di Christian Mariotti –
Erano circa 2 anni che avevo in progetto di affrontare un viaggio in Islanda, ma per diverse ragioni, solamente lo scorso dicembre parlando con il mio amico Mauro ho buttato là l’idea di questa avventura. Da li a 10 giorni, eravamo già partiti con l’organizzazione. Durante gli 8 mesi che hanno preceduto la partenza del ns. viaggio, ci siamo documentati dettagliatamente su guide, riviste ed internet per poter organizzare tutto al meglio o quasi. Abbiamo prenotato gli alloggi in bed & breakfast, farmhouse ed ostelli , escursioni per il whale watching e nolo auto, l’uni
Riporto qui di seguito il diario di viaggio, che la mia ragazza Eleonora ha scritto giorno per giorno, cercando di ricreare fedelmente tutte le impressioni ed emozioni provate alla scoperta di quella magnifica isola che è l’Islanda.
Sabato 10.08.2002
Macerata ore 00,50, Mauro ed Elena sono già sotto casa di Cri (Christian), carichiamo le ultime cose e poi siamo pronti per partire!!!!!
Il viaggio in macchina fino all’aeroporto di Milano Malpensa è filato via liscio, tranne un piccolo
Vestiti con abbigliamento da temperature torride o turisti hawaiani, ci avviamo verso l’uscita e l’aria di circa 8°/10° risulta abbastanza frizzante, un ragazzo romano + malcapitato di noi, indossa un paio di ciabattine infradito, sicuramente la cosa + adatta per un viaggio in Islanda. Ci infiliamo il K-way che avevamo nel baglio a mano e prendiamo il bus navetta (€ 12,00) che dopo 40 km ci porta
Chiamiamo la Sig.ra del B&B, che dopo aver atteso per circa un ora se ne era andata e dopo 10 minuti arriva il marito con un furgoncino 4×4 ed un carrello per le valige, noi impavidi ci presentiamo con solo uno zainetto a testa, 3 macchine fotografiche (sacre), una telecamera e 28 rullini!!!!!!!
Ci porta a casa e la Sig.ra ci fa vedere le stanze che sono molto graziose così come la grande vasca idromassaggio nel giardino, dopo circa 3/4 d’ora ce ne andiamo a fare un giro in centro per cercare qualcosa da mettere sotto i denti. Al centro della città si aggira gente strana, da una vicolo esce uno con un vestito a frange, scarpe argento e un boa rosso al collo che ci dice “Welcome to Reykjavik”, sulla vetrina di un negozio c’è scritto “GAY IS GOOD” e ci accorgiamo quindi dopo diverse conferme che la città era stato teatro del GAY PRIDE. Dopo aver girato e rigirato, per non sbagliare ci siamo diretti al Mc Donalds, il + caro del mondo con i classici menù a quasi 10 €. Rientriamo verso casa, appena a letto, ci addormentiamo esausti, ma pronti per iniziare il ns. giro dell’isola all’indomani.
Domenica 11.08.2002
Sveglia alle ore 07,00, abbondante colazione e dopo aver preso la macchina a nolo siamo pronti per raggiungere Akureyri, seconda città d’Islanda. Il tempo non promette niente di buono, considerando l’abbigliamento a ns. disposizione e la temperatura esterna che
Dopo circa ½ ora arriviamo a PINVELLIR, luogo in cui si evidenzia in maniera notevole la frattura tra la zolla europea e quella americana, L’ampia pianura è attraversata da crepacci, canyon, grotte, corsi d’acqua e da un lunghissimo corridoio formato dalle pareti delle due zolle. Oltre che dal punto di vista paesaggistico, questo luogo ha un significato storico in quanto nel 930, qui fu istituito il primo parlamento in Europa. Da qui prendiamo verso nord ed imbocchiamo il primo sterrato di molti che andremo ad incontrare lungo gli oltre 2500 km percorsi durante il viaggio, intorno alle 13,00 arriviamo a Husafell e qui ci troviamo davanti a delle cascate ( Hraunfossar) dove l’acqua emerge misteriosamente dalla lava. L’acqua che scorre nel fiume sottostante ha un colore simile a quello di una piscina, uno spettacolo fantastico, considerando anche un cielo blu cosparso qua e la di nuvole bianche. Saremmo potuti rimanere li per ore, FANTASTICHE!!!!!!!!!! A monte di questo spettacolo si trova un’altra cascata chiamata Barnafoss, dove il fiume attraversa delle gole con una forza spaventosa.
