di Augusto Foberti –
Partecipanti: Chicco, Stefania e Pierino.
Durata viaggio: 9 gg (dall’8 al 17 agosto)
Elementi fondamentali: lonely planet DANIMARCA – cartina stradale della Danimarca – city book su Copenaghen (la lonely planet è un po’ scarsina in merito alle descrizioni di monumenti e particolari interni) – giacca antivento e antipioggia – utilizzo maniacale dei tourist information office danesi. 8 agosto
partiamo da Napoli in direzione roma ciampino. Abbiamo prenotato due settimane fa un volo a/r della sterling airlines sul sito della compagnia (www.sterling.dk).
Partiamo in perfetto orario alla volta di Copenaghen.
Arriviamo alle 16.10 e dopo un po’ di attesa alla sala bagagli (ne abbiamo approfittato per fare il cambio di valuta nella stessa sala), ci dirigiamo ai treni. Le indicazioni sono eccellenti: in 5 minuti si arriva alla biglietteria: ticket per central station kobenhavn e in 12 minuti siamo nella capitale. La stazione è frontale al parco Tivoli (un parco divertimenti + villa comunale dove all’interno si trova di tutto, dal ristorante al lago con barchette per i bimbi, ai cavalli …); abbiamo prenotato un hotel 3 stelle al centro (hotel Richmond, ve lo sconsiglio per il costo spropositato, è stato un rimedio di fortuna che può essere tranquillamente evitato cercando per tempo un b&b su internet).
Pochi minuti e siamo in strada, direzione Radhuspladsen (piazza del municipio): il Palazzo è nei colori tipici che ritroveremo in tutte le piazze principali delle città che abbiamo visitato, rosso mattone con i particolari colore oro.
La piazza è gremita di turisti, biciclette, chioschi che vendono birra e hot dog, artisti di strada.
Ci dirigiamo verso lo Stroget, il corso principale di CPH; ovviamente stracolmo di negozi d’abbigliamento dal casual alle griffe, fast food, caffè ( per essere sicuri di trovare un caffè grossomodo simile a quello italiano, vi consiglio la catena Baresso). La città è veramente troppo commerciale e a dire la verità non ci ha fatto una prima impressione positiva.
Ci cambia la prospettiva appena arrivati alla piazza Kongens Nytorv, bella, ben illuminata e con una mostra fotografica su un lato della piazza a disposizione dei turisti.
Da una strada che sbocca sulla Kongens N. si arriva al Nihavn il canale più famoso della capitale: barche di varie misure e di epoca diverse su entrambi i lati e una serie infinita di localini la contornano.
Ci lasciamo consigliare dalla nostra sacra guida: ceniamo al Cape Horn, preferiamo l’interno molto suggestivo e ben arredato.
Mangiamo benissimo a base di pesce (ottimo il salmone grigliato), paghiamo abbastanza , ma è il primo giorno e va bene tutto.
Un salto al drugstore Seven Eleven (Copenaghen è tappezzata di questi negozi aperti 24h, molto utili per organizzarsi una prima colazione quando non è inclusa nel pacchetto dell’albergo, come nel caso nostro).
9 agosto
Nei pressi della central station (reventlowsgade) c’è la cooperativa che fitta biciclette (Cop Cycler).
Prendiamo le bici compreso il sediolino per piero per 24 h (paghi le bici più una cauzione anche con visa card) decidiamo un itinerario per CPH; una giornata e mezzo è sufficiente per vedere Copenaghen e se hai le biciclette, non servono metro e bus per spostarti.
Ci dirigiamo verso lo Slotsholmen, l’area storica al centro della città (sede dell’attuale parlamento danese) dove si trova l’omonimo castello della città e l’omonima chiesa; visitiamo i sotterranei del castello che nascondono le rovine dei due precedenti castelli su cui poggia quello esistente e la sala di cerimonie dei monarchi passati.
