di Nicola A. Samà –
Un volo diretto low cost da Lamezia Terme, recentemente inserito da Ryanair, mi consente, in compagnia di mio cugino Andrea, di fare una breve visita a quest’isola così vicina da sembrare appartenente all’Italia. Infatti, se pensiamo che ci vogliono una ventina di minuti per attraversare lo stretto di Messina, in poco meno di un’ora atterriamo a Malta.
Sappiamo, intanto, di non trovare difficoltà nella lingua, poiché l’isola è colonizzata dagli italiani, sia come operatori che come turisti. Inoltre, il nostro soggiorno è facilitato dalle precise indicazioni di un nostro parente, assiduo frequentatore dell’isola per motivi di lavoro. Il nostro hotel, in cui troviamo addetti alla reception anche giovani italiani, è situato in una tranquilla via nel distretto di Paceville / St. Julians, anche se nelle guide questo viene considerato un centro tipico dell’isola per la cosiddetta movida notturna. Cerchiamo, intanto, di individuare i locali segnalati da frequentare per la cena, riservandoci per il pranzo, durante le escursioni, di assaggiare i pastizzi, gustose sfoglie con ricotta e altro. La prima sorpresa, per modo di dire, l’abbiamo subito andando a cena in un Lokalino vicino, gestito con grazia da due ragazze del bergamasco, che ci deliziano con piadine tipiche… italiane e birra locale Cisk.
L’indomani, mappe alla mano, ricevute alla reception indicazioni di massima sui luoghi da visitare e sulle modalità di trasporto pubblico, ci avviamo alla volta de La Valletta, capitale dell’isola, luogo sicuramente più importante in cui trattenersi almeno per una giornata. Varcata la porta d’ingresso della città-fortezza, con ai lati imponenti bastioni di protezione, ci immergiamo in un centro storico che appare ben conservato e ristrutturato dal noto architetto italiano Renzo Piano, che ha saputo mirabilmente mescolare il vecchio e il nuovo. Subito alla nostra destra c’è, infatti, il moderno singolare edificio del Parlamento. Il corso principale, da cui si dipartono numerose vie perpendicolari, è già affollato di turisti fin dal mattino. Ai lati della strada si susseguono scontati negozi di souvenir e ristoranti. I nostri occhi sono piuttosto interessati alla nobiltà del luogo espressa da imponenti caratteristici edifici dai colorati balconi “all’inglese”, da palazzi governativi, tra cui quello del Gran Maestro e una notevole biblioteca, e dalle chiese. Ci sono ancora segni dell’antica fortificazione, legata ai leggendari fondatori Cavalieri di San Giovanni Battista, cui è dedicata la maestosa barocca cattedrale, austera solo nella facciata. L’ingresso nella chiesa comprende un’audioguida che ci illustra dettagliatamente le notevoli opere d’arte presenti. Le pareti sono tempestate da raffigurazioni dorate di simboli vari, ognuno con un significato dedicato. I soffitti sono magnificamente affrescati dalla mano di Mattia Preti. Lastre tombali degli antichi Cavalieri, che riportano stemmi nobiliari contornati da figure angeliche, formano lo splendido pavimento in marmo policromo. Seguiamo le indicazioni numeriche dell’audioguida, ben sapendo che le opere più importanti e famose sono nella sala detta Oratorio. Iniziamo, pertanto, con le cappelle laterali, dedicate a diverse nazionalità, che sono impreziosite dai dipinti di Mattia Preti, di cui noi calabresi siamo particolarmente orgogliosi. Questo grande pittore del seicento, nato a Taverna, dopo aver operato dapprima negli ambienti di Roma (chiesa di Sant’Andrea della Valle), poi a Napoli, contribuendo allo sviluppo della scuola pittorica napoletana, non trascurando di fare anche escursioni al Nord e all’estero, si trasferì definitivamente e concluse la vita a La Valletta. Sarebbe lungo esporre e descrivere in questo semplice scritto la particolarità delle sue numerose opere, certamente lo sguardo del visitatore non può non rimanere incantato davanti ai suoi quadri e affreschi.
Nell’Oratorio l’abside, come la parete opposta in fondo alla chiesa al di sotto dell’organo, sono riservate al Caravaggio: la “Decapitazione di San Giovanni Battista” e “San Girolamo scrivente”. L’esimio pittore ebbe un breve soggiorno a Malta e lasciò il segno e che segno!
