di Marco –
Ricordo di aver sorriso leggendo un tweet in cui si affermava che il viaggiatore low cost non va dove lo porta il cuore ma dove lo conducono le tariffe aeree. Poi ho voluto provare il gioco ed ho deciso di acquistare un volo per la località più a buon mercato fra quelle disponibili. La sorte (o forse meglio dire, il mercato) ha deciso che la destinazione fosse l’aeroporto di Otopeni, a Bucarest, volo di andata e ritorno da Roma 15,80 euro. Pochi click per scegliere le date, pagare e ricevere la conferma della prenotazione, e farsi venire il primo dubbio: ma che ci vado a fare a Bucarest?
Quello che segue è il racconto di un viaggio low-low cost di tre giorni nella capitale della Romania e in una delle sue regioni più affascinanti: la Transilvania.
Partiamo all’alba per sfruttare al meglio il primo giorno di viaggio, volo Ryanair alle 6,30 e arrivo a Bucarest pochi minuti dopo le nove.
Dall’aeroporto di Bucarest per arrivare in città conviene utilizzare i bus express del servizio urbano. La linea numero 783 arriva in centro città, a Piata Unirii, dove si trova anche una stazione della metropolitana, mentre il 780 conduce alla stazione ferroviaria principale di Bucarest, la Gara de Nord.
La fermata degli autobus si trova al piano inferiore rispetto all’atrio degli arrivi, vicino alle fermate dei bus in partenza c’è una biglietteria che vende i titoli di viaggio: ogni tratta costa 3,50 lei (circa 0,80 euro), oltre al costo di una carta Multiplu (irrisorio, 1,60 leu). Se siete in due e avete in programma di andare e tornare dall’aeroporto di Otopeni, potete chiedere al personale della biglietteria di emettere una sola card e caricarla con l’equivalente di quattro tratte: costo totale 15,60 lei (circa 3,5 euro) per andare e tornare in coppia dall’aeroporto a Bucurest. Gli autobus partono ogni trenta minuti circa e effettuano diverse fermate lungo il percorso, il tempo di percorrenza fino al centro città è di 35-40 minuti. La linea 783 è operativa anche nelle ore notturne.
In alternativa, e spendendo circa 25 euro, è possibile prendere uno dei taxi delle molte compagnie presenti all’aeroporto, per evitare problemi e truffe conviene utilizzare i desk posti nell’area degli arrivi tramite i quali è possibile prenotare un taxi, pagare la tariffa e stampare la ricevuta da esibire al taxista. Se non siete particolarmente masochisti non prendete neanche in considerazione l’ipotesi di servirvi del servizio ferroviario e raggiungere Bucarest dall’aeroporto di Otopeni con l’Henri Coanda Express.
Come in quasi tutti gli aeroporti del mondo, anche in quello di Bucarest i cambiavalute praticano tassi di cambio molto svantaggiosi. Ad Otopeni però questa triste pratica è estesa anche ai prelevamenti effettuati tramite Atm: nell’atrio degli arrivi, dopo il controllo doganale, ci sono alcuni bancomat, tra cui uno con l’italico logo e la rassicurante scritta Unicredit Bank: ai prelevamenti effettuati, oltre alle normali spese fisse previste dalla vostra banca, viene applicato un tasso di cambio sfavorevole con una maggiorazione di circa il 10 per cento rispetto al cambio ufficiale. Conviene cambiare una piccola cifra in lei e procurarsi altra valuta nelle casse automatiche in città o direttamente agli sportelli bancari.
Per i pernottamenti abbiamo scelto un hotel vicino alla Gare du Nord visto che avevamo in programma spostamenti in treno. La zona non e’ un granchè, ma con la metropolitana si arriva in pochi minuti nel centro storico. L’ Hello Hotel è di nuova costruzione, essenziale ma pulitissimo con la possibilità di usufruire di un buon servizio bar e del servizio di deposito bagagli e di un ottimo rapporto qualità-prezzo: 28 euro a notte per una camera doppia senza la prima colazione, prenotando on-line con Booking.
