Europa

Londra i tempi del Royal Wedding

di Edoardo Gerbaudo –
Siamo una famiglia composta da due brillanti quarantenni e due figli di 13 e 16 anni. Un viaggio di tutta la famiglia va pianificato con cura, scegliendo luogo e periodo migliore per soddisfare le aspettative di tutti. Io normalmente cerco di fuggire dagli ambienti troppo affollati perché sono un po’ “orso” e quindi Londra non è proprio il luogo più solitario che c’è. Noi, poi, stavolta abbiamo fatto Bingo: il periodo scelto per la visita comprende la data del Royal Wedding, il matrimonio tra William & Kate. Bei fenomeni che siamo!

Martedì 26 – Arrivo a Londra

Comunque: volo da Genova a Stansted con Ryanair, trasferimento alla stazione di Stratford con il bus National Express (14?/cad. A/R) e da lì, dopo aver comprato la Travelcard per i mezzi pubblici (quella da 7 giorni, di carta, senza la Oyster. Chi si ferma di meno penso che la Oyster card sia più conveniente www.tfl.gov.uk per info), metro fino all’hotel Ibis Docklands Excel (doppia, 75£ a notte, senza colazione), decisamente fuori mano: speriamo di non passare il tempo nei trasferimenti!

Tempo di posare le terga sul letto della camera e via, verso il centro.
Non abbiamo molto tempo e seguiamo il consiglio di Luca (figlio minore) di dare un’occhiata alla città dall’alto.
Un amico mi ha detto che, associata ai biglietti della National Railways (le nostre Travelcard sono tra queste), c’è un’iniziativa chiamata 2for1. Dal sito si stampano appositi voucher che permettono l’ingresso gratis, in una serie di attrazioni, di un adulto/bambino per un adulto pagante. Quindi paghiamo la metà del previsto per salire sul London Eye. Grazie mille Tonino per la dritta!
Il London Eye è la ruota panoramica più grande del mondo ed il panorama da lassù è grandioso: facciamo foto a 360° su Londra quindi di nuovo giù ad ammirare il Big Ben ed il Parlamento sdraiati sul Tamigi.
Mi sdraierei anch’io, tanto sono stanco, ma dobbiamo mangiare. Giriamo a vuoto attorno a Big Ben e London Eye ma non troviamo nulla. Saliamo quindi su un bus che ci porta, passando per Trafalgar Square, ad una Piccadilly sfavillante con tutte le sue luci.
Qui la ricerca cade su un pub (The Blue Posts) gestito da un punk giapponese che ci lascia entrare nonostante l’ora. Dopo le 20 c’è una sorta di coprifuoco: nei pubs i minorenni non possono entrare.
Dopo cena io voglio fare il ritorno, almeno un pezzo, su un double decker bus, i pullman a 2 piani. Il 23 ci porta da Piccadilly a Trafalgar, di nuovo, quindi seguendo lo Strand (sembro un londinese, vero?) arriva a St. Paul che non è illuminata e quindi un po’ tetra.
Dopo il bus, metro fino all’albergo: sono più piatto d’una piadina!

Mercoledì 27 Aprile (British Museum – Madame Tussauds)

