di Camillo Vittici –
E’ da ore che il brusio del reattore m’intontisce su quest’aereo dai sedili troppo stretti che non mi permettono d’allungare il piede che i crampi aggrediscono furiosi.
Guardo assonnato e intontito il grafico sullo schermo elettronico davanti alla cabina che in tempo reale informa sull’altezza, la rotta, la temperatura esterna. Meno sessanta! Mi vien da sorridere pensando ad un’eventuale passeggiata sulle ali! Diecimila metri! Più alti dell’Everest e delle nuvole più ardite. La linea del percorso indica che sotto di noi stanno scorrendo le aride e fredde terre d’Islanda. Leggi tutto
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Nov