di Gianni Fornai e Donatella Boscaglia –
I paesi baltici fanno parte dal 2004 dei 27 stati dell’Unione Europea che in futuro sarà, forse, più unita dal punto di vista del governo, del bilancio, dell’economia e della moneta. L’euro è stato adottato come moneta dall’Estonia, mentre la Lettonia ha intenzione di entrare nell’unione monetaria nel 2014. Tra i tre stati ci sono differenze linguistiche e religiose.
La lingua estone appartiene al ceppo ugro-finnico, mentre Lettonia e Lituania hanno lingue affini. Per quanto concerne la religione Estoni e Lettoni sono luterani o ortodossi, mentre in Lituania la maggior parte della popolazione è cattolica.
I tre paesi sono stato uniti storicamente come Governatorato del Baltico per due secoli sotto il dominio russo, mentre più di recente dal 1940 al 1991 furono dominati dall’URSS con un periodo di dominio tedesco (1941-1944). Di conseguenza la lingua russa è conosciuta e non amata in Estonia, accettata in Lettonia e parlata anche in Lituania. Estoni e Lituani si vantano di parlare “lingue fossili” legate all’antico indoeuropeo, ma presentano prestiti da lingue di altri paesi, in particolare dal russo. Un inizio di estone si può trovare al seguente sito: http://www.youtube.com/watch?v=F8E1x3f6CcA. Per il lettone diverse lezioni si trovano in un bloccounico: http://www.youtube.com/watch?v=FcG9SMNnkfE&list=PLRp5HLWdUJLJYVji9Q1-z-LH_yy2UqKd6. Infine per il lituano: http://www.youtube.com/watch?v=b36SXjsfCmA
8 luglio. Arrivo a Riga
Arriviamo a Riga alle 13.35 con un pullman delle Ecolines. Siamo partiti alle 9.30 e il biglietto c’ è costato 17 € cadauno. Non ci sono stati controlli di frontiera. Al nostro arrivo fa un caldo africano. Il nostro albergo si trova davanti alla stazione ferroviaria, ma nessuno ci sa dire dove si trovi la stazione. “Dzelzcela stacija” in lettone, ma i vari interpellati ci indicano con sicurezza direzioni sbagliate. Non sanno una parola di inglese. Alla fine troviamo un’americana che ci indirizza e, successivamente, una signora lettone che ci accompagna vicino alla stazione e vediamo, finalmente le insegne dell’albergo. In verità ci eravamo arrivati per conto nostro, ma miopi come talpe non avevamo letto l’insegna e ci eravamo affidati a degli analfabeti L’albergo Irina si trova facilmente perché, oltre che davanti alla stazione ferroviaria, si trova vicino al supermercato Rimi. All’arrivo non troviamo la prenotazione, ma hanno camere libere. Temo che ci abbiano alzato leggermente il prezzo che risulta di 45 lats a notte, 63 €, ma la cifra è accettabile. In albergo c’è un ufficio cambi e ne usufruiamo. Il cambio è migliore che altrove. La camera è ben ammobiliata e fornita di tutto. Si trova al quinto piano con ascensore. Dalla finestra si gode la vista della piazza della stazione e il traffico è intenso.
Ce ne accorgiamo la notte con le finestre aperte per il caldo e un ventilatore per rinfrescare l’ambiente. Noi, comunque, dormiamo ugualmente bene. Il bagno è pulito ed ogni giorno cambiano tutti gli asciugamani. La doccia ha un abitacolo ampio e soddisfa le nostre esigenze. La colazione, compresa nel prezzo, è abbondante per chi ama l’english breakfast, meno per noi che comunque possiamo tostare il pane, abbiamo la marmellata, il caffé e il latte. Non ci sono dolci, ma il mangiare come a casa ci accontenta.