Per avere un’idea precisa di come sia strutturata CPH, decidiamo di attraversare la piazza dello Slot e dirigerci al canale adiacente dove parte un giro in battello di 1 ora per i canali della città (cercate indicazioni per la partenza del DFDS Canal Tour); l’idea è vincente, attraversiamo tutti i luoghi importanti di CPH, passiamo di fronte all’ultra moderno Opera House, al Diamante Nero (sede per esposizioni d’arte moderna), al National Theatre Museet, a vari condomini sull’acqua (impossibile non invidiare persone che vivono in strutture ultra moderne in tek e acciaio, assolutamente in armonia con l’ambiente circostante, con ampie balconate sui canali, con un po’ di verde davanti e magari con la propria barca a vela ormeggiata), a uffici ricavati da vecchi depositi di barche eccezionalmente tirati a lucido (che bello il contrasto del moderno degli interni con l’antichità che li ospita), alla nave da crociera dei regnanti danesi alla…squallidissima Sirenetta (come è possibile che i danesi con tutte le bellezze che hanno si ostinano a indicarla come loro monumento nazionale?; non è di strada sugli itinerari, se ne potete fare a meno accontentatevi di vederla dall’imbarcazione).
Tornati al punto di partenza, riprendiamo le bici; Stefania e Piero reclamano un attimo di tranquillità . Ci fermiamo al fast food di turno (piero voleva la pizza!!!Va matto per la pizza danese) e poi procediamo verso l’Amaliensborg , il palazzo reale; qui visitiamo i giardini e la Marmorkirken, una copia mal riuscita di San Pietro.
Assolto il nostro dovere artistico… via verso Cristiania (il vero scopo della sosta a CPH era vedere questo incredibile esperimento sociale prima che il governo di turno proceda al suo smantellamento).
L’ingresso è da Prinsessgade, ma è meglio che ve lo facciate indicare, abbiamo girato per un’ora prima di chiedere ed ottenere aiuto da un ragazzo.Sui bastioni prima dell’ingresso alla città di cristiania c’è un’area attrezzata per i bambini dove c’è una splendida teleferica usata prima da piero e poi da Stefania ( mi hanno ricordato fantozzi proiettato ad alta velocità verso i faraglioni di capri).
Cristiania è un’ex area militare occupata decenni fa da una comunità hippy che nel tempo si è evoluta, ha messo al bando le droghe pesanti, si autotassa per le esigenze dei suoi cittadini e che al suo interno è attrezzata di: bar, ristoranti thai food, mercatini e tanta marijuana. Assolutamente a nostro agio, in quanto è difficile incappare nello spacciatore di turno, qui ognuno si fa i fatti suoi, a patto che ognuno si faccia i suoi. Ho fatto foto ai graffiti e alle abitazioni, anche se dopo un po’ ho visto dei segnali di divieto di foto (se scatti foto ai muri nessuno ti dice nulla, se inizi a fotografare i personaggi, qualcuno si può giustamente arrabbiare). Beviamo una birra, io e piero giochiamo a bigliardino; dei 3 Piero è quello più a suo agio,quant’è bella la spregiudicatezza dei bambini.
Restiamo un paio d’ore, sarei quasi tentato a fermarmi per la cena, ma Piero il Thai Food lo odia.
Di nuovo in bici, notiamo Nytorv Gade, una piazza centralissima, silenziosissima e poco illuminata. Scegliamo un ristorante all’aperto (Nytorv Caffe); mangiamo il famoso smorrebrod (aringhe affumicate e marinate accompagnate da salse particolarissime caviale e pane di segale;ottimo) e del pollo speziato. Paghiamo un po’ meno della sera precedente, ma comunque rassegnatevi all’idea che CPH non fa testo: è carissima.
10 agosto
Dopo la solita colazione organizzata la sera prima da 7 eleven (troverete di tutto dal rustico al dolce, ce n’è per tutti i gusti) riconsegniamo le bici (Stefania non se ne voleva più staccare) e andiamo alla Hertz a Vesterport gade.
L’auto l’ho noleggiata in Italia con il numero verde italiano; ho fatto prima una verifica sulle altre compagnie di noleggio e confrontato i costi, anche noleggiando on line in Danimarca.
