di Manuela –
Siamo partiti il giorno 17 Agosto dalla nostra bella Sicilia per imbarcarci da Brindisi alla volta di quella che ci era stato detto fosse davvero un’isola carina. Come titolo di questo piccolo racconto di viaggio ho scelto “Dimensione Corfù” proprio perché in alcune zone di questa fantastica isola ci si ritrova sicuramente in un’altra dimensione, dove il tempo e i luoghi si vestono di colori e profumi unici che insieme danno vita ad atmosfere capaci di avvolgere il più stressato dei turisti in un rilassante, profondo e caloroso abbraccio. Ma le sensazioni sono difficili da descrivere, quindi……… comincio col descrivere la nostra avventura!
Giorno 18 approdiamo a Corfù. Sono le 6 del mattino e tutto tace in una Kerkyra che comincia a svegliarsi tra tenui bagliori di luce. Usciti dal porto ci dirigiamo versa l’agenzia CorfùMare, dove incredibile ma vero, Claudio era lì ad aspettare quelli che per Corfù sono comuni turisti, ma per lui sono “pargoli” da assistere (grande Claudio!!!). Arriviamo in agenzia e dopo aver gustato un buonissimo caffè espresso “Dal Salernitano (non ricordo il nome!)….”, decidiamo di fare un primo giro al centro di Kerkyra e ci dirigiamo verso il centro, ossia verso la Spianada. Percorriamo la strada che costeggia il porto, passeggiando prima sotto la Nuova Fortezza e poi addentrandoci per una prima perlustrazione dei vicoli della città dove l’atmosfera è quella di “dame e cavalieri”, cioè ci si ritrova a fare un tuffo nel passato tra vicoli accoglienti in cui non si può non passeggiare pur non avendo una specifica meta.
Il pomeriggio lo passiamo nell’INCANTEVOLE Dassìa beach, dove sembra quasi di stare in una splendida piscina “naturale”: insomma un vero incanto.
La sera trascorre mentre restiamo seduti alla Spianada, che con le luci della notte diventa davvero un posticino romantico (qui decido di assaggiare un liquore tipico di Corfù senza, ahimè, chiedere circa gli ingredienti principali di questa “bevanda”… insomma ordino un Oùzo e mi vengono serviti un bicchiere con del liquido bianco e un bicchiere con dell’acqua; credendo che l’acqua fosse solo per dissetarsi, bevo il liquido bianco che forse sarebbe stato anche buono se l’avessi diluito insiema all’acqua che mi avevano servito – cosa che andava fatta ma che ho scoperto solo dopo!- e se non si fosse trattato di un forte concentrato di un’erba che odio: anice).
Dopo aver recuperato le forze (esauritesi durante il viaggio), giorno 19 cominciamo il nostro tour esplorativo avviandoci in direzione sud verso l’Achillion, sito nei pressi di Gastouri (dove si può gustare un ottimo pane cotto in forno a legna!).
Ad Achillion si trova la famosa costruzione un tempo residenza della regina Elisabetta d’Austria (nonché Principessa Sissi): il palazzo, in stile neoclassico, è circondato da un meraviglioso giardino dove sono presenti numerose statue (statue di Shakespeare, di Achille Vinto e Trionfante, di Lord Byron e delle nove muse). Lasciata la residenza della principessa continuiamo il nostro giro passando per Benitses dove appena usciti dal paese intravediamo i resti del ponte del Kaiser (Guglielmo II), ponte che un tempo univa l’Achillion alla spiaggia per facilitare l’accesso del Kaiser nel periodo in cui l’Achillion divenne di sua proprietà. Continuiamo a scendere verso sud, e ci addentriamo nel villaggio di Moraitika, dove passeggiando per i vicoli incontriamo un gentile e simpatico anziano che parlucchia l’italiano; dopo una piacevole chiacchierata acquistiamo da lui (dopo essere stai nella sua cantina) del buonissimo olio di oliva, ovviamente greco e fatto in casa: un vero spettacolo per le nostre papille gustative!
