di Annalaura Di Federico –
12 Ottobre
Parigi – Aeroporto Charles De Gaulle
Che emozione, quasi quasi mi fermerei qui, anche per non dover prendere un altro aereo…per nove ore! Il volo per Parigi e’ stato piuttosto tranquillo, a Roma c’era bel tempo, maestrale e cielo limpido (sembra un bollettino meteo) e in netto contrasto con la grigissima giornata dell’altro ieri (matrimonio!) in cui abbiamo dovuto produrci in una danza evocativa del sereno… E’ dunque iniziata circa tre ore fà la nostra avventura cubana e per il momento procede tutto secondo i programmi. Francesco ha trovato una farmacia ed è tutto contento di poter arricchire il suo assortimento di medicinali vari…

13 Ottobre
Havana – Aeroporto Jose Marti
ore 4:30 (10:20?)
Ho passato la dogana, aspetto che Francesco la passi a sua volta e due pensieri funesti mi tormentano:
1. lui non passerà mai e andrò in giro da sola per 15 gg per Cuba
2. mi requisiranno il quaderno quanto prima.
Ogni persona passa almeno 5/10 minuti alla dogana e viene interrogata circa le ragioni del viaggio, il lavoro svolto in patria, ecc…
Intanto Francesco è arrivato: l’interrogativo successivo è il seguente: troveremo mai i bagagli???
NB: vogliono 1 $ per il carrello portabagagli!

ore 8:30
Con i bagagli è andata bene, ogni volta agli aeroporti tiro un sospiro di sollievo quando vedo comparire le mie valige.
Un tassista ci ha portato in albergo per 18 $, ma credo che il tutto sia molto abusivo. In ogni caso ci ha raccontato un pò di cose e dato un pò di consigli, tipo quello di evitare di guidare a Cuba di notte. Abbiamo anche capito perchè…non esistono indicazioni stradali e la gente passeggia allegramente sulle autostrade!
Ora siamo a colazione, sulla terrazza al sesto piano del nostro albergo. Si vede tutta la città, la terrazza è bellissima. Improvvisamente siamo ripiombati nell’estate e non fa nemmeno un caldo soffocante, spira una brezza piacevole. Posso al momento dire che si respira un’aria di profonda decadenza, alla quale non sarà facilissimo abituarsi. Ieri sera una tipa ci si è avvicinata mentre prendevamo le valige dal taxi. Pensavamo volesse accattonare e la cosa mi aveva infastidito. In realtà voleva soltanto una rivista e Francesco gliela ha data. La sua espressione di gratitudine mi ha impressionato…
ore 9:00
Tornati nella stanza dopo colazione…come l’impressione che ci ha dato la prima vista di Havana dall’alto, così anche la nostra stanza ha un’aria di decadenza: sembra di essere in un romanzo di Marquez. C’è un odore (puzza?) di muffa molto molto forte e la stanza è spoglia e …non so che altro dire, se non che mi ricorda molto le belle descrizioni nei libri sudamericani. Chicca ha finito la doccia, ora tocca a me e poi…a piedi per l’Havana Vecchia!

ore 15:00
Non si può evitare di scrivere, qui c’è bisogno di non dimenticare nessuna sensazione. Ora piove, c’è un caldo torrido. Abbiamo ceduto ad un “cicerone” cubano, che per 10 $ ci ha portato in giro tutta la mattina e ci ha mostrato un paladar in cui ceneremo questa sera. Ci ha raccontato molte cose su Cuba, la Rivoluzione e Fidel. C’è tanta stanchezza, tra la gente, per come vanno le cose da decenni.
Abbiamo comprato per 5 $ un libro del 1939 sulla storia di Cuba.

ore 21:00
Siamo nel paladar che abbiamo prenotato nel pomeriggio. Stiamo mangiamdo ARAGOSTA. L’abbiamo mangiata anche a pranzo, solo che un nugulo di mosche inferocite ci ha importunato tutto il tempo. Speriamo vada meglio questa sera! Nel pomeriggio abbiamo avuto un breve tracollo, con sonnellino di 3 ore, non penso di aver mai dormito ‘si profondamente…

14 Ottobre
Havana
ore 8:00
Riflettendo riguardo la giornata di ieri ho concluso che abbiamo dormito:
– dalle 16:00 alle 19:00 (dalle 22:00 all’ 1:00 in Italia)
– dalle 23:00 alle 5:00 (dalle 5:00 alle 11:00 in Italia)
avendo dovuto interrompere il sonno per esigenze di nutrizione. Quindi abbiamo totalmente ignorato il fuso orario e dormito negli orari italiani! L’aragosta era stupenda e anche il ristorante in cui ci ha portato il notro cicerone.
Abbiamo anche preso il COCOTAXI (ovetto), una sorta di motorino a 3 ruote che qui è un taxi statale. E abbiamo comprato sigari di contrabbando, che non abbiamo ancora idea di come far passare alla dogana senza essere arrestati e trattenuti a Cuba a tempo indeterminato! Ora siamo sulla spendida terrazza dell’albergo per la colazione. E’ molto difficile abituarsi al mix degli odori di questa città e altrettanto difficile identificarli tutti. Oggi però dalla terrazza abbiamo visto distintamente la raffineria e realizzato che l’odore forte di “nafta” potrebbe essere causato da questi impianti di raffinazione che incombono sulla città.
Per strada si vedono parecchie persone, oggi per i cubani è un giorno lavorativo.

ore 13:45
Elenco delle cose comprate oggi al mercato dell’artigianato:
– collanina e braccialetto di corallo nero
– maracas
– bicchieri-tazze-bottiglia di terracotta
– 2 matite etniche
– 2 collanine, 1 piatto grande decorato, 1 piatto piccolo
– 2 quadri dipinti a mano
– 1 cappello dei militari della Rivoluzione
Ora siamo nel ristorante in cui abbiamo pranzato ieri, in attesa di farci nuovamente massacrare dalle stesse mosche inferocite che ci hanno deliziato ieri. Questa mattina abbiamo visitato il Museo del Trionfo della Revolucion (oltre al mercato!)

ore 18:45
AAAaarghh!
Abbiamo un piccolo problema con i soldi. Preferisco non parlarne fin quando la cosa (in un modo o in un altro) non si risolverà.
Mi innamoro lentamente di questo posto. Dell’atmosfera, delle contraddizioni, dei cocktails (tipo il Daiquiri che abbiamo bevuto poco fà e che mi sta annebiando la vista, da cui il tremore della scrittura…)
Speriamo bene per i soldi, ci sono ancora tante e tante cose da vedere aqui !