Riprendiamo il viaggio in macchina e in alcuni momenti Elena ed io ci prendiamo delle pause di riflessioni (sonnellini), comunque al ns. risveglio è “quasi” ora di pranzo anche se ormai sono le 17,00. Mangiamo hamburger e patatine e nel frattempo chiamiamo l’aeroporto per avere finalmente la conferma che le valigie ci saranno consegnate in serata. URRAH!!!!!
Alle 19,00 siamo ad Akureyri, dopo la tappa di trasferimento + lunga di tutto il viaggio. La ns. guest house è carina anche se, per salire al piano superiore, sulle scale bisogna “spezzare il fiato”, perché sembra di salire sulla cima di una montagna. Sistemate le valige siamo usciti per fare un giro nella città, anche perché il sole è alto fino alle 22,30, abbiamo visto il porto, il famoso giardino botanico, con
Lunedì 12.08.2002
Sveglia ore 07,00. Sana colazione all’italiana preparata nella cucina della guest house e alle 09,00 siamo di nuovo in strada. Abbiamo fatto un giretto veloce per Akureyri, dove Elena ha comprato un bellissimo maglione che gli sarà fatto a mano su misura e poi spedito direttamente in Italia. Dopo un breve tratto di strada siamo arrivati presso le cascate di Godafoss; (cascata degli dei) è una delle + grandi con una forma a ferro di cavallo. La seconda tappa è stato il piccolo geysir di Ystihver all’interno di una fattoria dove in serre riscaldate geotermicamente, erano coltivati ortaggi. Verso le 12,00 siamo nella piccola cittadina di Husavik, capitale del Whale Watching e meta principale della giornata. Dopo una veloce visita nel centro con la chiesa di Husavikurkirkja, costruita interamente in legno norvegese, ci dirigiamo al Museo delle Balene fino alle 13,30, ora di partenza per l’escursione in barca (€ 43,00). Siamo circa una quarantina di persone a bordo di questa antica barca da pesca in legno trasformata per il whale watching, la temperatura è davvero rigida raggiungendo i 4° C. e il tempo sulle ns. teste sembra essere quello del film “La tempesta perfetta”. Una giornata ideale x una bella gita in barca!!!!!!!!!!!!!
Christian ed Elena prima di partire si sono impasticcati onde evitare spiacevoli dolori di stomaco, il
Martedì 13.08.2002
Questa mattina ci siamo svegliati alle ore 07,30, abbiamo lasciato la farm house che ci ospitava e ci siamo diretti verso Asbyrgi, lungo la strada ci siamo fermati per la colazione in una stazione di servizio, dove per la modica somma (mica tanto!!) di € 8, abbiamo mangiato un pezzo di torta al cioccolato con caffè e thè. Arrivati ad Asbyrgi, canyon a forma di ferro di cavallo con una larghezza di circa 1 Km. e 100 mt. di profondità, abbiamo fatto la ns. prima escursione, una leggera camminata tra il verde e un laghetto delizioso pieno di anatre. Da segnalare che questo è uno dei pochi posti in Islanda dove si vedono alberi.
