di Giacomo Morganti –

22/12 Giovedì – Italia – Addis Abeba.
Partiti! Siamo sull’aereo che ci porterà ad Il Cairo dove troveremo il nostro coordinatore, Riccardo, che è partito da Milano. Noi da Roma siamo in 4, io, Giulia e 2 ragazzi siciliani, Roberto e Carmelo. Mi sembrano 2 ragazzi in gamba, tanto meglio visto che questo è sempre un terno al lotto per la tipologia di viaggi di Avventure.

Io come al solito ho paura dell’aereo, ma vedrò di non prendere tranquillanti almeno fino ad Il Cairo dove ci imbarcheremo finalmente tutti insieme. Bene bene, ci risiamo! E pensare che abbiamo rischiato di non partire visto che ad un certo punto eravamo iscritti solo io e Giulia. Per fortuna nel giro di pochi giorni c’è stata la svolta! Le attese per questo viaggio sono molte, mi accontenterei che diventi come il Mali dell’anno passato, viaggio che per moltissime ragioni resterà sempre nel mio cuore. Questo è il mio primo diario, spero di riuscire a tenerlo aggiornato così che diventi la memoria di questa nuova avventura.

23/12 VENERDI’ ADDIS ABEBA
Arrivati in aeroporto alle 4:00 di notte, abbiamo incontrato gli ultimi 4 compagni e ci siamo diretti verso l’Hotel SARAMBA. Non credo che troveremo un altro hotel in questo modo in tutto il viaggio, bello, decisamente fuori dagli schemi africani. La giornata è scorsa veloce tra il cambio monete e la visita alla città. In questa si vede che c’è stato l’influsso europeo, abbastanza pulita e non molto caotica, diversa dalle città del Mali. Andiamo a vedere la città da un promontorio e se questa praticamente non si vede dallo smog, moto interessanti sono delle signore che trasportano enormi carichi di rami di eucalipto sulla schiena, davvero impressionante! Abbiamo poi proseguito la visita andando a vedere prima il Museo Nazionale, dove “risiede Lucy” e poi la cattedrale di S.Giorgio, chiesa copta di media fattura. La chicca della giornata è stato però il mercato. Siamo infilati nei vicoli più disparati dove vendevano tutte le spezie del mondo, cesti di vimini, cipolle etc…. . Davvero emozionante, non avevamo ancora avuto la possibilità di visitarne uno cos e credo che anche i nostri compagni viaggiatori, che sono molto esperti, non ne abbiano visti molti in questo modo. Peccato che le persone non si facciano fotografare, quindi foto di rapina e come vengono vengono! Adesso siamo in albergo ed alle 6 cena al ristorante ADDIS ABEBA , che fantasia! Per quanto m i riguarda, viste le aspettative descritte nelle recensioni, giornata positiva. Domani partenza alle 7 per AWASA, inizia finalmente l’avvicinamento alla valle dell’OMO.
NB
Da qui il diario è scritto dopo il viaggio in quanto vuoi per mancanza di tempo, vuoi per mia disabitudine a scrivere, non ho avuto più modo di farlo. Con l’aiuto del Report di Riccardo, cercherò di riportare le mie sensazioni ed i miei pareri su questo viaggio.

24/12 SABATO ADDIS ABEBA – AWASA
Partenza alle 7 circa del mattino con 3 belle jeep, francamente non credevo potessero essere così belle! Compriamo un po’ di pane cercando di farci capire alla meglio dalle commesse che risultano divertite dal nostro modo di parlare e partiamo. Usciti da Addis Abeba la strada si fa scorrevole, ci fermiamo per vedere il lago Coca dove vediamo per la prima volta i marabù, uccellacci di circa 1 mt di altezza con un becco enorme. Scattiamo qualche foto a loro ed a qualche bimbo incuriosito e ripartiamo. Dopo la sosta per pranzo dove gustiamo il caffè Etiope, molto buono ed aver assistito al tipico rito per servirlo, arriviamo ad Awasa alle 15:30, dove pernotteremo in un campeggio. Siamo accolti da delle “care” scimmie che da vere bastarde ci faranno la posta per rubare quanto + possibile……. riusciranno ad afferrare del pane! Io comunque insieme a Giulia scatto qualche bella foto sia a loro sia ad una moltitudine di uccelli, comprese 2 tipologie di Martin Pescatori, di cui conoscevo nemmeno l’esistenza. Uno tutto bianco e nero, mentre l’altro bianco e turchese. La cosa bella poi è che mentre da noi per fotografarli dobbiamo stare almeno a 50 mt, qui stando zitti e fermi, ti puoi avvicinare fino a 2,3 mt!!!!! Infine ammiriamo un bel tramonto africano e dopo una interessante spiegazione di Riccardo circa le stelle ed il loro posizionamento andiamo in tenda a dormire, stanchi ma contenti