Herz Italia è molto conveniente; 2100 corone (circa 280 euro) per una renault megane dal 10 al 17 ,con l’opzione due guidatori.
Occhio a prenotare la macchina con ritiro in città a Vesterport e riconsegna all’aeroporto (per prassi gli operatori vi indicheranno prelievo e ritiro all’aeroporto, ma ciò comporta che dovrete prendere il treno per Kastrup; non c’è nessuna differenza di tariffa).
Al desk ci informano che ci daranno allo stesso prezzo una bmw ultima serie sw; eccezionale. Il programma prevede una giornata sulla costa dell’Oresund, la costa a nord di CPH. Lonely Planet ci consiglia di utilizzare la statale 152 al posto dell’autostrada; così facciamo e siamo premiati da panorami mozzafiato,il mare un po’ increspato, la costa svedese dall’altra sponda e a sinistra una serie infinita di case in legno a due piani splendidamente rifinite intervallate da prati rigogliosi e verdissimi. Mi basta poco per capire che la Danimarca che cercavamo è quella che iniziamo a vedere oggi.
Ci fermiamo a Rungsted, una meta per i velisti danesi e tedeschi con elegantissimi circoli velici e caffè in strutture di legno stile anni 20.
Di fronte al molo c’è l’abitazione di Karen Blixen, l’autrice del libro che ha ispirato il film La Mia Africa. La sua abitazione, una grande casa stile coloniale è ora un museo che abbiamo visitato.
Piero affascinato dalle lance dei masai e dai vari cimeli che l’Autrice aveva portato dall’Africa, Stefania dall’arredo stile coloniale, io …..dalla gentile guida del museo…
La tenuta che circonda la casa è incredibile; lago, querceto, vari roseti e dall’altra parte alcuni cavalli che pascolano su un collage di terra di varie tonalità di marrone.
Passiamo mezz’ora alle prese con un cavallo che vuole un po’ di coccole da me e piero , poi prendiamo la mia Bmw (spero tanto che la Hertz me la lascerà al termine del noleggio!!) e ci dirigiamo verso Helsingor per visitare il Kronborg Slot: il castello di Amleto.
A dire il vero Amleto non è esistito , Shakespeare non c’è mai stato, ma Kronborg è maestoso, affaccia sulla Svezia, quasi ad intimidirla; a proteggerlo una bella scogliera e una fila di cannoni tirati a lucido.
Piero ha deciso che questo è il suo castello, mette da parte lo yogurt e a passo deciso verifica lo stato dei cannoni e delle ancore (gigantesche , le troverete presenti in ogni città di mare).
All’interno i castelli sono un po’ tutti uguali (sale da cerimonia, sale per gli ospiti, sale per gli affari), tutti molto costosi; in questo di carino ci sono le casematte, vecchie prigioni e rifugio per le guarnigioni con annessa la leggendaria presenza dell’eroe vichingo Oleg che presidia benevolmente sulla Danimarca. Piero con la sua torcia fa da cicerone a me Stefania e un gruppo di 4 giapponesi (avranno pensato che fosse una guida nana?boh).
La fame si fa sentire, Lonely Planet ci consiglia una sosta gastronomica a Gilleleye un paesino di pescatori a nord di Helsingor; ovviamente come in qualsiasi luogo anche qui c’è il Tourist information (un consiglio:non li cercate, tanto sono stati messi nei posti dove il turista mette subito piede), con la caratteristica cortesia e disponibilità a darvi quante più informazioni possibili.
Gli chiedo l’indicazione per Adamsen Fisk, una insolita struttura commerciale:pescheria, sushi bar e take away di piatti di pesce fresco.
Optiamo per la terza possibilità, anche se abbiamo provato invidia per la gente del luogo che comprava gamberi e aragoste vive per cucinarle a casa.
A Piero tocca un mega bastoncino di pesce (ovviamente gli era stata presentata come la città dove fanno i bastoncini del capitano) con patate fritte FRESCHE!
Noi ci “accontentiamo” di un piatto di gamberi freschi, caviale e salmone e insalata.
