Europa

Alla scoperta dei Paesi Baltici

di Luciano Marraffa

Nel mese di agosto nelle prime ore del mattino parto da Milano Linate con volo Lufthansa e dopo uno scalo a Francoforte raggiungo Tallinn il primo pomeriggio. E’ programmato un viaggio di otto giorni con spostamento in pullman all’interno dei tre Paesi baltici.
Se non proprio “la magia del Baltico”, come aveva annunciato il titolo del tour, gradualmente vivo una nuova esperienza emotiva e immemorabile. 

Condivido l’esperienza con mia moglie e altri 26 connazionali. Fin dall’inizio del viaggio ci accompagna la nostra guida lettone Signora Zane .

TALLINN, ci appare subito con la cinta muraria e le sue torri una vera”cittadella fortificata” e una struttura medioevale con strade strette e tortuose. Medievali sono pure i sapori, gli odori, le numerose comparse e acconciature dell’epoca, la musica diffusa, di cui gli estoni sono orgogliosi e che amano mostrare ai turisti.

La città , a parere di tutti, ha il volto frizzante, giovanile, cioè piena di giovani nei vicoli , nella piazza centrale, nei locali frequentatissimi. Dicono che Tallinn per questa caratteristica sia tra le preferenze dei giovani europei.

Tutta la capitale ettone, dalla collina più in alto alla parte più bassa racchiusa nella cinta muraria di circa 2 mila km., è stata dichiarata Patrimonio dell’ umanità dall’Unesco.

Il popolo estone, come pure i lettoni e i lituani sono giustamente orgogliosi della loro storia e della loro cultura. Pur avendo avuto diversi conquistatori delle loro terre: tedeschi, danesi, svedesi, polacchi e russi hanno saputo strenuamente difendere le loro identità linguistiche, creando una letteratura,un’arte , una musica originali,facendone una questione nazionale soprattutto contro la russificazione intrapresa dai sovietici. (Se vuoi approfondire vai in allegato sotto “Ancora di più” N°1)

La rivoluzione cantata

Forse l’evento che accomuna maggiormente le tre nazioni sono i Festival di canti e balli ; ha avuto un grande eco nel mondo il Festival della Canzone Estone tenutosi a Tallinn nel 1988 quando un popolo di 300.000 persone iniziò qui la propria protesta contro la lunga occupazione sovietica intonando inni patriottici fino ad allora proibiti. Questo atto venne riconosciuto a livello internazionale come“Rivoluzione cantata” che richiedeva pacificamente il ritiro dell’ occupazione straniera.

Alle porte della capitale noi visitiamo il testimone di quella manifestazione, il grande anfiteatro o auditorium all’aperto da 250000 posti, che riesce ad accogliere fino a 30.000 cantanti, cori provenienti anche da altre parti del mondo.

E’ utile qui ricordare come nel 2003 il Festival della Canzone di Lettonia, Estonia e Lituania è stato inserito nel Patrimonio mondiale dell’Unesco come evento culturale unico nel mondo. Approfondimento 2

Solo due giorni per visitare Tallinn, che scopriamo aver poco più di 400.000 abitanti, la capitale più piccola dei Paesi baltici, ma con circa un quarto della popolazione estone. Ne godiamo con interesse i monumenti, le piazze, le chiese, i parchi e anche la gastronomia.


Pikk tanav
è la via più lunga della città murata dove abitavano i mercanti più ricchi e quindi i palazzi più prestigiosi quando dal ‘400 Tallinn entrò nella Lega Anseatica e la città prese la forma attuale. La casa della Gilda di S. Olaf costruita nel 1410 è la più antica ; le Gilde erano corporazioni di mercanti che vedremo anche in Lettonia. Al n.71 della via principale vi è il complesso dei tre edifici noti come le Tre sorelle , dicono le case più famose della città.

Le tre sorelle

 

Raekoda

Il cuore della città è la piazza del municipio dalla quale si irradino le vie principali. A sinistra alto e ben in vista il Raekoda, il municipio non ben definito perché sembra una chiesa con uno svettante campanile; fungeva nel passato anche da tribunale; uno dei pochissimi edifici gotici dell’Europa del nord conservatisi fino ai nostri tempi.