Successivamente abbiamo preso lo sterrato che ci ha portato in uno dei luoghi + spettacolari del ns. viaggio; le cascate di Hafragilsfoss e Dettifoss (la cascata con la maggior portata d’acqua d’Europa). Le due cascate sono divise l’una dall’altra per circa 2/3 km, ma si formano entrambe lungo lo stesso fiume all’interno di una vallata dai colori stupendi. Dopo aver percorso un piccolo sentiero siamo arrivati ad ammirare la cascata Dettifoss da vicino, immersa in uno scenario incredibile, esprimeva tutta la sua grandezza e potenza. Verso le 12,00 siamo arrivati nella vulcanica regione del Krafla, dove si attraversano zone con soffioni, solfatare, montagne di colore giallo e rosa e un’immensa centrale geotermica. Dopo aver lasciato la macchina ci siamo “arrampicati” sul cratere, ormai inattivo, di Viti (inferno) dove all’interno si trova uno splendido lago azzurro. Durante la salita si vedono i ruscelli d’acqua fumanti con una vista stupenda, ma con un odore di zolfo penetrante. Non ancora contenti ci siamo recati verso la caldera di Leirhnjukur, con una colata di lavata ancora fumante, prima di arrivare in cima comunque la natura ci ha regalato un altro scenario magnifico, dal suolo fumante pieno di zolfo, bolliva come in un pentolone del fango, uno scenario da inferno dantesco.
Ripartiamo ed arriviamo a Reykjahlid, dove ci fermiamo per il pranzo e per non sbagliare prendiamo il solito hamburger e patatine.
Da qui, in pochi minuti siamo arrivati nella famosa regione del lago Myvatn, peccato che c’era nebbia e quindi non si vedeva un gran che, comunque abbiamo fatto un’altra piccola escursione sul cratere di Hverfell, dove tutto era
Proseguiamo sempre costeggiando il lago fino ad arrivare a Dimmuborgir, dove con un’altra passeggiata scopriamo i “castelli neri”, pilastri, spuntoni, archi e grotte formate esclusivamente da lava circa 2000 anni fa. Ora ci aspetta un bel tragitto in macchina per arrivare sulla costa orientale dell’isola.
Nonostante il tempo non sia dei migliori, attraversiamo paesaggi splendidi fino ad arrivare nella fattoria di Hreindyr, dove per € 2.40 si possono vedere due simpatiche renne di 6 anni, che al richiamo del padrone arrivano come cagnolini, sono bellissime!!!! Le corna sono completamente ricoperte di morbido pelo. Verso le 21,30 esausti arriviamo ad Husey, dove siamo ospiti in un ostello sperduto nella campagna islandese, per arrivare fin qui bisogna percorrere 30 km di sterrato, ci danno il benvenuto una miriade di uccelli, essendo questo uno dei posti + adatti per gli amanti del bird watching, e sul mare avvistiamo le prime foche.
Mercoledì 14.08.2002
………driiiin ……….driiin……..Sveglia ore 06,00!!!!! Ci presentiamo per fare colazione e siamo 4 zombi, facciamo una cosa rapidissima e poi subito fuori per vedere le foche, mai viste finora così tante, sono delle bellissime foche bianche e mentre le fotografiamo si mettono in posa. Intorno a noi c’è un’immensa prateria e quello che si sente sono soltanto le voci degli animali, chissà se ci vogliono dire qualcosa?
Dopo circa ¾ d’ora ripartiamo e poco dopo ci fermiamo per visitare la chiesetta di Kirkjubaejarkirkja (nome impronunciabile), datata 1851, una delle chiese in legno + vecchie d’Islanda, dove ci danno il benvenuto due cagnolini
Dopo ½ ora ripartiamo ed arriviamo ad Egilsstadir dove ci fermiamo, presso la locale stazione di servizio ESSO, per il solito pranzo a base di hamburger e patatine, laviamo la macchina orami diventa irriconoscibile dal fango e ci rimettiamo in marcia. La strada da fare è ancora lunga, così Elena ed io ogni tanto ci fermiamo a riflettere (riposino), al contrario Cri e Mauro scendono continuamente per fotografare di tutto, noi invece ci muoviamo solo quando vediamo cose interessanti. Attraversiamo la regione dei fiordi con piccoli villaggi di pescatori e montagne a picco sul mare, un paesaggio molto particolare e suggestivo.