Un porticciolo ordinato, mille imbarcazioni di pescatori, siamo seduti su un tavolo di legno, il sole è appena caldo sono le cinque del pomeriggio e non si può volere altro dalla vita.
Prima di tornare a CPH ci fermiamo sulla spiaggia di Horblaek; è il tramonto alcuni pescatori con la canna sono immersi con la muta in acqua, la loro pace viene interrotta da Piero che ha deciso di lapidarne qualcuno con i ciottoli che trova sul bagnasciuga.
11 agosto
Si lascia finalmente questo albergo insapore, la prossima meta è l’isola di Mon a Sud di CPH.
Si segue la E20 e poi la E47 direzione Rodbyhavn; le autostrade in DK sono gratuite, alcuni ponti sono giustamente a pagamento (opere eccezionali che hanno permesso ad una nazione fatta di isole di non far sentire ai propri cittadini il disagio dell’isolamento, e noi che dissertiamo ancora sul Ponte sullo Stretto….).
Proseguiamo sulla statale 287 ed in un’ora e mezza siamo a Stege deliziosa località sul mare. Passaggio al Tourist Inf. E in men che non si dica blocchiamo il B&B per la notte.
Lonely Planet ci indica un posto favoloso per il pranzo: Stoberjet, una macelleria/pescheria che fa anche da grill restaurant, cioè ti scegli il pezzo di salmone o il filetto, loro te lo grigliano e così per lasciarti a bocca aperta ti offrono uno splendido giardino dove pranzare a un costo accettabile.
Ci muoviamo dopo un giro per le strade alla volta delle scogliere di Mons Klint.
La strada è bellissima, può sembrare ripetitiva (mucche e cavalli che pascolano in completa libertà, case con i caratteristici tetti di paglia e oasi di alberi in mezzo a distese di grano), ma per apprezzare basta ricordarsi delle periferie delle nostre grandi città, quartieri dormitorio con qualche cane randagio ai lati della strada.
Ci sono da fare 500 scalini a scendere e poi salire; si arriva su una stretta spiaggia il cui costone è una cava di gesso, vale la pena scendere.
Piero lancia a mare un quantitativo incredibile di pietre, io e Stefania mangiamo un po’ di frutta e oltre alle foto cerco di stampare in mente queste immagini; mare e montagna, molto grigio tutt’intorno, un po’ di pioggerellina che qui non ti lascia mai per molte ore.
Immagino che la salita per Piero sarà devastante, invece lui fa strada al ritmo dell’Inno d’Italia (reminiscenze dei mondiali), io e Stefi boccheggiamo dopo 20 scalini. Ogni 100 scalini c’è una terrazza con due panche per il riposo , io e Stefi siamo sdraiati e Piero recita qualcosa ad una turista tedesca che stava leggendo un libro in santa pace.
Ce la facciamo a risalire vivi, ora si tratta di trovare il B&B; impresa ardua la destinazione Harbollebro è su alcune stradine secondarie, ogni tanto cerco di fermarmi per capire meglio gli incroci, Stefania, il navigatore del gruppo ha dei problemi con i nomi incomprensibili delle strade, per cui alcune volte mi dice che la strada è giusta solo dopo che l’abbiamo passata.
Il B&B è assai carino; al contrario di quanto si scrive ai tourist inf. Se chiedi un B&B con il bagno privato te lo trovano, ma la pulizia che usano nella gestione delle loro case dopo un po’ fa sì che non ci fai più caso se hai il bagno privato o “shared” condiviso.
In questo caso è una vera e propria casetta dei 7 nani, tutto in miniatura (cucininosoggiorninobagnettodoccettalettini).
Siamo già sotto attacco della malinconia da cucina italiana; di corsa all’unico supermarket aperto, a Damme, megaspesona che ci permette di preparare una splendida pasta asciutta e salsicce alla piastra. Vediamo un po’ di tv danese (sport e telefilm fanno da padrone) e poi crolliamo.
12 agosto
Prima di ripartire alla volta di Odense ci fermiamo a visitare la Fanefjord Kirke, una delle più antiche chiese in muratura della Danimarca; begli affreschi alle pareti e degli antichi modellini di velieri che fungono da ex voto per i marinai della zona.