Nella passeggiata che ci riporta alla macchina, ci fermiamo ad aiutare due signore greche in quel momento intente a scaricare legna dal loro stracolmo fuoristrada: loro contente del nobile gesto continuavano a ripetere: “Italiano bravo.. bravo italiano…”… : davvero simpatiche J
A pranzo ci fermiamo da Spyros on the beach in Messonghi dove, oltre ad una spiaggia carina, c’è la foce dell’omonimo fiume. E’ la nostra prima esperienza culinaria greca e decidiamo di provare Gyros e Souvlaki, ed è anche la volta in cui ci innamoriamo del divino Tsatsìki (una bontà!) che diventerà il graditissimo tormento del mio compagno di viaggio.
Il pomeriggio prosegue a Korission Lake, laguna a forma allungata che si estende per circa 600 ettari. Interessante la fauna e la flora circostante, infatti qui sono state osservate più di un centinaio di diverse specie di uccelli, numerose anatre selvatiche, cormorani e aironi argentati, il tutto nelle vicinanze di un particolare boschetto sulla sabbia costituito da cedri, gigli bianchi e diversi tipi di orchidea.
Ma il vero spettacolo ci attende; infatti dopo aver fatto un salto nei resti di un castello bizantino del XIII secolo sito nei pressi di Gardiki, incominciamo la salita, (in auto tra sentieri immersi in un infinito e suggestivo uliveto arricchito da stupende querce), verso Aghios Matheos dove ancora più in alto arriviamo al monastero del Pantokratora (sud). Arrivati su ci inoltriamo a piedi tra il bosco e troviamo la postazione di un simpaticissimo uomo (credo appartenente al corpo forestale) che in un inglese cristallino ci racconta molte cose del luogo, dell’isola e dei monaci che vivono sul monte. Da qui la vista è stupenda: un immenso panorama in cui le dune di sabbia del Lago di Korission sembrano essere dipinte su una tela… sembra quasi di stare dentro una cartolina!!!
Finito il nostro tour quotidiano, stanchi e soddisfatti ci dirigiamo verso casa per finire la giornata in bellezza a Dassìa nel locale Edem, posto molto carino sulla spiaggia dove concludiamo la giornata tra drinks e Koùm-Kouàt (liquore tipico di Corfù a base di mandarini cinesi: una delizia!).
Giorno 20 passiamo la mattina in quella che secondo me è uno dei posti più belli dell’isola. Ovviamente è una questione di gusti e forse Nissaki è proprio la mia spiaggia preferita (anche se la scelta tra i meravigliosi posti di Corfù è davvero ardua). Nissaki beach è una piccolissima insenatura di ciottoli bianchi dove il mare è particolarmente cristallino e l’acqua abbastanza “fresca”. Forse questo angolo mi ha particolarmente impressionata, oltre che per la cornice panoramica, per le sue dimensioni; infatti, per il ristretto spazio, sembra essere un posticino per pochi intimi: davvero un amore. Per il pranzo ci spostiamo in una taverna sul mare presso la baia di Kalami, ennesima insenatura molto bella dove si affaccia la White House (non quella americana! 😉 ) dove vissero i fratelli Lawrence (scrittori), mentre per il caffè post-pranzo ci intratteniamo presso il delizioso porticciolo veneziano di Kouloura (fermatevi poco più su nella strada principale per fare qualche foto col porticciolo visto dall’alto!).
Per un veloce tuffo dopo pranzo optiamo per la meno affollata Imerolia (spiaggetta poco più su di Kassiopi), dopodiché passiamo qualche ora nella turistica Kassiopi ed è la volta dell’esperienza “Caffè greco”…: ci sono cose che vanno provate nella vita. L e obbiettivamente non era poi tanto male, anche se vi consiglio vivamente di non ingerire quel che resta sul fondo della tazzina soprattutto se siete…. “deboli di stomaco”!!!
Concluso il nostro spensierato shopping tra i deliziosi negozietti (tra l’altro presenti in quasi tutte le località), proseguiamo per una meta che sicuramente attira l’attenzione di un turista catanese: la meta è Zigòs. Si tratta di un villaggio con pochi abitanti dove si trova una chiesa forse unica in tutta la Grecia, unica sia per l’anno di costruzione (1536) sia per la Santa a cui è dedicata quest’antica costruzione: Aghia Agathì (la nostra patrona Sant’Agata!!).
