Bahamas e Sud della Florida

di Pablita –
La nostra passione per i Caraibi ci spinge ad andare alla ricerca sempre di nuovi itinerari in questo splendido mare, così la nostra ultima tappa ad Agosto sono state le Bahamas, godute appieno con una breve crociera, seguite da un tour nel Sud della Florida, dalle spiagge della Gold Coast fino a Miami, passando per le Everglades e giù fino alle Keys Islands. > Con un comodissimo volo British Airways (www.ba.com), via Londra abbiamo raggiunto Miami in serata, dove abbiamo pernottato in un discreto motel vicino al porto, pronti per l’imbarco in nave la mattina successiva.

La Norwegian Sky della compagnia Norwegian Cruise Line (http://www2.ncl.com) è una bella nave, di dimensioni non gigantesche e proprio per questo ci è piaciuta: è a misura d’uomo; lo slogan della nave è Free Style Cruise, cioè una crociera all’insegna dell’informalità: pur garantendo servizi e standard di livello medio-alto, consente all’ospite di sentirsi come a casa propria, non vincolato da orari e standard formali generalmente richiesti sulle navi da crociera di questo livello.
La portata della nave è di 2.000 passeggeri e 900 membri di equipaggio; 12 ponti, 3 piscine, 11 bar, palestra, campo da basket, mini campo pratica golf, beauty farm, immancabili casinò e duty free, e saloni delle feste. Le cabine (noi avevamo un’interna sul ponte principale) sono confortevoli e gli spazi sono studiati per poter essere sfrutttati al meglio. Dei 10 ristoranti, 6 sono a buffet e 4 con servizio à la carte: tutti propongono ogni giorno cucina internazionale alternata a piatti tipici della tradizione creola, giapponese, francese, spagnola ed italiana. I buffet sono ricchi di proposte e sempre ben forniti, sin dalle 7.00 del mattino quando aprono per la colazione (dove si passa da una ricca colazione all’inglese o all’americana, ad una più salutista a base di succhi e frutta fresca tropicale, yogurt, biscotti, torte e croissants) fino a tarda serata,quando gli ospiti possono fare uno spuntino di mezzanotte, senza però saltare sfiziose merende pomeridiane.
Il nostro itinerario ha toccato Gran Bahamas, Nassau e Great Stirrup Cay.
Gran Bahamas: sbarcati nella capitale, Freetown, un taxi ci ha portati lungo West Sunrise fino a South Bahama. Qui abbiamo fatto un giro a Port Lucaya, il mercatino all’aperto con negozi duty-free, di souvenir e prodotti di artigianato locale.

Gli amanti della natura e dei paesaggi non possono perdersi il Lucayan National Park, 40 acri di mangrovie, dune sabbiose, spiagge e foreste di palme. Il kayak è il mezzo migliore per addentrarsi nei canali tra le mangrovie, ed esplorare così grotte e calette, oltre che fare snorkeling nella bellissima Gold Rock Beach, oltre 20 km di sabbia bianca e abbagliante. O ancora visitare Ben’s Cave, il più grande insieme di grotte sottomarine collegate all’oceano. Oppure è possibile noleggiare dei quad (ATV) con cui raggiungere Gold Rock Creek, che raggruppa i 5 ecosistemi di Grand Bahama: una volta giunti qui, trekking tra le foreste, birdwatching e snorkeling sono le attività prevalenti. Mentre Peterson’s Cay è il paradiso preferito dagli snorkelisti: un piccolissimo cayo i cui fondali sono ricchi di flora e fauna marine ancora intatte.
Nassau: è la capitale dell’isola di New Providence, fulcro delle attività commerciali che fanno dell’isola un paradiso fiscale. Qui hanno sede le maggiori banche e compagnie di assicurazione, oltre a gioiellerie e negozi duty free che si alternano una dopo l’altra lungo Bay Street appena fuori dal porto, fino a Rawson Square, dove hanno sede il Governo Bahamiano, il Parlamento e la Corte Suprema: edifici di inizio Ottocento dipinti con le tipiche e pittoresche tinte pastello.
Per chi vuole godersi solo il mare e il relax, l’ideale è recarsi a Paradise Island, una piccola isola privata dotata di tutti comfort richiesti dai vacanzieri più incalliti, oppure trascorrere la giornata all’Atlantis Nassau, un enorme resort dotato di piscine e scivoli acquatici, accessibile anche ai turisti “di giornata”.
Ma Nassau è nota anche per le sue spiagge ed i fondali ricchi di vita, soprattutto lungo la costa Sud. E proprio qui, con i ragazzi del centro Diving Stuart Cove’s (www.stuartcove.com), abbiamo potuto fare un’esperienza indimenticabile: le immersioni con gli squali grigi dei Caraibi.