Poco distante la duecentesca chiesa dello Spirito Santo con un interessante trittico sull’altare. Scopriamo che è una chiesa luterana pur se l’interno non ci sembra una chiesa evangelica per la presenza di tante immagini e statue religiose, ma la spiegazione c’è: prima dell’avvento della Riforma protestante era una chiesa cattolica, quindi i luterani hanno conservato alcuni vecchi arredi, anzi vi hanno aggiunti stemmi nobiliari e altro per l’ostentazione dei potenti dell’epoca. Situazioni analoghe li rivedremo nel resto del viaggio. Scopriamo come in questo luogo sacro è stato adottato per la prima volta la Bibbia in vernacolo, cosa negata ai cattolici fino al Concilio Vaticano II.

Approfondimento n.3

Più vicino alle mura si trova la chiesa norvegese di S. Olaf, antica ma ricostruita in forme neogotiche attuali nel periodo 1829-40. La nostra guida ci fa notare l’interno nudo gotico e la torre alta 124m con affilatissima guglia che marca il profilo della città.

 Prima di salire sulla collina di Toompea uno sguardo alla ex chiesa cattolica di San Nicola, ricostruita dopo un bombardamento sovietico del 1944 e diventato ora museo d’arte medioevale e sala di concerti. Interessante per la guglia metallica e per l’interno che conserva la famosa Danza macabra, che noi però non abbiamo potuto ammirare.

La visita sulla collina non è stata vana se non altro per una vista spettacolare sulla città, per i monumenti russi, talvolta trasformati in sedi pubbliche.

 

 Naturalmente non abbiamo trascurato un giro all’ interno delle mura cittadine, intorno alla quale si raccontano tanti aneddoti divertenti.

Degno di considerazione il quartiere Rotermann dietro il nostro hotel, area industriale sorta nel XIX secolo, oggi centro di un programma di sviluppo e risanamento urbano.

Ma tutta la città, anche nel suo nucleo storico, con i cantieri sempre aperti mostra di volersi restaurare ed abbellire.

Il denaro non manca, l’economia sembra girare meglio che negli altri Paesi vicini, il tenore di vita è più alto, non abbiamo visto poveri per strada ma piuttosto auto di grossa cilindrata. Ci è stato detto che i tallinesi viaggiano gratis sugli auto pubblici. Approfondimento n.4

Il pomeriggio del secondo giorno col pullman ci rechiamo ai quartieri meridionali di Tallinn, moderna città-giardino chiamata Nomme costruita negli anni Trenta del secolo scorso in stile liberty, per lo più con case in legno, che oggi necessitano di qualche restauro. Poi al parco del Palazzo Kadriorg di origine zarista con un palazzo in stile italiano rinascimentale. In un luogo più isolato la sede del Presidente della repubblica.

Si completa il viaggio al Cimitero Foresta fondato come cimitero pubblico nel 1933, ma tutto all’aperto senza recinzione con lapidi essenziali e senza fiori , all’interno del bosco, a significare l’idea diversa che hanno i baltici rispetto alla nostra concezione di defunti e cimiteri.

Il terzo giorno del viaggio si percorre in pullman 310 km. Prima tappa PAERNU, importante porto marittimo dell’ Estonia, fondata nel XIII secolo e principale centro balneare dell’Estonia. Paernu nel periodo estivo triplica la popolazione, costituita da locali ma anche da scandinavi; ci sono pure offerte turistiche fuori stagione. Per noi mediterranei il tempo è fuori stagione, poiché lo avvertiamo piuttosto come autunnale e in questo momento pure piove .

A mezzogiorno consumiamo il pasto in uno speciale ristorante di Paernu.

In giro per Paernu

Approfondimento n.5

L’entrata in Lettonia dal territorio estone procede quasi senza accorgerci, sappiamo infatti che le frontiere sono state abolite da quando i tre Paesi baltici sono entrati nel 2014 nell’Unione europea e più tardi iniziarono ad adottare l’euro.

Nel tragitto sono a perdita d’occhio le immense distese di pianure, le colline moreniche , gli innumerevoli corsi d’acqua e il fitto manto di latifoglie e conifere che coprono il 40% del territorio lettone. Mi esalta la vista di uno dei fiumi più lunghi d’Europa, il Daugava o Dvina occidentale che passa per Riga .Ma ancor più esaltante è l’avvistamento non raro della cicogna, presenza più assidua e numerosa rispetto agli altri Paesi europei. Approfondimento n.6

Arriviamo finalmente verso sera a RIGA, capitale della Lettonia, la città più grande dei Paesi baltici con oltre 800 mila abitanti. A prima vista ci sembra una città moderna, caotica come le nostre, ma ci asteniamo dal pronunciarci oltre.