Poco prima di arrivare a Stafafell, dove si trova il ns. ostello, ridendo per alcuni simpatici aneddoti, solamente grazie a Mauro abbiano evitato di investire una pecora e pochi metri dopo abbiamo dovuto schivare nuovamente un gruppo di pecore “kamikaze”. La zona in cui arriviamo è famosa per la sua baia e i suoi cigni, quando arriviamo c’è una luce bellissima, il sole riscalda l’aria e stranamente possiamo stare fuori solo con il maglione, vediamo nella laguna dei puntini bianchi e quando finalmente ci avviciniamo ci accorgiamo che sono centinaia di cigni!!! Le montagne da un lato, simili alle ns. Dolomiti, e il mare
Giovedì 15.08.2002
Anche questa mattina sveglia verso le 07,30, veloce colazione e pronti per la partenza.
Lasciamo definitivamente la zona dei fiordi e ci dirigiamo sempre più verso sud seguendo la costa da una parte e le prime lingue del più grande ghiacciaio d’Europa, il Vatnajokull, dall’altra. Dopo una cinquantina di chilometri arriviamo nella famosa laguna di Jokulsarlon, profonda 190 mt. dove la presenza di un gran numero di iceberg di circa 1.500/2.000 anni, ne fa una scena da tipico paesaggio artico. Ci prepariamo adeguatamente alla temperatura esterna e saliamo sul mezzo anfibio per fare il giro (Euro 23) all’interno della laguna. Uno spettacolo bellissimo, i blocchi di ghiaccio sono di colore azzurro, così come l’acqua che è di 2/3 gradi, quando ci siamo fermati al centro della laguna per sentire la guida, è cominciato a piovere e ci siamo bagnati come “pulcini”. Il mezzo anfibio è sempre seguito da una canotto e il salvagente va indossato durante tutto il tragitto, la guida ci spiega dettagliatamente tutte le caratteristiche di questo luogo, mentre ogni tanto dall’acqua spuntano
Successivamente arriviamo verso uno dei parchi nazionali più grandi d’Islanda; Skaftafell, dove ci aspetta un’escursione di circa 2 ore. Simbolo del parco è sicuramente la cascata di Svartifoss, una delle + belle di tutto il paese, l’acqua scende tra colonne strapiombanti di basalto creando uno splendido disegno. Da qui il sentiero prosegue a monte e tra non poche difficoltà, rappresentate da un vento fortissimo che in alcuni tratti rende difficile persino camminare, arriviamo a Sjonarsker, da qui si gode il panorama sul sottostante Sundur, deserto di sabbia lavica, dal quale si alzavano minacciose folate, il vento era impossibile, non riuscivo a tenere la telecamera, stavo per volare via. In alcuni momenti era possibile stare in piedi con un inclinazione di 50° sorretti solamente dal vento, un posto stranissimo.
Finalmente scesi, ci siamo infilati dentro il ristorante per il pranzo. Prima di arrivare a Vik, tappa finale della giornata, ci siamo fermati per visitare il paesino di Kirkjubajarklausture e fare un’altra piccola escursione. Arrivati all’ostello, che dall’esterno non prometteva niente di buono, i ragazzi sono scesi per le formalità del caso, una vota usciti a Christian è rimasta la maniglia della porta in mano, io ed Elena non riuscivamo a riprendere fiato dalle risate, saliti in macchina ci hanno detto che il posto era un schifo; uno scherzo, l’ostello all’interno è molto carino, accogliente e pulito. Lasciate le valigie siamo andati a fare un giro verso la spiaggia, completamente nera, dove da un lato sia alzava una scogliera brulicante di gabbiani e puffini. Mauro e Cri si sono arrampicati per fare le foto, una volta scesi hanno cambiato posto andando sopra degli scogli, una cosa fatale per Mauro che per salvare la macchina fotografica, cadendo non si è protetto con le mani così ha battuto la testa e il torace. Quando sono tornati sulla spiaggia, Mauro aveva le alghe attaccate anche sulle orecchie, comunque solamente un brutto spavento, niente di grave. Ripresa la macchina siamo andati a comprare qualche souvenir presso il negozio di oggetti in lana. Tornati in ostello abbiamo preparato la cena, c’era un sacco di gente da tutto il mondo, abbiamo giocato a carte godendo dell’ottimo the offerto dal gestore e dello splendido panorama sulla sottostante baia. I ragazzi a fine serata hanno proposto la sveglia alle 06,00, ma noi, diplomaticamente abbiamo declinato l’invito. Buona notte.