15 Ottobre
Havana
Ore 8:50
Siamo in banca, presto sapremo se le nostre carte di credito qui sono considerate dei semplici pezzi di plastica. Da notare che si tratta della seconda banca in cui entriamo, avendo la prima i terminali fuori uso! Ieri sera abbiamo mangiato l’aragosta più grande del mondo…buonissima! (a 15 $) Abbiamo anche bevuto un Mojto alla Bodeguita del Medio. Il locale sembra essere identico a quando era frequentato da Hemingway.
C’era un vassoio su cui lo scrittore ha lasciato un “verso” (My Mojto en la Bodeguita, My Daiquiri en La Floridita). Mi è rimasto in mente e da stamattina me lo ripeto…
Siamo molto contenti di lasciare l’albergo, che in realtà è molto bello nel suo stile coloniale, ma le cui stanze sono un tantino opprimenti, con quel fetore di muffa e l’umidità che impregna todo!

Autopista
ore 11:45
Sull’autopista…il contachilometri segna Km 131.700 (!!!)

Guamà
ore 13:30
Siamo a Guamà, all’allevamento di coccodrilli. Stiamo per mangiare, ma non abbiamo avuto il coraggio di ordinare la bistecca di coccodrillo; casomai dopo chiedo al cameriere se è possibile assaggiarne un poquito. L’autopista consiste in una distesa di asfalto di svariate corsie, mai manutenuta dall’epoca della sua costruzione. Lo svincolo dall’Avana era costellato di crateri e credo sia un miracolo che la macchina non si sia disintegrata. La cosa più spettacolare dell’autopista è la sua popolazione, tanto di esseri umani quanto di automezzi. Ci sono biciclette, macchine d’epoca, camion, carretti e quant’altro. Il motore più diffuso è il cavallo, e meno male vista la qualità della benzina e della combustione (da ingegnere ambientale noto subito questo genere di cose, deformazione professionale!). Per arrivare qui abbiamo attraversato un borgo, o meglio un sobborgo. Si comincia ad intravedere la condizione in cui vivono le persone al di fuori delle grandi città. Stamattina siamo riusciti a prenotare le 5 notti a Guardalavaca alla cifra (modica) di 158 $ a notte, todo incluido. Il prezzo è stato un ottimo affare visto che ieri mattina era di 184 $, nel pomeriggio era lievitato a 190 $ e stamattina era un numero non meglio precisato, nell’intorno di 200 $. Alla fine abbiamo chiuso per 158 $ per notte…un affarone. NB: somiglia un pò alla quotazione in borsa della FIAT.

Trinidad
ore 21:00
Siamo a Trinidad. Abbiamo fatto solo una piccola passeggiata in paese perchè pioveva, ma è stato sufficiente per capire che è un posto bellissimo. Sembra di camminare nel set di un film western, il tempo si è fermato a 200 anni fa. Sulla strada tra Guamà e Trinidad abbiamo dato passaggi a due o tre persone, l’unico modo per arrivare sani e salvi a destinazione, vista la totale assenza di indicazioni sulla strada, e vista anche la condizione generale delle strade. L’abboccamento a Trinidad è stato fantastico: avevamo l’indirizzo che ci aveva fornito il nostro cicerone habanero, ma all’ingresso del paese un tizio ci ha fermato (era in bicicletta) spegandoci che la tipa della casa in cui saremmo dovuti andare aveva telefonato a qualcuno di imprecisato della “su familia” in quanto non c’erano più posti liberi nella “su casa” e raccomandandoci pertanto per un’altra “abitacione” presso un’altra casa. Il tutto appare alquanto contorto in italiano e in spagnolo posso garantire che è apparso addirittura losco. Sta di fatto che abbiamo parlato prima con la tizia che (presumibilmente) non aveva più camere disponibili (a causa della molta “juvia”) e in seguito ci siamo recati nella casa da lui indicataci. Non sono ancora ben sicura di cosa sia successo, probabilmente non era vero nulla di quanto ci ha detto, ma la verità è che sono stati tutti gentilissimi, la casa è deliziosa, tutta in stile coloniale (come tutte le case di Trinidad) e con un delizioso cane (perro) di nome Jake, che non smette mai di fare coccole, e con due orecchie enormi! Abbiamo una stanza abbastanza grande, in cui non c’è il bagno, ma il bagno è vicino e siamo solo noi con la padrona di casa. Abbiamo anche cenato qui e per 7 $ ciascuno abbiamo mangiato (benissimo) le seguenti cose:
– un piatto con pesce (delizioso), banane fritte, patate
– riso con qualcosa di arancione in mezzo
– varie verdure (che come sempre non tocchiamo per paura di qualche malanno intestinale)
– un piatto pieno di frutta (arancia, papaya, banane)
– caffè (ottimo)
La signora e il figlio sono carinissimi, fin troppo. Non cenano con noi, ma una coppia di ragazzi che abbiamo conosciuto nel pomeriggio ci ha detto che è normale che sia così, in quanto a loro non è permesso mangiare le cose che mangiamo noi. Tutto questo non fa che aumentare il mio senso di disagio, la rabbia per le contraddizioni che ogni giorno abbiamo modo di osservare e vivere. Viaggiare nella campagna ha esasperato questo disagio, in quanto ci ha fatto vedere un pò più da vicino le condizioni di vita della gente. D’accordo, forse a loro non manca il cibo, ma sono certa che manca tutto il resto: una casa dignitosa, la possibilità di andare al lavoro con un mezzo di trasporto decoroso (tutti chiedono passaggi ovunque), le scarpe, l’asciugacapelli, a volte l’elettricità. Non ci sono negozi e non si trova nulla, ma per un turista è possibile comprare davvero tutto. Io trovo tutto ciò terribile e mi commuovo per lo spirito amichevole e un pò rassegnato di questa gente.