Vicino al nostro hotel ci incuriosisce subito la colorata chiesa cattedrale ortodossa neobizantina , che forse ci interessa più per la sua storia travagliata: costruita tra il 1876 e 1884 fu trasformata nella’epoca sovietica in planetario e, dopo restauri, restituita al culto col ritorno all’indipendenza.

Il quarto giorno dedicato totalmente per vistare la metropoli. Poca diecina di metri dal nostro hotel il monumento alla libertà, che si staglia nell’ampia piazza all’incrocio di due viali principali ed esalta l’indipendenza della Lettonia del 1920. 

Riga non dispone di cinta muraria, smantellata a partire dal 1857 in seguito alla nascente industrializzazione e alla costruzione di nuovi quartieri. Al posto delle mura vi è un ridente parco con canale lungo 3 km e punto di ritrovo dei cittadini. Questa zona è caratterizzata appunto da estese aree verdi, da grandi viali , da interessanti edifici pubblici e soprattutto da palazzi in stile Jugendstil.

Questo stile è tipico dei complessi abitativi di Riga, circa un terzo della città, fatto che attira molti cultori di questa architettura e anche per questo motivo la capitale lettone è stata inserita nel Patrimonio dell’umanità. Noi con la nostra guida l’abbiamo ammirata in diversi prototipi con lo sguardo tenuto in alto.

La vecchia Riga, da tempo proibita al traffico, entrò presto nella Lega Anseatica, ma conserva l’atmosfera della città dei secoli XVII-XVIII, il cui fulcro è la piazza del duomo attorniata da numerosi caffè dove la gente è seduta ai tavolini . Ma devo dire che tutto il centro storico risplende con tanti bar, negozi, edifici addobbati con stupendi ornamenti floreali mai visti altrove , a confermare la voglia della gente di vivere al massimo il tepore estivo dopo il lungo isolamento nelle altre stagioni..

 

Il duomo domina con la sua mole in mattone rosso, è tempio luterano originariamente dedicato a S. Maria, ma fu fatto costruire dal vescovo cattolico Alberto da Brema dopo l’introduzione del cristianesimo in questa terra con l’armata dell’Ordine teutonico. Qui è sepolto lo stesso fondatore, qui si trovano l’organo con ben 6718 canne e l’unico ritratto ben in vista di Lutero, la torre esterna (90 m.) coronata dalla guglia barocca che costituisce uno dei simboli della città. Inconfondibili nel panorama della città anche la torre e la guglia barocca (m.123) della chiesa di San Pietro e la torre della cattedrale cattolica di S. Giacomo.

Non mancano innumerevoli edifici civili degni di considerazione: il complesso dei Tre Fratelli, sull’esempio delle Tre Sorelle di Tallinn; la casa al n. 17 della Maza Pils, costruita da un mercante del XV secolo la più antica abitazione di Riga; le 2 Gilde maggiore e minore,corporazione la prima dei mercanti, la seconda degli artigiani; poco più avanti la Casa del gatto molto fotografata e il Castello di Riga costruita originariamente dall’Ordine teutonico , ora sede del Presidente della repubblica. Per finire, nella piazza del municipio il magnifico palazzo gotico e rinascimentale della Confraternita delle Teste Nere a due facce, peccato perché ricostruito!

Casa del gatto

Palazzo delle teste nere

 

Il pomeriggio facciamo unì’escursione al museo etnografico sulle rive del lago Jugla dove sono state raccolte antiche abitazioni della campagna lettone del XVIII-XIX secolo.

La scoperta più da vicino di Riga ci ha fatto ricredere sulla sua bellezza e appagati enormemente

Il quinto giorno ci spetta un altro lungo viaggio in pullman 290 km. in direzione Lituania. Arriviamo nei pressi della città di Siauliai , famosa perché qui avvenne nel 1236 la sconfitta definitiva dei cavalieri tedeschi dell’Ordine dei Portaspada da parte del re Mindaus, che riuscì a unire le tribù e costruire il Granducato di Lituania. Approfondimento n. 7

Finalmente una pausa alla Collina delle croci, uno dei luoghi turistici “oscuri” o misteriosi per la selva impressionante di innumerevoli croci di diverse dimensioni e fattura infisse nel terreno dai devoti pellegrini e anche per la tradizione popolare che si perde nei secoli, da quando esisteva la servitù della gleba. Approfondimento n.8

Resta comunque il simbolo dell’identità nazionale lituana e della libertà dalle molteplici schiavitù dell’uomo e delle nazioni.

