di Barbara –
Dopo aver letto tanti racconti di viaggio, eccovi il mio sperando possa essere d’aiuto a chi sta pensando ad un viaggio in Namibia. Sarà un mix di informazioni pratiche, commenti e sensazioni.
La Namibia è sicuramente un luogo meraviglioso e facile da visitare, purtroppo è un po’ caro, ma con alcuni accorgimenti è possibile contenere di molto le spese.
Non c’è alcun problema nell’organizzarsi in modo autonomo, persino i campeggi statali possono essere prenotati autonomamente on line.
Avevamo a disposizione un periodo piuttosto lungo per cui abbiamo deciso di visitare la maggior parte dei luoghi più importanti del nord e del sud del Paese.
All’inizio della pianificazione avevamo deciso di saltare l’Etosha che, capisco, può sembrare una decisione piuttosto strana, ma era dovuta al fatto che avevamo già visto tanti parchi africani in Kenya, Tanzania, Sudafrica. Alla fine abbiamo trovato un compromesso e deciso per 2 notti facendo la strada da Namutoni a Okaukuejo.
Siamo stati ad ottobre 2017 e, verso fine aprile/inizio maggio, avevamo deciso un itinerario di massima.
Ho così cominciato a chiedere dei preventivi per il noleggio dell’auto e ho subito realizzato che molti autonoleggi non avevano più auto disponibili. Stessa cosa per gli hotel: molte strutture lungo l’itinerario risultavano già fully booked.
A quel punto, ho cominciato a prenotare tramite Booking.com e Expedia (quest’ultimo DECISAMENTE meglio dell’altro) le strutture che trovavo disponibili ed offrivano la cancellazione gratuita, per avere almeno qualche punto fermo.
Dovendo “accontentarci” di ciò che trovavamo, l’idea iniziale di fare un mix tra guesthouse, campeggi e lodges è stata per un attimo accantonata.
Poi, però, le cose sono cambiate ed è per questo che consiglio vivamente, quantomeno per ciò che riguarda soggiorni in settembre/ottobre, di prenotare un mesetto prima perché, a quella scadenza, le agenzie viaggi rilasciano le camere invendute e, magicamente, si trova di tutto compresi i campeggi/lodges all’interno dell’Etosha e di Sesriem. Quindi il mio consiglio è: considerate un piano B per non rimanere “a piedi”, ma non demordete e vedrete che riuscirete a trovare ottime sistemazioni.
L’unico lodge dove è quasi impossibile trovare posto in ogni periodo è il Twyfelfontein Country Lodge perché tutti i gruppi organizzati prenotano lì. Purtroppo, in quella zona del Damaraland o si va in campeggio (molto molto spartani se in zona) oppure tutte le strutture che ci sono (Doro Nawas, Mowani Mountain Camp e altre) hanno dei prezzi proibitivi, almeno per le mie tasche. Buone alternative, anche se più lontane, sono lo Xaragu (poco conosciuto) e il Madisa (a mio parere caro per quello che offre) che offrono sistemazioni in tende fisse e posti tenda.
Quindi, come dicevo, un mesetto prima si è liberato di tutto per cui sono riuscita ad organizzarmi come volevo. Ho però perso un po’ di denaro perché Booking, al contrario di Expedia, fa prelevare l’importo del soggiorno, direttamente dall’hotel, in valuta locale al cambio del giorno della prenotazione. Dato che quando ho prenotato il dollaro namibiano aveva un valore più alto di quando ho cancellato, ho perso diverse decine di euro nel cambio sfavorevole. Le prenotazioni fatte con Expedia, invece, vengono pagate direttamente a loro in Euro e quindi se si cancella si ottiene indietro esattamente la cifra che si è pagata.
Ultima annotazione: quando a maggio/giugno ho chiesto a diversi hotel le disponibilità, tutti mi hanno risposto che erano al completo. Ho chiesto loro la possibilità di mettermi in lista d’attesa e mi hanno risposto di sì. Beh, sappiate, che nessuno di loro mi ha scritto per dirmi che si era liberata la disponibilità che però trovavo sui siti di prenotazione on line.
Il sito per prenotare i parchi statali è www.nwr.com.na, basta registrarsi e procedere con la prenotazione del lodge/campeggio prescelto. Nessun problema, arriva la conferma via mail, la stampate e la presentate al check-in.
Non scoraggiatevi se non trovate posto, dovete avere molta pazienza e controllare le disponibilità tutti i giorni, anche un paio di volte al giorno, perché la situazione cambia spesso ed è importante “cogliere l’attimo”.
La macchina l’abbiamo prenotata con http://www.smiling-africansun.com e siamo stati contentissimi. I proprietari, Esme (che cura la parte amministrativa) e Stefan (che cura la parte tecnico/meccanica) sono affidabili e seri. L’auto che ci è stata consegnata aveva solo 23000 Km. ed era in perfette condizioni con doppio serbatoio da 140 litri e doppia ruota di scorta. Non abbiamo avuto nessuna foratura o guasti meccanici. L’equipaggiamento era perfetto, c’era proprio tutto (persino i fiammiferi per il barbecue), tavolo eccezionale, grande, robusto con i piedi che si aprivano tramite pistoncini, compressore a 12v, grande frigorifero da 40 litri che, tra l’altro, è in dotazione anche a chi noleggia solo l’auto senza l’attrezzatura da campeggio.
Poi, la cosa grandiosa, è che le auto hanno un comodissimo sistema di cassetti scorrevoli ed estraibili dove è possibile stivare tutta l’attrezzatura in modo ordinato e facilmente individuabile e così il pianale rimane libero per i bagagli.
