un autobus nella nostra direzione, è l’autobus giusto per Zacatecas.
Una volta a Zacatecas, aspettiamo sera ma non è una serata qualsiasi, fra qualche ora io e Linda lasceremo questa città alla volta di San Blas sulla costa del Pacifico, ma soprattutto diremo addio, anzi arrivederci a Victoria che continuerà il suo viaggio da sola per il nord, verso Real de Catorce e Guanajuato e via via più su fino ancora a San Diego dove il 28 prenderà il suo aereo per il ritorno a casa a Madrid !
Certo che non è mai bello salutare un amico, lasciarlo andare per proseguire un viaggio…
Victoria se lo merita, con Linda andiamo a vedere cosa possiamo regalargli. Proprio al mercatino di fronte al nostro hotel, in piazzetta troviamo un italiano, di Schio, che vive qui d atre anni circa, sposato con una simpatica ragazza messicana. Vivono qui, sulla strada con i loro oggetti lavorati da loro, braccialetti e orecchini appunto, ecco, questi sono fatti apposta per Vic ( come la chiamavo io ), la “profe” ( come la chiamava SImone !).
Passiamo una bella serata assieme, qualche cerveza al La Cabana prima di cenare al vicno Don Cuco, dove si possono anche trovare piatti a base di pescado, per esempio sopa de camaron ( zuppa di gamberi ), i soliti tacos, pollo, bistecca, ecc. Il posto è semplice senza tante pretese, economico e pulito.
Ultimi saluti e…abbraccio emozionato Victoria, mi scappa anche da dirgli che per me è come una mamma così mi becco anche una sberla che mi sveglia un po’ !!!
“Ciao Victoria, ci terremo in contatto via email ! Raccontaci dove sarai nei prossimi giorni, tienici aggiornati! “
 
( in effetti Victoria nei giorni successivi ci scriverà che è stata a San Luis de Potosì, Real de Catorce “lo mas bonito que conozco de Mejico. Hermoso. Dedique un dia a andar. Primero fui al Pueblo Fantasma con tan buenisima suerte que amanecio con niebla. Precioso, gaste medio carrete de fotos. Sin la niebla habria sido algo soso. Despues subi a la Montaña Sagrada en varias etapas porque confundi el camino, me encontre con un español que estaba viviendo por alli, descubri un rincon muy bonito donde me sente a comerme unos cacahuetes y una manzana… por fin llegue, el cielo empezaba a despejarse y entre los jirones de niebla aparecia todo el llano.
Termine el carrete. Me encontre con una chica que habia visto por la mañana en el hotel y estuvimos hablando un rato, mientras llegaron un grupo de huicholes y celebraron sus ritos. Como veis no falto nada.
Ayer me di una vuelta por San Miguel de Allende. Es una ciudad bonita, colonial…y colonizada por los yankis. Una peste. entre en un internet
cinco minutos=cinco pesos y el hombre que atendia solo balbuceaba el español. Subes al autobus y minutos despues llega el contraste, la pobreza.
No me gustan ese tipo de ciudades con una parte de verdad y otra de mentira.
Linda habrias disfrutado con las maglietas y la artesania, solucione mis regalos en una hora.
Guanajuato es muy bonito y tiene un ambiente cultural grande: exposiciones, conciertos, cine… Dentro de un rato me voy a ver Frida, proyeccion gratis
en el museo Diego Rivera.
Mañana tomo un avion a Tijuana, duermo en San Diego y temprano vuelo a Madrid.)
Sono le 22.00, in taxi ( 25 pesos ) arriviamo alla central camionera. Il bus per Tepic, capitale dello stato di Nayarit, parte a mezzanotte ( 399 pesos ). Impieghiamo circa 10 ore per arrivare a Tepic passando da Aguacalientes e Guadalajara lungo strade bagnate dalla pioggia…
 
20 agosto
Dopo un viaggio notturno abbastanza sofferto per la lunga durata e la lunga attesa nella central camionera di Guadalajara ( per pulizie fuori e dentro l’autobus, rifornimento, ecc. ), arriviamo a Tepic alle 9.00 di mattino ( da calcolare un’ora in meno rispetto al resto del Messico ). Il tempo non è per niente bello, il cielo è sempre coperto ma per fortuna non piove.
In stazione degli autobus cerchiamo di svegliarci con un caffè, e all’unico bar presente facciamo una colazione sui generis, con carne e patate e nescafè !!
Anche se la stanchezza ci assale, la curiosità di arrivare al mare dopo tanti giorni di montagna e di interno del Messico ci dà la forza e l’entusiasmo per proseguire. Da Tepic prendiamo un altro bus, delle 10.30 ( 40 pesos ) per San Blas ( 62 km ) sempre nello stato di Nayarit, sulla costa del pacifico.
Man mano che ci avviciniamo alla costa anche il paesaggio cambia e le palme si moltiplicano ! Anche il tempo sembra stia migliorando, cerco di immaginarmi il sole, cerco di vederlo apparire fra le nuvole…
La strada scende sempre di più immersi nella fitta vegetazione fin quando siamo in prossimità del mare e di San Blas. Impieghiamo circa un’ora e un quarto e si arriva alla scalcinata piccola stazione dei bus dopo aver attraversato un arco di benvenuto lungo la strada statale 11, quella per Tepic appunto.
Siamo già in centro, ovvero lo zocalo dove c’è la chiesa e il mercato. Fa caldo anche se è sempre coperto, il sole quando esce è forte e picchia !! Ma è un clima umido e pesante, si fa fatica a camminare…
L’arrivo in questa città mi conferma della buona scelta, San Blas promette bene, sono contento, siamo entrambi contenti di questa decisione !
San Blas perchè?
Da tempo ne avevo sentito parlare, avevo letto alcune cose sulle guide del Messico, e avevo ricevuto alcune informazioni da amici via email ( fra tutti Marco di Schio ) e così mi son detto che era uno di quei posti che avrei voluto vedere in questo viaggio.
San Blas, abbandonata a se stessa, abbandonata dal 1872 anno in cui finirono gli scambi con l’estero. San Blas era l’approdo di pirati e galeoni. La Nuova Spagna stabilì in questo porto la base spagnola nel pacifico, ( era il comando navale orientale della Spagna nel pacifico ) e nel 1768 fu fondata la città di San Blas appunto, sulla cima della collina di San Basilio.
Dal porto sul rio Pozo, salpò in quegli anni ( 1768 ) Padre Junipero Serra alla volta della California, con 14 missionari su “La Concepciòn”.
A San Blas arrivavano le navi spagnole cariche di merci provenienti dall’Asia, le Filippine, l’Oriente…
Nel 1810 il forte spagnolo cadde nella sanguinosa guerra d’indipendenza e con essa anche San Blas.
Con l’indipendenza dalla Spagna, San Blas cadde nell’oblio, e perse d’importanza. Poche furono le navi a passare da questo porto e San Blas fu a lungo dimenticata.
In una guida del Messico San Blas viene descritta in un modo che mi ha colpito e che rispecchia perfettamente la sensazione che anch’io ho provato per questo paese:
“A San Blas c’è un’atmosfera di abbandono e torpore; la vita ha un ritmo molto lento, le case sono trascurate, le spiagge abbandonate, e molti degli alberghi  e dei ristoranti sembrano accontentarsi di lasciare che le cose vadano per conto loro. L’impressione che danno molti degli abitanti è quella di essere arrivati anni fa e di non avere mai più trovato l’energia necessaria per andarsene.”
 