Giornata lunga che ha messo a dura prova il mio fisico da “divanatore” provetto e ancora “piadinato” da ieri.
Colazione vicino all’albergo e trasferimento in centro: un’ora causa problemi sulla linea DLR. Ahi, ahi, l’efficienza londinese . Almeno abbiamo potuto guardare, dal treno, il nuovo quartiere di Canary Warf con i suoi grattacieli.
Prima tappa: British Museum.
Bisogna dire che da fuori sembra enorme mentre invece . è proprio enorme!
Appena entrati, insieme ad una scolaresca tutta di verde vestita, troviamo la Grand Court: una piazza interna che nel 2000 è stata coperta da una struttura di vetro e acciaio da Sir Norman Foster, lo stesso che ha realizzato la cupola del Reichstag a Berlino. Gran colpo d’occhio. Cerchiamo di trovare l’entrata alla Reading Room, invano. Per non sembrare “balenghi” facciamo finta che non ci interessi ed andiamo nella sala dell’Antico Egitto. Qui fa mostra di sé la Stele di Rosetta, reperto famosissimo. Dopo l’Egitto, gli Assiri con leoni immensi di granito.
Di inglese o, almeno, di celtico, sassone .. Niente. Chiamarlo British ‘sto Museum non è correttissimo.
Arriviamo alla zona della Grecia Antica e qui troviamo un tempio funerario completo. Ci sono anche le foto del luogo, in Turchia, dove è stato rinvenuto: adesso è uguale a prima del ritrovamento, cioè vuoto.
Poi, il secondo pezzo forte del museo: i fregi “prelevati” dal Partenone di Atene. Un bell’allestimento ma io provo un po’ di disagio a vedere cose che dovrebbero essere altrove. Ah, mentre chiudevano le casse dei fregi qualcuno si deve essere appoggiato ad una Cariatide che è caduta in una di queste ed ora è esposta qua, mentre le sue sorelle sono al Museo dell’Acropoli di Atene. E bravi i nostri inglesi.
La mia “autonomia museale” è di un paio d’ore, poi, vado in apnea. Ecco: dopo il Partenone inizia per me la ricerca della scritta “Exit” ma non per gli altri membri della truppa quindi vago, bluastro e con gli occhi a palla, nelle sale successive. Chiederò a Marco cos’era tutto quello che ho intravisto.
Ah, ho chiesto: non trovavamo l’ingresso alla Reading Room perché non c’è. La sala è chiusa per i prossimi tre anni. Non siamo “balenghi”, allora.
Pranzo al sacco in Russell Square bellissima con i suoi alberi con scoiattoli e la gente stravaccata a prendere il sole. Il sole! Non è ancora scesa una goccia. Londra non finisce di stupire.
Dopo pranzo passeggiata fino a Covent Garden dove sostiamo per vedere giocolieri e musicisti e poi: incidente diplomatico . Quest’anno il bastone del comando non è più saldamente in mano mia e Marco vuole andare a St Paul, lato opposto di dove dobbiamo andare perché abbiamo una visita prenotata con orario prefissato. Un po’ di cornate tra i cervi maschi poi . andiamo a St Paul. Che autorità, eh?
Arrivati sotto la cupola maestosa constatiamo che i biglietti devono essere coperti d’oro tanto son cari perciò entreranno solo Marco & Luca che faranno una visita sprint.
Ora andiamo con la Tube a Baker Street per la visita a Madame Tussaud’s, il museo delle cere. Qui ho apprezzato la gentilezza dei londinesi: stavo armeggiando con la cartina ed un signore s’è fermato per aiutarmi.
Nel museo c’è di tutto: attori, attrici, sportivi, politici vecchi e nuovi nonché i Reali d’Inghilterra. Ho constatato due assenze: una lieta l’altra meno. Non c’è il nostro Silvio nazionale e non ci sono io! Scegliete voi la lieta assenza.
Usciamo abbastanza presto dal Museo e vista la distanza di una fermata di metro andiamo a St. John’s Wood e da lì ad Abbey Road, sede degli studi dei Beatles.
Rischiando la vita ci siamo fatti fotografare tutti e quattro sulle famose strisce pedonali dell’album “Abbey Road”, appunto. Ora bus 139 per Piccadilly dove Manuela, un’amica, m’ha dato una dritta per la cena: Adam Rib’s dove fanno delle costolette di maiale deliziose. Grazie Manu! Per questa info e tutte le altre che ci hai dato.
Ora siamo tutti belli brasati: compriamo due souvenir, compresa una pacchianissima calamita con William & Kate incorniciati nella bandiera inglese, e poi albergo.