16 Ottobre
Trinidad
ore 8:30
Mucha, mucha, mucha juvia, che non accenna a smettere nè a disintensificare, un vero torrente d’acqua ch scende dal cielo. Penso che sarà una lunga, lunga giornata.
ore 9:00
Abbiamo appena saputo dalla signora che siamo nel bel mezzo di una bellissima perturbacion ciclonica, con mucha juvia e poco vento, che si sta allegramente spostando verso la zona sud-est, e quindi esattamente dove stiamo andando noi e segue pedissequamente il nostro itinerario (muj bien!). Del resto questa è la stagione delle piogge, possiamo solo augurarci che passi in fretta, così da farci godere qualche giorno di mare. La colazione in compenso è stata buonissima. La cucina creola è molto simile alla nostra ed è molto ricca.
Hanno delle banane piccoline molto buone e abbiamo scoperto che hanno la nostra stessa machinetta del caffè!
Comunque ci sono parecchie cose da vedere qui a Trinidad. Anche con la pioggia possiamo visitare un pò di musei. Sempre che torni la corrente!

ore 14:40
Siamo bloccati nel patio di un locale in cui abbiamo bevuto un cocktail dal nome strano e di difficile pronuncia (kamchanka, boh?)…chanchanchara. Si fa con il miele, il rum e il succo della canna da zucchero. Abbiamo visto spremere la canna da zucchero, in uno strano marchingegno di legno con due lame. E’ incredibile la quantità di succo che si riesce ad ottenere dalla canna. Se ripeteranno l’operazione più tardi proverò a fotografarli. Tanto siamo bloccati qui sotto da una pioggia torrenziale… C’è un tizio che suona due tamburi in modo sensazionale, l’ho già fotografato. Sempre di più si ha l’impressione di essere a Macondo, o in qualsiasi scenario da libro di Marquez. Non mi dispiace poi tanto di essere bloccata qui.
Da turisti si ha sempre fretta, sempre con la smania di vedere più cose possibili, senza mai soffermarsi a respirare l’atmosfera del luogo. Questa immobilità un pò forzata a Trinidad è quasi un invito alla riflessione. Il tizio che suona qui è davvero un fenomeno. Un grande animatore che è riuscito a farci dimenticare la pioggia. Per pranzo abbiamo mangiato un ottimo pescado per 8 $.

ore 20:35
(Credo di aver quasi del tutto soddisfatto il mio desiderio di aragosta, con la cena di stasera. Ho raggiunto quello stato vicino alla nausea che nella vita ho sempre bramato raggiungere nei confronti di questo inavvicinabile crostaceo. Provando a fare due conti mi sembra di ricordare di aver mangiato aragosta 4 volte in 4 giorni, il che mi sembra una buona media, considerando anche la quantità delle singole porzioni. Chiudo la parentesi). Abbiamo chiesto alla signora che ci ospita l’indirizzo di una casa particular a Camanguey. Lei ce lo ha prontamente fornito. Dice inoltre di non dare retta ai “bicicleteros” che troveremo all’ingresso della città, in quanto inventeranno ogni sorta di storia per condurci in un altro posto (!!!??)

ore 20:45
Domani mattina partiremo per Camanguey.
Personalmente parto da Trinidad con la morte nel cuore. Ho trascorso qui due giorni bellissimi, nonostante la perturbazione ciclonica che non ci ha dato trega. Nel pomeriggio siamo stati a fare un giro in macchina con due ragazzi di Verona (Paola e Alessadro) che abbiamo conosciuto al nostro arrivo in città. Abbiamo percorso una quindicina di Km ad est di Trinidad, alla volta di uno splendido belvedere indicato sulla guida (bellissimo!) e di un’ex residenza signorile di qualche signorotto che possedeva delle piantagioni di canna da zucchero. Da una torre alta 44 metri era possibile controllare gli schiavi che lavoravano nei campi. Devo confessare di non aver avuto il coraggio di salire fino alla cima, la scala era davvero inquietante. Prima di salire abbiamo incontrato una ragazza del villaggio adiacente la residenza (oggi un ristorante) che ha tentato di venderci 5 collanine per 1 $. Abbiamo detto che avremmo fatto l’acquisto una volta scesi dalla torre, ma ad aspettarci al varco c’era anche un’altra ragazza con altre collanine, che ha rifiutato il dollaro in cambio della maglietta di Francesco, che è stato costretto a spogliarsi per le insistenze delle ragazze e di tutti noi che assistevamo alla scena. Morale della favola: siamo andati via con 10 collanine, un dollaro e una maglietta in meno, e Francesco (nudo) e scioccato per non aver potuto fare di più per rendere un pò più felici quelle ragazze. Abbiamo deciso di andare sempre in giro con qualcosa da regalare (siamo partiti da Roma con una ventina di saponette all’uopo). Se possibile mi piacerebbe andare domani stesso nel villaggio. Il ricordo della ragazza con indosso la maglietta di Francesco ci accompagnerà per molto molto tempo (ed è documentato da una foto).
NB: trattavasi di magliettaccia gialla della Levis che Francesco non indossava più da decenni.
Poi siamo stati alla Playa Ancon, la spiaggia più nota di Trinidad. Niente di entusiasmante, ma è stato bello finalmente vedere l’oceano. Ho scattato una foto ai ragazzi di Verona con la loro macchina fotografica, e mi sono ripromessa di procurarmi al più presto una macchina fotografica un pò più decente rispetto alla nostra dotazione attuale (devo chiedere a papà di dare un’occhiata alla sua per vedere se è ancora utilizzabile). Oggi ho capito che ci vorrebbe molto più tempo da trascorrere in quest’isola. Forse non avremo più la possibilità di fare il bagno nella piscina naturale con le cascate che si trova a qualche Km da qui, o di fare l’escursione a cavallo sulla Sierra. Le meraviglie sono tante e il tempo così poco… Stasera il tempo sembrava essere un pò cambiato, e abbiamo potuto vedere degli squarci di sereno. Speriamo bene per domani, soprattutto in vista del viaggio che ci aspetta.