Una sosta di un paio di ore a PALANGA, tra i più bei siti che si affacciano sul Mar Baltico e che sorge sulla via dell’ambra. Occasione per visitare il Giardino Botanico e il Museo dell’ambra che custodisce straordinari pezzi di ambra grezza e lavorata; qui si trova la pietra più grande di gr.3698. L’algida o timida guida locale si sforza di farci capire la natura dell’ambra, la sua importanza economica per tutti i popoli baltici e dei suoi poteri medici,grazie agli elementi naturali di cui è composta: acqua, terra e aria che combinandosi e agendo sulla resina circa 50 milioni d’anni fa produce l’acido succinico in grado di rafforzare il sistema immunitario.

il pezzo più grande di ambra

Proseguiamo verso l’imbrunire per Klaipeda, il porto più importante del Paese, terza città della Lituania.La città non sembra degna di osservazione, ma andando in dettaglio tra le sue antiche vie rimaste dopo l’abbattimento del 60% delle industrie e delle case nell’ultimo conflitto, troviamo tracce caratteristiche del’antica cultura tedesca, che risulta evidente nella disposizione regolare delle strade e di alcune case in legno e in pietre. Faceva parte della Lituania prussiana, di cui per due anni fu capitale provvisoria all’epoca di Napoleone e poi rivendicata da Hitler come tedesca. Sulla principale piazza del Teatro notiamo oltre al teatro su cui si affacciò il dittatore la statua di Simon Dach, scrittore tedesco e poeta nato a Klaipeda. Ci ha colpito anche un veliero finlandese del 1948 adagiato nel fiume, trasformato in ristorante.

La sera alcuni di noi trovano un localino dove gustiamo una specialità gastronomica del posto, gli zeppelin, chiamati meglio  cepelinai. Approfondimento 9

 

Siamo finalmente a VILNIUS. Una perlustrazione serale non ci ha impressionati positivamente , ma l’indomani al sesto giorno le cose cambiano. Intanto dobbiamo affrontare il più lungo viaggio in pullman (410 km) per avvicinarci alla costa, poiché Vilnius è più all’interno, piuttosto distante dal mare.

Ritorniamo a Klaipeda, punto d’attracco per imbarcarci nella vicina penisola di NERINGA . Si chiama così dalla dea del mare che secondo il mito la creò, oppure penisola dei Curoni per i suoi antichi abitanti. Neringa è anche un comune con una strada lunga km.48,che raggruppa cinque piccole frazioni, un luogo fantastico, una delle bellezze mondiali da visitare,dove predomina il silenzio e un’atmosfera contemplativa, direi ancestrale. Alberi di pini a non finire; in un sito appartato commiseriamo un gruppo di pini maciullati o inariditi dalla furia degli uccelli marini i cormorani, specie in estinzione da cui non si sa come proteggersi. Approfondimento n.10

Nella frazione di NIDA ci soffermiamo visitando per primo la casa estiva di Thomas Man dove scrisse “Giuseppe e i suoi fratelli”, ammiriamo le numerose casette di legno abbellite con ornamenti floreali e piante di diverse specie, godiamo di quella serenità contemplativa che ci fa venire il desiderio di ritornare per qualche giorno a Neringa.

A mezzogiorno in un ristorante sono stati scelti per noi la zuppa fredda più famosa della Lituania, il saltibarsciai e la seconda specialità il badarai.

Approfondimento n. 11

Io mi azzardo a provare la cosiddetta birra cruda, patrimonio anch’esso dell’ Unesco come la Penisola Neringa.

Facciamo poi una sosta appassionata alle dune bianche, che richiamano debolmente il deserto del Sahara nella verde Europa, e alla piazzetta della meridiana; a due miglia di fronte l’enclave russa con una barchetta sempre ferma in mare (una spia?), dove si trova Kaliningrad.

La giornata risulta, almeno per alcuni di noi, la più soddisfacente del tour. Ritorno a Vilnius.

