Di Laura e Max
E’ il 14 febbraio 2005, siamo novelli sposi da appena due giorni e stiamo in partenza da Roma Fiumicino per Cuba per il nostro viaggio di nozze organizzato solo prenotando l’aereo a/r per l’Habana. Abbiamo deciso di vivere Cuba, per la prima volta, stando a contatto diretto con i cubani, prendendo un alloggio in una delle tante case particular: abbiamo un indirizzo di una casa cubana consigliataci da un ns amico italiano ma, dopo circa 11 ore di volo, preso il taxi dall’aeroporto arriviamo a destinazione ma da Nelson, così si chiama il proprietario, è tutto occupato così ci viene dato da lui stesso un altro indirizzo di un’altra casa, e già iniziamo a pensare che forse era meglio organizzarci in Hotel, perchè è mezzanotte, siamo stanchissimi e ancora non abbiamo trovato un letto per andare a dormire.
Da Miramar andiamo verso Nuovo Vedado, e appena arrivati davanti a questa nuova casa troviamo una bella signora giovane, Kalina, che ci accoglie, insieme al marito Jesus aiutandoci a portare i ns bagagli e accompagnandoci nella camera che ci hanno già preparato. Andiamo subito a dormire ma, prima di salutarci non sapendo una parola in spagnolo non riusciamo a capire cosa ci sta chiedendo Kalina riferendosi al giorno dopo…..chissà?
Primo giorno a Cuba:
ci svegliamo verso le nove dopo aver sentito un gallo cantare come un pazzo dalle quattro del mattino: la camera è indipendente dalla famiglia con il ns bagno, abbiamo anche la cabina armadio;la stanza sembra ristrutturata da poco ed è pulita. Accendiamo la TV per abituarci al suono della nuova lingua. Ci prepariamo per andare ad esplorare la città; come lasciamo la ns stanza prendiamo subito visione della casa fuori, abbiamo il giardino, le classiche sedie a dondolo in ferro battuto che poi scopriremo sono in ogni casa cubana, e proprio qui Kalina ci dà la “buenas dias” e ci chiede gesticolando se vogliamo fare colazione: ecco cosa voleva sapere ieri sera!!!, il desajuno, io avevo capito “sajonara” e avevo detto di no perchè pensavo ci volesse dare la sveglia.
Sull’aereo, il giorno prima, non abbiamo mangiato bene, e forse Kalina ha immaginato che siamo affamati; fa tutto lei perchè non ci capiamo e inizia a portare succo d’arancia, latte, caffè, un piatto per uno colmo di frutta squisita ,ananas, guayapa, un altro piatto ciascuno con dentro due fette di hamon,una specie di prosciutto cotto, attorniato da pomodori,pane e omelette. Mangiamo quasi tutto con piacere anche se lei non rimane del tutto soddisfatta perchè non abbiamo finito tutto; a pancia piena ci mettiamo d’accordo sul costo della casa, della prima colazione e della cena: ci sta bene e le diciamo i nostri piani: faremo 5 giorni nell’Habana poi partiremo per altri 5 giorni fuori dall’Habana e ritorneremo da lei per trascorrere gli ultimi giorni prima di ripartire per l’Italia. Trascorriamo delle giornate ricche nell’Habana vieja, visitando il museo della ciudad, il museo de la revoluciòn, la casa di Heminguay, passeggiando per l’Obispo,per il malecon, entrando nel museo del Capitolio, visitando il museo del Ron e andando una sera accompagnati da Jesus in macchina, alla Casa della Musica dove Max è stato tutto il giorno successivo con la febbre per l’aria condizionata a palla che avevano nel locale. Con l’aiuto di Kalina, riusciamo telefonicamente a contattare un ragazzo cubano che,solitamente è disposto ad accompagnare i turisti in giro per Cuba con la sua auto.