Quando siamo sullo zocalo, la piazzetta principale, seduti su una panchina iniziamo a scegliere quale sarà il nostro prossimo albergo.
La scelta cade alla fine per il vicino hotel “Bucanero”, uno degli alberghi “storici” di San Blas. Si trova in Juarez 75 andando verso il mare, partendo dalla chiesa sullo zocalo.
L’albergo all’entrata è riconoscibile per un alligatore imbalsamato e un grosso cane steso per terra che fa da tappeto, ma è vivo !!!
Sempre all’entrata la targa in memoria del viaggio di Padre Serra per l’evangelizzazione della California, fino a San Diego e Los Angeles.
Un patio con giardino con cannoni dell’epoca e alcune colonne in rovina. C’è la televisione all’aperto e poltrone dove riposarsi. Agli angoli del patio i “bottiglioni” di “agua purificada” utili per riempire la caraffa in camera ( si usa molto in Messico tenere acqua negli alberghi a disposizione degli ospiti…).
Il patio appunto è sorprendente, sembra di essere in un piccolo fortino di pirati, anzi di bucanieri !! Sembra di vivere ancora ai tempi dei conquistadores spagnoli…
Le camere sono tutte disposte affacciate sul patio, e la mia prima impressione è quella di un albergo abbastanza diroccato e decadente ( sapremo poi che San Blas fu colpita dall’uragano “Kena” l’anno scorso, nel 2002 !!).
La nostra camera ( n° 16 ) ha due letti matrimoniali, bagno e ventilatore, è pulita e molto ampia ( 150 pesos ). Controllate che ci siano le zanzariere alle finestrelle… C’è anche una piccola piscina…( che non useremo mai…).
Facciamo un giretto perlustrativo dei dintorni del nostro hotel. Sempre in Juarez, poco più su c’è il bellissimo Hotel Flamingos, in una vecchia casa coloniale, è più caro del Bucanero ma merita senz’altro ! Sarà per la prossima volta….
Ancora più su anche per stradine sterrate, verso la laguna, lasciando sulla sinistra l’ex “aduana” ( dogana ), ora rimpiazzata da una dogana più nuova.
Case basse fra le palme, loncherias, abarrotes, hotelitos e spruzzate di musica ranchera…, fa caldo, è umido… è l’ambiente tropicale messicano….
Si arriva infine all’estero del rio pozo, e avanti a noi l’isla del Rey, in realtà una penisola, sulla quale c’è il faro sul Cerro Vigia. Secondo gli Huicholes l’isolotto del Re rappresenterebbe il peyote…Da qui una volta all’anno, gli huicholes partono per il pellegrinaggio verso la montagna sacra nello stato di San Luis Potosì…
Un pescatore mi spiega che ci si può arrivare in barca, e sull’isola ci sarebbe una bella spiaggia. Rimaniamo d’accordo che torneremo, ma nei giorni a venire ci scorderemo di questa gita….
Andiamo a mangiare qualcosa ed entriamo al ristorante “El Pescadito” sullo zocalo. Siamo affamati e la simpatica signora cucina davanti a noi un filete empanizado (65 pesos ) e camarones a la diabla ( 80 p.) ( ricordatevi che alla diabla significa con salsa picante tipo “huichol” ..). Tutto buono ma non eccezionale…ma quando si ha fame si ha fame…!   eeh sì, spazziamo via tutto!
San Blas ha una spiaggia, poco più a sud est, Playa El Borrego, che dista circa 20 minuti a piedi seguendo la strada che dallo zocalo prende a est e poi proseguendo verso la zona navale.
Passiamo la giornata passeggiando e riposandoci visto che ormai non c’è tempo per qualche escursione nei dintorni. A San Blas sono quasi assenti i turisti, la gente è molto rilassata e gentile, sempre disposta a parlare.
Risalendo tutta av. Juarez fino a nord, si arriva all’embarcadero “Conchal” da dove si prendono le lance per la famosa escursione de La Tovara. L’escursione è uno dei “must” di San Blas, i turisti arrivano fin qui anche da Puerto Vallarta…
La Tovara è una sorgente di acqua fresca che si raggiunge dopo un passaggio splendido in lancia attraverso le mangrovie e i canali del rio San Cristobal. 
Su un cartello i prezzi della gita: 260 pesos per una lancia fino a quattro persone.
Dopo la scoperta del punto di partenza per l’escursione a La Tovara, facciamo anche la spiacevole scoperta dei mosquitos !!
Sono le sei di sera e sembra che le zanzare vogliano farci la guerra !! Le mie caviglie sono piene di questi tremendi mosquitos, o “sanjudos” come li chiamano qui, non si può restare un momento di più e veniamo come allontanati dal fiume, torniamo rapidamente sui nostri passi fino alla zocalo, arrabbiati, sfiduciati, stanchi e delusi. San Blas inizia a trattarci male, dopo questo caldo umido pesante e stancante, siamo ora alle prese con il problema mosquitos, un problema che sapevamo già ma arrivato all’improvviso e che non ci ha dato scampo, nessuno di noi pensava fino a questo punto !
In particolare Linda è abbattuta e sconfortata, le zanzare ci lasceranno stare nei prossimi giorni ? Come sarà la notte ?
Sopravviveremo ?
Questa giornata è stata molto dura per tanti motivi. Il viaggio per tutta la notte, il sonno accumulato e il passaggio dall’interno del Messico, dall’altipiano verso la zona costiera in un ambiente completamente diverso e il clima caldo umido a cui dovremo abituarci !
Sono fiducioso che a San Blas sapremo trovare il ritmo giusto e gustarci ogni momento nel modo migliore…
(Fortunatamente nei giorni a venire le zanzare ci risparmieranno…!!)
 
21 agosto
Iniziamo la giornata con un ottimo desayuno ( colazione ) con licuados ( frullati ) alla prima bancarella sulla destra quando si entra al mercato ( provate quelli alla fragola (fresa), platano, piña, papaya, mango, e quelli “salutisti” con nopale ( foglia del cactus nopale o fico d’india ), sedano, prezzemolo, ecc.). Se li volete con latte chiedete del “leche”, oppure sin leche ( senza latte ). Provate anche il pan de coco un dolce locale molto buono tipo cake. Nel mercato comunque ci sono i soliti comedores dove poter mangiare fino a pranzo…
In programma oggi c’è la visita alle spiagge a sud di San Blas verso Matanchèn. In particolare, grazie alle guide che abbiamo con noi, ci segniamo le seguenti spiagge: Los Cocos, Matanchèn e Las Islitas. Alla stazione dei bus, dopo aver atteso per niente a una fantomatica fermata nei pressi dello zocalo il bus per Los Cocos, prendiamo il bus delle 10.00 diretto a Llano ( 9 pesos ) che passerà per Matanchén e Los Cocos. Il piccolo bus inizia a prendere per Matanchèn subito dopo San Blas e poi si passa da piccoli villaggi immersi nella folta vegetazione. Il tempo è sempre inclemente con noi ma le grosse nuvole per fortuna se ne stanno più dietro sopra le colline verdi. Verso il mare qualche spiraglio di sole…
Quando siamo a Los Cocos l’autista ci fa un cenno, dobbiamo scendere qui. “Ma qui dove ?” Non c’è nessuna spiaggia qui, anzi, sì, il mare è proprio vicino, ma non mi sembra di vedere una spiaggia, per lo meno una spiaggia decente come ce l’immaginiamo noi.
Ma così è, siamo arrivati e siamo davvero alla spiaggia di Los Cocos, una stretta striscia di sabbia proprio sotto alcuni bar rialzati dove si può godere delle brezza proveniente dal mare… A fatica si può raggiungere il mare, passando per reti divelte e case abbandonate scendiamo dove sembra si possa almeno toccare il mare…
Notiamo poco più giù l’hotel Casa Mañana, una bella casa sul mare che la mia guida indica essere molto frequentata da europei e nordamericani.
Che dire ? Beh, non me l’aspettavo una spiaggia così deludente, evidentemente la giornata coperta e il fuori stagione rendono questo posto ancora più deludente !
La spiaggia è “mangiata” dalle onde, le ramadas, ristoranti palapa sulla strada che sembrano chiuse ma che appena ti siedi c’è sempre qualcuno che ti chiede cosa desideri de tomar ( da bere  )!
Siamo solo noi in spiaggia, l’atmosfera è triste e la sensazione di precario si percepisce anche quando ci sediamo a un tavolino di un bar che pare “chiuso per ferie”.
“Una coca y una Corona por favor”, e Los Cocos si riduce così a un panorama ammirato da un bar…
Siamo ancora sulla strada, aspettando un bus o comunque un passaggio che ci porti indietro almeno fino a Matanchén dove possiamo vedere una spiaggia, una vera spiaggia!
Le nuvole basse coprono la cima delle montagne, il cielo nero che fa paura, la gente sempre sorridente anche se non ha niente…, insomma che ci volete fare io sono contento così… sono contento di essere per strada e aspettare…
Da Los Cocos accettiamo un passaggio “de raite” ( autostop ) fino al paesino di Aticama, poco prima di Matanchén. Di seguito con un altro bus ( 5 p.) arriviamo al bivio di Matanchén dove a piedi si prende una stradina sterrata per playa Las Islitas, di cui abbiamo sentito parlare bene.
In effetti questa spiaggia è carina ma non a livelli caraibici ! Una serie di palapas sulla sabbia segnano il panorama di questa spiaggia.
La Bahia de Matanchén è ampia e si vede Los Cocos in fondo …
Non c’è gente, forse per la brutta giornata, ma siamo pur sempre in acqua e si sta bene qui, si sta bene e mi lascio andare dondolandomi sull’amaca…
Ancora una volta vorrei spiegare la sensazione di abbandono che questi luoghi danno in questo periodo, fuori stagione, quando non si vedono turisti nei dintorni lasciando ogni posto sgombro e ancora più selvaggio…
Qualche cerveza y agua de limòn, molto riposo e tranquillità e ci si può anche addormentare lentamente….peccato però che le jejenes ti tengano sempre sull’attenti, i fastidiosi moscerini neri che pizzicano forte, “jejenes”, un nome che non scorderò facilmente !
Il pomeriggio scivola via lasciandomi sempre meglio, lasciandoci sempre meglio visto che anche Linda inizia a stare meglio e San Blas inizia a farci star bene…
in quello stato a metà fra il sonno e il torpore, riposati e con la mente sgombra…
Il Messico può darti stati di “lontananza” da tutti e da tutto, il Messico ti lascia in pace con te stesso…
Per il ritorno a San Blas ancora una volta siamo senza riferimenti precisi, se un autobus passerà da qui…e inizia anche a piovere mentre la nostra unica preoccupazione è quella di berci un’agua de coco e comer pan de coco.. !
“Bueno, saliamo che si torna a San Blas ! Gracias !”, così siamo di nuovo nel cassonetto di un altro pick-up, sotto una pioggerellina fine, liberi ma contenti, liberi e felici di vivere come viene…
Come già scritto in precedenza, a San Blas esiste il “problema” dei mosquitos o “sanjudos”, ma piano piano ci si abitua sapendo che le zanzare escono alle prime ore del mattino e alla sera verso le 17, 17.30, bisogna munirsi di repellente soprattutto in spiaggia e vicino alla laguna.
A cena sceglie Linda, e sceglie benissimo il ristorante “La Isla” arredato in stile marinero. Ogni angolo è coperto letteralmente di conchiglie di ogni forma e dimensione, reti di pescatori appese, insomma non ci si può sbagliare di questo posto !!
Si mangia bene pesce e molluschi ( mariscos ), ottimo il guacamole ( avocado, cipolla, pomodori, sale, cilantro, peperoncino, nachos ) ! Provate la sopa marinera ( 60 p.), squisita e ricchissima !! Un locale da raccomandare, ci torneremo certamente ! ( chiude alle 21.00 ricordatevi…)
 