Preparate le attrezzature e caricate sul motoscafo, in circa 15 minuti di navigazione siamo giunti nel punto di immersione prefissato, quindi ci siamo calati a circa 20 mt lungo una parete dove abbiamo potuto ammirare coralli molli, gorgonie rosse e spugne tubo, tartarughe, pesci angelo, pesci pappagallo e barracuda. Dopo pochi minuti sono comparsi alcuni squali che, incuriositi, hanno iniziato a seguirci, pur mantenendo le distanze. A ben contarli alla fine erano una decina, ed alcuni di dimensioni considerevoli, ma bellezza dei loro corpi e la sinuosità dei loro movimenti ha fatto sì che i nostri primi timori si trasformassero in curiosità e voglia di vedere ancora più da vicino questi animali straordinari.
Quindi, dopo la sosta in superficie prevista dalle norme di sicurezza, la seconda immersione è stata un vero e proprio Shark Feeding: una volta giunti sul fondale il Dive Master, munito di muta e guanti in maglia di acciaio, ha arpionato alcuni pezzi di pesce che hanno immediatamente stimolato l’olfatto sensibile degli squali, che si sono quindi precipitati con fare famelico sullo scarno pasto, addentando i piccoli pezzi nelle loro enormi fauci dentate. Il tutto durava pochi secondi: ogni boccone arpionato non faceva che aumentare la frenesia degli squali, i quali iniziavano a girare vorticosamente, sfiorandoci con le loro pinne e i loro musi famelici. Questa volta gli squali erano una ventina, attirati dall’illusione di un pasto che altro non era che un contentino datogli per soddisfare il nostro desiderio di subacquei di poter quasi sentire anche noi la loro eccitazione. Un’emozione unica.
Great Stirrup Cay: è un piccolo Cayo, un’isoletta disabitata, di proprietà della compagnia NCL, dove si viene sbarcati sin dal mattino per mezzo di tender, in quanto la nave deve rimanere ancorata al largo per via del basso fondale. Qui sono state allestite due spiagge di sabbia farinosa e abbagliante, ben fornite lettini e parasole, kajak e jet ski a noleggio, bar e servizi, oltre che un ricco buffet/barbecue che si protrae per tutto il giorno.

Inutile dire che l’attività principale su questo Cayo è lo snorkeling, reso piacevolissimo dalle acque tiepide e cristalline, e dal fondale ricco di spugne, coralli cervello, piccoli e coloratissimi pesci di barriera. Ovviamente non mancano musica e corsi di balli di gruppo, così come l’intrattenimento per i bambini a cura degli animatori della nave. Nel tardo pomeriggio i tender riportano gli ospiti in nave, che salperà per l’ultimo giorno di navigazione in mare aperto (dedicato al relax a bordo piscine e ad usufruire di tutte le attività di intrattenimento che offre la nave) alla volta di Miami per lo sbarco di fine crociera.
Le operazioni di imbarco e sbarco sono state gestite egregiamente dallo staff NCL sia per chi aveva già fatto il check-in on-line che per i passeggeri che dovevano ancora essere registrati. I bagagli venivano recapitati direttamente in cabina all’imbarco e sbarcati sulla banchina del terminal a fine crociera.
La nostra vacanza è quindi proseguita alla volta di Miami Beach, dove abbiamo soggiornato per una settimana al Fontainebleau Hotel, sulla Collins Avenue.

Fontainebleau Beach Resort (www.fontainebleau.com): è situato fronte Oceano al 4441 di Collins Avenue, su di una bellissima spiaggia di sabbia bianca; costruito negli anni ’50, ha subito una totale ristrutturazione a Novembre 2008, affidata ad architetti ed interior designer quotatissimi che ne hanno fatto uno dei più begli hotel di Miami Beach; lussuosissimo e dotato di ogni comfort, pluri-premiato dalle maggiori riviste internazionali di settore, grazie ai suoi 11 ristoranti e lounge curati da chef internazionali, agli arredi high-tech, ai pool-bar e le piscine con cabanas che nel weekend ospitano feste ed eventi musicali curati da deejay internazionali, oltre a palestra e spa, negozi e nightclub, è quanto di meglio l’ospite possa desiderare. 1504 tra camere e suites dislocate tra le due torri di nuova costruzione e l’edificio originale curvilineo disegnato da Morris Lapidus, tutte affacciate su spettacolari piscine, giardini e l’oceano.
Trasporti: per spostarsi a Miami si possono utilizzare gli autobus pubblici (Metrobus) che collegano Miami Beach con Downtown (ma attenzione, invece il percorso della metropolitana è limitato a Downtown quindi molto limitato), oppure i taxi (decisamente cari: una corsa di pochi isolati limitatamente a Miami Beach arriva a 15/20$, mentre spostarsi fino a Downtown può arrivare fino a 30/35$), oppure noleggiare un’auto (soluzione decisamente vantaggiosa soprattutto se prenotata già dall’Italia). Sul sito www.enoleggioauto.it, impostando luogo di ritiro e di riconsegna, periodo e tipologia di auto, vi proporranno i migliori prezzi suddivisi per compagnia di noleggio (ad esempio, a parità di giorni ed optional, una Camaro decappottabile è meglio quotata dalla Dollar, mentre per una berlina Crysler può convenire National e così via).