Venerdì 16.08.2002
Questa mattina per me ed Elena la sveglia è stata alle ore 07,30, mentre Cri e Mauro come programmato si sono svegliati alle 06,00 per andare in spiaggia a fotografe i puffini. Rientrati, abbiamo fatto colazione e ci siamo messi in viaggio verso Dyrholaey, contrafforte roccioso alto 110 mt. con un arco formatosi dai frangenti dell’Atlantico, dalla sua sommità, dove si trova anche un faro, si scorge un panorama meraviglioso sulla lunghissima spiaggia nera da una parte e sui faraglioni dall’altra. Sulla parete nord, abbiamo visto una delle colonie + numerose di puffini, ne erano veramente molti e a distanza ravvicinata. Seconda tappa della giornata è la cascata di Skogafoss, situata a circa 500 mt. dal paese di Skogar, con i suoi 60 mt. di altezza è la più bassa delle oltre 20 cascate che s’incontrano lungo lo stesso fiume. Breve visita, qualche foto e poi di nuovo in macchina per raggiungere la cascata di Seljalandsfoss, non prima di avere fatto qualche foto ricordo con i famosi cavalli islandesi. Quest’ultima cascata si differenzia dalle altre per un particolare, infatti è possibile passare sotto l’arco formato dall’acqua durante il suo imponente salto. Mentre io riprendevo con la telecamera, i ragazzi insieme ad Elena hanno fatto tutto il giro bagnandosi non poco,. Il rumore era assordante nel punto in cui l’acqua arriva nel laghetto sottostante.
Arrivati nella piccola cittadina di Hvolsvollur, abbiamo visitato il museo di Sogusetrid che offriva, al prezzo di € 5, un interessante esposizione sulla saga dei vichinghi. Verso le 13,30 siamo arrivati a Geysir, città che ha dato il nome ha questo fenomeno in tutto il mondo, per il pranzo
A pochi chilometri di distanza si trova un’altra famosa meta turistica da non perdere, le cascate di Gullfoss, dove il fiume Hvita precipita lungo un dislivello di 32 mt. formando due cascate, sotto le quali si apre un canyon profondo 70 mt. e lungo 2,5 km. Un bellissimo spettacolo, saremmo rimasti li per ore.
Fatte le foto di rito, ci siamo rimessi in strada verso Rejkyavik, mentre percorriamo gli ultimi chilometri per arrivare verso la capitale, vediamo tutta la gente che esce dalla città per il week-end e la malinconia per la fine della vacanza comincia a farsi sentire. Per colpa dei ragazzi, stavamo per rimanere a piedi senza benzina, Cri rideva “sotto i baffi” e controllava continuamente sul computer della macchina quanti Km avremmo potuto ancora fare, fortunatamente siamo arrivati giusti in tempo presso una stazione di benzina.
Arrivati finalmente a casa ci siamo sistemati, fatto la cena dopo di che io e Cri, poi si è aggregato anche Mauro, abbiamo fatto il bagno sulla jacuzzi in giardino, si stava benissimo anche se fuori erano 8° C., io sono rimasta per circa ¾ d’ora, mentre Cri è uscito solamente dopo 1 ora e ½ , la pelle stava per cadergli dal corpo, quando è rientrato ci siamo fatti un the e poi a nanna.