Facciamo la doccia e, disperati per il caldo, andiamo a cercare magliette e canottiere al Rimi. Ritorniamo alla stazione dei bus per fare i biglietti per Vilnius con Ecolines. Abbiamo visto che chi prenota per primo ha i posti migliori.. Andiamo a vedere più da vicino il Palazzo dell’Accademia delle scienze che si trova oltre i mercati contenuti negli hangar degli zeppelin e il mercato all’aperto. Ritorniamo poi indietro per andare a vedere rapidamente la Vecriga, la città vecchia. Il nostro è un primo assaggio della città perché è tardi e abbiamo anche fame in quanto abbiamo mangiato poco durante il viaggio. Vediamo la parte esterna delle chiese di San Pietro e San Giovanni. Arriviamo poi alla Cattedrale, ai palazzi dei tre fratelli ai quali raccomandiamo per un futuro matrimonio le tre sorelle di Riga. Cominciamo ad ammirare le facciate dei palazzi vicino alla Cattedrale. Ci fermiamo alle 18 al Lido Alus Seta per mangiare Collocato in una strada al centro di Riga è piuttosto elegante, ma con prezzi modici. L’unica noia è dovuta al fatto che la cassa dove si paga il mangiare è separata da quella delle bevande. Ci sono tavolini all’interno e all’esterno del locale. Mangiamo, mia moglie e io, rispettivamente pollo e salmone, prendiamo il dessert, birra e acqua per meno di venti euro in due. Passiamo dal Rimi a comprare indumenti estivi e, poi, acqua e succhi di frutta. Torniamo in Hotel e guardiamo la BBC, unico programma comprensibile per tutti e due. C’è anche un canale in francese.
9 luglio. La chiesa ortodossa festeggia.
Dopo la colazione alle 7.30 percorriamo i giardini pubblici lungo il Pilsetas canals . Passiamo davanti al Monumento alla libertà come ci accadrà frequentemente nei giorni di permanenza a Riga. Il “Monumento della Libertà” è il simbolo della Lettonia; elaborato dallo scultore Karlis Zale ed inaugurato nel 1935, esso è situato nel centro storico della capitale baltica e si eleva per oltre 40 metri. Il monumento è il simbolo dell’indipendenza conquistata con la lotta dal popolo lettone. Un picchetto di soldati forma la guardia d’onore che marcia avanti ed indietro per la gioia dei turisti. Arriviamo fino a Valdemara Iela, all’altezza del teatro nazionale. Da quel punto ci dirigiamo verso gli edifici che si trovano in Elisabetes Iela ai numeri 10 A e 10 B. Riga possiede la più ricca architettura in stile Art Nouveau del mondo ed un intero nucleo di costruzioni, monumenti e luoghi di interesse che ogni anno attirano migliaia di visitatori. La maggior parte sono concentrati in Elisabetes Iela e in Alberta Iela, ma non bisogna fermarsi solamente in quella zona. Girando per la città si scoprono nuovi palazzi con statue, cariatidi e fregi altrettanto interessanti.
Comunque Alberta Iela è la principale via di Art Nouveau con notevoli edifici che testimoniano al meglio la bellezza architettonica e artistica di questo periodo storico. Non è possibile vedere con tranquillità i palazzi a causa dei pullman di turisti che scaricano gruppi di persone a cinquanta alla volta con guide munite di microfono e altoparlante che spiegano ad alta voce le bellezze architettoniche. Quindi è bene arrivare di buon mattino se vogliamo essere tranquilli. Fotografiamo con cura per conservare il ricordo degli edifici. Quando la marea dei turisti invade la strada ci rifugiamo nel Museo Art Nouveau. Entriamo per primi alle ore 10 e così evitiamo i gruppi numerosi. L’ingresso costa 4 €. Il museo è stato aperto di recente, nel 2009 e si trova nell’appartamento dell’architetto lettone Konstantins Pekšens (1859 – 1928). Mobili e parquet sono originali d’epoca, la cucina è stata ricostruita. Le camere contengono mobili d’epoca. La costruzione ha una scala a chiocciola con pitture d’epoca sul soffitto dipinte dall’artista lettone Janis Rozentals. Nella stanza accanto alla biglietteria c’è una mostra in digitale.