E’ in corso un matrimonio e Piero si presenta davanti all’altare con una scimitarra di legno; prima che ce la sequestrino insieme al bambino , togliamo subito il disturbo.
E47 e poi E20 , 2 ore e mezzo e siamo a Odense, non prima di aver fatto visita ad un’area di servizio così poco simile ai nostri faraonici e poco accoglienti autogrill.
Il servizio al Tourist Inf. anche qui è al centro della città, per un costo di 35 Kr (5 euro) un’operatore ci sottopone una serie di alternative fra hotel e B&B; scegliamo un micro albergo al centro della città, e prenotiamo già un B&B per il viaggio di ritorno che ci vedrà di nuovo passare da questa zona.
L’albergo è l’Ydes, ci accoglie un citofono che ci chiede il nominativo e l’ordine di prenotazione, dopodichè da un foro esce una chiave elettronica con l’indicazione del piano;sembra di essere su scherzi a parte.
La camera è minuscola, Stefania la trova identica ad una cabina di nave e manifesta anche un po’ di mal di mare ; ma è dotata di tutti i confort e costa poco e a me e a Piero piace da matti.
Si scende per Odense ma qui alle 4 chiude tutto: il museo di H.C. Andersen, il centro di animazione per i bambini; riusciamo a visitare la Sankt Knuds Kirke e la Sankt Albani Kirke molto belle, ma alla lunga un po’ tutte simili, non c’è la varietà di dettagli e stili delle nostre Chiese.
Lonely P. ci consiglia la visita di un paesino sul mare , Kerteminde; in 40 minuti ci arriviamo; qui si alternano strade piene di negozi per la casa e il giardino, pub e case dove si allestiscono mercatini dell’antiquariato, altra moda di cui sono ghiotti i danesi.
Il Porticciolo è caratterizzato dalla presenza di un favoloso centro di ricerca marina (Fjord & Baelt) che chiude 20 minuti dopo e una sfilza di velieri e golette in legno, si supera un ponte per arrivare all’area dedicata ai pescherecci. Ci rilassiamo su una panchina con Piero che è ipnotizzato dalle barche issate sulla banchina; odore di mare, una temperatura intorno ai 14 gradi e tanto silenzio, c’è a chi piace (a me piace!!).
Arriviamo sulla spiaggia e camminiamo a lungo, si intravedono persone a mare, Stefi rabbrividisce al pensiero di bagnarsi in questa acqua gelida, loro invece si tuffano e restano anche in balia del vento frizzante che caratterizza questa spiaggia.
Questo fiordo è circondato da coste boscose e casette prefabbricate per i villeggianti,ma non aspettatevi di vedere colori monotoni, tutte sono diverse con tonalità pastello e di varie dimensioni (nessuna supera i due metri e mezzo di altezza), ci ripromettiamo di tornarci sulla via del ritorno.
A Odense ceniamo a un ristorante della catena A Hereford beefstow; bellissimo menù per bimbi (dappertutto si trovano cotolette di pesce fresco, un ‘ottima alternativa al solito hamburger) e anche per genitori, il posto è arredato benissimo e il servizio è ottimo, il prezzo è medio.
13 agosto
Oggi la giornata è dedicata a Piero si parte presto per Billund, dove Lego ha ideato un favoloso parco divertimenti servendosi dei suoi classici mattoncini colorati.
Parcheggio ultracomodo di fronte all’ingresso del parco.Il biglietto comprende ingresso e utilizzo di tutte le attrezzature.
Conviene dedicare la mattinata alle attrazioni da luna park per poi dedicare il resto della giornata alla visita di lego world e al supermarket della lego.
Dalla cartina del parco va seguito l’itinerario in ordine numerico, dal trenino al mondo dei pirati a quello dell’avventura, tutto costruito con i mattoncini, grazie ad una squadra di 40 operai che si occupano della struttura. Sicuramente suggestiva Pirat land e Viching land dove Piero per l’emozione nel vedere quel ben di dio ha cominciato a piangere senza un motivo.