Le strade sono tutte sterrate, tranne le arterie principali come la B1 e la B4, però tenute piuttosto bene anche se è fondamentale non correre. La strada peggiore che abbiamo trovato è stata quella da Sesriem al Kuiseb Pass. Ci siamo serviti della mappa Tracks4Africa acquistata on line e di alcune app che funzionano anche off line come Osmand.
Il costo del gasolio era di circa 0,70 € al litro
Il nostro itinerario è stato il seguente:
Day 1 – Windhoek / Keetmanshop
Day 2 – Keetmanshop / Fish River Canyon east side
Day 3 – Fish River Canyon east side / Fish River Canyon west side
Day 4 – Fish River Canyon west side / Luderitz
Day 5 – Luderitz / Kanaan Desert Retreat
Day 6 – Kanaan Desert Retreat / Sesriem Park
Day 7 – Sesriem Park
Day 8 – Sesriem Park / Swakopmund
Day 9 – Swakopmund
Day 10 – Swakopmund / Twyfelfontein
Day 11 – Twyfelfontein
Day 12 – Twyfelfontein / Opuwo
Day 13 – Opuwo / Epupa Falls
Day 14 – Epupa Falls / Kunene River Lodge
Day 15 – Kunene River Lodge/Eenhana (in mezzo al nulla, per spezzare il tragitto verso Rundu)
Day 16 – Eenhana / Rundu
Day 17 – Rundu / Mahangu Game Reserve Divundu
Day 18 – Mahangu Game Reserve Divundu / River Dance Lodge Divundu
Day 19 – River Dance Lodge Divundu / Mururani Camp
Day 20 –Mururani Camp / Ohange Namibia Lodge
Day 21 – Ohange Namibia Lodge / Namutoni gate
Day 22 – Namutorni / Okaukuejo
Day 23 – Okaukuejo / Okonjima
Day 24 – Okonjima / Ameib Ranch Erongo Mountain
Day 25 – Ameib Ranch Erongo Mountain / Windhoek
Day 26 – Volo di rientro
Prima di arrivare a questa versione l’itinerario è stato modificato più volte sulla base delle strutture disponibili e delle notizie/suggerimenti che man mano scoprivo leggendo guide, blog e racconti di viaggio.
Siamo stati molto indecisi se inserire una notte al Waterberg Plateau dopo l’Etosha e prima di Okonjima, ma poi abbiamo optato per la zona di Erongo per avere un’idea del paesaggio intorno allo Spitzkoppe. Infatti, mi sarebbe piaciuto visitare questa zona, facilmente raggiungibile da Swakopmund e che ritenevo interessante, ma farlo mi avrebbe impedito di percorrere la Skeleton Coast, che per me era un must. Così abbiamo in parte ovviato all’inconveniente, inserendo l’ultima notte in zona e rinunciando al Waterberg.
Nel periodo del nostro viaggio il solo sorgeva intorno alle 6 e tramontava alle 19 per cui avevamo molte ore di luce per spostarci da un luogo all’altro. L’itinerario si è rivelato equilibrato e fattibile, ma con il senno di poi avrei fatto senz’altro un paio di cambiamenti. Prima cosa, saltare le Epupa Falls perché completamente asciutte. La gente del posto ci diceva che a loro memoria una situazione del genere non si era mai vista. Chi dava la colpa alla diga di Ruacana che fermava il flusso dell’acqua per irrigare i campi di mais, chi diceva che era colpa delle poche piogge cadute in Angola che sono quelle che alimentano la cascata, ad ogni modo le cascate erano inesistenti.
Al loro posto avrei inserito due notti al Kunene River Lodge che ho trovato incantevole.
Seconda modifica: stare due notti sul lato ovest del Fish River (anziché una sul lato est e una su quello opposto) per poter fare l’escursione alla base del canyon.
Terza e ultima modifica: sarei stata due notti al Mahangu anziché una notte lì e una al River Dance che si è rivelato una grande delusione.
Il tempo, nel complesso, è stato buono, ma abbiamo avuto alcune situazioni sfavorevoli. Prima di tutto la nebbia a Deadvlei (credo che non succeda praticamente mai !!!), poi, molto spesso, un vento insopportabile soprattutto durante l’escursione a Sandwich Harbour e al parco Etosha che ci ha riservato anche una forte pioggia.
Al sud la temperatura era piacevole durante il giorno, piuttosto fredda la notte (al mattino presto c’erano 6/8°). Man mano che salivamo verso nord diventava sempre più caldo con temperature vicine ai 40° e umidità.
Dato che eravamo alla fine della stagione secca, abbiamo deciso di non fare vaccinazioni nonostante il nostro viaggio prevedesse il Caprivi che è zona malarica.
Partiamo !
Siamo arrivati a Windhoek alle 10.30 di sabato 7 ottobre con volo KLM arrivato con buon anticipo sull’orario previsto. Abbiamo quindi avuto il tempo di cambiare gli euro in valuta locale e di acquistare nel negozio MTC all’interno dell’aeroporto una SIM con un pacchetto che includeva 100 minuti di chiamate, 700 SMS, 1 GB data e 500MB di social media data ad un costo di circa 2,50 € a settimana (pacchetto Aweh Gig).
La persona che é venuta a prenderci ci ha accompagnato c/o l’autonoleggio dove abbiamo preso possesso della nostra meravigliosa auto. Abbiamo sbrigato le formalità burocratiche con Esme, poi Stefan ci ha spiegato un po’ di cose e finalmente siamo partiti. Abbiamo scelto un hotel (Arrebush Travel Lodge) molto vicino al noleggio, sia perché, arrivati stanchi non avevamo voglia di infilarci nel traffico cittadino, sia perché era molto comodo per la partenza di domani, trovandosi nella zona sud della città.
