di Marco Santamaria –
Una visita al museo dedicato a Vincent Van Gogh e alla casa di Anna Frank rappresentano tappe obbligate per chi si reca per la prima volta ad Amsterdam. Ma soltanto chi ha almeno due o tre giorni da dedicare all’arte può apprezzare al meglio l’offerta culturale della città olandese. Prima di cominiciare un tour per i musei della città conviene dotarsi della Amsterdam city card. La tessera, che costa tra i 47 e i 67 euro a seconda della durata, da 24 a 72 ore, consente l’accesso a quasi tutti i musei e- di usufruire della rete dei trasporti urbani. Il costo del singolo ingresso ordinario è abbastanza elevato e con l’abbonamento si ottiene un notevole risparmio.
In una città definita anche “la Venezia del nord” non si può che iniziare con la visita dei musei sui Canali. Le vie d’acqua sono davvero uniche ma una semplice passeggiata lungo i canali, benché appagante e rilassante, non consente di vedere al di là delle splendide facciate dei palazzi e dei magazzini che celano molti tesori.
Alcuni dei palazzi sui canali, una volta di proprietà di importanti famiglie, sono ora aperti al pubblico: da non perdere il Museo van Loon e il Museo Willet-Holthuysen e la più piccola ma graziosissima Geelvinck Hinlopen Huis in cui si può godere della compagnia di due gentilissime guide che accompagnano i visitatori fra le sale raccontando la storia della famiglia e della casa. La domenica pomeriggio i pianoforti e gli strumenti musicali situati nel salone sono i protagonisti di concerti di musica da camera.
Al Van Loon aggirandosi fra sale, mobili, porcellane, vetro e oggetti d’arte dei secoli XVII, XVIII e XIX si percepisce la ricchezza e la cultura di vita delle famiglie nobili di Amsterdam nel periodo tra la “Golden Age” e la Rivoluzione industriale.
Nella casa museo Willet-Holthuysen, lasciata in eredità dalla proprietaria alla città di Amsterdam con l’intento di farla diventare un luogo pubblico, da non perdere la cucina al piano seminterrato che aiuta a farsi un’idea anche della vita del personale di servizio e uno sguardo dalle finestre dei piani alti per godere della vista del canale dell’ Herengracht da una prospettiva diversa.
Per prolungare la permanenza in una casa lungo i canali si può decidere di pernottare in uno degli edifici storici che circondano il Singel, l’Herengracht, il Keizersgracht e il Prinsengracht: Only-apartments offre un’ampia scelta di sistemazioni in appartamenti di questo tipo.
Alcuni edifici storici lungo i canali ospitano musei tematici in una cornice particolarmente interessante: è il caso del Foam, il Museo della Fotografia, del Museo della Bibbia e del Museo Ons’ Lieve Herr op Solder.
La conoscono davvero in pochi, forse e’ colpa della poco intuibile lingua olandese, ma la “Ons’ Lieve Herr op Solder” in inglese diventa “Our Lord in the Attic” e i fortunati curiosi che vorranno scoprire il perché del nome “Nostro Signore in Soffitta” avranno la fortuna di ammirare uno dei piccoli segreti di Amsterdam: dietro la facciata di una classica casa del XVII secolo si cela una vera e propria chiesa costruita di nascosto nell’ampia soffitta durante il periodo della Riforma protestante, quando ai cattolici era proibito celebrare funzioni religiose.
La visita che non si può perdere e’ quella all’ Het Rembrandt-huis, la casa museo di Rembrandt al numero 4 della Jodenbreestaat, nel quartiere ebraico. In questo palazzetto di tre piani si può capire come visse Rembrandt, dove dipinse i suoi capolavori ed incise le sue acqueforti, in quali luoghi si svolsero le vicende più drammatiche della sua vita. Rembrandt acquistò la casa nel 1639, quando la sua fama era al culmine. Nel 1656, incapace di far fronte ai debiti che aveva contratto, fece fallimento. Tutte le suppellettili e gli oggetti di valore che si trovavano nella sua abitazione furono venduti all’asta, compresa la sua grande collezione di opere d’arte e oggetti rari. Un notaio annotò in un inventario tutti i beni alienati e la loro ubicazione nella casa. Questo ha permesso di sapere come era arredata la casa, effettuare il restauro dell’abitazione e riposizionare oggetti e opere d’arte dell’epoca del grande pittore.
Se dopo queste visite sentite l’esigenza di uno spuntino fate tappa da Van Dobben, in Reguliersdwarsstraat, la più famosa crocchetteria della città: esibendo la vostra Amsterdam card alla cassa avrete diritto ad assaggiare gratis le specialità della casa.
Per un po’ di relax proseguite verso il molo della Blue Boat Company in Stadhouderskade 30, mostrate la vostra ‘’tesserina rossa” e otterrete il biglietto per imbarcavi per una crociera di poco più di un’ora lungo i canali principali della città. Al ritorno, riposati e rinfrancati si può iniziare la visita di quella che molti considerano il paradiso degli appassionati d’arte: la piazza dei musei, Musemplein, dove hanno sede il Museo Van Gogh, lo Stedelijk Museum e il Rijksmuseum. Occorre almeno una giornata intera per visitarli tutti e tre godendo di qualche pausa ai bordi del laghetto della piazza.