25/12 DOMENICA AWASA – YABELO
E’ Natale, ma noi ci alziamo alle 6 e preparata la colazione a base di the, nescafè, marie, miele e l’immancabile nutella! Carichiamo le jeep ed andiamo al vicino mercato del pesce, che risulterà davvero molto interessante. Qui incontriamo nuovamente i marabù che cercano di prendere gli scarti del pescato e facciamo molti scatti fotografici di scene di lavoro e di pesca…. Davvero bello!!! Le persone poi, al momento, non sembrano essere scontrose e si lasciano fotografare tranquillamente. Ripartiamo contenti di ciò che abbiamo visto. Lungo la strada ci fermiamo a Tutu Fella dove ammiriamo delle statue stele, di cui nessuno sa dirci il significato, tantomeno la guida che presi i soldi si dilegua.. .

La cosa bella da ammirare sono comunque altre, dalla popolazione ai bambini di cui siamo attorniati, ai verdissimi paesaggi fatti di piante di caffè, di mango, di papaia e di alberi (si, proprio alberi!!!) della stella di Natale, finalmente nel proprio habitat e non in quei tristi vasi dove vengono vendute in Italia, che spettacolo! Da qui ripartiamo con passo anche troppo veloce per Yabelo, dove arriviamo alle 17:00 circa e dove ci sistemiamo con le tende nel giardino di un residence, tutti tranne Lia, la nostra strampalata compagna di viaggio che prenderà una camera e con cui condivideremo il bagno ed una calda doccia……. Una delle ultime! Prepariamo la mitica pasta con il tonno, la nostra specialità, ceniamo e dopo 2 risate andiamo a letto. Alla fine Giulia non vorrà + sentir parlare di tonno visto che lo mangeremo praticamente tutti i giorni!! E’ interessante vedere come le etnie cambino in pochi chilometri, vestiti, usanze ed addirittura il colore della pelle. Persino il nostro autista ci confiderà che con certe etnie non riesce a parlare. Tutti però secondo me hanno in comune una cosa, seppur nella povertà in cui vivono sono vestiti di abiti colorati e sgargianti e pettinati di treccine fatte da mani sapienti a cui Delia non ha saputo resistere. Facciamo il bucato ed una volta appeso ai nostri fili e visto il sorriso sorpreso degli autoctoni (probabilmente ci considerano dei matti!) andiamo a nanna.