22 agosto
E’ il giorno dell’escursione a La Tovara. Sveglia alle 8.30 e colazione ottimamente preparata alla solita prima bancarella quando si entra al mercato dal grosso signore che è un mago dei licuados e dei frappè ! I suoi succhi ( jugos ) sono un concentrato di vitamine, capaci di stuzzicare la curiosità e provarne di altri, con le combinazioni fra i diversi tipi di frutta ( piña, yaka, guayaba, platano, fresa, papaya, mango, naranja) granola..e anche di verdura ( zanahoria, perejil ). Anche i dolcetti fatti in casa sono da provare, quelli di platano ( banana ) e le torte al platano.
Arriviamo all’embarcadero “El Conchal” a piedi, dove subito incontriamo un signore che ha la lancia. L’escursione dura circa 3 ore lungo i canali che passano fra le mangrovie, arrivando infine alla sorgente della Tovara dove si dovrebbe poter fare il bagno.
L’escursione costa 260 pesos, 130 pesos a testa visto che siamo in due ma la lancia può portare fino a 4 persone. Si impiega un’ora scarsa fino alla Tovara, sosta e poi ritorno indietro ancora a El Conchal.
E’ piacevolissimo scorrere lungo queste acque tranquille, inizialmente il canale è abbastanza ampio ma si vedono pochi animali. C’è silenzio e il motore della lancia non dà fastidio. L’acqua è di un colore scuro impenetrabile per i riflessi della vegetazione verdissima tutt’intorno. Mi aspettavo più animali ma forse è già troppo tardi, al mattino presto sarebbe stato meglio…
Via via che andiamo più avanti il canale si restringe e siamo letteralmente “abbracciati” dalle mangrovie in un canale, un tunnel fatto di rami che si gettano in acqua come scheletri. “Los manglares” sono le mangrovie, regno delle zanzare, i terribili sanjudos, ma noi siamo a posto, cosparsi di autan e con i pantaloni lunghi !
Un’onda netta e ben visibile è quella lasciata da un coccodrillo che si è appena immerso ! L’ho mancato accidenti !
I rami e le radici di queste mangrovie si intrecciano fittissime fino a formare vere gallerie impenetrabili, che ci sfiorano e che coprono il cielo. Una sorta di jungla nella laguna…
Il señor Jesus che guida la lancia ci spiega i nomi degli uccelli: le garze bianche, i giovani esemplari di “pico de bote”, i “kinga”, i “tecolote” (gufi) che si mimetizzano perfettamente sui rami, si sentono le chicharras dappertutto ( cicale..?).
A metà strada circa ci si ferma all’embarcadero di Matanchén di “La Aguada”, poco distante dal bivio per playa Las Islitas. Qui paghiamo il nostro biglietto e proseguiamo oltre passando da un allargamento del canale con alcune palafitte costruite in un set cinematografico di una pellicola spagnola ” Cbeza de vaca”.
Quando arriviamo a La Tovara il canale finisce. Ci fermiamo per un po’, c’è una palapa ristorante e un piccolo negozio di souvenirs. Non ho voglia di fare il bagno, non mi eccita tanto l’idea di tuffarmi fra le tartarughe, soprattutto l’acqua non mi ispira un granchè…
Quello che più mi piace di questo posto sono le tante farfalle che svolazzano tra noi, sembra che vogliano giocare, addirittura si possono cogliere in mano e non scappano !! 
Ci sediamo per un caffè e aspettiamo che Jesus finisca la sua cerveza…lentamente torniamo indietro proprio quando arrivano altre lance con diversi turisti…
Una volta arrivati a “El Conchal” andiamo sul vicino Cerro di San Basilio dove si trovano i resti de La Contaduria, il vecchio palazzo dell’amministrazione in rovina dopo il passaggio dell’uragano Kena dello scorso anno. Si paga un biglietto d’entrata di 5 pesos e si sale ancora dove c’è la chiesa in rovina di Nuestra Señora del Rosario ( costruita nel 1769 ) che ispirò il poeta nord americano Longfellow a scrivere la poesia “Le campane di San Blas”.
Dalla collina di San Basilio, dove fu fondata proprio San Blas, si può avere un bellissimo panorama di tutta San Blas e della costa, la Isla del Rey, Playa El Borrego,
e i cannoni sono i soli testimoni del turbolento passato di San Blas…
Dopo La Tovara e il cerro di San Basilio è la volta della spiaggia di San Blas, playa “El Borrego” ( significa la pecora..non chiedetemi perchè…!).
Ci andiamo a piedi naturalmente e ci si impiega circa 15 minuti seguendo a sinistra quando si arriva allo zocalo, poi si svolta a destra e si segue lo stradone asfaltato. Si passa anche vicino a un grande hotel che pare abbandonato… A destra è zona militare, c’è la marina navale messicana…
Playa El Borrego è la spiaggia più vicina di San Blas. E’ una lunga spiaggia, ampia e molto bella, non me l’aspettavo così bella, non so perchè, ma è proprio una bella sorpresa ! Non c’è tanta gente e l’ambiente è paradisiaco. Le solite palapas con i tavolini e le amache dove fermarsi davanti al mare. Ci fermiamo ad aspettare il tramonto, ci lasciamo cullare sull’amaca e ci dimentichiamo di ogni cosa…
Il mare e la spiaggia, un guacamole, una cerveza e un’amaca…cosa volere di più ? Il tramonto è straordinario, San Blas ci ha catturato e questo è solo un altro regalo che un posto come questo sa offrire ! Forse è proprio questo il paradiso ?
In serata torniamo di nuovo al “La Isla” dove mangiamo di nuovo molto bene, io il filete de pescado “Alberto” ( 65 p.) preparato con gamberetti, riso insalata e guacamole, mentre Linda non rinuncia alla fantastica sopa marinera. Ottima cena di nuovo, e parlando con il cameriere veniamo a sapere che il 25 ottobre del 2002 San Blas fu colpita dall’uragano “Kena” e sta subendo ancora le conseguenze dei danni soprattutto quelli ecologici e del biosistema marino.
 