Comunque, è difficile dare un primato di valore a opere d’arte in un ambiente così ricco come questa cattedrale. Solo essa vale un viaggio in questa isola.
Più in là della cattedrale visitiamo la prima chiesa edificata dai Cavalieri ne La Valletta, barocca e anch’essa ricca di dipinti e affreschi, dedicata alla Madonna della Vittoria.
Vorrei tralasciare la descrizione della movida serale e notturna, se non fosse che dopo cena risulta impossibile, passeggiando nei dintorni, non essere attratti dal fenomeno per noi due inconsueto. Tra suoni assordanti provenienti dai locali affollati, resistiamo con un sorriso agli inviti espliciti e provocanti di ragazze, il cui unico interesse è procacciarsi denaro. Non è difficile immaginare che per molti l’isola sia una meta allettante per qualsivoglia “attività”.
L’indomani ci dirigiamo con efficienti bus di linea all’esplorazione di Rabat-Mdina, antica capitale dell’isola. Visitiamo dapprima le catacombe e la grotta dove San Paolo, cittadino romano, trovò rifugio in seguito al naufragio della nave, che lo conduceva a Roma per affrontare il processo di fronte a Cesare imperatore. Interessante passeggiata all’interno del borgo di Mdina, un complesso di edifici ben conservati ma pressoché disabitati, circondato da antiche mura come un fortilizio. Nella Cattedrale di San Paolo in grande evidenza i dipinti di Mattia Preti. Qualche pastizzo e un caffè in piazza, prima di riprendere il bus per il ritorno.
Terza nostra meta, con un viaggio programmato in traghetto e bus scoperto, è Gozo. Dell’arcipelago maltese, questa è l’isoletta che testimonia la presenza o il passaggio di antiche civiltà del Mediterraneo. Di notevole importanza le strutture megalitiche denominate dei Giganti, probabilmente templi costituiti da enormi massi calcarei, di epoca ultramillenaria.
Mi vengono in mente i monoliti, ritenuti reperti archeologici, nel bosco di Nardodipace (VV). La leggendaria Grotta di Calipso ci richiama agli studi giovanili dell’Odissea di Omero, allorché Ulisse si fece ammaliare a lungo in questa terra dalla bellissima ninfa.
La sosta a Victoria (detta anche Rabat), capoluogo dell’isola, ci consente una rilassante visita nelle graziose viuzze silenziose del centro storico, attraverso cui arriviamo alla bella Basilica di San Giorgio, anch’essa barocca e affrescata, con immancabili dipinti di Mattia Preti alle pareti. Da notare il Santo rappresentato con il tradizionale cavallo in atteggiamento diverso rispetto alla tela della cattedrale de La Valletta. Il baldacchino ricoperto d’oro e bronzo richiama quello della basilica di San Pietro in Roma. Il tour con il bus scoperto ci consente di ammirare splendidi paesaggi di una terra apparentemente deserta e selvaggia, ma ricca di insediamenti ben conservati di un popolo antico.
Per ultimo ci riserviamo il giro in barca tradizionale lungo le insenature della parte più nota dell’isola. Ammiriamo dal mare luoghi, edifici e strade che abbiamo già visitato e percorso da vicino. Il pranzo a La Valletta, in un ristorante alle spalle della cattedrale, ci regala uno dei piatti tipici maltesi, l’Aljotta, gustosa zuppa di frutti di mare.
Il breve viaggio ci ha consentito di vedere abbastanza dell’isola, per avere un’idea di una terra che conserva bene testimonianze di un’antica civiltà, oltre che opere di un eccelso pittore, nostro conterraneo; unico rammarico che ci rimane è non aver visto l’Ipogeo di Hal-Saflieni, necropoli preistorica, la cui visita richiedeva una prenotazione in congruo anticipo. Sarà per un’altra volta, anche per visitare l’altra isoletta Comino con la cristallina Laguna Blu.
Oggigiorno l’isola di Malta sembra frequentata da molti per apprendere o migliorare la lingua inglese, ma alcuni, forse, alla ricerca di altre distrazioni, compreso il rinomato Casinò.
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Grazie Nicola per avermi dato tanti spunti per una futura speriamo prossima vacanza che mi hai dato voglia di fare cancellando le paure del covid. Alessandro