di Niziano –
Sfogliando alcuni vecchi documenti ho trovato degli appunti di una gita di oltre dieci anni fa.
Eravamo agli inizi di agosto e come tutti gli anni era sorto il solito dilemma: che cosa fare per ferragosto? Le ipotesi erano molte, ma nessuna sembrava soddisfare la comitiva fino a quando a uno dei “ragazzi” non venne in mente di aver visto, presso un’agenzia turistica, la pubblicità di una gita in motonave all’Isola di Capraia. Considerando che abitiamo a meno di quindici km dal porto di Piombino che era uno dei due punti di partenza della motonave, abbiamo trovato l’idea fantastica e… ci siamo precipitati in agenzia per prenotare.
Programma della gita:
– Partenza della motonave “Ulisse” dal porto di Castiglione della Pescaia.
(già dal nome ci dovevano venire i primi dubbi, visto che Ulisse qualche inconveniente durante il suo lungo viaggio l’aveva avuto).
– Prima sosta al porto di Piombino per imbarco passeggeri alle ora 09:00 circa.
– Seconda sosta di un’ora circa a Portoferraio, Isola D’Elba dove sarebbe stato possibile fare il bagno presso la spiaggia delle Ghiaie, una della più conosciute dell’isola, per poi salire di nuovo a bordo e iniziare la navigazione verso l’isola di Capraia.
Durante il viaggio ci avrebbero servito il pranzo e una volta arrivati a Capraia dovevamo fare sosta per un nuovo bagno e una breve escursione, mentre nel tardo pomeriggio tutti a bordo per il rientro al porto di partenza. Gli orari precisi li avrebbe comunicati il comandante durante il viaggio in base alle condizioni meteo.
L’idea era piaciuta, il programma pure, quindi abbiamo prenotato l’escursione per nove persone e molto entusiasti della cosa abbiamo iniziato a preparare il materiale: maschere, pinne,attrezzatura fotografia, addirittura ci siamo fatti prestare anche una macchina fotografica subacquea.. .non ci volevamo far mancare proprio niente!.
La mattina di ferragosto, arrivati sul molo di partenza in perfetto orario, abbiamo notato che non eravamo i soli ad avere avuto questa brillante idea: c’erano persone di tutte l’età ma molti non avevano nessun tipo di attrezzatura da mare e l’abbigliamento sembrava più adatto per una passeggiata in corso che per un’escursione su di un’isola “selvaggia “ .
Iniziamo a fare conversazione con gli altri partecipanti alla gita, a fare un po’ di domande in giro e sembrava tutto nella norma… i soliti discorsi … speriamo che il tempo resti bello… che la barca sia sicura… che il mare sia buono…. le solite raccomandazione ai bambini ecc. ecc.
Dopo alcuni minuti vediamo arrivare un’imbarcazione e sentiamo una voce che dice: “ma è quella la nostra barca?” e un’altra voce che risponde: “no! meglio! guarda com’è piccola…”.infatti non era la nostra ma un aliscafo che faceva servizio tra Piombino e Portoferraio.
Passano ancora un paio di minuti ed entra in porto un’altra barca che punta dritta verso il molo dove siamo tutti frementi ad aspettare. Questa volta non si sente alzarsi nessuna voce… nessuno ha avuto il coraggio di aprir bocca….non solo era più piccola di quella di prima,ma aveva un aspetto anche molto meno “rassicurante”.
La manovra d’ormeggio per l’imbarco dei passeggeri è stata la prima sorpresa :la barca non l’ha fatta, si è avvicinata con la prua al molo, un marinaio ha afferrato il parapetto della barca con una mano e con l’altra si è attaccato ad un palo che era sul molo e,cercando di tenere la barca più ferma possibile, ci ha invitato a salire, naturalmente cercando di farci fare in fretta. Nessuno ci ha chiesto biglietti o prenotazioni,questo ci è sembrato strano,ma,vista la manovra, abbiamo pensato :”avranno voluto far stare quel povero marinaio in quelle posizione il meno possibile”.
L’imbarcazione era già piena di persone salite a Castiglione della Pescaia .sembrava impossibile che ci fosse posto per tutti,infatti per farci sedere hanno tirato fuori delle sedie in plastica,quelle da giardino per intenderci..
Abbiamo iniziato a guardarci un po’ intorno e il mio primo commento è stato : “se arriviamo a Portoferraio (dove era prevista la prima sosta) col cavolo che risalgo …io torno indietro con il traghetto di linea” …. si sono messi a ridere tutti dicendomi “sei sempre il solito, ma di che ti preoccupi, il mare è calmo il tempo è bello non ci sono problemi”.
