Asia

In giro per il mondo in sella ad una Vespa

di Paolo Zambon
Paolo Zambon e Lindsay Doig, una coppia italo-canadese, hanno deciso di girare il mondo in sella ad una Vespa, più precisamente utilizzano una LML Star 125 4Tempi, il clone indiano della leggendaria Vespa Px. Sebbene il loro scooter possa raggiunga al massimo gli 80 chilometri orari e abbia un serbatoio di nove litri di capienza, alla fine del loro terzo viaggio avranno percorso circa 70 mila chilometri.
Ora sono impegnati nel tour di un anno attraverso gli Emirati Arabi Uniti, l’Oman e l’Asia Centrale.

Il primo dei loro viaggi in Vespa è durato 14 mesi e li ha condotti dall’Italia all’Australia.
Una parte del loro secondo viaggio, Vancouver-Panama-Vancouver di otto mesi, è raccontata nel libro “Inseguendo le ombre dei colibrì” che narra le esperienze vissute attraversando Messico, Guatemala ed El Salvador.

– Dove ti trovi ora e su quali itinerari si snoda il tuo progetto di viaggio in Asia?

Ci troviamo a Bishkek in Kirghizistan. Siamo arrivati da circa due settimane provenienti da Dubai. Dopo i primi 3 mesi e mezzo tra Emirati Arabi Uniti e Oman, problemi burocratici legati al visto iraniano di Lindsay (cittadina canadese) ci hanno costretto ad optare per la soluzione meno romantica e più costosa: il trasporto aereo. Da qui nel giro di qualche giorno lasceremo Bishkek ed entreremo in Kazakistan una prima volta. Poi Uzbekistan, Tajikistan e nuovamente Kirghizistan per visitarlo come si deve durante la stagione estiva. Kazakistan seconda parte e poi il rientro verso l’Italia attraverso la Russia. Ci sono due possibilità una a Nord del Mar Nero ed un’altra a Sud.

Paolo, Lindsay e la loro Vespa in Oman al km 5000 del viaggio in corso

– Come e’ nata l’idea di utilizzare un mezzo come la Vespa per progetti di viaggio così lunghi e impegnativi?

E’ stata un’evoluzione del mio grande sogno di viaggiare in bicicletta. Dopo un tentativo che non ha sortito gli effetti desiderati, ho cercato qualche cosa che offrisse l’indipendenza di movimento con un pizzico di velocità in più (ma non troppo). La Vespa, bella com’è, è stata una scelta quasi naturale. Non ho mai pensato alla lunghezza del viaggio. Si pensa tappa per tappa e alla fine ti rendi conto che “Con quella cosa lì” come viene chiamata la Vespa metti insieme 5.000km tra Italia e Mauritania (viaggio terminato con un incidente), 40.500km tra Budoia e Melbourne, 23.000km tra Messico e Centro America e, per il momento, oltre 7.000km tra Emirati Arabi Uniti, Oman e Kirghizistan.

Sosta a Jabel Shams in Oman

– Il viaggio in scooter è per forza di cose un viaggio lento e con un alto numero di tappe, come sei organizzato per trasportare i bagagli e eventuali pezzi di ricambio? Quanti chilometri riesci a fare ogni giorno?

Alto numero di tappe e spesso soste in località fuori dagli itinerari comuni che non hanno nulla da offrire da un punto di vista turistico e che talvolta risultano affascinanti proprio per questa loro mancanza. Per i bagagli siamo ormai diventati maestri nel portarci dietro il minimo possibile. I pezzi di ricambio, dovrei controllare 🙂 Devo avere qualche cavo e qualche altro pezzo di cui ignoro il funzionamento. Diciamo che il motore rimane anche dopo mesi e mesi di viaggio, un’entità misteriosa. Le, per fortuna, poche volte che abbiamo dovuto ricorrere a qualche meccanico mi sono fermato ad osservarli con smodata ammirazione in religioso silenzio. Ammetto però che sono migliorato negli anni. Il chilometraggio giornaliero dipende diciamo che oscilliamo tra gli 80-90 km per arrivare anche a punte di 270-300km (tratti di deserto in Oman per esempio). Tutte le tappe sono condite da un numero elevato di soste di varia natura (cibo, benzina, fotografie, chiacchierate).

Lungo le strade del Pakistan

– Percorrere la strade del mondo è occasione di incontri e amicizie ma anche il modo di sfatare pregiudizi e luoghi comuni: ne hai alcuni da raccontare?