Arrivati in hotel ci siamo riposati un po’ e poi siamo andati a fare la spesa al supermercato Spar di Grove Mall, anche questo piuttosto vicino all’albergol. Ultima commissione: riempire il serbatoio (pompa proprio di fronte l’hotel).
Se avete intenzione di visitare la Quiver Forest, il mio suggerimento é quello di percorrere tutta la tratta da Windhoek. La strada B1 è noiosa, ma tutta asfaltata e si percorre senza problemi. In questo modo avrete sia il tramonto che l’alba per visitare il sito. Se invece vi fermaste a Mariental, come fanno in molti, arrivereste nelle ore più calde della giornata e con una luce poco adatta alle fotografie.
Arrivati a Keetmandhop siamo andati al B&B che avevo prenotato – Quiver Inn Guesthouse, posto molto accogliente, nuovo e dotato di cucinino – dove abbiamo fatto il check in e riposato un po’. Nel tardo pomeriggio abbiamo visitato la Quiver Forest (ingresso 80 Nam/pax)
Dopo aver fatto benzina abbiamo preso la Klein Karas Scenic Route (D608) una strada molto bella con paesaggi fantastici. Poi, abbiamo proseguito sulla C12 (nell’ultima parte bellissimi paesaggi, strada di terra rossa e molti nidi di uccelli tessitori).
Siamo arrivati al Fish River Canyon viewpoint intorno all’una che non è proprio l’orario più indicato per la visita, ma è stato comunque piacevole.
Ci siamo fermati a 3 differenti viewpoint e abbiamo percorso un sentiero che corre proprio lungo il rim per circa 1 Km..
Arrivati al lodge, abbiamo partecipato ad una passeggiata gratuita organizzata al tramonto.
Quella mattina, per passare sul lato ovest del canyon, anziché percorrere le più facili e veloci C12 e B4, abbiamo deciso di andare verso Ai Ais, poi di prendere la C37 e la C13 lungo l’Orange River, passare Rosh Pinah per poi prendere la D463 fino al Fish River Lodge (considerate che gli ultimi 20 km.per arrivare al lodge sono pessimi e ci vuole tempo per percorrerli).
L’intero percorso ha richiesto circa 9 ore considerando la pausa pranzo, tantissime soste per scattare fotografie e, soprattutto, la scelta di percorrere un 4wd trail, il Gamchab, un tracciato panoramico lungo 14 Km. che corre nel letto asciutto del fiume in una stretta valle (bellissimo).
L’inizio del percorso è 19 Km.dopo il bivio tra la D316 e la C37, non ci sono cartelli segnaletici o altro, l’unico segnale è un piccolo pannello rosso.
La mattina abbiamo seguito un sentiero pedonale molto ben tenuto che parte dal lodge e corre lungo il rim (lato ovest guardando l’ingresso del lodge)
Poi siamo partiti lungo la D459 e raggiunto la B4 (asfaltata). Ci siamo fermati al Bahnhof hotel di Aus per qualcosa di fresco e alla pozza del Garub per vedere i cavalli del deserto.
Siamo arrivati a Luderitz intorno alle 16.30. Era importante arrivare prima delle 17 per comprare c/o Safaris & Tours il permesso per l’ingresso di domani a Kolmanskop. Ad ogni modo Mrs.Marion dell’agenzia era stata molto carina e mi aveva dato il suo numero di cellulare per chiamarla in caso fossimo stati in ritardo. Con quel permesso si può entrare a Kolmanskop dall’alba al tramonto mentre il normale ingresso consente l’ingresso solo dalle 8 o 8,30 non mi ricordo fino alle 13.
Il photo permit costa Nam 230 a testa.
Luderitz sembra una città di frontiera, c’era un forte vento che spazzava le strade e poca gente in giro. Abbiamo fatto una bella passeggiata con la luce del tramonto che illuminava le case colorate. Abbiamo dormito in un appartamento con uso di cucina.
Sveglia all’alba per visitare Kolmanskop che é stato uno dei posti che ho preferito perché non avevo mai visto niente di simile prima di allora.
Dopo la visita abbiamo ripercorso la strada verso Aus e poi preso la D707, una delle strade più panoramiche della Namibia.
Nel pomeriggio abbiamo raggiunto il Kanaan Desert Retreat, a mio avviso il paradiso in terra.
Al tramonto abbiamo scelto di partecipare al sunset tour, bellissima esperienza.
Abbiamo iniziato la giornata alle 6.30 con il Cheetah Feeding Tour. Kanaan è una fondazione che si occupa dei ghepardi rimasti orfani troppo giovani per poter sopravvivere autonomamente. Durante la nostra visita c’erano 2 ghepardi che vivono in cattività in una grande area e vengono alimentati tutti i giorni. Avevo molti pregiudizi su questa attività, ma mio marito ha insistito e l’abbiamo fatta. Mi sono dovuta ricredere e sono stata felicissima di aver accettato. Visitare a piedi l’area per cercare i ghepardi e stare ad un paio di metri da questi felini è stata un’esperienza unica ed emozionante.
Dopo una meravigliosa colazione siamo partiti per Sesriem dove saremmo stati per due notti pernottando dentro il parco.
Al tramonto ci siamo diretti verso la duna 40 e 45 e abbiamo visto colori incredibili.
Il mio suggerimento è cercare di dormire dentro il parco non solo perché ci si può muovere un’ora prima che arrivino migliaia di persone, ma anche perché intorno alle 10 è già molto caldo e quindi se si parte prima si ha più tempo per le visite.
Questa mattina sveglia alle 4.30 e partenza alle 5. Era buio pesto e quindi tenevamo una velocità bassa, anche perché ci sono diversi animali (orici, gazelle, struzzi) che attraversano la strada (60 Km.di strada asfaltata per arrivare al parcheggio 2×4). Ad un certo punto inizia ad esserci foschia che diventa sempre più fitta fino ad esserci un nebbione che ci costringe ad andare a passo d’uomo.