17 Ottobre
Trinidad
ore 8:30
Ci siamo svegliati con il sole e con il gallo Dicono che la perturbazione tendesse a spostarsi verso il sud, il che significherebbe che la rincorreremmo con la macchina.
Speriamo di no!
Oggi è una giornata di viaggio e come prevedevo mi sento triste per dover lasciare Trinidad. E’ troppo bello questo paese. Ieri sera c’era gente in giro a differenza della prima sera qui. Eravamo con i ragazzi di Verona e con un’altra coppia di fiorentini. Abbiamo parlato di Cuba e dei Cubani. Tutti noi che siamo qui abbiamo bisogno di condividere le nostre impressioni, perchè tutti rimaniamo colpiti da quanto ci ha accolto in questa singolare e bellissima isola.
Camanguey
ore 18:00
Siamo arrivati a Camanguey all’ora di pranzo, e chiaramente ci ha subito catturato un bicicletero. Chiaramente ci ha raccontato una storia riguardo il fatto che la padrona della casa dove saremmo dovuti andare non aveva più stanze libere, E’ stato invadente ma tuttavia gentile, e ci ha accompagnato dal presunto figlio della padrona della casa di cui eravamo alla ricerca, il quale ci ha indicato un altro posto. Morale della favola: ci siamo installati in questa casa per 20 $ più due di parcheggio, e stasera ceneremo qui per 5 $ a testa.
Camanguey ci ha fatto sulle prime una pessima impressione. Il solito caos, disordine e sporcizia.Case in stile coloniale si alternano a baracche senza speranza. E’ stato difficile addirittura trovare un posto in cui pranzare. Alla fine siamo entrati in un “Grand Hotel” e abbiamo mangiato pollo fritto in compagnia di un italiano di mezza età che ci ha raccontato un pò di cose sulla sua vita.
Da quanto abbiamo appreso alterna la sua vita tra Cuba e la Brianza. Ha una donna qui, e devo dire che a Camanguey abbiamo visto un jineterismo spinto all’eccesso, ai limiti della prostituzione.
E’ pieno di ragazze dai modi provocanti e volgari che si accompagnano ad occidentali attempati. Nel pomeriggio siamo stati abbordati da un tizio con un “bicitaxi” che ci ha portato in giro per la città in risciò facendosi un azzo impressionante per 12 $(ne aveva chiesti 10 ma gliene abbiamo dati volentieri 2 in più).
E’ stato un ottimo cicerone e una bravissima persona. Ci ha portato in un mercato particular di cubani veramente pittoresco, di generi alimentari, frutta e verdura. Al termine della gita ci ha lasciato vicino ad una grande chiesa, che all’apparenza sembreva chiusa.
Dalla finestra abbiamo chiesto ad una signora che si trovava all’interno se era possibile visitare la chiesa (eravamo in orario di apertura). Ci ha aperto un portone e ha chiamato una tipa che ci ha fatto da guida raccontandoci tutta la storia di tutte le parti della chiesa (in italiano) per 0 $.

ore 21:30
Sono davvero frustrata per il modo in cui siamo stati abbindolati oggi. Alla fine abbiamo trovato la casa della signora da cui saremmo dovuti andare; ci stava aspettando ed era preoccupata per il nostro ritardo. Non ho potuto fare altro che spiegarle la situazione, in italiano, quindi non so fino a che punto possa avermi capita. Le ho poi consegnato i biglietti da visita che la signora di Trinidad mi aveva pregato di portarle, e scusandomi ancora l’ho salutata.
Abbiamo deciso, per Santiago, di accordaci in precedenza con la signora della casa particular in cui intenderemo alloggiare, per un appuntamento da qualche parte, in modo da non cadere in trappola un’altra volta. La casa qui non è proprio male, e come sempre i proprietari sono gentili e compiacenti. Quello che mi amareggia è il fatto di essere stati nuovamente presi in giro. I bicicleteros sono dei veri e propri procacciatori.
Entrambe le volte ci hanno aspettato all’ingresso del paese e a nulla è valso trattarli male e cercare di allontanarli. Hanno un istinto disp erato che li porta ad attendere i turisti un pò sprovveduti come noi. Mi chiedo dov’è il socialismo se sono disposti a tutto, anche a farsi le scarpe a vicenda per qualche dollaro di ricompensa. Sono davvero triste stasera, ma forse un pò è la nostalgia di Trinidad
Domani sera saremo in un villaggio “alla inclusive” a playa Esmeralda, per cui non credo che ci sarà molto da raccontare o da scrivere, eccetto la descrizione delle lunghe ore trascorse sotto il sole dei tropici!