23 agosto
Alle 7 di mattina siamo già in piedi, come al solito al mercato facciamo colazione con i buonissimi licuados e siamo pronti per lasciare San Blas e trasferirci a Puerto Vallarta 156 km a sud.
Sono consapevole però che stiamo lasciando un posto indimenticabile come ce ne sono pochi al mondo, un paesino tranquillo dal passato importante e ricco, con un ritmo di vita che se ti cattura non ti abbandonerà mai….
L’autobus delle 7.30 ( 100 pesos ) impiegherà circa due ore e mezza. Alle 10,30 siamo al terminal dei bus di Puerto Vallarta. Ricordate che qui siamo a + 1 ora rispetto allo stato del Nayarit.
Il tempo ancora non migliora il cielo sempre coperto e scuro…
Dalla stazione degli autobus con un altro bus preso dal lato opposto all’uscita andiamo verso il centro di Viejo Vallarta, il cuore di Puerto Vallarta, superando Nuevo Vallarta dove sorgono i grossi hotels internazionali.
Subito si percepisce il carattere turistico famoso di questa città, che nel corso degli anni si è guadagnata l’appellativo di “Monte Carlo del Messico”.
Alberghi di fama internazionale, club e negozi alla moda, centri commerciali modernissimi americani, catene di fast food, discoteche, ristoranti a cinque stelle, tutto insomma modello “gringo”, fatto apposta per i ricchi turisti nordamericani, europei, giapponesi.
Quando arriviamo in centro teniamo sotto controllo le calles con la nostra cartina sulla guida, cercheremo di scendere nei pressi di c. Badillo.
L’hotel in cui alloggeremo per un paio di notti è l’hotel Roger, in c. Badillo 237. 
La nostra camera n. 309, al secondo piano è pulita e graziosa, un po’ piccolina ma con un bel bagno con doccia. Un letto singolo e uno matrimoniale, tv, ventilatore.Costa 300 pesos, cara rispetto agli ultimi prezzi ma Puerto Vallarta è più cara dei paesini visitati precedentemente. C’è anche una piccola piscina.
L’hotel è nella parte a sud del centro vecchio, a sud del rio Cuale.
La spiaggia de los Muertos al centro della Bahia de Banderas, è a poca distanza, si arriva direttamente a piedi.
Non è assolutamente una spiaggia da sogno, anzi, una striscetta di sabbia squallida e circondata dai mega alberghi alle spalle al posto delle palme. Tavolini di plastica, chioschi che vendono spiedini di pesce, pochi ombrelloni per fortuna. In spiaggia c’è di tutto, venditori di qualsiasi cosa, dagli spiedini di pesce e gamberi, a quelli che vendono frutta ( “escamocha”, un termine per la frutta mista…anguria al sale e chili, mango, ananas…), souvenirs provenienti da tutto il Messico e non solo…, collane  e oggetti in legno, dolci, gelati, tatuaggi, fotografie, escursioni, vestiti, perfino marijuana ( “mota” ) !
Da playa de Los Muertos non si arriva in centro a piedi, ma bisogna ritornare sulla strada, in c. Badillo dove ci sono molti negozi turistici per poi dirigerci a nord verso il fiume Cuale, dove si trova il mercato principale di Puerto Vallarta, sia dei generi alimentari che dell’artigianato.
Sul ponte sul rio Cuale appunto, prendendo Insurgentes si può scendere sull’isola Cuale, dove c’è un centro culturale e alcuni bei caffè all’aperto. Anche un mercato dell’artigianato con tutta la serie tipica di oggetti messicani. Le bancarelle sono tutte uguali, vendono tutte le stesse cose, troppo turistiche.
Il mercato municipale di Puerto Vallarta si trova subito dopo il ponte, sulla sinistra. E’ grande e molto interessante soprattutto perchè si dispone su due piani. Al secondo piano ci sono i comedores mentre al primo piano l’artigianato messicano.
Passeggiamo oltre lungo c. Hidalgo passando dalla piazzetta con la cattedrale, con un bel campanile con la cupola in ferro battuto lavorato.
Ancora più su, dove terminano gli edifici colorati e i negozi per turisti fino alla bella plaza Hidalgo dove si trovano diversi banchetti che preparano tamales, tacos, pozole, insomma piatti veloci e snack a basso prezzo.
Sul Malecon di Puerto Vallarta, la strada più importante e famosa, dove tutti vengono a passeggiare ben vestiti, tutti i turisti “in” di Puerto Vallarta sulla bahia di Banderas…
Sul malecòn si affacciano anche tutti i locali più commerciali e famosi in tutto il mondo, dall’Hard Rock Cafè a Planet Hollywood, e tanti altri di catene di fast food, cocktails, disco bar e ristoranti.
A cena rimaniamo vicino al nostro hotel, in c. Badillo 284, tra Vallarta e Constituciòn, al ristorante Las Margaritas. Si mangia molto bene con un buon rapporto qualità-prezzo ( in due spendiamo 280 pesos mangiando pesce, l’immancabile guacamole, cervezas ecc….da provare il filete a la Elliud!!) e la serata è davvero piacevole…
Forse anche Puerto Vallarta sarà un bel ricordo…
 
24 agosto
Oggi è domenica, ci regaleremo una magnifica escursione fino a Yelapa, un villaggio indiano a sud subito dopo Mismaloya e Boca de Tomatlàn.
Facciamo colazione al ristorante “La Tia” molto carino e semplice in Pino Suarez 240. Ci piacerebbe tornarci per cena visto che propone diversi piatti a base di pesce dai nomi intriganti, come per es. la “cazuela de marisco”s e il “burrito marinero con camarones”…!
All’angolo tra Constituciòn e Badillo prendiamo il bus pubblico ( 4,5 pesos ) che lungo la strada 200 porta a sud fino a Boca de Tomatlàn passando anche da Mismaloya dove John Huston girò le riprese del film “La Notte dell’Iguana” con Richard Burton. Boca de Tomatlàn è un piccolo villaggio di pescatori a 14 km da Puerto Vallarta disposto sull’estuario di un fiume. La spiaggia è comunque carina, quando arriviamo è presto ed è molto bello con i primi ombrelloni ad aprirsi in attesa della gente domenicale. Da qui non si può proseguire oltre lungo la costa la strada finisce ma si può prendere una lancia diretta ancora più a sud per le belle spiagge di Las Animas, Quimixto e Yelapa.
Aspettiamo così di partire in lancha fino a Yelapa, l’ultima spiaggia a sud. Per 120 pesos a testa prendiamo la lancha per Yelapa, alle 15.30 ci sarà il ritorno.
Partiamo alle 11.00 a bordo di una lancia potente e piena di stranieri che hanno scelto questa bellissima giornata di sole per starsene in spiaggia !
Il paesaggio inizia in modo fantastico prima di fare la prima sosta a Las Animas una bella spiaggia tranquilla. Ancora oltre arriviamo a playa Quimixto, altra fermata. Poi ci fermiamo alla piccola spiaggia di Majahuitas dove c’è l’omonimo albergo. Finalmente arriviamo a Yelapa, la spiaggia che vediamo da lontano sembra proprio bella, come una cartolina !
Yelapa è un villaggio solitario, famoso per una folta comunità di stranieri residenti, con alcuni complessi residenziali.
La baia protetta con la bianca spiaggia, il mare è verde smeraldo e circondato dalla vegetazione verdissima fatta di palme e una sorta di jungla fitta che si perde nella montagna. Sabbia come pane grattuggiato, un paradiso tutto per noi…e chi si muove più da qui !!!
( ricordatevi che a Yelapa i prezzi sono più alti, per es. una cerveza che mediamente costa 10-13 pesos, qui costa 25 pesos…)
Ozio totale e relax fino alle 15.30 ora in cui ripartiamo di nuovo con la nostra lancha ( la “Mas cariñosa” ) alla volta di Boca de Tomatlàn.
Ora la spiaggetta che stamane era quasi deserta e tranquillissima si è trasformata in un bolgia, con ombrelloni occupati dai tanti turisti e messicani che sono venuti qui al mare ! Ci fermiamo anche noi un po’ per starcene seduti a un tavolino per il nostro aperitivo preferito, il guacamole…y una cerveza claro que sì!
Si riprende il bus che torna a Puerto Vallarta, ma scendiamo prima per vedere anche Mismaloya. Anche qui una spiaggetta ma a quest’ora, forse per l’alta marea è ancora più piccola, una spiaggetta “sporcata” dall’enorme albergo La Jolla Mismaloya. 
Mismaloya è piuttosto deludente, dopo Boca de Tomatlan, ma soprattutto Yelapa e le altre spiagge viste dalla lancia, questa spiaggia non dice un granchè.
Terminiamo la giornata a Puerto Vallarta, girovagando senza tante idee dove mangiare qualcosa, i locali chiudono presto, sempre entro le 20.30 circa e non troviamo niente fino a quando ci ricordiamo di un piccolo locale che proponeva burritos con pescado.
Fortunatamente ritroviamo il “Tacon de Camaron”, se ben ricordo nei paraggi di c. Matamoros. I burritos che abbiamo mangiato lì sono super , sono da provare assolutamente !!! I ragazzi sono simpatici e preparano enormi burritos con polipo ( pulpo ), robalo e marlin ( pesci della zona..). Non ci accontentiamo di un solo burrito. “Proviamone un altro !!” Che buoni e come sono farciti !! ( 45 pesos ) e se volete la cerveza, accanto c’è un abarrote….
Dopocena tranquillo sul malecon, lo “struscio” dove passeggiano un po’ tutti, fra spettacoli all’aperto, bancarelle, ambulanti, musica dal vivo, ecc.
 
