Guadalupa

Marie-Galante, un’autentica gemma caraibica

di Stefano Mappa –  
Marie-Galante un paradiso terrestre immerso nel mar dei Caraibi dove il calore del sole, i colori degli scenari naturali, e la ricchezza della sua terra, fanno di questa gemma delle piccole Antille francesi un eden unico ed autentico. Sul lato sud-ovest dell’arcipelago caraibico della Guadalupa splende una gemma tropicale rurale, autentica, unica capace di sprigionare sensazioni d’altri tempi.

Siamo a Marie-Galante, denominata l’isola dei cento mulini, un territorio di 158 chilometri quadrati d’estensione coperto da lussureggianti piantagioni della canna da zucchero da per la produzione del rum, bagnato da spiagge mozzafiato e sede di importanti siti storici, sul quale vive una popolazione di circa 12000 abitanti concentrati principalmente nelle città di Ground-Bourg, Capesterre e St. Louis.

Grand-Bourg, situata a sud dell’isola, principale porto di imbarco e sbarco per Pointe-à-Pitre, sulla Grande-Terre, conserva testimonianze d’inestimabile valore storico; Capesterre, a sud-est di Marie-Galante, è un piccolo borgo caratterizzato dalla presenza di spiagge bellissime ed interessanti attrazioni naturali; infine Saint-Louis, a nord-ovest dell’isola, porto d’imbarco per le tratte da e per St. Francoise e Les Saintes, ospita una popolazione molto legata alle antiche tradizioni locali dedita principalmente alla coltivazione delle piantagioni della canna da zucchero; è bagnata da splendidi litorali e gode di panorami naturali mozzafiato.

Considerato le modeste dimensioni di Marie-Galante, percorrerla tutta in tondo non richiede molto tempo, però soffermarsi su ciascuna delle bellezze naturali presenti sull’isola è come leggere un capitolo di un voluminoso libro delle favole, dove il tempo sembra non fermarsi mai.

Ed allora, con un programma articolato su 3 giornate di permanenza sull’isola, ripercorrerò questa fantastica esperienza iniziando il mio tour da Capesterre, piccolo borgo affacciato su uno dei luoghi più seducenti dell’intero arcipelago della Guadalupa, per conoscere spiagge fantastiche come quella della Feullière e Fuillard, e scenari naturali temprati dal tempo come le grotte Les Galieres.

Il giorno dopo, il mio viaggio proseguirà per St. Louis per visitare una delle più rinomate distillerie di rum dell’sola, il famoso mulino Bézard, il suggestivo Gueule Grand Gouffre e le incantevoli spiagge di Vieux-Fort.

Infine, nella giornata di rientro a Grande-Terre, il programma delle escursioni mi porterà a Grand-Bourg per ammirare il suo piccolo centro ed i resti storici di due antichi zuccherifici: quello di Roussel-Trianon e di Murat.

Ed allora, che l’avventura oratoria tra le meraviglie di questa autentica gemma caraibica abbia inizio.

Partito di buon ora da St. Francoise (Grande-Terre), dopo circa un’ora di traversata sbarco nel porto di St. Louis, prendo a noleggio una piccola autovettura e raggiungo la città di Capesterre dove, come detto, alloggerò per tre notti.

L’itinerario preparato a tavolino prima della partenza per la Guadalupa, già nei primi chilometri di strada che dividono St. Louis da Capesterre, offre magnifici scenari deliziando i miei occhi di mirabili visioni.

La ricerca dell’hotel, situato nella parte alta del piccolo centro, mi spinge a sostare su un’invitante punto d’osservazione per ammirare i tipici tetti rossi delle abitazioni che dominano le splendide acque del mare racchiuse all’interno di una sottile barriera corallina ed ammirare il folto palmento della tanto decantata spiaggia della Feullière, che, a variante di programma, raggiungo immediatamente. 