Passeggiamo tranquillamente fino al n. 65 di Elisabetes Iela, dopo il massiccio palazzo che ospita l’hotel Radisson. Entriamo nel Lido Vermanitis, altro self service della pregiata catena Lido, non per il pranzo, perché sono le 11, ma per curiosare, bere un cappuccino ed assaggiare una fetta di torta. Paghiamo 2.10 € ciascuno, molto meno che in Italia. Torneremo nel ristorante la sera e valuteremo meglio i cibi.
Usciti ci dirigiamo verso il monumento alla libertà.
Colpo di fortuna: Un corteo di fedeli, guidato da numerosi preti, si dirige verso la Cattedrale ortodossa della Natività di Cristo di Riga. I numerosi preti e le alte gerarchie ecclesiastiche portano come bandiere le icone e le immagini sacre della Cattedrale. Possiamo fotografarle tutte con lo zoom, cosa impossibile in momenti normali perché c’è il rischio di essere buttati fuori in malo modo. Un patriarca, non conosco la gerarchia, benedice tutti con una specie di annaffiatoio i cui schizzi arrivano lontano, con le donne, tutte con la testa coperta dal velo, che implorano la benedizione. Assistiamo all’inizio della messa all’esterno della chiesa, la messa si sposta anche all’interno. Il buttafuori non fa entrare donne senza la testa coperta. Mia moglie si salva perché ha il cappuccio della tuta. Costruita tra il 1876 e il 1883, la Cattedrale Natività di Cristo è la più grande cattedrale ortodossa russa nei paesi baltici. Rappresenta un momento di forte identità della popolazione russa alla quale un referendum ha negato la possibilità di riconoscere il russo come lingua nazionale accanto al lettone. Dal punto di vista artistico è da ammirare la facciata esterna della Cattedrale in stile neo-bizantino, l’interno ospita invece le icone tradizionali delle cattedrali ortodosse, delle quali alleghiamo una foto. Saluto in russo, uscendo, il buttafuori che mi risponde a tono nella sua lingua.
Dopo la Cattedrale ortodossa andiamo a vedere la Cattedrale della città, il Riga Doms (ingresso: 2 lats a testa). Entriamo da una porta laterale in quanto l’ingresso principale è chiuso. L’interno della Cattedrale è stato ridisegnato sulla base della precedente Cattedrale. Dell’antica Cattedrale sono rimasti 50 epitaffi e pietre tombali e un dipinto sul portale dell’entrata Nord che raffigura l’incoronazione di Maria. L’elemento più famoso è l’organo, restaurato, visibile nella navata centrale. C’è anche un magnifico pulpito nella navata centrale. Si possono scattare liberamente foto. Nel chiostro interno agli edifici della chiesa sono depositati materiali non più utilizzati nella chiesa a cominciare da statue di varie dimensioni e da materiali ritrovati nel sottosuolo durante gli scavi di restauro.
Non lontano dal Riga Doms si trova il Castello di Riga in Pils Laukums, ora residenza ufficiale del presidente lettone, un tempo quartiere generale dell’ordine livoniano.
Andiamo al ristorante Pelmeni XL Kalku 7 alle 14. Ci eravamo passati alle 12 e la folla immensa di clienti in fila ci aveva dissuasi dall’entrare. Il ristorante funziona come un self service: il cliente prende i pelmeni e li mette in un piatto, alla cassa vengono pesati e si paga in proporzione. E’ possibile avere anche birra. Ci sono pelmeni con vari tipi di carne, con verdue e anche pelmeni dolci. Assomigliano ai ravioli italiani. Il prezzo finale è davvero basso, da mensa dei poveri nel centro di Riga e la clientela è la più varia e molto numerosa. I pelmeni riempiono lo stomaco, fa caldo e ci rifugiamo in albergo: nelle ore calde è meglio riposare. Usciamo, poi, per una passeggiata nel parco e ci ricordiamo che volevamo andare in libreria, Valters un Rapa, Aspazijas boulevard 24. In realtà la libreria non si trova all’indirizzo indicato, ma subito dopo un bar specializzato in cioccolate, non ha molti libri, anche se troviamo un corso di russo-inglese che cercavamo fin dall’Estonia. Verso le 20 andiamo a mangiare al ristorante Lido Vermanitis, Elisabetes iela 65, dove abbiamo fatto la seconda colazione del mattino. In due paghiamo l’equivalente di 16 euro per due secondi con numerosi contorni, due dessert, due yogurt e la frutta. Molte fibre e poche calorie. La birra del Lido costa meno dell’acqua che di buono ha solo il nome: Bonaqua. L’interno è particolare perché ricorda il medioevo, ma ci sono ampie vetrate che danno sull’esterno. Forse troppa aria condizionata. Da raccomandare.