Usciamo dal porto ed iniziamo la navigazione verso l’Elba,effettivamente tutto sembrava andare per il meglio, la barca dondolava un po’, ma le oscillazioni erano smorzate dalle seggiole che flettevano con il peso delle persone .
Stavo per iniziare a rilassarmi quando il Comandante ci dà il benvenuto a bordo e con tono molto professionale ci illustra il programma della giornata, e ci comunica che di li a poco ci sarà servita la colazione.
Senza neppure osare alzarmi, ma solo ruotando sulla sedia (eravamo ormai nel mezzo del canale di Piombino e il rollio della barca cominciava a farsi sentire),mi guardo intorno cercando di capire dove poteva essere la cucina o un locale idoneo, ma non sembrava esserci nulla di adeguato e infatti non c’era, in un angolo chiuso alla benemeglio da una specie di paravento c’erano dei fornelli e un qualcosa che poteva assomigliare ad un bancone da cucina con un acquaio.
Indaffarati a trafficare tra i “fornelli “ c’erano due persone, uno doveva essere il cuoco (avete presente Giovannone il sottocuoco del film amici miei?) e l’altro un ragazzino molto giovane, il tipico mozzo delle navi di tutti i film dei pirati.
Stavano preparando delle bruschette con olio sale aglio e del pane fregato con il pomodoro che ci avrebbero servito di lì a poco.
Non passano neppure cinque minuti che vediamo il ragazzo uscire dal paravento con dei vassoi pieni di fette di pane che inizia a distribuire ai passeggeri,non aveva neppure finito di servire il primo tavolo che lo fanno tornare in”cucina”, non riusciamo a capire il motivo, l’arcano viene ben presto svelato, sentiamo il cuoco che lo rimprovera perché una volta servito il primo tavolo non aveva detto “buon appetito signori” come se fossimo in chissà quale ristorante di lusso.
Nonostante ciò il ragazzo riesce a finire il giro tra i tavoli e a tornare il cucina senza altri intoppi, le bruschette e il pane con il pomodoro erano veramente buoni… sarebbe bastato non aver visto dove e come erano stati preparati.
Mi metto di nuovo tranquillo, guardo l’orologio per capire più o meno quanto tempo poteva mancare per arrivare a Portoferraio, mentre sto facendo il calcolo sento di nuovo la voce del Comandante che ci da un aggiornamento sul viaggio:” Signori e signore è di nuovo il Comandante che vi parla, abbiamo appena ricevuto il bollettino meteo dalla Capitaneria di Porto, purtroppo le condizioni meteo sono in peggioramento, il mare nel tratto tra l’isola D’Elba e l’Isola di Capraia è in forte aumento pertanto ci sconsigliano la navigazione fino a Capraia, in alternativa, dopo la sosta a Portoferraio faremo il giro dell’isola, ci scusiamo per l’inconveniente, se avremo altre comunicazione vi informeremo immediatamente”.
Ci riuniamo subito tra di noi per valutare e commentare l’accaduto, visto che nessuno di noi ha mai fatto il giro dell’isola in barca, pazienza, a Capraia andremo un’altra volta.
Non siamo gli unici a fare delle considerazioni sull’accaduto, una delle due signore seduta accanto a noi dice : “e vai anche questa settimana niente Capraia” incuriositi chiediamo come mai avesse fatto questa affermazione, ci rivela che lei e la sua amica sono ben tre settimane che partecipano alla gita,ma finora niente, ma non era un problema, sarebbero scese a Portofferaio, avrebbero fatto un giro per negozi e nel pomeriggio sarebbero tornate a casa con il traghetto di linea (infatti il loro abbigliamento non aveva niente a che vedere con un’ escursione o per una giornata al mare,come avevamo già notato prima di imbarcarci al porto di Piombino)
“Ma per il biglietto come fate? Chi vi rimborsa?” Sono state le prima domande, la risposta è stata sconvolgente: “ma quale biglietto! noi non abbiamo pagato niente, di solito tutti lo fanno una volta in viaggio, noi scendiamo e nessuno ci chiede niente, non sanno neppure quanta gente è salita figuriamoci” Restiamo allibiti, facciamo qualche domanda in giro e scopriamo che siamo in pochissimi ad aver pagato.
Nel frattempo entriamo in porto a Portoferraio, sono circa le 10:30, il comandante ci dice di ritornare a bordo per le 12:00 per proseguire la navigazione, abbiamo 1:30 per fare il bagno alla spiaggia delle ghiaie,una delle più conosciute dell’Elba, che dista solo 5 minuti a piedi dal porto.