Il posto, in effetti, è incantevole; acque dai colori smeraldo e celeste che brillano come pietre preziose al sole; una spiaggia d’incanto con le immancabili palme di cocco ed una sabbia bianchissima. Tutto favoloso. Lo scenario naturale di questa piccola città conferma in pieno la magia di questa isola immersa nel mar dei Caraibi.

Visto l’orario ne ho approfitto per godermi lo spettacolo da un bungalow posto sulla spiaggia e riflettere sul fascino che questi angoli di paradiso sanno infondere. La natura da queste parti è stata veramente generosa, e trovarsi qui ad ammirare così tanto splendore paesaggistico accarezzato da un sole caldo, corona un sogno inseguito ad occhi aperti da molto tempo.

Ancora qualche minuto di permanenza sulla spiaggia che percorro a piedi nudi per lungo e largo per ammirarne gli angoli più suggestivi, quindi risalgo in auto per andare a fare il carico di provviste in un locale supermarket ed infine sistemarmi in albergo per un bel pranzetto e mettere a punto l’escursione pomeridiana sul versante est dell’isola, sempre nel comune di Capesterre, finalizzata alla visita delle grotte les Galieres, e dell’Anse Fuillard.

Les Galieres sono delle grotte poste ad un’altezza di una quindicina di metri sopra il livello del mare emerse per effetto di remoti movimenti tettonici. Esse sono accessibili attraverso il Gallery Trail un sentiero a forma d’anello di 1,4 chilometri percorribile in 30-40 minuti. Incuriosito da questa attrazione naturale mi avvio lungo la strada comunale sino a raggiungere la località Capharnaüm dove parcheggio e m’incammino per il citato sentiero

Entro in un canalone, seguo le indicazioni poste sul terreno ed ad un certo punto le gallerie scavate dal mare si aprono magicamente alla mia visione. Fragorose onde s’infrangono violentemente sugli scogli, rendendo lo spettacolo unico e appagante. Sosto sul posto per qualche minuto per godermi lo scenario, quindi, controllando l’apposita segnaletica gialla, pian piano ritorno al punto di partenza per riprendere l’auto e dirigermi in direzione Anse Fuillard.

L’Anse Fuillard si è mostrata una spiaggia interessante, un pò selvaggia, che ho raggiunto dopo aver parcheggiato l’auto in un’area comune e percorso a piedi un sentiero di circa 1 chilometro, in parte sotto il sole cocente, in parte coperto da una folta vegetazione. La spiaggia, poco frequentata, si estende per circa 500 metri con alcuni punti di bagnasciuga coperto da rocce piatte, alghe e piccole baracchette dove credo trovino riparo dal sole o sollievo i naturisti.

Stendo la mia asciugamano e mi concedo una mezzoretta di relax, scambio qualche bonjour con i pochi turisti che sostano sulla spiaggia, quindi decido di far ritorno in albergo per mettere mano al mio diario di viaggio e perfezionare l’itinerario da seguire il giorno seguente.

Molteplici i siti che evidenzio sulla mappa. L’escursione si estenderà dalla distilleria Bellevue, al famoso mulino Bézard; dal maestoso Gueule Grand Gouffre alle splendide spiagge del versante ovest dell’isola. Insomma una giornata piena da vivere intensamente, ed il solo pensiero già mi eccitava!

Il mattino seguente mi sveglio di buon ora accarezzato da un alba dai colori naif; mi ossigeno con una un’ora di corsa lungo la litoranea che porta a Grand-Bourg, mi concedo una ricca colazione a base di fette biscottate e marmellata con del gustoso succo di cocco, quindi preparo il pranzo al sacco. Ahimè, niente caffè, ma poco importa; l’adrenalina che scorre in corpo è più che sufficiente per darmi la giusta carica.

Alle otto e trenta spaccate eccomi già a bordo della piccola Toyota per iniziare un’esperienza che a termine giornata si rivelerà intensa ed unica.

Percorro una strada secondaria a nord di Capesterre, ed in circa venti minuti arrivo alla famosa distilleria Bellevue.

