di Maria Landi –
Rio de Janeiro, la città meravigliosa, come la chiamano i carioca, ed è proprio vero infatti, perché quando arrivi a Rio tutto ti sembra stupendo.
Il nostro viaggio in questa bellissima città è durato purtroppo solo 8 giorni e dico purtroppo perché mi sono trovata talmente bene che non me ne volevo più andare. Ma procediamo con ordine: con un volo della Tap Portugal Roma-Lisbona-Rio atterriamo nella città carioca verso le 23,30, ad aspettarci troviamo l’autista,incaricato dal nostro tour operator che con un fare celere e spiritoso ci aiuta a caricare i bagagli sul pulmino e ci accompagna in albergo, il Copa Sul, un 3 stelle a pochi passi da Avenida Atlantica, di fronte alla famosissima spiaggia di Copacabana.
L’ hotel di per se non è bello esteticamente ma è molto pulito, le camere sono ampie e confortevoli e la colazione è super abbondante, anzi dirò di più, tra tutti i viaggi che ho fatto, e non sono pochi, la colazione in Brasile è la migliore, nemmeno tanto per le quantità ma proprio per la qualità il che per noi era un bene considerando che avevamo scelto la formula di pernottamento e colazione e con quello che mangiavamo stavamo bene fino alle 17,00 del pomeriggio. L’unica pecca dell’hotel è che è un pò rumoroso ma daltronde in una città di quasi 8 milioni di abitanti non si può certo pretendere il silenzio.
Il nostro tour di Rio comincia immediatamente il giorno dopo con la visita al Pao de Azucar. Bellissimo ed emozionante il giro in teleferica, si vede tutta la città, peccato che quel giorno ci fosse un pò di foschia ma da lassù, sarà perchè non vedevo l’ora sarà perchè l’avevo sempre immaginato, vedevo tutto nitidamente ed era tutto spettacolare. Da varie angolazioni si vedevano i vari quartieri come Flamengo, Botafogo, Leme, Copacabana, Ipanema, Leblon,le varie spiagge che, per via del brutto tempo, erano stranamente vuote e tutto questo era affascinante ed irreale allo stesso tempo.
Anche le favelas,che sembravano arrampicarsi lungo le pareti scoscese delle montagne avevano un loro fascino e un loro mistero. Mistero che avvolgeva in una nube grigia la stessa statua del Cristo Redentore, sul monte Corcovado.
Dopo la visita al Pan di Zucchero ritorniamo nel caotico caos cittadino dove la nostra guida ci regala, infatti non era nel programma, una visita al Sambodromo. Che dire vedere il Sambodromo completamente vuoto non da l’idea reale di ciò che invece è durante il carnevale in cui sfilano ballerine e carri allegorici in quanto appare come una strada deserta. Sui cui lati anzichè esserci alberi ci sono gli spalti, i cui posti arrivano a costare anche un occhio della testa durante i festeggiamenti del martedi grasso. Accanto c’ è un negozio,che vende souvenir ma espone anche abiti utilizzati durante le sfilate degli anni addietro. Dopo la visita al Sambodromo lasciamo la nostra guida che ritroveremo il giorno dopo, e anche se il sole ci ha abbandonato, non mi perdo d’animo: prendo pareo, costume ed infradito, a mo dei carioca, e mi reco in spiaggia. Spiaggia che però e’ rimasta deserta per tutto il giorno ad eccezione di qualche coraggioso che si avventura tra le onde con la sua tavola da surf. Poco male Copacabana è solo per me, è un occasione più unica che rara. Per quanto il Brasile si trovi più a sud rispetto ai Caraibi ne risente comunque dell’influsso, infatti si passa da una giornata piovosa e freddina ad una soleggiata e caldissima.