Settimo giorno . L’augurio della buona giornata ci viene dalle mongolfiere vibrate in aria verso le nostre finestre, qualcuna ha tentato di farsi ammirare ieri sera ma era lugubre e nera, ora sono tutte variopinte e festose, nonostante il tempo contrario che annuncia pioggia.

Ma partiamo lo stesso verso TRAKAI, trenta chilometri dalla capitale, questa volta accompagnati da un’altra guida locale da cui abbiamo appreso molte notizie storiche. Trakai è una cittadina che un tempo era l’antica capitale lituana (XV secolo). Qui appare in un’ isolotto lacustre il castello fatto costruire da un altro personaggio importante lituano, il Granduca Vytautas il Grande, che iniziò il processo di unificazione politica del Paese. Il castello più che per l’interno molto ricostruito, affascina per la collocazione misteriosa e inespugnabile alla cui difesa si adoperarono i Karaimi, tribù di guerrieri turchi provenienti dalla Crimea venuti al seguito di Vytautas. I loro discendenti (circa 400) vivono ancora qui con le loro caratteristiche case di legno, il loro tempio e il piatto tipico Approfondimento n. 12, a dimostrazione che la Lituania ha una antica storia di convivenza con gli stranieri e di integrazione secolare con i musulmani.

Il resto del tempo che ci rimane, dopo mezzogiorno, è finalmente dedicato a VILNIUS, capitale con 542.000 abitanti . Lascio perdere le analogie con Roma Approfondimento n. 13, incominciamo a conoscerla direttamente nel suo centro storico entrato nell’elenco del Patrimonio artistico dell’Unesco.

Un po’ più isolata la chiesa di San Pietro e Paolo, uno dei migliori esempi di tardo-barocco lituano con l’interno ben 2000 statue in stucco e affreschi di autori italiani. Mi soffermo a fotografare una statua di uno storpio devoto ma ci accorgiamo subito che si sta celebrando un matrimonio. Vi sono i testimoni in costume tradizionale, maschi e femmine divisi ordinatamente, ci incuriosisce tra l’altro un personaggio in grande livrea che ci dicono essere il sensale degli sposini.

Fuori un vecchietta ci vende a 1 euro un bastoncino infiocchettato, risultato più tardi una caramella dura da masticare.

Ci spostiamo col pullman verso la piazza della cattedrale, da dove scorgiamo con un solo sguardo la cattedrale, la torre campanaria, il palazzo granducale di nuova costruzione,un monumento equestre e la collina di Gediminas. La guida lituana si sofferma in particolare sul monumento del granduca Gediminas, altro personaggio della storia nazionale, capostipite dell’omonima dinastia, il quale incominciò ad allargare i confini del Paese soprattutto non con la spada ma con la sapienza diplomatica. Approfondimento n.14

Con una piccola funicolare arriviamo al cosiddetto Castello superiore, fatto costruire da Gediminas, quando decise di trasferire la capitale da Trakai a Vilnius. Delle tre torri ne sopravvive una, emblema della Lituania, da cui si gode un superbo panorama sulla città. Ridiscesi sulla piazza vediamo studenti goliardici travestiti da antichi romani che trasportano in barella un loro compagno per l’addio al celibato. Non sono proprio severi e ingessati questi lituani!

Dalla piazza della cattedrale, dalla quale si irradiano le vie principali iniziamo il nostro percorso. Incontriamo un infinita serie di monumenti tra cui: la chiesa luterana di San’Anna con la splendida facciata gotica;la porta dell’ Aurora del XVI secolo, l’unica rimasta in piedi delle cinque che si aprivano nella cinta muraria a causa dell’apparizione miracolosa di Nostra Signora della Porta dell’Aurora o Madre Misericordiosa , effige molto venerata dai lituani e dai passanti, meta di tanti pellegrini e rispettata anche dai non credenti. 

A questo punto per la presenza di tanta gente devota e di numerose chiese raggruppate in poco spazio un turista incomincia a sentirsi in una terra santa,una “nuova Gerusalemme”, tanto più se si rivolge alla storia degli ebrei, che a Vilnius nel passato erano determinanti. Approfondimento n. 15

Chiesa di santa Teresa da cui si accede per venerare l’immagine della Madonna nera della Porta miracolata; la vicina chiesa degli ortodossi, una volta dei vecchi credenti, la quale conserva i corpi intatti di tre venerati martiri; più avanti la prima basilica barocca di S. Casimiro, principe santo, che termina con la caratteristica cupola con la lanterna e la corona reale. Intanto la nostra guida si accalda nel parlare ed esaltare le glorie e le caratteristiche nazionali, aggiungendo anche molte riflessioni e curiosità che possono essere trascurate dai superficiali. Approfondimento n.16