18 Ottobre
Camanguey
ore 8:20
Dopo due giorni in cui siamo andati a letto tardi, questa notte abbiamo dormito per abbondanti 8/9 ore. Speriamo di arrivare al pomeriggio meno stanchi di ieri.
Mi sono svegliata ancora con il ricordo di quanto accaduto ieri.
Avevo e ho una voglia insana di prendere a schiaffi i due ragazzi che ci hanno adescato ieri, soprattutto perchè mi è dispiaciuto moltissimo vedere l’espressione della signora che ci aspettava per la camera.
Il lato positivo è che in questa casa c’è un bel terrazzino in cui ieri sera abbiamo cenato e fatto cruciverba e in cui stamattina abbiamo fatto colazione. La colazione oggi è consistita in:
– caffè
– succo di arancia
– guayaba (buona!)
– banane
– pane e burro
– FRITTATA!
La frittata è stata una mia responsabilità: il padrone di casa mi ha chiesto se avessimo preferito huevos fritas o tortillas, e io ho risposto TORTILLAS!
Abbiamo dovuto onorare la cucina di questi premurosi ospiti e ci siamo beccati la frittatina alle ore 8:00.
Qui è pieno di anatre e galline, quindi abbiamo potuto godere di una colazione molto bucolica. Sento che stanno facendo le pulizie in casa.
L’aspetto della nostra stanza e del bagno è desolante, tutto sembra sporco. La realtà è che nulla è sporco, ma tutto incredibilmente vecchio e fatiscente.
Ripenso alla scelta fra quaranta tipi differenti di lavello per la nostra nuova casa, e rivedo il lavabo della cucina qui: non c’era praticamente più lo smalto, e aveva un bruttissimo aspetto. Riguardo il clima oggi sembra una bella giornata.
Mi auguro di trovare il sole sulla costa orientale, verso la quale siamo diretti.
Visto che ci metteranno un simpatico braccialetto fosforescente intorno al polso e che diventeremo fauna da villaggio turistico, speriamo almeno di poter assumere un bel colorito tropicale.

Guardalavaca
ore 19:00
Siamo in paradiso! La nostra stanza qui è grande più o meno quanto la casa di via Artom. La spiaggia è bellissima, il mare oltre ad essere stupendo ha una temperatura di circa 28 gradi.
La sabbia è bianchissima e anche all’ora di pranzo non è bollente (la confronto con quella di Francavilla).
La cosa più bella qui è che arrivi in questo ghetto per turisti senza neanche accorgetene. Le abitazioni sono basse e perfettamente inserite nel paesaggio.
Fa piacere vedere che ogni tanto le cose vengano fatte con un minimo di criterio, senza eccessive violenze sull’ambiente e il paesaggio.
Qui ci sono 5 ristoranti e numerosi bar. Ti siedi, prendi quello che ti pare e ti alzi e te ne vai (il miracolo del “todo incluido”).
Da qui si possono godere appieno le notti tropicali, che sono semplicememnte divine.
Dico tropicali perchè qui di cubano c’è veramente poco. Siamo in un universo parallelo a prendere una tintarella, tutto qui! (però già un pò mi mancano le strade cubane e le Case della Trova…non diciamolo a Francesco!).

21 Ottobre
Guardalavaca
ore 21:00
Come avevo previsto non c’è stato molto da scrivere in questi giorni trascorsi a Guardalavaca.
Re-impugno la penna la penna oggi per dare sfogo alla mia tristezza, cagionata da una persistente dissenteria che mi ha rovinato la giornata.
A parte la mancata giornata di mare, devo rilevare la totale rinuncia a pranzo e la limitazione della cena al solo riso in bianco e pesce alla piastra (il pargo: ma che pesce è?).
Ricordo che il buffet è largo circa 200 mq, il che può spiegare solo in parte la mia frustrazione: per capirla appieno bisognerebbe averlo visto.
Devo dire che questo posto, nonostante le sue meraviglie, intorpidisce un pò il cervello.
Dopo giorni trascorsi in giro per le città, a tutte le ore con il sole a picco, senza le grandi comodità di cui usufruiamo qui, adesso ci troviamo a lamentarci della fatica per arrivare al MARE o della qualità del caffè espresso!
Bisognerebbe, per quanto possibile, ridurre all’osso la permanenza in questi villaggi altrimenti si corre il rischio di trascorrervi 15 giorni in piscina (perchè l’acqua del mare è mossa) a mangiare scaloppine al vino (a Cuba!).
La citazione trae spunto da un caso documentato di coppia in viaggio di nozze a Varadero; l’aneddoto ci è stato raccontato dalla coppia conosciuta a Trinidad.
Stamattina abbiamo avuto la prima vera disavventura “autostradale”.
Siamo partiti molto presto diretti a Santiago. Pensavamo, in questo modo, di evitare il soggiorno a Santiago dopo la partenza da qui, in modo da risparmiarci gli ultimi due giorni di macchina.
Abbiamo infatti deciso di riavvicinarci a L’Havana fermandoci ancora due notti a Trinidad e l’ultima notte a Santa Clara (in modo da poter visitare il mausoleo del Che).
Morale della favola, mi limito ad elencare la sequenza completa degli eventi che hanno avuto luogo tra le 7.00 e le 11.00 di esta magnana (manana):
– primo tentativo di fare colazione, fallito perchè la sala non era ancora aperta
– partenza per Santiago
– caricamento in macchina di un militare + un contadino, fuori dall’albergo fino ad Holguin
– imbocco della strada (sbagliata), o presunta “scorciatoia” per Santiago
– caricamento in macchina, su invito di un funzionario addetto al presidio delle strade, di:
* una signora evidentemente asmatica
* una sua accompagnatrice
e accompagnamento di entrambe all’ospedale
– ingresso in un paese fantasma (non rilevabile su alcuna mappa) di nome Saint German e arrivo all’ospedale
– richiesta e ottenimento di indicazioni per Santiago
– raggiungimento di una strada sterrata in mezzo a campi di canna (trattavasi effettivamente della strada per Santiago, ma il nostro cuore e il forte desiderio che la Matiz in nostra dotazione ci riporti a L’Havana, ci ha fatto optare per il rientro a Guardalavaca)
– rientro a Guardalavaca, non senza caricare due tipette in divisa del ministero dell’interno.
(Sulla strada tra Camaguey e Guardalavaca, l’altro giorno, avevamo dato un passaggio ad una scolaretta che tornava a casa per il fine settimana). In finale si può concludere che stamattina abbiamo svolto un vero e proprio servizio pubblico.
Poi è iniziata la storia della mia dissenteria, di cui ho già fatto cenno. Speriamo bene per domani, almeno potrò mangiare un PERRO CALIENTE (ovvero hot dog).
Sarebbe carino se anche noi in Italia lo chiamassimo CANE BOLLENTE!

