Italia

Il passo del Gran San Bernardo e l’affascinante metamorfosi

Ho sempre avuto paura nell’attraversare un traforo lungo, di solito porto con me oltre alle fotocamere un buon tranquillante, la settima di Beethoven. Funziona sempre, a tutto volume.

Questo itinerario però non infonde alcun timore, presenta dei tornanti piuttosto agevoli e soprattutto un paesaggio affascinante, tutto da scoprire: il passo del Gran San Bernardo, fino al colle, fino alla Svizzera.

Un percorso tutto da ammirare, da godere nei minimi dettagli. Iniziamo proprio dal lato italiano, all’uscita di Aosta Est sull’autostrada A5 con le località di Gignod, Saint Oyen e Etroubles fino a Saint Rhemy en Bosses, così ordinate, splendenti nel cielo blu invernale e tra le decorazioni floreali estive.

Piccoli borghi magici, incantevoli nella loro silenziosa atmosfera.

Arrivati a Saint Rhemy invece di imboccare il traforo T2 del Gran San Bernardo abbiamo deciso di proseguire fino al Colle, in una strada meravigliosamente tortuosa ricca di un paesaggio misterioso, caratterizzato da rocce di derivazione metamorfica a grana fine con quarzo, mica, gneiss contornato da epilobi rosa.

La strada a volte fiancheggia o passa sotto al tunnel fenestrato. Salendo si possono immortalare la montagna Baus e la casa cantoniera della frazione Fonteite tra gli alpeggi e qualche cascata. La strada curva ancora ma finalmente dopo pochi tornanti ci porta al culmine: plan de Jupiter con il lago, il negozio di souvenir e la vista sull’imponente Pain du Sucre.

La luna calante ha contribuito a impreziosire gli scatti di quella mattina. Mi ricordava un po’ l’Aiguille du Dru alla Mer de Glace. Del resto le montagne rivelano un fascino e un’armonia infinita. Sempre. L’acqua del lago è turchese a volte verde smeraldo talmente il sole luccica al suo interno.

La Svizzera è alle porte con la dogana e successivamente l’ospizio. Alle nostre spalle il monumento a San Bernardo protettore dei montanari e degli alpinisti. Un segno di ringraziamento per essere finalmente riuscita a raggiungere il colle. La luna calava proprio dietro alla statua mentre il vento forte rinfrescava il panorama e muoveva i cardi di montagna. Si può non solo in auto ma anche in autobus senza alcun problema raggiungere il colle dalla Svizzera entrando nel tunnel all’imbocco di un bivio che da un lato permette l’ingresso in Italia e dall’altro immette al colle stesso.

I tornanti del versante svizzero conducono a Bourg Saint Pierre ammirando prati verdi, dighe e aiuole raffiguranti la croce bianca elvetica, anche se spesso incombono nubi che tuttavia rendono più suggestivo il paesaggio in modo particolare all’uscita del traforo con un lago e alberi bianchi quando scende la neve.

In questo modo è bello attraversare un tunnel, non ci deve essere alcun timore, Beethoven serve solo per pochi minuti a partire dalla dogana, nel tratto al chiuso. Per il resto è pura e semplice poesia.

Altre foto di questo reportage fotografico nel sito di Stefania Grasso

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Pubblicato da
Marco

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