Concluso il nostro giro ci avviamo a casa tra i vari iassù (ciao), kalispera (buonasera) e tra i vari sorrisi dell’accogliente ed ospitale popolazione greca (soprattutto quella anziana).
Trascorriamo la serata nei locali della Gouvia notturna, e girovagando per i negozietti di souvenir che restano aperti fino a tarda notte.
Giorno 21: è il turno di Sidàri. Ci dirigiamo verso la nota località dove si trova il cosiddetto Canale dell’Amore. La spiaggia, a tratti argillosa, è interrotta da grandi rocce di pietra friabile modellate dall’acqua e dal vento (in queste rocce troverete diverse incisioni di sdolcinate coppiette di innamorati): il tutto, unito ad un mare che sembra essere una tavola, rende il paesaggio davvero unico.
Ci spostiamo per il pranzo dirigendoci verso Afionas. Da qui su la vista è spettacolare, e consiglio di approfittarne per fare qualche foto con l’isola di Karavi come sfondo; si narra che quest’isola sia la nave pietrificata dei Feaci (versione di Plinio), mentre nella zona si narra della regina Pamflagona, che regnava sull’omonima città. Una volta il marito della regina partì per combattere una regina straniera, di cui alla fine si innamorò, e dopo averla portata sulla nave cercò di scappare insieme a lei. Pamflagona, tradita, invocò S.Nicola, il quale punì il marito infedele trasformando in pietra la sua nave.
Per restare in tema di “favole”, ad Afionas gustiamo una favolosa Moussakà che a quanto pare ha molto in comune con le “divinità” del luogo 😉
Passiamo il pomeriggio nella spiaggia di Aghios Georgios (spiaggia formata da ciottoli nella parte sud, e di sabbia nella parte nord). Concludiamo la serata con una passeggiata per il lungomare di Ipsos, per poi finire a far “quattro salti” al Blue Bay di Dassìa.
Trascorriamo la mattina del 22 nella spiaggia di Kassiopi. Il mare qui è stato da molti soprannominato “La Piscina” (non a torto!); anche questa piccola distesa di ciottoli bianchi è molto accogliente e i fondali offrono davvero un bello spettacolo.
Al solito per pranzare decidiamo di spostarci e questa volta il caso ci porta ad Agni, insenatura meno frequentata ma non meno incantevole delle altre baie! Qui pranziamo da Nikolas che ci delizia con Ghemistà, un piatto a base di agnello (di cui non ricordo il nome) e con melanzane Imam Baildì (tutto davvero squisito!!!); a causa di un gustoso nettare degli Dei (vino locale!) passiamo il nostro pomeriggio tra le braccia di Morfeo.
In serata ci rimettiamo in movimento per un divertente giro tra i negozi di souvenir (bellissimi gli Olive Wood pieni di oggetti artigianali costruiti modellando il legno di ulivo della zona: il profumo di questi negozi è indimenticabile e indescrivibile…).
Le condizioni metereologiche della mattina del 23 non sono dalla nostra parte… in altre parole il temporale in cui siamo immersi non ci è indifferente. Tuttavia decidiamo di incamminarci per l’ennesima giornata di meraviglie. La destinazione è Paleokastritsa.
Una delle sorprese positive della giornata è che spostandoci lasciamo il temporale alle nostre spalle, e arrivati a Paleokastritsa il cielo è splendidamente azzurro. Saliamo su per visitare il monastero della Panaghia, luogo in cui si respira una tranquillità surreale. Inutile dire che il monastero è proprio un amore: ha muri completamente bianchi e i vialetti al suo interno sono adornati da coloratissimi e splendidi fiori. All’interno visitiamo il museo e qui ammiriamo bellissime icone bizantine.
Dopo aver lasciato il monastero ci dirigiamo verso la spiaggia…. Paleokastritsa è formata da due penisole e sei incantevoli baie. La combinazione tra lussureggiante vegetazione, meraviglioso fondale, rocce a precipizio sul mare, spiagge sabbiose e mare dai colori indescrivibili rende questo luogo davvero incantevole (ma per i miei gusti è un po’ troppo “turistico”). Dopo il nostro rilassantissimo tuffo e bagno di sole, pranziamo con uno squisito Pita Gyros accompagnato da un dissetante Nescafé Frappè (bevanda molto bevuta in tutta l’isola).
