di Marco –
I poeti arabi la definitivano “perla del sud, gettata nell’Atlantico”. La “città rossa”, dal colore ocra dell’arenaria con cui sono state erette le imponenti mura di cinta che circondano la Medina e gran parte dei suoi edifici.
Marrakech, la città dove, secondo la leggenda, fili invisibili tesi dai Setti Santi tengono prigionieri i cuori dei forestieri che vi giungono per la prima volta. La città raccontata al cinema da Gabriele Salvatores e Alfred Hitchcock, immortalata da grandi scrittori come Elias Canetti e Tahar Ben Jelloun. Meta lontana e avventurosa per i primi esploratori che si affacciavano alle coste del nord Africa, ora raggiungibile con un paio d’ore di volo e con tariffe low cost che spesso non superano quelle di un pedaggio autostradale da Milano a Bologna.
I collegamenti low cost tra l’Italia e l’aeroporto marocchino di Marrakech-Menara sono assicurati da Ryanair con voli in partenza da Roma Ciampino, Bergamo e Pisa; da Easy Jet da Milano Malpensa. Oltre naturalmente ai tradizionali vettori di bandiera Royal Air Maroc e Alitalia che collegano Marrakech con Milano e Roma Fiumicino.
Già all’aeroporto Menara si inizia a percepire la “vivacità” dell’atmosfera di Marrakech ed anche a respirare un pò del suo caos. Per prima cosa rifornitevi di qualche banconota in valuta locale presso i bancomat disponibili nella hall degli arrivi. Tenete conto che in tutti gli aeroporti i tassi di cambio, soprattutto quelli dei botteghini dei cambiavalute, sono sfavorevoli, quindi cambiate soltanto denaro per le prime necessità.
L’aeroporto di Menara dista pochi chilometri dal centro della città ma la rete dei trasporti non è particolarmente efficiente. La soluzione più economica per viaggiare dall’aeroporto alla Medina è quella di utilizzare il bus n.19, il costo è di circa 20 dirham (circa due euro), ma le corse non sono molto frequenti e non ci sono collegamenti nelle prime ore della mattina e la sera tardi, tantomeno durante la notte.
C’e’ una regola di buon senso che tutti i viaggiatori conoscono: “occorre essere molto cauti nel servirsi dei taxi all’aeroporto”, regola che vale in tutto il mondo ma ancora di più allo scalo di Marrakech. In città esistono due tipi di taxi: i petit-taxi, quasi sempre di marca francese, Peugeot o Renault, e quasi sempre con una ventina di anni di onorato servizio alle spalle e qualche centinaio di migliaia di chilometri nelle ruote, tutti di colore beige; i Grand Taxi, dove il “Grand” non sta ad indicare l’eleganza della macchina ma soltanto la sua capienza. E’ una flotta di Bmw e Mercedes di grossa cilindrata, sfuggita alla rottamazione nei paesi europei, esportata in Marocco per vivere una seconda vita come taxi collettivo. Queste vetture partono soltanto quando tutti i loro posti sono occupati.
Siano conducenti di “petit” o di “grand” taxi quello che accomuna gli autisti dei mezzi presenti all’aeroporto di Marrakech è l’abitudine di “tuffarsi” verso i turisti appena sbarcati, ancora un pò confusi, per proporre i loro servizi a tariffe spesso dieci volte superiori a quelle regolari. Mai salire a bordo di uno di questi taxi senza aver prima concordato il prezzo o essersi accertati che la corsa sarà regolata dal tassametro. “Googlando” con la chiave Taxi aeroporto Marrakech troverete diversi racconti di viaggio che narrano le gesta dei tassisti di Marrakech, ma troverete anche delle compagnie che offrono un comodo servizio di prenotazione taxi on-line, tra cui Taxileader.net che ha un centro di assistenza clienti in italiano.
