di Marco e Virginia –
E’ il mio primo viaggio “fai da te” e per di più in Africa. Devo ammettere che è stata Vì, la mia compagna, a farmi scoprire il gusto di viaggiare in proprio e non smetterò mai di ringraziarla per questo. Arriviamo ad Antananarivo (“Tana” per gli amici) il 13
agosto, pernottamento al Sakamanga, un hotel che è anche ristorante, cinema e negozio (quasi un circolo culturale), molto carino anche se un po’ caro (non certo per i nostri standard ma per quelli del Madagascar). Il giorno dopo visita della città a gustarci questa strana sensazione (almeno da parte mia) di essere così diverso in mezzo ad un altro mondo, mentre la Vì, nonostante il forte contrasto della sua carnagione pallida, si butta a capofitto tra le bancarelle.
La città è un po’ strana: da lontano sembra quasi di essere in Austria, con tutte quelle casette colorate con i tetti a punta. Purtroppo da vicino si scorge anche molta pov
In
Il 15 agosto comincia l’avventura dei “taxi brousse”: furgoncini dove si viaggia schiacciati e che partono solo quando il mezzo è pieno (ma pieno per davvero!)
Andiamo ad est: tappa ad Andasibe per visitare il parco naturale del Perinet, dove alloggiamo nei bungalow del Feony Ala nel cuore della foresta. Posto suggestivo e meraviglioso, attenzione però perchè la sera fa molto freddo!
Arriviamo verso le tre e ci consigliano di fare l’escursione al parco la mattina del giorno dopo perché, a quanto pare, i famosi indri il pomeriggio non ne vogliono sapere di farsi vedere perché dormono.
Quindi facciamo una escursione in notturna
Quindi, con un taxi privato trovato per caso, ritorniamo a Tana e subito continuiamo il nostro viaggio lungo la strada degli altipiani, la Rue National 7 (RN7), e decidiamo quindi di fermarci ad Antsirabe.
La
Ci fermiamo due notti (hotel baobab) nella città dei pousse-pousse (in pratica delle cariole porta persone) imparando alla fine a ben volere i simpatici guidatori-portatori nonostante la loro invadenza. Da segnalare anche una bellissima escursione in mountain bike nei dintorni fino al lago Tritriva (lago di un colore verde azzurro spettacolare).
Il 19 agosto mattina proseguiamo,
Il giorno dopo sveglia all’alba per compiere una bellissima (e durissima!) escursione al parco Ranofama, pieno di avvistamenti di lemuri (più che altro lemuri del bambù).
Il nostro piano poi prevede di andare ancora ad est per raggiungere Manakara sull’Oceano Indiano, raggiungibile solo con il noleggio di un’auto (almeno ritengo) o con il treno che prenderemo al ritorno. Quindi, sempre con la nostra fidata auto con autista e una simpatica ragazza come guida (che dopo tanti viaggi in taxi brousse ci sembra un lusso) partiamo dopo la lunga visita al parco ed arriviamo a Manakara per la notte.
A Manakara ci attende il treno che ci riporterà a Fianarantsoa e sarà un’avventura fantastica. Il treno parte con dieci ore di ritardo per un guasto, e quindi, contrariamente ai programmi, abbiamo percorso quasi tutti i 150 km da Manakara a Fianar con solo la luce delle lucciole sugli alberi della foresta a tenerci compagnia. Ogni fermata (una ogni dieci minuti!) è una
Quindi torniamo alle 4 di notte a Fianar (unici turisti, in quanto il ritardo ha fatto rinunciare tutti gli altri), e un albergo per fortuna ci apre la porta.
Il giorno dopo (o meglio qualche ora dopo) levataccia e ritorno in un sol giorno verso Tana, con breve sosta nella caratteristica Ambositra dove assaggiamo in giro varie “bichignerie” tra cui un delizioso succo di fragola. Il viaggio lo abbiamo prenotato con una agenzia privata: il tutto è abbastanza caro ma non ce la sentivamo di rifarci tutta la strada sulla RN7 in taxi brousse.