Mi è bastato poco per capire che anche io e Stefania avremmo passato un paio di giornate (in effetti si può fare perché all’interno ci sono due hotel molto carini); intere città in miniatura definite nei minimi particolari,un aeroporto, una stazione per l’estrazione del petrolio.
Il massimo è il market legoland: vi consigliamo di acquistare i gadget che si trovano solo lì, le costruzioni sono le solite, e per di più conviene più acquistarle fuori.
Verso le 5 proseguiamo verso Ribe, la città più antica della Danimarca (le indicazioni da Legoland sono eccezionali, 65 kilometri di distanza); lungo la strada Stefania inizia a cercare qualche albergo per Ribe.
Proviamo a telefonare al Backaus Hotel che ci segnala la mitica Lon.Planet: troviamo disponibilità di una stanza con bagno e colazione.
La camera è molto carina ,affaccia sulla cattedrale e , anche se il tempo non è dei migliori (come al solito la pioggia pomeridiana),si avverte subito l’antichità di Ribe, la cura e l’attenzione nell’esaltare i particolari di un’architettura medievale che fa da sfondo ad una città calda e accogliente.
Ceniamo al ristorante Mediterraneo, perché Piero reclama la sua dose di pasta; scambiamo una chiacchiera con gli italiani che lo gestiscono e nel frattempo Piero si fa fuori un megapiatto di fettuccine alla bolognese.Ci raccontano del modo di fare impresa in Danimarca: è chiaro che questa è una nazione che agevola l’iniziativa economica, anche da parte di cittadini stranieri, a patto però che nessuno faccia il furbo; e in effetti la bellezza di passare una vacanza qui è proprio quella di non chiederti mai se qualcuno vuole fregarti, perché i Danesi hanno un comportamento cristallino,trasparente.
14/8
La mattina la passiamo a fare shopping; ci sono molti negozi con oggettistica per la casa, alcune tea room che vendono antiche scatole di latta con bei ritratti a tempera. Passiamo sull’angiporto che collega il fiume al mare, delle belle costruzioni antiche fanno da cornice ad alcune golette in legno. Piero ne vorrebbe assaltare qualcuna ma i proprietari non sono dello stesso avviso.
Visitiamo la Domkirke, segnalata anche dalle guide, un bell’altare e una appariscente porta in legno; ci consigliano anche la torre,ma 300 scalini sono troppi.
Partiamo per ritornare a Kerteminde, il B&B Nabolos che ci ha prenotato il tour. Inf. di Odense è spettacolare: tetto in paglia, giardino e campagna curatissimi, i padroni di casa ci presentano il loro piccolo paradiso, mettendoci subito a nostro agio.
La camera ha un enorme letto matrimoniale e una finestra alle sue spalle che da su un campo di grano.
Cerco subito di entrare nello spirito di una casa “shared”; in cucina preparo il bollitore per un paio di tazze di caffe, mentre stefi e piero tentano di socializzare con una tedescona di 1 metro e 90.
Il tempo di prendere possesso della camera (sui letti si trovano sempre ovviamente degli splendidi piumini danesi) e ci dirigiamo subito dopo verso Nyborg; la L. Planet ne consiglia una visita in giornata e così facciamo.
Forse a Nyborg troviamo il tempo più ostile di tutta la vacanza: un vento fortissimo, mare almeno forza 5 e una pioggia e un freddo invernale.
Sulla banchina Piero scorge un veliero; rotta verso il veliero, non ho alternative!
A dire il vero ho provato a “fare il danese”, cioè parcheggiare lontano dalla banchina e andare in perlustrazione della nave, ma il vento e la pioggia sono tali che per 10 minuti decido di fare l’incivile ed arrivare con l’auto a pochi metri dalla meta.
Lo spettacolo è incredibile: fuori dal porto onde altissime, i pescherecci che rientrano in fretta (ma la gente che ci sta sopra appare comunque calma e per niente intimorita dalla burrasca) un freddo inusuale per agosto, mi vergogno un po’ a godere anche di questa situazione, ma è la verità.