Tutti le zone di interesse turistico di Bucarest sono raggiunte dalla metropolitana, la linea M2 in praticolare attraversa il centro da Piata Victorei, a Piata Romana, Universitate e Piata Unirii. I titoli di viaggio si acquistano nei botteghini presenti nelle stazioni, il biglietto per due viaggi costa 5 leu, quello per dieci viaggi (cartela 10 calatorii) costa 20 lei e può essere usato anche da più persone contemporaneamente. Il Daily pass, l’abbonamento giornaliero, costa 8 lei; il servizio della metropolitana è attivo dalle 5 del mattino alle 23.
Da Piata Unirii, con una breve passeggiata, si giunge alla costruzione più imponente di Bucarest, la Casa Poporului, sede del Parlamento della Romania. L’enorme edificio fatto costruire da Nicolae Ceausescu, il presidente deposto dalla rivoluzione del 1989, è il secondo edificio più grande al mondo dopo il Pentagono. I suoi 12 piani, 3000 sale e tre chilometri di circonferenza sono costati al popolo rumeno l’equivalente di circa tre miliardi di euro. L’ingresso per i visitatori si trova nel lato destro dell’edificio in Calea 13 Septembrie. Le visite guidate partono ogni 30 minuti dalle 10 alle 16, il biglietto d’ingresso costa 45 lei. Per fotografare all’interno dell’edificio occorre pagare un supplemento di 30 lei.
Dopo una visita ai due monasteri di Mihai Voda e Antim e al Palazzo Patriarcale, attraversando di nuovo Piata Unirii si accede al cuore della città di Bucarest, il quartiere di Lipscani che ospita nell’omonima via e in quelle adiacenti interessanti palazzi storici e diversi musei. Questa è anche la zona più commerciale della città dove si trovano un gran numero di ristoranti e bar. Vale la pena di passeggiare nelle stradine di Lipscani anche per assaporare l’atmosfera un pò decadente della Capitale, prendere un caffè o fumare il narghilè in uno dei locali del Macca-Villacrosse passage. Uno dei palazzi storici meglio conservato e’ sede della più famosa birreria della città: Caru cu Bere, in Strada Stavropoleos 5. Il fascino del luogo è indiscutibile ma il grande afflusso di turisti ne guasta l’atmosfera, ed anche la qualità del cibo non è eccezionale. Vale comunque la pena di entrare per ammirare il locale e bere una birra al grande bancone posto al centro del locale.
Il vero gioiello di Lipscani è la minuscola ma graziosa, una delle più interessanti della città, con gli interni in legno decorato, il trono e affreschi in ottimo stato di conservazione sulle pareti. Venne edificata nel 1724 e prese il nome dal metropolita di Stavropol che la consacrò.
Poco piu’ avanti, in Strada Franceza, si trovano i resti della Vecchia Corte Principesca (Curtea Veche) costruita nel 1450 e residenza di Vlad III Tepes e della sua corte. Una serie di incendi hanno completamente distrutto il palazzo mentre hanno risparmiato la chiesa adiacente, la più antica di Bucarest. Il busto che si erge sulle rovine della Vecchia Corte raffigura Vlad III di Valacchia, noto come Vlad Tepes (Vlad l’impalatore), membro della Casa dei Draculesti, che amava farsi chiamare con nomignolo di Draculea (Figlio di Dracul) e torturare i suoi nemici con il metodo dell’impalazione. Certo non avrebbe immaginato il “buon” Vlad che sarebbe passato alla storia non per le sue “imprese” ma grazie allo scrittore Bram Stoker che alcuni secoli più tardi avrebbe usato il suo nomignolo per il personaggio del famoso vampiro.
Con una breve passeggiata verso nord da Lipscani si raggiunge la zona di Piazza dell’Università (Piata Universitatii) intorno a cui si affacciano il Teatro Nazionale, l’ Ateneo, il Museo della città di Bucarest. Vale una pena di visitare la Chiesa Coltea, piccolo gioiello barocco della fine del ‘700. Se vi trovate in zona la mattina non mancate di andare al mercatino che si svolge in piazza dell’Università, prodotti artigianali, abiti, reperti dell’impero sovietico e del tempo di Ceaucescu, utensili in legno e molto altro a prezzi davvero contenuti.