Un’accogliente ingresso sul quale svetta un imponente mulino perfettamente ristrutturato e funzionante mi lascia esterrefatto e non lascia dubbi sulla secolare storia dell’azienda la cui fondazione risale al 1769.

Parcheggio e via alla scoperta della distilleria più grande dell’isola, della sua filiera produttiva, e dell’accogliente shop dove è stato possibile degustare varie tipologie di rum. Il tour tra gli enormi contenitori e le tipiche attrezzature di lavorazione della canna da zuccherosi si è dimostrato molto interessante, come anche le spiegazioni fornite ai turisti da un operaio del posto. Anche le degustazioni nell’accogliente punto vendita state altrettanto stimolanti, tanto che alcuni minuti dopo ne ho pagato lo scotto con vampe di calore e originali forme d’euforia!

L’inefrenabile voglia di scoprire gli altri tesori di Marie-Galante ha però preso il sopravvento, e dopo aver smaltito i fumi dell’alcool (purtroppo non sono abituato!) risalgo in auto e via sotto un sole che si faceva sempre più cocente, in direzione del mulino Bézar.

Il sito di grande valore storico, in quanto simbolo per eccellenza della secolare dedizione degli isolani alla coltivazione della canna da zucchero, funzionante dal 1814 al 1941, mi lascia sbalordito per l’ingegneria utilizzata nella sua costruzione. Grandi ingranaggi messi in funzione da enormi pale poste su una struttura di oltre 15 metri di altezza, danno l’esatta dimensione di quanto il mulino poteva essere potente quando era in piena attività.

Gli giro tutto intorno catturando con il cellulare particolari interessanti del sistema d’ingranaggi, ormai arrugginiti, quindi seguendo strade secondarie che attraversano le magnifiche ed immense piantagioni di canna da zucchero, vado alla scoperta della più bella testimonianza naturalistica dell’isola, il Gueule Grand Gouffre.

Circa 40 minuti di viaggio e finalmente eccomi arrivare al parcheggio. M’incammino lungo un brevissimo tratto di sentiero ed eccomi giungere su questa meraviglia della natura ben segnalata da apposito cartello turistico.

Il Gueule Grand Gouffre è una testimonianza architettonica foggiata nella roccia nei millenni dal vento e dal mare; alla sommità presenta con un enorme cratere con pareti che si lanciano per oltre 60 metri a picco nel mare. Nella parte bassa del versante nord della fiancata si apre un maestoso arco naturale dove hanno prepotentemente accesso le fragorose acque azzurre del mare dei Caraibi.

Lo spettacolo che si osserva da questa altezza del sito lascia senza fiato. L’immensità del mare azzurro che si apre frontalmente è qualcosa di fantastico, uno spettacolo unico che ti permette di intravedere in lontananza l’isola della Dèsirade e di Grande-Terre.

Qualche minuto di contemplazione e via in direzione St. Louis per scoprire le fantastiche spiagge del versante ovest di Marie-Galante. Giunto in prossimità di Vieux-Fort vengo attratto da una spiaggetta suggestiva, l’ansa di Bambou, dove decido di fermarmi per rinfrescarmi e consumare, anzitempo, il pranzo al sacco. Si narra che su questa spiaggia, l’8 novembre del 1648, i primi coloni francesi costruirono un forte successivamente distrutto nel 1653, rimanendoci sino al 1700. A testimonianza dello sbarco, all’ingresso della spiaggia è presente una piccola barca sulla quale c’è impressa proprio la data di arrivo dei francesi (1648).

La spiaggia, raccolta in uno spazio di una cinquantina metri, è una cartolina dai colori pastello. Il mare è stupendo, un celeste così denso lo avevo visto soltanto in un viaggio croceristico ad Antigua.

Visto l’ora, ne approfitto anche per schiacciare un pisolino, quindi, sufficientemente rinvigorito, mi allungo sulla statale 9 alla scoperta dei restanti magnifici lidi di Vieux-Fort.