28 aprile Cambio della Guardia / Museo Storia Naturale

Oggi primo assaggio di folla: siamo andati a Westminster ed abbiamo trovato un sacco di gente accampate davanti all’abbazia in attesa del grande evento. C’era pure una canadese che faceva notare d’essere lì da tre giorni senza la tenda. Una canadese! Proprio lei!
Sgattaioliamo a fatica anche per la presenza di diverse troupe televisive che son lì per intervistare ‘sti svitati accampati. Un gran bel carnaio.
La nostra meta è Buckingham Palace per il Cambio della Guardia. Passiamo per il bellissimo St. James Park tra gli scoiattoli che vengono a mangiare dalle mani ed arriviamo a Buckingham. Qui l’ardua ricerca di un posto per vedere la cerimonia. Suggestiva ma, sinceramente, un po’ pall.. noiosa. Rimane comunque un must del turista. Occhio che non c’è tutti i giorni: andate sul sito per avere il calendario. D’estate, comunque, c’è praticamente ogni giorno.
Mangiamo panini nei giardini di fianco il palazzo e poi dividiamo le forze: Marco & Laura si dirigono ad Harrods mentre io & Luca puntiamo verso Stamford Bridge, lo stadio del Chelsea.
Il tour dello stadio (ho pagato solo io sempre grazie alla formula del 2for1) prevede la visita all’interno: sala stampa con foto a Luca sulla sedia di Ancelotti durante le conferenze stampa, spogliatoio ospiti poi quello del Chelsea con le magliette dei giocatori appese ai rispettivi armadietti.
Quindi ingresso in campo dal tunnel. Una figata, da turisti ma una figata. Lo stadio, poi, è proprio bello. Peccato non ci siamo partite in questi giorni.
Ricomposta la famiglia (Marco era un po’ provato da Harrods) ci dirigiamo al Museo di Storia Naturale.
Qui di notevole ci sono lo scheletro enorme di un dinosauro all’ingresso, un diplodoco di 26 metri, e poi la riproduzione e lo scheletro di una balenottera azzurra: 30 mt. di animale!
Il resto, saltabile se non siete amanti di animali (tutti) impagliati. A me mettono tristezza gli zoo, fuguriamoci gli animali imbalsamati!
In realtà tutta la parte relativa ai dinosauri è bella, compresa la riproduzione animata a grandezza naturale di un TRex.
Usciti dal Museo giro di Hyde Park con capatina davanti alla Royal Albert Hall ed il monumento ad Albert (quello della Hall): una pacchianata di stucchi dorati.
Il giro del parco è stato piacevole: abbiamo visto il laghetto The Serpentine e la fontana dedicata a Lady Diana, In realtà un ruscello ad anello molto suggestivo: d’estate si possono mettere i piedi a mollo. Oggi l’ha fatto solo un temerario invidiato da nessuno!
Tra scoiattoli vari siamo arrivati al Monument Arch vicino al quale, in Old Park Lane, sappiamo esserci l’Hard Rock Cafe dove Luca vuole andare da ieri sera.
Comprate le famose magliette alzo un braccio e fermo un Black Cab (i taxi di Londra) e facciamo il viaggio fino a Piccadilly Circuì. Altro desiderio di Luca esaudito.
Nuovamente cena da Adam Rib’s e poi a nanna.
Domani è il gran giorno: William & Kate si sposano ed io vorrei essere in Nuova Zelanda! Ed invece mi tocca. Speriamo bene.