Sempre a piedi si raggiunge il luogo simbolo della storia moderna di Bucarest, quella Piazza della Rivoluzione dove il 21 e 22 dicembre del 1989 si riversarono decine di migliaia di persone per dare inizio alla rivolta che portò alla caduta del regime di Ceaucescu. Gli scontri a fuoco tra le fazioni sono testimoniati dai fori di proiettile ancora visibili sul muro della facciata della libreria Humanitas. Al centro della piazza si erge il Monumento della Rivoluzione e nel giardino antistante alcune sculture che ricordano i caduti per la libertà. Contrastanti, come spesso accade, i giudizi dei cittadini sull’opera: per alcuni la costruzione che simboleggia la libertà che prevale travalicando un muro di filo spinato somiglia invece ad un’oliva su uno stuzzicadenti.
Al di là delle suggestioni della storia recente, su Piata Revolutiei si affacciano alcuni tra gli edifici più interessanti della città: su tutti la sala concerti dell’Atheneum, il Museo Nazionale delle arti, la Sala Palatului e la chiesa più famosa di Bucarest, la Biserica Cretulescu edificata nel 1720. L’affascinante edificio dell’ Athénée Palace, lo storico lussuoso hotel di Bucarest, è celebrato in un romanzo ambientato negli anni fra la prima e la seconda guerra mondiale, quando nelle sue stanze erano alloggiate molte spie internazionali.
Tutti i luoghi interessanti del centro città si raggiungono a piedi, durante la strada è praticamente impossibile non fermarsi in una delle tante covrigarie, forni artigianali che sfornano in continuazione deliziosi covrigi, ciambelle di pane dolce ricoperte di sale, sesamo o semi vari, ma anche placinta, pasta sfoglia con ripieno di formaggi o mele, “gogosi” golose e caloriche bombe di pasta fritta spesso ripiene di cioccolato e, naturalmente, gli immancabili strudel.
Il secondo giorno lo dedichiamo alla scoperta di due perle della Transilvania, Sinaia dove sorge il più bel castello della Romania e Brasov capoluogo della regione.
Vedere tutto in un giorno e tornare la sera a Bucarest, utilizzando i treni, è possibile a patto di partire al mattino molto presto.
La rete ferroviaria è abbastanza sviluppata ma bisogna servirsi esclusivamente dei treni Intercity per non rischiere di trascorrere ore sui lenti convogli regionali.
Da Bucarest alla Stazione di Sinaia (121 chilometri) si può prendere l’intercity delle 7,00 che impiega un’ora per arrivare a destinazione.
Il biglietto costa circa 40 lei (9 euro) e, visto che si parte molto presto, conviene acquistarlo il giorno precedente alla biglietteria della stazione. Se siete almeno in due e comprate il biglietto in anticipo chiedete all’operatore di applicarvi la tariffa ”minigroup” che prevede uno sconto del 10% sul costo totale.
Dalla stazione con una piacevole passeggiata di circa mezz’ora si arriva alla collina dove sorgono il Castello di Peles e quello che è considerato il suo fratello minore, il castello di Pelisor.
Il Castello di Peles (Castelul Peles) è di costruzione relativamente recente: fu completato nel 1904 dall’architetto francese Wilhelm Doderer su commissione del primo re di Romania, Carol I, che 40 anni prima si innamorò del luogo. La particolarità del castello è nelle decorazioni delle stanze interne per le quali furono chiamati artisti di tutta Europa che realizzarono ambientazioni di diversi paesi: vedrete sale in stile neorinascimentale ed altre ispirate all’arte moresca o all’architettura della Turchia.
Tutte le visite sono guidate e iniziano alle 9,15 fino alle 16,15. Il mercoledì l’apertura è posticipata alle 11. Il lunedì il castello rimane chiuso. Il prezzo del biglietto è di 30 lei per visitare le sale del piano terra (la parte più interessante) con un tour della durata di 45 minuti. 60 lei se si desidera visitare anche le stanze del piano superiore. Non è possibile scattare fotografie, neanche con gli smartphone, se non si acquista il permesso che costa altri 35 lei. Per studenti e pensionati è previsto uno sconto del 50% sul prezzo del biglietto, basta esibire, insieme al documento d’identità, la tessera dello studente, il libretto universitario, o il cedolino della pensione rilasciato dell’Inps. Per chi è in possesso di una Carta Giovani Euro<26 lo sconto sul prezzo del biglietto sale al 75%.