Arrivati al parcheggio 2×4 abbiamo sgonfiato gli pneumatici e affrontato il tratto sabbioso. La sabbia era ancora compatta e quindi è stato abbastanza facile arrivare al parcheggio, dove ci siamo resi conto che eravamo i primi dato che non c’era ancora nessuna auto. Aiutati dall’app Osmand (che ho trovato molto utile perché segnala anche i sentieri) abbiamo raggiunto il Deadvlei. Purtroppo la visibilità era pessima a causa della nebbia e delle nuvole basse che coprivano le cime delle dune. Non ci potevo davvero credere! Ad ogni modo abbiamo cercato di trovare il lato positivo e abbiamo scattato diverse immagini che trovo suggestive e particolari perché insolite. A poco a poco il sole è uscito dalle nuvole, anche se, nel frattempo, era arrivata moltissima gente. Abbiamo visitato anche il vlei a fianco e poi abbiamo ripreso l’auto per raggiungere il Sossusvlei (il meno interessante dei 3 visitati) dove abbiamo mangiato dei panini.
Ripercorrere il 4×4 track è stato molto meno facile dell’andata perché, la sabbia smossa dalle tantissime auto e soffice per l’alta temperatura, rendeva la guida più impegnativa.
Tornati indietro abbiamo visitato il Sesriem Canyon, ma era ormai l’una con un caldo davvero insopportabile e una luce che non rendeva giustizia.
Ci siamo riposati e prima del tramonto siamo tornati alla duna 45. Rientrati, abbiamo cenato al ristorante del campeggio con un ottimo hamburger e una birra fresca.
A letto prestissimo perché domani mattina ci aspetta un’altra levataccia.
Questo é stato il giorno più lungo dell’intero viaggio.
Ancora una volta sveglia alle 4.30 per raggiungere il parcheggio 2×4. Per fortuna non c’era nebbia e la giornata era bellissima. Per questo eravamo indecisi se tornare al Deadvlei per vedere ciò che ci eravamo persi ieri, ma considerato che davanti a noi avevamo una lunga giornata, abbiamo deciso per l’Hidden Vlei che si è rivelato una bellissima sorpresa. Paesaggi meravigliosi anche lungo il sentiero per raggiungere il vlei (ca.4 km. tra A/R) e un’atmosfera magica in quanto c’eravamo solo noi. Dopo un po’ sono arrivate altre 2 persone, ma non c’era nessun altro, contrariamente alle folle di Deadvlei.
Dopo la visita abbiamo riempito i serbatoi e siamo partiti per Swakopmund. La strada era davvero pessima, corrugata e con tantissimi bumps. Ci siamo fermati a Solitaire per un caffè e abbiamo acquistato la famosa apple pie da portare via.
La strada continua attraverso i passi Guab e Kuiseb e, dopo quest’ultimo, invece di prendere la D1998 abbiamo imboccato la strada verso Ganab alla quale si può accedere solo con il permesso che avevamo acquistato presso gli uffici della NWR a Sesriem. In pratica, per prendere questa strada, anziché prendere la D1998 dovete proseguire per altri 3 Km. sulla strada principale (M36 o C14 a seconda delle cartine). Per chi avesse tempo non sarebbe male passare una notte in questa zona per visitare Blutkoppe e lo Sculpture Trail.
Al termine di questo tratto lungo ca.50 Km. siamo arrivati sulla C28 e svoltato a sinistra in direzione di Swakopmund. Percorsi altri 50 Km.abbiamo svoltato a destra sulla D1991 Welwitschia Drive, anche questa accessibile solo con permesso (è un unico permesso per tutta la zona che, per un giorno, costa 90 Nam). Qui ci siamo fermati per vedere le welwitschia e il moon landscape.
Un consiglio se non avete troppo tempo: per vedere le piante non arrivate al nr.12 della mappa di questo link https://www.namibweb.com/welwitschia-plains.pdf – le potete vedere anche poco prima del bivio con il nr.8, sono sulla sinistra, subito dopo un dosso, ben tenute, con la base delimitata da ciottoli.
Siamo arrivati a Swako che erano quasi le 19.
Qui abbiamo incontrato Kobus, che ci doveva consegnare la chiavi del suo appartamento che avevo prenotato per 2 notti.
Ci siamo svegliati con una giornata bellissima, il cielo blu e una temperatura piacevolissima (mi aspettavo la nebbia qui e invece l’abbiamo avuta a Deadvlei).
Ci siamo rilassati, fatto un’ottima colazione, una passeggiata per Swako e poi ci siamo mossi verso Walvis Bay dove avevo prenotato l’escursione per Sandwich Harbour con Sandwaves Tours.
Nel frattempo si era alzato un vento fortissimo e molto fastidioso (ca.30 nodi) che ci ha fatto considerare di cancellare l’escursione, poi, però, abbiamo deciso di andare lo stesso e abbiamo fatto bene anche se la sabbia entrava ovunque, naso, bocca, orecchie, occhi e rendeva un po’ difficile scattare fotografie e muoversi.
Terminata l’escursione che consiglio perché offre panorami unici, ci siamo presi un po’ di tempo per vedere da vicino la zona delle saline con la bella luce del tardo pomeriggio.
Come detto, per andare verso nord, avevamo deciso di percorrere la Skeleton Coast e sono stata contenta di questa decisione perché non ho assolutamente trovato la strada noiosa come scritto da molti in vari post.