29 Aprile Royal Wedding

Il giorno è passato! Stamattina insieme a centinaia di migliaia di persone ci siamo incamminati, con la nostra Union Jack in mano, per posizionarci al meglio per il passaggio degli sposi. Posizione non trovata. Solo Luca, sulle mie spalle, ha intravisto le carrozze reali. Vabbè, in ogni caso, noi c’eravamo.
È stato bello assistere al delirio che c’è tra gli inglesi per la casa reale. Bandiere e gente ovunque. Bello, per quel che siamo riusciti a vedere. Ci rimarranno, comunque, le bandiere.
Dopo pranzo non c’erano programmi: da Piccadilly abbiamo preso Regent Street dove abbiamo trovato Hamleys Toys quello che era fino agli anni ’90 il più grande negozio di giocattoli al mondo (ora è superato da “R” Toys di New York). C’è di tutto: dalle biglie di vetro ai congegni studiati dal Museo delle Scienze. 6 piani di svago.
Quindi una capatina in Carnaby Street e poi, da Oxford Circus, Metro fino a Notting Hill Gate.
Laura ha gradito molto Portobello Road con le sue case colorate una appiccicata all’altra e le bancarelle. A casa mi toccherà rivedere il film con Hugh Grant e Julia Roberts girato qui. Dopo il Royal Wedding sono disposto a tutto!
I piedi sono ormai una sostanza gelatinosa che fluttua nelle scarpe. Le ginocchia rischiano di piegarsi al contrario. Quindi .. National Gallery. Aaahhhhhh!!!
è l’unica tappa programmata di oggi, giorno in cui chiude alle 21 (tutti i venerdì, non solo per i royal weddings).
Siamo entrati alle 17 ed immediato stravaccamento sulla prima panchina individuata. L’idea era di riposarci in Trafalgar Square, davanti alla Gallery, ma i gradini erano ancora pieni di gente reduce dal matrimonio e la piazza era ancora chiusa per lo smantellamento dei megaschermi allestite per l’Evento.
Recuperate le forze (non tutte, anzi) e via tra quadri per la stragrandissima maggioranza a me sconosciuti. Uno dei pezzi più pregiati e dei pochi che conoscevo, la Vergine delle Rocce di Leonardo, non è esposta in questo periodo! Ma porca .. Pazienza, va. Abbiamo già visto i Reali!
Verso la fine incontro Caravaggio e poi Monet, Manet e Van Gogh. Qui mi è piaciuto.
La National Gallery per i principianti (Marco escluso) come noi merita per le ultime sale, il resto è quasi un martirio.
Ora si cerca un pub per la cena dove non ci fanno entrare in quanto portatori di minorenni ai quali, dopo le 20 (sì, sono le 20!), è vietato l’ingresso.
Terza tappa da Adam Ribs e quindi, parlamentando con i piedi per convincerli al movimento, in albergo.
La giornata che più temevo è finita. Ed è finita purtroppo come temevo. Non siamo riusciti ad imbucarci al pranzo di nozze!

30 aprile Greenwich – Torre di Londra – Tate Modern

Ultimo giorno londinese. Prendiamo la DLR e puntiamo su Greenwich, scendiamo al di qua del Tamigi e passiamo di là usando il tunnel pedonale. Niente di che , però c’era e pareva brutto ignorarlo. Si dice sia permaloso.
Greenwich è un paesino ormai annesso alla città. È famoso per il meridiano 0. Attraversiamo il grandissimo e bel parco e saliamo sulla collina per la visita all’Osservatorio Reale esclusivamente per metterci a cavallo di ‘sto meridiano, ma l’ingresso non è più gratuito e l’idea di spendere 30£ per farlo non ne avevo proprio voglia.
Il meridiano è lungo e prosegue anche oltre l’Osservatorio, no? Io sono dotato di cellulare con GPS (che tecnologia ragazzi!) quindi: autarchia! Come un rabdomante Luca si è messo alla ricerca. Trovato presso un albero ci siamo fermati ed abbiamo fatto la foto alle coordinate: longitudine 0° 00′ 00”. Chissà cosa ha provato il cane che ha annaffiato, ed altro, quell’albero!
Scesi dall’Osservatorio volevo vedere il Cutty Sark, un veliero del ‘700, ma in restauro fino al 2012.
Prendiamo la Metro, quindi, per andare a vedere Westminster Abbey visto che nei giorni precedenti era chiusa per i preparativi dell’evento di ieri. La guida, la mitica Lonely ha deluso molto su Londra, diceva che avrebbe chiuso alle 13:45, non c’era più tempo ma non fidandoci più di lei (citerò poi le inesattezze) abbiamo deciso di provare. Infatti era aperta e noi avevamo avuto un’idea originalissima: davanti all’ingresso non c’era fila, no, chiamarla fila sarebbe offensivo: un serpentone umano di almeno 200 mt!!! L’idea di passare le nostre ultime ore londinesi in coda non ci allettava. Quindi: ciao Westminter.
Puntiamo verso la Torre di Londra con me un tantino preoccupato (molto più di tantino. Sono diventato un po’ ansioso. Sarà l’età) di trovare altrettanta ressa ed invece, nessuno in fila.
Un fish ‘n chips e poi visita alla prigione più famosa del mondo. (Biglietti anche qui presi con il 2for1. Tonino ti devo una cena!).
Il pezzo forte della Torre sono i gioielli della corona. Le corone sono più che sfarzose. Diamanti come pailette. Però con tutto quel velluto secondo me tengono troppo caldo!
Nella White Tower, la struttura centrale, ci sono un bel po’ di armature ed una ha attratto molto tre signorine che vi hanno sostato davanti un bel po’: quella di Enrico VIII che, fiero della propria virilità, si era fatto fare un sospensorio “regale”. Quell’uomo aveva un interesse al movimento pelvico che non si è più trovato nei governanti che l’hanno seguito, né in Inghilterra, né in Italia ..
Foto ai corvi ed ai Beefeaters ed ad un matrimonio nel cortile con tanto di scozzesi in kilt e tenute femminili improbabili.
Usciamo ed andiamo al Tower Bridge dove troviamo l’ingresso alla Tower Bridge Exhibition chiusa (Lonely ..).
Sono a pezzi (ma va?) ma rimane la Tate Modern e quindi via: prendiamo un Double Decker Bus d’epoca, bellissimo, ed andiamo a St. Paul. Attraversiamo il Millenium Bridge ed entriamo nella galleria dove scopro che l’unica opera che conoscevo non c’è più. La Spaccatura di Doris Salcebo. Ora si vedono solo le tracce per terra, l’hanno riempita.
Giro tra le sale come uno zombie nelle sale mentre Marco è interessatissimo (mi diventerà un Federico Zeri o uno Sgarbi? Speriamo il primo) quindi lo assecondiamo volentieri ma io ho proprio le pile scariche.
Molto tardi torniamo in albergo dopo una cena in un american bar (niente da dire) e ci prepariamo al ritorno domattina presto.