25 agosto
Giorno d’addio. Lasciamo Puerto Vallarta, una città che non mi ha detto molto, ma anche questa città è da vedere, e Yelapa è proprio un piccolo paradiso !
Seguendo i consigli della guida e di altre notizie che ho avuto da parte di altri viaggiatori e amici e anche per una certa sensazione positiva e di intuito ( come spesso mi succede a volte mi catturano località dai nomi esotici, oppure solo guardando una cartina geografica, per la localizzazione…), decidiamo di proseguire ancora più a sud, approfittando del bel tempo che ormai è tornato e stare ancora in una località di mare.
Colazione di nuovo al Tia Maria, poi saliamo sul bus che prendiamo all’angolo tra Badillo e Constituciòn per la ruta 11 contrassegnato da “Ixtapa” oppure va bene anche quello “Juntas” entrambi vanno fino alla central camionera.
Per Tenacatita ( Jalisco ), la spiaggia che abbiamo scelto per passare qualche giorno al mare, gli ultimi di questo viaggio, dobbiamo prendere uno dei tanti bus che vanno a Manzanillo. Tenacatita è vicino a Miguel Hidalgo, circa 30 km prima di Melaque. Il nostro bus della “Pacifico” costa 114 pesos fino appunto a Miguel Hidalgo che non è sul mare.Da Miguel Hidalgo poi dovremo arrangiarci per conto nostro per raggiungere la vicina Tenacatita.
Dopo 5 ore circa passate velocemente passando per Josè Pino Suarez, Campo Acosta, Josè Maria Morelos, Pèrula, Chamela, anche grazie a un bel film proiettato in autobus, arriviamo al punto dove dobbiamo scendere.
Non arriviamo però fino a Miguel Hidalgo, ma l’autista ci fa scendere proprio al bivio per Tenacatita, sulla strada. Ci spiega che alla piccola bancarella sulla strada possiamo chiedere per un passaggio fino a Tenacatita, visto che mancano ancora 8 km. Al crucero per Tenacatita, un borgo chiamato Aguacaliente, non c’è nient’altro che una tienda de abarrotes dove un señor chiamato “El Negro” ( che è il papà della signora della tienda..) ci dà un passaggio con la sua macchina bianca per 40 pesos ( mi fa lo sconto di 10 pesos perchè lo avevo scambiato per il marito della signora della tienda…!!). 8 chilometri fino a Tenacatita, divertiamo El Negro perchè gli mostriamo la mappa dei suoi posti, e anche troviamo il suo paese natale segnato !!
Prima di Tenacatita, a circa 2 km c’è il piccolo villaggio di El Rebalsito, dove c’è l’unico hotel “Costa Alegre”.
Quando finalmente siamo al mare, si avvera un sogno ! Una baia incantevole con la lunga spiaggia, alcuni scogli in mezzo, il mare fantastico e vivo con le onde che si abbattono fragorosamente. Le palapas sulla spiaggia che offrono riparo e ombra, dove poter mangiare e riposarsi. L’atmosfera selvaggia e solitaria, tranquillo, un’oasi di pace con un paesaggio idilliaco, certamente quello che desideravamo, terminare la vacanza al mare in posto esattamente così !! Fortunati, fortuna che in Messico esistano posti così !
Vita di mare e nient’altro, non c’è nemmeno la luce sull’unica stradina dietro le palapas ristoranti !
Il “Negro” ci porta all’hotel El Paraiso, a sinistra quando si sbuca in spiaggia. La camera costa 250 pesos e senza tanto fiatare subito abbiamo uno sconto di 50 pesos ! “Muy Bien !”
Una camera semplice, piccola, un letto grande matrimoniale, bagno e doccia, ventilatore. In hotel si può anche mangiare visto che fa anche da ristorante.
La sistemazione è più che dignitosa ma non ci interessa così tanto l’hotel, qui è la spiaggia che più ci incanta !! 
Non esitiamo un istante, sono le 17 e ci godiamo subito la spiaggia e il mare. Le onde non sono pericolose, arrivano sempre una alla volta, tuttavia state sempre attenti alla corrente. 
Si dice che l’oceano pacifico “no tiene memoria”…
La brezza che arriva dal mare, la luce chiara del pomeriggio che sta lasciando spazio alla sera, qui è tutta una favola !!
Verso le 18.30 è l’ora dei mosquitos, sì, anche qui non scappiamo alla loro presenza ! Mosquitos o jejenes, è sempre una tortura e così o entri in acqua o scappi via a meno che non hai il repellente…
Dei messicani nei paraggi mi lasciano gentilmente la loro crema autan, è l’occasione per fare amicizia con loro e chiacchierare amichevolmente con tequila y coca, frutta e carne. Fino a tardi mi “perdo” via con questi messicani abbastanza brilli, ma pur sempre ospitali e simpatici. Non mi accorgo che si è fatto tardi forse ormai 
troppo tardi per cenare a uno dei ristoranti palapa sulla spiaggia. Pare che queste palapas-ristoranti chiudano presto, verso le 19.30, e sono già le 19.30 passate !
Salutiamo frettolosamente i messicani sulla spiaggia e proviamo a trovare qualche locale aperto ma è tutto chiuso e deserto, non c’è più nessuno qui !!
Abbastanza arrabbiati, soprattutto Linda è delusa, torniamo indietro al nostro hotel, e per fortuna la cucina è ancora aperta ! Ordiniamo subito da mangiare scegliendo dalla lista, ancora prima di fare la doccia. Quando scendiamo dalla nostra stanza siamo tranquilli e contenti davanti ai nostri piatti già preparati !! Mangiamo bene, sopa de mariscos e camarones a la diabla, via via ci rilassiamo completamente, la fame è sparita è siamo felici come sempre !! Il ristorante per fortuna è schermato contro le zanzare !
A Tenacatita trovate la libertà, non fatevela sfuggire… !
 
26 agosto
Giornata completa di relax, mare e sole a Tenacatita !
Senza tanti programmi in testa, solo la voglia di un dolce far niente, solo tempo dedicato a noi stessi, bagni, lettura, l’aggiornamento di questo diario che avevo dimenticato da qualche giorno, passeggiate sulla spiaggia, tanto relax insomma e qualche cervecita naturalmente !
Colazione in spiaggia, naturalmente, come si fa a rimanere chiusi dentro in hotel ? Sotto una palapa, ci saranno solo 10 persone lungo tutta la spiaggia, che è quasi deserta !
Ma anche se l’intenzione è quella di non far proprio niente oggi, alla fine non riusciamo a stare tutto il tempo senza pensare di vedere qualcos’altro. Mi piace il mare e la vita di spiaggia, abbronzarmi, fare il bagno e camminare, ma dopo un po’ mi annoio, soprattutto se questa vita viene fatta per due tre giorni. Anche Linda si unisce a me e così camminiamo lungo la strada asfaltata fino al pueblito di El Rebalsito. Non abbiamo neppure le ciabatte, e scalzi iniziamo a percorrere la bella strada in mezzo a un bellissimo palmeto ! Spesso mi incanto ad ammirare il paesaggio circostante, con le palme e le colline appena dietro. Dopo circa un chilometro però accettiamo il passaggio nel cassonetto di un signore che sta tornando indietro.
El Rebalcito è in realtà un agglomerato di poche case con qualche negozio di alimentari, un hotel, un ristorante e una piccola piazzetta con una chiesetta in miniatura.
Gironzoliamo per il paesino scalzi iniziando ad accorgerci che la strada scotta, i nostri piedi si stanno abbrustolendo !!
Per il ritorno in spiaggia per fortuna ancora una volta in autostop ringraziando una famiglia messicana che ci risparmia la passeggiata a piedi scalzi sull’asfalto bollente !
Ma ancora non siamo soddisfatti e allora cosa pensiamo di fare ? Visto che la spiaggia di Tenacatita non è ancora abbastanza per noi andiamo a vedere cosa c’è oltre la collinetta sulla destra arrivando davanti al mare. Si sale lungo una stradina sterrata, la sabbia è resa cocente dal sole e andando avanti è sempre più dura, i nostri piedi stanno friggendo. Il panorama però è bello e si vede tutta la baia. Ancora più avanti e poi si scende. Sulla sinistra la spiaggia di Maravierta, con dei sassoni lisci e roventi che però non ci impediscono di entrare rapidamente in acqua come “Speedy Gonzalez” ! 
“Ahi ahi ahi ahiiiii! I piediiii!!”
In acqua mi ci vorrà del tempo prima di sentire beneficio ! Sulla spiaggia si possono trovare diverse piccole conchiglie arrivate grazie alla forza del mare aperto…
A destra rispetto a Maravierta c’è la spiaggia nera di Playa Mora, molto bella e completamente deserta tutta per noi. Tanti piccoli sassolini che ti massaggiano e un’acqua ancora più trasparente. Sembra di stare su una spiaggia fatta di caviale !!
Quando pensiamo di dover tornare indietro ci assale l’incubo della strada ustionante ! “E adesso che facciamo ? Non so se riusciremo a tornare senza bruciarci i nostri poveri piedi !”.
Butto il pareo in acqua cercando di mantenere più acqua possibile, lo useremo poi quando i nostri piedi non ce la faranno più, gettandolo a terra come “tappetino” da “ultima speranza”, speriamo bene !!
Non so se questo sistema ci abbia aiutato, io credo si sì, ma la prossima volta vengo in ciabatte !!
A Tenacatita si possono anche fare delle escursioni nei canali della laguna circostante. Nei ristoranti in spiaggia si possono trovare tutte le informazioni a riguardo.
Il “Paseo por el manglar” ( il giro in lancia tra le mangrovie ) costa 260 pesos fino a 10 persone per un ‘ora.
E’ l’ora più bella, quella del tramonto, in spiaggia.. e che spiaggia !! Come di consuetudine mangiamo il nostro piatto preferito, il guacamole assieme a cerveza e limonata. Il guacamole è una specie di salsa fatta con avocado ( aguacate ) mischiato a cipolla ( cebolla ), jitomates ( pomodori rossi ), chili ( peperoncino ), sale ( certe volte ci grattano sopra anche il formaggio ). Si mangia così con tostadas o nachos ( tortillas fritte ) ed è buonissimo !!
Siamo in attesa, quel momento così bello in cui i colori via via si spengono e l’oscurità prende il sopravvento. Alle sette e mezza tutto es cerrado !! Siamo alla ricerca di un ristorante dove poterci fermare per concludere questa intera giornata vissuta completamente in spiaggia.
Ma in una palapa c’è della gente, dei ragazzi stanno bevendo birra. Ci sediamo anche noi, e finalmente ci godiamo una cenetta sulla spiaggia, con l’acqua che di tanto in tanto arriva fino ai nostri piedi !
I piatti proposti sul menù sono scomparsi a favore solo di filetti di pesce e insalata di gamberi e polipo. “Ok, va bene, està bien !” Vada per quello che avete allora !
E’ un momento magico: una cenetta a Tenacatita, al buio, la musica ranchera…, e la libertà della lontananza da tutti i pensieri….
 