L’unica delusione è stata quella di aver saltato la deviazione per il relitto della Zelia. Purtroppo c’erano importanti lavori in corso per la costruzione di una nuova strada, con molte deviazioni e cartelli che mi hanno distratto e fatto perdere questa visita.
Per questo ho tentato di trovare il relitto della Chamarel che dovrebbe essere ca.30 Km.dopo Henties Bay, vicino al Fisherman Inn B&B, ma anche qui nessun segnale. Abbiamo imboccato un paio di strada che portavano al mare (verso i fisherman’s point), ma nulla. Sono arrivata alla conclusione che probabilmente si trovi all’interno di un’area mineraria con accesso vietato.
Sosta successiva presso la colonia di otarie di Cape Cross (in ottobre apre alle 10.00)
Dopo circa 80 Km. abbiamo raggiunto l’Ugab Gate dove inizia la zona protetta del parco. Al famoso cancello con i teschi, c’è l’ufficio dove si firma il registro (ingresso prima delle 15.00 e uscita prima delle 19). Non sono necessari permessi particolari (almeno per noi che non abbiamo pernottato all’interno del parco) e l’ingresso è gratuito.
Ci siamo fermati in tutti i posti segnalati dai cartelli che sono:
– relitto della South West Seal, arenatosi nel 1976 e di cui rimangono poche parti visibili (17 Km.dopo il cancello d’ingresso)
– Old oil rig, una vecchia trivella crollata e sdraiata a terra (44 Km. dopo il cancello)
– Toscanini, dove sono rimasti solo i piloni di un vecchio molo (almeno questo è quello che si vede in internet), ma che non siamo riusciti a trovare. Secondo me, sempre perché si trova all’interno di una zona mineraria il cui accesso è vietato (54 Km.dopo il cancello).
Circa 50 Km.dopo il cartello del Toscanini e poco prima di Torra Bay c’è la deviazione verso l’uscita di Springbokwasser.
A poco a poco il paesaggio comincia a cambiare, appaiono le prime rocce rosse e, finalmente, quasi alle 19 siamo arrivati a destinazione.
Oggi giornata di relax. Al mattino presto, per evitare il caldo, abbiamo visitato le pitture rupestri di Twyfelfontein che ho trovato molto interessanti e gli Organ Pipes e la sera al tramonto la Burnt Mountain che, onestamente, potete proprio tralasciare. Volendo, in zona si può visitare il Damara Living Museum e la Petrified Forest.
Spostandoci verso nord il paesaggio cambia, cominciano a vedersi alberi, termitai e pastori con le loro mandrie al pascolo.
Per la prima volta siamo stati fermati dalla polizia per un controllo, ma sono stati molto cordiali e non abbiamo avuto nessun problema (per sicurezza avevamo fatto la patente internazionale, costo € 42,20 direttamente all’Aci).
Arrivati a Opuwo abbiamo fatto una passeggiata per il villaggio e siamo andati al supermercato Spar. E’ davvero strano vedere donne Himba a seno scoperto che a fanno la spesa in un supermercato ipermoderno, molto simile ai nostri. Per la strada ci sono donne Himba, Herero (con le classiche gonnellone e i grandi cappelli), ragazze vestite all’occidentale, insomma un caleidoscopio di colori. Direi che Opuwo è il più “africano” dei villaggi visti in Namibia.
Qui abbiamo pernottato all’Abba Guesthouse, una struttura molto semplice che aiuta i ragazzi locali rimasti orfani e quelli in difficoltà. Nel cortile c’è una scuola, e già dalle 7 del mattino, ci sono tanti ragazzi che giocano in attesa che comincino le lezioni.
La strada tra Opuwo ed Epupa é in buone condizioni, ma considerate 3 ore per arrivare. Lungo la strada incontriamo donne Himba (gli uomini si vedono molto raramente) e i nostri primi baobab.
Purtroppo, arrivati ad Opuwo, abbiamo avuto la grande delusione di trovare le cascate completamente asciutte.
A cena, una guida ci ha chiesto se fossimo interessati alla visita di un villaggio Himba per il mattino seguente insieme ad un’altra coppia di italiani con i quali avremmo potuto dividere i costi.
Abbiamo accettato e ci siamo dati appuntamento per il mattino successivo alle 8
Appena partiti ci siamo fermati ad acquistare farina, zucchero e olio da portare al villaggio dove abbiamo trovato solo donne e bambini in quanto gli uomini erano fuori con gli animali.
Il villaggio era molto piccolo, 3/4 capanne, le persone cordiali e sorridenti e la visita interessante.
Verso le 10.30 siamo partiti per il Kunene River Lodge percorrendo la D3700, la strada che costeggia il fiume che è stata recentemente sistemata e migliorata. Infatti, fino a poco tempo fa era poco più che un sentiero che richiedeva una giornata intera per percorrere un centinaio di Km. Ora è in buone condizioni, anche se è sempre necessario un 4×4. Informatevi presso il vostro noleggiatore se potete percorrere quel tratto di strada. In molti contratti, infatti, c’è scritto che è proibito percorrerlo e che non é coperto da assicurazione. Questo perché i contratti risalgono a prima del miglioramento, per cui potrebbe essere una clausola superata, ma è meglio accertarsene.
Per percorrere i 95 Km. tra Epupa e il Kunene considerate 3 ore scarse comprese le soste per le foto.
Il Kunene River Lodge & Camping è un’ottima scelta, bell’atmosfera, ottimo ristorante con terrazza sul fiume sul quale vengono organizzate crociere all’alba e al tramonto.
Abbiamo fatto la crociera al tramonto (eravamo solo in 4) ed è stata molto piacevole, anche se ci hanno detto che per il livello molto basso dell’acqua, non potevamo fare il giro che viene organizzato solitamente.