Ritroviamo la nostra guida dopo la colazione questa volta per raggiungere la vetta più alta della città, quella del Corcovado.Per raggiungere il Corcovado ci serviamo di un caratteristico trenino che attraversa parte della foresta urbana. E si perchè questa città non si fa mancare nulla ha anche una foresta con una vegetazione rigogliosa che sovrasta tutta la vetta su cui si erge, imponente dinanzi a noi, la statua del Cristo Redentore divenuta ormai simbolo della città. Che dire non ci sono parole per definire ciò che si apre dinanzi ai nostri occhi, semplicemente spettacolare, una cartolina. Stavolta le varie spiagge sono piene di gente, incredibile come cambia da un giorno all’altro. Foto di rito sotto la statua con le braccia spiegate, proprio come quelle del Cristo. Un ultimo sguardo e poi via. Oggi mi voglio proprio abbronzare.
La vita dei carioca generalmente si svolge in spiaggia, a Rio, come nel resto del Brasile, non c’ è una stagione specifica per andare al mare, tutti i giorni sono buoni, basta un pò di sole. La vita in spiaggia è fantastica, pullula di venditori ambulanti che hanno di tutto: costumi da bagno, spiedini di gamberetti, bibite, gelati, dolci, rustici. Ho assaggiato sia i gamberi che una sorta di rustico chiamato empanadas, non vorrei sbagliare, molto buono devo dire. Inoltre quando scendi in spiaggia ci sono una sorta di baracche, chiamate appunto baracas, dove i proprietari sempre con molta discrezione, ti offrono le sdradio su cui poterti sedere a patto che tu consumi le loro birre o la rinfrescante acqua di cocco che è molto dissetante.
Di sera il lungomare si riempie di vita, bancarelle ovunque, souvenir di ogni tipo: dalle calamite per il frigo, ai minerali più preziosi, e devo dire che si fanno anche ottimi affari, certo occhio al portafogli perchè i borseggiatori come in qualunque altra città del mondo sono anche li.
Per il resto della vacanza, non avendo più visite guidate, abbiamo gestito il nostro tempo come meglio potevamo: sicuramente meritevole la visita al Giardino Botanico dove ci sono un sacco di piante rare e secolari; il Down Town, cuore pulsante ed economico della città; il teatro municipale, le case coloniali, o per meglio dire ciò che resta di esse. Il quartiere di Lapa, dove purtroppo non è stato possibile fare un giro sul famoso bondinho, il tipico tram giallo, simbolo della città, in quanto il servizio è stato sospeso a causa di un brutto incidente avvenuto qualche anno fa, e da ultimo il quartiere di Santa Teresa che più che altro appare come un borgo piccolo e caratteristico, pieno di locali alla moda.
Per quanto riguarda il mare, finora ho parlato solo di Copacabana, ma che dire di Ipanema. Quante volte l’abbiamo sentita menzionare per il suo mare bellissimo, la spiaggia incantevole, i bar alla moda, le bellezze del posto. Poco distante da Ipanema sorge L’Arpoador, una sorta di duna montuosa che si affaccia sul mare, paradiso dei surfisti. Tra le cose da fare consiglio una visita al mercato hippy la domenica mattina dove si trovano, oltre ai soliti souvenir, anche oggetti di artigianato locale molto interessanti. Per quanto riguarda la tavola mangiate nelle churrascherie, la carne è ottima, accompagnata sempre da riso e patate fritte, non dimenticate di assaggiare la mitica fejoada,buonissima, e che dire del pao de quejo,una squisitezza. Mangiate quanta più frutta potete, assaggiate il succo del mitico acai, è buonissimo, oltre poi a manga, gojaba, abacaxi, etc.
Non dimentichiamo il divertimento siamo pur sempre a Rio. Oltre al lungomare, dove ci sono vari locali, fatevi un giro a Lapa di sera, merita davvero.
Concludo dicendo che Rio de Janeiro, come del resto tutto il Brasile, merita di essere visitata: è una città fantastica, poliedrica, voluttuosa,che ti cattura all’istante in cui vi è quest’intreccio di culture che la rendono adorabile, sexy e misteriosa allo stesso tempo e che, quando la lasci, dentro ti senti strano, come un senso di vuoto, di tristezza, niente paura è solo saudade.
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