di Camillo Vittici –
Eppure sembra lì a portata di mano; alzi gli occhi e pensi d’arrivarci in pochi minuti.
Gli arti son duri e pesanti, l’acido lattico è come ruggine che ti blocca i muscoli e le articolazioni sembrano ingrippate.
Allora raccogli nuovamente le forze e ti rimetti in cammino.
Sarebbe facile camminare se questa salita fosse in tutt’altro luogo.
Mancano soltanto trecento metri alla cima di questa dannata montagna e pare vi sia un muro invisibile che t’impedisca d’avvicinarti e che la difenda, quasi proteggesse la purezza del verde che cangia a tratti col bianco diamantato della neve o vietasse che passi forestieri calpestino i piccoli fiori rosa che occhieggiano a tratti sul pendio.
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