Molti percorrono il lunghissimo tratto tra Ruacana e Rundu in un’unica tirata perché non risultano né in internet, né nelle guide, né nella mappa di Tracks4Africa, sistemazioni lungo il percorso. In realtà, ad Eenhana, ci sono sistemazioni.
Da Ruacana la strada diventa asfaltata e rimane tale fino al confine con lo Zimbabwe.
Abbiamo fatto una sosta a Outapi per vedere l’Ombalantu Baobab Tree Heritage Centre, ma era chiuso (siamo arrivati di domenica, all’ora di pranzo) e ci siamo accontentati di vedere l’immenso baobab attraverso il cancello.
Ad Eenhana ci sono un paio di supermarket, la banca, la stazione di servizio e diversi negozi.
Abbiamo dormito alla Montecarlo Guest house (500 Nam colazione inclusa) che è costruita in stile motel (si parcheggia di fronte la propria stanza) e ha il ristorante, la piscina e bei giardini curati.
Come detto la strada é tutta asfaltata, ma é piuttosto monotona e bisogna fare molta attenzione alle tante mucche e pecore che stazionano ai lati della strada e l’attraversano quando meno te lo aspetti.
Ci sono anche molte persone che chiedono passaggi e abbiamo così deciso di fermarci e far salire una mamma con suo figlio. Erano così stupiti che ci fossimo fermati che hanno tentennato prima di salire!
Circa 10 Km.prima di Rundu abbiamo preso la deviazione per l’Hakusembe River Lodge. Arrivati abbiamo chiesto all’uomo al cancello se fosse possibile entrare per bere qualcosa. E’ stato molto gentile e ci ha fatto entrare senza difficoltà. Parcheggiata l’auto ci siamo seduti sulla bella terrazza dove ci siamo rinfrescati con una macedonia con gelato.
Il posto è bello, con bei giardini curati lungo il fiume.
Dal lodge, abbiamo proseguito su una strada piuttosto sabbiosa per il Mbunza Living Museum. Abbiamo deciso di fermarci perché lo scopo dei Living Museums è quello di combattere la povertà, di preservare la cultura tradizionale, di creare uno scambio culturale e fornire una fonte di reddito alle comunità che vivono in aree rurali.
La comunità spiega il loro modo di vivere, cosa mangia, come caccia e cucina, come costruisce le armi, i vestiti, gli oggetti artigianali, ecc. Al termine della visita le persone ballano e suonano canti tradizionali e invitano i visitatori ad acquistare qualche oggetto d’artigianato (non è comunque obbligatorio).
L’ingresso costa 150 Nam a testa. Ad essere onesta, la visita non mi entusiasmato perché non ho avuto la sensazione di autenticità e mi è sembrata una gran rappresentazione, anche se sono stata contenta di aver aiutato in qualche modo la comunità locale.
Ritornati sulla strada principale siamo arrivati a Rundu, caotica cittadina piena di jacaranda e alberi fiamma fioriti.
Il Tambuti Lodge and Camping si trova lungo il fiume ad un paio di km.dal centro della città. La notte nel lodge costa 810 Nam inclusa un’abbondante colazione a buffet. Le camere sono grandi, accoglienti, con vasca e doccia. C’è anche un ristorante che serve piatti locali.
La mattina abbiamo fatto una passeggiata al mercato di Rundu dove abbiamo fatto spesa. Ripartiti, ci siamo fermati al Popa Falls Resort per vedere le cascata, ingresso 20 Nam a testa, ci siamo seduti sulla terrazza, ma anche qui il livello dell’acqua era bassissimo e le cascate non visibili.
Verso le 16 siamo arrivati al Mahangu Safari Lodge & Camping, uno dei miei posti preferiti, ci siamo seduti sulla terrazza e abbiamo aspettato le 17 per partire per la sunset cruise (eravamo in 6).
E’ stato bellissimo, abbiamo visto tanti animali (compreso un branco di elefanti sceso nel fiume per abbeverarsi e tantissimi ippopotami), uccelli ed un incredibile tramonto.
L’ottima cena viene servita sulla terrazza dalla quale si sentivano i versi degli ippopotami, delle rane, delle cicale, il tutto sotto un meraviglioso cielo stellato.
Il Mahangu lodge é vicinissimo all’ingresso dell’omonimo parco. Siamo partiti poco prima delle 6 e in pochi minuti siamo arrivati. All’ingresso abbiamo compilato alcuni fogli, pagato l’ingresso di 50 Nam.a testa e ricevuto una mappa con informazioni dettagliate sulle strade da percorrere.
Una volta entrati ci sono 2 strade possibili che si diramano entrambe da quella principale circa un chilometro dopo l’ingresso. Quella sulla sinistra è buona ed accessibile a tutte le auto, costeggia una specie di pianura semi allagata e torna sulla strada principale vicino al confine con il Botswana.
All’epoca della nostra visita non era possibile percorrerla tutta perché era chiusa circa a metà. Per cui, ad un certo punto, siamo dovuti tornare indietro.
Quella sulla destra è accessibile solo ai 4×4. Le istruzioni ricevute all’ingresso erano di percorrerla per 10 Km. fino ad una pozza d’acqua e poi tornare indietro.
Fino alla pozza la strada era buona. Arrivati alla pozza, anziché tornare indietro, abbiamo continuato con l’intenzione di fare dietrofront dopo qualche km. Pessima decisione! La strada era strettissima senza possibilità di fare retromarcia e molto molto sabbiosa. Era nervosissima perché le istruzioni erano state chiare, non c’era copertura telefonica, non avevamo sgonfiato gli pneumatici perché fino a quel momento non ce n’era stato assolutamente bisogno e non potevamo uscire dall’auto per via degli animali. L’unica possibilità era quella di continuare, incrociando le dita. Finalmente dopo 19 interminabili chilometri abbiamo raggiunto la strada principale.