27 agosto
Quando ci svegliamo decidiamo di lasciare Tenacatita oggi, con un giorno d’anticipo rispetto al programma che avevamo in mente. L’idea è di andare alla vicina Melaque, sempre sul mare in modo da avere meno difficoltà poi il giorno successivo per andare a Guadalajara.
Facciamo colazione in hotel. Io mangio le solite huevos a la mexicana, mentre Linda scopre che le tortillas si sposano alla perfezione con la marmellata.
Appena fuori dall’hotel, zaino in spalla ed ecco che fortunatamente arriva il primo passaggio in autostop, solo fino a El Rebalsito, ma va bene lo stesso, intanto cerchiamo di avvicinarci al crucero.
Quando siamo a El Rebalsito dobbiamo attendere un po’, ma siamo convinti che prima o poi troveremo qualcuno per il secondo passaggio “de raite” fino al crucero ! E così è, una signora ci fa “accomodare” nel retro del suo furgone carretto, modello “gabbia per maialini”, ma a noi non importa un granchè, anzi, siamo contenti di non dover aspettare ancora sulla strada !
Ora siamo al crucero, sulla strada costiera del pacifico, a sud porta a Manzanillo,  a nord si va a Puerto Vallarta.
Autobus non ne arrivano, o meglio, nella direzione opposta a quella in cui dobbiamo andare noi ne passano diversi, ma per Manzanillo nada !
Attendiamo un po’, mezz’oretta sotto il sole sulla strada col pollicione fuori ogni qualvolta passa un pick-up, un camion o anche un’auto abbastanza grande ( visto che abbiamo anche due zaini…).
Ancora una volta la fortuna ci assiste quando si ferma un furgone con l’alto cassonetto dove siamo “ingabbiati” fra gli ananas dei tre contadini che possono darci un passaggio fino a Melaque, anche se loro però svolteranno prima del centro al bivio per Autlàn de Navarro. Il viaggio di 30 km per Melaque è bellissimo per una bella strada immersa fra le alte palme a poca distanza dal mare, come dei maiali o delle pecore, ma tanto che importanza ha…?
Quando arriviamo al bivio per Autlàn de Navarro e Guadalajara ci fermiamo e salutiamo i nostri amici, gli lasciamo anche una mancia di 20 pesos così si fanno un cerveza alla nostra salute !
Appena scesi e con lo zaino in spalla e di nuovo super veloci ancora nel retro di un altro pick-up. “Subete subete!” Così raggiungiamo subito ancora una volta in autostop il centro di Melaque appena più avanti dopo circa un km. “Gracias señor, gracias !!”
In calle Gomez Farias proviamo all’hotel Monterrey ma la stanza è piuttosto anonima e il costo non sembra così ragionevole ( 320 pesos ), cerchiamo allora un’altra sistemazione che troviamo poco distante sempre in Farias 54 all’hotel San Nicolàs. La camera al primo piano costa 200 pesos, è molto spaziosa e con tre lettoni grandi, il bagno, un ventilatore e la terrazza che dà sulla via Farias.
Melaque è diversa da Tenacatita. Per prima cosa Melaque è una cittadina tipicamente turistica, più messicani che stranieri. La spiaggia è lunga e abbastanza affollata, con alcuni locali dove potersi sedere, mangiare il pesce appena pescato e ammirare i tanti pellicani che continuano a pattugliare il mare e si gettano a capofitto per catturare l’ambita preda.
Melaque viene appena prima di Barra de Navidad, che si trova a nord, e che si può raggiungere anche lungo la spiaggia (6,5 km).
Passiamo il resto della giornata in spiaggia, in un torrido caldo umido, molto più caldo rispetto a Tenacatita in cui invece c’era sempre una piacevole brezza.
E’ tutto un continuo di ordinazioni da bere, agua de limòn y cerveza….
L’acqua è un brodo, nel fare il bagno bisogna condividere lo spazio con i tanti pellicani che se ne stanno a mollo dopo aver catturato le loro prede.
“Siesta !”, ma a me viene il mal di testa con questa temperatura !
Verso sera, dopo una doccia, giriamo un po’ per Melaque, allo zocalo, per le stradine con i tanti negozi tipici delle stazioni balneari. Dall’angolo sud-ovest dello zocalo partono i bus per Barra de Navidad. Ne prendiamo uno ( 3,5 pesos ) proprio per Barra. Dopo aver attraversato tutta la periferia di Melaque lungo strade sterrate tutte sconnesse, finalmente rientriamo sulla strada maestra in direzione di Barra. Ci si impiega circa una ventina di minuti.
Barra de Navidad è più “straniera” di Melaque se così si può dire, cioè più conosciuta e frequentata da viaggiatori non messicani. Ci sono diversi localini caratteristici con le insegne in inglese che propongono ogni tipo di cocktail e anche piatti della cucina internazionale. Ma Barra è carina lo stesso, con la spiaggia lunga con onde più altre rispetto alla sorellina Melaque, e la laguna de Navidad che segna il confine tra lo stato di Jalisco e quello di Colima.
L’atmosfera è molto più cosmopolita ma è piacevolissimo passeggiare e rimanere a Barra. Io c’ero già stato nel 1999, due notti, una delle quali passate in bianco a causa di un terribile mal di stomaco…da incubi !!
Al “Velero’s” ci sediamo a bere qualcosa a un tavolino che dà direttamente sulla laguna de Navidad. La vista è proprio incantevole e romantica. L’acqua è ferma e si vedono le mangrovie che si gettano in mare. Il “Velero’s” è un buon ristorante con buona musica cubana, l’ambiente molto curato.
Per tornare indietro fino a Melaque devo raccontarvi l’odissea del bus che dapprima fa il giro dei sobborghi più squallidi di Barra de Navidad per tornare sui propri passi fino alle fermata da dove siamo saliti, poi il proseguimento fino a Melaque non risparmiandoci anche qui di entrare nelle stradine più infime facendoci passare così quasi un’ora sull’autobus con un caldo umido oppressivo attraverso tutti i barrios più sconosciuti di questi due villaggi ! “A piedi lungo la spiaggia avremmo fatto certamente prima !”.
Purtroppo ci siamo lasciati alle spalle un bellissimo tramonto che invece da Melaque non si può vedere a causa del promontorio a nord che chiude la baia.
Ceniamo tardi al “Cesar e Charly” un ristorante sulla spiaggia proprio vicino all’hotel Monterrey, in c. Gomez Farias. 
Buono sia il pescado alla veracruzana ( pomodori e peperoni ) che quello al mojo de ajo ( crema all’aglio ).
 