26/12 LUNEDI’ YABELO -KONSO
Sveglia molto presto, alle 5:30 e partenza verso le 7 dopo aver sostituito uno pneumatico bucato (alla fine saranno solo 3/4 ). Direzione EL SOD, paese situato a ridosso di un cratere vulcanico nel quale risiede un lago salato dove gli abitanti si immergono per recuperare il sale. Durante il tragitto per arrivare faccio parecchie foto a stormi di cicogne…… e pensare che in Italia le vedi una alla volta e molto di rado! Le guide davano una discesa al cratere come tosta e la salita estremamente dura e faticosa, ebbene in realtà si dimostrerà molto più dura di quanto detto, specie la salita dove Giulia al pari di Paolo (il torinese) rischierà un infarto! Esperienza comunque bella in quanto riusciamo a vedere delle belle scene di vita, dalle persone che risalgono il vulcano con asini carichi di sale ed altri che si immergono totalmente nudi per raccoglierlo dentro le acque nere del lago salato. Faccio il mio primo acquisto, un contenitore per il burro dall’odore nauseante, ma sicuramente autentico. Ripartiamo e dopo pranzo ci immettiamo nella prima pista sterrata, in cui io e l’autista Kadò, instauriamo una conversazione sui rally in inglese……. Immaginate le risate degli altri! Interessante , o forse preoccupante, è il fatto che nella nostra auto quello che più si lancia in conversazioni impossibili sono io, gli altri si limitano alle cose necessarie ed a prendermi in giro Bene così, il clima è stato ottimo tutto il viaggio e Carmelo e Roberto, compagni di jeep, si sono confermati come avevo pensato al nostro primo incontro, 2 ragazzi straordinari! Arriviamo a Konso e “fregati” dagli autisti che ci dicono che il mercato è vicino (forse per loro), ci incamminiamo a piedi in una salita estenuante di circa 3 km . Alcuni desistono e tornano al camp dove siamo alloggiati, io Giulia ed altri invece andiamo avanti. Anche se faticoso è molto bello vivere i gesti quotidiani delle persone della sconquassata Konso, cittadina cresciuta su un crocevia stradale, snodo di tante direzioni del sud dell’Etiopia. Assistiamo ad una cosa molto particolare, mentre proseguiamo la nostra salita al mercato, incontriamo una decina di persone che di corsa portano una barella dove sopra c’è un uomo completamente coperto con un telo. Pensiamo sia morto, invece ci spiegano che si stava “solo” sentendo male……..in pratica l’ambulanza! Anche se arriviamo a mercato oramai quasi terminato, direi che ne è valsa la pena, i colori sono bellissimi e caldi all’inverosimile e vedere tuta quella gente a lavoro seduti in terra è veramente affascinante. Bellissimo è anche vedere l’parte del riciclo che hanno………. Qui non si butta via nulla, dovresti vedere cosa si ricava da un copertone di auto, avremmo su questo davvero molto da imparare! Torniamo al camp, birretta, cena e poi a nanna in camere assurde dove noi montiamo la tenda sopra il letto! La doccia la facciamo con i secchi……. Buona notte!

27/12 MARTEDI’ KONSO – JINKA

Dopo una notte così così partiamo alla volta di New Jork. Il posto è famoso per dei pinnacoli di terra rossa vicino ad un villaggio immerso nel verde. Bello. ,a secondo me il villaggio successivo vale decisamente il viaggio su pista sterrata. Macheka, così si chiama, molto caratteristico con dei vasi rovesciati sui tetti delle grandi capanne. Lo visitiamo tutto e scattiamo delle belle foto, qui la guida fa il suo dovere, una delle poche di tutto il viaggio e ci spiega le usanze e di cosa vivono gli abitanti. Facciamo tutti il giro e ripartiamo com la jeep verso Jinka; la strada sale su delle verdi montagne, tutte coltivate e successivamente scendiamo in pianura dove per la prima volta iniziamo a sentire un gran caldo. Ci fermiamo per pranzo e caffè, ma io quando vedo dove servono quest’ultimo, lo passo ad altri. Non sono uno schizzinoso, anzi……..! Per rifiutarlo immaginate voi! Giulia invece lo beve tranquillamente. Arriviamo finalmente a Jinka e dopo aver posato i bagagli e piantato le tende ci facciamo accompagnare in paese dagli autisti, questa volta abbiamo vinto noi in quanto per tutto il viaggio cercheranno di mollarci presto nei luoghi di destinazione. Arriviamo al mercato, molto bello e tipico, dove le persone sembrano non far caso a noi e quindi ne approfittiamo per foto a donne, bambini e belle ragazze. I lineamenti dei volti qui sembrano più dolci rispetto ad altri posti ed i colori poi stupendi. Giulia fa amicizia con una bambina befana! Ridono e scherzano anche con me ed alla fine la ragazzina la porta in una capanna e gli fa conoscere sua madre,,,,,,, davvero simpatica come situazione. Torniamo al campeggio e ceniamo a base del mitico tonno circondati da un bellissimo tramonto e successivamente da un tetto fatto di stelle luminosissime!