Otto ore di viaggio e siamo ancora a Tana dove ci fermiamo un paio di giorni facendo una capatina al divertente lemur park, un parco zoo pieno di tutti i lemuri (semi domestici) che siamo o non siamo riusciti a vedere/fotografare nelle scarpinate dei parchi: sembra tutto troppo facile (così non vale!!!)
Il
Con un volo interno atterriamo all’aeroporto di Diego Suarez e in aereo decidiamo di non andare subito a Diego ma di sostare un piccolo villaggio di pescatori, Ramena, segnalato dalla Bradt Guide (nostra fedele compagna di viaggio), anche perché la Vì non vuole sentire ragioni: “voglio andare al mare, senza passare dal via!”, reclama.
Dopo una feroce contrattazione fuori dell’aeroporto con i tassisti, che si sentono forti del fatto che siamo in pratica in mezzo ad un brullo deserto, ne prendiamo uno per Diego Suarez e poi un taxi-borusse sgangherato ci lascia a destinazione.
Ci innamoriamo subito
Ci fermiamo ben quattro giorni tra mare azzurro, grigliatone di pesce e ottimo rhum alla frutta (vera e propria specialità).
Il 29 agosto, ripartiamo a Diego Suarez, cittadina molto caratteristica e animata (non pensate però a Riccione…) dove dormiamo praticamente a casa di un simpatico signore, trovato per caso tramite un suo amico che passava in bici e che si offerto di portarci in un “hotel”: in ogni caso è tutto molto pulito e confortevole e che più economico di così non si può.
Da
Infatti in questo Lago sono soliti fare sacrifici di Zebù ai cocchi con canti e balli e quindi appena sentono dei rumori vengono fuori nella speranza di rimediare un po’ di cibo: per me è stata un emozione indescrivibile.
Quindi procediamo verso ovest e ci accampiamo due giorni in un bungalow di legno e paglia presso la riserva naturale dell’Ankarana.
Comunque facciamo due escursioni bellissime. La prima durissima di dieci ore tra simpaticissimi lemuri coronati, ficus giganteschi e gli straordinari tsingy grigi, forse meno belli di quelli rossi ma questi si estendono per kilometri quadrati in uno straordinario paesaggio lunare.
La seconda escursione è di mezza giornata, dove ci infiliamo in una enorme caverna e proviamo
Quindi ripartiamo sempre via taxi brousse alla volta dell’isola di Nosy Be, dove alla fine staremo solo un paio di giorni.
L’isola è molto più turistica di tutti gli altri posti in cui siamo stati prima messi insieme ma ha delle spiagge molto belle.
Da segnalare una escursione a Nosy Komba e a Nosy tanikely (un paradiso!), gita in barca con super pranzo di pesce e snorkeling mozzafiato (per la prima volta vedo una tartaruga!)
Quindi un altro volo interno ci riporta a Tana, dove facciamo una capatina al mercato dell’artigianato del legno nei pressi di Avenue
Un ultima cena al sakamanga a gustare l’ultima volta i “geants camarones de Majunga” e … ciao ciao isola rossa.
Ho cercato di essere il più sintetico possibile ma ci sarebbero tante storie da raccontare per ogni giorno di viaggio sulla fantastica isola del Madagascar, in particolare su
Consiglio a tutti di girare zaino in spalla questa isola stupenda, dobbiamo segnalare infatti che non ci siamo mai trovati in situazione di difficoltà o di pericolo.
Fa freschino di sera quindi occorre portarsi un pile se, come noi, arrivate durante il loro inverno, anche se i malgasci in questo senso ci sono sembrati un pochino esagerati (tipo gente in giro con sciarpe e cappellini). Inoltre le giornate purtroppo sono molto corte; tuttavia credo sia stato un bene essere arrivati in questo periodo, altrimenti ritengo che, sopratutto per l’umidità della foresta, saremmo morti dal caldo.
Per il volo (Air France con scalo a Parigi) abbiamo
Quanto alle vaccinazioni abbiamo fatto epatite A, B, antitifo e antimalaria (Lariam).
Se avete bisogno di altre info contattatemi pure.
Ciao a tutti!
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