28 agosto
Se all’inizio avevamo in programma di prendere un autobus per Guadalajara verso le 7.30 di mattino, tutti e due siamo invece d’accordo di anticipare, quasi costretti, a partire con il primissimo bus sempre per Guadalajara ! Perchè ?
In hotel non si riesce a dormire nemmeno un po’ a causa dei mosquitos, del gran caldo,  del rumore proveniente dalla strada, ma soprattutto da strani animaletti che abitano nel materasso dei nostri letti. “Saranno pulci ?” Niente da fare, cambiamo anche letto, visto che ce ne sono ben tre, ma niente , la tortura è continua !!
Alle 4.30 del mattino siamo già in piedi stanchi e assonnati, ma decisi a lasciare questo inferno !
Così è, alla vicina stazione degli autobus, sempre in G. Farias, decidiamo di prendere il bus “ordinario” ( seconda classe ) delle 5.30 ( 185 pesos ).
Sarà un viaggio di ben sei ore, lungo e noiosissimo, per una strada tortuosa e in continua ascesa passando da campi coltivati ad agave, da cui si ricava la famosa tequila. Passiamo anche da Autlàn de Navarro, la città natale del famoso chitarrista Santana.
A mezzogiorno siamo finalmente alla grande stazione degli autobus di Guadalajara, formata da diversi “moduli” o terminal. Il centro di questa grande città, la seconda del Messico, dista circa 5 km. Prendiamo quindi un bus, contrassegnato con “centro” che passerà anche da Tlaquepaque e dalla vecchia central camionera.
Scendiamo in centro, vicino a c. Colòn e calle Sanchez. A piedi percorriamo c. Lopez Cotilla fino al n. 619 dove si trova l’hotel Posada San Rafael Inn.
Bello l’albergo per tanti motivi. La camera (n. 6) innanzitutto pulitissima e curata, bagno con doccia, due letti grandi, tv ( 290 pesos ). C’è anche un bel patio con un computer per internet ( 12 pesos all’ora ), certamente uno dei migliori alberghi trovati in tutto il viaggio !!
Il pomeriggio inizia però dopo un ottimo pranzo al cafè Madrid sempre nella stessa via Cotilla. Provate gli innumerevoli licuados e succhi di frutta, gli enormi panini ( lonches ) e le quesadillas. Ottimo servizio a prezzi imbattibili !
Per il centro di Guadalajara, una città grande e turistica anche se non troppo… La bella Catedral con due campanili gemelli in plaza de Armas dove si trova anche il Palazzo del Governo, le tante piazze nei dintorni: plaza Laureles con il Palazzo Municipale, plaza Tapatìa e il Teatro Degollado, plaza Libertad e plaza de los Hombres Ilustres. In fondo a Plaza Tapatia si arriva verso il mercato Libertad.
La chiesa de La Merced e San Josè.
Merita davvero una visita il Mercado Libertad, dove si possono ammirare i banconi della frutta e verdura dal piano superiore, e avere così una bellissima veduta !
Si può trovare di tutto, alimentari, comedores, ma anche oggetti di artigianato che però provengono tutti da Tlaquepaque e Tonalà.
Camminiamo da Plaza Tapatìa, ben tenuta con fontanelle e giochi d’acqua, passando poi per il grande mercado Libertad fino alla poco raccomandabile zona nei dintorni di plaza de Los Mariachis fino alla Calzada Independencia una lunga arteria stradale che porta a sud, passando anche per il Parque Agua Azul dove c’è la Casa de Las Artesanias de Jalisco. Qui si possono trovare bellissimi oggetti dell’artigianato provenienti da tutto lo stato. Compriamo anche noi qualcosa ma siamo convinti che nei villaggi di Tlaquepaque e Tonalà troveremo di meglio grazie a una scelta più ampia.
Vorrei sottolineare la tranquillità che si può avvertire per le strade di Guadalajara, il centro molto ben tenuto e una sensazione di sicurezza ovunque.
Parlando con un signore seduto vicino a noi capiamo però che anche Guadalajara “soffre” della delinquenza in maniera però molto più leggera rispetto alla capitale Mexico City  “de efe ” (DF).
In serata, pochi sono i locali aperti nei dintorni del nostro hotel, e non avendo tanta voglia di metterci  a cercare da tutt’altra parte capitiamo dentro un semplicissimo bar con biliardo chiamato “Club 52” nei dintorni di c. Cotilla, mi sembra in av. Juarez. 
Ci sediamo sugli sgabelli alla barra, davanti a noi una simpatica signora che prepara direttamente le tortillas. Da una massa ( “masa” ) già preparata, ne prende un pezzetto e la “spalma” sotto una pressa apposta per poi riscaldare questa sorta di piadina su una piastra calda.
Mangio ottimi tacos di carne insaporiti al mole verde e al mole negro, entrambe sono salse tipiche del Messico, gli ingredienti non li ricordo più ma di certo c’è anche il cioccolato !!
 
29 agosto
Che c’è in progamma oggi ?
Tante cose, inizialmente l’idea di lasciare di nuovo la città e spostarci a Morélia la capitale dello stato di Michoacàn a est di Jalisco in modo da avvicinarci a Ciudad de Mexico dove Linda il 31 riparte per l’Italia.
Prima di lasciare Guadalajara non possiamo mancare di visitare Tlaquepaque e Tonalà famose in tutto il Messico per quanto riguarda l’artigianato.
Sia Tlaquepaque che Tonalà sono a sud di Guadalajara, ormai villaggi annessi alla città stessa, anche se in origine erano due distinti pueblos. La central camionera rimane tra Tlaquepaque e Tonalà.
Facciamo colazione da “La Bombilla” in c. Cotilla, uscendo dall’hotel si prende a sinistra fino a superare la prima piazza che trovate, il locale è sempre sullo stesso lato. Il bar è una “loncheria”, una sorta di paninoteca modello “Happy Days” con i divani trapuntati e due gentili signore che preparano panini, enormi yogurt con granola e frutta, hamburguer, quesadillas ( tortilla di farina piegata in due con dentro formaggio “queso” fuso ) e sincronizadas ( come la quesadilla ma in più c’è il prosciutto ).
Lasciamo quindi l’hotel, ritiriamo gli zaini già preparati e in bus andiamo alla stazione degli autobus. Raggiungiamo la central camionera con un bus preso in av. 16 septiembre, un bus ruta 616. In venti minuti circa si arriva alla stazione dei bus, siamo al modulo 1 e lasciamo gli zaini al deposito bagagli ( guarda equipaje ).
Di nuovo su un altro bus pubblico che ci porterà a Tlaquepaque la nostra prima scelta. Il conducente dell’autobus ci aiuta e scendiamo proprio vicini alla piazza più famosa e centrale di Tlaquepaque, plaza El Pariàn cuore di questo villaggio. La bella piazza è circondata da moderni negozi di artigianato mentre il centro è occupato da una serie di ristoranti eleganti. Troviamo molti turisti in giro molti di più rispetto a Guadalajara stessa.
Tlaquepaque sembra una sorta di villaggio creato apposta per i turisti, ma ci aspettavamo più bancarelle e negozietti mentre invece vediamo solo grandi negozi eleganti ed esclusivi, poco tipici e con prezzi abbastanza alti. Passeggiamo su è giù per av. Independencia che è zona pedonale con i festoni appesi che danno un’aria allegra a questo passaggio. In questa via si trova il museo regionale della ceramica. Purtroppo però non troviamo quello che stiamo cercando, cioè quella sensazione di più vero e artistico, meno “finto” e più antico e tradizionale.
Abbiamo ancora tempo prima di lasciare Guadalajara, un paio d’ore per visitare anche Tonalà 8 km a sud di Tlaquepaque.
Riprendiamo un altro bus, questa volta un TUR 707 con aria cond.( 6 pesos ) diretto proprio a Tonalà. Sale il controllore dei biglietti. In Messico il biglietto si paga sempre al conducente, si sale davanti si paga e si ritira il biglietto. E’ importante conservare sempre il biglietto fino a quando si scende. Dopo aver cercato dappertutto, tra le tasche, nello zainetto, ovunque insomma dei nostri biglietti niente !! Ero già pronto a pagare la multa quando ricordo dove ho messo le due “cartine” ! “Eccoli, sono qua, mi servivano come segnalibro nella guida !!”. 
E Tonalà si presenta subito come estremamente diversa rispetto alla sorella Tlaquepaque. Qui è tutto un fiorire di laboratori e piccoli negozi, scantinati, con oggetti sparsi un po’ dappertutto anche direttamente sul marciapiede ! Non c’è che l’imbarazzo della scelta per varietà e numero di negozi.
Oggetti in legno, ceramiche, cartapesta, rame e ferro battuto, soli da appendere al muro, statuette, farfalle, vasetti di ogni grandezza e forma, candelabri, animaletti colorati, cactus e ricordi di ogni tipo del Messico ! Tutto è moltiplicato all’ennesima potenza rispetto e Tlaquepaque e la qualità dell’artigianato è senz’altro di buon valore.
E non è finita ! Tonalà ha un meraviglioso zocalo, la piazza centrale con una forte atmosfera retrò, i lucida scarpe nei loro caratteristici chioschi, i venditori di palloncini, le panchine in ferro battuto e ai lati le taquerias e i comedores sotto i portici da dove arriva il profumo delle gorditas ( tortillas di mais più alte e spesse tagliate in due a busta e riempite di quello che volete, provate quelle con “nopalitos y frijoles ” ! ) ! Per noi è un invito a nozze e ci sediamo subito felici come bambini, su sgabellini da asilo ad ammirare tutto questo spettacolo. Certo, Tonalà è proprio incantevole e sarebbe stato un delitto non averla vista !
Si respira davvero un’aria diversa, più autentica rispetto a Tlaquepaque e anche a Guadalajara, meno turistica ma molto più graziosa.
Così dopo qualche acquisto a dire il vero limitato per la continua aspirazione a trovare qualcosa di meglio, dobbiamo purtroppo lasciare Tonalà che avremmo voluto conoscere meglio, ma abbiamo un bus che parte per Morélia dove vorremo arrivare in serata.
Sulla stessa strada dove siamo scesi arrivando da Tlaquepaque, ma dal lato opposto, prendiamo il bus 275 per la central camionera.
Alle 16.00 siamo già in stazione dei bus, al modulo 1 riprendiamo gli zaini ( 10 pesos ) e acquistiamo i biglietti dell’autobus per Morélia delle 16.15 ( 210 pesos ) della primera plus. Il bus è di prima classe e prima di salire a bordo ci consegnano anche un sacchettino “merenda” con bibita !! “Che lusso !!”.
Questo bus percorrerà l’autopista ( autostrada ) impiegandoci circa tre ore e mezza ( 295 km ).
Siamo a Morèlia alle 20.00, la stazione degli autobus è nuova e non è in centro. Non troviamo i soliti bus per il centro che aspettano fuori davanti alla stazione tanto meno colectivos. Prendiamo un taxi, il biglietto si acquista dentro la stazione e il costo dipende dalla zona. In stazione c’è un cartello con scritto “Taxi: para una mas seguridad compra su boleto !”. Il nostro taxi per il centro costa 24 pesos, abbiamo scelto sulla guida di provare l’hotel Mintzicuri in Vasco de Quiroga 227 proprio di fronte alla posada Don Vasco.
Alla reception ci attende un serio e attento signore, all’inizio sembra antipatico ma poi si rivelerà squisitamente professionale. 
Ogni camera è contrassegnata da una targhetta con un nome indio. La nostra camera è al piano superiore, un letto matrimoniale e il bagno, gli spazi sono ridotti ma è pulita e non abbiamo bisogno d’altro ( 232 pesos ).
E’ già sera ed è tardi, come sempre difficile trovare qualcosa di aperto per mangiare. Nel nostro percorso alla ricerca di un ristorante ci imbattiamo nello spettacolo della grande Cattedrale tutta illuminata, con i due campanili e la cupola azzurra !! Tanta gente per le strade, traffico come da noi in Italia, ma di turisti zero assoluto…
Mi viene da paragonare Morélia a Zacatecas e anche a Oaxaca ma non è proprio così; più grande Morélia, più vivace anche la sera, meno povera mi sembra ma sono solo le prime impressioni e poi in centro sembra tutto perfetto…
In c. Guillermo Prieto 125 a nord-ovest rispetto alla cattedrale entriamo nel bel ristorante-hotel “Casa de Las Rosas”, un locale elegante ma per questa volta può andare, siamo a fine viaggio, direi che è giusto concederci una cena come si deve… ce la meritiamo !
Un menù con piatti tradizionali della città e del Michoacàn, quindi “sopa tarasca” ( con tortillas fritte, chile negro, fagioli ), “pescaditos di Zihuarèn” ( pesciolini piccoli piccoli con limone e avocado ), “enchilada placera” ( enchilada senza carne, tortilla ripiena di verdure cotta in forno ), insalata verde. Mangiamo benissimo e mi piacerebbe segnalare questo posto, che merita senza dubbio di essere provato !
 