28/12 MECOLEDI’ JINKA – VILLAGGI MURSI – JINKA
La nottata non è stata delle migliori…… Giulia è stata male ed ha avuto una bella diarrea tutta la notte…… sarà stato il caffè del giorno prima? Partiamo per andare nel famoso Mago National Park, una delle tappe più attese del viaggio, vedremo infatti i famosi Mursi, conosciuti in tutto il mondo perché le donne portano il famoso piattello labiale. In pratica si fanno togliere gli incisivi inferiori ed incidere il labbro per inserire questo piattello di ceramica. Più è grande e più è bella(????) ed ambita la persona che lo porta! Lungo la pista sterrata troviamo diversi animali, ma più che altro Dik Dik, simpatici mammiferi non tropo grandi che assomigliano a caprioli. Sono a bordo strada ed appena ci vedono scappano via! Finalmente arriviamo al villaggio, siamo subito assaliti dagli abitanti che non ti possono lasciare indifferenti, le donne tutte ornate di pelli, corna e dei famosi piattelli, davvero impressionanti! Gli uomini, o meglio i ragazzi, sono anch’essi ornati, ma sicuramente meno caratteristici. Ci sono molte congetture riguardo i piattelli labiali, simboli di bellezza, oppure sfregi per non far rapire le donne? Nessuno ancora lo sa, quello che è certo è che stanno cercando di impedire questa atroce usanza. Rientriamo al campeggio e mentre gli altri vanno a fare un giro nel paese di Jinka io rimango con Giulia al campeggio. E’ cotta ed ha la febbre ed è meglio se riposa. Ancora cena in questo bel posto e poi a nanna!

29/12 GIOVEDI’ JINKA – KEY AFER – DIMEKA – TURMI
Partiamo con calma direzione Key Afer dove c’è un mercato, ma non prima delle 11. Qui i mercati iniziano tardi per permettere alla persone, che si spostano prevalentemente a piedi, di arrivare. Il mercato è diviso in 2 parti distinte tra di loro, il mercato degli animali e quello classico. Nel primo ci sono solo uomini, di varie etnie, sono molto belli e vestiti maglie colorate ed indossano copricapi fatti di perline di vari colori con le quali realizzano dei disegni cucendole in maniera sistematica. Ci spiegano che i colori ed i disegni identificano lo’etnia di appartenenza e vedendoli e studiandoli se ne vedono almeno 3 diverse! Scatto foto di nascosto in quanto non sono molto contenti, ma comunque ci riesco. L’altro mercato è uno di quelli classici, dove tuttavia sono presenti molti Hamer, specialmente donne. Queste sono riconoscibili dalla bella pettinatura fatte di treccine lavorate e colorate di rosso grazie alla terra. Hanno inoltre una specie di collari che vengono messi al momento del matrimonio; ognuno di questi stà a significare quante mogli ha il marito. Se una donna ne ha 3 è la terza moglie, se ne ha 2 è la seconda e così via. Questi anelli sono tolti solo alla morte della persona, per liberare l’anima dal corpo e lasciarla libera. Altra cosa particolare sono i bellissimi copricapi fatti di zucche ornate e dei recipienti anch’essi di zucca. Tramite un giro assurdo e divertente ( e caro…..) assoldo un bambino che va a trattare per me un copricapo e torno vincitore. In pratica ho tolto un “berretto” ad un Hamer!!! Sicuramente chi ci ha guadagnato non sono io, ma a me va bene così, quando avrò un’altra occasione del genere? Finiamo il giro e faccio molti scatti sia a pagamento che di nascosto e torniamo alla base da dove ripartiamo per TURMI. Prendiamo una pista sterrata per circa 2 ore dove incrociamo molte persone che tornano ai villaggi. Alla fine arriviamo anche noi e giusto il tempo per sistemare le cose (dormiremo qui 3 notti di cui l’ultima in tenda) ed andiamo a piedi verso il paese. Ci imbattiamo in una bella ragazza Hamer e contrattiamo il prezzo per scattare delle foto; “Forse” ne scattiamo qualcuna di troppo ed il marito decisamente irato, si presenta da noi per una pantomima con la quale vuole spillarci altri soldi. Il problema è che ha un machete in mano! Gli animi si scaldano, in quanto lui continua la sua recita e noi non vogliamo pagare la miseria che ci chiede, iniziamo a non poterne più , qui tutto ha un prezzo! Alla fine cediamo e mi viene in mente in passaggio di uno spettacolo di Aldo, Giovanni e Giacomo….riadattato che può suonare più o meno così: “quando un uomo con la macchina fotografica incontra un Hamer con un machete in mano, non importa quante foto ha scattato……deve pagare! E zitto anche! Proseguiamo e scatto altre belle foto, inoltre entriamo in un bar decisamente tipico dove tutti bevono una schifosissima brodaglia in “igeniche” lattine. Io ci guadagno (ovviamente a pagamento) un tipico panchetto etiope, bello! Da mettere nella mia collezione. Proseguiamo il giro e come sempre veniamo presto circondati da bambini curiosi che ci prendono per mano e ci accompagneranno per tutto il tragitto. Giulia, Roberto ed il “Capitano” sono quelli più gettonati, i bambini si azzuffano per tenergli la mano. Non so perché, ma credo che i bambini abbiano un sesto senso per sentire quali sono le persone più sensibili a loro. A mio parere questi momenti in cui ci immergiamo tra le persone sono quelli più belli di tutti viaggi, dove riesci sempre a rimanere sorpreso di un gesto, semplice, ma fatto con sincerità dai bambini veramente poveri, ma sempre con il sorriso sulle labbra. Sono momenti in cui mi sento davvero bene e vorrei non finissero mai Torniamo all’Evangadi Lodge, imbastiamo la nostra cena avventuriera e poi a nanna in un letto…. Non ci sono quasi più abituato.