Parlando di spiagge, la caratteristica che principalmente ho notato su quest’isola è che sul versante est la vegetazione è caratterizzata dalla presenza delle classiche palme di cocco, tipo quelle presenti a Capesterre, mentre quella posta sul lato ovest è variegata, tanto da ospitare delle vere e proprie riserve naturali, come quella di Canot che mi appresterò a visitare poco dopo.

Supero il piccolo centro abitato di Vieux-Fort e raggiungo un grande parcheggio dal quale, da un lato, si ha accesso al piccolo porto fluviale Mangrove attrezzato con tanto di pedalò e canoe da prendere a noleggio, da un altro, alla meravigliosa spiaggia di Vieux-Fort.

Prima di accedere al lido mi porto in prossimità del molo dal quale partono le escursioni sul fiume Mangrove, per curiosare il suggestivo corso d’acqua coperto, in prevalenza, da mangrovie. Niente di eccezionale, chiaramente. Un fiume che si allunga all’interno di Marie-Galante che consente di ammirare la vegetazione del posto senza per questo rimanerne particolarmente sbalorditi. Effetto contrario invece, me lo ha fatto la spiaggia Vieux-Fort. Il lido, seppur privo delle classiche palme, si presenta ampio, con un arenile chiarissimo ed un mare celeste che ti conquista a prima vista. Anche qui lo spettacolo è assicurato e come tale immortalo ogni particolare caratteristico del luogo.

Pochi chilometri dopo aver superato Point de Fleur d’Epée, mi porto nella famosa ansa di Canot, posta a ridosso dell’omonima foresta demaniale dichiarata nel 1985 riserva naturale dall’Ufficio nazionale delle foreste. Lascio la strada asfalta ed imbocco un breve sentiero tra la folta vegetazione sino ad arrivare in un parcheggio che da accesso ad un’ampia area attrezzata con barbecue e tavoli da pic nic tutti occupati da famiglie intenti a consumare il pranzo.

Attraverso l’area e dopo pochi metri eccomi giungere sulla bellissima spiaggia. Un lido di sabbia bianca che si allunga per molte centinaia di metri con la splendida veduta frontale delle due grandi isole della Guadalupa, Grande-Terre e Basse-Terre. Anche qui il tempo di raccogliere qualche informazione sulle caratteristiche della riserva, ben descritte da apposita cartellonistica, fare delle foto, rilassarmi un pò, visto il gran caldo, quindi imontare in auto per trasferirmi sull’ultima meraviglia della giornata, il lido di St. Louis, quest’oggi location d’eccezione di una gara internazionale di moto d’acqua.

Parcheggio e mi porto sul pontile degli imbarchi e sbarchi per St. Francoise e Les Saintes per godermi lo spettacolo fragoroso ed avvincente della competizione.

Ho peccato a pensare quanto inquinamento rilasciavano quelle moto nel solcare a gran velocità le splendide acque del lido? Forse no!

Prima di salire in auto per far ritorno in albergo, la mia attenzione viene catturata da una scena d’altri tempi. Un carro trascinato da due buoi guidato da un contadino attraversa la strada adiacente la spiaggia di St. Louis. Una visione insolita che attira la curiosità di tanti turisti ancora in sosta sulla spiaggia.

Un signore del posto mi dice che a Marie-Galante queste usanze sono ancora molto vive tra gli abitanti dediti alla lavorazione della canna da zucchero ed in alcuni mesi dell’anno, in paesini interni, vengono addirittura organizzate dei concorsi tra carri trainati da buoi. Una tradizione locale molto sentita che attira in gran massa la popolazione dell’isola e tanti turisti.

Con questo questo simpatico siparietto chiudo la seconda giornata a Marie-Galante e rientro in albergo per la cena e la messa a punto dell’itinerario del giorno dopo, l’ultimo dei tre programmati, che mi vedrà, prima dell’imbarco del tardo pomeriggio per Point-a-Pitre, visitare i zuccherifici di Roussel-Trianon e di Murat, ed il centro di Grand-Bourg.