Il Nyborg slot lo visitiamo solo dall’esterno, figurarsi trovarlo aperto alle 18:30.
Ceniamo al porto di Kerteminde al Sejlkub, un circolo velico che da sul mare: rombo impanato con salsa di gamberi e asparagi e patate alle erbe (consigliato da Lo. Planet e anche da noi).
15 agosto
La colazione al B&B insieme ad altre 10 persone, Piero mi guarda quasi a chiedermi che ci fanno tutte quelle persone al nostro tavolo, Stefania con abbigliamento da neve suscita la curiosità di due americane; Stefania è sicura che la stanno sfottendo (forse è vero) e cerca un impossibile contraddittorio (il suo inglese è a dir poco inesistente ma promette di applicarsi in futuro).
Io invece mi perdo in un cesto di pani e pizze rustiche e un vassoio di salami e formaggi (chi ha detto che si deve per forza bere il latte e caffè?).
Dopo aver fallito per due volte la visita, riusciamo questa volta a visitare il Fjord & baelt, un meraviglioso centro scientifico marino; all’interno foche e delfini seguiti da un gruppo di scienziati che permette un interessante incontro con i turisti senza costringere gli animali alle solite evoluzioni circensi.
Un tunnel sottomarino con una mostra itinerante sui mari del nord, permette di vedere gli animali sott’acqua senza infastidirli; la gadgetistica serve alla sussistenza del centro, ci basta sapere questo per avere una giustificazione in più per comprare l’impossibile (la tisana dell’oceano no, questo è troppo).
Alla 13 arriviamo nei pressi di Svendborg all’Egeskov Slot ,il maniero più citato di Danimarca.
Abbiamo la possibilità di visitare i giardini o anche il castello; optiamo per l’abbinata pagando una cifra spropositata (ci ripromettiamo che con i castelli siamo a posto).
Il maniero (le sue fondamenta sono costituite da migliaia di tronchi d’albero)ha il suo bel ponte levatoio e un fossato che Piero è certo sia stracolmo di coccodrilli (e nessuno lo deve smentire); l’interno è stracolmo di cimeli di caccia , i giardini sono belli e curati, il bosco offre inoltre un ponte tibetano fra gli alberi di 15 metri, riesco a convincere subito Piero a salire, mentre Stefania ci segue quasi ad occhi chiusi.
Ci sono inoltre due musei con auto e moto d’epoca.
Partiamo per Roskilde, e ci arriviamo troppo tardi per trovare il tourist information aperto. Roskilde non ci entusiasma, è praticamente deserta, decidiamo in un batter d’occhio di trovare qualcos’altro; Telefonicamente prenoto un b&b a Liseleje, vicino il fiordo di FrederiksvaerK. Per trovarlo è un’odissea; la proprietaria non mi sa dare indicazioni perché non trova gli occhiali per leggere la carta stradale.
Dopo 5 telefonate riesce a trovare la strada e indicarci la rotta; al nostro arrivo ci accolgono nella sala da pranzo tutti gli ospiti che ci applaudono per la strada trovata (Stefania li guarda in cagnesco).
Il b&b non è dei migliori, un rifugio per gli appassionati di mare e surf, ma serve al suo scopo.
Riusciamo a stento a trovare un Mc Donald aperto e poi a letto distrutti.
16 agosto
Prima di ritornare a Roskilde, diamo uno sguardo alla spiaggia di Liseleye, tanto decantata dai padroni del B&B.
Ci rendiamo conto che agosto per i danesi corrisponde già ad un ‘estate terminata, la spiaggia è deserta, ma soprattutto c’è una aria frizzantina ed è ormai quasi impossibile esporsi al sole (c’è però un discreto numero di ragazzi che si allenano con il kite surf).
Arriviamo al Vikingeskibmuseet di Roskilde, creato dopo il ritrovamento di 5 navi vikinghe nel fiordo di Roskilde.