Verso la fine del nostro tragitto arriviamo prima alla piazza del vecchio Municipio, qualche foto veloce all’ Opera nazionale, poi alcune signore del gruppo visitano un vecchio linificio con annesso negozio all’ingrosso. Io preferisco andare nel frattempo a zonzo, scopro qualche altro monumento vicino, come ad esempio la casa di Mikalojus K. Ciulionis grande compositore, pittore e patriota lituano; incontro allegre giovinette con abiti leggeri della festa, chissà quale? Ultima visita al complesso dell’università di Vilnius, fondata dai gesuiti nel 1579 con la più antica biblioteca lituana; non a caso fatta costruire dai gesuiti, capisaldi della Controriforma cattolica.

Accomiatatomi più tardi dal gruppo desidero sentire l’atmosfera della città, conoscere i vicoli e le zone più lontane, la gente. Non nascondo di aver intrapreso la cosa con un certo palpito in un Paese straniero, ma coraggio! e vado avanti.

In giro non incontro strani individui o facce sospettose, a qualcuno ho chiesto anche informazioni, ripagato gentilmente pur con il mio inglese elementare. La percezione é di sicurezza, per questo si dice che Vilnius sia tra le più sicure città europee. Osservo solo due situazioni meno positive: lo stato di abbandono o di degrado di alcuni palazzi nei quartieri periferici e man mano mi riavvicino al centro storico 3 o 4 poveri che timidamente chiedono l’elemosina qui vietata per legge.

Ultimo giorno C’è tempo tutta la mattina, per chi vuole, di farsi un giretto per la città. Io ne approfitto per visitare il Museo dove una volta era il quartiere generale dei servizi segreti del KGB., i cui sotterranei parlano di tortura e di morte, agghiacciante! Approfondimento n. 17

Dopo pranzo all’aeroporto per la partenza alle ore 14,40 . Siamo a Milano Linate alle 18,30.

E’ sempre una bella emozione scoprire nuovi luoghi e popoli, soprattutto se sono molto diversi da noi. Nel caso di queste nazioni baltiche posso dire di averle conosciute meglio e di aver accorciato le distanze. Scritto da Luciano Marraffa


Ancora di più

  1. I tre popoli baltici hanno tanti elementi in comune e altri peculiari. In comune una storia di insediamento di differenti tribù dislocate in aree fittamente ricoperte da immense foreste,isolate grazie ai numerosissimi laghi e paludi, tutti elementi che hanno preservati i loro costumi pagani fino all’avvento nel XIII secolo del cristianesimo. Le loro lingue sono imparentate, meno quella degli ettoni, che per la vicinanza ai cugini finlandesi parlano un idioma non indoeuropeo di derivazione ugro-finnica; i lituani e i lettoni parlano lingue più arcaiche d’Europa, lingue indoeuropee del gruppo baltico, non slavo né germanico; il lituano è addirittura considerato il più vicino al Sanscrito.

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  1. La vetta più alta di questa rivoluzione cantata è stata raggiunta il 23 Agosto del 1989 quando si formò una catena baltica di 3 milioni di persone che si tenevano per mano, estesa per 600 km da Vilnius a Tallinn.

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  1. In Estonia e Lettonia la gran parte della popolazione professa la confessione luterana, in antipatia forse dei primi conquistatori tedeschi e cattolici dell’Ordine dei Portaspada che nel XIII secolo più con la spada che con la predicazione distrussero il loro credo pagano e imposero il cristianesimo . Passarono alla Riforma dei danesi e soprattutto degli svedesi che, vincitori nel XVI secolo nella guerra di Livonia, portarono anche riforme sociali come la soppressione della servitù della gleba.

I lituani invece sono in maggioranza cattolica per lo stretto legame del Granducato al Sacro Romano impero e per un periodo di convivenza politica con il Regno cattolico di Polonia. L’opzione religiosa delle tre nazioni è da mettere, comunque, in relazione più al principio della pace di Augusta del 1555: Cuius regis, eius religio. (Torna su)

  1. L’Estonia è l’unica nazione europea che riconosce,attraverso una legge dello Stato, il diritto di ogni cittadino alll’accesso ad internet. Tutte le scuole e i tutti i programmi di insegnamento sono on-line.