Di fronte a noi partiva l’altra strada (quella interrotta a metà, ma con l’ingresso a sud, vicino al confine con il Botswana) per cui l’abbiamo imboccata per percorrere il tratto che ci mancava. Ci siamo fermati al Kwetche (segnalato da cartello) per consumare la nostra colazione e riprenderci dalla grande paura, abbiamo visto diversi baobab e poi siamo tornati di nuovo sulla strada principale.
Il Mahangu Game Reserva è stata una grande sorpresa. C’era pochissima gente e abbiamo visto tanti animali e tanti uccelli, un vero paradiso per i birdwatchers.
Lasciato il parco abbiamo proseguito per il River Dance Lodge & Camping, la peggiore scelta del nostro viaggio per cui non raccomando assolutamente questo posto. Sarebbe stato molto molto meglio fare due notti al Mahangu Safari Lodge.
Oggi non avevamo in programma nessuna visita. Abbiamo preso di nuovo la B8 fino a Rundu e da lì continuato verso sud fino al cancello veterinario di Mururani. Dato che alle 14 eravamo già a destinazione abbiamo deciso di entrare al Mangetti Park, anche se sapevamo bene non fosse l’ora migliore. Il parco non è molto visitato, entrando abbiamo compilato il solito registro e l’ultima visita risaliva a 5 giorni prima!
Siamo rimasti all’interno 3 ore, ma non abbiamo visto nulla tranne un gruppo di gnu ad una pozza e tanti buceri dal becco giallo. Gli avvistamenti sono difficili anche perché la vegetazione è molto fitta ed intricata.
La notte l’abbiamo trascorsa al Mururani Camp (ottima alternativa al più famoso Roy’s Rest Camp), E’ gestito da una famiglia molto gentile, c’è un negozio che vende beni di prima necessità, una piccola piscinetta, un bar esterno e braai. Hanno alcuni posti tenda, ma abbiamo optato per uno chalet nuovissimo (stavano montando lo split dell’aria condizionata quando siamo arrivati) composto da soggiorno con cucina, camera e bagno (totale 4 posti letto). La cucina è attrezzata ma manca il fornello e/o il forno a microonde che penso verrà aggiunto a breve.
Ottimo rapporto qualità/prezzo, abbiamo speso 600 Nam. L’unico problema era dato dalle tante zanzare nonostante le finestre chiuse e l’aria condizionata accesa.
Nonostante si tratti della “solita” strada asfaltata il tratto tra Mururani e Grootfontein non é così male e i 130 Km. che le dividono passano velocemente.
A Grootfontein c’è uno Spar molto grande e fornito e abbiamo approfittato per fare la spesa.
Abbiamo poi proseguito lungo la D2859 fino al meteorite di Hoba. Da lì, abbiamo raggiunto la D2860 che è una strada che corre accanto alla ferrovia offrendo bei paesaggi.
Dopo aver raggiunto la B8 abbiamo proseguito fino a Kombat, da dove si distacca la D2863, per me una delle strade da non perdere se si è in questa zona.
Arrivati al bivio con la D3022 abbiamo girato a sinistra, siamo passati di fronte alla Ghaub Guest Farm e abbiamo raggiunto la strada asfaltata B1. Abbiamo girato a destra e dopo pochissimi km.siamo arrivati al bivio per l’Ohange Namibia Lodge & Camping.
Anche questo posto è tra i miei preferiti. Le aree comuni (zona colazione, reception, bar, ecc.) sono molto accoglienti. La cena è stata superba e servita all’aperto, sotto le stelle, con i tavoli illuminati solo da lanterne e da un grande fuoco. I proprietari sono persone gentilissime e disponibili.
Dopo una lautissima colazione siamo partiti per l’Etosha. Lungo il percorso ci siamo fermati al lago Oshikoto (scritto anche Otijkoto) che è uno dei due laghi naturali della Namibia all’interno del quale c’è del materiale bellico gettato dalle truppe tedesche dopo la resa durante la prima guerra mondiale.
All’incrocio tra la B1 e la strada che va al Namutoni gate abbiamo dato un passaggio ad una ragazza che lavora al Curio shop del parco. Mi è parso davvero insolito che ogni giorno dovesse contare su un passaggio per raggiungere il posto di lavoro!
All’ora di pranzo abbiamo raggiunto l’Onguma Bush Camp dove ci siamo rilassati a bordo piscina. Alle 17 siamo partiti per un game drive e siamo stati molto fortunati perché abbiamo visto un nutrito branco di leonesse con i loro cuccioli.
Il cancello di Namutoni apriva alle 6.30 ed eravamo i terzi in fila. Era un giorno ventosissimo per cui, anche se soleggiato, il cielo era grigino per via della polvere nell’aria.
Siamo partiti dalla pozza di Chudob e abbiamo visto subito un leone. La cosa strana era che aveva un radio collare (ho poi scoperto che l’Etosha sta portando avanti un progetto di ricerca su questi animali).
Abbiamo continuato fermandoci a quasi tutte le pozze che incontravamo: Kalkeuwel, Ngobib, Springbokfontein.
Abbiamo poi preso l’Elands Drive che era in condizioni pessime, lungo questa strada non abbiamo fatto avvistamenti importanti.
Ci siamo quindi fermati ad Halali per fare colazione (visto che ci eravamo mossi prestissimo eravamo ancora a digiuno).
Abbiamo poi proseguito visitando Rietfontein, dove abbiamo visto tantissimi animali inclusi gli elefanti, quindi soste a Charitsaub, Salvadora, Sueda and Homob. I paesaggi di questa parte del parco mi sono piaciuti molto, il pan è preponderante, non c’è vegetazione e lo sguardo si perde all’infinito.