Delle opere di Van Gogh, della sua storia tormentata tutti hanno letto e conoscono i quadri più famosi: I Girasoli, I mangiatori di patate, La stanza da letto, La casa gialla, gli autoritratti. Ma l’emozione che si prova quando ci si trova di fronte ai dipinti, a pochi centimetri da essi, è unica: le pennellate emergono dalla tela e sembrano cosa viva. Merito anche della perfetta struttura dell’esposizione museale che non pone barriere inutili tra il visitatore e le opere.
Di Vincent Van Gogh sono conservati più di 800 dipinti e più di mille disegni, oltre a molti acquarelli, litografie e schizzi fatti sulle sue lettere. Durante la sua vita l’artista scrisse centinaia di missive al fratello Theo, a parenti ed amici. Le lettere rappresentavano per lui una valvola di sfogo e costituiscono ora una vera e propria autobiografia grazie alla quale si può ricostruire la sua vita, le sue letture, ciò che vedeva e pensava. Questo grande pittore e pensatore raffinato verrà sempre ricordato oltre che per le sue opere per la sua drammatica vicenda umana, con i suoi amori infelici, il mancato riconoscimento dell’importanza del suo lavoro, la sua malattia, il suicidio.
Gli appassionati di arte moderna e contemporanea e di design non possono mancare una visita allo Stedelijk Museum che ospita, tra l’altro, lavori di Andy Warhol e Malevich. Mentre per gli amanti dell’arte fiamminga il museo più interessante è certamente il Rijksmuseum. L’ imponente palazzo, il cui restauro e’ stato completato nel 2013, ospita il museo distribuito su quattro piani in oltre ottanta sale attraverso le quali il visitatore compie un viaggio attraverso il tempo, dal Medio Evo fino al XX secolo. Tra i dipinti indimenticabili “La lattaia” e “La Stradina di Delft” di Johannes Vermeer, la “Natura morta” di Barthelemy d’Eyck, e l’imponente “Ronda di notte” di Rembrandt.
Dall’arte alla scienza il passo è breve, basta una corsa in tram verso la Centraal Station e una breve passeggiata per raggiungere la zona dove sorge Nemo, il New Metropolis museum, l’edificio a forma di nave realizzato dall’architetto Renzo Piano per ospitare il Centro nazionale per la scienza e la tecnologia dedicato ai più giovani ma di sicuro interesse anche per i grandi. Non pensate alle noiose teche dei musei della scienza del Belpaese, sui cinque piani dell’edificio sono disseminate decine di installazioni interattive per toccare, annusare, ascoltare e vedere come funziona il mondo naturale, e spazi che ospitano mostre, spettacoli teatrali, film, attività e dimostrazioni scientifiche.
Proprio di fronte a Nemo sorge il grande edificio bianco dell’ Het Scheepvaartmuseum, il Museo nazionale marittimo davanti al quale e’ ormeggiata una copia a grandezza naturale della ‘De Amsterdam’ un nave costruita nel 1749 per la Compagnia delle Indie Orientali. All’interno modellini di velieri, carte nautiche, geografiche, armi, strumenti, mappamondi e raffigurazioni di battaglie navali.
C’e’ molto, molto da vedere in questa città e ancora tante opzioni per usufruire della Amsterdam card: una vista all’Hermitage di Amsterdam succursale olandese del famoso museo russo, l’Eye Film Museum e il suo avveniristico edificio; l’Amsterdam museum in Kalverstaat, la Sinagoga Portoghese, la De Nieuwe Kerk e la De Oude Kerk, la Chiesa Nuova e la Chiesa Vecchia, due edifici non più adibiti al culto dove si svolgono mostre interessanti, il piccolo museo dei Tulipani, l’intrigante museo delle borse, l’aromatico museo delle pipe.
Impossibile lasciare Amsterdam senza una visita (evitate se possibile i giorni festivi in cui si forma una lunga coda per accedere) alla Casa di Anna Frank. Qui la Amsterdam Card non è valida e la visita si svolge lungo un percorso guidato attraverso il luogo in cui Anna Frank scrisse il suo diario durante la Seconda guerra mondiale con filmati, fotografie e oggetti che illustrano gli eventi che si svolsero nell’edificio. Attraverso gli uffici, il magazzino e il deposito si giunge all’alloggio segreto in cui le due famiglie vissero nascoste al mondo per due anni; la stanza di Otto, Edith e Margot che di giorno era anche il soggiorno comune, la stanza di Anna Frank e Fritz Pfeffer, il bagno dove l’acqua non può scorrere durante il giorno, le stanza dei Van Pels e la camera di Peter. Una scala appoggiata in un angolo della stanza di Peter conduce alla soffitta, uno specchio riflette l’immagine della piccola finestra, l’unica non oscurata dalle pesanti tende fisse, quella da dove Anna e Peter godevano del loro piccolo, unico, contatto con il mondo esterno.
“Ci siamo messi a guardare insieme il cielo azzurro, l’ippocastano spoglio sui cui rami brillano minuscole goccioline, i gabbiani e gli altri uccelli che, volando veloci, sembravano d’argento”.
(Anna Frank, 23 febbraio 1944).
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