30/12 VENERDI’ TURMI – KORCHO – KANGATE – TURMI
Partiamo alle 8 circa per andare a visitare altri villaggi. Percorriamo circa 3 ore di pista delle volte accidentata, ma finalmente arriviamo al primo villaggio dove ci aspetta una bellissima balconata sul fiume OMO, quello che dà il nome al nostro viaggio. Il villaggio di etnia Karo è bello ed anche qui foto a gogo, ovviamente a pago! 1 birr per bambini, 3 birr per adulti, per i gruppi si contratta. Io non mi tiro indietro, so che questa non è una cosa positiva, ma francamente no voglio venir via da questi posti senza foto che già tra 2/3 settimane mi faranno ricordare questo bel viaggio. Spero anche che questi soldi servano a tutto il villaggio e no solo al singolo…… . Scatto anche qualche foto paesaggistica, quelle almeno non si pagano. Infine, con fondo fiume scattiamo anche una bella foto di gruppo che entrerà a far parte dei miei bei ricordi di questo viaggio. Riprendiamo le jeep per dirigersi verso le rive del fiume dove una volta attraversato per mezzo di una scassata e puzzolente barca, ci troviamo nel villaggio di Kangatè (etnia Konso). Anche qui solo donne e bambini, mentre gli uomini sono a lavoro nei campi. Altre foto, ma in maniera meno ossessiva, iniziamo ad essere stufi del continuo chiedere i soldi per ogni cosa, a me li hanno chiesti per avermi scanzato senza averlo nemmeno chiesto un arbusto. Io ovviamente ho fatto il gesto del “ma vaffanculo….” Ed il tipo si è messo a ridere e se ne è andato…… ci ha provato, ma gli è andata male! Nel rientro ci fermiamo per una birraa al bar ed anche lì cercando di fare la cresta su quello che abbiamo bevuto, che palle! Non è per i pochissimi soldi che cercano di spillarci, ma per il gesto continuo e martellante che ala fine rompe proprio!

31/12 SABATO TURMI – DIMEKA – TURMI
Sveglia con calma e poi verso le 10 a Dimeka per un altro mercato. Arriviamo che è ancora presto, ma nel giro di 1 ora si riempie. Anche qui il mercato è diviso in 2 parti, quella per gli animali e quella per il cibo ed altro. Ci sono molti turisti, anche se questa espressione forse è esagerata in quanto saremo in tutto una cinquantina + noi. Il mercato è pieno di Hamer e senza farmi beccare riesco finalmente a fare qualche bella foto al naturale; nel pomeriggio facciamo una pausa relax e verso le 5 andiamo a visitare un villaggio Hamer, molto bello e dove con la luce morbida del tramonto i colori diventano magici. Ci avevano detto che c’era una danza tipica, ma presto ci rendiamo conto che è una bufala organizzata per spillarci soldi. Ce ne andiamo arrabbiati senza ovviamente pagare. La “pseudo guida”, capito che forse non siamo del tutto bischeri e vedendo sfumare il guadagno, decide di calare un jolly, in pratica dice che ci porterà dopo cena a vedere una danza in un villaggio
vicino al Lodge. Accettiamo scettici decidendo di pagare solo se il gioco vale la candela. Ci viene a prendere puntuale ed armati di luce da testa andiamo nel villaggio; ben presto ci rendiamo conto che la danza è vera, semplice e fatta di gesti fisici e ritmati. Alcuni di noi si buttano nella mischia mentre altri come me preferiscono guardare e scattare foto. Torniamo al lodge dopo circa 1 ore e mezza soddisfatti di quanto visto.