Considerazioni finali:
Londra era un desiderio di Luca che abbiamo esaudito volentieri, anche se poi l’itinerario finale l’ha fatto Marco che è diventato ormai il nostro tour manager.
Io non provavo gran desiderio di visitarla, motivo per cui finora ho portato la famiglia altrove per anni.
Non sono contento di dire che, forse, l’essere così prevenuto ha fatto sì che altre capitali europee mi siano piaciute di più.
Detto questo, il colpo d’occhio di Londra è unico nel suo genere. Edifici antichi e moderni vicini non è comune vederli. Big Ben e Parlamento poi, meritano, da soli, la gita.
La città mi è sembrata sicurissima, non ho mai provato disagio a girare. È organizzata come poche.
Aver partecipato ad un evento come il Royal Wedding rimarrà nei ricordi così come la delusione del mancato invito! William mi sentirà.
La Lonely Planet, guida per me imprescindibile, su Londra ha evidenziato grandi inesattezze sugli orari d’apertura (sbagliati quelli della National Gallery, Westimnster Abbey, Tower Bridge Exhibition) sulle tariffe (Royal Observatory) e sui monumenti “spacchettati” (Cutty Sark). Una delusione, e dirlo mi costa molto.
Abbiamo usato:
• Ryanair da Genova-Stansted ( 416? A/R in 4)
• National Express da Stansted a Stratford (52.50£ A/R in 4)
• Travelcard 7 giorni Zone 1-3 (112£ in 4) comprata alla stazione ferroviaria di Stratford (biglietteria National Express prima dell’ingresso, a destra). Se ci si ferma meno giorni potrebbe convenire la Oyster card con l’opzione Pay as you go
• L’albergo era l’Ibis Docklands Excel un po’ troppo fuori dalla città e per questo sconsigliato benché sia moderno ed organizzato (75£ un doppia senza colazione)
• Opzione 2for1 abbinata alla Travelcard cartacea. Permette un ingresso gratis per adulto pagante. Bisogna stampare i voucher dal sito.
Basta, ho finito.

No, devo ancora ri-citare Manu e Tonino per le info. Grazie ancora.
Ed ora vado a telefonare a William.
Ciao.

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Pubblicato da
Marco

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