Le consultazioni elettorali prevedono il voto elettronico senza l’obbligo di recarsi fisicamente al seggio. Questa importante novità, la prima del suo genere al mondo è stata introdotta nelle elezioni amministrative del 2005. Ogni avente diritto è dotato di una password che si può utilizzare una sola volta e di una carta d’identità elettronica. Inoltre i cittadini possono partecipare alla vita politica del Paese attraverso pareri, iniziative, che arrivano direttamente in Parlamento con una semplice mail! A Tallinn dal 10 al 12 ottobre del 2005 quasi dieci mila elettori attraverso una carta d’identità elettronica e un codice segreto hanno espresso il loro voto. (Torna su)

  1. Dei piatti fin qui provati ricordo sicuramente il primo piatto, costituito da zuppa, ma diversa ogni giorno. Devo ammettere che le zuppe con intingoli da indovinare sono risultate, pare anche a tutti i viaggiatori, gustose sia qui in Estonia sia negli altri due Paesi visitati. Il secondo è costituto da buona carne , specialmente di maiale o di pollo, senza dimenticare il salmone, la trota salmonata o il luccio, il tutto viene accompagnato da gallette di patate fritte in panna acida con o senza funghi di foresta. I dolci in generale sono squisiti, costituiti di semola farciti con bacche di stagione oppure si tratta di dolci alla crema. Ipotizzo che nessuno dei viaggiatori abbia sentito la nostalgia di nostri piatti nazionali, poiché la diversità gastronomica dei tre Paesi è stata gradita. Torna su

  2. Trascorrendo il tempo in pullman la nostra guida ci intrattiene su informazioni varie e anche amenità, di cui menziono alcuni:

    • Data l’abbondanza dei funghi, non esiste limite nella raccolta. Noi abbiamo visto venditori per strada.

    • Esiste anche il mirtillo rosso da palude che può essere coltivato.

    • Il pesce lampreda, tipo anguilla o capitone, è pescato in alcuni dei fiumi attraversati e viene inscatolato.

    • Riga balsa o “Balsamo nero” è il nome di un digestivo di Riga,costituito da ben 24 diversi ingredienti mescolati con vodka. E’ molto amaro, con retrogusto dolciastro e 45% di alcool. E’ una bevanda provata anche da Caterina la Grande, che ammalata fu subito guarita.

Abbiamo intravisto il paese ritenuto del vero barone di Mȕnchhausen con i ruderi di una chiesa da lui costruita, in cui si è sposato con una nobildonna tedesca. Qui si conserva anche un museo a lui dedicato.

La Lettonia con il nuovo assetto nazionale indipendente sta cercando la sua via nello sviluppo economico, sai pure con scarse risorse autonome. Il settore dei servizi è quello trainante, ma per l’esportazione è molto forte per la lavorazione del legno e del pesce.

l tassi di crescita in tutti i Paesi baltici sono tra I più alti dell’Unione europea.

Tutti i popoli baltici hanno una ricca tradizione di canti popolari e di miti originali da cui traggono sapienza nella vita. Torna su

7) La Lituania, prima pagana, accolse man mano il cristianesimo, continuando ad opporsi all’invasione tedesca per duecento anni , cioè fino alla disfatta dell’Ordine teutonico a Tannenberg (1419), è riuscita poi ad espandersi incorporando terre slave fino al Mar Nero e diventando una nuova potenza europea. Da ricordare che la vittoria a Tannemberg (o Grünwald) fu condivisa con la Polonia, con cui in certo periodo il Granducato lituano si confederò. Torna su

8)Durante l’epoca sovietica per tre volte le croci della collina furono completamente abbattute con le ruspe per disposizione del regime comunista, ma ogni volta ricomparivano sempre più numerose. Questo luogo fu visitato da papa Giovanni Paolo II che fece conficcare in terra la croce più alta e in primo piano. Torna su

9) A vederli i cepelinai sembrano arancini. In realtà sono fatti con un impasto a base di patate (alimento fondamentale in Lituania) che vengono bollite e usate per formare delle polpettine, poi riempite con una farcitura di carne macinata speziata. Il condimento è dato da un sughetto ad alto contenuto calorico ,composto da lardo, cipolla e la tipica panna acida usata nel paese. Proprio per questo li facciamo servire come mezza porzione ciascuna. Le cameriere si adeguano all’ambiente: sono graziose, in abito tradizionale con capelli raccolti in una treccia e hanno una statura teutonica. Io provo anche una birra né bionda né rossa, ma color acido. Paghiamo circa 12 euro a testa. Scopriremo man mano che qui in Lituania tutto costa meno rispetto agli altri due Paesi baltici. Torna su