Alle 7 puntuale suona la sveglia e mi alzo con una grande malinconia in quanto consapevole che l’avventura su questa isola d’incanto sta per concludersi, e che a breve un lungo e triste viaggio di ritorno sta per iniziare.

Non mi scoraggio, carico l’auto dei pochi bagagli che ho al seguito, e via lungo strada litoranea che da Capesterre porta a Grand-Bourg per visitare i siti storici di Roussel-Trianon e di Murat.

Lo zuccherificio di Roussel-Trianon si colloca all’interno di una grande area adagiata su un tappeto d’erba verde molto curato.

Dai cartelli informativi apprendo che la struttura, nel periodo 1720-1740, fu di proprietà di Nicola Bonhomme, un creolo di Marie-Galante, successivamente della famiglia Fossecave, e prima di passare definitivamente nelle mani di Roussel-Trianon, appartenne a Botreau-Roussel. Si narra altresì che il mulino fatto ergere da Trianon sarebbe uno dei più belli dell’intera isola, e ciò grazie anche alla sua maestosa solidità, eretto con tecniche di costruzione e tecnologie di funzionamento innovative per quei tempi. In sintesi, una  meraviglia architettonica unica nel suo genere.

La curiosità del sito mi ha portato a girare per lungo e largo per circa un’ora, consentendomi di documentare ogni singola caratteristica del luogo. Da Roussel-Trainon all’abitazione Murat il passo è stato breve, ed altrettanto suggestivo.

Il complesso risalente al 1600, oggi è sede dell’ecomuseo di Marie-Galante e rappresenta una delle poche testimonianze storiche del passato schiavistico dell’isola. L’intera proprietà contava la presenza di decine di edifici, le case degli schiavi, due mulini e la Maison de Matre, un palazzo signorile costruito nel 1800 dagli inglesi per ospitare i guardiani delle piantagioni di canna da zucchero nelle quali lavoravano oltre duecento schiavi.

All’interno dell’area è stato infatti interessante ammirarne i resti, come il mulino, lo zuccherificio, le case degli schiavi, agli utensili ed i macchinari di lavoro. In sintesi, un sito ricco di fascino e di storia.

Dopo la visita di questi due importanti zuccherifici, l’ultima tappa, prima dell’imbarco per Point-a-Pitre, l’ho dedicata alla cittadina di Grand-Bourg.

Più che una città, Grand-Bourg è un borgo, rappresenta il capoluogo dell’isola dove oltre ad ospitare il porticciolo, vede la presenza di una graziosa chiesetta e del Municipio sul quale sono impresse le storiche frasi: Liberté, Egalité, e Fraternité; sulla sua sommità sventolano, una vicina all’altra, la bandiera francese e quella della Comunità Europea che sembrano ricordarti che l’Europa è ad un passo da casa.

Qualche foto ricordo e via all’imbarco dopo aver restituito in un parcheggio adiacente l’auto pesa a noleggio a St. Louis.

Cosa dire? Tanta malinconia ma con il cuore pieno di gioia per aver vissuto un’esperienza di viaggio tanto desiderata che mi permette di affermare che Marie-Galante è un vero paradiso terrestre; una favolosa isola immersa nel mar dei Caraibi dove il calore del sole, i colori degli scenari naturali, e la ricchezza della sua terra, fanno di questa gemma delle piccole Antille francesi un eden unico ed autentico, con una popolazione molto radicata alle tradizioni secolari che invito a visitare

Au revoir mes amies!

Stefano Mappa

Altre informazioni, foto e video
Nel blog che Stefano Mappa ha dedicato all’arcipelago di Guadalupa:
Enjoy Guadalupa: https://stefa1962.wixsite.com/guadalupe

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Nel canale You Tube di Stefano: https://www.youtube.com/channel/UCvW2PBvZRXWJ4q8zGoqdnfA

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Marco

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