01/01 DOMENICA TURMI – ARBA MINCH
E’ il primo dell’anno, ma l’inizio non è dei migliori. Giulia ha avuto una ricaduta ed ha fatto lo stradello tutta la notte al bagno. Per fortuna c’è San Riccardo che ha sempre le medicine giuste e quindi più o meno la rimette in sesto, anche perché oggi ci sarà un bel trasferimento da fare per arrivare ad Arba Minch. Nel tragitto facciamo una sosta in un villaggio di etnia Arbore, qui i colori della pelle degli abitanti è molto scuro ed i lineamenti morbidi. Secondo me le persone di questa etnia sono belle e con fisici decisamente scolpiti, decido quindi di scattare diverse foto, ovviamente a pago. Visitiamo anche la capanna del capo villaggio, molto particolare e moto buia….. come faranno a stare là dentro? Notiamo tuttavia che qua dentro non c’è il caldo torrido che troviamo fuori, ma al contrario risulta fresca e ventilata. Proseguiamo il nostro viaggio e verso le 15:00 arriviamo ad Arba Minch, nel nostro bel Swaynes Hotel, dove prendiamo delle belle camere, dove comunque l’acqua è presente solo per poche ore al giorno. Gli altri vanno a fare un giro mentre io rimango con Giulia che sta meglio, ma è cotta! Cena a Ristorante e poi a nanna.


02/01 LUNEDI’ ARBA MINCH – DORZE – LAGO CHAMO – ARBA MINCH

Partenza verso le 8 per andare a visitare il villaggio DORZE che è situato su di una bella montagna. Le Jeep si inerpicano per una pista sterrata molto ripida, dove tuttavia troviamo molte persone a piedi, con carichi impossibili, che si dirigono ad uno dei villaggi per il mercato. Arriviamo e la nostra guida, che finalmente fa il suo lavoro, ci racconta alcune cose interessanti di questo villaggio. La popolazione vive in grandi ed alte capanne dove viene acceso il fuoco per far si che siano protette dagli animali e dall’umido. In particolare queste capanne sono attaccate dalle termiti, col passare degli anni le mangiano e diventano sempre più basse, per cui più è bassa la capanna e più è vecchia. La guida ci dice che possono durare anche oltre 50 anni. Visitiamo il villaggio ed assaggiamo uno dei loro piatti tipici, il pane fatto con il falso banano oltre bere alle 10 di mattina una fortissima grappa! Questo villaggio è famoso per la lavorazione del cotone ed infatti ci portano a vedere il “laboratorio” dove sono all’opera bravi artigiani che tessono le tele con mani e piedi…. Davvero interessante! Torniamo ad Arba Minch e dopo pranzo andiamo a fare una escursione in barca sul lago Chamo che si trova nella valle sotto il paese. Vediamo enormi coccodrilli, degli ippopotami e con una bella fortuna un’aquila che ha appena pescato un pesce e lo tiene negli artigli. Riesco a scattare una bellissima foto….che culo! Rientriamo soddisfatti al lodge e dopo una doccetta andiamo a cena in un localino in paese dove il padrone risulta molto sorpreso di vedere dei turisti a cena, ma noi siamo di Avventure ed i locali troppo altolocati proprio no li sopportiamo!

03/01 MARTEDI’ ARBA MINCH – WONDO GENET
Partiamo alle 8.30, oggi una tappa di avvicinamento alle Bale Mountain. Questa sera ci fermeremo a dormire a Wondo Genet per poi proseguire domani per Dinsho. Dopo un lungo viaggio arriviamo all’hotel, sicuramente situato in un bellissimo parco, ma caro e con i gestori veramente antipatici! Ci rifiutiamo di prendere le camere e piantiamo le tende nel parco. Ci sono uccelli di tutti i tipi, Ibis ed addirittura avvoltoi che dormicchiano sui rami sopra le tende…… . Ovviamente ci sono anche le immancabili scimmie che questa volta ci rubano ben 22 panini, BESTIACCE!!! Facciamo un giretto e ben presto siamo attorniati da bambini curiosi che ridono e scherzano con Roberto ed il Capitano. Mentre camminiamo mi giro e guardo….. saranno più di 50! Cena autogestita e poi a nanna.