Idea originale andare a fare il bagno alle ghiaie la mattina di ferragosto, peccato che non hanno ancora inventato i lettini da mare a castello, avrebbero fatto veramente comodo, impossibile trovare un posto per stendere un telo da mare, ci allontaniamo un po’ dal centro e alla fine riusciamo a trovare un piccolo scoglio libero, non possiamo stare neppure seduti tutti insieme, ma perlomeno possiamo mettere giù le borse e fare il bagno… bagno che risulta veramente un toccasana dopo tutti gli inconvenienti della mattina, pochi minuti in acqua e dobbiamo tornare alla realtà, facciamo i turni per asciugarci e rivestirci,ma puntuali come sempre ci ritroviamo a bordo (sono riusciti a convincermi a risalire )
Sono le 12:00 in punto quando il comandante da l’ordine di salpare,ci rendiamo subito conto che siamo pochi rispetto a prima, mi sa che le due signore con cui avevamo parlato non sono state le uniche a “disertare “.
Iniziamo la navigazione verso il golfo di Marciana Marina dove ormeggeremo per il pranzo,questo ci comunica il comandante, ha appena finito di parlare che sentiamo un forte rumore venire dalla stiva, un attimo dopo vediamo un boccaporto aprirsi e venir fuori una nuvola di fumo nero, riusciamo ad intravedere il cuoco, in tenuta da meccanico, con una faccia stralunata i capelli ritti e tutto sporco di olio che corre dal comandante. Mentre ci chiediamo che cosa possa esser successo sentiamo il Comandante che fa l’ennesimo annuncio: “Signori e Signore la Capitaneria di Porto ci ha appena comunicato che le condizioni del mare sul lato opposto dell’isola sono pessime e ci sconsiglia di continuare al navigazione pertanto invertiremo la rotta e torneremo in rada Portoferraio dove vi verrà servito il pranzo.”
Il finimondo! Tutti che urlavano, chi voleva indietro i soldi (quei pochi che come noi avevano pagato in anticipo), chi diceva che non avrebbe tirato fuori una lira (L’euro non era ancora nato).
Uno dei responsabili della nave ci rassicura che verrà fatto un notevole sconto a chi deve ancora pagare mentre a chi aveva già provveduto in agenzia sarà in parte rimborsato .
Mentre stiamo tornando indietro lentamente (sembrava di essere su di un pedalò) veniamo a sapere che il botto sentito era stato causato dalla rottura di un giunto del motore, il rientro in porto era dovuto a quello e non a problemi legati alle condizioni meteo del mare .
Sono le 13:00 e il pranzo è pronto: primo piatto penne all’arrabbiata,( bastavano le penne per l’arrabbiatura potevamo provvedere di persona), secondo gamberetti in padella, niente da dire molto buoni, il cuoco – meccanico è bravo, poco pulito, ma bravo.
Dopo pranzo il Comandante fa il giro tra i passeggeri per scusarsi dell’inconveniente,e per farsi pagare il conto mentre a noi che avevamo già pagato rende circa la metà del biglietto, tutto sommato un prezzo più che onesto.
Chiediamo informazioni per il ritorno a casa (il guasto era grave e la barca non era certo in grado di tornare al porto di Piombino) ci vengono proposte due opzioni molto simili, rientro con il traghetto di linea delle 16:00 (avrebbero provveduto loro a farci i biglietti) oppure rientro con il traghetto delle 19:00 (in questo caso avrebbero avvertito la biglietteria e avremmo trovato i biglietti direttamente allo sportello della Compagnia Navale).
Abbiamo optato per la prima soluzione… meglio un uovo oggi che una gallina domani .. di sorprese ne avevamo avute già abbastanza.
Il rientro a casa è stato un sogno,un bel traghetto così grande che non dondolava per niente era ”quasi noioso“! Al porto di Piombino c’era addirittura un autobus che avrebbe accompagnato chi si era imbarcato a Castiglione della Pescaia fino a casa. Nella loro disorganizzazione avevano pensato a tutto… probabilmente non era la prima volta che succedeva una cosa simile .
La sera a cena abbiamo raccontato agli amici che non erano potuti venire tutte le nostre avventure, si sono diverti da morire, la cosa più buffa è che nel raccontarle ci siamo diverti moltissimo anche noi e tutte le arrabbiature sono sparite in un attimo. Non solo! A distanza di tanti anni ci ricordiamo ancora di questa gita e ogni volta che ne parliamo, lo facciamo sempre con il sorriso. Alla fine una gita che poteva essere un disastro si è trasformata in un bel ricordo.
Ma a Capraia non ci sono ancora andato.
Il Viaggio Fai da Te – Hotel consigliati in Toscana |