10) Questa penisola, che è pure una laguna protesa nel Mar Baltico, si è formata in seguito al ritiro dei ghiacciai (13000-15000 anni fa) e da una catena di isolette moreniche saldate tra loro. La formazione delle dune invece è dovuta all’azione dei venti; nel passato vento, disboscamento, incendi cominciarono a disgregare le dune e trasformarle in sabbia abbattutesi più volte sui villaggi seppellendoli. Ora l’area è altamente protetta e si trova il modo di trattenere la sabbia. Torna su

11) Il saltibarsciai è una zuppa tutta rosa, fatta di barbabietole rosse e kefir in compagnia di cetrioli, erba cipollina e uova sode: un misto particolare di acido e salato, celebrato da Carlo Petrini come “la più estetica delle zuppe fredde del mondo”. Come secondo piatto il badarai, nient’altro che una salsiccia di patate farcita con intestino di maiale, che viene accompagnato da verdure fresche ,purea di patate e frittelle di patate. Torna su

12) Il piatto tipico dei karaimi è il kibinai a base di sfoglia ripiena di carne. La loro casa ha tre finestre: una per il granduca, una per la famiglia e l’altra per il buon Dio. Torna su

13) Vilnius sorge sui sette colli, vi attraversa il fiume Neris, l’ origine mitica della sua fondazione è da un sogno di un lupo ululante, lo stile prevalente delle sue chiese è barocca come tante a Roma.Torna su

14) Questo cerca di dirci la guida, poiché il granduca nel monumento è rappresentato non a cavallo, come gli antichi condottieri, ma in piedi con la spada non sguainata per offendere ma quasi da offrire al nemico . In effetti il Granduca cercava di mantenere buone relazioni diplomatiche con i signori del tempo. Torna su

15) Tra le due guerre vi era a Vilnius una forte comunità di 150.000 ebrei parlanti yiddish, tanto che Vilnius fu appellata “Gerusalemme del Nord”. Ora sono circa 5-6.000 , le loro sinagoghe da un centinaio che erano ne è rimasta una soltanto. Anche qui, come nelle altre capitali baltiche, è stato allestito un Museo del Genocidio. Torna su

16) Ad esempio: la chiesa di San Casimiro ha cambiato funzione e culto diverse volte, durante il periodo sovietico ospitò perfino il museo dell’ateismo; l’effige della Madonna è stata omaggiata da Giovanni Paolo II il quale si è trattenuto ben 4 giorni in Lituania per onorare il “nostro popolo cattolico; l’esercito lituano prima ancora dei viennesi ha difeso l’Occidente dall’avanzata dei tartari; i lituani comunque hanno ben digerito le sventure del passato,sono sereni e non hanno abbattuto i simboli e monumenti nefandi del passato , li hanno messi solo da parte fuori la città o in un parco sperduto, come le statue di Lenin o di Stalin , il Palazzo del KGB lo hanno trasformato in Palazzo di giustizia. L’occupazione tedesca e sovietica, tutta le vicende storiche sono stati digeriti nel “senso del passato” che, come per l’umorismo per gli inglesi, genera nei lituani conservatorismo, da condividere con gli altri, quindi tolleranza, ma nello stesso tempo determinazione ad andare avanti legando tradizione e modernità. Ottima lezione sull’indole lituana! Torna su

17) Sarebbe stato meglio, per finire in modo più gioioso la visita a Vilnius, visitare il quartiere di Uzupis, quartiere una volta malfamato, ma da qualche decennio trasformato in una specie di Montmartre di Parigi e addirittura qui è stata proclamata una interessante Repubblica indipendente di Uzupis con una propria divertente costituzione. Ne richiamo qualche articolo: “Ogni uomo ha il diritto di morire ma non è un dovere”, “… di essere pigro o di oziare”, “ … di amare un gatto e di prendersi cura di lui”, “Il cane ha il diritto di essere cane”, “Nessuno ha il diritto di dichiarare colpevole il prossimo”. Torna su – viaggiante Luciano Marraffa

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Marco

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