Verso le 19 ci dirigiamo in agenzia dai simpaticissimi Claudio e Chrystos (che come sempre riservano ai loro clienti un’accoglienza che non ha eguali). La serata è dedicata alla Moussakà gentilmente offerta da Claudio presso il ristorante “Castellino”, ad un’altezza di 300 mt sul villaggio Làkones. Arrivati al ristorante ci godiamo il cosiddetto “Bella Vista” sul Mediterraneo: praticamente una terrazza sul mare e sulle baie di Paleokastritsa che sono talmente belle da sembrar finte!!
Concludiamo la serata con il…… vino locale e, ahimè, con un’altra sostanza per combattere il mio inaspettato eritema solare (miracoloso il consiglio datomi del grande Claudio, che ha a sua volta ricevuto da una saggia vecchietta greca).
Giorno 24 decidiamo di cambiare il programma “Giornata Tuffi&Tintarella” (anche a causa del mio eritema) per una gita sul monte Pantokratora.
Il Pantokrator è il monte più alto dell’isola (917 m) e, inutile dire che dalla cima del monte si può ammirare un bellissimo panorama.
In cima visitiamo il suggestivo monastero (fu costruito nel 1347 e successivamente distrutto per poi essere ricostruito più tardi verso la fine del XVII secolo): l’aria qui è molto “frizzante” e il luogo è circondato da una tranquillità che a quanto sembra è molto familiare a Corfù.
Dopo aver fatto un po’ di foto cominciamo a scendere optando per una stradina sterrata, anzi direi “sgarruppata”, che dalla cima del Pantokrator ci porta a Perithia (la stradina sgarruppata ci ha fruttato un chilo circa di more raccolte durante il tragitto J ).
A Perithia sembra davvero di stare in un film… infatti questo borgo fu abbandonato nel XX secolo e attualmente conta solo qualche abitante (probabilmente meno di 10!), abitanti che credo siano le stesse persone che gestiscono le tre Trattorie presenti nel paese. Pranzare qui e girare per le case semidistrutte dal tempo è stato forse il momento più bello dell’intera vacanza; insomma magia per chi vuole rilassarsi in tutti i sensi e per chi vuole illudersi, anche solo per poco, che il tempo possa in qualche modo essere fermato.
Giorno 25, ahimè, è il giorno della partenza. Il programma di questa triste giornata prevedeva un “tour de force” che siamo riusciti a seguire solo in parte.
La prima tappa è Kanoni, località poco sotto Kerkyra con vista sulla laguna Chalikiopulos, sul monastero Vlacherna e su Pontikonissi (chiamata l’isola del topo per la sua forma somigliante a quella di questo animale). Il monastero, che è unito alla terra ferma da uno stretto passaggio, è davvero incantevole… si dice che questo, con l’isola di Pontikonissi come sfondo, sia il paesaggio più fotografato di tutta l’isola. Anche qui sembra di stare dentro una cartolina!!
Continuiamo il nostro tour fermandoci a Paleopoli. Vicino all’entrata, che inizialmente era la residenza dei governatori Inglesi ed in seguito divenne residenza estiva dei re Greci, vediamo i resti di un tempio dedicato a Giunone e i resti della Basilica di Paleopoli dedicata ad Aghia Kerkyra (Santa Kerkyra). Ci avviamo verso l’ex residenza reale, e passiamo un bel po’ di tempo nei vialetti immersi nel grande giardino dove i reali trascorrevano parte del loro tempo.
All’interno della residenza visitiamo il museo di Mon Repos, mentre girovagando per il giardino proseguiamo per i resti di un tempio dorico (che rispetto agli altri templi si è conservato abbastanza bene).
Lasciati i giardini il programma prevede la visita al monastero di Platytera. Qui la chiesetta è davvero un amore, piena di affreschi molto belli compreso quello che ritrae la Madonna di Platytera (più grande dei cieli); inoltre in questo monastero vi sono sepolti il conte Giovanni Capodistria (primo presidente della Grecia) e Photis Tavella, eroe rivoluzionario.