Abbiamo iniziato il giorno con l’avvistamento di un leone e l’abbiamo terminato con una leonessa, che siamo rimasti a guardare per un bel po’ perché se ne stava acquattata mentre alcune zebre pascolavano nelle vicinanze. Abbiamo pensato potesse sferrare l’attacco, ma non si è mossa.
Siamo arrivati a Okaukuejo verso le 18, giusto in tempo per andare alla pozza e godere di un tramonto meraviglioso. Siamo rimasti a lungo, anche dopo cena, e abbiamo visto leone, sciacalli, rinoceronti e giraffe.
Durante la notte é piovuto tantissimo e, al mattino, era tutto allagato. Chi aveva piantato l’igloo a terra si è ritrovato che galleggiava. Come detto, avevamo programmato solo una notte all’Etosha, avendo visitato già diversi parchi africani. Ci siamo quindi mossi verso una zona poco battuta, a nord di Okaukuejo e, nonostante la pioggia, abbiamo visto alcuni sciacalli, giraffe, tanti impala e leoni in lontananza. Inoltre, la pioggia conferiva un’atmosfera e un fascino tutto particolare al paesaggio.
Verso le 11.30 siamo partiti, ci siamo fermati allo Spar di Outjo e siamo arrivati ad Okonjima verso le 15.40. La strada è tutta asfaltata, ma gli ultimi 25 Km. dall B1 al lodge/camp sono bruttini, considerate dai 30 ai 40 minuti. Giusto il tempo di parcheggiare l’auto e siamo partiti per il “leopard viewing” delle 16. L’avvistamento dei leopardi, nonostante abbiano il radio collare, non è garantito in quanto sono liberi di muoversi e cacciare nei 200 Km2 della riserva, inoltre il bush è piuttosto fitto e quindi non ci si può addentrare con l’auto.
Ed infatti, ne abbiamo visto uno di sfuggita e di schiena che si allontanava tra i cespugli.
Okonjima, per chi non lo sapesse, si occupa della riabilitazione e del recupero di felini che sono rimasti feriti o orfani in giovane età.
L’escursione si è conclusa con un tramonto da favola, uno dei tanti che la Namibia ci ha regalato.
Per raggiungere la nostra prossima tappa, l’Ameib Ranch, abbiamo deciso di prendere la strada più lunga e sterrata anziché quella asfaltata che sarebbe stata la B1 fino a Okahandja e poi la B2 fino a Usakos.
La scelta é stata ottima perché abbiamo visto paesaggi incredibili. Questo il tragitto: dopo 35 Km.verso sud sulla B1, abbiamo girato a destra sulla D2404, poi la D2329 fino a Omaruru che, tra l’altro, è un villaggio molto carino. Da lì, abbiamo preso la D2315 che corre nell’area delle Erongo Mountains. Alla fine della D2315 abbiamo girato a sinistra sulla D1935 verso Usakos e 10 Km. prima di questa città, abbiamo trovato il cartello per l’Ameib Guesthouse.
Lungo la strada, circa 60 Km.prima di Ameib, si passa di fronte al San Living Museum https://tracks4africa.co.za/listings/item/w274111/san-living-museum-omaruru-area/
Questa parte di territorio mi ha ricordato molto i paesaggi dell’ovest americano con rocce rosse e grandi massi in bilico.
Siamo partiti da Okonjima con il sole, ma durante la giornata il tempo è peggiorato e circa 40 Km.prima di Ameib ci siamo trovati nel mezzo di un temporale con pioggia battente. Arrivati a destinazione, il tempo era migliorato e siamo così andati a visitare l’Elephants Head e il Bulls Party che si trovano all’interno della proprietà.
Potete visitarli anche se non pernottate all’interno, pagando un biglietto d’ingresso. Abbiamo scattato belle foto fino al tramonto e siamo rientrati alla guesthouse che cominciava a fare buio.
Purtroppo siamo arrivati all’ultimo giorno di vacanza 🙁
L’idea era quella di vistare Phillips Cave, una grotta con l’incisione del famoso elefante bianco, che si trova sempre all’interno della proprietà, ma sfortunatamente pioveva a dirotto. Abbiamo aspettato per vedere se il tempo migliorava, ma niente e quindi, tristemente, abbiamo lasciato Ameib.
Abbiamo trovato pioggia per tutto il viaggio fino alle porte di Windhoek. Siamo tornati allo stesso hotel della prima notte, ma prima ci siamo fermati all’ autolavaggio che si trova proprio di fronte, per ridare un aspetto decente alla nostra auto. 130 Nam per pulizia interna ed esterna, davvero un ottimo lavoro.
Dopo il check-in, abbiamo svuotato l’auto (c’era di tutto !!!) e ci siamo diretti all’autonoleggio per la restituzione. Dato che non avevamo avuto nessun tipo di problema, il rilascio è stato molto veloce. Siamo stati indecisi se prendere un taxi per il centro e scoprire Windhoek, ma alla fine abbiamo deciso di tornare in hotel a piedi per riposare un pochino e preparare con calma i bagagli.
Alle 11.30 il taxi organizzato dalla compagnia di noleggio ci ha prelevato dall’hotel. Il nostro volo British per Jo’burg era previsto alle 15.05. Siamo partiti puntualissimi e dopo un’ora e cinquanta di volo siamo arrivati a destinazione. Il volo Air France per Parigi era previsto alle 19.50 e, anche questo, è partito puntualissimo.
Siamo atterrati a Parigi alle 5.30 da dove, alle 8.05, avevamo il volo per Bologna.
Come detto, non si trattava del primo viaggio in Africa, ma sicuramente è stato uno dei migliori !!!!
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