Facciamo una breve passeggiata e, poi, ci rifugiamo in albergo.
10 luglio. Sigulda e Turaida.
Ci svegliamo alle 7 per fare colazione in tempo e prendere il pullman per Sigulda. Il biglietto costa 1.5 lats a testa. Ci fermiamo all’ufficio informazioni dove ci viene fornita una cartina. Arriviamo al castello di Sigulda, oggetto di lavori di restauro nella strada di accesso. Si tratta di una roccaforte del 1200 dell’ordine livoniano dove, all’interno si svolgono spettacoli. L’ingresso costa un lats. Guardiamo le mura interne e poi ci avviamo verso il castello di Turaida. La gentile impiegata ci spiega come trovare la strada. Usciti dall’ufficio, sulla sinistra, guardando l’ingresso del castello, c’è una ripida scalinata. Finiti i gradini ci si inoltra in un sentiero pianeggiante, poi una seconda scalinata in discesa con scalini rotti, tanto che preferiamo scendere usufruendo dello stretto spazio accanto alla scalinata. Arriviamo così ad un sentiero largo che porta al ponte sul Gauja, il fiume che attraversa il parco. Dopo il ponte, a sinistra, c’è un sentiero largo che viene utilizzato da pedoni e ciclisti. Incontreremo solo due ciclisti e due altre persone che fanno il percorso, 4 chilometri dalla stazione ferroviaria, 3 dal Castello di Sigulda.
Ad un certo punto ci sono indicazioni per le grotte di Maza Ala e Gutmana Ala. Quest’ultima è famosa per la storia della Rosa di Turaida dalla quale lo scrittore Janis Rainis, la cui statua si può vedere nel parco di Riga, trasse il dramma. “L’amore è più forte della morte”. Si narra di fanciulla locale, Maija, conosciuta con l’appellativo di Rosa di Turaida per la sua bellezza, la quale preferì farsi uccidere piuttosto che concedersi in moglie ad un nobile locale che la bramava e salvare così il suo amore per un giovane giardiniere che, quando seppe della sua morte, la seppellì nella grotta entro la quale erano soliti incontrarsi, piantando un tiglio. I “Promessi Sposi” in versione lettone senza la divina provvidenza e con un finale tragico. La Gutmana Ala è unica nei Paesi Baltici per la sua ampiezza. La leggenda racconta che vi trovò rifugio la Rosa di Turaida. Il nome è dovuto ad un eremita, Gut Mann, che vi trovò rifugio. Oggi c’è un anziano signore che suona strumenti musicali sperando in un’elemosina.
Dopo la grotta il sentiero prosegue, ma per poco. Gli ultimi 800 metri per il Castello sono in salita con auto e pullman che sfrecciano accanto agli unici due pedoni. Arriviamo al castello e paghiamo il biglietto (2 lats) che dà diritto a visitare la Riserva del museo di Turaida, castello compreso. All’ingresso del castello c’è un secondo controllo del biglietto. Il castello fu distrutto da un fulmine che colpì il deposito di polvere da sparo, risparmiando la torre che si vede ancora oggi. C’è un museo distribuito su tre piani con pochi pezzi originali e molti disegni. Si vedono, anche, stanze disadorne e, all’esterno, fondamenta di altri edifici. Passiamo accanto alla chiesa in legno senza visitarla. Ci fermiamo a mangiare al caffè che si trova all’interno del complesso museale e, poi, iniziamo il ritorno che, in discesa e conosciuto, richiede poco tempo. Ripercorriamo gli scalini sconnessi, ci riposiamo nel castello di Sigulda e, infine, andiamo a prendere il pullman alla stazione dei bus di Sigulda. Ceniamo al Lido Vermantis, facciamo un giro per la città vecchia, poi ci ritiriamo in hotel.