04/01 MERCOLEDI’ WONDO GENET -DINSHO
Partiamo verso le 8 per Dinsho, villaggio situato a circa 3300 mt di altezza. La strada da percorrere non è pochissima, molta della quale su pista sterrata. Iniziamo a salire ed il paesaggio cambia e di molto! Si passa da paesaggi verdi ad altri lunari con la terra di un colore ocra intenso. Cambiano anche i villaggi, ancora più essenziali e cambiano soprattutto gli abitanti, quasi non sembrano dello stesso paese. Sono coperti anche sulla testa con specie di turbanti, ma più pesanti, vista la temperatura che c’è, molto più simile a quella delle nostre montagne e soprattutto si spostano a cavallo. Arriviamo a Dinsho ed una volta sistemati, non senza gli immancabili problemi, facciamo una passeggiata nel parco con la guida reclutata per i 2 giorni che resteremo qui. Vediamo alcuni animali tra cui buffi facoceri che sono ovunque ed i nyala, grandi mammiferi simili ai cervi. Sono belli e molto affascinanti ed il nostro autista ci fa notare che questo animale è usato come logo di una marca di sigarette nazionali. Rientriamo al lodge ed io vado a lavarmi od almeno a provare a farlo. Di acqua calda nemmeno l’ombra ed allora provo con quella della fonte, ma dopo essermi lavato i piedi desisto ….. da quanto è fredda mi si sono informicolite le dita! Pazienza ….. gli altri dovranno sopportare….. anche se non credo che loro abbiano fatto di meglio. Dopo cena organizziamo una partitella a carte, io e Giulia contro Riccardo e Carmelo. Perdiamo miseramente, purtroppo passa il tempo, cambia lo stato, cambia la compagnia, ma perdo sempre…. che palle!!!!!

05/01 GIOVEDI’ DINSHO – SANETTI PLATEAU – HERENNA FOREST – DINSHO
Partiamo presto per andare all’Altipiano di Sanetti, saliremo fino a quota 4200 mt. Prendiamo una pista sterrata che si inerpica da prima nel mezzo di una bella foresta per poi, con l’aumento dell’altitudine, diventare brullo, ma davvero affascinante. La flora a questa altezza è formata da licheni, alcune piante tipo piante grasse e da altre molto alte, fatte del solo fusto di cui non conosco il nome. Bellissimi sono anche i piccoli stagni molto limpidi che abbinati al cielo limpidissimo rendono il paesaggio davvero unico, non sembra davvero di essere in Africa! Fortuna poi ha voluto che ci fosse il sole e quindi una temperatura accettabilissima, insomma una bellissima situazione. Ma la star della giornata, immerso in questo bellissimo paesaggio è il lupo etiope, animale in via di estinzione, vive in queste terre. E’ a mio avviso molto bello e particolare; al contrario di lupi che siamo abituati a vedere, vive e caccia in solitudine e poi è di colore rosso con il petto bianco. Ne avvistiamo 5/6 e facciamo delle foto, anche se si tengono a distanza. Proseguiamo la nostra escursione ed andiamo anche a vedere la Harenna Forest, anche se velocemente. Mi sarebbe piaciuto fermarmi in uno dei tanti villaggi, ma come sempre nei nostri spostamenti gli autisti hanno fretta di scaricarci ai lodge per poi andare via. Addirittura oggi che dovevamo andare al mercato al villaggio di Robe ci riportano al lodge!!!!! Dopo giorni di queste piccole, ma fastidiose “fregature” sbottiamo tutti ed inveiamo nei loro confronti. Non capiscono quello di cui parliamo in modo acceso tra di noi, ma sicuramente avvertono quale è il nostro stato d’animo. Come sempre e per fortuna Riccardo, il nostro super coordinatore, fa ragionare quelli di noi più incavolati, me compreso. Visto che siamo già al lodge, io e Giulia andiamo prima a comprare un po’’ di souvenir e dopo a fare 4 passi per avvistare qualche nyala. Siamo alla ricerca del nyala maschio che ha delle enormi corna, solo intravisto il giorno prima e dopo poco ne avvistiamo uno molto grande che si affila le corna ai rami degli alberi. E’ davvero enorme e noi piano piano ci avviciniamo fino a 5/6 mt. Fa davvero
impressione…. Ci ha visti, ma fa finta di nulla, d’altronde cosa potremmo fargli? Restiamo