A poche centinaia di metri dal Peles sorge il Castello di Pelisor (chiamato anche il piccolo Peles) costruito per l’erede di Carol I. E’ una costruzione meno imponente della principale ma molto elegante in perfetto stile art nouveau, all’interno mobili viennesi e numerosi oggetti Tiffany e Lalique. Il biglietto d’ingresso costa 20 lei, chiuso il lunedì e il martedì.
Riscendendo verso il centro della cittadina vale la pena di fare una sosta al Monastero di Sinaia (1695). Affrescato con dipinti che rappresentano scene del Giudizio Universale e impreziosito da un altare intagliato in legno di quercia, custodisce, in un piccolo museo, centinaia di reliquie ortodosse.
Il viaggio in treno da Sinaia a Brasov dura circa un’ora e dieci minuti, sempre usando i convogli veloci, e si snoda attraverso i boschi dei monti Carpazi in un panorama fiabesco.
Se riuscite a visitare il castello di Pelisor con il primo gruppo e vi affrettate lungo la strada del ritorno (o prendete un taxi per circa 10 lei) riuscirete a prendere il treno delle 11,40 per il capoluogo della Transilvania. Se volete prendervela comoda e magari fare una sosta da Karoly per un kurtoskalacs, potete prendere l’IR delle 13,48. Il prezzo del biglietto e’ di 33 lei.
Per gli orari dei treni potete consultare il sito ufficiale delle Ferrovie rumene https://www.cfrcalatori.ro/
La stazione di Brasov si trova a circa tre chilometri dal centro storico che si raggiunge comodamente con il bus n.4 che fa la spola tra lo scalo ferroviario e Livada Postei. Un biglietto per due tratte costa 4 lei e si acquista nella biglietteria posta proprio al centro della piazzola dove fanno capolinea gli autobus.
Brasov, a circa 170 chilometri da Bucarest, è il centro principale della Transilvania. La città è circondata dalle mura erette dai Cavalieri Teutonici nel XIII secolo ed ha un centro storico ben conservato con edifici barocchi, chiese gotiche, piccole stradine medioevali. I due simboli della città sono l’enorme Piata Sfatului, l’antica piazza del mercato, dove ora si trovano il municipio e il Museo di storia, e la Chiesa Nera (Biserica Neagra) così chiamata perché le sue mura furono annerite da un gigantesco incendio nel 1689. La torre della Chiesa Negra troneggia sulla città dal 1400. Al gotico dell’esterno fa da costrasto lo stile barocco degli interni, ricostruiti dopo la devastazione, impreziositi da un bell’organo del XIX secolo e da una collezione di tappeti dell’Anatolia.
Vale la pena di fare una sosta per il pranzo da Gustari, al numero 14 della grande piazza Sfatului, per assaggiare piatti della cucina tradizionale in un ambiente gradevole a prezzi davvero onesti. Ottimo il piatto che viene proposto come specialità della casa, una specie di spezzatino di carni varie in salsa piccante con verdure e patate al forno.
Passeggiare per le stradine di Brasov, tra palazzine con le facciate decorate e vicoli è davvero piacevole. Vale la pena di arrivare alla Strada Sforii per percorrere quella che è considerata la più stretta via d’Europa: costruita nel XVIII secolo è larga meno di un metro e si puo’ percorrere tutta toccando gli edifici che la costeggiano a destra e a sinistra.
In piazza Sfatului 25 si trova Casa Muresenilor, una casa museo dove sono conservati cimeli di una delle più importanti famiglie della Transilvania. L’ingresso, dal martedì al venerdì dalle 9 alle 17, costa 5 lei.
Mura, torri e bastioni che circondano Brasov si possono visitare facendo un tour delle fortificazioni iniziando da nord, da Strada Dupa Ziduri, e percorrendo il sentiero che costeggia le vecchie mura. Di particolare interesse la Porta Caterina, La Torre Bianca e la Torre Nera.