Per pranzo ritorniamo a Kerkyra e, dopo aver pranzato in uno dei caratteristici vicoli, decidiamo di agevolare la digestione con una bella scalata su per la Nuova fortezza.
La costruzione (esclusi gli edifici interni che sono opera degli inglesi) fu costruita ad opera di un architetto italiano ed è ritenuta un vero miracolo dell’architettura difensiva! All’interno troverete un bar, una galleria e una sala in cui vengono organizzate mostre d’arte. Zompettiamo tra le imponenti mura ed arriviamo “on the top”: è necessario dire che anche da quassù il panorama è meraviglioso??? J Infatti dal punto più alto potrete ammirare l’intera città, le vicine coste greche e l’isolotto di Vido che si trova a soli 1.200 metri dalla costa corfiota (in passato per comunicare tra i diversi punti della città venivano utilizzate delle gallerie sotterranee, dette “Mines” e si dice che Vido sia collegato a Corfù da una di queste gallerie).
Concluso il giro sulla Nuova Fortezza, decidiamo di fare una sosta alla Spianada, la grande piazza un tempo utilizzata come campo di addestramento dall’esercito veneziano e che deve la sua esistenza a motivi strategici; oggi è anche conosciuta come la più grande piazza dei Balcani.
Seduti comodamente presso il Liston (strada coi portici, opera dei francesi, nella parte occidentale della Spianada) finalmente gustiamo la Tsitsibeera (bevanda prodotta solo a Corfù, fatta con succo di limone, olio di limone, zenzero -ginger- tritato, acqua e zucchero: davvero buona!), che a causa mia è stata uno dei tormentoni del viaggio (altro tormentone era la frase:”Ops… ma tu guarda: un albero di ulivo…!!”. Questo perché Corfù è davvero un immenso uliveto, basti pensare che nel XVIII secolo gli alberi di ulivo erano circa due milioni!!!). Insieme alla Tsitsibeera deliziamo le nostre papille gustative con un buonissimo dolce: il Galaktoboùreko (buonissimo e meno dolce del Baklavàs che comunque, se assunto in piccole dosi, è abbastanza buono).
Dopo aver recuperato un po’ di forze, andiamo ad ammirare da vicino il Palazzo Reale (bellissima costruzione in stile georgiano dove troverete il Museo di Arte Asiatica), dopodiché il nostro giro continua con piacevoli passeggiate tra le stradine di Kerkyra, interrotte dal continuo curiosare tra i tantissimi negozi di souvenir che troverete anche nel più piccolo dei vicoli; durante la passeggiata vediamo la Chiesa di San Spiridione (Santo dei Corfioti) dove sono conservate le reliquie del Santo (grazie alla guida di Claudio ho appreso che alcuni corfioti credono che Aghios Spyridon se ne vada in giro da solo per la città, e ogni anno la gente di Corfù dona un paio di pantofole nuove al Santo, perché si sostiene che le pantofole vecchie vengono trovate consumate per l’uso!).
La passeggiata prosegue con la visita di una Chiesa Cattolica (credo siano poche dato che la maggior parte dei corfioti è ortodossa) e del Municipio dove poco vicino potrete vedere il monumento all’ammiraglio Morosini mutilato (sempre dalla guida di Claudio, apprendo che il monumento è stato mutilato come lo fu il Partenone di Atene dopo l’infame bombardamento ordinato dallo stesso Morosini nel 1687).
Il nostro tour si conclude per mancanza di tempo e soprattutto di forze!!! Concludiamo la giornata prima in agenzia in compagnia di Claudio e Christos e poi in un delizioso ristorante (consigliatoci da Claudio che come sempre dispensa consigli utilissimi!), dove concluderemo il nostro viaggio con una squisita cena (chi dice che la cucina greca fa schifo in verità non ha mai assaggiato alcun piatto greco!).
Il nostro viaggio finisce con la speranza di poter tornare presto a Corfù per continuare ad esplorare quella che forse è la parte un po’ meno turistica dell’isola… Ancora un particolare grazie va a Claudio e Christos per l’entusiasmo e la professionalità con cui svolgono il loro lavoro.
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