06/01 VENERDI’ DINSHO – ADDIS ABEBA
Il risveglio non è dei migliori…… durante la notte mi è presa una fortissima colica di reni e sono letteralmente piegato dal dolore. La giornata che ci aspetta non è il massimo per il mio dolore, infatti dobbiamo tornare ad Addis Abeba, il nostro viaggio è terminato. Prendo tutte le medicine che ho ed iniziamo il viaggio. A metà ci fermiamo e con l’aiuto di Riccardo cerchiamo una farmacia per vedere se hanno dei medicinali più adatti, ma invano. Non smetterò mai di ringraziare Riccardo per tutto l’aiuto che mi ha dato! Sopporto il dolore, che comunque nel frattempo è diminuito un pochino ed andiamo avanti. Arriviamo finalmente ad Addis, è la vigilia del Natale Ortodosso e c’è una ressa incredibile! Sembra che tutti i cittadini siano per strada comprare regali e cibo per i festeggiamenti. Noi arrancando nel traffico arriviamo all’Hotel da dove 2 settimane fa eravamo partiti. Giusto il tempo per una doccetta e poi a cena al ristorante Addis Abeba, quello della prima sera e quindi via per l’aeroporto. Adesso è proprio finita e come un fiume in piena la mente mi si riempie di ricordi ed aneddoti di questa bella esperienza che rimarrà sempre con me.

CONSIDERAZIONI
Il viaggio è molto intenso e bello, non smetterò mai di dire che abbiamo avuto la possibilità di vedere un sacco di cose; animali, villaggi e paesaggi sono ambiati tutti i giorni e questo ha reso il viaggio mai monotono e sempre ricco di spunti interessanti. L’unico grosso neo del viaggio in Etiopia è a tutti gli effetti dato dagli Etiopi! Od almeno una buona parte di loro. Il continuo chiedere soldi per ogni cosa, anche la più insensata, è stato alla fine estenuante e snervante allo stesso tempo. Una vera palla!!!! Nei villaggi per fotografare dovevamo pagare ed alcune volte c’è stata la triste sensazione di essere più che altro in un bordello. Tutti gli abitanti schierati in fila ad attendere che qualcuno di noi ne scegliesse uno per una foto….. veramente triste, ma per avere una fot, purtroppo, queste erano le condizioni. Altre volte hanno cercato di fregarci sui prezzi delle bibite e del cibo, ovviamente in modo talmente arruffato che li beccavamo sempre, insomma…… c’è stata sempre la sgradevole sensazione di essere visti come polli da spennare in ogni modo! Peccato perché con la molteplicità di attrazioni che ha, l’Etiopia, è un posto che veramente vale la pena di visitare ed io sarei già pronto per tornarci nuovamente. Forse la colpa non è loro, ma di noi occidentali che li abbiamo resi avidi di ciò che effettivamente non c’è bisogno!

IL GUPPO
Sono stato bene con i miei compagni di viaggio! Prima di partire ero quasi certo di non poter ritrovare un gruppo bello come quello del Mali, ma fortunatamente mi sbagliavo. Formato da persone provenienti da tutta l’Italia, siamo andati subito tutti d’accordo. Sempre coesi nelle decisioni, abbiamo affrontato sempre tutto insieme, certe volte sembrava che ci fossimo sempre conosciuti.

Un ricordo particolare lo merita certamente Riccardo, il nostro mitico ed instancabile coordinatore; sempre pronto per tutto e per tutti, si è prodigato per la buona riuscita del viaggio, riuscendoci in pieno. Ho sicuramente imparato qualcosa da ognuno di loro e tutti hanno contribuito a farmi crescere ed a farmi credere ancora di più che il modo più bello per conoscere il nostro mondo è viaggiare, GRAZIE RAGAZZI!

OMO RIVER ETIOPIA 22/12/2011 – 07/01/2012 Partecipanti 11+1

Il mio blog dove troverete altre fotografie: http://morgantigiacomo.blogspot.it (Il mio mondo in una lente)

Il Viaggio Fai da Te – Hotel consigliati in Etiopis
Autonoleggio – Noleggio Auto Low Cost in Etiopia
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Notizie di viaggio – News su viaggi e occasioni

 

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Marco

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