Il mondo musulmano e l’accezione negativa che talvolta viene attribuita dai media occidentali. Senza voler entrare nei dettagli ed analizzare le sfaccettature di un fenomeno complesso posso dire che l’ospitalità dei paesi a maggioranza musulmana lascia di stucco il viaggiatore che si trova a passare per le loro terre. Le esperienze in Turchia, Iran, Pakistan, Oman ed Emirati Arabi Uniti (senza citare quelle precedenti senza Vespa in Egitto, Sudan, Marocco, Tunisia, Siria, Giordania, Libano) sono senza dubbio tra le più sorprendenti da un punto di vista del contatto umano.

– Quale, fra i luoghi che hai visitato in questi anni, ti è rimasto nel cuore e perché?

Ogni luogo si è preso un pezzettino del mio cuore. Il Messico per motivi legati alla lunghezza del tempo trascorso è un luogo che mi ha incantato. Lo stesso potrei dire dell’India, 4 mesi travolgenti in un ambiente ricco di contraddizioni che non smette mai di stupire, nel bene e nel male. L’Iran con la sua storia, la letteratura e la raffinatezza di un popolo unico.

Oman – Deserto sulla via per Salalah

– Viaggi di 8-12 mesi, anche limitando al massimo le spese, comportano costi non indifferenti: quali strumenti utilizzate per riuscire a rispettare il vostro budget?

La prima fase, quella del risparmio, è la più importante e precede la partenza. I sacrifici fatti in questo lasso di tempo sono le fondamenta finanziarie su cui si basa il viaggio. Durante i mesi di viaggio è ovvio che non c’è spazio per acquisti non necessari e, dove possibile, la tenda viene in aiuto per limitare i costi di alloggio. Ospitalità e Couchsurfing sono altri due strumenti utili quando si parla di risparmio, oltre ad essere uno modo splendido di immergersi nella cultura locale.

– Hai lasciato l’Italia per lavorare in Canada da alcuni anni, perché questa scelta? Come fai a conciliare gli impegni di lavoro con questi lunghi periodi di viaggio?

In Pakistan, al chilometro 10000 del viaggio in Asia

Lindsay è canadese e Vancouver è una città magnifica. Non è stata una scelta difficile anche se, devo ammettere, prima di incontrare Lindsay (in Laos nel 2011) non avevo mai pensato al Canada nemmeno come meta di viaggio. Un mercato del lavoro piuttosto flessibile che offre diverse possibilità consente di abbandonare il lavoro senza troppi problemi quando poi si ritorna a casa per organizzare il tour successivo.

– A chi accarezza il sogno di seguire le tue orme e intraprendere un viaggio di alcuni mesi in giro per il mondo cosa consiglieresti?

Di decidere una data di partenza e passare il tempo che lo separa da quel giorno, risparmiando il più possibile e leggendo quanto più possibile sulle mete scelte. Chiunque abbia deciso di intraprendere un viaggio di alcuni mesi ha già fatto il passo più complicato che è quello di mollare gli ormeggi. E se ne “pentirà”:). Si renderà presto conto che il suo corpo richiederà sempre più spesso che lo si porti in giro per il mondo.

– Alcune delle esperienze del tuo secondo viaggio (Vancouver-Panama-Vancouver) sono raccolte in un libro dal titolo “Inseguendo le ombre dei colibrì”, quali Paesi racconti? Puoi citare una parte del testo che ritieni particolarmente significativo?

Racconto dei primi quattro mesi di viaggio. Messico, Guatemala ed El Salvador. Sono particolarmente legato al capitolo dedicato ad El Salvador dove sono andato ad incontrare i membri usciti dalle gang che imperversano in Centro America (e non solo). L’ultimo capitolo intitolato “Incontri Indelebili” narra di due storie che mi hanno emozionato parecchio e che mi sono sentito in dovere di scrivere più che altro per dar voce ai protagonisti di quegli episodi.

– Al di la di quanto scritto sul tuo passaporto, oggi Paolo Zambon è un cittadino italiano? Un canadese a tutti gli effetti? O forse un cittadino del mondo?

Italianissimo e pure orgoglioso, con una parte di cuore a Vancouver e con un istinto nomade che lo fa stare bene anche in terre lontane.

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Pubblicato da
Marco

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