Miami Beach:

Miami Downtown:
Everglades:
Gold Coast: dall’estremità Nord di Miami Beach si sviluppa per circa 80 km una fascia di ricche cittadine che nulla ha da invidiare all’area metropolitana di Miami, con ottime località turistiche e spiagge incontaminate. La strada costiera attraversa splendidi ambienti naturali, oltre che alcuni dei centri più ricchi degli USA. Merita assolutamente dedicarvi almeno una giornata intera per ammirare le aree tropicali protette, intervallate da favolose dimore, immerse in scenari di sabbia dorata e acque turchesi.
Hollywood Beach è la prima località che si incontra usciti da Miami Beach; ha un lungomare di 4 km con ristoranti, bar e negozi ed un’ampia spiaggia bianca con le classiche torrette di avvistamento usate dai baywatch.
Fort Lauderdale
Palm Beach

Keys Islands: sono una sequenza di isole ed isolotti uniti tra loro per mezzo di ponti (il più famoso è il Seven Mile Bridge): Key Largo, Indian Key, Long Key, Marathon, Pigeon Key ed infine Key West sono habitat naturale di varie specie di flora e fauna marina e terrestre, valorizzate e preservate da molti parchi naturali dove è possibile fare ogni tipo di attività all’aria aperta: snorkeling e immersioni, kajak e gite in catamarano, trekking e bird-watching, oltre che visitare i parchi marini per approfondire la conoscenza dei delfini (www.dolphinscove.com, www.dolphins.org), della vita subacquea che popola questa splendida barriera corallina (www.bahiahondapark.com) e della storia delle Keys attraverso i reperti conservati nel Mel Fisher Museum (www.melfishermaritimemuseum.org), testimonianza delle prime esplorazioni dei navigatori Europei che scoprirono queste isole: galeoni, relitti di navi pirata e casse di tesori sommersi recuperati in queste acque.
Le Keys si snodano lungo la US 1 (che parte proprio da Key West e percorrendo tutta la East Coast risale fino a New York) dove si possono trovare dai lussuosi resort agli hotel famigliari, dai ristoranti ai piccoli chioschi a bordo strada di frutta fresca tropicale.
Key West si è evoluta nei secoli da covo di pirati a città dedita al turismo d’élite, molto amata da pensatori, artisti eccentrici e scrittori, tra cui Ernest Hemingway che visse qui dal 1931 al 1940. La visita a questa piccola isola può snodarsi in uno o due giorni al massimo, partendo da Duval Street (dove si susseguono bar – qui il famoso Sloppy Joe’s frequentato proprio da Hemingway – ristoranti, pub e negozi di souvenir), passando per il Bahama Village (un quartiere afro-americano ancora legato alle proprie tradizioni culturali), il faro del 1848 dalla cui sommità si gode di un’ottima vista dell’isola ed oltre, senza dimenticare il Southermost Point, il punto degli USA più vicino a Cuba (solo 90 miglia), quindi tornare a Mallory Square, dove ogni sera su questa piazza sul lungomare centinaia di turisti assistono allo spettacolo del tramonto festeggiando con musica e ron ponch, un cocktail locale a base di rum e frutta tropicale.
Una valida alternativa per gustarsi il meglio di Key West in un solo giorno è l’Old TownTrolley Tour (www.trolleytours.com), un vecchio tram arancione e verde che partendo da Duval Street effettua soste nei punti di maggior interesse dell’isola, con la possibilità di salire e scendere per tutto il giorno con un unico biglietto e al contempo di godere di brevi cenni storici e curiosità sulle attrazioni locali declamati a gran voce dall’autista-attore.

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