Qui un gruppo di scienziati si occupa di: raccogliere i pezzi di legno che componevano le navi , ricomporle su un’anima di acciaio, costruire 5 navi daccapo uguali a quelle ritrovate utilizzando gli strumenti dell’epoca, continuare a scandagliare il fondale del fiordo, perché sono sicuri che c’è dell’altro.
Tutto questo aprendo anche un centro per i visitatori, i quali possono scoprire ulteriori verità su questa eroica gente del nord e addirittura vogare su una nave vichinga (dovreste arrivare in prima mattinata e prenotare il giro in barca alla biglietteria, ci hanno detto che era molto suggestivo) oltre che visitare la flotta creata daccapo dagli scienziati danesi.
La costruzione è un mix di legno e vetro con uno splendido giardino che abbraccia il museo adiacente, per i bimbi c’è una vasca all’ingresso con alcuni modellini di navi vichinghe da far navigare.
Prossima tappa decisa sempre con l’aiuto della guida è Soro, che si rivela una piacevole sorpresa; un minuscolo centro caratterizzato da una torvet centrale (la piazza principale) piccola e accogliente, un’Accademia universitaria e i suoi giardini e uno splendido lago.
Dopo una pizza ed un caffe ci dirigiamo verso Sogade, una strada che sbocca sul lago; prima di arrivarci ci fermiamo vicino ad un campo d’atletica dove si svolge un allenamento di cricket.
La giornata è caldissima, Piero ha trovato alcune oche da analizzare io e Stefania uno splendido prato; dopo un’oretta dal lago arriva alle nostre orecchie una musica anni 30 a basso volume, ci affacciamo e vediamo un piccolo battello che offre un giro dell’area ad una velocità soporifera.
Noi non avevamo tempo per questa gita , ma la consigliamo vivamente per la quiete che si respirava.
Lasciata Soro ci dirigiamo verso Vallo in prossimità di Copenaghen.
Perché Vallo?
Perché Lonely Planet ne dedica un piccolo inciso esaltandone la caratteristica di posto dimenticato dal tempo, perché è vicinissimo all’aeroporto Kastrup dove domattina dovrò riconsegnare l’auto alle 11 (Stefania mi ha chiarito che la Hertz la rivuole indietro la mia Bmw). E’ bene ricordare che in Danimarca se la consegna dell’auto avviene anche 10 minuti dopo l’orario pattuito rischiate una salata penale (così come nel caso in cui non lasciate l’auto con il pieno di benzina).
Non vorrei essere abitudinario , ma Vallo è bellissima, piccolissima, verdissima e con il suo bel castello e i suoi favolosi ettari di giardino.
Ho prenotato una camera al Valloslotskro, un po’ costosa , ma assolutamente giustificata dal posto e dall’albergo; un’antica locanda tirata a nuovo con gli interni sontuosi ma non eccessivi.
Ceniamo in albergo ( anche perché è l’unico punto di ristoro): uno splendido filetto al vino rosso e un simpatico tavolo buffet per i contorni, spendendo davvero poco.
17 agosto
Alle 11 riconsegnamo l’auto al Kastrup airport (terminal 3 parking 3° piano: lì si consegnano tutte le auto di qualsiasi compagnia di noleggio), riconsegnamo le chiavi alla Hertz e abbandoniamo subito l’idea di prendere un treno per Malmoe in Svezia (sappiate però che dall’aeroporto a Malmoe ci vogliono 20 minuti di treno, la città è visitabile in mezza giornata, per cui se avete una partenza verso le 19, l’ultimo giorno potreste utilizzarlo per una fuga in Svezia andata e ritorno; al Kastrup airport c’è inoltre un’eccezionale deposito bagagli).
Dopo il check in giriamo per negozi e ci rendiamo conto che l’aeroporto offre un ‘infinità di soluzioni per impegnare piacevolmente del tempo.
Alle 16 ci imbarchiamo.
Ogni viaggio ti lascia sempre la sensazione di tornare nella tua città con un maggior senso di appartenenza al mondo, dalla Danimarca portiamo via un senso di quiete assordante che solo una campagna a pochi metri dal mare ti può dare.
Il Viaggio Fai da Te – Hotel consigliati in Danimarca |
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