22 Ottobre
Guardalavaca
ore 14:00
Abbiamo appena finito di pranzare, l’ultimo pranzo qui al Melia. Da domani inizia l’ultimo breve periodo del nostro vgabondaggio. E’ ormai deciso che domani sera saremo nuovamente a Trinidad, e venerdi a Santa Clara. Oggi ho un pò nostalgia di Roma. Forse sono solo un pò deboluccia e alquanto spaventata per la mega gastro-entero-colite di cui sono vittima, e che tra le altre cose mi è costata 32 $ di consulto medico (prezzo sborsato per sentirmi dire di prendere una quantità esagerata di Imodium).
In questi ultimi giorni il villaggio è stato bellissimo, essendo partita la comitiva di 200 bergamaschi/bresciani che ci hanno “allettato” al nostro arrivo. Un pò rumorosi e tracotanti, fanno onore alla fama degli italiani all’estero Mi sono resa conto che c’è tutta una categoria di turisti i quali si comportano all’estero come se pensassero di trovarsi a casa propria: vogliono il caffè espresso corretto, pretendono che si parli italiano solo perchè reputano che il prezzo pagato per il soggiorno comprenda anche questo diritto. Soggiornano in un villaggio stupendo la cui caratteristica principale, oltre all’abbondanza di confort, è la discrezione, e pretendono l’animazione con gli “sketches” (evidenzio che qui l’animazione prevede una serie di speattacoli serali bellissimi, con ballerini bravissimi, che provano tutta la mattina per prepararsi all’esibizione serale). Senza contare che vengono a Cuba, un’isola ricca di storia e di cultura, e con una situazione socio-politica che non smette di stupirci ogni giorno, e ignorando completamente tutti questi aspetti, agiscono come se fossro in Brianza. L’italiano medio è davvero provinciale. Il mio pranzo oggi non è stato molto dissimile dalla cena di ieri sera: riso in bianco e pargo alla griglia. Mi sono concessa due pezzetti di pizza bianca, e tutto per tenermi libera per la cena di stasera in uno dei ristoranti qui dentro. A Trinidad abbiamo pensato di fare un’escursione. Ci hanno detto che è possibile raggiungere a cavallo una cascata molto bella, con una piscina naturale in cui è possibile fare anche il bagno.

23 Ottobre
Guardalavaca
ore 13:45
Abbandonata la “gabbia dorata” di Guardalavaca, siamo a metà strada per Trinidad. Ci siamo fermati in un posto a caso, distrutti dalla fame (almeno io!) e siamo finiti precisamente in un posto chiamato “Motel Florida”, dove abbiamo mangiato riso con fagioli e fettina di maiale (cerdo) per 14 $.
Decisamente caro! Non è banale a Cuba trovare un ristorante, per cui bisogna sapersi accontentare!

Trinidad
ore 17:30
Siamo a Trinidad! O meglio, alle porte di Trinidad. Speriamo di riuscire, almeno stavolta, a dormire nel posto da noi deciso. No more bicicleteros! Ora ci siamo fermati al mirador in cui siamo stati con Paola e Alessandro. Stiamo chiacchierando con due tedeschi e un francese.
Molto elettrizzante! Questo posto è davvero bellissimo.
NB: i tedeschi si sono alla fine rivelato belgi!

ore 21:00
Siamo al sicuro, nella “nostra” casa particular a Trinidad, dove abbiamo trovato il nostro perrito Jake ad aspettarci. Francesco non smette mai di giocarci e di fargli le coccole.
Abbiamo mangiato pescado, e abbiamo scoperto trattarsi di “pargo” anche qui.
Che pesce sia ancora non lo so, ma è certo che avrò una crisi di astinenza da pargo quando tornerò a Roma, visto quanto ne sto mangiando qui.
Oggi abbiamo percorso più di 500 Km e la stanchezza si fa sentire. Ci abbiamo impiegato poco più di 8 ore.
Qui il tempo ha un altro valore e un altro significato, rispetto a quello cui siamo abituati. Le strade non sono delle migliori, ma ciò che più rallenta la marcia è il popolo che vive sulle strade.
Nella maggior parte dei casi ci si trova a dover superare un camion gigante e vecchissimo, pieno di cubani, che a sua volta sta superando un carretto trainato da cavalli, mentre nella corsia opposta ti viene contro un risciò!
E sono storie vere, nulla di inventato a scopo comico!
Ripensando al pranzo al Motel Florida, credo che ancora stiano festeggiando per essere riusciti a scucirci 15 $ per una fettina di maiale.
Neanche a dirlo, qui i listini prezzi non esistono. In un posto in cui si paga in moneta locale, e poco frequentato dai turisti, il prezzo è qualcosa che si inventa lì per lì. Il mio reportage fotografico è seriamente compromesso, dal momento in cui oggi è morta la batteria della macchinetta fotografica.
Non abbiamo neanche provato a cercarne una in qualche negozio. In questi frangenti rimpiango di non essere andata in vacanza a Londra!
Per quanto riguarda la giornata di domani, ci siamo accordati con un amico della padrona di casa per una gita a cavallo verso una cascata ai piedi della quale è possibile fare il bagno.
La gita comprende anche la visita ad un vecchio ingenios (zuccherificio) e ad una piantagione di canna da zucchero, il tutto per 15 $ più il prezzo del biglietto per entrare nella riserva.
Chiaramente la nostra guida ci ha tenuto a precisare, non appena ci siamo accordati, che agli altri turisti che verranno con noi ha chiesto 4 $ l’ora, dandoci ad intendere che abbiamo realizzato un grande risparmio.
Qui tutti, da quando siamo arrivati, ci hanno tenuto a precisare che eravamo oggetto di un trattamento di favore, a cominciare dal tizio che voleva venderci sigari all’Avana, a seguire con il paladar in cui abbiamo mangiato aragosta qui a Trinidad.
Il bello è che lo fanno APPENA ti conoscono: non si rendono conto che così non sono credibili? Comunque, riguardo domani, devo dire che tanto io quanto Francesco siamo abbastanza terrorizzati dall’idea di salire su un cavallo!
Speriamo solo che sia un vero brocco…
A proposito del valore del tempo, oggi a Guardalavaca ci siamo fermati a fare il pieno presso un distributore (viaggiamo sempre con il serbatoio pieno, non è esattamente facile trovare stazioni di servizio, e se ci sono non è detto che abbiamo benzina!). C’era un’enorme autocisterna, anche se chiamarla così è un eufemismo visto quanto era vecchia e malridotta, che veniva riempita da un tizio in piedi sulla sua sommità, con la pompa della benzina. A parte le condizioni di sicurezza inesistenti, o meglio il grave pericolo cui era esposto chiunque si trovasse nel raggio di 500 metri e più, io credo che per riempirla tutta ci siano volute almeno due ore!