30 agosto
Penultimo giorno di Linda in Mexico. Domattina partirà da Mexico City alla volta dell’Italia mentre io avrò un giorno in più a disposizione.
Dopo un’abbondante colazione a base di yogurt giganti fatta al mercato di Morélia che si trova a sud rispetto al nostro hotel, oltre la chiesa de Los Capuchines,  iniziamo a scoprire questa bella città.
 
Morélia, Patrimonio Culturale dell’Umanità dal 1991, è una città coloniale con un gran valore storico e monumentale. Fondata il 18 maggio del 1541 per ordine del vicerè Antonio de Mendoza nella valle di Guayangareo con il nome di Valladolid che poi fu sostituito dal nome attuale per onorare la memoria di Don Josè Maria Morelos y Pavòn che nacque in questa città il 30 settembre 1765.
Morélia è conosciuta come la città de las Canteras Rosas per il colore del materiale sei suoi edifici che conservano tutta la loro grandezza.
Il tempo è buono ma quando il sole scompare arriva un po’ di fresco anche se non fa freddo come a Zacatecas…per fortuna !
Passiamo per San Francisco e la casa de Las Artesanias ( cari gli oggetti e non così numerosa la varietà…) in plaza valladolid, poi su verso il Templo de Las Monjas dedicato a Santa Caterina da Siena e il Palacio Federal, poi ancora verso est alla bella plaza Villalogin e la Fuente Tarasca, l’Acquedotto e quindi indietro fin su alla Casa de la Cultura nell’ex convento del Carmen. Un panino veloce e poi via ancora per le vie di Morélia…
In Plaza de Las Rosas deliziosa, vicino alla chiesa de Las Rosas ( ora c’è il conservatorio ), poi al Palacio Claviero con il vicino mercato dell’artigianato e dei dolci moreliani. Il mercato è divertente e interessante, tutti vendono i tipici dolci al tamarindo, speziati e piccanti con il chili ! 
Senza strafare si arriva a sera, ultimo giorno di Michoacàn ma già è fortissima la voglia di tornarci per visitare meglio questo stato interessantissimo, con le famose località di Patzcuaro, l’isola di Janitzio, Tzintzuntzan, Uruapan, Quiroga, il vulcano Paricutìn e la costa del pacifico con spiagge isolate e selvagge.
Verso le 19.00 torniamo in hotel dove abbiamo già lasciato gli zaini pronti in custodia. E per una doccia, come facciamo ? Nel parking dell’hotel, ai lati ci sono delle docce pubbliche ma a pagamento, riusciamo a lavarci e toglierci di dosso un po’ di stanchezza…
Prima di lasciare Morèlia, andiamo a cenare al ristorante Los Comensales in c. Zaragoza. Sono quasi le otto e come al solito rischiamo di non trovare nessun locale aperto ! Se il menù propone molti piatti a base di carne, pesce, antojitos ( stuzzichini ), zuppe, ecc, dobbiamo però adattarci e prendere quello che c’è, perciò la solita sopa tarasca buona e saporita, sopa di verdure e trota salmonata alla griglia ( in verità sembra fritta e impanata, ma facciamo finta di niente..!). Il posto è bello perchè si mangia in un bel patio di una casa coloniale, all’aperto e con una fontana al centro. Purtroppo però non mi pare sia un ristorante da segnalare, soprattutto dopo il ricordo della cena di ieri sera !
A questo punto siamo pronti per lasciare Morélia. Faremo il viaggio fino a Mexico City in bus di notte in modo da essere in aeroporto in mattinata per l’aereo di Linda.
In Hotel riprendiamo gli zaini e quindi saliamo su un colectivo “ruta cafè” ( un taxi collettivo ) che va fino alla central camionera, preso all’angolo tra Vasco de Quiroga e Valladolid. Faremo un mini viaggetto di 25 minuti stipati in un furgoncino volkswagen tutto foderato di moquette, sembra di stare in un salottino ! 
Arriviamo nei pressi della stazione dei bus, compriamo i biglietti della primera plus per Mexico City terminal norte ( 205 pesos ) che parte alle 23.30. Di nuovo pacchettino con toast e acqua e… si parte per l’ultimo viaggio in autobus fino a DF !
 
31 agosto 
Il viaggio fino a Mexico City dura circa cinque ore e puntuali arriviamo al terminal norte quando sono le 5 circa. E’ ancora buio ma in stazione c’è già tanta gente che aspetta di partire e che è appena arrivata ! Facciamo colazione e attendiamo che faccia un po’ più chiaro poi prendiamo il biglietto per un taxi autorizzato per l’aeroporto ( 113 pesos ). 
All’area F delle partenze internazionali siamo in anticipo ma già è possibile registrarsi per il check-in.
Anch’io riesco ad anticipare il rientro in Italia di una giornata. 
Così è, lasciamo il Messico dopo un mese di viaggio, un lungo percorso da San Diego fino a Città del Messico attraverso paesaggi indimenticabili, un’esperienza bellissima !!
Ora non so cosa sento esattamente…
se tutto è stato solo un sogno, questo non lo so, in fondo è stato formidabile vivere così, passare un mese totalmente libero…
Sicuro che sono cresciuto ancora ma anche che non troverò mai la fine di questa strada che ho imboccato e nella quale credo con tutte le mie forze…
Ringrazio di cuore tutti i miei compagni di viaggio per avermi aiutato a vivere così intensamente questo momento di vita…

Il Viaggio Fai da Te – Hotel consigliati in Messico

 

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