Sabato 17.08.2002
Questa mattina ci siamo svegliati verso le 08,00, abbiamo fatto un abbondante colazione a base di salmone e poi abbiamo raggiunto la famosa “Laguna Blu”. Il tempo era splendido e fortunatamente non c’era ancora molta gente. Fin da lontano si notano grandi nuvole di vapore che si alzano da questo grande “stagno” azzurro, formato dall’acqua che defluisce dalla locale centrale idroelettrica e da alghe di colore blu-verde che prosperano nell’acqua, non appena questa si raffredda a
Oggi per REYKJAVIK è una giornata molto importante, una giornata di festa ed anche per questo quando siamo arrivati abbiamo avuto non pochi problemi per trovare un parcheggio. La città era paralizzata a causa della maratona che era incorso fin dalle 12,00, ci siamo incamminati verso le strade del centro e subito abbiamo notato la differenza con il ns. primo giorno in questa città, C’era una marea di gente, ma quello che saltava agli occhi era il numero impressionante di bambini e di donne incinta, la città così come tutto il paese risalta in maniera prepotente la giovane storia di questa terra.
Abbiamo fatto pranzo in strada con degli hot dog e poi abbiamo continuato il ns. giro, in ogni angolo c’era un piccolo gruppo di suonatori, cabarettisti e teatrini di marionette per i bambini. Arrivati al mercato delle pulci, io e Cri abbiamo comperato un vecchio barattolo, usciti siamo andati verso il porto dove erano ormeggiate 2 inutili navi da guerra insieme a vecchi velieri restaurati.
Abbiamo continuato il ns. giro per negozi, così da poter comprare gli ultimi souvenir fino a quando affamati ci siamo fermati presso un pub, dove abbiamo mangiato una zuppa “tipica” contenuta in una scodella di croccante pane. Cri ne ha mangiate due, una alla carne e una al pesce.
Domenica 18.08.2002
Sveglia verso le 04,30, controllo finale dei bagagli e poi tutti in macchina per l’ultimo tragitto fino all’aeroporto di Keflavik. In macchina regna il silenzio, un’po’ per l’ora ed un’po’ per la fine della vacanza. Lasciamo la macchina e ci infiliamo nel salone dell’aeroporto in attesa di imbarcarci, tutto fila liscio durante il viaggio fino ad Amsterdam prima e Milano Malpensa poi, riprendiamo la ns. macchina e ci mettiamo in viaggio verso casa per arrivare intorno alle 00,45.
Questa è la “cronaca” della nostra vacanza. Tutto è andato come immaginavo e per alcuni versi anche meglio, escludendo i soliti imprevisti del caso. Come riportato su molte guide, se siete appassionati di fotografia, raddoppiate il numero di rullini che pensate di portare, perché se il tempo sarà dalla vostra parte, le occasioni e gli scenari da immortalare saranno innumerevoli. Nonostante non sia certo un paese abbordabile dal punto di vista economico, con particolari accorgimenti si possono abbattere dei costi superflui e godere ugualmente di una bella vacanza. Portate con voi indumenti pesanti e vestitevi a “cipolla”, in quanto anche durante i mesi più caldi, la temperatura può oscillare da 2/3° C fino ad un massimo di 20° C e comunque siate pronti ad affrontare, durante la stessa giornata, diverse situazioni climatiche.
Ancora oggi mi tornano in mente tutte le simpatiche vicende del ns. viaggio, i paesaggi e l’emozioni provate. Mi ricorderò sempre di questa terra così diversa della nostra, ovunque ci si trova in grandi spazi, in larghi orizzonti, nella natura che regala un nuovo spettacolo ad ogni angolo. Questa terra e il popolo cordiale ed ospitale che la abita, ispirano una sensazione di pace, tranquillità e sicurezza.
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