24 Ottobre
Trinidad
ore 8:30
In realtà anche io ho un pò paura, non come Francesco ma anche io non ho molta dimestichezza con i cavalli. Tutto è salirci…(!)

ore 20:00
Giornata decisamente impegnativa! Innanzitutto è già bello poter essere qui a raccontare la giornata, intendo dire che è bello poterlo fare senza essere seduti su una sedia a rotelle!
Il paseo a caballo è stato molto ma molto impegnativo.
I 45 minuti di presunta percorrenza fino alla cascata sono disinvoltamente diventati 1 ora e mezza tra:
– fango
– – guado di torrenti
– – strade acciottolate con pendenze assurde e strapiombi al bordo.
La passeggiatina si è trasformata in quanto di più estenuante mi sia capitato in 28 anni. Dico solo che quando sono scesa dal simpatico cavallino non riuscivo neanche a reggermi in piedi ed ero psicologicamente a terra al pensiero che ancora dovevo affrontare il ritorno.
La cascata era bellissima e abbiamo fatto il bagno in questa sorta di piscina naturale, sotto una grotta piena di pipistrelli!!!
Il cavallo di Francesco ad un certo punto ha deciso di mettersi a galoppare (questo all’inizio della passeggiata).
Le nostre guide (palafrenieri?) l’hanno prontamente arrestato, ma non prima che il maritino avesse accumulato una quantità di odio tale nei miei confronti da non smettere più di imprecare e inveire contro di me per tutto il tempo.
Il mio sedere, come il resto delle mie membra, è seriamente compromesso a tempo indeterminato ma ora e qui posso dire che ne è valsa la pena.
Se il terrore non ci avesse attanagliato per tutto il tempo avremmo potuto godere di un paesaggio mozzafiato e luoghi inaccessbili in altro modo che non fosse quel dolce quadrupede crinierato e zoccolato.
Al rientro a Trinidad (a cavallo per le strade del paese mi sentivo davvero in un film western) abbiamo deciso di andare a buttarci alla playa. Siamo stati dalle 14:30 alle 16:00 buttati sulla spiaggia per consolidare il colore e poi siamo tornati a Trinidad, dove siamo andati a prendere una canchanchara (buonissima).
Sul far della sera ci è capitata la cosa più impressionante dall’inizio del viaggio: siamo entrati in un photoservice per cercare la batteria per la macchina fotografica, una pila strana da trovare anche in Italia.
Chiaramente non compariva nell’esposizione delle varie pile, allora tanto per toglierci lo scrupolo abbiamo chiesto alla ragazza del negozio informazioni, citando il nome dell’articolo, qualcosa del tipo C136-2. Lei senza battere ciglio ha aperto uno sportello e ci ha fornito l’articolo!
Cuba è strana: entri in un negozio, chiedi chessò, un pacchetto di caramelle e non ce l’hanno (e comunque non è che siano poi così tanti negozi…), poi invece chiedi una cosa strana e la ottieni al primo colpo!
Insomma, tutto è bene quel che finisce bene: la passeggiata è stata fatta e siamo salvi. Ci siamo mangiati i boccadillos amorevolmente preparati dalla padrona di casa, abbiamo comprato la pila e ora ci andiamo anche a sentire un pò di musica in piazza. Domani si parte per Santa Clara.

25 Ottobre
Trinidad
ore 10:45
Siamo alla casa della Trova, a Trinidad. Alle 10:45 del mattino suonano la canzone del “Comandante Che Guevara”.
Mi viene da piangere al pensiero di dover partire. Ci stanno suonando “Chan chan” (o come si scrive) che è la nostra sigla di Cuba, così come “Hey Jude” lo era per il nostro viaggio in Irlanda. Anna è partita nuovamente per il secondo turno di ballo, proprio sulla nostra canzone preferita. Devo dire che se la cava bene.