Se volete dare un valore aggiunto al vostro soggiorno a Marrakech il consiglio e’ quello di pernottare in un riad della Città Vecchia. Un riad altro non è che una casa con un giardino. Ma, tuttavia, nella maggior parte dei casi, il giardino è un cortile ombreggiato da alberi di agrumi e quasi sempre adornato da una fontana nel centro. Questi cortili riflettono le tradizioni dell’architettura marocchina, i loro muri spessi proteggono gli abitanti dal caldo e dal freddo e, in armonia con la loro natura schiva, li schermano anche dal mondo esterno. Quasi tutti i riad sono gestiti da famiglie o privati, hanno al massimo 10-15 camere quasi sempre con il bagno all’interno della camera. Non sperate di trovare tv via satellite, aria condizionata o altri gadget tecnologici, nei riad si rispetta lo stile di vita tradizionale; in cambio, oltre alla colazione, potrete gustare le specialità della cucina marocchina preparate da ottimi cuochi.
Attenzione perchè non sempre queste strutture accettano le carte di credito e quando lo fanno possono richiedere una commissione del 5% sul totale del costo del soggiorno.
Il consiglio e’ quello di scegliere un riad ai confini della Medina, il luogo dove certamente trascorrerete la gran parte del vostro tempo a Marrakech, gran parte della quale è costituita da labirintici vicoli accessibili soltanto a piedi.
Nella Medina, all’interno delle mura del centro, fra le sue strade strette coperte di incannucciate, piccole e grandi piazze, non c’è alternativa al perdersi, al lasciarsi trasportare dalla folla di essere umani, carretti tirati dagli asini, biciclette, di souq in souq, dalle botteghe dei fabbri a quelle degli argentieri, dalla zona dove si lavora il cuoio alle strade dei tessitori, dei tintori, dei gioiellieri, dei venditori di babucce. Sempre avvolti da un arcobaleno di colori e di suoni, ma anche di odori, sempre piacevoli, che mutano a poco a poco secondo la natura delle merci.
Come un’enorme centro di attrazione, a “liberare” il viaggiatore dal labirinto di vicoli della Medina è la grande piazza Jemaa el Fna, un immenso spiazzo dove pulsa la vita di Marrakech e il cui aspetto muta ad ogni ora del giorno. Entrare nella grande piazza dagli angusti vicoli è come scendere da una macchina del tempo che conduce a ritroso nel Medioevo. Addestratori di orsi, incantatori di serpenti, cavadenti che operano con rudimentali tenaglie, donne che decorano con l’henné, tatuatori, suonatori di tamburi, venditori d’acqua, scimmie addestrate a chiedere l’elemosina, venditori di elisir miracolosi, acrobati e mangiafuoco. Finchè il sole non accenna al tramonto. Allora tutto muta, la piazza diventa il regno dei banchetti alimentari, decine e decine di piccoli chioschi riempiono la piazza di fumo e di odori. Non c’è nulla che si possa mangiare a Marrakech che non si possa assaggiare in piazza Jemaa el Fna. Potete immergervi nella bolgia e gustare il cibo di strada o restare a guardare dall’alto, dalla terrazza di uno dei tanti bar che circondano la piazza, la vita che scorre.
Per descrivere le emozioni provate fra la gente a Jemaa el Fna prendo in prestito le parole di Elias Canetti:
Davvero in quel momento mi sembrò di essere altrove, di aver raggiunto la meta del mio viaggio. Da lì non volevo più andarmene, ci ero già stato centinaia di anni prima, ma lo avevo dimenticato, ed ecco che ora tutto ritornava in me. Trovavo nella piazza l’ostentazione della densità, del calore della vita che sento in me stesso. Mentre mi trovavo lì, io ero quella piazza. Credo di esser sempre quella piazza.
Certamente tornerete più di una volta a Jemaa el Fna durante il vostro soggiorno a Marrakech, ma non dimenticate di visitare altri luoghi imperdibili della quarta città del Marocco: il giardino Majorelle, appena fuori dalle mura della Medina; la vecchia scuola coranica, la Medersa Ben Youssef; i soffitti decorati e i meravigliosi portali del Palazzo della Bahia edificato nel 1890; la Sala degli Sposi nel Museo Dar Si Said; La moschea e i giardini di Koutoubia con il minareto visibile da ogni punto della città, ma che potrete ammirare solo dall’esterno in quanto l’ingresso è riservato ai fedeli musulmani; le 66 Le tombe sadiane.
Con un pò di faccia tosta, potrete assaporare l’atmosfera degli anni d’oro di Marrakech, passeggiando nella hall dell’ Hotel La Mamounia dove sono passati quasi tutti i visitatori famosi negli ultimi cento anni.
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