Da Bucarest da Brasov si impiegano circa due ore e mezza, l’ultimo treno utile per tornare nella Capitale parte alle 20,18 il biglietto costa 77 lei. Da ricordare che tutti i treni Intercity hanno la prenotazione obbligatoria. Sul biglietto è indicato il numero della carrozza e del posto a sedere assegnato. Nei giorni feriali c’e’ poca fila alle biglietterie, la situazione si complica un po’ nei week end. Ricordate di scegliere sempre i treni con la sigla IR ed evitare i lenti RE che fermano in tutte le stazioni.
Se arrivate di notte alla stazione ferroviaria di Bucarest e avete scelto di alloggiare in zona troverete ristoranti e fast food all’interno della Gare du Nord ed anche un fornito supermercato aperto fino alle 24.
L’ultimo giorno lo dedichiamo alla zona nord della città, il quartiere residenziale dove eleganti palazzine fanno da contraltare ai grigi palazzoni di edilizia popolare che caratterizzano le altre zone della periferia di Bucarest. Si può iniziare la visita da Piata Victorie o da Piata Charles de Gaulle, ai due estremi di Bulevardul Aviatorilor entrambe raggiunte dalla linea M2 della metropolitana.
Vale la pena di visitare il Museo del Contadino romeno (Muzeul Taranului Roman) per scoprire le tradizioni delle zone rurali del paese e per ammirare le uova decorate a mano che venivano donate in occasione della Pasqua. Se visitate Bucarest durante il periodo pasquale troverete alcune uova decorate in vendita nei mercatini dell’artigianato. Quelle che si vendono nei negozi per turisti sono di qualità scadente.
Arrivati in piazza De Gaulle, in fondo ad un ampio viale si scorge un Arco di Trionfo quasi identico al suo gemello parigino: celebra la vittoria della Romania nella prima guerra mondiale.
Una piacevole passeggiata nel polmone verde della città, il Parco Herastrau, conduce all’interessante Museo Nazionale del Villaggio. La sua esistenza è dovuta ad un’idea di Re Carol II che nel 1936 decise di trasferire nel parco 70 edifici tradizionali da ogni parte della Romania, per dare modo ai cittadini di Bucarest di conoscere lo stile di vita dei contadini del Paese. Il museo all’aperto e’ stato negli anni arricchito di edifici tradizionali di ogni genere: case, mulini a vento, stalle, fattorie, capanni, rimessaggi per le barche, frantoi, chiese in legno tra cui spicca la stupenda ed enorme costruzione portata dalla regione di Maramures che conserva al suo interno megnifici affreschi degli inizi del XVIII secolo. Fra gli edifici viene anche allestito un piccolo mercatino artigianale. Alcuni oggetti tradizionali sono in vendita nel negozio all’entrata principale del museo.
A nord del museo, costeggiando il laghetto del parco Herastrau, si arriva ad un enorme costruzione, un padiglione industriale costruito negli anni d’oro dell’Unione Sovietica, ora sede della gigantesca Beraria H, una birreria con una capienza di circa 1500 posti, dove si svolgono anche concerti di artisti internazionali. Se di sera è un luogo frenetico dove risulta impossibile fare due chiacchiere, a pranzo offre un ambiente più tranquillo ed anche un menù speciale di due portate a 22 lei (5 euro). Se amate la buona birra vale la pena di assaggiare la loro Berea H, una birra artigianale non filtrata nè pastorizzata. Se siete particolarmente affamati e in buona compagnia potete provare ad ordinare un Genunchi de vaca, uno stinco posteriore di giovenca da quattro chili e mezzo cosparso di birra scura e cotto lentamente al forno.
Tre giorni sono pochi per dare un giudizio su un paese. Abbiamo incontrato persone molto cordiali e sempre pronte a dare indicazioni, facilità di spostamenti sia in città che all’interno del paese utilizzando la rete ferroviaria, ottimo cibo. Il tutto con una spesa davvero low low cost: volo, hotel, spostamenti in treno e in metro, musei, pasti in ristorante e innumerevoli soste nelle covrigarie, 260 euro per due persone.