11 luglio. Parchi di Riga
Arriviamo per fare colazione alle 8.00 e c’è molta meno gente che alle 7.30. Ci sbrighiamo ed usciamo. Ci dirigiamo attraverso i giardini pubblici verso la Brivibas Bulvaris, strada con molto traffico e centro vero di Riga, mentre la Vecriga è spostata dal centro, anche se erroneamente ritenuta tale. Di interessante vediamo la Old St. Gertrudes Church. La monumentale chiesa neogotica fu consacrata nel 1869 in seguito al progetto di J.D. Felsko. E’ riconoscibile da lontano per i caratteristici mattoni rossi, Gli edifici che la circondano hanno le facciate adornate di statue e bassorilievi art nouveau. Più avanti c’è un’altra chiesa St. Gertrudes, luterana, in mattoni scuri e di aspetto più severo della precedente. Subito dopo la chiesa giriamo in Tallina Iela per raggiungere Valdemara Iela. Troviamo durante il tragitto altri palazzi interessanti, ma se giriamo dietro di essi e entriamo nei cortili vediamo palazzi poveri. Mia moglie dice che a Riga anche i piccioni chiedono l’elemosina. Se vediamo le cifre economiche pensiamo di avere torto. La Lettonia è uno dei pochi stati a rientrare pienamente nei parametri di Maastricht, con un deficit che nel 2012 era pari all’1,5% del Pil, un debito pubblico lordo pari al 38% del Pil e un’inflazione al 2,2 per cento. In Lettonia il Pil nel 2012 è aumentato del 5,6%; seguono la Lituania con un +3,6% e l’Estonia con un +3,2 per cento. Bisogna vedere se l’austerity ha aperto la forbice tra ricchi e poveri, come in Italia, aumentando il numero dei mendicanti. Un dato interessante è il costo della benzina al litro: 1.20 in Estonia, 1.30 in Lettonia, 1.40 in Lituania. Con questi prezzi anche l’economia può volare.
Ritorniamo al viaggio. Vediamo che il museo nazionale d’arte è chiuso per restauri. Noi ci dirigiamo al museo della medicina. Lo Stradina Medicinas Muzejs (ingresso 1,50 lats) presenta, in modo simpatico, l’evoluzione dello studio della medicina a partire dagli uomini primitivi per arrivare agli esperimenti su animali e persone collegati ai voli spaziali. E’ articolato in 4 piani e in numerose stanze, con didascalie esplicative dei diversi reperti in lettone, russo e inglese. La stanza del medico e quella del dentista con gabinetto del 1939, gli apparecchi per la dialisi e i raggi X ricordano al turista momenti non felici della vita. All’ultimo piano è possibile vedere il cane con due teste, esperimento del Vladimir Petrovich Demikhov (1916-1998). Interessanti i filmati dei cani recuperati a terra da capsule spaziali rientrate con il paracadute legato alla capsula.
Rientriamo per Raina Bulvaris, strada alla quale si affacciano diverse ambasciate e giriamo all’altezza del Lido Vermantis per il pranzo. Davanti al ristorante ci sono un mercatino dei fiori e un parco recintato, il Vermanes Darz, dove il giorno prima si svolgeva una manifestazione canora. Attraversato il parco siamo all’albergo. Abbiamo camminato dalle 8.30 alle 13.30 e ci riposiamo. Alle 16 usciamo per dare un’occhiata al mercato inserito nei 5 hangar che contenevano gli zeppelin. Torniamo nella città vecchia, passeggiamo senza meta, torniamo al ristorante Lido e poi all’hotel. Il giorno dopo lasceremo Riga per andare a Vilnius.
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