Dopo aver atteso qualche giorno perchè Max si riprendesse decidiamo di lasciare la casa di Kalina e Jesus partendo con questo nostro nuovo amico, Xavier, alla volta di Pinar del Rio, Maria La Gorda approfittando anche per fare qualche immersione. Partiamo di domenica mattina e, lungo il tragitto andiamo a visitare la fabbrica del sigaro. Arrivati a Pinar del Rio cerchiamo una nuova casa e dopo qualche trattativa e visita di abitazioni decidiamo per una casetta gestita da un certo Joaquin, il quale ci consiglia di non perderci la passeggiata a cavallo nella zona, tanto che seguiamo il suo consiglio ma alla fine non ne rimaniamo contenti perchè più che cavalli erano due somari sfiancati che camminavano esausti in mezzo ad un polverone rosso della campagna cubana. Al rientro della passeggiata a cavallo l’apparente gentile Joaquin ci offre un fresco mojto che alla fine, scopriremo, metterà a conto sulla tariffa dell’alloggio. Dormiamo solamente due notti a Pinar del Rio ma la differenza con la casa di Kalina la notiamo, eccome! La camera che abbiamo qui è costituita da due letti ad una piazza e mezza con lenzuola corte che aggrovigliandosi ci ritroviamo a dormire a contatto con il materasso, che non è il massimo dell’igiene; in bagno dai rubinetti esce acqua gialla dall’odore metallico. Non vediamo l’ora di ritornare a casa nostra (da Kalina). La mattina seguente ci dirigiamo verso Maria La Gorda ma al posto di blocco militare, circa 30 Km prima di arrivare, ci fermano e non ci lasciano proseguire con Xavier perchè la zona è interdetta ai cubani e l’accesso è ai soli turisti. Il problema è che siamo a piedi e solo dopo un’ora troviamo il passaggio come due profughi per arrivare con la ns attrezzatura da sub a Maria La Gorda dove non potremmo fare immersione perchè ormai il gruppo è già partito così ci limitiamo a prendere il sole sulla spiaggia ripartendo il pomeriggio alle 17.00, rincontrandoci al posto di blocco con il povero Xavier. Ritorniamo a Pinar del Rio da Joaquin e decidiamo di trascorrere l’ultima notte ripartendo l’indomani per Cayo Levisa dove traghettati ma lasciando a terra Xavier raggiungiamo questo isolotto e finalmente facciamo una bella immersione accarezzando una murena gigantesca,attorniati da un bel barracuda affamato, da conidi e da splendidi coralli.
Abbiamo intenzione di continuare il viaggio in auto ma decidiamo di ritornare per la notte nell’Habana, a casa “nostra”. Kalina è là che ci aspetta a braccia aperte.L’indomani ripartiamo per Santa Clara. Molto emozionante il museo con la tomba del “che” e dei suoi compagni. Nel pomeriggio ci troviamo nella caratteristica Trinidad dove, dopo essere stati assaliti da più di un venditore di case ci fidiamo di uno di questi e andiamo a visitare l’appartamento e decidiamo di accettare per un paio di notti, colazione e cena.
Ci organizziamo con il coco taxi per arrivare al diving il giorno dopo in orario per l’immersione ma in serata ci ritroviamo in piazza con il nostro gentile autista Xavier a gustarci cerveza e mojto in compagnia di una band cubana con gente che ballerà fino a tarda notte. Il giorno dopo, in immersione, conosciamo una coppia di Roma,Stefano e Tiziana, che rincontreremo poi in Italia a fare immersioni insieme.
Al ritorno da Trinidad decidiamo di fermarci a Playa Gyron per fare un’immersione che a detta dei ns amici sub Stefano e Tiziana vale veramente la pena di essere visitata, ed hanno ragione!
Sulla strada del ritorno, Xavier ci dice che nelle vicinanze c’è un museo del coccodrillo con una rappresentazione di un villaggio abitato in passato dagli Indios, così decidiamo di andarlo a visitare anche se ce lo potevamo risparmiare. Qui Max ha assaggiato il piatto tipico del posto: carne di coccodrillo.
Finalmente siamo tornati a casa da Kalina dove ci aspetta una cena abbondante, come sa fare lei.
Kalina ci ha fatto degustare i piatti tipici di Cuba, maiale, gamberetti, zuppa di pomodoro, pesce, pollo e per finire, l’ultima cena fatta insieme e oltretutto offerta da lei,a base di……aragosta! Per non parlare dei contorni di verdure, dei dolci e dell’abbondanza nelle pietanze.
Una famiglia splendida, con il piccolo Marquito sempre affamato di pane e ketchup.
Un paio di sere gli abbiamo fatto assaggiare la cucina italiana, cucinando spaghetti all’amatriciana e pennette al pomodoro e facendogli scoprire i pomodori tagliati a fette con sopra foglioline di basilico conditi con olio extra vergine di oliva, venduto a Cuba quasi a peso d’oro e quindi poco accessibile alla popolazione; Kalina ha apprezzato dicendo: “Que rico!”
Un giorno ritorneremo a Cuba, sicuramente a casa di Kalina, Jesus e Marco.
Quella sera non poteva andare meglio di così che essere dirottati da casa di Nelson a casa della gentilissima Kalina. Ciao Kalina! Grazie!
A presto Cuba!
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