Argentina e Chile. Dalla regione dei laghi all’Isola di Chiloé

di Delfino Sartori
Parlare della Patagonia e delle Isole del Pacifico ancora per molti da l’idea ed il fascino di luoghi riservati ad avventurieri e visionari in cerca di una vita migliore sotto l’aspetto della serenità. Ecco, allora, questo viaggio nell’Isola di Chiloè (Chile).

Per raggiungere questa isola meravigliosa che a parte dell’Arcipelago di Chiloé sono partito da Roma per atterrare a Buenos Aires e quindi in coincidenza ho raggiunto Bariloche, cittadina che si è sviluppata attorno a una serie di laghi.

Da qui, dopo aver salutato alcuni amici, e visitato il Parco e la Riserva Nazionale Nahuek Huapi, il più antico tra i parchi nazionali argentini, ho proseguito verso la frontiera del Cile e lungo la Route 40 ho raggiunto Port Montt (Cile) dove, in bus e nave sono arrivato a Castro, la terza città più antica del Cile (tra quelle tuttora esistenti), fondata nel 1567. La cittadina che sa molto di Caraibi con la vita intensa che si svolge lungo le sue stradine. Sono una nota caratteristica le sue palafitte (le uniche rimaste in tutta l’isola), il mercato e il frenetico porticciolo dei pescatori, un posto grandioso per passare un po’ di tempo e assaggiare le ostriche (otras), la Plaza de Armas e la Iglesia San Francisco, dagli esterni brillanti, arancioni, rosa e porpora.

E’ questa una delle 150 chiese e cappelle esistenti nell’isola e risalenti al XVIII e al XIX secolo quando il Cile faceva ancora parte dell’Impero spagnolo, rappresentavano la fusione della cultura meticcia. Una leggenda racconta di una nave fantasma, il Caleuche, che naviga nei dintorni dell’isola durante la notte. Appare improvvisamente come una bellissima nave a vela al suono di una festa e improvvisamente sparisce di nuovo, navigando sotto la superficie del mare. Secondo il mito, l’equipaggio è formato da marinai annegati e portati sulla nave da tre figure mitologiche, le sorelle Sirena chilota e Pincoya e il loro fratello Pincoy.



Interessante è il mercato coperto dove articoli di lana lavorati a mano si contendono il posto con verdure provenienti da orti domestici.





Da Castro, sempre in bus e traghetti di collegamento sono approdato all’isola di Lemuy per andare a trovare gli amici vicentini Silvio e la moglie Rosanna che hanno deciso qualche anno fa di venire a vivere in questo luogo dove il vento fa da padrone. Qui, hanno aperto un B&B e mi sono fermato alcuni giorni per condividere i loro racconti e mangiare dell’ottimo cordero (agnello) ed anche i “bigoli” fatti con il vecchio “torcio” che si usava nella vecchia civiltà contadina vicentina sino a qualche anno fa.



L’isola è molto bella e i villaggi più importanti troviamo Ancud, che conserva oggetti storici, artigianali e raffigurazioni di esseri mitologici e la Cattedrale di San Carlos e Achao dove si trova Santa Maria di Achao, la chiesa in legno più antica di Chiloé, costruita dai gesuiti a metà del XVII secolo e Dalcahue, famosa per il suo mercato artigianale che si tiene ogni domenica mattina. Vi si possono acquistare tessuti e cesti dalle vicine località.


A Sud, c’è il Parque National Chiloé, con i suoi 49 km di spiaggia bianca e fitte foreste. Il villaggio di riferimento è Cucao, un posto pittoresco ma decrepito dominato dall’acqua e le sue capanne di legno fatiscente sono ricoperte di ossa di balene.

Per chi volesse continuare la sua avventura lungo il Camino Austal o ritorna a Port Montt o prende la nave a Quellòn per raggiungere Chalten, villaggio che si affaccia sul Golfo del Corcovado di fronte all’Arcipelogo di Chiloé per prendere la Carretera Austal che si allunga per 1000 chilometri e termina il suo viaggio infinito nel minuscolo insediamento di Villa O’Higgins, lontanissimo da qualsiasi altro posto.

Da qui, anche se in modo molto avventuroso, si può raggiungere El Chalten (Argentina) per partire verso la Terra del Fuoco. Ma questa è un’altra storia.

 

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