di Stefania Grasso –
Ed eccoci di nuovo ad un anno di distanza al Colle del Gran San Bernardo per completare la serie di fotografie sul lato svizzero. La salita è sempre piena di fascino tra il paesaggio dominato dalle rocce metamorfiche, derivanti da rocce preesistenti alla nascita della catena alpina.
Si tratta di un sistema denominato“ multifalda del Gran San Bernardo” che include rocce originariamente cristalline sedimentarie, che si sono trasformate a loro volta in rocce metamorfiche quali gneiss a grana fine, di colore grigio-bruno, micascisti, filladi. Gneiss e micascisti si trovano spesso in associazione e si formano durante il metamorfismo regionale, fenomeno dovuto a consistenti variazioni di pressione e temperatura che causano lo sprofondamento di rocce magmatiche e sedimentarie. Il metamorfismo regionale interessa grandi aree in profondità nella crosta. Alcune di queste rocce presenti in questa vallata hanno subìto più cicli metamorfici, per questo motivo si parla di poli-metamorfismo. Le rocce più antiche risalgono al periodo geologico del Carbonifero (310 Milioni di anni). Nella stupenda conca dominata dalla catena del Pain du Sucre spiccano quarziti di età più recente.
L’aria è meravigliosamente fredda e all’arrivo al lago troviamo stupiti due esemplari di oca selvatica sempre avvistate solo nel bel mezzo della pianura piemontese che sembrano godersi anche loro il magnifico panorama circostante. Si tratta di un paesaggio molto brullo che tuttavia offre magnifiche vedute del lago tra i cardi, piccole genziane con un contrasto meraviglioso tra i colori verde e blu.
Ci incamminiamo baciati dal Sole sul versante svizzero costeggiando questo bellissimo lago per raggiungere l’Hospice du Grand Saint Bernard, e visitiamo la Chiesa, terminata nel 1685, costruita in puro stile barocco piemontese sopra la chiesa primitiva, la cripta, riservata oggi alla preghiera. Il coro della chiesa evidenzia particolari stalli in noce massiccio. Da notare l’altare maggiore dedicato all’Assunzione della Vergine Maria. La volta presenta gli affreschi dipinti dal Gnifeta nel 1686. Molto bello il crocifisso del ‘600 e l’organo del 1812
Questo è il Colle del Gran San Bernardo, un meraviglioso connubio tra scienza e arte, un romantico luogo che dona tantissima pace e un profondo senso di contemplazione sotto la guida del Santo protettore di sciatori ed alpinisti, di tutti coloro che amano la montagna, sicuri della Sua benedizione lungo il nostro cammino.
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