ore 20:25
Santa Clara
Ci siamo installati in una casa particular a Santa Clara.
Questa volta abbiamo raggiunto con successo l’indirizzo fornitoci dalla nostra ospite di Trinidad, solo che la sua amica non aveva la stanza libera e ci ha mandati da un’altra signora.
Qui sono tutti super gentili, abbiamo avuto un’accoglienza eccellente. Stasera ceneremo a casa del figlio di questa signora, speriamo di riuscire a fare due chiacchiere, sarebbe bello se per una volta i padroni di casa cenassero con noi.
Appena arrivati in città abbiamo incontrato una coppia di ragazzi di Milano che avevamo conosciuto ieri alla cascata ed insieme siamo andati a visitare il mausoleo del Che.
Il mausoleo e il museo si trovano un pò distanti dal centro, e al ritorno mancava la corrente nelle strade; è stato molto inquitante perchè non si vedeva nulla e c’erano come la solito macchine con fari spenti e carretti che sfrecciavano con noncuranza.
I ragazzi di Milano ci hanno raccontato di aver incontrato Felix a Trinidad, un ragazzo con il quale avevamo appuntamento per il pranzo presso la sua casa, e che pensavamo ci avesse dato buca.
E’ venuto fuori che non ci eravamo capiti sull’orario ed è stato un vero peccato perchè avevamo preparato un pacchetto di cose da lasciargli (un asciugamano per il mare, delle saponette, due magliette).
Alla fine l’asciugamano l’ho lasciato alla signora di Trinidad, che tra l’altro ci ha fatto trovare la nostro rientro un regalito come requerdo de Trinidad (come se fosse facile dimenticare Trinidad): due splendide tovagliette di lino ricamate a mano.

ore 22:45
Abbiamo passato una serata deliziosa con i padroni di casa. Ci hanno preparato una cena fantastica, con una presentazione bellissima di ciascuna portata.
La cosa più bella a Cuba sono le tavole imbandite, tutte le portate sono servite fin dall’inizio. Stasera c’era:
– minestra di fagioli neri
– pollo all’arancia
– riso
– verdure crude, burro, pane
– banane fritte
– succo di guayaba
– caffè
La casa è molto bella, tutta nuova, l’hanno costruita i padroni di casa che sono entrambi laureati in economia, ma che come molte persone a Cuba hanno scelto di non vivere dello stipendio misero dello stato e di lavorare con i turisti.
Ci hanno spiegato (loro parlavano rigorosamente in spagnolo e noi in italiano misto a spagnolo inventato) che loro devono corrispondere allo stato 100 $ al mese indipendentemente dal fatto che abbiano avuto o meno turisti, più una tassa a fine anno progressiva con il fatturato.
Abbiamo parlato di politica, di costumi, di letteratura (il padrone di casa, come noi, è un amante de “L’amore ai tempi del colera” di Marquez). Sono veramente felice per la serata e felice di questo viaggio, entusiasta dei cubani che sono un popolo meraviglioso.
Domani non visiteremo Santa Clara, che non offre molto per i turisti a parte il musoleo di Che Guevara. Al contrario, partiremo in mattinata alla volta di un paesino qui vicino, che si chiama Remedios, e che la guida segnala come un piccolo gioiello, tipo Trinidad, ma ancora più piccola e particolare.
E’ la prima volta che al termine di un viaggio il desiderio di tornare a casa è meno forte della nostalgia che già sento di avere per tutte le cose vissute qui durante questo (breve) periodo.
C’è la possibilità di tornare, è vero, ma Cuba è così lontana…

26 Ottobre
Remedios
ore 11:45
Siamo giunti in questo paesino circa un’ora fa. Abbiamo già visitato la chiesa e un’esposizione di arte moderna.
Direi che le attività da svolgere in questo paese finiscono qui. Ora siamo seduti nel giardino di un albergo a bere juco de pina, ossia ananas.
Abbiamo anche chiesto se è possibile cambiare gli euro in dollari e hanno detto: si, come no?!, in banca, solo che oggi està serrada. Anche dall’albergo è possibile telefonare alla modica cifra di 8.50$ al minuto: economico!
La strada per arrivare qui non era malvagia, solo che siamo stati in attesa fermi 15 minuti, il tempo impiegato da un escavatore per riempire un camion!

Aereoporto L’Havana
ore 19:55
133921 km contachilometri fine viaggio
131700 km contachilometri inizio viaggio
2221 km totali percorsi
Il nostro volo è in ritardo di svariate ore, il calcolo preciso del ritardo è reso arduo dalla doppia entrata in vigore dell’ora solare nei due continenti, quello di partenza e quello di arrivo.
Durante tutto il viaggio, ad ogni mercatino, Francesco ha provato a comprare una bandiera di Cuba, ma l’articolo risultava introvabile. Ci sono stati dati appuntamenti impossibili ad orari assurdi da taluni cubani che promettevano di procurarcela, c’è stata chiesta una cifra assurda (tipo 50$) da un tizio che voleva trafugarla nella fabbrica in cui lavorava, motivando il costo con il fatto che la bandera è un “simbolo nacional” e alla fine ci abbiamo rinunciato.
Dopo il check in alla dogana, costato più di due ore fra pagamento di tasse d’uscita (20$) e interrogatorio da parte dei funzionari preposti (da dove vieni? dove sei stata? primera volta in Cuba? perchè sei venuta? dove hai dormito?) e altri controlli vari, cosa vediamo all’ingresso della zona duty free???
il più vasto assortimento di bandiere cubane mai viste al mondo, tutte le misure e tutti i prezzi!
E’ incredibile, è una nazione davvero incredibile e bellissima, con la sua gente cordiale e i suoi cieli tridimensionali.
Vorrei poter dire che tornerò ma non lo so, adesso ho bisogno di un pò di tempo per
sedimentare questa bella esperienza e per smaltire la nostalgia.

27 Ottobre
casa
ore 01:00
EPILOGO
Siamo a casa, dopo circa 30 ore in giro per il mondo e nonostante il tentato sabotaggio al nostro rientro da parte dell’Air France.
Il viaggio è finito.
Ho bevuto l’acqua di casa e mi è subito tornata in mente la Ciego Montero.
Ho qui accanto a me il depliant del Melia.
Chiudo qui altrimenti piango.

Il Viaggio Fai da Te – Hotel consigliati nel mondo

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Pubblicato da
Marco

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